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      CommentAuthorrada.elli
    • CommentTime21 Nov 2006 modificato
     

    Ciao a tutti...è un po' che vi leggo, ma non ho mai partecipato a nessuna discussione...Adesso sento il bisogno di confrontarmi con chi è più esperto di me sul da farsi...
    Abbiamo in affido una ragazza di 15 anni dal mese di agosto...arrivata come si dice senza arte ne parte (un paio di ciabatte di gomma, i vestiti che indossava e stop...)
    L'abbiamo dovuta rivestire, iscriverla a scuola, comprarle tutti i libri di testo, pagare le tasse scolastiche, iscriverla ad una attività sportiva, ricaricare il cellulare...e tutto questo era stato messo in conto,ma ora...La scuola non va bene per cui tra qualche giorno faremo il passaggio ad una scuola più semplice e dovremo ripagare l'iscrizione, ricomprare i libri di testo della prima superiore...
    A fronte di tutto questo nessuno ci sta pagando l'affido perchè la mamma ha cambiato comune di residenza e noi siamo davvero in crisi economicamente perchè non ci aspettavamo tutte queste spese impreviste...
    Ma allora mi chiedo: per fare affido bisogna essere ricchi???
    Che esperienze avete voi in proposito???

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      CommentAuthorrosa
    • CommentTime21 Nov 2006 modificato
     

    ma come nel tuo profilo ho visto che fai l'assistente sociale,perchè chiedi a noi?non hai colleghe a cui rivolgerti?canali da attivare?

    cmque benvenuta! se ti fa piacere intrattenerti con noi ti posso dire che dipende dalle varie zone d'Italia e dalle possibilità di ogni comune ripetto al pagamento della quota d'affido.

    ma in che servizo sei occupata?

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      CommentAuthorrosa
    • CommentTime22 Nov 2006 modificato
     

    ma lo sai che nella ns provincia si preventiva addirittura una legge per cui le mamme affidatarie si possano pagare i contributi inps? quanto sia giusto a favore dell'affido non lo so, quanto sia necessario per trovare affidatari neanche!

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      CommentAuthorrada.elli
    • CommentTime22 Nov 2006 modificato
     

    Carissima Rosa...la mia era chiaramente una provocazione per aprire un dibattito sulle problematiche burocratiche che rallentano tutte le procedure legate al riconoscimento anche economico del servizio che ciascuno di noi compie...Conosco la legislazione, conosco i politici che la manovrano e la interpretano a loro favore...ma sono interessata a capire come nel resto dell'italia si muove la macchina dell'affido...e come ciascuno di voi si muove dovendo affrontare questi problemi...

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      CommentAuthorrada.elli
    • CommentTime22 Nov 2006 modificato
     

    carissima rosa...a dire la verità mi aspettavo una accoglienza diversa...il tuo messaggio mi suona come:"tu che stai dall'altra parte, chiedi a quelli brutti e cattivi come te...cosa vieni a chiedere a noi???"...Scusate, ma sembra che fare l'assistente sociale sia una colpa...Forse ho sbagliato forum...Quel "noi" presuppone un "voi"....peccato...avevo creduto di poter entrare a far parte del "noi"...ma evidentemente non è così....

  1.  

    Ciao, sono Riccardo, responsabile dell'Associazione "Amici della Zizzi" e delò presente portale sull'Affido.

    Chi entra in contatto con noi ... fa già parte di noi.

    Ti chiedo di non rinunciare al dibattito.

    Sono cntentissimo dello stimolo che ci hai offerto e della tua apertura d un confronto.



    Purtroppo molte sono le richieste che mi pervengono da tutta Italia proprio per sapere l'aspetto economico relativo agli affidi.

    La legge lo prevede, ma i comuni spesso si permettono di fare il bello ed il cattivo tempo.

    Ho conosciuto famiglie che fanno affidamento da anni e non sono mai state informate della possibilità di avere una retta.

