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      CommentAuthorJamin
    • CommentTime9 Mar 2008
     

    Carissimi,

    vorrei invitarvi a raccontare le vostre esperienze in merito al rapporto che si stabilisce fra la famiglia di origine e la famiglia affidataria, perché c'è una persona che ci sta leggendo che ha bisogno di un confronto su questo tema.

    Sappiamo tutti quanto sia difficile mantenere i nervi saldi e evitare di giudicare le persone che fanno del male ai propri figli, soprattutto se questi ultimi hanno subito delle violenze, sia fisiche che psicologiche. E sappiamo inoltre quanto spesso le famiglie affidatarie siano accusate dalle famiglie di origine di aver portato via il loro bambino. Come reagire in questi casi?

    Raccontate la vostra esperienza, scrivete scrivete scrivete ! Grazie a tutti.

  1.  

    Jamin non so se la mia esperienza potrà servire per un confronto con la persona interessata, ma anch'io mi sono trovata, lavorando in una casa famiglia e occupandomi a tempo pieno dei bimbi che avevo in affidamento, a dover affrontare e gestire ogni tipo di rapporto con la famiglia di origine dei piccoli.
    All'inizio non è stato facile. Non riuscivo a capire perchè i genitori naturali dovessero continuare ad avere il diritto di vedere o di portare a casa con loro (laddove fosse possibile), durante il fine settimana o le feste, i propri figli.
    Mi chiedevo: "come è possibile che una mamma o un papà che non è in grado di badare a se stesso, possa prendersi cura dei propri figlioli? E se gli farà del male? Come posso accettare che un bimbo che ha ricevuto dai suoi genitori del male, fisico o psicologico, continui a mantenere con lui un legame?".
    Mi sentivo combattuta dentro perchè provavo sentimenti contrastanti. Sentivo, contemporaneamente, non il dovere, ma il desiderio di proteggere i bambini e di tenerli lontani da ciò che gli aveva procurato sofferenza e dolore (altrimenti non si sarebbero trovati lì), ma anche senso di compassione, dispiacere per i genitori naturali. Pensavo alla violenza, all'abbandono che queste persone, a loro volta, avevano subito nell'infanzia e nell'adolescenza. Ma provavo per loro anche tanta rabbia.
    Durante le visite della famiglia di origine, in casa, dovevo essere presente. In quell'occasione, però, mi sentivo fuori luogo, come una specie di supervisore o di guardia che sta lì ad osservare ogni mossa pronto ad intervenire se capita qualcosa di grave. Inizialmente non sapevo come comportarmi.
    Provavo un senso di protezione verso i bimbi, ma mi sentivo anche come se gli stessi rubando qualcosa di personale. Qualcosa che equivale a dire: brevi attimi di intimità con i loro genitori. Attimi per poter condividere la gioia di scambiarsi qualche parola anche semplicemente per chiedersi: "cosa hai fatto oggi'? Cosa hai mangiato?" o per raccontarsi le giornate trascorse o per giocare...
    E sentivo che sia i bimbi che i loro genitori provavano nei miei confronti un senso di fastidio, come per dire: "ma cosa vuole? Perchè non ci lascia in pace per un pò? Chi si crede di essere?".
    Grazie a Dio mi sono resa conto che questo mio modo di pormi nei loro confronti, nonostante fossi gentile e all'apparenza tranquilla, era sbagliato.
    Non ho mai parlato male ai bambini dei loro genitori, nè li ho offesi, nè ho mai voluto che pensassero male di loro e creato delle situazioni che potesse metterli l'uno contro l'altra per prendere il loro posto. Ho voluto bene a quei bambini. Vivevamo giorno e notte sotto lo stesso tetto, però i piccoli avvertivano in me questo senso di inadeguatezza nel gestire i rapporti con la loro famiglia di origine. E questo creava altre barriere che non era facile abbattere.
    Anche se i bambini hanno ricevuto tanto male continuano a provare, per la loro famiglia di origine, il desiderio di voler stare con essa.
