"Soli e senza soldi": l’esercito degli affidatari accusa Palazzo Marino

Da Cronacaqui.it del 07/06/2008
Di Sandra De Marco

La replica dell’assessore Moioli: «Mai tagliati i sussidi, ma la burocrazia li ha bloccati». 

MILANO 07/06/2008 - Famiglie sul piede di guerra. Da gennaio il sussidio previsto dal Comune non arriva più alle famiglie affidatarie. Sospeso il rimborso di 516 euro senza spiegazione. Invano, l’esercito degli affidatari ha chiesto i motivi all’assessorato senza però ricevere nessuna risposta. A marzo il consigliere Marco Granelli (Pd) ha presentato anche un interrogazione. Dal canto suo, l’assessore alla Famiglia e alle Politiche sociali Mariolina Moioli, chiarisce: «Gli assegni del rimborso per le famiglie affidatarie relative al 2007 sono stati tutti liquidati». Anche per quanto riguarda gli assegni relativi al 2008 l’assessore chiarisce: «Bisogna solo attendere i tempi tecnici della burocrazia».

LA PROCEDURA
Le famiglie affidatarie sono obbligate a presentare ogni anno al Comune il loro progetto di affido per ricevere il sussidio o eventualmente comunicare la cessazione del rapporto con il minore. Una volta ricevute tutte le documentazioni l’ufficio affidi dell’assessorato controlla i numeri delle famiglie e stabilisce poi la tipologia del sussidio da far pervenire. «Le quote messe a disposizione - fa sapere l’assessore - partono da un minimo di 483 euro e arrivano ad un massimo di 700 euro per quei minori in affido che hanno particolari problemi come handicap, l’impegno del comune è sempre presente ».

LA RETE DELL’AFFIDO
Più di un anno fa è stata attivata dall’assessorato della Moioli la “rete dell’affido” un sistema che mette in comunicazione le famiglie affidatarie con le associazioni che si occupano della cura dei minori prima che vengano affidati alle famiglie. « L’affido è un’esperienza impegnativa di solidarietà che ha come fine quello di restituire il minore alla sua famiglia di origine - continua l’assessore - per questo motivo è necessario il supporto di tutti, dalle istituzioni alle associazioni, nel rispetto delle competenze di ciascuno». Per questo motivo, sempre l’anno scorso, venne lanciata una campagna di sensibilizzazione per l’affido familiare che è stata veicolata tra le altre cose anche con spot pubblicitari. Scopo del progetto era quello di raddoppiare, entro un anno, il numero degli affidi a Milano e provincia.

NESSUN RISULTATO
All’epoca il numero di minori aiutati dal Comune si assestava intorno ai 180, ma l’obiettivo dell’amministrazione era quello di trovare un luogo fisico dove istituire la Casa dell’associazionismo familiare, un contesto di crescita comune e di aiuto alla vita. È passato un anno ma non è ancora stato fatto nulla.

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