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ciao a tutti vorrei innanzi tutto presentarmi sono irene e vivo in provincia di milano ho 2 figlie biologiche una di 15 anni e mezzo una di 3 e mezzo io e mio marito Giorgio (42 e 44 anni) abbiamo fatto tutto il percorso per l'idoneità alla adozione sia nazionale che internazionale e siamo idonei ma abbiamo deciso di intraprendere il cammino affido dopo lunghe riflessioni su cosa volevamo veramente e perchè. i siamo rivolti al CAM di milano e ora stiamo frequentando dei gruppi di ascolto prima di essere pronti a accogliere un bambino. Noi abbiamo fatto un percorso abbreviato in quanto abbiamo gia una relazione dei ss freschissima luglio 07 e alle assistenti non sembrava il caso farci ripetere quindi ci hanno solo chiesto la frequenza a 3 incontri obbligatori e un colloquio finale per conoscere anche i miei figli ....le due abbiamo per caso scoperto il vostro sito curiosando nel pianeta affidi e ci ha colpito lerggere delle vostre sperienze dei problemi delle gioie e ci farebbe piacerebbe condividere le nostre con voi
Ciao Irene e ciao Giorgio!
Ben trovati, tanto piacere di conoscervi e di avervi con noi!
A presto,
Cristina
Grazie mille per averci contattato e per aver lasciato questo messaggio nel forum! Ne siamo veramente lusingati !
E' sempre una gioia per noi avere persone che vogliano condividere le loro storie di vita, le loro esperienze di affido. Il portale nasce proprio con questo obiettivo, creare uno spazio dove poter condividere gioie e paure legate all'affidamento, un luogo per promuovere un dialogo fra le famiglie, gli operatori sociali e tutte le persone interessate all'affido. Un nostra cara amica, qualche giorno fa, ha definito il portale come un diario intimo, che però ha la magnifica dote di rispondere alle domande che vengono poste. E' così che ogni esperienza personale diventa un prezioso esempio per famiglie che si trovano ad affrontare il cammino dell'affidamento.
Siamo prontissimi ad ascoltare tutto quello che ci vorrete raccontare e ad offrirvi il nostro punto di vista qualora abbiate bisogno di un consiglio.
Per qualsiasi richiesta di informazione il punto di riferimento è Riccardo, l'ideatore del portale e presidente dell'Associazione Amici della Zizzi, associazione che si occupa ormai da più di 20 anni di bambini con problemi familiari.
Ancora benvenuti !
Jamin
Ciao irene e Ciao Giorgio, benarrivati anche da parte mia.
Ci siamo già conosciuti attraverso uno scambio di mail, ed è un grande piacere ritrovarvi sul forum perchè l'esperienza di tutti, pur anche nella fase embrionale, serve a tutti noi per crescere e moltiplicare gli aiuti a famiglie in difficoltà, a famiglie affidatarie, ai servizi sociali (sia come critica, sia come risorsa di famiglie ove attingere nel caso di inserimenti), ma sopratutto ai bambini che ieri sera hanno dormito in una casa popolata da incubi e domani possano dormire in lenzuola di seta e di amore.
Ciao Irene e ciao Giorgio anche noi siamo nuovi nuovi di pacca tanto che stiamo ancora percorrendo la strada dei colloqui e degli incontri e qst forum ci ha già aiutato parecchio anche solo leggendo le mille esperienze vissute spero che serva anche a voi ....ma non ho dubbi in proposito poi qui le persone sono davvero amichevoli e rispondono a qls genere di domanda anche se a volte a noi sembra sciocca loro rispondono cordialmente è proprio una grande famiglia BELLO DAVVERO!!!!
IN BOCCA AL LUPO
Ciao Irene!!
anche noi siamo nuovi! Ma già mi sento"vecchia" amica!!!
ciao e benvenuta anche da parte mia!