    Ho capito quanto sia importante, perciò, fargli capire che non si vuole prendere il posto dei loro genitori come altrettanto importante è amarli accettando anche chi fa parte della loro vita. E' necessario porsi come persone sulla quale possono sempre contare, qualunque cosa accada e in ogni caso, come persone che li accoglie nella propria vita senza pretendere nulla in cambio (anche se a volte riescono a sorprenderci per ciò che loro stessi riescono a darci di bello).
    Il nostro compito è quello di porci come un modello positivo, amandoli, sopportandoli, acquistando pian piano la loro fiducia e mostrando loro tanta pazienza. Un giorno, forse lontano, potranno continuare a voler bene ai loro genitori naturali, ma potranno vivere secondo ciò che noi o voi genitori di cuore avete saputo trasmettergli ed insegnargli. Il nostro impegno sia quello di educarli secondo sani valori e principi, ma lasciandoli liberi, una volta grandi, di decidere la strada da seguire. "Ai figli, che siano di sangue o di cuore, bisogna trasmettere le radici, ma anche le ali per volare". La speranza, che i figli di cuore, riescano a sentirsi amati e a vivere come gli è stato insegnato non deve mai abbandonarci anche nei momenti più difficili e anche quando tutto sembra non avere più senso. Ma in tutto questo è fondamentale stare attenti e valutare i rapporti che i bambini hanno con i familiari di origine, osservando e ascoltando con molta discrezione, perchè si possa intervenire, in maniera cauta e giusta, qualora fosse necessario.
    Da quando ho cambiato il mio modo di gestire i rapporti con la famiglia di origine è cambiato anche il rapporto che avevo con i bambini e i ragazzi. In senso positivo.Erano più tranquilli e spesso è capitato che fossero gli stessi genitori naturali a volere la mia presenza in alcuni momenti.
    Una sera una delle bimbe, mentre gli davo il bacio della buona notte, mi ha detto: "io ho tre mamme, mamma mia, Maria la Madonna, e tu". Immaginate la mia gioia :face-smile: (anche se non me lo sono meritata...).
    Anche ai genitori è importante far comprendere che non si vuole sostituirli, nè che siamo lì per giudicarli o condannarli. In caso contrario, con i bimbi, si corre il rischio di allontanarli da noi.
    E' strano, viene da chiedersi: "come è possibile che persone che sono state non curanti, violente, improvvisamente vogliono assicurarsi che nessuno porti via loro i propri figli?". E' così. E' come se qualcuno gli portasse via qualcosa che gli appartiene e d'istinto sentono di dover rivendicare i propri diritti.
    Anche la famiglia di origine (laddove siano possibili incontri e visite con essa), se si vuole cercare di creare un equlibrio sano fra famiglia affidataria e bimbo, ha bisogno di sapere che i genitori affidatari non vogliono rompere un legame, ma solamente dare sostegno. Ha bisogno di sapere che i genitori affidatari sono disposti a farsi carico dei problemi senza interferire nel loro rapporto con i figli.
    Queste sono le opinioni che ho maturato durante la mia esperienza. Opinioni relative ai rapporti tra famiglia affidataria e di origine. Ma ogni rapporto va gestito valutando ogni dinamica e ogni possibilità.
    Potrei anche sbagliarmi. L'unica cosa certa è che così facendo sono riuscita a stabilire, (non con tutti c'è sempre chi resta in agguato e crea difficoltà), un rapporto abbastanza sereno sia con i figli che con i genitori (genitori che all'inizio si erano mostrati nei miei confronti avversi).
    Riccardo, Cristina, Jamin o voi altre mamme o papà del portale saprete sicuramente fornire più informazioni sulla base delle vostre esperienze. Esperienze che saranno utili per un possibile confronto.
    Scusatemi se mi sono dilungata!

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime10 Mar 2008
     

    Grazie mille Carmela, il tuo contributo è veramente molto prezioso.
    :face-smile:
    Jamin

  2.  

