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ciao! ho già scritto un intervento prima dell'estate, ma forse è meglio che ricapitoli la situazione. ho accudito un ragazzino dai 13 ai 16 anni che abitava in una casa d'accoglienza. praticamente, in accordo con educatori e ass. sociali viveva con me e ci appoggiavamo per aiuto e consigli agli educatori. il rapporto è nato spontaneamente e visto che sia lui che la fam d'origine non sono fiduciosi verso il sistema sociale io facevo anche un po da mediatrice. insomma le cose hanno funzionato, tra alti e bassi, tra difficoltà e conquiste. il ragazzino ha trovato un lavoro e è in formazione. su questo tutto va sufficientemente. c'è il lato "oscuro" cioè il supporto di sostanze .... alcool e connessi, .... questo è sempre da tenere strettamente sotto controllo e poi c'è tutto l'aspetto psicol. cioè l'elaborazione di cio che ha vissuto... molto pesante.... ecco. ma comunque finché era gestito dalla rete che abbiamo faticosamente creato si cercava di conquistare qualche piccolo scalino verso una maturazione. poi la svolta. il ritorno dalla madre, ... una catastrofe. l'avvicinamento dal padre.... e ecco il dramma. eh si. perché con questo avvicinamento ad un padre superficiale e egoista, la voglia di avere finalmente l'affetto familiare, il desiderio di famiglia ...è prevalso su tutto. mi ha letteralmente cancellato dalla sua vita. ha avuto una rapida regressione e ha cancellato i tre anni con me, cosi, improvvisamente. rinnega. insomma si è plasmato alla personalità del padre con l'illusione di avere ottenuto cio che voleva.
mah, ho molti dubbi. a qualcuno è capitato una cosa del genere?
ora io non dico né faccio piu nulla. ho appuntamento con l'ass sociale per consegnare il rapporto e perché sia informata che d'ora in poi non puo piu fare affidamento su di me ecc.
aspetto. mi rioriento. mi ricerco. insomma quel che si fa in casi di elaborazione del lutto. ma pero certo che è una gran botta.
inaspettata.
umana.
ma per favore, qualcuno mi puo parlare di un'esperienza del genere? ne avrei bisogno, sarebbe consolatrice.
grazie
ciao Marghe,
poco è l'aiuto che posso darti, e nulla la testimonianza mia diretta. Per fortuna la mia giga ha appena dodici anni.
Ma la mia paura è tanta che succeda una cosa simile, non tanto per perderla, ma tanto per l'investimento di valori che stiamo facendo duramente che in un attimo vadano poi persi. E sì, perchè ci vuole proprio un attimo che tutto vada in frantumo.
Sono deboli, sono fragili...loro.
Pultroppo bisogna avere anche tanta forza per continuare a scegliere la strada sana, perchè comunque nell'altra strada si affacciano pur sempre i suoi genitori, quelli che loro ritengono "veri".
Quelli a cui loro non sanno dire NO, quelli in cui loro credono diversi, cambiati, forse credono quasi come noi...ma poi scegliendoli, tornando, ritornano a mille passi indietro ed è dura ammetterlo, dura riandarsene, dura uscirne e così tutto si frantuma.
Tu comunque hai fatto il giusto, hai fatto di tutto per aiutarlo anche se il tempo è stato breve e l'età abbastanza critica. So che è difficile pensare ciò, so che non ti posso consolare e tanto meno possono queste parole ma sappi che al di là di questo video, al di là di mille e mille km. ci sono mille persone nella tua stessa situazione magari o magari in una simile che hanno paura di arrivarci e che come me ti sono vicine.
Elabora questa perdita, questo lutto, questo dolore ma continua a vivere con la consapevolezza che tu hai fatto il possibile.