Ale
grazie per l'accoglienza calorosa che ci avete offerto vi terremo aggiornati su ogni novità nel nostro cammino e sicuramente vi chiederemo consiglio speriamo di poter presto rensere felice un angelo e farlo sognare felice accanto a noi
ben venuti..ma siete in due..incredibile,credevo che evssero bisogno di parlare di affido solo le mamme!!!!!!ma forse è perchè noi siamo il sesso debole!!!!!!!!
a parte la polemica sono felicissima di leggervi e scrivervi
no no anche i papà ci sono!!! Solo che nascosti mio marito ci legge sempre e poi la sera a casa commentiamo insieme
mio marito invece odia tutto ciò che è tecnologico e non si avvicinerebbe mai a un forum per leggere o scrivere epoi lui è molto meno "meditabondo" di me,io lo definisco "un semplice" nel senso che lui affronta i problemi reali...io anche i non problemi...ma per i bambini è una presenza fantastica (anche se è a casa solo la sera)..devo ammettere che i bimbi che abbiamo avuto in affido si sono sempre affezionati più a lui che a me...io sono sempre meno serena di lui e quei fantastici radar che sono i bambini,lo colgono immediatamente
si siamo in due ma materialmente sono io la tecnologica lui mi interroga mi chiede ...ci sono notizie interessanti?? io gli dico quello che scrivo e le risposte ma lungi da lui accendere un computer (....si odiano...)
Ciao Irene, bentrovata anche qui...come vedi dovunque giri le persne che si interessan di affido son un po' sempre quelle, ma questa, è una casa speciale dove troverai sempre una risposta e una pacca sulla spalla.
Jolly
ciao jolly grazie sto cercando di acquisire piu informazioni possibili e divoro i vostri messaggi
Ciao Irene e Giorgio, benvenuti.
Anche io mi sono stupita che questa volta si sentiva anche di un LUI...
E' importante parlare per due, sentire per due, volere in due, camminare in due....se no se lo fa uno soltanto e anche per l'altro...scoppia tutto prima o poi.
La coppia in questo percorso deve camminare uno a fianco all'altro e non davanti o dietro l'altro e cosa più brutta uno contro l'altro...come è successo spesso a me.
Un bacio
cara alissa ,non so se esistano coppie in cui si cammina di fianco...io sono la trascinatrice nella nostra coppia...se io non trascinassi,probabilmente non avremmo avuto figli nostri,ne affidi,ne andremmo in ferie,ne al cinema,ne avremmo una casa ecc.ecc..nel senso che mio marito mi segue qualunque cosa io proponga ma non prende mai iniziative....e questo a volte mi stanca...vorrei essere un gragario ogni tanto e non avere sempre il peso della responsabilità...vorrei ogni tanto poter dire "è colpa tua" e invece è sempre colpa mia.....ciò che è incredibile però è che lui poi fa le cose meglio di me,porta a termine i progetti...e piace ai bimbi molto più di me....accidenti...fin da giovane mi hanno detto che io sarei stata una leader.....e invece è così bello servire....
comunque con alternanza di momenti sereni ed agitati,siamo ancora insieme un abbraccio
Io credo sia difficile trovare coppie che camminano a fianco... o meglio camminano si a fianco perchè sono in sintonia sono affiatate sono legate spiritualmente ma è sempre uno dei due quello "leader" quello che propone che organizza che gestisce anche se poi la decisione finale viene presa da entrambi però di solito almeno per quello che vedo è uno dei due il "trascinatore" proprio come accade ad annalisa così è anche per me sonoio che organizzo ogni cosa dalle cose giornaliere alle vacanze sono io che propongo però poi ci si mette a tavolino e si decide insieme così è stato anche per l'affido anche perchè mio marito non sapeve nemmeno dell'esistenza di qst possibilità e così gliene ho parlato ne abbiamo discusso e in principio lui non era molto d'accordo l'idea che un bimbo sta con te per tanto anni e poi se ne và lo "terrorizzava" poi è arrivato Tommaso (il ns bimbo biologico che ora ha 19 mesi) e non sò come mai ma ha iniziato a vedere le cose in maniera differente fino ad accettare la "sfida" di qst primo affido part time per permettersi di vedere se sarà in grado di gestire poi un affido più "impegnativo" ...
