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Ho letto con tanta partecipazione quanto in questi giorni Riccardo scriveva di M.
Il nostro G., di lui ho parlato più volte, è avviato esattamente sulla stessa strada.
Per un lungo tempo ci sono stati grandi progressi, e il tremendo regresso di quest'ultimo periodo, seguito alla grande illusione di novembre che ci sarebbe finalmente stata una soluzione definitiva alla vita di G., illusione nella quale i servizi hanno direttamente coinvolto anche il bambino, ci ha procurato ancora più sofferenze.
Dopo tutto questo tempo, ora siamo a 5 anni e mezzo, dopo quanto noi, e soprattutto lui, ci siamo esposti con decisioni, interventi, confessioni, cure, ecc... ecc... di fronte ai servizi, ai tribunali, agli psicologi ed ai neuropsichiatri, continuiamo ad avere alti a bassi, anzi bassissimi.
Il padre negli incontri mensili continua a distruggere tutto quello che noi saniamo, riaggiustiamo, riequilibriamo, poi dopo un paio d'ore se ne va e noi restiamo a prenderci le conseguenze di quello che lui ha seminato.
L'ultima volta non è venuto, un'ora e mezzo d'attesa, un giorno di scuola perso, un giorno di ferie bruciato, ed in cambio un bel rientro con conseguenti comportamenti di odio e distruttività verso se stesso, verso noi, verso i compagni, verso tutto il mondo.
G. è ormai ininterrottamente arrabbiato da ben due settimane, sapete cosa vuol dire?
Noi non siamo più in grado di curare; ci vorrebbe una psicoterapia e forse, di nuovo una cura farmacologica, ma non solo i servizi non sono in grado di fornircela, ma neanche ci hanno autorizzato a farlo privatamente.
Abbiamo chiesto più aiuto, ma non è arrivato.
Io mi sto ammalando, abbiamo rischiato la separazione, siamo ormai rimasti soli perchè il pericolo ambulante ci ha costretto, di nuovo, ad allontanarci da tutti.
E passi, se intanto G. migliorasse, ma va peggiorando sempre di più.
Il disagio aumenta e, crediamo sia ormai patologico.
Ormai non riusciamo più a sostenere tutto questo.
Gettiamo la spugna.
i servizi lo sanno? Il bambino?
un abbraccio forte forte!
Carissima Sandra,
vorei poterti aiutare.
I problemi con M. sono momentaneamente rientrati perche' si è aperto un forte dialogo con tutti gli operatori.
Anche i servizi sociali, sollecitati da due miei fax di fuoco, si sono fatti vivi ed hanno accettato un incontro a breve alla presenza del medico di cui hi parlato nei miei passati messaggi.
I ragazzi hanno bisogno di tirare fuori la rabbia che hanno. Sta a noi fargliela tirare fuori in maniera costruttiva e non distruttiva.
I servizi vi hanno impedito di farlo vedere da uno psicoterapeuta ... perchè questo vorrebbe dire un passo indietro (che figura ci farebbero!!!) e vorrebbe dire che se fallisse con voi, dovrebbe andare in comunità terapeutica ... con grande costo per il comune.
Non pensano al bene del bimbo e al vostro bene.
Dovreste provare con il tribunale. Una lettera acorata dove dite che i servizi vi hanno lasciati soli, che gli incontri con il padre sono deleteri, che siete ad un passo dal mollare l'affido dopo 5 anni ... e dove chiedete aiuto al giudice.
Se volete, posso farmi portavoce di questo, almeno provarci.
Per legge le famiglie affidatarie possono farsi assistere da associazioni che si occupano di minori.
A vostra disposizione, almeno per non lasciare nulla di intentato.
Un abbraccio con enorme affetto
Presa dalla disperazione ieri ho persino pensato di chiedere l'intervento del 113 o del 112 per "liberarmi" ecco, così mi sono sentita, di un peso che sento di non poter più sostenere.
G. sta male, ma ormai io forse sto peggio di lui.
Scusatemi per lo sfogo, ma sono veramente allo stremo. Continuo a sentirmi colpevole, penso che ho sbagliato tutto, che non sono stata capace, che ho fatto danni più che bene. Come si puo' arrivare a dire di quello che consideri un figlio <desidero solo che se ne vada e mi restituisca almeno un po' della mia vita..... > Mi sento un mostro.
Abbiamo chiamato lo psicoterapeuta familiare che ha sostenuto ed un po' "riaggiustato" me e mio marito in quest'ultimo anno. E' un anno che noi curiamo, con il suo aiuto, G.,che tentiamo, come possiamo, di aiutarlo a riparare i danni che il suo vissuto gli ha provocato. Ma siamo solo noi a tentare le cure. E così dopo i grandi miglioramenti dell'estate scorsa, che pure vi avevo raccontato, di nuovo un terribile peggioramento, rapido ed inarrestabile. G., sono due anni che lo chiediamo, avrebbe bisogno di cure dirette.
E' diventato insostenibile ricominciare, a cose peggiorate, ad ogni incontro mensile.
Nella sentenza era scritto che gli incontri, se dannosi, andavano sospesi, e l'abbiamo detto e ridetto e ridetto.... ma nessuno si prende la responsabilità di farlo... e per di più ormai noi, che ci siamo troppo esposti, simo diventati i "ladri di bambini" sia agli occhi dei servizi d'origine che dei parenti naturali.
E comunque ora sento che proprio non posso più fare niente. Non ho più le forze.
