Delibera Regione Toscana 19 luglio 1994, n. 337

Delibera Regione Toscana 19 luglio 1994, n. 337
Piano regionale di assistenza sociale (PRAS)
B.U. 28.9.94, n. 63



OMISSIS

3.3 Gli obiettivi generali della programmazione



Gli obiettivi proposti nascono dalla esigenza di garantire nel settore dell'assistenza sociale una evoluzione, sia a livello di programmazione delle attività e delle modalità di approccio ai problemi alle stesse connesse, sia a livello dell'impianto organizzativo e tecnico-operativo conseguente. Occorre adottare contenuti e strategie di programmazione e di intervento utili a:

- affrontare, a livello preventivo, fenomeni che, se non assunti con opportune azioni, portano inevitabilmente a sfociare in situazioni di bisogno sociale;

- trovare risposte individualizzate e diversificate alla domanda di salute e assistenza collegando in rete i servizi territoriali;

- dare precedenza ai bisogni degli strati più deboli della popolazione, sviluppando specifici progetti atti a favorire e sostenere il reinserimento sociale e contrastare l'emarginazione;

- favorire la chiara individuazione delle responsabilità del personale nella predisposizione della risposta;

- integrare in modo efficace gli interventi sociali e quelli sanitari, individuando per gli interventi di base nel distretto socio-sanitario la sede e lo strumento per il consolidamento e lo sviluppo di tale integrazione e valorizzando il ruolo dell'ufficio di coordinamento di distretto delle attività sanitarie e sociali.

3.4 Le strategie di intervento



I mutamenti sociali che hanno investito la società italiana e, con essa, la nostra Regione, impongono nuove strategie di intervento nel campo sociale.

Le strategie generali da attivare sono:

- non limitare l'intervento sociale al contenimento del danno ed alla ricerca di risposte ai bisogni espressi da aree di popolazione in situazioni di disagio, ma tendere a realizzare azioni in stretto collegamento con gli altri settori di rilievo per svolgere un'opera di prevenzione, volta ad eliminare le cause delle disuguaglianze collegate alla diversità delle condizioni di partenza e del bisogno;

- mantenere all'interno del tessuto sociale cittadini che altrimenti ne sarebbero esclusi, garantendo loro condizioni di vita sul territorio consone alla dignità della persona; ciò riguarda, in particolare, i minori, i portatori di handicap, gli anziani ed altri soggetti non autosufficienti, e crescenti categorie di emarginati quali gli immigrati, i detenuti, i nomadi. I relativi programmi regionali da realizzare nel triennio, dovranno garantire l'integrazione anche operativa con il comparto sanitario;

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- favorire la sperimentazione di nuovi modelli di organizzazione dei servizi nel settore sociale e la loro flessibilità, con riferimento anche ai possibili collegamenti con il settore educativo.

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4. L'attività dei Comuni e delle USL



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c) Nomadi.

Le strategie contenute nell'azione programmata "Tutela dell'Etnia ROM", di cui alla Delib. C.R 18 marzo 1992, n.157 sono confermate. Gli obiettivi, gli strumenti, gli indicatori di cui alla succitata azione sono integrati con il presente Piano.

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Strumenti

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OB c.3

- realizzazione all'interno delle aree attrezzate per la stanzialità di progetti sperimentali per l'infanzia realizzati in apposita struttura tesi a facilitare il primo rapporto tra i nomadi, gli operatori ed i servizi del territorio.

d) Maternità e infanzia

Si confermano gli obiettivi di cui al progetto obiettivo "Salute della donna, procreazione responsabile e tutela della maternità e dell'infanzia", approvato con Delib. del C.R n.163 del 18 marzo 1992, per quanto riguarda tutte le attività socio-assistenziali con elevato grado di integrazione sanitaria" di cui all'art.7 della L.R 2.9.92 n.42, che si esplicano principalmente attraverso il consultorio familiare.

Si puntualizzano, di seguito, gli obiettivi e gli strumenti specifici dell'intervento socio-assistenziale:

Obiettivi

OB d.1

- sviluppo di una politica per la donna: assicurare la specificità degli interventi.

OB d.2

- contrasto del fenomeno dell'abuso alla donna.

OB d.3

- riduzione degli ostacoli di natura sociale che pregiudicano il compimento della gravidanza e promozione di condizioni idonee ad accogliere il neonato.

OB d.4

- consulenza e sostegno alla donna immigrata.

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Strumenti

In relazione all'OB d.1

- consolidamento della rete di asili nido;

- incentivazione di nuove sperimentazioni;

- implementazione dei servizi complementari al nido.

In relazione all'OB d.2

- attivazione di una ricerca intervento sul fenomeno dell'abuso;

- estensione della rete di accoglienza per situazioni di emergenza;

- realizzazione di momenti di aggiornamento mirato rivolto agli operatori.

In relazione all'OB d.3

- assistenza economica e sostegno psicologico e sociale per i bisogni della gestante per accudire in modo idoneo alle necessità del neonato;

- assistenza domiciliare;

- facilitazioni per l'inserimento al lavoro ed il conseguimento dell'autonomia;

- appoggio per sistemazioni alloggiative;

- pronta accoglienza residenziale per situazioni di espulsione dal proprio ambiente;

- consulenza per la maternità elettiva (adozione).

In relazione all'OB d.4

- promozione di interventi specifici per l'integrazione razziale e le problematiche sociali connesse.

e) Infanzia e adolescenza

Sono confermati gli obiettivi generali e specifici contenuti nell'azione programmata "Infanzia e adolescenza" approvata dal C.R con Delib. 18 marzo 1992, n.162. Con il presente Piano vengono fissate le priorità.

Obiettivi

OB e.1

- garantire i diritti del bambino, alla salute psico-fisica, alla educazione, alla socializzazione, anche con riferimento all'OB c.3 dell'azione programmata "Nomadi".

OB e.2

- sostegno alla famiglia per l'assolvimento della funzione di accudimento ed educativa.

OB e.3

- riduzione delle problematiche scaturenti dal rapporto del nucleo familiare con la comunità.

OB e.4

- costituzione di gruppi omogenei di "pari" nell'ambito delle attività realizzate;

- esperienze di autogestione di spazi culturali;

- miglior utilizzo delle risorse culturali presenti;

- ingresso nella formazione e nel lavoro.

OB e.5

- Favorire l'acquisizione da patte degli adolescenti di strumenti di conoscenza e di autodeterminazione per poter effettuare scelte consapevoli.

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Strumenti

In relazione all'OB e.1

- affidamenti familiari

- affidi part-time

- sviluppo della rete di comunità a dimensione familiare e n. di Centri per l'infanzia, l'adolescenza e le famiglie

- coordinamento delle risorse e delle disponibilità per l'affido (famiglie) e per il pronto accoglimento (banca dati)

- adozioni

- servizi di assistenza domiciliare, domestica, educativa ed economica

- consulenze psico-sociali

- consultori e loro riqualificazione

- centri infanzia adolescenza e famiglie realizzati

- coordinamento risorse pubbliche e private

- programmi dei servizi sociali comunali integrati con l'esterno.

In relazione all'OB e.2

- consulenze professionali

- asili nido

In relazione all'OB e.3

Sono indicati i medesimi strumenti di cui all'OB e.1

In relazione all'OB e.4

- attivazione delle risorse di altri servizi educativo-culturali, di socializzazione, di aggregazione.

In relazione all'OB e.5

- punti di riferimento strutturali all'interno dei quali si propongono offerte diversificate in relazione ad interessi omogenei

- esperienze di promozione di iniziative fra i gruppi di pari.

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Legislazione

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