Un abbraccio e un saluto buona settimanaaaaaaaaa
Cara Annalisa, come fai? Io sono come ti sei descritta, faccio così...ho sempre fatto così...ma ora non ho più la forza...le decisioni mi dicono sempre che vanno prese in due. Forse sarò stanca, forse mi ricaricherò o forse no...non lo so, per ora sono triste e stanca. Baci.
carissima alissa il bello di questo forum è che ci si crede unici e invece poi trovi persone che sentono di assomigliarsi e si fanno compagnia..io che spesso mi sento un "extraterrestre" ho gia trovato 2 persone che dicono di sentirsi simili a me...beh che dirti!! non vivo felice....rimugino,penso e ripenso..trovo conforto più spesso negli estranei che negli amici o nei famigliari...aspetto tempi migliori e continuo a ripetermi la frase di una canzone che dice "troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane"...la traduzione è vivere giorno dopo giorno ciò che accade,non cpmplicare l'oggi con l'ieri e col domani....e scrivere su questo forum e sentire vicina gente come te che capisce come ci si sente.............gli altri spesso mi chiedono:ma cosa vuoi dalla vita,hai figli in gamba,hai un buon marito,sei un medico.......beh,vorrei sentirmi nel cuore di qualcuno ti voglio bene e sono qui per te
Ciao a tutti mi chiamo Carmela e ho conosciuto Riccardo e la sua famiglia Zizzi qualche anno fa. Sono persone straordinarie!
E' da molto che vi ascolto leggendo le vostre esperienze...
La vostra è una famiglia calda e coinvolgente.
La mia esperienza è lontana anni luce dalle vostre scelte di vita (degne di tanta stima), ma ultimamente, ascoltandovi mi sono tornati in mente alcuni episodi che ho vissuto l'anno scorso e che vorrei in parte condividere con voi.
Ho lavorato in una casa famiglia con minori in difficoltà familiari.
Ciò che vi racconto è un episodio che segna l'inizio della mia esperienza.
Per diversi mesi ho vissuto con tre bimbi e due ragazzi occupandomi di loro a tempo pieno.
Ero con loro da poco tempo. Era domenica. Stavamo pranzando e parlavamo. Uno dei ragazzi G., quattordicenne, era particolarmente agitato (scusatemi se non sarò chiara nell'esposizione dei fatti, ma mi dilungherei troppo).
Per tanto tempo G. si era sentito ripetere, per una richiesta che aveva fatto, "domani lo faremo", ma quel domani non è mai arrivato. Quel continuo rimandare G. l'aveva interpretato come una presa in giro. Per tutto il periodo aveva accumulato delusione e rabbia. E per un ragazzo abbastanza problematico questi sentimenti non sono facili da gestire soprattutto se ad essi si aggiungono altre situazioni complicate, altre tensioni e il proprio vissuto.
G. quel giorno era così arrabbiato da avercela con il mondo intero. Mentre parlavamo ha cominciato ad urlare e a sbattere le cose. E' diventato aggressivo e sembrava un'altra persona. Ho cercato di calmarlo, tutto inutile. E' scappato. Ho affidato gli altri bimbi alla responsabile di un'altra casa e sono corsa a cercarlo.
Il modo in cui G. si era arrabbiato e aveva reagito mi facevano pensare che la sua fuga non fosse un modo per attirare attenzione, ma altro. Ero preoccupata per lui. Dopo un bel pò di tempo e tentativi è rientrato. Sembrava che il peggio fosse passato e invece la sorella maggiore ha cominciato a infierire contro di lui fino ad arrivare alle mani. Mi sono messa tra i due e volevo fermarla, ma aveva una forza incredibile. Mi ha tirato i capelli e presa a schiaffi. E' strano, ma in quel momento non ho sentito dolore. Non so come, ma ci siamo ritrovate per terra. Alla fine l'ho lsciata andare. Aveva bisogno di smaltire la rabbia. Com'è finita? I due ragazzi, dopo tutto, sono venuti a chiedermi scusa e quando gli ho risposto che non ce l'avevo con loro mi hanno sorriso e si sono meravigliati.
Con G. ho poi parlato dell'accaduto. L'ho prima ascoltato senza fare prediche. Alla fine mi ha detto: "tu non mi conosci ancora bene, ma quando mi arrabbio non riesco a controllarmi e sono capace di far male, l'ho già fatto. Sono scappato per proteggere voi altri". L'ho abbracciato...
La psic. e gli altri mi hanno riferito che quella era la prima volta che G. chiedeva scusa. E per un ragazzo che non era solo permaloso come mi era stato descritto, ma più che problematico, non è poco. Qualcuno ha anche avuto da ridire sul mio modo di agire ( anche se ha parlato nel mio interesse). Forse non ho agito con professionalità andando a cercarlo, ma cosa avrei dovuto fare? Come si agisce in questi casi? In quel particolare momento ho fatto ciò che ritenevo giusto fare. Non credo ci siano delle regole o canoni generali da poter applicare per ogni situazione.
