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Mi piacerebbe sentire l'esperienza di famiglie che hanno affrontato l'affido avendo già figli bio piccoli.
Lo so' che potrebbe sembrare una pazzia ma secondo me potrebbe essere un'esperienza positiva perchè quando i bimbi sono piccoli si vive molto la famiglia, la casa, lo stare insieme, il giocare, cose molto importanti per la creazione di un rapporto tra tutti i componenti della famiglia e molto importanti per un bimbo la cui famiglia sia stata in difficoltà.
Certo è da tenere presenta la limitata capacità di comprensione dei figli piccoli che però se accompagnati e seguiti con attenzione può essere superata.
Anche il fatto di non poter chiedere loro il consenso all'affido può essere visto come una cosa negativa, ma, anche se lo so' che non è la stessa cosa, io non chiederei mai a mio figlio il consenso all'avere un altro figlio, piuttosto mi chiederei cosa vorrebbe dire per lui l'arrivo di un altro bimbo, che difficoltà potrebbe incontrare, quali rassicurazioni potrebbero aiutarlo e gliene parlerei cercando di spiegare e sciogliere eventuali sue paure.
Però mi piacerebbe scambiare delle opinioni con qualcuno che c'è passato veramente per poter andare al di là dell'immaginazione e della teoria.
Speriamo che qualcuno con della pratica voglia condividere la propria esperienza.
Grazie e ciao, Ale
Quanto piccoli?
E. ha 4 anni e mezzo e J. 3 anni, entrambi maschi con l'idea di inserire una bimba di 6/7/8/9 anni.
Quando la domenica viene da noi una delle bambine della comunità in cui vado a fare volontariato, mi sembra che si divertano tanto e, proprio per la differenza di età e di sesso, ci possa essere un po' di spazio per tutti: il piccolo resterebbe il più piccolo, il grande avrebbe si qualcuno che è più grande ma sarebbe comunque una femmina quindi con interessi almeno in parte diversi.
Magari le mie non sono argomentazioni molto valide, per questo chiedo a chi lo ha vissuto nella pratica.
Ciao e grazie
Il mio piccolo, quando è arrivato il bimbo in affido, aveva 4 anni.
Il bambino accolto era però più piccolo (aveva un anno).
A parte i litigi, non ci sono stati particolari problemi, neppure quando poi è andato via. Naturalmente le cose si sono spiegate, sono state accompagnate: insomma non posso dire che non ci sia stato del lavoro dietro, però si può fare.
Altri amici hanno avuto affidi con bambini propri piccoli e accolti più grandi.
Io credo che sia questione di motivazione personale, di coppia e.... di famiglia.
In questo senso, i dolorosi distacchi vengono comunque vissuti con "senso" e rielaborati nelle varie fasi della vita.
Non che non ci sia dolore; non che non ci sia fatica.
Credo che Riccardo sia contrario invece.
ciao
Ma Riccardo non c'è!!!
Va beh lo so è impegnato ma mi manca un sacco.
Io non ho esperienze da portare e mi spiace da morire...il mio piccolo contributo finisce con un saluto.
By Alissa
Ti dico subito che non troverete facilmente un'assistente sociale o un giudice che vi dia un bambino in affido fin tanto che I vostrI figli siano piccola. Ci sono alcuni giudici che ritengono che l'età della prole della famiglia affidataria debba superare di almeno 4/5 anni quella del bambino dato in affidamento.
Poichè un bambino viene dato difficilmente in affido prima che abbia compiuto i 7/8 anni va da sè che il figlio naturale della coppia non debba avere meno di 11/12 anni.
Altra cosa è la possibilita' di prendere in affido un bambino, anche neonato, che un domani possa essere adottato (cosidette adozioni a rischio o affidamenti protetti). Per questo bisogna avere l'idoneita' all'adozione nazionale e la propria prole deve avere (regola non scritta, ma tenuta in considerazione come se fosse una vera e propria norma da quasi tutti gli operatori del settore - meno di un mese fa abbiamo ricevuto un provvedimento del tribunale dei minori dove viene criticata in maniera dura e severa la scelta dei servizi di concedere l'adozione ad una coppia in attesa di un bambino, causa primaria del fallimento dell'adozione) almeno 3/4 anni di eta'.
Le spiegazioni circa il fatto che l'eta' della propria prole possa essere un problema per l'affidamento sono da ricercarsi tra queste considerazioni:
1) I bambini in affido hanno visto un mondo che spesso nemmeno un adulto ha mai toccato con mano (violenze, sesso, abusi di ogni genere, incuria ... ) e tendono a ridare ad altri cio' che hanno subito, specie verso chi trovano piu' debole e indifeso (preferibilmente bambini piu' piccoli).