    Non esiste che non vi diano la retta per la bambina che avete in affido.

    Se la bambina ha cambiato residenza, deve essere il comune dove risiede a farsene carico.



    Inoltre potete chiedere un contributo per i libri scolastici perchè si deve guardare al reddito della famiglia naturale, che mantiene la patria potestà.

    Anche per gli assegni familiari ... vanno a chi ha in casa la bambina, anche se devono essere richiesti da chi esercita la patria potestà (se dovesse rifiutarsi, si può sempre far ricorso al tribunale).



    Per favore ... non te ne andare.

    Conosco Rosa e non credo proprio che fosse nella sua intenzione escludere nessuno.

    Il problema è che molti assistenti sociali ci hanno fatto del male e molte lavorano male, ma io personalmente non sono la persona che fa di tutta un erba un fascio e considero ogni persona individualmente.



    Anzzi, la tua presenza ci può aiutare a capire meglio il mondo degli assistenti sociali che a volte sono anche obbligate dai propri responsabili a comportarsi in un un certo modo.



    Spero di rileggerti presto

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime22 Nov 2006 modificato
     

    scusate ma in questo periodo si legge spesso di l' "affido professionale" in cui si parla chiaramente di compenso di 1.050 euro lordi. Questo si inserisce nel discorso più generale dell'affido di cui parliamo qui o si tratta di un sistema parallelo. che altro?

    Grazie!

    ave

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      CommentAuthorgiuly
    • CommentTime22 Nov 2006 modificato
     

    Io non capisco perchè.............a me del compenso non me ne è importato mai molto tantè che per un anno non l'abbiamo avuto, perchè con un decreto provvisorio non è previsto comunque sapevo che avere un bambino economicamente ti cambia la vita a prescindere che ti cambia la vita in generale, ma dal punto di vista economico è così, hanno le loro esigenze, sono bimbi che hanno avuto ben poco o niente dalla vita..................è giusto così!!

    Il mio grande quest'anno l'ho mandato a scuola privata, perchè alla statale secondo me non era seguito abbastanza per i problemi che ha........è stata una scelta mia ovviamente costosa ma so che ora sta bene, so che è seguito anche da un punto di vista psicologico, so che ora sta migliorando la sua attenzione a scuola, e di conseguenza sta recuperando da un punto di vista didattico!! Sono sacrifici che mi dico sempre avrei fatto se avessi avuto un figlio di pancia, li faccio per loro per me è uguale, rinuncio a me, ma loro se lo meritano per l'amore che riescono a darmi!!

    Un saluto a tutti



    per rada elli:credo che rosa non volesse offenderti, sai per quanto mi riguarda ho avuto brutte esperienze con ass. sociali è normale stare sulla difensiva!








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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime22 Nov 2006 modificato
     

    siccome ci avviciniamo alla scadenza della chiusura degli istituti, in questo periodo si parla e si parlerà sui media di questa forma di affido e quindi era giusto per fare chiarezza e sgomberare il campo da equivoci.

    Il senso della domanda (o della richiesta di chiarimento per tutti) era questo.

    •  
      CommentAuthorlemon
    • CommentTime22 Nov 2006 modificato
     

    Giuly, è verissimo quello che dici, e cioè in sostanza uno deve farsi i conti in tasca prima di decidere di prendere in affidamente un bambino....ma mi chiedo se è giusto.

    Noi abbiamo un ragazzino che venerdì compirà 17 anni, in affidamento non regolarizzato... questo vuol dire che lui sta da noi (ormai tutta la settimana perchè dalla madre non vuole più andarci), vive con noi ma non abbiamo diritto a nessun sussidio o rimborso che sia. Questo "piccolo inconveniente" ci ha creato nn pochi problemi (il rimborso spese era stato preventivato nel nostro budget familiare), tant'è che abbiamo dovuto smettere di dargli i (pochi) soldi per vizi & co. nn certo per punizione ma perchè proprio nn ce li abbiamo.