So solo che l'andare a cercare G. è servito a stabilire con lui un contatto vero. Ci sono stati altri episodi simili, altre difficoltà, scontri, ma G. ha cominciato ad aprirsi e a parlare con me.
Ho lasciato quel ragazzo e gli altri bimbi. So di aver sbagliato e di avergli fatto altro male.
Ho capito quanto sia importante, per coloro che intraprendono il cammino dell'affido o che comunque si occupano di ragazzi difficili, non essere e non sentirsi soli. E' importante avere l'aiuto di professionisti e il supporto psicologico quanto è fondamentale condividere quotidianamente con qualcun altro le stesse preoccupazioni e le stesse gioie. E voi per quanto ho potuto capire siete delle coppie e poi avete gli amici del portale su cui contare. I dissapori, i momenti difficili, gli scontri sui metodi educativi e altro ci sono e ci saranno sempre, ma insieme si possono superare.
L'episodio che ho vissuto con G. e il vivere quotidiano con lui e altri bimbi mi hanno fatto comprendere quanto sia importante stabilire un contatto, un'intesa con ogni ragazzo fin dall'inizio che può col tempo diventare dialogo. E il contatto può essere creato, per volere o no, anche dalle situazioni che si presentano. Contatto inteso come: "ora sono qui con te, qualunque cosa tu faccia o dica, giusta o no, puoi contare su di me".
I ragazzi possono sbagliare (come noi del resto), possono ferirci ed è bene farglielo capire laddove dovesse accadere, ma è importante non trasmettergli la sensazione di avercela con loro. E credo che sia un bene ammettere con loro anche i nostri errori.
Questo è solo ciò che io penso, ma potrei anche sbagliarmi.
Grazie per avermi dato la possibilità di dar voce a ciò che ho vissuto e sto provando.
Un grazie particolare a Riccardo. Senza di lui questo portale non esisterebbe e non sarebbe nata questa bella famiglia.
Grazie a te Carmela per avere raccontato la tua esperienza.
Leggendoti solo una domanda vorrei porti se non sono troppo indiscreta: che motivazioni ti hanno spinto a lasciare la casa ? Dal tuo racconto sembra che tu non ti sia mai pentita del comportamento tenuto...ma qualcosa sembra essersi rotto ugualmente, mi sbaglio ?
Continua ancora a scrivere se vuoi, qui qualcuno è sempre all'ascolto.
Un saluto
Jamin
Grazie Carmela di essere entrata nel forum.
E' bello il riconoscimento di uno sbaglio e non c'è e non deve esserci da parte di nessuno una condanna della persona perchè tutti noi sbagliamo continuamente, talvolta senza accorgersene ed il più delle volte senza nemmeno essere in grado di dire "ho sbagliato" e fare tesoro della propria esperienza, per quanto negativa possa essere.
Purtroppo il male delle case famiglia gestite da educatori è proprio questo.
Quando un educatore non ce la fa più, o quando si creano dissapori con il datore di lavoro ... l'educatore va via ed i ragazzi che lo avevano preso come riferimento importante nella loro vita, si trovano di nuovo privati di un punto di appoggio.
Quando succede una volta forse lo superano, ma quando succede due e quando tre ...? Il nostro S. ha cambiato 9 educatori in sei mesi nella casa famigklia dove era prima venire da noi e così anche M. che è andato via a Giugno e così tutti gli altri che sono stati in casa famiglia.
Per non parlare del fatto che al primo problema, o al raggiungmiento di una soglia di età prefissata ... i ragazzi vengono riconsegnati ai servizi sociali, talvolta in grande fretta, per essere ricollocati in altre strutture.
Il nostro S. ha avuto 2 adozioni fallite ed ha cambiato 9 (dico ... NOVE!!!!) case famiglia ... il tutto in 5 anni. M in 5 anni ha cambiato 9 case famiglia ed una famiglia affidataria. A. 5 case famiglia in 3 anni ...
Ma è possibile che questo sia per molti solo un lavoro?
Ma dove esiste che davanti ad un problema si mandi via un ragazzo, piuttosto che affrontarlo insieme.