    MARZIA.B

    io posso dire che la cosa più difficile dell"affido è stata toccare veramente con mano che, ci sono davvero anche genitori così.
    Hai voglia leggere sentire... quando li vedi e li senti allora è dura, è duro accettarli e ancora di più capirli.
    Gulli sta con noi da quasi 3 anni, e si può dire che da subito ha rifiutato gli incontri con la famiglia, incontri protetti svolti
    separatamente con padre e madre perchè sono divorziati. Ecco forse questo è fra virgolette stato di aiuto perchè lui ci ha eletto da subito a sua
    famiglia pur riconoscendo l"altra come primi genitori ma sbagliati. Naturalmente ogni sciocchezza è buona perchè padre
    o madre rivendichino qualcosa.Ecco in questo caso devo elogiare il servizio affidi che cerca comunque di proteggere più il bambino.
    Siamo giunti a questo dopo scontri non iindifferenti,io ho sempre ribadito a gran voce che il bambino non è responsabile degli errori dei grandi
    e che me lo hanno affidato per aiutarlo e così faccio. Se le cose non fanno bene discutere con i servizi e dare battaglia,il bene del bambino
    deve essere continuamente messo in evidenza a chi purtroppo se ne scorda. Sono arrivata a dire a muso duro Volete guerra e guerra sarà
    sapete che pian piano le cose sono cambiate? ora devo andare ma scriverò ancora
    ciao e forza

  3.  

    Hai ragione Marzia è dura accettare chi ha fatto tanto male ai bambini. E anch'io ho fatto fatica a cercare di riuscire a capire. Anche se non c'è nulla da comprendere, nè da giustificare.
    Ci sono anche volte in cui sono gli stessi bambini a rifiutare i genitori naturali e la tua situazione è un esempio.
    Hai ragione anche sul fatto che bisogna mettere in evidenza continuamente il bene del bambino e lottare perchè ciò non sia dimenticato.
    La mia esperienza è molto diversa dalla vostra.
    E' solo ciò che ho vissuto e constatato, non una verità assoluta e uguale per tutti. Saranno pure sciocchezze, ma mi è capitato davvero di trovarmi difronte a genitori naturali che nonostante avessero procurato sofferenza ai loro figli reagissero in un certo modo ( e mi riferisco a quei casi in cui era consentito la visita dei genitori...). Forse per voi famiglie affidatarie che accogliete nel vostro nucleo familiare i bimbi è diverso.
    Chiunque, però, sceglie di prendersi cura di un bambino maltrattato (fisicamente o psicologicamente) tende a difenderlo e a lottare per il suo bene.
    Ogni situazione va valutata secondo diversi parametri e ogni rapporto gestito valutando ogni dinamica. Non si possono adottare le stesse modalità di interazione per tutti i rapporti con le famiglie di origine.
    E' bello sapere che il tuo Gulli vi ha eletto da subito sua famiglia e ti ammiro per la tua forza di combattere :face-smile:.
    Il tuo Gulli ha capito chi vuole veramente il suo bene e questo ciò che si dovrebbe trasmettere, ma a volte ci vuole tempo prima che i bimbi possano comprendere.

    •  
      CommentAuthoremilia
    • CommentTime10 Mar 2008 modificato
     

    Marzia mi piace un sacco come la pensi!Carmela posso farti una domanda personale??? Ma ora non lavori più a contatto con i bimbi?

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime10 Mar 2008
     

    Grazie anche a Marzia per il suo intervento e, ancora una volta, a Carmela, cui devo fare un elogio perché spiega sempre con parole precise ogni situazione che ha vissuto, regalandoci parte della sua propria esperienza. E' vero, non esistono verità assolute, ma ognuno porta con sé la propria e credo sia necessario avere una testimonianza di "ogni verità" vissuta.

    Cristina, tu per caso puoi aiutarci raccontandoci una storia, o le mille storie del rapporto fra genitori naturali e famiglia affidataria ?? Che consiglio daresti ad una famiglia che si sente accusata dai genitori naturali di aver portato via il loro proprio figlio ??

  4.  

    Per Emilia: in questo momento no.
    Grazie a te Jamin per avermi dato la possibilità di raccontare.

  5.  

    Scusate!
    Solo ora ho letto questa discussione tra una cosa e l'altra...ora vado a mangiare qualcosa al volo e nel pomeriggio cercherò di esserci e partecipare attentamente e vi scrivo qualcosa!:face-smile:

    A presto,
    Cristina

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      CommentAuthorJamin
    • CommentTime11 Mar 2008
     

    Grazie mille Cristina !!!