2) Nascono gelosie. E' normale anche fra fratelli, ma nel caso dell'affido il bambino naturale arrivera' a dire "ma chi ce lo ha chiamato questo qua in casa nostra?", ed il bambino affidato si sentira' umiliato, non voluto ed oltre a soffrire, potrebbe anche ribellarsi e reagire male, quantomeno non ascoltando i vostri insegnamenti. Le gelosie comunque sono l'ultimo dei problemi, ma si diradano con il crescere dei bambini.
3) Pensa di avere in affido un bambino piccolo, della stessa eta' dei tuoi figli. Questo vi chiama, come e' naturale che sia, papa' e mamma. Lasciamo stare il discorso "gelosia" e facciamo finta che non esista, che siate bravissimi e la gelosia non nasca. Pensate se un giorno arriva l'assistente sociale, dopo magari sei anni che il bambino e' con voi (a noi e' successo proprio quanto sto descrivendovi) e decide che deve tornare a casa. Voi magari lottate per un anno contro servizi sociali, giudici e piscologi, ma alla fine il bambino torna nella sua famiglia di origine. I vostri figli subirebbero un trauma enorme: un fratellino o sorellina che se ne va, l'insicurezza che questo possa accadere anche a loro (in fin dei conti anche il bimbo affidato vi chiamava papa' e mamma come loro), nonostante le lotte che vi hanno visto fare. Se un adulto sa che questo puo' accadere, un bambino non se lo immagina e ne soffre tantissimo.
Mi si potrebbe obbiettare che le problematiche relative all'affido possono sorgere sia in presenza di figli piccoli, sia in presenza di figli adolescenti. Va pero' detto che gli adolescenti hanno gia' una formazione propria e delle difese che i bambini piu' piccoli non hanno.
Il mio discorso comunque verte sopratutto sulla differenza di età, ovvero che sarebbe opportuno che il bambino in affido sia piu' piccoli di qualche anno del figlio naturale.
Pensa se ti danno in casa un bambino che ha subito violenze sessuali ... e' portato a ripeterle su chi trova piu' debole di lui. E' un grosso rischio, che potrebbe segnare per tutta la vita il bambino che le subisce. Te la senti di accettare un rischio di questo genere? Non puoi sorvegliare 24 ore al giorno ogni movimento.
A volte le titubanze dei giudici, che al contrario di molti assistenti sociali, lavorano per il bene del bambino (sono riuscito a far cambiare diversi provvedimenti solo spiegando la reale situazione al giudice che si era affidato, nel promulgarli, alle relazioni degli assistenti sociali) sono dettate dall'esperienza e se la casistica dice che gli affidi familiari falliscono quasi sempre quando c'e' un figlio naturale di eta' piu' piccola ... credo sia giusto che non se la sentano di rischiare di dare un affidamento in certe condizioni, con il rischio di altri fallimenti e con il rischio di far del male ad altri bambini, figli naturali della coppia affidataria.
Non so se conosci situazioni di affido, ma di bambini ne abbiamo visti, in 21 anni, oltre 500 e posso dirti che tutti hanno dato problemi non indifferenti, e questo e' naturale, e ti dico che se avessi avuto figli miei ... ne avrei aiutati molti, ma molti meno.
Sono il primo a cercare delle risorse, sono il primo ad accogliere a braccia aperte le famiglie che vogliono fare affidamento ... ma il mio primo pensiero va ai bambini, ad evitare che si creino situazioni che con buone probabilita' possano portare ad un uleteriore e deleterio abbandono. Ne ho visti tanti di casi del genere. Ho curato troppe ferite di tanti bambini presi in affido e poi abbandonati!!! Troppe per rischiare oltre un certo limite.
Si parla di umiliazioni nel non avere una famiglia ... ma ben piu' grave e' l'umiliazione di dover dire di essere stato mandato via, oppure l'umiliazione di sentire un "fratellino" dire "chi ce lo ha chiamato quello lì nella nostra famiglia".
I bambini a volte sono taglienti, per quanto la famiglia possa essere ottima e dare ottimi insegnamenti
Grazie Piripilla. Anche io la penso un po' come te. Non sai dirmi altro sulle esperienze vissute dai tuoi amici?
Grazie Riccardo. Ho letto e adesso ci rifletto!
