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Ciao a tutti sono nuova di questo forum, che leggo però da molto tempo. Io e mio marito abbiamo cominciato già da un mese i colloqui con l'assistente sociale di informazione e preparazione all'affido. Tuttavia ieri al 3° incontro, siamo stati vicinissimi a mollare tutto. Gli incontri infatti volgevano di più a conoscere noi piutosto che ad informarci e a prepararci a questa esperienza, ed è per questo che ieri abbiamo cominciato l'incontro tempestandola di domande per capire le problematiche di questa istituzione. Ma la signora non era ben disposta, lei doveva condurre il colloquio come voleva, lei doveva parlare e noi rispondere. Sembravamo a scuola.... Vabbè ci siamo tirati indietro e siamo stati al suo gioco, abbiamo infatti convenuto che essendo molto giovane e priva di esperienza doveva tenere quell'atteggiamento cosi rigido. Speriamo meglio con la psicologa.... Intanto domani mi tocca sempre con lei il colloquio individuale e poi a mio marito, ma temo che l'incontro sarà volto principalmente a farci dire cose negative del nostro coniuge.... Sbaglio? Speriamo.
Cosa ci dite per sostenere questa nostra disponibilità? Per la verità ci stiamo disinnamorando di questa nostra scelta.
ketty
Non disinnarmotevi, per favore.
Ci sono tanti bambini che hanno bisogno.
I servizi sociali non amano fare affido e vi scoraggeranno ... magari cecando di farvi m,ollare e mettendovi in attesa per tanto tempo ... ma non mollate!!!
Venite a conoscerci ... ci sono molte persone a favore dell'affido, anche alcune tra i servizi sociali.
Non è necessario passare il filtro dei servizi sociali ai quali vi siete già rivolti ... la legge non prevede che si debba andare al centro affido più vicino o ad altro specifico ... basta andare da quello giusto, da quello che è pronto ad accogliere una famiglia che chiede affidamento come una risorsa per un bambino che soffre e non un contenitore da usare e dagettare quando non fa più comodo.
Colloqui individuale ... di solito chiedono ad uno le caratteristiche dell'altro per vedere se e come si conoscono e se c'è affinità di coppia
Potete dirci quale sia il comune dove fate questi colloqui, o almeno la regione?
Ben arrivati
Leggendo mi viene in mente che le tante domande a voi siano state solo per conoscere chi si ha di fronte, le motivazioni che spingono a fare questa scelta e non mi sembra poi tanto sbagliato.
Spesso anche noi ci siamo sentiti scoraggiati durante i tanti incontri che siamo stati sottoposti, poi abbiamo dato disponibilità a diversi comuni, quindi triplicati i colloqui...partecipavamo a corsi, a dibattiti, associazioni...ora riconosco che tante cose sono state dall'altra parte fatte solo perchè dovevano essere fatte e senza alcun tipo di interesse, alcuni son stati fatti con uno scopo...altri perditempo e altri ancora che se prima consideravo sensa senso ora ne ho capito il significato.
L'importante è non scoraggiarsi così all'inizio se no non si puòl arrivare sulla quella strada...ma sopportare alle volte e accettare questo mettersi in gioco anche se alle volte lo si trova un pò strano come metodo.
Con l'augurio che qualcosa di positivo vi arrivi per darvi quell'entusiasmo per proseguire...saluti Alissa
ciao ..... molte volte quando ci si avvicina all'affido nn si vede l'ora d'iniziare questo cammino,sentiamo dire in giro divarie situazioni ma per un motivo o un altro la coppia nn viene chiamata mai.......a noi è successo cosi'.....degli affidi falliti in partenza per vari motivi...ma anche questo puo' succedere (questo ci siamo sentiti sempre dire)...e nn te ne fai una ragione.....i bimbi sono tanti e le coppie poche...allora?????ti dico solo che abbiamo girato tanti servizi sociali..fatto colloqui su colloqui....ci siamo sentitti dire che eravamo accaniti...e che forse nn andavamo bene....