    •  
      CommentAuthortrefigli
    • CommentTime11 Mar 2008
     

    la nostra Bimba ha periodicamente incontri , con mamma, papà, nonni e fratelli, sempre separatamente, che chiamano "protetti" e cioè sempre presso la stessa struttura e alla presenza di un operatore.
    A noi non è permesso vedere i suoi familiari, l'accompagnamo mezz'ora prima e la riprendiamo mezz'ora dopo l'incontro.
    L'operatore presente, se è il caso, ci riferisce dopo ogni incontro eventuali situazioni emerse che ci possono interessare.
    La ragazza non racconta quasi mai niente, almeno non subito, ma a distanza di giorni ci rivela qualche cosa dei suoi colloqui.
    Ultimamente, forse perchè si sente più forte, comincia a fare domande precise sul suo passato, ai suoi genitori, e da uno degli ultimi incontri ne è uscita distrutta.
    Ha chiesto e le è stato risposto, ma lei è crollata perchè ci ha detto: non ero pronta!
    Purtroppo ha scoperto che la sua infanzia è speculare a quella di sua madre, solo che lei ha l'opportunità dell'affido, che sua madre non ha potuto avere finendo in un tunnel che ancora oggi faticosamente sta cercando di attraversare.
    Non sono gelosi della nostra presenza, anzi ci sono grati e questo lo dicono sempre alla figlia, ma lei non è ancora riuscita a capire il perchè, e quando ce lo dice lo fa sempre da arrabbiata.
    A volte è stressata e nervosa il giorno prima di un incontro e dice di non voler andare, poi parliamo e le dico che è giusto che lei li veda perchè sono la sua famiglia e ai genitori, comunque, bisogna portare rispetto.
    Non è sempre convinta delle mie affermazioni, ma si fida.

  6.  

    Eccomi...

    Purtroppo il rapporto tra famiglia affidataria e famiglia d'origine spesso è conflittuale, è difficile accettare per la famiglia di origine che qualcuno le porti via il suo bambino (sebbene maltrattato sapete bene che ogni genitore vive il figlio come una proprietà, un'appendice di sè e spesso questi genitori hanno ricevuto dai loro genitori gli stessi trattamenti o sono malati, spesso non conoscono altri strumenti), si prenda cura di lui, la sostituisca...per la famiglia affidataria è difficile accettare le tante, e spesso evidenti, carenze, limiti e malefatte della famiglia di origine e allora scatta una feroce competizione per il bene del bambino che spesso viene strumentalizzato e ne soffre profondamente...è chiaro che questo non porta a molto poichè il bambino, sebbene maltrattato, abusato ecc...ama quel genitore e desidera profondamente essere da lui amato, e tenderà a difenderlo assumendosi le colpe e le responsabilità di ciò che accade....E' più facile dire di meritare le botte piuttosto che accettare di non avere un buon genitore o non essere da lui/lei amato...

    Quando l'affido è consensuale le famiglie potrebbero anche organizzarsi tra loro (poichè dovrebbero essere collaborative e cooperative) e il Tribunale dei Minori potrebbe lasciare ampia libertà in questo, ma se l'affido è giudiziario spesso la famiglia di origine non sa neanche dove si trovi il minore, gli incontri sono protetti, alla presenza di qualche operatore e può capitare che le famiglie non si incontrino...Anche qui comunque le variabili sono infinite e dipende dai casi...

    Nella mia esperienza credo che, sebbene spesso non sia facile, famiglia affidataria e famiglia di origine dovrebbero cooperare e collaborare per il bene del minore e la famiglia affidataria, che spesso possiede più strumenti di quella di origine, dovrebbe cercare di rendersi disponibile al dialogo,aiutando la fam. d'origine a capire che nessuno ruba niente a nessuno, si è solo di aiuto per il tempo necessario.

    Sebbene non sia facile sarebbe importante partire dall'idea che non soffre solo il minore in quella situazione ma anche la famiglia di origine ed è importante porsi in modo non conflittuale (anche se non sempre è possibile ma proviamoci almeno!).

