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Ciao a tutti, intanto mi presento, mi chiamo Valeria e vivo da poco più di un anno un'esperienza di affido...la mia è una situazione un po' anomala: sono separata da poco più di 3 anni, non ho figlli, e sono un'educatrice professionale...ho conosciuto Marco due anni e mezzo fa...l'ho seguito come educatrice su incarico del servizio sociale....e siamo giunti alla conclusione che necessitava di una famiglia affidataria al più presto. Non descrivo la sua situazione per motivi professionali, ma anche per rispetto della sua privacy, ma a 16 anni compiuti e un procedimento penale in corso, nessuna famiglia si è canditata per averne l'affido....in realtà lui poteva essere adottato come i fratelli, non si è proceduto in tal senso per dargli un'opportunità in più: quella dell'affido...ho deciso di farne io richiesta perchè solo con me si era aperto, perchè riuscivamo a comunicare, di me si fidava e io (e con me concordavano i miei colleghi) ho sempre creduto che avesse solo bisogno di un'opportunità...e allora ho iniziato ad essere un'utente dei servizi nei quali ero un'operatore...non vi descrivo la confusione, l'imbarazzo di chi doveva valutare la mia idoneità, il mio imbarazzo nel venire valutata...ma sono andata avanti...devo dire che i tempi sono stati lunghissimi (anche se Marco ormai stava praticamente già da me!!!) e si sono velocizzati solo alla sua ennesima esplosione...è stato il tribunale a decidere per tutti: o lo affidavano a me o ad una comunità per il recupero di ragazzi con misure alternative alla detenzione...il servizio sociale, noi educatori e tutti gli psicologi abbiamo voluto tentare l'ultima possibilità e Marco mi è stato affidato con decreto del tribunale. Non dico che sia sempre stato facile, anche se le mia competenze professionali mi sono state d'aiuto, abbiamo avuto molte crisi entrambi, ma ce l'abbiamo fatta: Marco ha finito con la messa alla prova, ha ripreso a studiare con discreti risultati (solo un debito), gioca a pallavolo con enormi successi (a cui, ovviamente non era abituato). Per me è stato (e lo è tutt'ora) terrificante: sono diventata un'utente dei servizi per i quali lavoro...mi sono resa conto di quanto siano lontani dalle persone e dai loro reali problemi...di quanto le "risposte" a tali problemi siano spesso troppo in ritardo, inutili e formulate sulla base personale dell'operatore e del suo stato d'animo, quasi mai efficaci ed efficenti per le persone coinvolte...
Marco a maggio compie 18 anni....che ne sarà di noi? La legge sull'affido prevede proroghe sino al 21esimo anno d'età in caso di proseguo con gli studi, o di progetti individuali particolari...ma so bene che per i servizi sociali non è la strada migliore (contributo economico, avere ancora in carico un "utente"....ci lavoro, so come funziona, anche nelle migliori intenzioni). La strada naturale sarebbe l'adozione..ma è un uomo ormai, ha tenuto (come l'affido prevede, e come io ho reputato opportuno per lui) i contatti con la sua famiglia di origine, con il paese, con gli amici...ora con l'adozione, per lui e per la sua famiglia, sarebbe come rinnegare tutto questo....e per me, per la mia famiglia???...l'affido è una cosa, l'adozione tutt'altra...necessita di una riflessione profonda, e non è una decisione che si può prendere così velocemente, anche perchè è solo poco più di una anno che viviamo insieme...
Scusate per lo sfogo...ma vi assicuro che non è facile trovare persone competenti o interessate, con cui poterne parlare
Ciao Valeria,
l'accoglienza di un ragazzo di 16 anni problematico ti fa onore.
Qualche anno fa abbiamo accolto un tredicenne pronto per la comunità terapeutica ... ed abbiamo avuto grandi problemi, oggi superati ... ma con quanta fatica.
Immagino lui a 16 anni ... non ce l'avremmo mai fatta.
