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      CommentAuthorJamin
    • CommentTime8 Feb 2008
     

    Volevo segnalarvi questo articolo comparso su La Voce di Perugia - Città della Pieve del 08/02/2008

    Il 6 febbraio, mercoledì delle Ceneri, i cristiani sono entrati nel tempo liturgico della Quaresima, in cui si è esortati ad una condotta di vita improntata ad austerità e carità. La preghiera, il digiuno e l’elemosina sono le vie del rinnovamento spirituale e della conversione. L’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti nella cattedrale, e subito dopo nella chiesa dell’Università gremita di studenti, ha dato inizio di un percorso spirituale “Verso la Pasqua del Signore”.
    Vivere la Quaresima con austerità - ha sottolineato il vescovo Chiaretti durante l’omelia - ben si inquadra anche con l’attuale congiuntura economica, definita “tutt’altro che facile”, come risulta dalle richieste sempre più numerose di aiuto che vengono rivolte alla Caritas diocesana e alle Caritas parrocchiali. “Questo fatto doloroso della povertà sempre più diffusa – ha commentato mons. Chiaretti – è pur esso un richiamo forte a cambiare condotta di vita, oggi perduta dietro l’effimero. Siamo tutti costretti, singoli cittadini e autorità ai diversi livelli, a ripensare il nostro stile di vita e i nostri comportamenti, che si sono assai allontanati da una morale comune accettabile, e a riconsiderare il valore delle virtù difficili, a partire dall’onestà dei comportamenti, dalla sobrietà dei costumi, dalla rinuncia al superfluo, dalla solidarietà con chi è nel bisogno”. “Le Ceneri - ha concluso -, che sono il simbolo vistoso di questo tempo di ripensamento, aiutino anche a riflettere sul nostro destino ultimo, così come il Papa ci ha chiamato a fare nella sua enciclica Spe salvi (nn. 41-48)”.
    Particolarmente significativo e di attualità è il tema che la Chiesa perugina ha inteso dedicare alla Quaresima 2008: l’affido di minori, sentita come specifica opera di misericordia, qual è il farsi carico, il prendersi cura di bambini e ragazzi nel bisogno.
    Le “Stazioni quaresimali” proposte dalla Caritas diocesana saranno quindi incentrate su vari aspetti dell’affido, con momenti di riflessione e preghiera, e si terranno nei luoghi dove questa tematica è maggiormente vissuta. Mentre, come segno concreto di aiuto al prossimo, sarà riproposta la “grande raccolta viveri” per 20.000 bambini delle Ande peruviane, organizzata dall’Operazione Mato Grosso, dalla Caritas e dalla Pastorale giovanile diocesana. La Quaresima 2008 della Chiesa perugina, fatta di preghiera, solidarietà, misericordia e aiuto al prossimo, sarà vissuta, in sintesi, “pensando ai bambini vicini e lontani”.

    Che cosa ne pensate dell'iniziativa intrapresa dalla Diocesi ?

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      CommentAuthorjolly64
    • CommentTime8 Feb 2008
     

    Non vivo l'affido come opera di misericordia. La vedo in modo molto più laico, come dovere morale posso e devo dare il mio aiuto economico o dedicare il mio tempo libero a situazioni di disagio, ma l'affido è tutt'altro. E' una scelta di vita che coinvolge lamia vita 24 ore su 24, tutto il mio essere dal cervello all'anima passando per le vene e la pancia. Mi dispiace ma sarei molto spaventata da chi si avicinasse all'affido pensando di fare un'opera di misericordia.

    Jolly

    p.s. poi che se ne parli è sempre un bene, ma questo è un altro discorso.

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      CommentAuthorire.let
    • CommentTime8 Feb 2008
     

    non potevi essere piu chiara non siamo dame di carità vogliamo solo dare amore a dei bambini che non ne hanno mai avuto fare le mamme non solo con i nostri figli ma anche con quei figli di mamme che non sono capaci ad amare

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      CommentAuthorJamin
    • CommentTime8 Feb 2008
     

    Che se ne parli è un bene. Giusto. Ma vorremmo andare oltre e se la domanda non è troppo intima, prendo spunto dall'intervento di Jolly per chiedere se qualcuno ha voglia di raccontare con quale spirito, con che sentimenti si è avvicinato al mondo dell'affido. Se ne enfatizzava di più il lato "misericordioso" e ideale oppure quello più pratico e laico...

