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Buon giorno a tutti!!
Se si può? Ma è un onore, un piacere ed una gioia quando qualcuno viene a trovarci. Abbiamo posto per dormire e vi possiamo ospitare tutto il tempo che volete/potete
A presto allora.
Buon gorno a tutti, noi famiglie affidatarie dobbiamo capire che alcune volte ,le famiglie di questi bambini non sanno amare perche' nessuno, forse, non ha mai amato loro, e non sanno farlo.Quindi noi abbiamo il compito di aiutare loro SE LO VORRANNO E I LORO BAMBINI. UN SALUTO A TUTTI DALLA VOSTRA AMICA DI FORUM DEBORA
Parole sante Debora. Spesso sono persone molto semplici che non sono state amate ed hanno solo bisogno di qualcuno che dia loro fiducia ed amore, comprensione ed aiuto. Chiaramente va privilegiato e tutelato innanzitutto il bambino, ma anche le famiglie devono essere aiutate perchè i bambini le amano e qualunque miglioramento della famiglia è certamente un dono che facciamo al bambino stesso.
Volevo anche aggiungere Riccardo, che se non insegnamo al bambino a rispettare i propi genitori, non lo fara mai con nessuno. Ciao Debora
Certo. Questo rientra nelle regole che dobbiamo insegnare loro: il rispetto verso il prossimo (sopratutto verso i propri genitori) è la prima e più importante regola ... una sorta di alfabeto per poter imparare a leggere e un domani a scrivere il Libro della Vita
Mi sarebbe piaciuto tanto avere un rapporto migliore con la mamma dei bimbi che ho in affido, ma non ci sono riuscita. La mamma ce l'ha sempre avuta con noi dalla prima volta che ha incontrato me e mio marito incolpandoci di avergli portato via i bimbi. La mamma è sordomuta ma mi sono sempre sforzata di capirla (anche comprando il dizionario dei gesti... veramente difficile devo dire) ma non è servito... tutti i sabati sera che siamo andati a prendere i bimbi si sono verificate scenate terribili e davanti ai bimbi ho sempre cercato di farla ragionare.... poi la sera a letto con i bimbi scossi dall'accaduto.. alla fine i servizi hanno deciso che contatti con la mamma non ce ne devono essere piu ma solo tramite i servizi.
Nell'ultimo colloquio avuto con la psicologa dei bimbi questa mi ha detto di far suscitare nei bimbi un senso di pietà e di comprensione dell'handicap della mamma. Non penso di riuscirci a farlo.
La mamma la capisco e mi fa anche molta pena ma non riesco ad aiutarla perchè cerca sempre di far del male ai bimbi psicologicamente... nel senso che quando si sentono per telefono (parlare al telefono con una sordomuta non è cosa da poco per dei bimbi ancora piuttosto piccoli) la mamma non è mai serena ma piange sempre lasciandogli tanta tristezza per tutta la serata.
Poi tutta la sera hanno un bisogno estremo di coccole che non gli faccio mai mancare..... e vado a letto serena.... stanchissima.... ma SERENA
buona giornata a tutti
lucia
Anche noi siamo partiti con quell'idea.
Poi strada facendo abbiamo scoperto che a volte bisogna scegliere tra gli adulti e il bambino e noi, come famiglia affidataria, abbiamo scelto il bambino. Gli adulti devono essere aiutati da altri. Oltre al "conflitto" di competenze" nell'aiutare entrambe le figure, ci sono limiti oggettivi di forze e anche di competenze reali, che per esempio io non ho (non per niente ci sono educatori, psicologi e quant'altro). Naturalmente se il bimbo è affidato perchè i genitori hanno dei turni allucinanti e non hanno una rete amicale e parentale a cui appoggiarsi, beh non dovrebbero esserci problemi...
Il rispetto dei genitori è importante, ovvio. E' uno dei capisaldi dell'adozione anche
Ricordo però un intervento in un incontro post adozione di un genitore adottivo che chiedeva: io ho un figlio che veniva pestato dai genitori bio, abusato, come faccio e perchè devo parlarne bene? Perchè devo generare in lui il rispetto? Così non legittimo i loro atti e contemporaneamente svilisco il suo vissuto dandogli torto (e anche la colpa, aggiungo io)?
Mi rode questa domanda...
il nostro primo affido è stato di una bimba gravemente abusata da genitori,zii,coinvolta in messe sataniche e chi più ne ha più ne metta (e non stò esagerando),era stata prelevata alla scuola dai carabinieri e portata da noi,aveva 8 anni...cosa pensi che potesse provare per i genitori se non rabbia,paura,schifo???e invece no...dopo mesi abbiamo capito che voleva sentirsi dire che gli atti dei genitori erano brutti e sbagliati,ma che i genitori comunque le volevano bene,che erano persone da curare,da cambiare,che dovevano essere puniti...ma comunque che l'amavano ...il dolore più grande non era quello inflittole fisicamente ma l'idea che i genitori facessero questo per disamore nei suoi confronti e questo faceva sì che lei si ritenesse indegna di essere amata...e più si cercava di far apparire i genitori come dei mostri e più si sentiva mostruosa anche lei...credo che sia necessario svilire,condannare gli atti ma mantenere intatte le figure genitoriali,mostrarle nella loro povertà e patologia,ma mai disprezzare la loro umanità...