Ho sempre pensato che a dover valutare un operatore di un servizio sull'idoneità all'affido o all'adozione dovesse essere un altro servizio, non quello dove l'operatore lavora, per non ingenerare confusione e non far pensare a qualche parzialità, creare imbarazzo o conflitto di interessi. Un pò come avviene per un giudice che compia un reato, viene giudicato da altro tribunale, diverso da quello ove lavora.
Dici che il ragazzo già stava in casa con te, e la cosa è giusta, la capisco, ma mi viene da pensare "se a farne richiesta fosse stata una famiglia diversa dalla tua, il tuo servizio avrebbe permesso che il ragazzo andasse a stare iun casa di tale famiglia prima della conclusione dell'iter operativo?"
Quante sono le famiglie alle quali è accaduto questo?
Dicendo che per i servizi sociali la strada dell'affido tra i 18 ed i 21 anni non è la migliore per motivi economici e di un utente in più da gestire (quando certamente sarebbe la migliore e la meno complicata perchè lascerebbe le cose come stanno adesso), purtroppo mi dai ragione che spesso i servizi non aiutano i bambini o i ragazzi per motivi che esulano da quelli legati alla loro persona, ma mossi da tutt'altre motivazioni.
Adozione in casi speciali ... è strada fattibile senza rinnegare la propria famiglia.
Scrivendo però al giudice, anche se i servizi non vedono di buon occhio la strada dell'affidamento fino ai 21 anni, è difficile pensare che il tribunale non emetta un decreto di affidamento amministrativo. Qui però dovresti andare probabilmente contro i tuoi stessi colleghi e contro il tuo datore di lavoro. Situazione difficile in conflitto di interessi.
Caro Riccardo, innanzitutto ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato...a dire il vero il tuo contributo mi lascia perplessa...leggendolo ho avuto la sensazione che ci sia una nota negativa da parte tua, forse rivolta ai servizi (verso i quali sei sempre molto critico), forse rivolta a me, in quanto appartenete a quei servizi.
La mia esperienza di affido è nata per caso e "dal di dentro", nel senso che è nata internamente ad un servizio educativo nel quale lavoravo...questo non mi ha portato dei privilegi, anzi...ha creato un sacco di difficoltà in più, te lo garantisco!!!! Ho seguito un iter formativo come tutti gli altri...e non è facile farlo sapendo come funzionano le cose...sono un'educatrice, ho oltre 12 anni di esperienza in diversi servizi, comprese le campagne di sensibilizzazione all'affido e la formazione delle famiglie affidatarie...ho lavorato in servizi dove venivano fatte le valutazioni di affidabilità dei minori...in case-famiglia...e ti assicuro che il nostro lavoro non è semplice, e per me non è facile sentire esprimere giudizi come i tuoi verso un'intera categoria, sapendo che molti come me lo fanno nel modo migliore che possono...già, che possono, perchè spesso non dipende solo da noi...ma vorrei ritornare al mio privato, e cioè alla mia esperienza di affido; dopo la formazione sono stata valutata idonea all'affido, ma penso tu conosca bene i tempi del tribunale...si, perchè per Marco era necessario un decreto, sono passati 6 mesi, ma nel frattempo la sua situazione è notevolmente degenerata e non poteva più stare dai nonni (era da loro in affido), per questo stava già da me....e potrei farti molti esempi di ragazzi che vanno a stare da famiglie diverse dalla loro prima di aver concluso l'iter burocratico, non è stata un'eccezione, certo non è la regola, ma a quell'età scelgono i ragazzi, i servizi in qualche modo non possono che accettare le loro scelte, soprattutto quando si tratta di ragazzi con tanti fallimenti di affido e inserimenti in strutture...cos'altro si poteva fare? Quante delle famiglie che danno disponibilità all'affido lo avrebbero preso? Quante di quelle che leggo su questo forum lo avrebbero accolto? ...E