  1.  

    Non credo che sia importante il come ci si avvicina all'affido, all'aiuto di chi sia indifeso, stanco, anziano, drogato.
    Le motivazioni possono essere le più disparate.
    Pensate all'adozione ... la maggior patrte delle coppie si incammina su questa strada perchè non riesce ad avere un figlio biologico, ma questo non toglie che la maggior parte di loro lo ameranno più della loro stessa vita e sarà per loro una scelta meravigliosa per la quale ringrazieranno Dio fino alla fine dei loro giorni.

    Per quanto mi riguarda ho iniziato ad occuparmi di bambini con problemi per puro egoismo ... morta la mia mamma sentivo un vuoto, un vuoto affettivo che niente e nessuno riusciva a colmare. Poi per puro caso ho sentito parlare un sacerdote, sono andato a chiedere consiglio ... ed eccomi qui.
    Credo che le scelte di vita non nascono attorno ad un tavolino. Credo che ci siano sempre delle motivazioni, spesso egoistiche, che ci spingono a intraprendere una certa strada ... l'importante è poi percorrerla con gioia ed entusiasmo e, a seconda dei casi, e l'affido è uno di questi, come vera e propria scelta di vita.
    Non vedo comunque nulla di male a pensare che comunque si stia facendo del bene, si stia togliendo dalla strada un bambino ... in fin sei conti non è incensarsi, ma mandare un messaggio con il quale diciamo "guarda che ognuno di noi può aiutare il prossimo" ... e se questo ti coinvolge in pieno investendo tutta la tua esistenza ... meglio

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      CommentAuthorjappale
    • CommentTime11 Feb 2008
     

    Sinceramente sono un po' confusa: perchè fa' così paura l'idea di un affido fatto come opera di misericordia?
    Forse per l'adozione è vero, o meglio deve prevalere la voglia di avere un figlio e poi se la scelta della strada per cui arriva questo figlio è quella dell'adozione non vedo che male ci sia ad ammettere che forse, invece di farlo un altro figlio si può accorglierne uno già nato da altri, che male c'è?
    Ma per un affido, che per definizione, è dare un aiuto termporaneo a un bambino la cui famiglia è in difficoltà, perchè spaventa l'idea che lo si faccia per fare del bene. Non è così ?

    Nelle mie riflessioni questi argomenti vanno e tornano e a sentire queste opinioni entro un po' in confusione.
    Io parlo per me: ho due bimbi, una vita serena e tranquilla, una vita normale, abbiamo un po' di posto in più a casa, io e mio marito amiamo i bambini e stare con loro e ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo. E sappiamo anche che ci sono bambini che sono più sfortunati dei nostri che non possono godere del calore e della sicurezza di una famiglia e allora, visto che se ci stringiamo un po' c'è posto per qualcun altro, perchè non dividere con lui/lei le cose preziose che abbiamo? Certo lo faremmo per aiutare un bambino, e detto così è molto più accettabile che non lo facciamo per fare del bene, forse è anche meno generico e più umano. Ma la sostanza non cambia.
    Poi lo facciamo anche per noi per sentirci utili ma anche veramente partecipi al mondo che ci circonda. Perchè è facile dire che così non va, che non c'è più umanità, che ognuno pensa solo a se stesso, che contano solo le cose e non più le persone e non si fa' niente per chi ha bisogno.
    Di sicuro c'è una componente egoistica nell'aiutare gli altri ma penso che sia normale: siamo uomini e donne e viviamo anche di gratificazioni e delle emozioni che godiamo nel fare le cose che ci piacciono.
    Io amo la mia famiglia e mi piace viverla in modo semplice e quello che mi riesce meglio è fare la mamma per questo ho pensato che l'affido fa' al caso mio: perchè mi piace occuparmi dei bambini e mi piace crescere insieme a loro.

    Perchè la componente egoistica che ci porta a "fare del bene" deve essere valutata in modo diverso da altre componenti egoistiche come "volere un figlio da crescere"?
    Secondo me quello che fa' differenza è il modo con cui ci si pone poi davanti ai bambini, cioè non è che io che lo faccio per aiutare un bimbo penso che qualsiasi cosa farò lui la vivrà di sicuro come qualcosa per il suo bene o dovrà essermi eternamente grato per quello che sto facendo. No, assolutamente! La mia motivazione accende la fiamma ma poi come fare a tenerla accesa in modo che possa veramente illuminare la strada è un'altra cosa: è qui che comincia l'affido.