Sono pienamente d'accordo con Annalisa. E' importante riuscire a leggere negli occhi dei bambini che cosa loro stessi pensano dei propri genitori biologici nonostante le violenze di ogni genere subite. Ascoltare il loro punto di vista e provare a comprenderlo, cercando di metter da parte l'indignazione e la rabbia che colpisce chiunque ascolti storie di abusi nei confronti di minori.
Bisogna certamente condannare gli atti che i bambini hanno subito, ma essere altrettanto attenti a non lasciarsi andare a giudizi di ogni sorta nei confronti dei genitori biologici, soprattutto davanti ai bambini che si sentiranno altrimenti schiacciati tra due mondi, tra due situazioni, che hanno lo stesso ordine di valori se entrambe le figure genitoriali pensano solo a delegittimare l'altro agli occhi del bambino stesso.
Salve a tutti!!
naturalmente sono daccordo con emilia,non credo che la nostra bimba sia mai rientrata in famiglia (erano tutti sotto processo e spero siano in galera) ma diverso è il nostro pensiero e diverso è quello di una bimba che si sente in colpa per gli abusi subiti,che pensa di avere fatto qualcosa di male nei confronti dei genitori per avere meritato tutto questo ,pensa che comunque sono il suo papà e la sua mamma,il suo nonno,i suio zii,che comunque sono l'unica famiglia con cui abbia mai avuto a che fare...forse a 10 anni di distanza potrebbe capire la perversione ,il vizio,la cattiveria e provare rabbia e desiderio di riscatto da quel mondo...ma a 8 anni sentirsi dire che i genitori erano ammalati,che la causa era questo e non qualche suo errore...che i genitori non potevano capire il male che facievano perchè deboli(e non mostri)e incapaci di dimostrare amore in maniera normale,che si sarebbe fatto di tutto per far loro capire di avere sbagliato...beh ti assicuro che in quella situazione era l'unico modo per non far precipitare la bimba nell'angoscia e nella depressione....e questo ho fatto anche se al processo avrei avuto voglia di sputare loro in faccia......credo che la bimba non abbia mai pensato che quello dei suoi genitori era il giusto modo di amare ma questo dopo averne conosciuto un altro...il nostro e quello del mondo sano che aveva intorno....quanto all'affido anch'io penso che in queste situazioni sia un'assurdita' ciao
Come dice Piripilla a volte dobbiamo scegliere ... a volte però, non sempre.
Laddove sia possibile è necessario mantenere un buon rapporto, o semplicemente un rapporto corretto, con la famiglia di origine.
Condivido la posizione di Emilia e di Annalisa ... in certi casi non ci vorrebbe l'affido, ma l'adozione, ma ogni adozione ha il dramma del distacco totale dalla famiglia di origine ... e se nel ricordo del bambino c'era anche un solo adulto che lo difendeva o lo proteggeva? Per lui quella persona è la sua famiglia ... e staccarlo da tutti sarebbe fargli un grande danno.
Inoltre non è facile prendere un bambino ad otto anni e darlo in adozione ... mica ce ne sono tante di famiglie disposte a prendere in adozione un bambino di 7/8 anni? Troppo grande ... tutti lo vogliono neonato, senza che abbia subito problemi, magari di famiglia non italiana che un domani possa incontrarlo per strada e riconscerlo.
Altra cosa che osteggia l'adozione: i tempi burocratici. Se un tribunale dichiara l'adottabilità di un bambino ... mica quello parte e viene adottato. Al di là del lungo e faticoso percorso alla ricerca prima e all'abbinamento poi, c'è da considerare che quella è l'unica chance che un bambino ha e si deve trovare la famiglia giusta che un domani non lo riporti indetro, perchè l'adozione ha un periodo di prova ... che si chiama con il bel nome "affidamento preadottivo", ma altro non è che una prova ... se non mi vai bene ti rispedisco (dopo averti dato tante belle illusioni e speranze) da dove sei venuto (e ne caso di bambin stranieri ... in una qualche comunità).
Inoltre, la famiglia di origine ha il diritto di opporsi a tale decreto di adottabilità ed i tempi della giustizia soo sotto gli occhi di tutti.
Ho conosciuto casi di bambini considerati adottabili a 3/4 anni ... cause e ricorsi ... considerati adottabili definitivamente anche a 12/13 anni ... e a quell'età nessuno li vuole più anche perchè magari sono cresciuti in comunità che li hanno resi difficili da poter essere inseriti in una famiglia.
Quindi a volte si sceglie la via dell'affido non tanto perchè si pensi che sia la soluzione miglior per il bimbo, quanto la più sicura e duratura. Il rovescio della medaglia è il rapporto con la famiglia di origine, ma i giudici hanno la possibilità di "blindare" un tale provvedimento e far si che il bambino viva comunque in una situazione tranquilla, protetto quasi come in un'adozione.
Abbiamo avuto un bambino per il quale il giudice decise che la madre poteva vederlo due volte a settimana ... dove e per il tempo che ritenevamo opportuno ... anche a 500 km di distanza ... anche per un solo minuto.
In quel caso la madre (e fu un bene) stette lontana dal bimbo per diversi anni, una sorta di adozione.
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