    Ma le spese comunque restano, e nn sono certo poche... biglietti dell'autobus, la spesa, il telefono, le lavatrici fatte in più. Per ora non lavora (ha fatto giusto una settimana) perchè in attesa di essere inserito in un corso di formazione, i genitori meno che mai gli mandano soldi....

    Mia suocera, vedova da 2 anni e in pensione da 1, è una donna in gamba, e per me sarebbe una perfetta affidataria. Campa con 600 euro di pensione al mese, come puoi pensare che possa prendere solo in considerazione l'idea di un bambino in affidamento, sapendo benissimo che i comuni sono così restii a dare rimborsi?

    Per Rada elli... ci farebbe piacere sentire le tue opinioni...viste "dall'altra parte"!!!

  2.  

    Ogni affidamento, consensule o giudiziale che sia comporta una retta che il comune DEVE pagare.

    La retta non è dovuta solo nel caso in cui ci sia un minore che vive con una famiglia senza che tribunale o servizi sociali abbiano fatto alcunchè.
    Questo è possibile per un massimo di sei mesi, entro i quali si deve avvertire il tribunale della situazione.

    Chiunque non percepisca rette, pur avendo un affidamento consensule o giudiziale, faccia la voce grossa con il comune di residenza del ragazzo: è un diritto sancito dalla legge che qualunque avvocato è in grado di far valere.
    Quando dobbiamo pagare le tasse ... non possiamo sgarrare nemmeno di un giorno ... ma se le devono pagare gli enti ...

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      CommentAuthorrada.elli
    • CommentTime22 Nov 2006 modificato
     

    rieccomi....In regione Lombardia il comune tenuto a pagare l'affido è quello di partenza del minore, anche se i genitori cambiano residenza..questo è stato sancito da una circolare regionale per evitare che i comuni cancellino dall'anagrafe i minori in affido per evitare le relative spese...

    Io penso che le motivazioni all'affido non siano certo legate al discorso economico, ma ritengo giusto che l'ente pubblico riconosca il servizio che ciascuno di noi svolge prendendosi in carico uno o più minori ...in fondo quando i minori erano istituzionalizzati le spese erano davvero molto più alte...Il contributo dell'affido viene dato a tutte le famiglie abbienti o meno..senza controllare i loro redditi...e se pur "simbolico" ha la pretesa di un prendere atto che la famiglia affidataria svolge un servizio di tipo sociale che viene così ufficializzato....

    Grazie a lemon...era proprio quello che intendevo dire io...e comunque spero che tu ti rivolga presto al TM per regolarizzare il tuo affidamento...è un dovere che ti porterà ad avere riconosciuti anche dei diritti...coraggio!!!

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      CommentAuthorgiuly
    • CommentTime22 Nov 2006 modificato
     

    radaelli è giustissimo quello che dici ma il problema è che i nostri diritti non li vede nessuno!!!troppe volte io e mio marito ci siamo scontrate con le ass. sociali per i nostri diritti, ma mai ci siamo sentiti rispondere le bellissime parole che hai utilizzato te e cioè la famiglia affidataria "svolge un servizio di tipo sociale" se pur con il cuore! è quello che io ho sempre sostenuto!! ma mai una gratificazione anzi, più facciamo più ci viene risposto "e a voi chi vi ha detto di fare così?" o dovevate prima "sentire il nostro parere"!!! ma come io decido di pagare la scuola al bambino per migliorare il suo rendimento a scuola (cosa che si è verificata) e dovevo chiedere il permesso?? Io non ho mai preteso niente dal servizio sociale perchè per me era ed è amore quello che faccio per loro, ma ritengo che ha ragion lemon quando dice che tante persone sarebbero disposte ma................... purtroppo è difficile pensare di potercela fare!

    saluti a tutti




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      CommentAuthoralissa
    • CommentTime23 Nov 2006 modificato
     

    Ciao rada.elli,

    benvenuta qui nel forum, qualsiasi professione tu faccia, qualsisi persona tu sia....benvenuta per quello che sei e per chi sei. PUNTO.