L'unica cosa che mi viene da chiederti così a caldo: è davvero così automatico che un bimbo che abbia subito violenze sessuali cerchi di infliggerle su chi trova più debole di lui. Non sono esperta ma ho letto un po' sul tema e questi episodi pensavo potessero succedere solo se il bimbo non aveva ancora iniziato un percorso di consapevolezza su quello che gli era successo.
Poi sono daccordo con te che i bambini sono i primi a dover essere tutelati, tutti, quelli che ci sono già e quelli che arrivano; però dare la nostra disponibità, compresa dei limiti della famiglia, non po' essere comunque una risorsa per certe situazioni: dopotutto prima di fare un abbinamento i servizi valuteranno bene cosa può realmente dare una famiglia !
Noi daremmo la nostra disponibilità e se mai un bimbo avesse bisogno di una famiglia come la nostra, noi ci saremmo. O non è così che funziona nella realtà ?
Noi staiamo seguendo un corso di formazione/orientamento all'affido che oltre a fornirci maggiori informazioni fa' parte di un progetto che si chiama "Prendimi in affetto" che accompagnerebbe l'eventuale affido fututo con l'appoggio di consulente famigliare, gruppo di famiglie e specialisti, cosa molto preziosa. Abbiamo appena iniziato questo percorso e quindi non è ancora stato deciso niente, anzi. Però, se noi decideremo di dare la nostra disponibilità verremo presi in considerazione solo qualora ci sia un bambino che ha bisogno di una famiglia come la nostra, non per il primo bambino che ha bisogno di una famiglia. Penso?!? La questione dell'abbinamento penso che sia molto complessa e di sicuro molto critica: se come dici tu, bambini con un certo passato, potessero essere "pericolosi" per quelli già presenti in famiglia, l'abbinamento non andrebbe neanche preso in considerazione, o sbaglio?
Grazie, Ale
Non è automatico, certo, ma è molto probabile. Se io avessi un bambino piccolo non me la sentirei di rischiare.
Teoricamente dici bene ... i servizi devono valutare se l'abbinamento è giusto per quella famiglia, ma non sempre funziona così. Ci sono dei casi considerati "patate bollenti" che vengono dati senza tanti complimenti alla prima famiglia che da la sua disponibilità. Uno dei nostri ragazzi ha fatto 9 case famiglia e due adozioni finite male ... questo getta una discreta ombra sui servizi ... e molti sono i bambini che vengono sbattutai da una parte all'altra ... potrei farti mille esempi personalmente vissuti o raccontati tramite mail. D'altra parte considera che una struttura costa dai 4.000 ai 10.000 euro al mese ... una famiglia dai 100 di alcuni comuni del sud ai 700/800 ... è chiaro che se c'è una famiglia dispoonibile si tenda a collocare il bambino in essa piuttosto che rivolgersi a delle strutture ... anche se quesyto vuol dire non raccontare tutta la verità.
Se vai indietro nelle pagine del forum a più o meno due anni fa ... c'era Francy che raccontava del suo vissuto ... cosa da far rabbrividire e che l'ha allontanata, forse per sempre, dalla voglia di fare affido, oltre ad aver provocato un ulteriore danno ad un bambino e ad aver perso tempo nella risoluzione dei suoi problemi (era sostanzialmente indicata una comunità, ma i servizi lo hanno dato ad una coppi giovane senza esperienza e negandogli ogni aiuto, compreso lo psicologo. Il bambino aveva dei gravi disturbi psichici e questa famiglia non era indicata ... certamente il fallimento non è da imputare alla famiglia ma ai servizi sociali).
E quante potrei raccontartene!!!
Il corso che state seguendo è, dalle tue parole, ottimo. Magari tutti i servizi facessero una cosa del genere. Purtroppo la maggior parte ti valutano, ti raccontano qualcosa e poi, quando hai preso il bambino in affidamento, ti lasciano a te stesso.
Riccardo, sono nuova del sito e sto ancora seguendo il percorso per diventare famiglia affidataria. Noi abbiamo 2 figli, la grande di 7 anni ed il piccolo di 2. Avevo già letto di questa difficoltà ad avere un affido vista l'età dei miei bambini ma la presidente dell'Associazione che cura gli affidi nella mia provincia mi ha rassicurato in merito. Ed io sono d'accordo con questa sua visione delle cose.
Con dei limiti e delle precisazioni ovviamente da applicare caso per caso. Io e mio marito quando abbiamo deciso di seguire questa strada ci siamo dati da subito dei paletti, cose per cui ci sentivamo pronti e cose per cui assolutamente non avremmo mai dato l'assenso. E così: consigliati dalla Presidente abbiamo deciso di lasciare il primato di "reginetta" della casa alla figlia più grande e non andare oltre quella età. Inoltre noi ci sentiamo abbastanza "pronti" (di rigore le virgolette!!!!) ad affrontare un bambino fino ad una certa fascia di età, forse perchè già vissuta. Ma anche perchè non ci sentiremmo di accogliere un adolescente avendo noi pochi ( ) anni più di lui (33).