nn abbiamo mai mollato però......forse abbiamo aspettato solo un po'.....2 anni e quando ormai nn avevamo proprio piu' speranze veniamo chiamati per una neonata di 2 mesi....parliamo in famiglia e decidiamo d'intraprendere questo percorso.....la piccola è rimasta con noi per 11mesi ...le abbiamo insegnato a gattonare ,parlottare e camminare......insomma l'abbiamo accompagnata per un piccolo pezzetto di strada...dandole le basi per un cammino futuro.....a novembre è andata in adozione....finalmente ha la sua famiglia.......
questo è stato un bellissimo passaggio...e siamo stati felici di averlo fatto con lei......
ora abbiamo abbandonato un po' l'affido ...perchè aspetto il mio 3 figlio che nascerà tra 15 giorni...e quindi siamo quasi costretti a farlo....ma nel nostro cuore c'è sempre una porta aperta che aspetta di far entrare nella nostra famiglia un altro bambino appena possibile ciao katia
Molte persone mi scrivono esprimendo la propria delusione nei confronti dei servizi che non chiamano per lungo tempo, oppure che dopo il colloquio dicono "dovete attendere".
Uno dei motivi riccorenti, esplicitato o meno dai servizi sociali, è la presenza di figli naturali della coppia affidataria.
Vi dico subito che non troverete facilmente (o dovrei dire quasi mai) un'assistente sociale o un giudice che vi dia un bambino in affido fin tanto che i vostri figli saranno piccoli. Ci sono alcuni giudici che ritengono che l'eta' della prole della famiglia affidataria debba superare di almeno 4/5 anni quella del bambino dato in affidamento.
Poiche' un bambino viene dato difficilmente in affido prima che abbia compiuto i 7/8 anni ... fate voi i calcoli.
Altra cosa e' la possibilita' di prendere in affido un bambino, anche neonato, che un domani possa essere adottato (cosidette adozioni a rischio o affidamenti protetti). Per questo bisogna avere l'idoneita' all'adozione nazionale e la propria prole deve avere (regola non scritta, ma tenuta in considerazione come se fosse una vera e propria norma da quasi tutti gli operatori del settore) almeno 3/4 anni di eta'.
Le spiegazioni circa il fatto che l'eta' della propria prole possa essere un problema per l'affidamento sono da ricercarsi tra queste considerazioni:
1) I bambini in affido hanno visto un mondo che spesso nemmeno un adulto ha visto (violenze, sesso, abusi di ogni genere, incuria ... ) e cio' che hanno subito tendono a ridarlo a chi trovano piu' debole e indifeso (preferibilmente bambini piu' piccoli).
2) Nascono gelosie. E' normale anche fra fratelli, ma nel caso dell'affido il bambino naturale arrivera'a dire "ma chi ce lo ha chiamato questo qua in casa nostra", ed il bambino affidato si sentira' umiliato, non voluto e oltre a soffrire, potrebbe anche ribellarsi e reagire male, quantomeno non ascoltando i vostri insegnamenti. Le gelosie comunque sono l'ultimo dei problemi, ma si diradano con il crescere dei bambini.
3) Pensi di avere in affido un bambino piccolo, della stessa eta' di sua figlia. Questo vi chiama, come e' naturale che sia, papa' e mamma. Lasciamo stare il discorso "gelosia" e facciamo finta che non esista, che siate bravissimi e la gelosia non nasca. Pensate se un giorno arriva l'assistente sociale, dopo magari sei anni che il bambino e' con voi (a noi e' successo proprio quanto sto descrivendovi) e decide che deve tornare a casa. Voi magari lottate per un anno contro servizi sociali, giudici e piscologi, ma alla fine il bambino torna nella sua famiglia di origine. Vostra figlia avrebbe un trauma enorme: un fratellino o sorellina che se ne va, l'insicurezza che questo possa accadere anche a loro (in fin dei conti anche il bimbo affidato vi chiamava papa' e mamma come loro), nonostante le lotte che vi hanno visto fare. Se un adulto sa che questo puo' accadere, un bambino non se lo immagina e ne soffre tantissimo.