Lo psicologo ci ha fatto notare che, dopo tutto l'enorme ed incredibile lavoro fatto un intervento così d'emergenza sarebbe insostenibile, drammatico ed ingiusto per tutti noi.
Almeno che sia chi ci ha portati sino alla disperazione a prendersi in carico i risultati del suo operato. Ci aspetta lunedì.
Son qui seduta, mi sento come un "pacciani" dell'affidamento, e prego che succeda qualcosa, che so... un miracolo.....perchè, piango mentre lo dico, sento che ormai non posso proprio più fare altro. Grazie Riccardo, ma sai come sto? Non riesco più nemmeno a pensare di scrivere, combattere, ricominciare...... Ora come ora vorrei solo che tutto fosse finito. Ti è mai successo di sentirti così? Ascolto G. che nella sua stanza gioca ad ammazzare tutti i pupazzi, a rompere e spaccare, che non vuole fare i compiti e quando andro' di la' a dirgli di studiare starà un bel pezzo a rompere e menare (ancora non con le mani, ma quasi) me...e penso che proprio non ce la faccio più....
Carissima Sandra,
capisco benissimo queste sensazioni, quasi tutte identiche, capisco benissimo queste lacrime incontrollate, capisco quella voglia di riprendersi e desiderare la propria vita quella di prima, spesso questa disperazione mi fa desiderare la tua stessa liberazione, sapessi quante cose mi corrono per questo cervello, soprattutto quel sentirmi di essermi complicata solo la vita con le mie stesse mani. Alissa di qualche tempo fa, nemmeno molto lontano, sognava altre accoglienze, sognava una famiglia aperta, una famiglia ospitale con questi fanciulli, ora si trova a riconoscersi l'opposto.
Eppure son tutte cose quelle che passo che mi avevano detto in mille e mille volte le mie orecchie le avevano sentite...ma trovarsi dentro è veramente tutto diverso.
Spesso il giudizio degli altri fa male, spesso desidererei che le parole che si sprecassero a giudicare fossero utilizzate per aiutare, ma capisco anche che al di fuori è facile vederla diversamente. Io per prima pensavo di saper contenere ora mi rendo conto che avrei bisogno che qualcuno contenga per prima me.
Se può servirti a me non butti giù il morale, non mi spaventi, non ti giudico negativamente ma ti dico che sono gli stessi miei pensieri, gli stessi miei vissuti.
Spesso mi rendo conto che questo vivere così male dipenda proprio da quel rimpiangere quella poca serenità che avevo prima. Di quel modo di vivere meno problematico, meno nervoso e soprattutto meno distruttivo.
Colpa delle aspettative che avevo non so...sicuramente mi rendo conto che mi aspettavo cose diverse, credevo che bastava amare per essere amati, credevo che bastava la dolcezza per essere ascoltati, credevo che bastava la calma per riuscire a contenere, credevo in tante cose che sicuramente fin dall'inizio abbiamo sbagliato a credere e aspettarci quel qualcosa che non può esistere.
Con affetto Alissa
mi dispiace con tutto il cuore per le fatiche che sasaso e alissa stanno vivendo, sono sempre
piu' convinta che non sia possibile per una famiglia vivere in continua tensione un'esperienza di
accoglienza, se la corda si tira poi si spezza.....
che dire poi di riccardo? vi sono vicina
Mi spiace veramente tanto di questo vostro stato d'animo.
Non vorrei sembrare ripetitivo, ma da qui nasce la nostra idea di sempre: una multinazionale dell'affido ... con una holding che si prenda cura dei rapporti con i servizi e con il tribunale.
Da qui la mia proposta di aiutare le famiglie che fanno affido.
Chi parte con l'affido lo fa con le migliori intenzioni e, come ben spiega Alissa, con mille aspettative che ognuno di noi si aspetterebbe essere naturali: i servizi pronti a combattere per il ragazzo al tuo fianco; le parole dei decreti trasformate in fatti quando necessita; comprensione verso la famiglia naturale, ma fino a quando questa non è nociva verso il ragazzo.
Purtroppo non è così.
Spesso, troppo spesso, i servizi sociali hanno altri fini, altri scopi, ben diversi dal bene del ragazzo, ed inevitabilmente si crea uno scontro
Spesso, troppo spesso, ai tribunali non vengono segnalati i disagi delle famiglie, disagi manifestati ai servizi sociali ... e quindi i tribunali non intervengono e si trovano dinanzi al fatto compiuto perchè non c'è stato un untervento tempestivo che avrebbe potuto risollevare le sorti di una situazione non ancora el tutto compromessa.
Occorrono dei corsi ... dei corsi seri, dei corsi verso l'affido che ti facciano capire BENE gioie e dolori, corsi durante i quali ci sia la possibilità di fare uno stage presso altre famiglie disposte all'accoglienza ... dandosi una mano.
Occorre una retta tale che permetta ad almeno uno dei coniugi di non lavorare, almeno mezza giornata, per potersi dedicare il più possibile al ragazzino in affido.
Noi siamo in grado di offrire tutto questo.
E' qui il senso dell'altro mio post.
Vorrei fare qualcosa per le famiglie affidatarie, per togliere loro una parte dei pesi e delle sofferenze, con il fine ultimo di poter meglio aiutare, tramite loro, tanti bambini.
Capisco Sandra, le sono vicino ... ma penso al suo G. ... che fine farà se lei getterà la spugna?
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