    Non fermiamoci nella prima righetta di Rosa, ma leggiamo quella successiva che dice:

    BENVENUTA, SE TI FA PIACERE INTRATTIENITI CON NOI!

    Su, dai rimani!




  3.  

    La regione Lombardia è una delle poche che veramente funzionano bene con l'affidamento: corsi preparatori, gruppi di autoaiuto, servizi sociali competenti e professionali ... ma purtroppo nella maggior parte delle regioni italiane ... nella maggior parte dei comuni (perchè non dimentichiamoci che le regioni spesso sono assenti in questo contesto e lasciano mano libera ai comuni) non c'e' chiarezza, non c'è professionalità e, come dice Giuly, i dirittti degli affidatari vengono calpestati.

    Per fortuna esiste il tribunale dei Minori. Tutte le volte che mi ci sono rivolto (e sono tante) ho sempre ottenuto giustizia perchè il giudice è al di sopra delle parti e spesso decide sulla base di informazioni fornite ad arte perchè magari parziali. Un solo punto di vista non è mai quello giusto, anche se proviene dall'assistente sociale (che troppe volte si erge a depositaria della verità). Per questo motivo dico sempre di scrivere al tribunale, per dare la propria opinione, i propri punti di vista ... sarà poi il giudice a decidere, ma sulla base di una situazione più obiettiva. Più volte sono stato chiamato dal giudice per essere messo a confronto con i servizi sociali in un contraddittorio davanti a lui.

    Non mi stancherò mai di dirlo: fate dei resoconti delle cose che accadono (tipo: il bimbo è andato a casa il giorno tot., è tornato e non voleva mangiare, ha raccontato questo e quest'altro ... ), serviranno al giudice quando dovranno essere prese delle decisioni.

    Se un'assistente sociale si sente scavalcata con questo vostro modo di comportarvi, significa solamente che ha qualcosa da nascondere, altrimenti dovrebbe solo ringraziarvi per aver comunicato al giudice fatti e avvenimenti che solo chi vive con il bambino è in grado di raccontare e valutare.

    Purtroppo sulla mia strada ho incontrato tanti assistenti sociali negativi, il cui interesse non era certo il bene del ragazzo, ma per fortuna ne ho incontrati anche altri bravi ed in gamba che volevano solo il bene del ragazzo. Una addirittura è stata licenziata perchè la ASL (depositaria del centro affido) le aveva intimato di non fare delle relazion per tre ragazzi, altrimenti il TM li avrebbe messi in affido. Lei ha rintenuto giusto ed opportuno andare avanti ed il giorno prima di andare in TM le è stato telefonato a casa che il giorno dopo si presentasse ad altro ufficio ... dopo pochi giorni è stata licenziata. Per fortuna non ha subito in silenzio e la cosa è venuta all'orecchio del comune che ha, alla scadenza, tolto la delega all'ASL per il centro affido, avocandola a sè e agendo in modo corretto.

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime23 Nov 2006 modificato
     

    e sull'affido professionale?

    grazie

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      CommentAuthorrosa
    • CommentTime23 Nov 2006 modificato
     

    radaelli non intendevo escludere,a volte la comunicazione scritta non rende come quella verbale,certo è vero mi è sembrato strano che chi ha competenze professionali come le tue domandasse a noi su questioni burocratiche come il compenso agli affidatri ecc...





    vi informo sul quello che richiedeva giuly





    Servizio Famiglie Professionali



    La Provincia di Milano, in collaborazione con 5 cooperative sociali (A.F.A., C.B.M., COMIN, La Grande Casa e Murialdo), promuove il Servizio Famiglie Professionali.