4) Relativamente alle case famiglia il problema e' ancora piu' forte, in quanto vi vengono inviati ragazzi con maggiori problemi e che non hanno trovato posto nelle famiglie affidatarie, che purtroppo richiedono spesso solo bambini molto piccoli e con pochissimi problemi.
Poi non tuti i servizi sociali la pensano così.
Infine ci sono assistenti sociali chem, pur pensandola in questo modo, non lo dicono per non perdere la famiglia come risorsa, ma alla luce dei fatti pur dicendo di si ... non danno nessun bambino in affidamento.
l'affido è una cosa seria ed è per questo che le assistenti sociali devono conoscere il meglio possibile le coppie che danno la disponibilità ad accogliere un bambino....devono comprendere le motivazioni reali, le dinamiche di coppia...soprattutto per poi abbinare i bambini alle coppie che hanno le risorse e le caratteristiche giuste per i bisogni particolari di quel bambino...Un po' di positività non guasta nell'affrontare i colloqui ed accettare le proposte dei servizi sociali...In fondo sono esperienze che possono essere utili a se stessi, alla coppia...a conoscersi meglio, a lasciarsi aiutare e guidare in questo percorso...Sicuramente poi ci sarà anche il momento informativo...quello in cui poter fare domande....
Noi abbiamo un figlio (adottato) di due anni e mezzo, una ragazza di 15 anni in affido e tra qualche giorno partiamo con l'esperienza di casa famiglia...Posso capire quello che dice Riccardo, ma conosco tante coppie che hanno fatto affido con figli propri, anche piccoli...e la cosa non è impossibile.
Ricordo che la legge privilegia le famiglie con figli per l'affido...
Noi non abbiamo mai sentito che un servizio sociale abbia negato l'affido per la presenza di un figlio piccolo...Ritorno a dire che chi fa affido si mette a disposizione di un bambino e che di solito i bambini si abbinano a coppie e famiglie che possano rispondere ai bisogni specifici di quel bambino.
Credo che per mio figlio sarà una bella esperienza, magari di sofferenza a volte, ma anche di condivisione, di apertura ai bisogni degli altri...una vera scuola di vita....
Ragazzi, i problemi sono tanti, ma un po' di positività non guasta!!!!Non scoraggiamo chi si avvicina all'affido!!!
rada.elli ha spiegato benissimo quello che è anche il mio pensiero...insomma volevo dire anche io un pò quello.
Elettra augurissimi...sei arrivata già agli sgoccioli?! Poi te ne prego dai tue notizie.
Un bacio Alissa
Mi inserisco in questa discussione finalmente felice di avere superato oggi con mio marito la selezione per l'affido.
Per me è un giorno di grande felicità, consapevole, o quasi, delle difficoltà a cui andremo incontro.
Il nostro iter è partito a novembre con quattro colloqui di coppia, una visita domiciliare e due incontri del gruppo di auto aiuto di famiglie affidatarie che si riuniscono una volta al mese.
Non abbiamo avuto particolari problemi nei colloqui e sono stati ben felici delle nostre domande per capire meglio la situazione, ci hanno sempre studiati in coppia e mai separatamente, ma so che anche loro fanno colloqui individuali.
Io e mio marito siamo stati due libri aperti, mettendo prima di tutto sul piatto le nostre difficoltà e debolezze, aspetti che sembra siano stati premiati.
E' stato un percorso molto interessante anche per noi come coppia, pur avendo un marito "orso" )) ed il riscontro positivo è un piccolo tassello in più del nostro matrimonio.
Il progetto a cui abbiamo aderito racchiude 15 paesi della Brianza e per un anno ci tengono ad averci con loro come coppia disponibile.
Dopo un anno potrebbero chiedere ad altri Comuni, non inserti nel progetto, le loro necessità.
Ci siamo resi anche disponibili per affidi di emergenza (loro dicono che nella nostra zona non ne esistono) e per affidi estivi.
Ora dovranno cercare il bimbo/bimba da abbinarci.