    Sono d'accordo con Riccardo quando dice che ci sono sempre delle motivazioni, spesso EGOISTICHE, che ci spingono a intraprendere una certa strada... l'importante è poi percorrerla con GIOIA ed ENTUSIASMO ....

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      CommentAuthorcricchia
    • CommentTime11 Feb 2008
     

    Io parlo per me: ho due bimbi, una vita serena e tranquilla, una vita normale, abbiamo un po' di posto in più a casa, io e mio marito amiamo i bambini e stare con loro e ci rendiamo conto della fortuna che abbiamo. E sappiamo anche che ci sono bambini che sono più sfortunati dei nostri che non possono godere del calore e della sicurezza di una famiglia e allora, visto che se ci stringiamo un po' c'è posto per qualcun altro, perchè non dividere con lui/lei le cose preziose che abbiamo? Certo lo faremmo per aiutare un bambino, e detto così è molto più accettabile che non lo facciamo per fare del bene, forse è anche meno generico e più umano. Ma la sostanza non cambia.

    Quoto Jappale per dire che queste sono le motivazioni che hanno spinto me e mio marito ad avvicinarci all'affido. Vogliamo fare del bene, aiutare, amare un bambino in difficoltà a lo vogliamo fare concretamente. La mia famiglia è profondamente laica, io direi di essere atea, eppure la nostra vita sarà questa. Aiutare concretamente un bimbo in difficoltà, dare amore ad altre persone. Io non so che cosa si intenda da un punto di vista cattolico con la parola misericordia, ma se vuol dire aiutare il prossimo e fare del bene, amare e dare amore, allora si, l'affido è un atto di misericordia.

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      CommentAuthorjolly64
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    La parola misericordia è strettamente legata alla religione: la misericordia di Dio, le sette opere di misericordia spirituale e corporale...
    Misericordia in senso generico significa sentimento di profonda compassione che indue all'aiuto e al perdono, compassione è un moto dell'animo che porta a soffrire dei mali altrui come se fossero propri.

    Mancano troppe cose, a partire dall'amore al coinvolgimento totale di cui ha bisogno un bambino che viene sradicato da quella che, pur brutta che fosse, era la sua realtà, la sua famiglia, i suoi genitori. Non è misericordia, non è compassione quello che ci vuole, o almeno non solo quello, ci vuole amore, coraggio, dedizione, tempo, sangue e lacrime.Bisogna accogliere, accettare, guarire ferite, ascoltare, farsi carico del loro dolore, cercare di capire senza condannare, bisogna sapere che non sempre ci sorrideranno dal primo giorno, che magari ci sputeranno in faccia o ci prenderanno a calci, che perderemo la pazienza e anche se dopo ci sentiremo peggio noi che loro, incominceremo ad urlare e magari daremo anche una bella patta...altro che misericordia, ci vuole la corazza, e sette paia di scarpe di ferro, e 7 bastoni di acciaio per attraversare 7 mari e scalare 7 montagne e guadare 7 fiumi e forse arriveremo alla chiave del loro cuore, e forse faranno pace con qualcosa di quello che hanno subito, e forse riconquisteranno un po' di serenità. Forse.

    Jolly

  2.  

    Mi sembra una visione un po' pessimistica :face-smile:
    I bambini che abbiamo avuto noi non sono stati facili, ma non è una guerra continua.
    Non mi baserei comunque troppo sulle parole.
    Ognuno è mosso da sentimenti, principi, motivazioni diverse ... anche egoistiche a volte.
    L'importante è rispondere alle esigenze dei ragazzi e farsi carico dei loro problemi con amore ed abnegazione.
    Ci vorrà la sgridata e l'urlata, ma nel contempo anche la carezza e l'abbraccio.
    Una sorta di altalena, in un equilibrio tutto da trovare e da scoprire giorno dopo giorno.... come con ogni figlio.
    Se si guarda al bambino in affido come ad un figlio proprio, anche se dovesse restare in casa nostra solo pochi mesi, allora le cose vanno bene ... ma se dovesse essere visto come un mostro ... non so come le cose potrebbero andare.
    Ma forse le parole forti di Jolly volevano solo essere uno stimolo ed un'esortazione "preparatevi al peggio" ...ma questo lo si può dire anche di figli propri.
    Quante famiglie che non hanno avuto grandi problemi hanno il figlio drogato e magari spacciatore. Eclatante il caso di una famiglia miliardaria di Livorno.