    Che la famiglia di origine sia arrabbiata è naturale, almeno all'inizio, si sentono derubati, scavalcati, svalutati, sviliti, umiliati, poi con il tempo e il giusto dialogo e l'aiuto magari anche dei Servizi, si coglie l'importanza dell'aiuto e magari si collabora...

    Una volta ho seguito, in una casa famiglia per donne in difficoltà, una madre alcolista, con un passato di tossicodipendenza e un marito che la picchiava da cui lei era fuggita ecc...con una figlia di 5 anni e uno appena nato (quando l'ho conosciuta stava per partorire...)
    La grande era in affido presso una famiglia di un'altra città e lei poteva vederla 1 volta ogni 15 gg, il neonato è stato affidato subito ai Servizi...
    Questa donna era angosciata all'idea che sua figlia vivesse in un'altra famiglia e suo figlio pure, era terrorizzata all'idea che lo dessero in adozione e ciò che la aiutava ad andare avanti era la speranza che, se avesse trovato un posto di lavoro e avesse terminato il trattamento di cura per tossicodipendenti, avrebbe riavuto i suoi figli, perlomeno la grande...(Purtroppo di lei ora non so più niente...)
    Questa donna sentiva spesso la figlia per telefono, era diventata alleata della madre affidataria (sebbene soffrisse tanto all'idea che la piccola chiamasse "mamma" anche l'altra...) ed era contenta che la piccola stesse bene ed era grata a questa famiglia che stava dando a sua figlia ciò che lei no riusciva a darle momentaneamente.

    Credo che questo sia importante, creare l'alleanza con la famiglia di origine sarebbe di certo una cosa positiva, anche il bambino ne beneficierebbe...

    Credo che Carmela ci abbia detto una cosa Importante quando ha parlato della sua difficoltà a relazionarsi con i genitori naturali, a non giudicarli negativamente eccc.. I bambini sono delle spugne e avvertono il nostro atteggiamento,la nostra accettazione, comprensione o la nostra ostilità, il nostro sentirci diversi e "migliori" e questo, non solo li ferisce, ma li allontana da noi...

    Anche io nella mia professione, quando faccio terapia familiare, la prima cosa che cerco di fare è creare alleanza proprio con quel genitore che ritengo maggiore causa del problema del figlio, perchè ho bisogno della sua collaborazione per il benessere del minore e vi garantisco che non sempre è facile, ci sono delle volte che ad alcuni genitori...BIP! Ma è importante comprendere, vedere le cose da più punti di vista, non far sentire l'altro giudicato e colpevole, altrimenti ci si pone in sfida, in attacco e non in cooperazione.

    La cosa che più mi stupisce alle volte è notare come cose per me evidenti per loro non lo siano affatto e si inneschino dei meccanismi di difesa di negazione così forti....non è facile ma ci vuole tanta pazienza e umiltà....

    Resto a disposizione!

    Per Jamin: puoi dire alla coppia che ci legge che qualora volesse contattarmi privatamente può farlo!

    Cristina

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime11 Mar 2008
     

    Grazie mille Cristina per il tuo prezioso intervento. Comunicherò agli interessati la tua disponibilità.
    A presto
    Jamin

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      CommentAuthoralissa
    • CommentTime16 Mar 2008 modificato
     