Non abbiamo figli e pensano qundi ad un affido a lungo termine.
L'unico paletto, e mi spiace ma diversamente non riusciremmo, è l'età, purtroppo non ci sentiamo pronti come prima esperienza ad accogliere un preadolescente, ma anche questo per loro non è un problema (forse lo è un pò per me)
Questo progetto prevede comunque il costante rapporto con i servizi sociali.
Nel comune vicino invece fanno solo la selezione e poi dopo avere dato l'affido non si interessano più.
Cosa dire, inizia l'attesa, anche se io ho comunicato che per me un anno di attesa è veramente troppo.
Per un pò cercherò di stare tranquilla poi vedrò l'evolversi della situazione, tenedno anche conto delle cose preziose che leggo su questo forum
Un abbraccio a tutti tutti
Paola
La legge teorica spesso mal si sposa con l'esperienza pratica.
Comunque la legge privilegia le coppie con figli ... ma non ne specifica l'età. Credo che una coppia che abbia figli grandi di 16/17 anni sia la miglior risorsa per un bambino tra i 6 e i 12 anni ... uno può insegnare all'altro e aiutarlo.
Un figlio che veda un ragazzo più grande picchiare la madre o altro raazzo impara a picchiare e soffre per essere impotente davanti a tale situazione, con il risultato che il ragazzo difficile vada mandato via per tutelare la propria prole.
Forse tu, Rada.elli, non hai mai sentito di servizi che neghino l'affido ha chi ha figli piccoli ... a volte magari non lo dicono, ma ti assicuro che accade molto spesso.
Ci sono famiglie, molte che ci leggono, che sono state dichiarate idonee dai servizi, ma che sono in attesa di un abbinamento da anni ... perchè hanno figli piccoli e si aspetta che crescano.
Proprio in questi giorni una famiglia mi ha scritto che i servizi, in maniera chiara e precisa, hanno detto loro che sono idonei, ma si deve aspettare che la loro figlia più piccola diventi più grande.
Nell'adozione stessa i servizi non danno bambini a chi ha figli fino a tre anni e nei corsi sull'adozione dicono che se una donna dovesse restare in stato interessante, il progetto adozione deve essere momentaneamente accantanato.
Il nostro B. viene da un'adozione fallita ed il motivo principale, sentenziato dal tribunale, è la nascita di un figlio nei primi mesi di accoglienza.
Il nostro A., ormai maggiorenne e residente altrove, veniva da un'esperienza di affido di un anno dove lui aveva 7 anni e c'era un bambino in adozione di pochi mesi ... motivo dell'alontanamento: la presenza di figlio piccolo (sentenza del tribunale).
Potrei portarvi altri mille casi che conosco e che ho vissuto.
Non nego che ce ne siano altri dove le cose vadano bene, nonostante la presenza di un figlio piccolo, ma sono un numero minore ... ma comunque non si parla di numeri, ed anche se fossero al 50 per cento ... il rischio di fallimento dell'affido sarebbe sempre troppo elevato.
Già l'affido non è un'esperienza facilissima, se poi si parte già in salita, diventa duro raggiungere la cima, per quanto si possa essere scalatori provetti, quindi buoni genitori.
Il fallimento di un affido a volte non dipende da chi pratica l'affido, ma da mille situazioni attorno a noi che complicano la vita di ogni giorno. Credo sia opportuno cercare di limitare i rischi già dalla partenza. Poi, una volta iniziato l'affido, non devono esserci ostacoli e bisogna combattere con la stessa forza con la quale si combatterebbe per un figlio biologico ... senza mai mandarlo via, ma facendo di tutto per dargli un avvenire, anche quando le cose si complicano.
C'è troppa facilità all'abbandono, troppa facilità ad arrendersi davanti ad un problema.
Non credo valga la regola "proviamo e poi vediamo come va a finire" ... si gioca sulla pelle di un bambino e bisogna stare attenti.
Gli psicologi dicono che un allontanamento, una volta che nu bambino è stato preso sotto l'ala di una famiglia, sia assai più deleterio di quanto non sia stato nocivo il suo passato nella famiglia di origine.