S. era si tremendo ... ma è possibile che nessuno lo abbia saputo prendere con amore? Quando è arrivato da noi aveva 13 ani ed era molto tremendo ... eppure ... eppure adesso è un bravissimo ragazzo.
Bravi noi? No, assolutamente.
Noi abbiamo fatto quello che chiunque di voi avrebbe fatto.
Quello che raccontava Jolly ... davanti a bastonate abbiamo reagito con bastone e carota ... con tanto amore e sopratutto con tanta perseveranza.
Perchè un affido vada bene e si posa aiutare veramente un ragazzo non bisogna MAI arrendersi e dargli tutto l'amore possibile senza aspettarsi nulla in cambio ... alla fine il gioco sarà valso la candela e le soddisfazioni di vederlo crescere bene non mancheranno.
Non avete idea che gioia quando mi tessono le lodi di S., così come ieri ha fatto la nostra amica Cricchia.
Tutte le turbolenze, i problemi, le angustie, il timore di non farcela, le notti insonni solo solo un ricordo ... e nemmeno tanto brutto perchè ci danno forza ... la forza di sapere che se tieni duro un bambino diventerà un vero uomo o una vera donna.
MA BISOGNA TENERE DURO E NON MOLLARE MAI!
Proprio per questo bisogna riflettere, riflettere, rriflettere e poi ancora riflettere prima di prendere un bambino ... e poi alla fine bisogna buttarsi perchè mai riusciremo a dissipare tutti i dubbi. Ma con l'unica convinzione che quel bimbo resterà con noi fin tanto che il tribunale lo riterrà opportuno.
E questo vuol dire anche ... contrastare i servizi sociali quando non vogliono aprire un dialogo ed impongano, dall'alto della loro professionalità, rientri in casa che a noi possano sembrare forzati.
Abbiamo fatto tante lotte per i nostri ragazzi e tante altre ne faremo se necessario. E' questo che i ragazzi vogliono da noi oltre al basilare Amore: Sicurezza e Protezione.
Non è un attacco a Carmela, con la quale ci siamo diverse volte confrontati su questo argomento trovandoci pure in sintonia, ma un attacco a chi si occupa di affido per mestiere senza avere il cuore e prendendo la cosa solo come una fonte di reddito.
Agli onori della cronaca una casa famiglia siciliana che compilava relazioni fasulle sui ragazzi per trattnerli nella propria struttura al fine di avere i soldi delle rette. Responsabili arrestati.
Non tutte le case famiglia sono così, questo è certo, ma molte si.
Non tutti gli educatori se ne fregano dei bimbi, ma molti si.
Un'estate abbiamo ospitato degli educatori di una casa famiglia.
Per venire si sono però fatti pagare (conosco gente che pagherebbe per stare 15 giorni da noi servita e riverita) dalla loro comunità.
Erano quindi i "sorveglianti" dei 10 bimbi che erano con loro.
Un pomeriggio erano a prendere il sole davanti casa.
Io ero a riposare.
Alcuni dei loro ragazzi vengono alle mani e se le danno di santa ragione. Uno dei nostri bimbi corre a chiamare gli educatori, ma questi rispondono che non è affar loro perchè sono in pausa.
Il bimbo viene a chiamare me che corro a dividerli.
Non vi dico cosa gli ho detto ... e non vi dico le loro risposte.
Ma siamo in due mondi differenti, per me, per voi, l'accoglienza di un bimbo è una scelta di vita ... per molti educatori (non per tutti e Carmela è cewrtamente fra questi) e molte case famiglia è soltanto un lavoro.
ciao a tutti.
Ho frequentato per un certo periodo come volontaria due comunita': una di bimbi piccoli e una di adolescenti. Pur avendo incontrato persone stupende e preparate (e anche qualcuna meno) credo ci siano due problemi legati alle comunita' che sono irrisolvibili. Il primo e' il turn over degli educatori; pemesso che e' legittimo cercare sempre una posizione lavorativa migliore e questo vale anche per gli educatori, che spesso sono giovani e che quindi e' logico che si guardino intorno in cerca di opportunita' migliori ecc., questo sui ragazzi produce degli effetti tremendi. Spesso arrivano gia' senza punti di riferimento affettivi e l'educatore per forza di cose colma questo vuoto. Se e quando se ne va fa rivivere l'ennesimo abbandono. Capire di essere stati alla fine della fiera "solo lavoro" e' una scottatura che li segna molto. Ne ho visti ragazzi che dicevano " non voglio affezionarmi piu' a nessuno perche' non voglio soffrire tanto poi vanno via". Si crea una sorta di schizofrenia tra il desiderio fortissimo di amare (ed essere amati) e la consapevolezza che non si puo' .