    So che chi mi legge ora, ha un pò paura dell'affido, ma non dovete spaventarvi...anche io ho cose positive da raccontare e una è proprio quella dei genitori della mia giga.
    La mia giga incontrava i genitori ogni 15 giorni in un luogo neutro, ma come paese...nel senso che non è il nostro e nemmeno il suo.
    I genitori naturalmente all'inizio dell'affido erano un pò sul combattivo...rabbioso, e io sinceramente me la facevo sotto, ma poi si sono subito tranquilizzati e devo dire che di cose spiacevoli non ne sono mai successe, o forse pochissime e lievi tanto da aver fatto in fretta a perdonarli.
    Sono stati dei genitori con le loro difficoltà ma corrette verso noi tanto che alla fine del nostro affido il padre ha detto alla giga: "non essere arrabbiata con loro, sono delle brave persone hanno fatto di tutto per crescerti e l'hanno fatto bene, spiace anche a noi sia andata così".
    E io di fronte a queste parole mi sono sentita solo una piccola pulce con il cuore che mi batteva così tanto da sentirlo grosso, che mi sono sentita una pulce con il cuore di elefante.
    Non hanno mai disturbato, non hanno mai messo contro la ragazzina a noi e soprattutto cosa da apprezzare, sempre una parolina magica in bocca: GRAZIE per quello che fate. Gli elogi sono stati molto di più dei piccoli errori perdonabilissimi.
    Ora vediamo se le cose sono cambiate...quando riprenderò i contatti sempre se mi verranno permessi...sigh..ho paura!
    Ciao a tutti

  7.  

    Il problema più grande nell'affido è proprio dato dal rapporto della famiglia affidataria con quella di origine.
    Gelosie e incomprensioni possono verificarsi. Ci sono spesso divari culturali abissali, principi e idee completamente diverse. Basti pensare alla cultura verso la donna che vige in molti paesi extracomunitari e che molte famiglie portano nel nostro paese pretendendo che certi criteri vengano rispettati (la donna non conta nulla, può essere picchiata, non deve parlare, deve avere il marito scelto per lei, se tradisce deve essere uccisa, ecc.).

    E' difficile il rapporto perchè si configura una situazione simile a quella che si ha nei casi di divorzio ... ogni coniuge tira l'acqua al proprio mulino, e spesso in buona fede convinto delle sue ragioni.

    Qui giocano (o dovrebbero giocare!!!) un ruolo fondamentale i servizi sociali. Mediare e non parteggiare per nessuno.
    Sembra strano, ma spesso parteggiano per le famiglie biologiche ... quasi come se i "cattivi" fossero le famiglei affidatarie.

    Quante potrei raccontravene ... !!!

    Ogni affido però è diverso anche in questo.
    Con alcune famiglie siamo rimasti amici e ci incontriamo da anni, anche con i bambini ormai grandi.
    Con altre ci sentiamo, mentre con altre abbiamo perso i contatti.
    Con alcune siamo arrivati ai ferri corti, mentre con altre siamo in armonia tale da sentir loro pronunciare frasi come "bimbi, ricordatevi sempre, voi avete due papaà e due mamme ... alla pari, non uno milgiore o più bravo dell'altro. Siete fortunati ad avere due famiglie ... io non ne avevo nemmeno una"
    Oppure "i miei figli li mando con voi perchè so che gli volete bene"
    Oppure il papà che mi chiama e mi ringrazia per il bene che voglio alle sue figlie e chiamandole dice loro "venite che c'è babbo al telefono".

    Se devo essere sincero ho più esperienze positive da raccontarvi che non negative, relativamente ai rapporti con le famiglie di origine.
    Il problema sono sempre loro: ... i servizi sociali "deviati" ... ovvero quelli che non fanno bene il loro lavoro.
    Con Monza siamo arrivati ai ferri corti in due occasioni, ed in entrambi i casi si erano schierati contro di noi.
    Con Rozzano e Melegnano il rapporto è stato ottimo e due situazioni difficili hanno trovato soluzioni più che positive.

    •  
      CommentAuthorpollon84
    • CommentTime17 Mar 2008
     

    io non posso vedere lafamiglia di origine di uno dei miei fratelli (tipo che se entrano in casa mi alzo e me ne vado) sono dei parassiti della società, hanno detto più volte che non vogliono mio fratello ma ciclicamente scrivono al giudice per concludere l'affido (sapete è uno sbattimanto vedere il proprio figlio una volta al mese). proprio in questi giorni hanno scritto al giudice... è solo da gennaio che non lo vengono a prendere, ogni tanto non lo chiamano perchè spendono soldi ecc.... li odio per il male che fanno a mio fratello li odio perchè almeno fossero coerenti, non lo vuoi a casa -bene- non rompere! scusate lo sfogo ma sono davvero incazzata perchè poi quello che ci va di mezzo è mio fratello che deve andare dal giudice a "decidere" con che famiglia stare....non li sopporto.... dieci anni che vanno avanti così...