Inoltre abbiamo pensato che un bambino fino a 3/4 anni esprimerà il suo malessere ed il tremendo vissuto con pianti, capricci....cose sicuramente difficili ma la cui causa vera probabilmente non sarà recepita dalla bambina grande. A 7 anni un bimbo è in grado di raccontare tutto e con parole chiare e comprensibili, a 3 no.
Il piccolo è veramente ancora troppo piccolo per spiegargli la vera ragione della presenza di un "fratellino" ma un pò per volta anche a lui sarà spiegato la temporaneità della situazione. Alla grande abbiamo invece spiegato tutto ancora prima di contattare le ass soc e chiesto il suo parere. E sicuramente loro come noi piangeranno quando il piccolo affidatario se ne andrà, ma avranno anche imparato una cultura del condividere e dell'aiuto che spero servirà loro per tutta la vita.
carissima Cricchia, credo che siate sulla strada giusta. A queste condizioni ed un passo alla volta penso che potrete raggiungere ottimi risultati. Vi auguro ogni bene e spero davvero che possiate arrivare presto ad avere un affido che serva ad aiutare un bambino.
Bellissima la visione dei figli che piangeranno con voi quando il bambino se ne andrà e grazie a queste lacrime riceveranno una lezione importante che li porterà verso la solidarietà.
Mi scontro ogni giorno con l'egoismo di molti che non si avvicinano all'affido per la paura di soffrire, quindi prendo la vostra testimonianza come un dono del buon Dio.
Se vorrete venire a trovarci e condividere anche con noi le vostre esperienze, ci farete un grande piacere.
Ciao cricchia, la penso esattamente come te! In bocca al lupo con i servizi! Teniamoci in contatto visto che siamo entrambe all'inizio.
La nostra è una famiglia normale e anche un po' all'antica, cioè ci piace lo stare in casa, il goderci le risate dei bimbi, avventurarci in passeggiate nei parchi, cose semplici, tranquille. E mentre viviamo nella serenità della nostra famiglia mi sembra che un po' di posto libero ci sia. Certo ci sarà da impegnarsi molto, e sarà difficile per tutti, un po' anche per i bambini, ma loro non saranno soli, noi ci siamo e vogliamo accompagnarli durante tutto il percorso della loro vita, e laddove non saremo in grado di aiutarli noi con le sole nostre risorse, ci faremo aiutare, così cresceremo ancora un po', ancora insieme a loro.
Lo so' Riccardo che un abbinamento sbagliato sarebbe DISASTROSO ma il progetto di cui faremo eventualmente parte è una protezione proprio verso questo tipo di problemi. Non è un progetto che nasce dai servizi ma da un istituto religioso che gestisce anche alcune case famiglia. Loro farebbero da tramite tra i servizi, la famiglia di origine e la famiglia affidataria, non solo durante l'affido ma anche in fase di abbinamento. Conoscono bene i bambini, perchè sarebbero quelli presenti nelle loro strutture, conoscono i servizi e ci collaborano, e conoscono noi attraverso questo corso e poi altri incontri con il consulente famigliare. Faranno anche da tramite con la famiglia di origine e aiuteranno a gestirne gli incontri. Inoltre prima di iniziare l'affido verrà stipulato un contratto tra tutte le parti in causa, con specificati doveri e diritti di ogni parte. Mettono a disposizione specialisti di diverso tipo dal medico, allo psicologo, all'avvocato e inoltre si è seguiti 24 ore su 24 dal consulente famigliare per qualsiasi emergenza. Mi sembra un ottimo progetto, una vera garanzia perchè non succedano tante delle cose che ho letto succedere anche qui in qiesto forum.
Quindi secondo me potremmo essere veramente una risorsa per un bimbo.
Anche io ho già delle opinioni mie, che nascono dalla mia visione della mia famiglia, infatti per il momento non penserei ad un bimbo più piccolo del mio piccolo perchè lui anche se imita tantissimo il grande e è molto autonomo, secondo me soffre un po' del fatto di dividere la scena e la mamma con il fratello e il fatto di sapere che è più piccolo gli da' il diritto, almeno ai suoi occhi, di avere degli spazi privilegiati.