    Il progetto “Servizio Famiglie Professionali” è nato all’interno della L. 285/97 , per la promozione dei diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza, ed é frutto di riflessioni che partono dall’esperienza degli operatori sociali dei servizi territoriali.

    E’ difficile trovare famiglie soprattutto per quelle situazioni che possono presentare maggiori difficoltà: ad es. ragazzi rimasti troppo a lungo e impropriamente in comunità, gli stranieri soli senza alcun adulto di riferimento, bambini maltrattati che avrebbero bisogno di recuperare una positiva esperienza famigliare o i bambini molto piccoli per i quali si ritiene sempre più opportuno trovare una collocazione con poche figure stabili di riferimento. E’ difficile trovare famiglie soprattutto per quelle situazioni che possono presentare maggiori difficoltà: ad es. ragazzi rimasti troppo a lungo e impropriamente in comunità, gli stranieri soli senza alcun adulto di riferimento, bambini maltrattati che avrebbero bisogno di recuperare una positiva esperienza famigliare o i bambini molto piccoli per i quali si ritiene sempre più opportuno trovare una collocazione con poche figure stabili di riferimento. Il progetto offre alle famiglie che si rendono disponibili un sostegno educativo, psicologico ed economico. “Famiglia professionale” può essere : il single, le coppie coniugate o conviventi, con o senza figli, con un’età massima di 60 anni. Data la difficoltà dei casi che vengono inseriti si ricercano famiglie che possano giocare l’a tout di una capacità educativa sperimentata per motivi professionali o per pregresse esperienze professionali. Si chiede la disponibilità ad occuparsi a tempo pieno di un minore con tutti i suoi bisogni educativi ed affettivi e gli impegni che la sua situazione comporta: la scuola, il tempo libero, le amicizie, ma anche i rapporti con la famiglia d’origine, gli incontri con gli assistenti sociali, le visite mediche…

    E’ necessario quindi che all’interno del nucleo familiare vi sia un adulto referente del progetto che sia libero da occupazione o che abbia al massimo un contratto part-time. Il referente seguirà un corso di formazione di 60 ore e firmerà un contratto che prevede un compenso economico di 1.060 euro al mese. Il Servizio Famiglie Professionali affianca al referente un tutor, prevede incontri periodici di gruppo e la consulenza di professionisti su specifiche esigenze.



    Inaugurato il 14/10/2002, un primo gruppo “sperimentale” di famiglie ha concluso il percorso formativo e ha avviato l’accoglienza. Riconfermati della validità del progetto si cercano nuove famiglie per iniziare a gennaio 2004 il lavoro con un nuovo gruppo.



    La pratica quotidiana evidenzia che, in relazione al numero di allontanamenti, si fanno pochi affidi: solo il 30% dei minori allontanati dal proprio nucleo familiare trova una collocazione presso un altra famiglia, in altri paesi come Francia e Germania, dove questo tipo di servizio é già affermato, si arriva al 75%.

    Le richieste di inserimento in famiglia sono in aumento anche in seguito al mandato della nuova legge 149/01, che regola l’istituto dell’affido, e sancisce “il diritto del minore a vivere, crescere ed essere educato nell’ambito di una famiglia”. Prevede la chiusura degli istituti entro il 2006 a favore in prima istanza dell’inserimento del minore in un nuovo nucleo familiare e, solo dove questo non sia possibile, in comunità di tipo familiare.

    Attualmente i minori in carico ai servizi sociali in Provincia di Milano sono circa 8.300, di cui 2.300 a rischio di allontanamento, altri 1.300 sono sotto osservazione e 570 sono segnalati al Tribunale dei Minori. 1.414 sono quelli già allontanati e solo 340 sono in affido eterofamiliare, 718 in comunità o istituto e 356 presso parenti.

    La Provincia di Milano ha quindi deciso di rilanciare l’affido con questa ulteriore proposta: il progetto permette a nuove famiglie di avvicinarsi a questa forma di solidarietà con maggiore consapevolezza e competenza, potendo anche contare su un supporto reso disponibile dal servizio famiglie professionali.