Il secondo problema dipende dall'eta' degli educatori. A partei responsabili spesso li educatori sono giovani, neolaureati e inesperti. Queste non sono colpe (come non lo e' cercare altri lavori), ma ho spesso notato a causa di cio' una certa inadeguatezza a gestire le problematiche e a capire le esigenze dei ragazzi(soprattutto i piu' grandi). Se troppo pochi anni dividono l'educatore dal ragazzo piu' che punto di riferimento nel migliore dei casi l'educatore viene visto come amico (con tutti i problemi che ne seguono...) e spesso all'educatore giovane manca la sensibilita' e la profondita' per capire davvero cosa serve a un ragazzino fragile...anche questo indipendentemente dalla preparazione e dalla professionalita di ognuno.
Aggiungo a quanto dice Roberta due cose:
- il turn over non è solo nel cambio di lavoro e trelativo abbandono, ma anche nei turni di lavoro settimanali ... un giorno ci sei, un giorno no, una volta sei di notte, una volta di mattina, una volta di pomeriggio ... e se un ragazzo deve confrointarsi con qualcuno nel momento del bisogno, difficilmente trova semrpe la stesas persona ... e si sa, già è difficile sfogarsi, già è difficile farlo per chi ha vissuto difficili situazioni ... figuriamoci se poi quando si aprono non riescon mai a trovare la persona con la quale si sono aperti.
- la scelta di assumere ragazzi giovani ed inesperti è legata a fattori economici, il giovane costa meno e si ha la possibilità di fargli contratti preferenziali per il datore di lavoro. Se le cooperative scegliessero educatori con maggior esperienza, affiandandogli magari qualche giovane discepolo ... forse si potrebbe in parte migliorare la situazione.
Buonasera a tutti!
Non posso che concordare con quanto state dicendo...Nelle case famiglia il turn over è alto, gli educatori a volte sono poco motivati, per molte persone (educatori e responsabili) i bambini in affido (e lo stesso vale anche per molte altre realtà di sofferenza e casa famiglia) sono un mezzo per avere soldi, guadagnare, per avere finanziamenti ecc...
Vorrei spezzare una lancia a favore degli educatori come categoria e aprire una breve parentesi: ce ne sono molti motivati, volenterosi, appassionati all'infanzia, adolescenza, difficoltà e gente che soffre, però vi garantisco che spesso la realtà che c'è dietro a queste strutture è a dir poco penosa, il privato sociale ha pochi controlli, spesso i responsabili delle case famiglia, pur intascando parecchio dalle rette e da finanziamenti vari, sfruttano le competenze, la motivazione, la buona volontà di questi educatori, sottopagandoli in modo indecente e inducendoli ad una grande frustrazione, con conseguente distacco emotivo da ciò che invece merita un grande coinvolgimento del cuore, e inducendoli a cercare altro...
Lo so che quando si tratta di minori questi discorsi non dovrebbero esistere ma queste dinamiche si innescano purtroppo e, forse, se le cose migliorassero dall'alto, migliorerebbero a cascata...
Le conseguenze su questi minori sono tante e dolorose, dal vissuto di abbandono alla mancanza di punti di riferimento, al sentimento di non appartenenza ad alcun posto e famiglia, al non poter sperimentare un legame di fiducia, un legame di attaccamento e di amore per non ricevere un'altra delusione, un'altro abbandono, l'ennesimo...con conseguenze catastrofiche sulla propria autostima e sul proprio valore: "non sono amato perchè non sono meritevole di amore", questa è la loro convinzione, non hanno la maturità e la consapevolezza di dire "non sono amato perchè spesso gli adulti sono degli esseri ignobili o non hanno gli stumenti per amarmi e l'hanno fatto a modo loro facendo una serie di cose negative per me e su di me..."
Il sentirsi accolto e amato è un diritto di tutti ma spesso viene negato
Buona serata!