Il grande invece gode della presenza del piccolo che lo imita e lo segue sempre, lo ha aiutato a vincere la sua timidezza. Al grande piace molto essere guidato, anche con gli amichetti di pari età, se gentili, li segue volentieri e aggiunge del suo senza problemi.
Per questo pensavo ad una bimba di qualche anno più grande del mio grande.
Lo so' che sarà difficile e anche molto impegnativo, ma questi bambini non meritano che qualcuno li ami, che qualcuno fatichi per loro, non meritano un rifugio caldo ed accogliente dove potersi ricaricare per affrontare quello che la vita gli ha destinato. Secondo me si, lo meritano e siamo noi adulti a doverci impegnare e a dover gestire anche le difficili situazioni che si verificheranno.
Noi non pensiamo di rischiare troppo verso i nostri bambini, certo vogliamo delle garanzie che anche loro, come noi, e come il bambino, che si venga tutti tutelati e questo progetto promette bene perchè poi penso che di difficoltà ne' trovremo affrontare e anche molte ma quello che forse riusciremo a dare al bimbo ed anche ai nostri figli, e anche a noi stessi, sarà sicuramente più prezioso ed importante.
Certo abbiamo molta paura e tanti dubbi e siamo qui per questo.
Speriamo che qualcuno racconti esperienze proprie, dei problemi, anche pratici, che ha dovuto affrontare. Grazie
jappale, ma dove è il Centro di cui parli? quindi il vostro percorso è solo interno a questo centro? non avete rapporti con le assistenti sociali di zona? Ci si può rivolgere ad esso solo come zona di pertinenza?
Da quello che ho capito solo nel momento che l'istituto pensa che ci possa essere un possibile abbinamento con un bimbo, solo allora, veniamo mesi in contatto con i serviziper avere anche una loro valutazione.
Io ho capito così ma magari sbaglio! Questa sera c'è l'incontro quindi chiedo.
Per poter accedere al progetto non penso che serva necessariamente essere della zona: partecipano anche persone di altri comuni e addirittura di altre province che però erano già conusciuti dall'istituto, una per esempio era educatrice presso una delle case famiglia.
Se vuoi più info questa è la mia mail
jappale@libero.it
Carissima Jappale, il progetto che mi hai descritto è ottimo. Facci sapere.
noi abbiamo avuto la prima esperienza di affido quando i nostri figli avevano 4 e 2 anni...la bimba aveva 8 anni ed era un affido giudiziale(si dice così??) per gravi violenze subite...è stato l'affido più tranquillo che abbiamo avuto dal punto di vista dei rapporti fra i figli perchè probabilmente i mie fbio erano troppo piccoli per vederla come minaccia...poi abbiamo avuto due bimbe senegalesi di 4 e 3 anni quando i miei figli ne avevano 5 e 7 e anche in questo caso c'è stata un'accoglienza ottima....i problemi di rapporti tra i miei figli e gli affidatari sono cominciati quando i miei hanno cominciato ad essere adolescenti 14-12 anni....mentre la ragazza è estremamente accogliente il ragazzo 12 anni mal tollera sia l'affidato di 15 anni sia quello di 5 anni ...mi sento di dire per queste esperienze che l'età dei bio o degli affidati è poco significativa,ma che tanto gioca il carattere dei bio...mio figlio è comunque intollerante nei confronti della sorella e del resto del mondo e i fratelli affidatari sono degli inciampi...mia figlia invece ama cani,gatti e ogni essere che si muove sulla terra e i fratelli affidatari sono delle benedizioni
Grazie Annalisa!
Posso chiederti di raccontarmi un po' cosa è successo quando è arrivata la tua prima bimba in casa e un po' come si è svolto l'affido. Quali difficoltà avete incontrato, proprio perchè era il primo affido ?
Certamente il carettere del figlio naturale è importante, ma ricordiamoci che il carettere si forma con l'età e quindi ci sono certe età più difficili di altre. Ma se è importante il carattere, non meno importante è la differenza di età, non tanto per un discorso di sentirsi minacciati, quanto per un mettersi a confronto. Due ragazzi della stessa età più o meno saranno sempre a cercaer di apparire migliori agli occhi dei genitori e affidatari per strappare un pezzettino in più di stima, affetto e quant'altro. Potrebbe addirittura prevalere l'aspetto negativo e fare a gara a chi si comporta nel modo peggiore per attirare l'attenzione o per far vedere chi sia il più forte. Diverso il caso in cui ci sia un certo divario di età e dove il figlio naturale sia più grande. Ci sono interessi diversi, richieste diverse, sicurezze diverse e non si entra in competizione. Il figlio naturale potrebbe anzi essere una risorsa, ma mai difficilmente un ostacolo.