    Prime riflessioni sulla sperimentazione.

    I soggetti coinvolti.

    Le famiglie professionali sono un progetto sperimentale avviato nell’ottobre del 2002, in stretta collaborazione tra ente pubblico e privato sociale. Una importante caratteristica del progetto risiede infatti nella stretta collaborazione tra la Provincia di Milano e quattro cooperative del privato sociale:



    cooperativa di solidarietà sociale COMIN, alla quale è affidato il compito di capofila

    cooperativa La Grande Casa

    cooperativa CBM, Centro Bambino Maltrattato

    associazione AFA, Associazione Famiglie per l’Accoglienza di Brignano Gera D’Adda.

    Una nuova forma di affido

    La riflessione e la progettazione di nuovi modelli di accoglienza nasce all'interno del Coordinamento Affidi della Provincia di Milano nel cui ambito, in questi ultimi anni, operatori dei servizi territoriali e del privato sociale si sono confrontati sulla metodologia e la pratica dell’affido familiare , mettendo a fuoco due specifici problemi.

    - troppo pochi affidamenti familiari a fronte di molti minori allontanati dalla famiglia d’origine

    - sempre più frequentemente i casi di minori che non possono vivere nella propria famiglia e che potrebbero positivamente essere accolti da un'altra, hanno alle spalle situazioni particolarmente difficili: i minori si presentano alle famiglie affidatarie esprimendo bisogni (e richieste) importanti, specie se si tratta di adolescenti del circuito penale, di bambini che provengono da esperienze familiari traumatizzanti, di minori abusati.

    Mancano infatti famiglie disponibili o, anche se segnalano la loro disponibilità, non sono preparate e adeguatamente supportate per poter reggere un carico tanto gravoso da risultare spesso fatalmente eccessivo.

    Da queste considerazioni nasce il pensiero di sperimentare una nuova forma di affido.



    Caratteristiche delle famiglie professionali.

    La famiglia professionale è anzitutto famiglia affidataria, che esprime la scelta di aprire la propria casa per accogliere un minore: questo è il fondamentale punto di partenza che accomuna tutte le esperienze di affido. Abbiamo però sottolineato che si vuole offrire la possibilità di accoglienza familiare a minori che hanno alle spalle esperienze di particolare sofferenza, e che dunque si presentano alla famiglia con bisogni importanti.

    Perché la famiglia sia in grado di rispondere adeguatamente alle esigenze educative e affettive di questi ragazzi, occorre che siano formate e supportate do modo che le naturali capacità del “buon genitore” siano rafforzate.

    In particolare si chiede ad un componente adulto della famiglia di assumere il ruolo di referente professionale e pertanto che sia disposto a seguire un percorso formativo specifico e obbligatorio, a lavorare in equipe con altre figure in ordine al progetto di collocamento familiare, a sottoscrivere un contratto professionale e a non avere un lavoro a tempo pieno.



    Il tutor.

    La figura del tutor è una significativa caratteristica del progetto.

    E’ un operatore messo in campo dalle cooperative, con competenze sia nell’ambito della tutela minori che nel sostegno alle famiglie affidatarie. Ha funzioni pedagogiche, di controllo e di sostegno in ordine al progetto nel suo complesso.

    Ci interessa qui sottolineare che svolge un’importante azione di supporto nei confronti della famiglia professionale, tanto che le famiglie lo hanno definito il “compagno di viaggio”.

    Nella gestione quotidiana dell’accoglienza, la sua presenza può voler dire:

    - offerta della sua competenza pedagogica, insieme al referente affronta i problemi del minore accolto o dei figli naturali, elaborando strategie e strumenti adeguati;

    - svolge una funzione di tutela degli equilibri della famiglia: stando fuori vede dentro, cogliendo per tempo gli eventuali segnali di sofferenza e operando interventi specifici in risposta alle particolari necessità;

    - per qualunque emergenza e nel caso di decisioni che la famiglia si trova a dover prendere in fretta, il tutor garantisce la reperibilità 24 ore su 24.