    •  
      CommentAuthorjolly64
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    No riccardo assolutamente non pessimistica, ma proprio per nulla.
    Reale. Non possiamo nasconderci dietro a belle parole e non voler vedere la realtà. Lo sradicamento dalla propria famiglia di origine è uno strappo difficile, in qualsiasi situazione si sia vissuto. Se questi bambini vanno in affido, nella maggior parte dei casi, è perchè dietro ci sono situazioni pesanti. Voglio sperare che non si tolgano dei bambini ai propri genitori se questi li amano, li accudiscono, li nutrono, se c'è solo un problema economico spero che gli interventi dei servizi siano diversi da quello dell'affido.
    Quindi le mie parole, che ripeto non vogliono essere pessimistiche, vogliono solo far capire che i bambini non sono dei bei bambolotti che ci portiamo a casa "per fare del bene", perchè poi la realtà è diversa. E non parlavo neppure delle conseguenze nel lungo temine, tipo che domani possa essere un drogato o un delinquente, cosa che mi sembra palese, essere possibile in ogni famiglia bio ado in affido, parlo proprio della strada da percorrere perche possano fidarsi di noi, perchè ci permettano di conoscerli veramente, di essergli vicini. E parlo di noi genitori che ci innamoriamo di un sogno, di un'idea (come vedi mi ci sono messa dentro completamente) ma poi dobbiamo fare i conti con il quotidiano, con il mal di testa e con la voglia di silenzio, con la speranza di vedere una stanza in ordine per mezz'ora (non che sia importante, ma perchè magari dopo aver passato la mattiata a pulire, farebbe piacere che rimanesse posto un pochino, solo un pochino) e poi invece di colpo ci ritroviamo con una mazzata tipo quella che mi ha dato ieri il mio Coniglietto, dopo quasi 9 mesi che è con noi, mi ha raccontato che dove stava prima (???) non c'era la televisione, non c'erano i giochi, c'era solo una bimba piccola che piangeva, e io cercavo di giocarci ma "loro" non volevano, mi mettevano in ginocchio, e stavo tanto in ginocchio, e mi faceva male, e se mi alzavo mi buttavano giù...

  3.  

    La penso diversamente.
    Non mi sembra di essere uno che vede tutto rose e fiori, ma nemmeno condivido la visione tutto nero e fumo.

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      CommentAuthorjolly64
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    Eppure Riccardo non credo di pensarla in maniera molto diversa da te. Io non vedo tutto nero e fumo, altrimenti non avrei iniziato un secondo affido pochi mesi fà.
    Semplicemente frequentando da diversi anni i gruppi di famiglie affidatarie mensilmente, ho viso che molte delle nuove coppie che si avvicinano all'affido hanno un'idea edulcorata della cosa, e io ero tra queste, ero veramente una sprovveduta, cosa pensi...
    Sapere che le ferite sono state inferte da chi ci ha generato è duro e difficile da elaborare. Fidarsi di chi dice di amarti quando si è stati traditi da chi avrebbe dovuto amarci non è semplice.
    Tutto qui.
    Pace??? :face-devil-grin:

    Jolly

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      CommentAuthorMemole71
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    Cara Jolly leggendo ciò che hai scritto sembra proprio che tu veda solo nero e fumo chi non ti conosce almeno interpreta così ciò che scrivi (almeno io l'ho interpretato così) magari inserisci anche qlc lato positivo di qst tuo affido così almeno ci fai vedere un pò di sfumature di grigio anche e non solo nero :face-smile:

    •  
      CommentAuthorjolly64
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    Ma è banale, di positivo c'è tutto....tutto quello che di bello ogni figlio ti dona, le risate, gli abbracci, le coccole, le corse per prendersi, la lotta con i cuscini, la favola della sera letta con la luce bassa e la voce leggera, le carezze rubate mentre dormono, l'ultimo bacio prima di coricarmi, vedere quanto imparano ogni giorno, rendermi conto di quanto mi insegnano con il loro essere bambini, stupirmi con i loro occhi per ogni nuova scoperta....
    Devo continuare???:face-smile: semmai dopo, ora vado a pranzo.