E' chiaro che ogni esperienza è a sè stante ... ma sarebbe sbagliato non preoccuparsene prima e dire "proviamo" perchè se le cose andassero male ci sarebbe tanta sofferenza in ognuno, ma specialmente nel bambino affidato che già ha subito abbastanza dalla vita e dove un ulteriore abbandono potrebbe rovinarlo per sempre.
Il pericolo di un fallimento dell'affido è tanto maggiore quanto maggiore è la presenza di persone diverse dalla coppia genitoriale all'interno della famiglia, specie se figli naturali. E' un pericolo che va affrontato, ma ci si deve mettere di fronte ad esso con serietà non pensando solo se ce la posso fare o se possono farcela i miei figli, ma anche e sopratutto se il ragazzo che accogliamo può farcela.
Annalisa parlava di carattere del figlio naturale, ma credo che l'elemento chiave sia il carattere, dato in prevalenza dal vissuto, del bambino che arriva in affido.
Chi arriva in una famiglia, questo vale anche per l'adozione, è come se fosse appena nato ed ha bisogno di ogni cura e di ogni attenzione, specie nei primi tempi. Ha bisogno di sentirsi unico, almeno nel suo genere. Ecco perchè un ragazzino di 8/10 può entrare in una famiglia dove ci sia un ragazzo di 15/16 e credo sarebbe giusto non inserirlo dove ci sia un bambino di pari età.
Un nostro bimbo in affido viene da un'adozione fallita ... principalmente per questo: conflitto con bambina stessa età (i genitori dicevano che lui toglieva la scena a lei e lei era gelosa) e con figlia appena nata (le attenzioni erano per lei ed il bambino adotttato faceva di tutto per farsi considerare).
Si Riccardo sono d'accordo con te! E questa è proprio la più grande delle nostre paure: quella di non farcela!
Però, e dimmi se sbaglio, qualora le cose andassero male, ma veramente malissimo, e malgrado il nostro impegno risultassimo non essere la famiglia giusta per aiutare il bimbo, cosa succederebbe? Io e mio marito penso che lotteremmo fino allo fine delle nostre forze pur di non abbandonarlo. Dopotutto i problemi non ci sono in tutte le famiglie e non è a questo che servono: per affrontare la vita, le sue gioie ed i suoi dolori ?!? Qualora mio figlio avesse dei problemi che all'interno della famiglia non riusciamo ad affrontare ci faremmo aiutare e lo stesso pensiamo di fare se chi ha bisogno di aiuto è il bimbo che ci viene affidato!
Anche se con radici profondamente diverse, la responsabilità verso un figlio e verso un bimbo affidato sono da considerarsi uguali, almeno dal lato degli adulti, dei genitori , naturali o affidatari, che siano.
Però, oltre che alla massima serietà con la quale ci si può incamminare sulla strada dell'affido, oltre che un'attenzione nell'effettuare l'abbinamento bimbo-famiglia affidataria (nelle mani di chi gestisce il progetto), oltre all'essere sinceri, quando si racconta della propria famiglia e di se stessi, oltre a questo cosa possiamo fare per evitare una situazione di rischio eccessivo? E, per favore, non chiedermi di aspettare che i miei figlia abbiano 10 anni in più.
Ciao, Ale
Non devi aspettare che tua figlia abbia 10 anni di più
Dalle tue parole comprendo le tue motivazioni e sopratutto il tuo profondo desiderio di farcela e di affrontare gli ostacoli.
Non sempre è semplice perchè si è pronti ad affrontare ciò che si conosce, ma ciò che non si conosce è difficile prevedere se si è grado di affrontarlo.
Una cosa che consiglio ad ogni famiglia affidataria che stia per intraprndere un percorso di affido è quella di chiedere aiuto ad una psicologa.
Al momento dell'accordo per l'affido chiedere di mettere, per scritto, in chiaro alcuni punti (è una cosa legittima e comune a tanti enti che ben agiscono ed è praticamente un progetto al quale attenersi) e tra questi la disponibilità sin da subito di incontri programmati della psicologa non solo con il bambino in affido, ma anche con gli altri conviventi della casa, siano essi figli, nonni, affidatari. Si dice "presa in carico" dove non si debba intendere un incontro una volta ogni sei mesi, ma più incontri in un mese, a volte singolarmente, a volte a coppia, a volte tutti insieme ... per poter parlare della famiglia, dell'inserimento, dei problemi nati o che stanno nascendo.
