Arroganza dei Servizi Sociali

Arroganza del servizio pubblico

Non mi piace fare di tutta un'erba un fascio, e non sarà questa la prima volta, ma le esperienze negative con i servizi sociali si ripetono e trovare un dipendente del servizio pubblico che si comporti in modo franco e corretto è sempre più difficile. Eppure basterebbe poco, basterebbe utilizzare la buona educazione, il rispetto del prossimo chiunque esso sia.

Un esempio. Un'assistente sociale che debba fare una visita domiciliare in casa di un utente o di una famiglia affidataria ha due modi di porsi: telefonare e dire "vengo il tal giorno alla tal ora", oppure dire "dovrei venire a fare una visita domiciliare, quando la trovo in casa, possiamo fissare un appuntamento quando va bene ad entrambi?". E' ovvio che se poi la cosa debba essere fatta comunque e l'utente non trovi, o non voglia trovare, il tempo per farla, l'assistente sociale possa irrigidirsi e pretendere di venire all'ora che indicherà. ma partire già con un diktat indispone l'altra parte e dimostra solo arroganza e cattiva educazione complicando i rapporti. E' risaputo che con la gentilezza si ottiene di più che con la maleducazione e l'arroganza. Se qualcuno pensasse che l'assistente sociale ha a che fare anche con famiglie poco raccomandabili e debba usare un piglio duro, sarebbe da rispondere che la stessa metodologia viene usata spesso anche con le famiglie affidatarie e con coloro che devono essere valutati, ed i forum sono pieni di esperienze siffatte, io per primo ho avuto più volte tali esperienze.


Altro esempio. Nell'affido le persone che maggiormente stanno a contatto con i bambini, ovviamente, sono gli affidatari. Sono loro a capire il bimbo, a sapere se e quando soffre, a vedere le sue reazioni quando è a contatto con la famiglia affidataria. Sono un metro importante per valutare la crescita del bimbo, l'eventuale miglioramento dei rapporti con i suoi genitori e con gli altri, sono quindi importanti per capire come e quando l'affido possa finire. Purtroppo, e questa è una lamentela generalizzata fra molti affidatari, capita spesso che i servizi decidano autonomamente sulla vita del bimbo pensando di avere la verità in tasca e che qualunque loro pensiero sia quello giusto. Non hanno spesso nemmeno l'idea di ascoltare gli affidatari cercando di capire da loro come potersi muovere insieme per il bene del bambino.


E poi ci si lamenta se tanti affidi falliscono, se mancano le famiglie affidatarie, se i bambini vengono dati alle comunità.


Ripeto che non tutti gli assistenti sociali sono così, ma pur avendone trovati alcuni con i quali abbiamo instaurato un ottimo rapporto nell'interesse del bimbo, con tristezza, ed in trent'anni ho avuto più di cinquantadi affidi, devo dire che la maggior parte dei servizi sociali si sono comportati con grande arroganza non ascoltando le nostre ragioni.

Più volte mi sono dovuto rivolgere ai tribunali affinché valutassero con maggior obiettività un caso, ed ogni volta, carte alla mano, ci è stata data ragione. Non dico che l'assistente sociale possa avere un altro interesse, ma certamente gli manca spesso una parte importante per poter decidere: il parere di chi ogni giorno vive il quotidiano di quel bambino