    Jolly

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      CommentAuthorMemole71
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    grazie jolly ci voleva proprio!!!!! tutto quello che si vive con un figliio bio lo si può rivivere con dei figli affidati. Bellissime tutte quelle immagini :face-smile:
    Buon appetito

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    vogliono solo far capire che i bambini non sono dei bei bambolotti che ci portiamo a casa "per fare del bene"

    scusa mi Jolly. riprendo questa tua frase perchè mi ha fatto ricordare una cosa.
    Su un forum c'era una persona colta, intelligente, dichiaratamente atea che scriveva. Il forum non verteva su affidi, adozioni o questioni sociali. Non so perchè ha iniziato una discussione sull'adozione e ricordo benissimo il suo disprezzo per la gente che adottava, dicendo cose come:...si portano un souvenir...
    Lei invece diceva di aver fatto un'adozione a distanza, perchè il bambino così non veniva sradicato ecc....

    A me francamente non importa nulla del perchè ha fatto un'adozione a distanza, ma volendo leggere male, non si può pensare che l'abbia fatto per "scaricarsi la coscienza", esattamente come le dame di carità una volta e non avendo neppure la scomodità di incontrare le persone (basta un bonifico in banca, no?) e peggio di avere un figlio tra i piedi?

    Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che se uno VUOLE interpretare in modo negativo l'operato di un altro, TROVA sempre un motivo per farlo.

    Per quanto riguarda le parole misericordia e compassione. Sai qual è il problema? Il problema è che li si lega a un'idea religiosa (cattolica). E a un certo modo di viverla....
    Ora, non dirmi che tu non hai provato compassione per tuo figlio affidato , bio, adottato, solo di passaggio; non dirmi che non ti sei sentito rivoltare le viscere vivendo la sua tensione, il suo dolore, la sua rabbia, l'incapacità tua o delle istituzioni per aiutarlo, l'impossibilità di aiutarlo. Non ci credo proprio. Perchè se non provi compassione, non provi neppure amore.
    La compassione di Gesù, e qui ti parlo da cattolica, lo ha portato a darsi del tutto, senza alcun limite; si è donato del tutto; non ha donato cose: ha donato sè stesso.
    Non è quello che si deve fare, anche in modo laicissimo e ateissimo, in tutte le relazioni, se si vogliono umane?

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      CommentAuthorjolly64
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    Ma infatti io ho detto che non ci vuole solo quello, e l'inzio della discussione verteva proprio su una iniziativa della Chiesa perugina che vede l'affido come specifica opera di misericordia qual'è il prendersi cura e farsi carico di bambini e ragazzi nel bisogno. Io dentro questa definizione non mi ci ritrovo, tutto qui. Mi sembra limitativa, poi nei messaggi precedenti sicuramente sono andata oltre, ma perchè temo sempre le visioni troppo "buoniste" delle cose, l'affido, un mondo meraviglioso e ricco di amore, è complesso e non ci si può fermare a vederne solo un lato.
    Io non penso di aver interpretato male l'operato di nessuno, in particolare se con questo ti riferisci all'operato della Chiesa perugina, ho solo detto che avrei molta paura di chi si avicinasse all'affido pensando di fare un'opera di misericordia.
    Certo che ho provato e provo compassione per il dolore dei miei figli, come per una persona malata, in difficoltà, per chi subisce un grave lutto e per mille e mille altri motivi, ma quello che faccio non è un'opera di misericordia. Per me, ovviamente...ma questo non ha niente a che vedere col fatto che io possa essere credente, non credente, cattolica, laica, atea, praticante o meno. Io ammiro la figura storica di Gesù come quella di chiunque altro abbia con l'esempio dimostrato empatia e amore per il prossimo. apertura e disponibilità verso gli altri; che poi io creda o sia confusa, o non creda ma vorrei fortemente credere, non incide sulla mia visone dell'affido che nulla ha a che fare con la religione.

    jolly

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      CommentAuthorjolly64
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    Dimenticavo, io non sono nè inteligente, tantomeno colta e neppure dichiaratamente laica :face-smile:, però mi piace, se posso, dire come la penso, se poi ne nasce una sana discussione ne sono felice, solo dal confronto si cresce.