    I numeri.

    La Comin, in qualità di capofila, ha svolto un importante lavoro di sensibilizzazione rispetto al progetto, ottenendo tre diversi risultati:

    - individuare e formare un buon numero di famiglie professionali

    - incontrare, sensibilizzare e informare con un rapporto individuale al tema dell’affido un ampio numero di persone (diverse centinaia)

    - informare e creare dibattito rispetto al tema dell’affido professionale a livello non solo locale ma nazionale.

    Le iniziative sono state infatti di carattere diverso:

    - contatti personali all’interno delle reti di relazione della cooperativa

    - organizzazione di eventi su diversi territori

    - partecipazione a convegni e gruppi di lavoro (ad es. Coord. Nazionale Affidi)

    - articoli sulla stampa locale e nazionale.

    A due anni dall’avvio della sperimentazione possiamo oggi contare su un numero di 20 famiglie professionali: 8 hanno già un’accoglienza in corso, le altre sono in attesa dell’abbinamento “giusto”.

    Altre 10 famiglie termineranno il percorso formativo a maggio 2005.



    Alcune considerazioni.

    Come già detto un fattore qualificante e innovativo di questo nuovo servizio è la sinergia tra ente pubblico e privato sociale.

    Premesso che occorre riconfermare il ruolo insostituibile dell’ente pubblico nella regia e come garante di ogni intervento a tutela dei minori, affermiamo che sinergia non è sostituzione.

    La scelta di sperimentare questa nuova forma di collaborazione non è la conseguenza di una necessità di delega da parte del pubblico, né esprime una volontà del privato a sovrapporsi o sostituirsi all’ente locale; deriva piuttosto dal riconoscimento delle peculiari competenze e potenzialità delle diverse componenti del tessuto sociale, e dall’intento di valorizzarle e utilizzarle in tutto il loro potenziale.

    Una seconda importante considerazione riguarda il rapporto di stretta collaborazione tra le quattro cooperative sociali. A riconferma della condivisione degli obbiettivi e delle modalità di lavoro, le cooperative hanno deciso di dare una veste più adatta alla loro collaborazione, firmando una Associazione Temporanea di Scopo: la costituzione di un ente unico è il riconoscimento formale di una gestione del servizio completamente congiunta. Verso questa decisione siamo stati sostenuti anche dalle stesse famiglie che, pur stringendo un rapporto di lavoro con una singola cooperativa, si identificano non tanto con questa quanto con il Servizio Famiglie Professionali.






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      CommentAuthorrada.elli
    • CommentTime23 Nov 2006 modificato
     

    volevo dirvi due cose di me:due anni fa ho adottato un bimbo disabile e da allora sono a casa dal lavoro perchè sto usufruendo di un congedo straordinario...Ho un'esperienza professionale sociale ventennale svolta per lo più nel privato sociale, dove le persone vengono sempre messe al centro...Da cinque anni lavoravo in un comune e vi posso assicurare di non aver ancora superato lo shock...Fare l'assistente sociale è difficile..lavori in solitudine pressata dalla burocrazia, dai politici, dal segretario comunale....tutti vogliono da te un certo modo di essere e lavorare che torni a loro vantaggio...Lavorare con le persone è bellissimo, ma sovente in un ente pubblico è l'ultima cosa che fai...E così sei costretta a compromessi continui, ad aprirti varchi che diano un po' di spazio e dignità alla gente con cui e per cui lavori...E così ho scelto di lasciare...Presto aprirò una casa famiglia...proprio come Riccardo, con l'associazione AIBI...perchè nella vita è importante dare spazio e corpo alle nostre convinzioni...Vi confesso che con le colleghe faccio sempre tanta fatica anch'io, ma d'altra parte a volte mi accorgo di parlare un linguaggio diverso dalle persone che accosto professionalmente...le incomprensioni cominciano proprio da qui...