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime17 Mar 2008
     

    pollon, scusami ma non riesco a capire bene la situazione...sono troppo indiscreta se ti chiedo di spiegare un po' meglio ?
    :face-smile:

    •  
      CommentAuthorpollon84
    • CommentTime17 Mar 2008
     

    non sopporto la famiglia di uno dei miei fratelli. la madre ha detto più di una volta che non lo vuole, passano periodi che non lo vengono a prendere e non lo chiamanoa periodi dove mandano al giudice lettere che vogliono chiudere l'affido. io li considero dei parassiti della società non calcolano mio fratello perchè costa, la madre ha la pensione di invalidità e accompagnamento e il padre lavora. senza contare che hanno inumerevoli gatti che portano sempre dal veterinario vicino a casa mia ma per mio fratello è sempre un problema venirlo a prendere perchè si rompe la macchina. io li detesto, anvche perchè ci mettono contro mio fratello.
    scusate lo svogo ma sono cose che sono sempre successe ma ultimamente stanno tornando in maniera intensa... e mio fratello è perso.

    queste persone non le giustifico, non le voglio giustificare e farebbero meglio ad eclissarsi....solo per il dolore che causano

    per fortuna non tutte le famiglie di origine sono così....

    scusate ancora

    •  
      CommentAuthorJamin
    • CommentTime17 Mar 2008
     

    ...ci credo che tu sia arrabbiata e immagino anche quanto questa situazione renda nervoso tuo fratello. Non so che età abbia (se per caso lo avevi già detto in qualche passato post, scusami, non ricordo adesso) ma è certo che essendo cmq minore, è probabile che ancora non abbia tutta la forza per fronteggiare la situazione, in particolare, i discorsi che gli vengono fatti dai genitori contro di voi...
    beh, credo che non possiate altro che stargli vicino e far sentire a lui il calore e l'affetto, nonostante tutto. ma sono sicuro che questo non manca.
    se hai voglia di raccontare altro su questo tema il tuo contributo sarà veramente prezioso, grazie per il momento :face-smile:

  8.  

    Carissima Pollon,
    capisco la tua rabbia ... quando vedo delle ingiustizie (e credimi, ne ho viste tante) mi arrabbio tantissimo, ma negli anni ho imparato a canalizzare la mia rabbia verso chi è causa del problema e non verso il problema.

    Troppo facile per tutti noi, me per primo, abbaiare, ringhiare, mordere qualcuno che sbaglia.
    Capisco che il bene che vuoi al tuo fratello ti porti a non accettare certi comportamenti, ma addirittura arrivare all'odio ... credo e spero che le tue parole siano solo uno sfogo del momento dettato da un momento di impulsività che hai voluto, giustamente, condividere con noi.

    Se esistono certe situazioni è perchè le istituzioni non fanno bene il loro dovere.
    Nella vita di una famiglia come di uno Stato esistono e devono esistere delle regole.
    I rapporti funzionano tanto meglio, quanto queste regole sono applicate e condivise (modificabili, ma di comune accordo).
    Credo che dovresti abbaiare contro chi permette ai genitori simili atteggiamenti.
    Credo che dovresti far capire alle istituzioni, magari al tribunale, quanto male questi genitori stiano facendo al ragazzo e chiedere che la cosa sia diversamente regolamentata.
    Potrei raccontarti decine di situazioni in cui la famiglia di origine cercava di prendere il sopravvento ed era dannosa per il bambino ... e nella maggior parte dei casi siamo riusciti ad evitare che ciò accadesse nel tempo. Certo è che non tutto si risolve in poco tempo e che la matassa non si dipanerà mai da sola ... non bisogna aspettare un intervento dalle istituzioni le quali devono essere sollecitate in maniera efficace e con le giuste armi.