Il nostro B., adottato, comincia adesso, dopo tre anni con noi, a superare il problema di essere stato mandato via ed inizia ora ad essere più sereno.
Pensa alle "sue sorelline" e che non potrà rivederle più e non ne capisce il motivo, anche se comincia ad accettare la situazione ... ma ogni tanto viene fuori con domande che lo portano a sentirsi colpevole. Abbiamo dovuto fare un grande lavoro per non demonizzare i suoi genitori adottivi e nello stesso tepo fargli capire che non è stato allontanato per colpa sua.
Il nostro N. ... anche lui, allontanato e messo in una casa famiglia e poi arivato da noi ... al momento in cui è nato un bambino alla famiglia affidataria. Cose scritte sulle relazioni dei servizi sociali.
Non dico che una famiglia affidataria non debba avere figli, ma dico che la cosa vada attentamente pianificata per non fare del male a chi si prenda in affido.
Io credo che il problema della inidoneità all'affido non sia la presenza di figli piccoli quanto piuttosto la capacità della coppia di reggere emotivamente l'eventuale sofferenza o gelosia de proprio figlio... standogli vicino e continuando a dargli amore e tutto quello di cui ha bisogno...a volte i servizi utilizzano delle "scuse" per dichiarare inidonea una coppia all'affido..per esempio la presenza del figlio piccolo, ma sotto sotto hanno letto qualche problema che non hanno il coraggio di verbalizzare....lo fanno per addolcire la pillola alla coppia che era disponibile....A volte capita anche il contrario....conosco una situazione che non ha retto l'affido per le dinamiche di gelosia messe in atto dalla figlia ed ha restituito la ragazzina in affido dopo due settimane....adesso continuano a proporre loro altre situazioni per l'affidamento....che loro per ora rifiutano...Ecco....questo non è corretto....come si fa a pensare di mettere a rischio di abbandono un altra volta un bambino con tanta facilità?
Su quest'ultimo punto concordo pienamente.
Coppie che abbiano rimandato indietro il bambino in affidamento non dovrebbero più essere utilizzate per l'affido.
Dici <!-- BBCode Start --><I>"il problema della inidoneità all'affido non sia la presenza di figli piccoli quanto piuttosto la capacità della coppia di reggere emotivamente l'eventuale sofferenza o gelosia de proprio figlio"</I><!-- BBCode End --> ... beh ... poco cambia. Qualunque sia il motivo, se ci sono figli piccoli la possibilità di abbandono è alta
Provo a portare un'esperienza diretta.
Mia figlia stava per compiere 9 anni quando è venuto in affidamento da noi un ragazzino di 11. L'esperienza è iniziata con 3 settimane di vacanza al mare, senza colloqui, senza contatti con l'assistente sociale, con il solo accordo con la responsabile della casafamiglia che ospitava il ragazzo, che ci conosceva già da 5 anni come utenti dell'asilo e della ludoteca che appartengono alla stessa struttura.
Ci siamo resi conto dopo della difficoltà che questo comportava: nostra figlia era più "matura" dei suoi 9 anni e lui era più "piccolo" dei suoi 11! Che confusione di ruoli!
Per come siamo fatti mio marito ed io abbiamo pensato che le regole dovevano valere nello stesso modo per tutti e due, così abbiamo forse chiesto troppo sia all'uno che all'altra ...
Sono convinta che a quest'età non sia possibile discriminare i comportamenti e le attese dei due ragazzi, motivandole con vissuti diversi ... non è semplicemente questione di gelosia ... penso che si tratti di una questione di "giustizia" nella testa dei ragazzi.
Per esempio, in classe di mia figlia c'è un ragazzo difficile che vive in casafamiglia; le insegnanti hanno catechizzato i compagni perché fossero comprensivi, perché non lo isolassero, perché non reagissero alle sue provocazioni ...
