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Una persona, attraverso la posta elettronica, mi ha domandato se esiste la possibilità di trasformare l'affidamento in adozione.
Al centro adozioni dove si è rivolta le hanno dato una risposta che non è corretta, nel senso che categoricamente hanno escluso la possibilità che un affidamento possa trasformarsi in adozione.
A tal fine credo giusto un chiarimento ... e se ci fosse un centro affidi o adozioni che voglia controbattere ... ben venga.
Rispondo di seguito e chiedo, a supporto delle mie affermazioni, che altri del forum che hanno avuto esperienza di affidamento trasformato in adozione possano portare la loro testimonianza.
La possibilità di trasformare l'affido in adozione esiste, ma in molti casi non è possibile.
Dipende molto dal tipo di affidamento e da quelle che sono le interazioni che si sono allacciate con la famiglia di origine.
Mi spiego.
1) Nell'adozione, uno dei presupposti essenziali, è che la famiglia naturale non sappia dove va a stare il bambino ... se durante l'affidamento i genitori naturali e gli affidatari si sono conosciuti ... non è possibile dall'affido passare all'adozione (almeno, non sempre ... si veda il caso dei genitori naturali che muoiano ed il bambino non abbia altri parenti che vogliano occuparsi di lui, o altri casi limiti che costituiscono comunque l'eccezione)
2) Se il bambino in affido è abbastanza grandicello da sapere come rintracciare i genitori e magari vive pure nella stessa città ... altro problema all'adozione
A favore pero' posso dire che
3) Se gli affidatari non hanno i requisiti per l'adozione, una volta arrivato un bambino in affidamento, il giudice potrebbe decidere di dare l'adozione anche ad un single
4) Spesso capita che ci siano dei bambini ove si presume che possano essere adottati, ma la cosa non è ancora, almeno burocraticamente parlando, così certa. In questi casi l'affidamento viene dato proprio ad una coppia che abbia i requisiti, o già addirittura l'idoneità, per l'adozione. Si viene a creare un affidamento cosidetto "protetto", che in pratica comporta il fatto che genitori naturali ed affidatari non si incontrino (gli incontri con il bambino avvengono in luogo neutro e sotto la supervisine di un assistente sociale e/o di uno psicologo), in modo da permettere che le condizioni per una possibile adozione permangano.
5) Nel caso di bambini con un handicap, rifiutati dai genitori, si guarda con favore all'affidamento che possa un domani trasformarsi in adozione.
Il nostro primo affidamento era proprio uno di quelli che potrebbero definirsi "a rischio di adozione". Oltre ad altre caratteristiche che fecero propendere il servizio sociale a scegliere proprio noi, c'era il fatto che eravamo anche idonei all'adozione, con l'età e le caratteristiche giuste. Tra i nostri amici c'è anche un altra coppia che è passata dall'affido all'adozione. In realtà, quindi, non è una prassi solita, un affido non comincia con la prospettiva di un'adozione, ma può avvenire.
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