Qualora il servizio non concedesse tale opportunità ... ci si deve rivolgere al tribunale dei minori.
Per chi non è pratico può sembrare un'esagerazione, ma ciò che è dentro all'animo di un bambino che ha avuto problemi e che vien tolto dalla sua famiglia ... non lo sa nessuno ed è difficile da scoprire, per questo occorrono tutte le forze disponibili e lo psicologo è certamente un ottimo strumento per indagare sul suo stato d'animo.
Ho conosciuto bambini che hanno parlato di ciò che provano solo dopo anni di affido, anche se gli affidatari erano pieni di amore e di attenzioni nei suoi confronti.
Senza una psicologa l'affido è molto probabile che fallisca, specie in presenza di altri figli, specie se il bambino in affidamento è già grandicello.
quando e' arrivato mio figlio in affido aveva 15 anni e i miei figli 4 e 7 piu' una bimba adottata di pochi mesi...Non credo che nessun giudice o assistente sociale l'avrebbero considerata la situazione ideale per l'inserimento di un adolescente un po' problematico...Invece tutto e' andato per il meglio. Il maschietto piccolo ha visto realizzato il sogno di un fratellone... e se e' stato tanto geloso della piccolina mai e' venuta meno l'adorazione per il grande... Quella di sette anni oltre ad avere un carattere in genere molto tollerante e disponibile ai bisogni degli altri non se l'e' minimamente presa per essere stata detronizzata del ruolo di piu' grande, forse perche' la distanza di eta' e poi con un maschio li rendeva veramente poco confrontabili nei ruoli all'interno della famiglia. E' stato anche bravo il grande a sapersi prendere gli spazi e gli affetti a poco a poco, senza prepotenze (nonostante il carattere.. ). Certo ci sono stati momenti i cui sentivo che l'equilibrio era precario, e il lavoro era tutto nel mantenimento di questo equilibrio...Oggi, a distanza di sei anni, posso dire che tutto e' andato molto bene e vedere loro quattro interagire e volersi cosi' bene e' una gioia immensa. Credo pero' che la regola generale dove se possibile i nuovi ingressi nella famiglia rispettino le eta' anagrafiche decrescenti sia corretta, per evitare, in situazioni gia' potenzialmente problematiche, altri motivi di crisi. Certo noi siamo l'evidenza che le regole valgono ma poi le regole del cuore e del buon senso e della capacita' di adeguarsi con sensibilita' alle situazioni valgono di piu'...
Ciao Roberta, benvenuta fra noi.
Grazie per averci raccontato la tua esperienza.
Credo che la buona riuscita sia dovuta, anche se non principalmente, alla differenza di età notevole. Come dici tu infatti la differenza di età li rendeva poco confrontabili ed uno non invadeva gli spazi ed i bisogni degli altri.
ciao a tutti anche noi abbiamo avuto varie esperienze di affido,ho 3 figli bio....avevano 12 anni e 8 la prima volta.....13 e 9 la seonda volta e lo scorso anno abbiamo affrontato l'arrivo di una neonata........è rimasta con noi un anno e poi è stata adottata.....abbiamo avuto dei percorsi nn tanto facili...ci sono state storie strane ....se vi va leggete....ma poi l'esperienza piu' bella è stata l'ultima.....abbiamo accompagnato la stellina verso un cammino che faceva paura....eravamo terrorizzati all'idea del momento in cui se ne fosse andata....ma abbiamo superato con alti e bassi ...e ora siamo davvero contenti...
lascia a desiderare il rapporto con i servizi....da quando la piccola se n'è andata ....silenzio totale...ma questo è un problema loro....noi come famiglia siamo qua..pronti ad accogliere ancora...logicamente dovrò aspettare un po' perchè il mio 3 figlio ha 10 mesi e dovrà crescere .......per ora aspetteremo un po' ma in noi c'è viva la voglia di accogliere...
qui dove stiamo noi si è distrutto il gruppo affidi.....nn vi è piu' nulla di nulla..e questo mi fa tristezza.....
Per Valeria ... come vedi non sono solo io ad avere avuto brutte esperienza con i servizi sociali ... sara' sempre colpa delle famiglie o forse non sarebbe l'ora di sedersi tutti intorno ad un tavolo ed esaminare i reciproci errori per potersi meglio capire e migliorare situazioni dove i bambini non vengono adeguatamente aiutati e le famiglie affidatarie usate e abbandonate?
Finchè non ci sarà la capacità di fare autocritica (da parte di entrambi), difficilmente le cose potranno cambiare.