Un sorriso.
so che il coinvolgimento emotivo è tanto, l'amore che ci hai messo idem, credo che in questi momenti ti viene da pensare se proprio qualcosa lui l'ha capita, se dentro di lui è rimasto quel qualcosa, ma...io credo proprio di si, è che come dicevo sopra spesso non si vuole ammettere nemmeno a se stessi.
cara alissa, grazie per la tua risposta, molto comprensiva e sentita, grazie davvero. mi permetto di dialogare con te, mi fa bene, anche perché non riesco proprio a parlare con nessuno delle persone che mi circondano. ho un sentimento di vergogna molto strano e ancora difficile da capire. ho talmente lottato per far capire ai familiare e amici che cio che investivo era giusto, che ora, ammettere di sentirmi annientata mi fa vergognare. passerà. come passerà il mio rintanamento. da quando è succcesso tutto sto tsunami che ha spazzato ogni cosa costruita non sono uscita di casa non ho visto nessuno, se non per il lavoro. vado a lavorare epoi mi rinchiudo nel mio dolore. scusa veramente, non voglio buttarti addosso tutto cio, ho solo bisogno di dirlo. lo so che passerà. sono forte abbastanza per capire che è questione di tempo. rifarei tutto, questo è chiaro, come è chiaro il bene e la comprensione che provo per il ragazzino. sai, conosco una signora che ora ha 75 anni che ha sempre preso ragazzi in affidamento e sin da bimba mi ricordo il suo dolore quando lasciava. ma provarlo è un'altra cosa. sapevo che comunque il tutto era a termine. è la velocità con cui la situazione si è capovolta che mi lascia esterefatta, un momento prima c'era ancora la confidenza, l'ho pure aiutato a studiare, parlava anche di progetti ... sai tipo ... non vedo l'ora di fare scuola guida, tu mi porterai a guidare ecc... insomma e un momento dopo si è spezzato. il padre mi ha contattata e mi ha detto che se avesse saputo di non poter piu contare su di me non l'avrebbe ripreso con lui. mah.
Ciao Marghe,
la nostra storia è finita ad agosto ... dopo 3 anni di convivenza con un ragazzo che è stato da noi dagli 11 ai 14 anni ... e da quando è andato via non c'è stato nessun contatto!
Le notizie mi arrivano attraverso gli adulti (ass. sociale, madre, educatori) o dagli amici conosciuti mentre stava da noi che lui ha ricontattato dopo 3 mesi.
Nel nostro caso è stato lui a chiedere di andare via alla fine del periodo di affidamento, di tornare in casafamiglia; la madre ha provato a parlare con lui, a convincerlo a rimanere da noi, il padre (adottivo, separato dalla madre) era sparito e si è fatto vivo con noi il giorno dopo che lui era andato via!
A parole continuava a ripetere che non vedeva l'ora di tornare nella sua famiglia (quale? nel frattempo si è un po' "rimescolata") soprattutto perché lo aveva identificato come un luogo senza regole! Qualche giorno prima di andare via aveva detto alla psicologa (che incontrava ogni 2/3 mesi per 45 minuti, durante alcuni degli incontri che facevamo come genitori affidatari) che gli sarebbe piaciuto trovare un modo per andare d'accordo con me ... dopo più di un anno che abbiamo cercato inutilmente di trovare un accordo di civile convivenza ...
Era alla ricerca di una soluzione "magica" alla situazione che si era creata? Era un modo per mettersi in pace la coscienza?
Ha continuato a fare progetti come se dovesse rimanere con noi, ma aveva iniziato a scappare di casa ... continuava a esprimere "fastidio" in nostra presenza, ci evitava quanto più possibile ..
Noi abbiamo vissuto questa separazione come una cosa inevitabile, (come quando dopo una lunga malattia che ha consumato e fatto soffrire una persona, accetti la fine come conclusione "attesa") dato che non sembravano esserci spiragli di accordo, di comprensione, dato che non c'era traccia di un rapporto!
La speranza che i cambiamenti e le conquiste fatte durante l'affidamento (parlo sia del mio caso che del tuo) anche se rinnegati e cancellati siano comunque depositati in profondità, che possano riemergere in un periodo di maggiore consapevolezza.
Il mio "pensiero" (la parola preghiera la uso con difficoltà) è che possano arrivare ad un periodo di consapevolezza, senza perdersi per strada, senza lasciarsi travolgere da scelte "facili".
Ti sono vicina
Carissima Marghe ... mai disperare.