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      CommentAuthorannalisa
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    parlando delle beatitudini ai ragazzi cui faccio catechismo,ho letto loro una frase a mia volta letta che diceva che la Misericordia non è un sentimento ma un'attività che rende riconoscibile una persona,non un gesto sporadico ma il quotidiano sforzarsi di capire gli altri,di aiutare,di andare incontro,di fare il primo passo....io quando ho avuto bimbi in affido ho fatto il primo passo verso di loro ma anche verso i loro aguzzini per la mia serenità ma anche per la serenità delle vittime che comunque avevano bisogno di non pensare ai genitori come dei mostri ma come a degli esseri umani che avevano gravemente sbagliato nei loro confronti...in questo senso credo serva misericordia..che poi sia cristiana o non cristiana,la capacità di comprendere di accettare di perdonare non credo abbia religione ....io sono poco capace di mentire,e non sono mai riuscita a lungo a far credere una cosa ad un bimbo della quale io per prima non fossi convinta...e mi sono convinta che l'umanità sbaglia,che io sbaglio e che i genitori abusatori,aguzzini,che trascurano,che...ecc.ecc sbagliano certo, ma io mi sforzo di comprenderli e quindi di essere "misericordiosa" nei loro confronti quando accetto il loro bimbo in difficoltà

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    sì Jolly, avevo capito :face-monkey:

    E' che sono stanca, sono nervosa (per cose diverse da queste) e ne ho le scatole piene di gente (e non intendo te) che da una parte dice dice: ma quello è cattolico, dovrebbe fare certe cose; e dall'altra sempre la stessa gente dice: ah, ma quello è cattolico (intendendo: quello che dice e che fa non vale nulla).

    Volevo solo dire che siamo noi che attribuiamo a certi termini una valenza cattolica, mentre secondo me sono semplicemente universali, sono costitutivi dell'essere umano. Cambiamo termini, se è più facile. Poi ognuno cresce in ambiti diversi, nè migliori, nè peggiori: l'importante è voler diventare uomini, tendere a questo.

    Cmq... (forse) non sarai colta (la persona in questione mi risulta lo fosse veramente), non sarai dichiaratamente laica, ma intelligente lo sei di sicuro (cosa che non credo dell'altra persona; ma sai in un forum è facile anche capire cose sbagliate) :face-devil-grin:

    Ho cominciato a pensare ad adozione ed affido intorno ai 15 anni e non saprei dirti perchè. So solo che è giusto: non per una questione religiosa, ma per una questione sociale e.... fortemente egoistica: mi dà i nervi che il mondo si perda quell'uomo unico che poteva diventare QUEL bambino che ci siamo persi per strada...

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      CommentAuthorannalisa
    • CommentTime12 Feb 2008
     

    in qualche discussione mi hai detto che ci somigliamo e hai ragione....io ho cominciato a pensare all'affido con la filosofia"ho 2 figli miei ,un altro ci starebbe ma ce ne sono tanti al mondo che hanno bisogno di aiuto!!!".nulla di cattolico solo umanità nient'altro
    quanto all'egoismo...credo che un atto buono rimanga buono anche se ne ha dei benefici anche chi lo compie e non solo chi lo riceve (e parlo di soddisfazione personale naturalmente non di cose materiali)...
    la parte cristiana di me invece è dovuta intervenire quando umanamente avrei bruciato vivi i genitori che avevano abusato in mille modi della prima bimba che ho avuto in affido e invece ho mediato tra la mia rabbia e il bisogno di serenità della bimba....

  4.  

    Volevo puntualizzare, rifandeomi a qualche post indietro di Jolly, che non tutti i bambini arrivano con gravi problemi legati a pedofilia, violenze, sfruttamento. L'affidamento, ahimè, nasce anche dall'abbando, a partire dai tanti fallimenti delle adozioni o l'abbandono di figli menomati.
    Quindi non sempre è una guerra, ma sempre è certamente una crescita.

    Jolly, grazie per aver instaurato una simile discussione. E' bello confrontarsi.