    Io sono convinto che le famiglie di origine abbiano le loro colpe, ma credo che non spetti a noi giudicarle.
    Credo che le colpe maggiori di un affido che non va benissimo siano da ricercare in chi è chiamato a controllare.
    Nei comuni ove ogni problema è discusso al tavolino e dove servizi sociali e famiglia affidataria collaborano per trovare soluzioni, gli affidi vanno bene ... parimenti laddove questo non accade, le uniche due strade percorribili sono: subire i voleri dei servizi sociali (non sempre mossi dall'interesse verso il bambino) o delle famiglie naturali, oppure attaccare a testa bassa usando tutte le armi a disposizione (prima fra tutte il rivolgersi al tribunale dei minori non solo con impressioni, ma anche con fatti, tipo relazioni di scuola, psicologa, dichiarazioni del ragazzo se non troppo piccolo ecc.).

    Non credo che il tuo atteggiamento, così come espresso nei precedenti post, ti faccia onore, specie per il fatto che hai nel cuore una strada verso l'affidamento sia da un punto di vista lavorativo che come modo di vita.

    Dalle tue mail e da skype ho avuto modo di conoscerti un pochino e questi tuoi scritti non rispecchiano assolutamente l'idea che mi sono fatto di te, per questo mi dico convinto che le tue parole sono solo uno sfogo del momento che tutti noi accogliamo ... ma come sfogo e on come indicazione del sentimento che si deve nutrire verso la famiglia di origine.

    Il tuo lavoro sarà quello di accompagnare le famiglie affidatarie in un percorso costruttivo per il bambino.
    Immagina la tua rabbia quando sentirai dire che il bimbo in affido che va a casa il fine settimana è abusato anche nel periodo dell'affido ... magari da tre anni senza che nessuno se ne sia accorto ... o altro ancora ... che farai tu? Sfogherai la tua rabbia inveendo contro la situazione e mettendo ancora più in crisi la famiglia affidataria ed il bambino, o cercherai soluzioni non sempre facili, ma per le quali occorre calma, sangue freddo e razionalità per trovare la giusta soluzione. Nel caso sopra detto non è cosa facile intervenire: occorrono delle prove per denunciare, bisogna far cambiare un provvedimento facendo una buona relazione, si devono salvare i rapporti del bambino con i membri della famiglia ancora sani, si deve far capire al bambino che la colpa di tali abusi non è sua (cosa che accade quasi sempre, ovvero che il bambino sia colpevolizzato per ogni cosa che gli accade). E quando tutte queste strade non hanno dato un riscontro positivo ... procedere a valutare misure più forti quali gli incontri protetti o anche l'adozione e la chiusura dell'affido per il bene del bimbo, sperando che allontanandolo fisicamente dalla situazione vissuta fino a quel momento possa un domani rifiorire.

    Dai, forza e coraggio, non prendere le mie parole come un giudizio, ma come un consiglio dettato da un pò di esperienza, un consiglio che tui possa aiutare a trovare le forze adesso e la gioia di combattere una guerra difficile, ma piena di soddisfazioni nel tuo futuro di donna immersa nel mondo dell'affido.

    •  
      CommentAuthorpollon84
    • CommentTime18 Mar 2008
     

    grazie... il problema è che essendo solo una sorella non ho nessun potere... e mi sento impotente.
    naturalmente mio fratello non sa queste cose e quando mi parla della sua famiglia cerco di dargli una visione positiva.... è l’unica cosa che posso fare.
    sono una sorella e non posso fare nulla... non vengo neanche presa in considerazione dai servizi sociali figurati dal giudice...
    ora speriamo che il giudice faccia le giuste considerazioni...
    grazie

  9.  

    Grazie Pollon di questa risposta ... :face-smile:

    Sei "solo" una sorella?
    Sei molto di più: sei un punto di riferimento, sei una persona dalla quale prendere esempio, sei un appoggio.

    Dici "non vengo neanche presa in considerazione dai servizi sociali figurati dal giudice" ... i servizi sociali sono una cosa ed il giudice tutt'altra.
    Potrei raccontarti mille situazioni dove il servizio sociale ci ha chiuso la porta in faccia in malo modo e dove il giudice ci ha ascoltato ed ha cercato di capire il nostro punto di vista.

    Puoi provare ... se vuoi ti aiuto.
    La differenza tra il possibile e l'impossibile - dico sempre ai miei ragazzi - è il provare