I compagni che hanno subito maggiormente i "dispetti" di questo ragazzo, senza reagire perché così era stato loro richiesto dalla scuola e dalle famiglie, sono ora i più indisciplinati e violenti ... quando si sono accorti dell'impunità del comportamento del ragazzo di casafamiglia hanno deciso che anche loro avrebbero potuto usufruire della stessa impunità.
Nostra figlia era abituata che nei limiti del possibile, le parlavamo anche delle scelte che venivano fatte nella nostra famiglia ... nel caso dell'affidamento, invece, la situazione era evoluta molto rapidamente, non avevamo affrontato il discorso con lei perché frequentava tutti i giorni il ragazzino e pensavamo potesse parlarne con lui, creando delle aspettative sbagliate ...
Così lei si è sentita "imposta" la presenza di questo ragazzo nella sua famiglia ... i primi tempi lo subiva per fare non dispiacere noi e c'è voluto un bel po' di tempo perché si convincesse che non c'era niente di male a discuterci (o litigarci), a difendersi, a trattarlo da pari.
Penso che anche aver vissuto già con i propri figli il passaggio di una certa età permetta di viverla con maggiore obbietività anche con i ragazzi in affidamento ... capendo quali possono essere i problemi legati esclusivamente all'età e quali invece portati dalle esperienze vissute, senza affrontare tutto contemporaneamente con la stessa determinazione
...
Ma, in fondo, noi eravamo una famiglia molto disponibile ... e penso che qualche dubbio l'avevamo alimentato nell'assistente sociale ... ma non si poteva sprecare "una risorsa così" ...
Il ragazzo ha chiesto, alla fine dei due anni di affidamento (dopo 3 di convivenza in casa nostra) di tornare in casafamiglia ... forse pensava di tornare dove stava quando lo abbiamo conosciuto ... invece è andato in un'altra provincia, in una struttura grande, lontano dal suo mondo precedente ...
Che piacere leggervi. Mi date più informazioni di quante io ne abbia ricevuto dai servizi sociali. Comunque, volevo aggiornarvi della mia situazione. Avendo fatto qualche anno fa, domanda di adozione nazionale, ho chiesto il rinnovo della stessa unitamente alla presentazione della disponibilità anche dell'affido. Pensavamo di venire chiamati dalla stessa equipe che ci aveva seguito per l'adozione nazionale, invece ci hanno chiamati prima dallo staff dell'affido. Nonostante chiedessimo a questi di chiedere di noi al "vecchio" staff, non l'hanno mai fatto. Oggi per un caso pretamente fortunato, (non abbiamo chiamato noi direttamente per corretezza nei confronti di questi ultimi) ho incontrato le nostre "vecchie assistenti sociali e psicologa" dell'adozione nazionale. Mi hanno subito accolta con grande affetto, e mi hanno detto che stavano per chiamarmi loro per incontrarci per il rinnovo appunto della adozione nazionale. Ho spiegato loro il nostro disagio nei confronti dell'altro staff e mi hanno suggerito di continuare con loro. evviva!
Riccardo, grazie dell'accoglienza e grazie a tutti voi dei racconti delle esperienze. Anche io ho una figlia di 4 anni, quindi.... non devo aspettarmi gran chè? Non so! Siamo stati chiamati diverse volte nel corso di questi anni, ma proprio come dice Riccardo, abbiamo voluto fare una cosa alla volta e ora che abbiamo insegnato e lo stiamo ancora facendo, a nostra figlia, ad aprire il suo cuore e la sua cameretta abbiamo deciso di continuare questo cammino, e credetemi oggi sono felice e determinata ad andare avanti. Perchè conta molto avere a che fare con i servizi sociali che ti ascoltano e ti sostengono. La "nostra" assistente sociale e la "nostra" psicologa lo fanno e lo faranno. (spero ?
scrivetemi ancora
voglio capire il + possibile
grazie
Ketty (SS)
sei una delle poche fortunate che parla così dei propri servizi sociali.
Sono certo che laddove c'è reciproco ascolto delle esigenze altrui, si possa creare un'ottima sinergia che porta al bene di tutti, specie del bambino.
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