La povertà distrugge le famiglie: 5mila bambini rischiano l'affido

Da Cronacaqui.it del 07/06/2008
Di Sandra De Marco

Nel 2006, duecento piccoli hanno trovato una nuova casa, ma le richieste sono in aumento. 

MILANO 07/06/2008 - Povertà. In cima alla lista dei motivi che si nascondo dietro a un affido c’è la difficoltà di molte famiglie ad arrivare alla fine del mese. Secondo i dati della cooperativa sociale Comin, che a Milano si occupa di trovare una casa a bambini e ragazzi che vivono in situazioni di difficoltà, la maggior parte dei genitori è costretta - o indotta - a separarsi temporaneamente dai figli per questioni economiche. Non sono in grado di mantenere la prole per gli stipendi troppo bassi che si scontrano con gli affitti, con le spese, con i costi per la scuola. Seguono: separazioni, abusi, maltrattamenti.

BAMBINI SOLI
Il tribunale dei Minori di Milano ogni anno prende in esame più di 5mila fascicoli relative a famiglie con disagio che hanno a carico almeno un minore. Un carico gravoso, ingestibile in molti casi, che viene spesso dirottato verso gli istituti o, secondo quanto stabilito dalla legge 149 del 2001, verso le case famiglie che dovrebbero in parte garantire al minore un ambiente equilibrato, necessario per una crescita più serena. Una sosta obbligata, quelle nelle comunità, pensata per essere temporanea, lo stretto necessario per permettere ai bambini di trovare una nuova famiglia. Che il più delle volte non arriva mai.

I NUMERI
Dal 1982 al 2006, secondo gli ultimi dati forniti dal Comune, i minori affidati temporaneamente alle famiglie milanesi sono stati 1.589. Solo nel 2006 le famiglie affidatarie sono state 203. Poche, troppo poche a fronte di una richiesta sempre crescente. Il 63% di questi bambini arriva alle nuove famiglie passando dalla comunità, nel 30% dei casi direttamente dalle famiglie di origine. Solo nel 17% dei casi la famiglia di origine è consenziente: nel restante 80% l’affidamento è coatto. Ciò significa che arriva da un ordinanza del tribunale.

TROPPE RICHIESTE
A causa dell’esiguo numero di famiglie disposte a prendere in affido un minore, i lunghi periodi che i bambini trascorrono in comunità il più delle volte vengono interrotti forzatamente per la mancanza di fondi da parte delle stesse comunità. Così il bambino viene rilasciato nuovamente alla famiglia di origine che, nella maggioranza dei casi, non è ancora idonea ad accoglierlo.

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