soprattutto...lui avrebbe accettato? Con me era diverso perchè mi conosceva, di me si fidava, con me aveva un canale comunicativo già aperto...Noi, come servizio abbiamo fatto tutte queste considerazioni prima di decidere, e ti assicuro che se avessimo avuto un'altra opportunità l'avremmo sfruttata...non sai quante volte ho pensato che una famiglia per lui sarebbe andata meglio...magari con altri figli, magari con una mamma più presente, che lavorasse meno...con una figura maschile di riferimento...ma nessuna delle famiglie che danno la disponibilità all'affido ha dato disponibilità per lui ...troppo grande d'età e con troppi casini in corso, con un vissuto troppo problematico. Spesso tutta la disponibilità delle famiglie ha condizioni precise, e penso che tu lo sappia...come servizio abbiamo molte richieste di affido per bambini piccoli, qualcuna per bimbi sino ai 10/12 anni...ma nessuna per ragazzi più grandi...sono d'accordo sul fatto che si aspetta troppo, che Marco doveva essere dato in adozione (già...i fratelli sono stati tutti adottati dopo decaduta patria potestà), ma con lui è stato complicatissimo: scappava dalle strutture e aveva già interrotto 2 affidi....sicuramente l'iter standard non è questo....ma forse dovremmo essere più aperti, meno legati a regole e ingabbiamenti che altro non fanno che allungare tempi e perpetuare situazioni insostenibili....forse, ogni tanto bisogna essere lungimiranti, oppure semplicemente avere la forza di rischiare un po'...mi permetto di difendere il servizio sociale che in questo casa ha voluto rischiare con me e Marco...
Ora, forse questi sono stati privilegi per me? E cosa avrei guadagnato? Io non avevo alcuna intenzione di avere minori in affido, ma non potevo pensare che Marco stesse in quella situazione, sono (e non lo sono solo io) certa che a quest'ora, nella migliore delle ipotesi, dovrei andare a trovarlo al carcere minorile...
Ciao, a presto
anche io penso che a volte la vita vada piu' velocemente delle regole e in questi casi e' vero che ci assume qualche rischio in piu'... ma non bisognerebbe farlo solo se fosse dimostrato che tutte le situazioni studiate e pianificate a tavolino hanno un lieto fine sicuro...Invece i rischi ci sono sempre e qualche volta bisogna prendere fiato e buttarsi, perche' la vita corre...
Io lavoravo non come operatrice ma come volontaria in una comunita' di adolescenti. A un certo punto il mio destino si e' scontrato con quello di un ragazzo di 15 anni...E' stato quasi amore a prima vista e con l'appoggio di mio marito e nonostante non fosse proprio il momento migliore (tre figli piccoli di cui una adottata di pochi mesi) l'abbiamo portato a casa (dico sempre che e' stato la mia gravidanza a sorpresa!). Conoscevo bene il direttore della comunita' e godevo della sua fiducia e quindi vista anche la situazione un po' problematica del ragazzo e' venuto "informalmente" a vivere da noi quasi subito. Rischio? si, certo, pero' forse a quidici anni non c'e' tanto tempo per decidere se un "borderline" cade di qui o di la' e allora bisogna viaggiare piu' veloci delle regole. Anche perche' per una serie di problemi burocratici e' arrivato alla maggiore eta' senza che ci fosse un decreto di affido ma solo un accordo nostro con i servizi. Quando andavo dai carabinieri per problemi di multe o motorini ho sempre firmato tranquillamente tutto, spacciandomi per la madre, quando non avevo neanche due righe di autorizzazione in mano... A volte poter saltare un po' di burocrazia e' un privilegio e tu Valeria come operatrice ne hai forse usufruito... niente di male visto il risultato. Io ne ho sicuramente usufruito per la conoscenza "da dentro" degli operatori della comunita' e va beh, che sia stato un "privilegio" posso dirlo solo oggi che sono passati sei anni e che lui non mi sente se no si monta la testa!