Cristina
Ciao Jamin,
non sei indiscreta anzi...
Perchè ho lasciato la casa? Per egoismo.
Non per i ragazzi, nè per le situazioni che ho dovuto affrontare, nè per un fatto economico.
Non ho deciso dall'oggi al domani.
Sono entrata in quella casa con mille domande e dubbi e anche tanto entusiasmo e gioia. Pensavo di potercela fare anche da sola e invece...
Quando mi sono sentita sola perchè lasciata sola a dover gestire a tempo pieno situazioni particolari, la casa e tutto il resto, sono finita in uno stato mentale e d'animo che mi soffocava.Non è facile descrivere come mi sentissi. Non ho mai avuto paura di affrontare le responsabilità, ma avrei avuto solamente bisogno di qualcuno che condividesse con me il vivere quotidiano con i bimbi. Le stesse preoccupazioni, le stesse gioie. Qualcuno con cui poter dire "oggi, sarà la stanchezza o giornata nervosa, ma non riesco a parlare con T., ci provi tu?"Sembra niente, ma non è così. Il sostegno che mi era stato promesso è venuto a mancare e mi sono sentita sempre più frustata e amareggiata. Quando ti senti così e si aggiungono altre cose diventa tutto più pesante.Pensavo di non riuscire a far più bene ai bimbi e l'affetto che provavo per loro non bastava. Più tempo sarebbe passato e più il distacco sarebbe stato difficile sia per loro che per me.
Oggi valuto in maniera diversa ciò che ho provato e vissuto.
Da quando ho lasciato la casa ho cercato di non pensare e ho accantonato dentro di me ogni momento vissuto con i bimbi, sia bello che difficile. All'improvviso, da un pò di tempo, però tutto è riemerso e mi sono ritrovata a pensare a loro. Mi sono resa conto di quanto, nonostante la loro sofferenza, mi abbiano dato e mi mancano.
Ciò che mi fa rabbia è sentire che ancora oggi le cose non sono cambiate.
Hai ragione Riccardo in alcune case famiglia si agisce non per il bene dei bambini.
Ribadisco che è bella l'autocritica che fai.
Hai però toccato un tasto giustissimo.
Bisogna essere in due per reggere il peso di tutta la sofferenza che alcun ragazzi ti gettano addosso chiedendoti, non sempre in maniera garbata, di toglierli dalle loro spalle.
E' difficile sopportare le urla, i rimproveri, le piccole (o grandi) malefatte senza essere in due per potersi confrontare.
Non occorre essere sposati, amanti, conviventi ... basta anche essere amici, purchè sia un'amicizia profonda, una vera e propria complicità (che spesso manca anche nei matrimoni più consumati) che ti permetta di dialogare, di criticarsi a vicenda senza offendersi.
Definisco sempre Roberta l'altra metà della mela ... a lei non piaceva molto questa definizione ... un giorno raccontavo le sue rimostranze, davanti a lei, ad una nostra amica, la quale, d'impulso, disse Ma come!!! Vorrei essere io l'altra metà della mela di qualcuno Una parte che combacia con l'altra, una parte che non invade il territorio dell'altra, una parte che serve, che è nutriente al pari dell'altra ... una parte che senza l'altra non avrebbe ragione di essere.
Senza Roberta mai avrei potuto aiutare i bambini che ho aiutato.
Ma come al solito il dio denaro impera ... pagare un educatore costa meno che pagarne due ... tanto quando quello finisce le pile ... se ne prende un altro .... non vi dico quanti curriculum ci arrivano da educatori, a volerne prendere ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta.
Ciao Carmela,
ti ringrazio veramente tanto di aver risposto alla mia domanda definita indiscreta perché scava in profondità, dentro ferite ancora non rimarginate...
Leggendoti penso alla sciocchezza degli uomini...perché non dare solidarietà, perché togliere il supporto ad una persona che è con il corpo e con la mente dentro le disavventure di questi poveri ragazzi ??? Forse spesso ci si dimentica che anche le famiglie affidatarie, anche gli operatori devono essere aiutati a gestire certe situazioni...e questo è possibile solo con il supporto che solo gli uomini sanno darsi fra loro, perché anche i sentimenti possono essere divisi per riuscire a gestirli meglio...come dici tu Carmela, hai perfettamente ragione...
Ti sono vicina
Jamin
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