Ciao Elettra,
eccoti di nuovo, e ne sono felice....la costanza che ha avuto Elettra la ricordo con una particolare ammirazione...nonostante ha spesso fatto i conti con la negativita di chi lavora nel campo dell'affido. Ed ora pensa ancora con voglia di aprire di nuovo il suo cuore e la sua porta...sei stupenda!
Un bacio ai tuoi figli, e uno speciale a te supermamma.
io sono nuova del forum...anche se nell'attesa che ripartisse mi sono letta tutti i post...
io non ho un esperienza personale di essere una famiglia affidataria con bambini piccoli bio.
mia figlia ha 23 anni, e i nostri affidi hanno riguardato un bimbo di 6 anni e una bimba di 18 mesi.
Xò nel gruppo di famiglie affidatarie dell'associazione di cui faccio parte c'è ne sono 2 ed entrambe hanno 3 figli che vanno dai 9 ai 2 anni e i bimbi affidati hanno in un caso 3 nell'altro 5 anni .
l'impressione che ho è che tutti i bambini abbiano trovato giovamento da questa situazione, ma la domanda che si sono poste queste famiglie riguarda le conseguenze psicologiche sui bambini quando ci sarà l'inevitabile distacco: CAPIRANNO?
vorrei inoltre aggiungere qui la mia esperienza con i servizi sociali...
come avete già scritto molti di voi anche la nostra è stata difficile,ci siamo sentiti usati e poi messi da parte nel momento in qui noi avevamo bisogno di aiuto, un aiuto da loro proposto!!
abbiamo affrontato un affido, che avrebbe dovuto durare 5 giorni e che poi è durato 16 mesi, di una bambina piccola poi andata in adozione.
dal quel giorno il silenzio...sono passati 11 mesi...
ha chiamato l'assistente sociale una sola volta x un problema legato all'adozione della piccola e in quell'occasione ci ha chiesto se volevamo ricominciare con l'affido...
ho detto no...
l 'energia e la voglia di fare cè ancora ma non ci va più di collaborare con loro.
stiamo pensando di proporci in altri servizi ma purtroppo l'impressione è che sono tutti uguali.
m.
Ciao Raksha, piacere di conoscerti e piacere di sentire che hai letto le nostre discussioni sul forum.
Che tristezza quando leggo che c'è la disponibilità all'affido, ma che il ferno ad andare avanti sono i servizi sociali.
Tutti ugulai forse no ... certo che le testimonianze e le esperienze della maggior parte di noi non fanno trasparire un quadro troppo idiliaco e quel che è peggio c'e' anche l'arroganza di dire "noi siamo i servizi sociali, siamo sopra di voi, siete voi che sbagliate, non noi" e chi ci rimette sono i bambini, le famiglie affidatarie e quei servizi che lavorano bene.
Bisognerebbe imparare, ma so che è estremamente difficile, a farsi usare per il bene dei bambini quel tanto che basta, ma anche lottare per loro, anche contro i servizi sociali quando occorra.
Vi garantisco che i tribunali dei minori, non scevri da errori così come le famiglie affidatarie, sono super partes e rivolgersi a loro a volte dipana le matasse a favore dei bambini.
In più di un caso mi sono tolto qualche sassolino dalla scarpa ... ed è per questo che molti assistenti sociali mi detestano (lo avreste mai detto ???? ) ...
ma ci sono anche dei servizi sociali con i quali collaboriamo (tanto per non far nomi: Udine, Rozzano, Torino, Albano Laziale, Melegnano ... ) con stima reciproca.
Sarebbe buona cosa un giorno ritrovarsi, perchè tramite forum siamo un pò frammentari, fisicamente e parlare della cosa ... potremmo arrivare a buttare giù un documento, tipo codice di comportamento, dove sarebbe bene invitare anche qualche assistente sociale. Cosa farne? Beh intanto cominciamo a schiarirci le idee, poi possiamo vedere di inviarlo a chi di dovere, media compresi, e cercare di stimolare i comuni a fare il loro dovere (ad esempio cominciando a divulgare l'affido).
Certo è che non si può pensare che un servizio sociale ti giudichi, perchè di giudizio si tratta, idoneo o meno all'affido ... magari sulla base di simpatia o di credo treligiosi o politici. Occorre che vengano stabiliti dei parametri oggettivi per i quali si è oppure non si è idonei ... so che è difficile, ma potremmo provarci.
Data ideale potrebbe essere nel mese di giugno, a scuole chiuse, presso la nostra casa in Toscana (posizione centrale comoda per tutta Italia e con possibilità di ospitarvi ... chiaramente gratuitamente)
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