A noi è successo diverse volte ciò di cui mi parli ... il dolore è tanto. E' brutto pensare di aver seminato e non poter veder crescere quella pianta. E' duro pensare, o meglio, sapere, che quel tenero virgulto ha ancora bisogno di te ... e tu non puoi esserci.
E' però vero che è stata una sua libera scelta ... e davanti a ciò poco puoi fare, se non prenderne atto ... con tanta tristezza per quello che ancora avresti voluto e potuto dargli. Con la tristezza nel cuore di sapere che molte sono le probabilità che finisca su una brutta strada.
Gli adolescenti a volte fanno scelte radicali ... che noi adulti non capiamo ... ma sono le loro scelte e bisogna chinare il capo ... ed aspettare.
Si Marghe, aspettare ... con fiducia ... stai certa che nel momento del bisogno ... saprà che potrà contare su di te.
Pensa che due ragazzi, alla soglia dei 18 anni, hanno chiesto con una loro lettera al giudice, di poter restare con noi ... il giudice lo ha concesso, ma appena compiuti i 18 anni hanno voluto andare via ... hanno sentito il richiamo delle loro origini.
In un caso il padre gli ha detto di essere pieno di soldi e che gli avrebbe fatto fare una vita da nababbo ... adesso il suo lavoro è posizionare tubi nell'asfalto ... ma ogni tanto mi manda un sms per dirmi i suoi problemi e ci siamo incontrati, con grande gioia e commozione, nella sua città ... un rapporto che non avrà mai fine ... un rapporto che è cambiato nel contatto ... ma che non cambia nel cuore.
L'altro caso ... la voglia del cellulare, della vespa, del non andare a scuola, dell'avere soldi in tasca ... voglie ingenerate dai genitori che, per riconquistarlo, gli hanno promesso ogni cosa che lui desiderava ... dopo un anno è tornato e ha detto "che cavolata ho fatto ad andarmene via da qui" ... e spesso viene a trovarci. E' comunque su una buona strada, lavora, aiuta i genitori, è fidanzato ... il seme è finito sulla buona terra.
E poi c'è Javier ... la sua voglia di scrivere sul forum, la sua gioa di parlare della sua esperienza ... ti lasciano intendere che per ogni lacrima, c'è sempre un sorriso ... e le lacrime si possono, se non dimenticare, accantonare ... i sorrisi restano ad illuminare i cuori e dare forza e gioia per andare avanti
Se vuoi telefonarmi ... 347.184.185.0 oppure 0586.85.22.54 ... mi farà piacere
Buona Giornata
mai paura a parlare di dolore!! comunque il richiamo delle origini è un fatto reale, provato e indiscusso, possono disprezzare fino ad un attimo prima e correre incontro un secondo dopo.........ecco perchè anche per gli adottivi c'è spesso la disperata ricerca, anche per dire solo ciao,dei genitori naturali. dai coraggio,sono con te perchè l'ultima separazione mi ha dilaniato,ma son convinta che di quanto datoci reciprocamente non tutto andrà perduto!!un abbraccio
ciao Marghe,
non ho molte parole da dirti, perchè sarebbero identiche a quelle di ieri. Quello che posso consigliarti di fare ora è di non chiuderti in te stessa. Di cercare di evadere sia con il corpo e con la mente, di cercare altri coinvolgimenti. So che è difficile persino leggere un giornale se la tua mente è occupata per altre cose, so che non si ha voglia di fare passeggiate, ma sforzati, sforza almeno te stessa a non chiudere il tuo "dentro".
Ultimamente io non ho la mente poco occupata, ma accipicchia è completamente coperta da pensieri credo anche più grandi di me stessa, ma cerco di aprirmi, cerco aiuto dall'esterno e anche da persone che per mestiere aiutano a liberare la mente, o magari anche solo facendomi sentire più leggera. Non ti sto solo parlando dei problemi che mi provoca l'età della gigante e la sua situazione sempre più incasinata (riguardo la sua famiglia), ma ti sto parlando che oltre a questi...ce ne sono altri e magari più pesanti, anzi senza dubbio.
Ma non ho mai avuto la voglia di chiudermi, ma di cercare di far uscire quello che posso, fino al limite massimo.
Forza...siamo tutti qui, pronti a darti una mano se lo vuoi.
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