Piccoli in affido crescono

Da Repubblica del 22/02/2008
Di Ottavio Giustetti

Nella Regione le adozioni temporanee sono il doppio rispetto alla media. Triplicato il numero delle richieste di informazioni negli ultimi mesi. Migliasso: "Siamo riusciti a ridurre in modo significativo il numero degli ospiti in comunità".

Cresce il numero di famiglie torinesi aperte al tema dell´affido dei minori. Negli ultimi tre mesi, complice la campagna di sensibilizzazione inaugurata dal Comune, il numero degli accessi telefonici allo sportello dedicato dai servizi sociali è stato tre volte superiore a quello di un intero anno del passato, 37 mila gli accessi al sito Internet. E da questi primi numerosi contatti con la Casa dell´affido si sono già conclusi 125 colloqui con le famiglie che si dichiarano disponibili a ospitare provvisoriamente un bimbo in difficoltà e si è stimato che complessivamente circa un terzo dei cittadini che telefonano iniziano poi realmente il percorso dell´affido. Lungi dall´essere vicini alla soluzione del problema dei piccoli senza famiglia gli affidi in Piemonte sono quasi il doppio della media nazionale. ll 67 per cento vive stabilmente con la famiglia affidataria, gli altri invece solo durante il giorno e tornano la sera in comunità. A 25 anni dalla legge 184 del 1983, che ha istituito l´affidamento in Italia, quasi 13 mila minori vivono l´esperienza di essere temporaneamente accolti in una famiglia diversa da quella naturale. Ed è un numero in costante crescita.

La fotografia di come sta andando l´affidamento familiare nel nostro Paese emerge dal convegno nazionale «Affido: legami per crescere», ieri e oggi al Lingotto, organizzato dalla Regione. Ottocento esperti provenienti da tutte le regioni italiane si confrontano su questo strumento di sostegno alle famiglie in difficoltà, caratterizzato dalla temporaneità, dal mantenimento dei rapporti con i genitori e dal rientro del minore nel proprio nucleo familiare. Per effetto del potenziamento di questo strumento sociale in pochi anni sono stati chiusi quasi tutti gli istituti per minori che nel 2005 erano oltre duemila e oggi sono rimasti una ventina a favore delle comunità di tipo familiare. La Regione investe oggi ancora oltre un milione di euro per potenziare questo strumento. Perché, a fronte di un numero che cresce continuamente di aspiranti famiglie adottive e allo stesso tempo sempre meno bambini adottabili, l´affido può colmare il bisogno di una famiglia di tanti ragazzi con genitori in difficoltà. «La Regione Piemonte - ha detto l´assessore regionale al Welfare, Teresa Angela Migliasso - ha da sempre prestato particolare attenzione alla condizione dei minori e delle famiglie in difficoltà, attraverso azioni mirate e concrete di monitoraggio e la definizione di strategie, risorse e progetti di sostegno. Si è così arrivati a una significativa diminuzione del numero di minori presenti nelle comunità educative e socio assistenziali: dai 5.000 bambini rilevati all´inizio degli anni Ottanta ai circa 1.100 di oggi. In questo contesto, il convegno di Torino ha l´ambizione di fare da volano su tutto il territorio nazionale per lo sviluppo di politiche e interventi efficaci e innovativi. Non è quindi un punto di arrivo, ma un´occasione da cui ripartire».

Il fenomeno nuovo è quello che riguarda i bambini stranieri sempre più numerosi. Di 2.645 minori in affido in Piemonte (di cui 1.771 in affido residenziale e 874 diurno) il 14 per cento del totale è costituito da minori stranieri. Lo strumento innovativo che si sta sperimentando è quello di trovare altrettante famiglie benestanti provenienti dallo stesso paese disponibili a prenderli in affidamento.

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