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      CommentAuthorrada.elli
    • CommentTime23 Nov 2006 modificato
     

    per rosa..come ti ho spiegato non domandavo perchè impreparata ai problemi dell'affido...ma per avere idea della situazione in generale...Questo non toglie il fatto che, pur essendo in regione lombardia, dove le cose sono chiare, tutti si muovano bene...come sempre i comuni fanno quello che vogliono per cui sono in attesa che i due comuni coinvolti nella mia situazione smettano di litigarsi le competenze...(nel comune dove lavoravo non pagavamo l'affido di un minore proprio per questo motivo del cambio di residenza....)pensate che io non abbia cercato di intervenire???purtroppo però il sindaco è quello che decide!!!

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      CommentAuthorrosa
    • CommentTime23 Nov 2006 modificato
     

    casa famiglia?? smack smack-assistente sociale nel privato sociale?smack smack

    assitente sociale nel pubblico? ho avuto anche buon esperienze - quello che non accetto e mi scuso se offendero' qlcuno è il desiderio di protagonismo assoluto che cozza con il protagonismo del cuore, (va beh non si chiama cosi',si chiama la voce dle cuore) cioe' cioè che fa scattare la molla della credibilità,quello che fa parlare il cuore...........

    sono due cose differenti e i burocrati,intelligenit,dovrebbero saperlo...che per incentivare l'affido non bastano le campagne "pubblicitarie" dove solo per i volantini si spendono un sacco di soldi......

    serve riconoscere ai portatori dell'esperienza la forza della credibilità, ed alcuni del pubblico lo riconosco, ma non per utilizzarli come allocchi a parlare dei loro sentimenti ed attirare famiglie che poi vengono bruciate.......serve riconoscere anche la credibilità nelle progettazioni a sostengo delle famiglie affidatarie.......in alcuni posti lo si fa......



    RI-BENVENUTA FRA NOI!!!!

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      CommentAuthorlahiara
    • CommentTime23 Nov 2006 modificato
     

    applausi.... e tanto di cappello x radaelli

    ...bravissima....

    casa sfamiglai!?!?!!?!

    ´wow

    che bello.....!!

    raccontaci come procedono i vari litigi tra sindaco e enti locali.

    a volte mi domando: esistono degli operatori che "sacrificano"(nel senso buono) la loro vita,la famiglia....

    nn si potrebbe aiutarli prendendo la strade

    + semplice, invece che ostacolare sempre..

    capisco che ci siano delle regole, da rispettare,ma la burocrazia (nn solo in qst campo=affido) taglia troppe volte le gambe alla gente volenterosa di fare di +x gli altri.

    l´h


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      CommentAuthorlemon
    • CommentTime23 Nov 2006 modificato
     

    Già già Rada elli... è proprio il mio caso... i comuni che si litigano le questioni burocratiche, econimche e ahimè, quelle sociali. Il ragazzino che sta da me è in carico ad un'assistente sociale di un'altra città, che nn mi ha mai chiamato per sapere se stava bene, se era contento, che cosa faceva e che cosa gli sarebbe piaciuto fare. L'ass.soc della mia zona si sta muovendo bene, ma continua a ripetermi che sono cose che nn le competono. Ci hanno praticamente vietato di far prendere la residenza a casa nostra del ragazzo... tutto per una questione di soldi. Il 17enne non è stupido, ed è abbastanza grande da capire... e quello che pensa è "nessuno mi vuole perchè costo troppo"... e nn è forse vero?

    Complimenti per il tuo bellissimo progetto.... tantissimi in bocca al lupo!!!

    Arianna

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      CommentAuthoralissa
    • CommentTime23 Nov 2006 modificato
     

    Allora credo che abbiamo trovato una donna con la D maiuscola o sbaglio?!!!

    Magnifica rada.elli