La risposta data in "frustrazione e bisogno di incoraggiamento" vale anche per questa discussione. Mi permetto di aggiungere che la frase "Quante di quelle che leggo su questo forum lo avrebbero accolto?" mi fa ... diciamo "dispiacere" per restare su un piano di dialogo. S. 13 anni, 9 case famiglia che lo avevano mandato via e due adozioni fallite perchè violento, operatori mandati all'ospedale, io e Roberta picchiati (lei con tentativo di omicidio e salva per miracolo grazie all'intervento di un altro ragazzo) e non aggiungo altro, ma altro potrei dire ... oggi è irriconoscibile, un vero Miracolo di Dio. M. 9 case famiglia che lo avevano mandato via e un affidamento di un anno fallito, 13 anni, oggi recuperato e con la sua famiglia. N. pronto per la comunità terapeutica, oggi recuperato. Bambina affetta da nanismo rifiutata alla nascita e non voluta da nessuno, oggi in adozione. B. preso in adozione a 7 anni, picchiato dai genitori adottivi per tre anni, mandato via, oggi perdita di patria potestà e decreto blindato. Ed altri casi potrei dirti ... come vedi non sei l'unica brava.
E posso dirti, per aggiungere una ciliegina sulla torta, che in alcuni di questi casi ci sono stati errori dei servizi (ci vuol poco a capirlo ... 9 case famiglia e due adozioni in 5 anni!!!) denunciati al tribunale che ha dato torto ai servizi ... ed è tutto nero su bianco qualora qualcuno volesse vedere se dico il vero.
Riccardo aggiungo solo una cosa....io non voglio essere "brava", voglio solo che Marco abbia un'opportunità, e ho lottato per questo anche contro gli stessi servizi dove lavoro, e continuerò a farlo (andrò direttamente in tribunale, come tu stesso mi hai suggerito), non temo i conflitti con le persone con le quali lavoro o con le istituzioni per le quali opero.
Ciò che mi ha lasciata perplessa è stato il tuo paragonarmi ad un giudice che commette un reato e deve essere giudicato...nessuno giudica nessuno nel nostro lavoro...le valutazioni, quando vengono fatte seriamente, sono dei bilanci rispetto alle risorse che ognuno è in grado offrire, e si bilanciano rispetto ai bisogni ai quali si vuole dare una risposta...così dovrebbero lavorare i servizi...non giudicando niente e nessuno. Non amo insistere su chi non svolge il proprio lavoro con competenza e professionalità, perchè credo siano discussini poco fruttuose...io procedo, se le cose non funzionano come dovrebbero le denuncio, ma non ne faccio un'arma per esprimere guidizi contro un'intera categoria...se vogliamo davvero che le cose vadano diversamente, forse anche il nostro atteggiamento dovrebbe essere diverso, iniziamo a pensarci tutti come delle risorse, tutti con l'obiettivo comune di sostenere i diritti di chi sta soffrendo...partiamo da li...
Che i servizi non giudichino ... è un'affermazione forte.
Sarà forse vero dal tuo punto di vista e forse nel tuo ambito, ma ti assicutro che il giudizio da paret dei servizi c'è eccome.
Un assistente sociale mi chiese "come vi mantenete?"
Risposi che abbiamo l'aiuto di tante brave persone e della Provvidenza di Dio
Mi rispose "ecco un altro mangiaostie" ... e da li' le cose non sono più andate bene.
Potrei farti altri mille esempi di giudizi sulle persone che i servizi continuamente fanno.
Comunque secondo me una persona non dovrebbe essere "valutata" dai suoi stessi colleghi ... in nessun caso, in nessuna situazione. Le valutazioni devono arrivare dall'esterno.
E' come se chiedessi ai volontari dell'Associazione se gli Amici della Zizzi stanno facendo un buon lavoro ...
Chi deve valutare se ci comportiamo secondo certi principi deve essere esterno all'associazione.
L'autocritica semmai arriva dopo le critiche costruttive che possono arrivare dall'esterno.
Mi fa comunque piacere che sei rimasta a continuare il dialogo e spero che tu possa raccontarci ancora della tua situazione sia perchè possiamo imparare e capire, sia perchè il portale è nato anche come sfogo per chi abbia voglia di parlare di affido (cosa che è difficile all'esterno visto che molti non lo conoscono).
Scusa se ti ho risposto solo ora, ma il tuo post mi era sfuggito
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