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      CommentAuthorsasaso
    • CommentTime21 Sep 2006 modificato
     

    Durante l'estate per il nostro bimbo in affido ci sono state delle novità. Dopo cinque anni, con un incontro protetto con il padre una volta al mese, ha passato una intera giornata con la sua famiglia d'origine. E' stata una giornata difficile e deludente, e' tornato agitato, arrabbiato e soprattutto enormemente deluso. Non sto qui a raccontare i particolari, ma insomma, la sensazione più forte che ha riportato è stata quella di "voler prendere le distanze" da quella situazione che lo riportava indietro a soffrire e che ormai proprio non appartiene più al suo quotidiano. I servizi hanno relazionato sull'accaduto, ed ora il giudice li chiama a fare il punto della situazione.
    G. è stato invitato ad esprimere i suoi desideri per il futuro. Per lui è stata ed è durissima; ha solo 9 anni, ma dentro è assai più vecchio, e subito è stato consapevole che esprimersi sarebbe significato esporsi, diventare "partecipe" delle decisioni che saranno prese, "traditore" verso le sue origini, e nel contempo consapevole che questa potrebbe essere la situazione determinante per un futuro finalmente "stabile" e non più totalmente aleatorio. Noi siamo molto agitati; non ci sembra giusto, dopo tanto ricostruire, mettere a repentaglio la sua serenità attuale permettendo che qualcuno lo responsabilizzi eccessivamente. Vorremmo che fossero solo gli operatori a decidere, senza coinvolgerlo, ma il servizio continua a ripetere che il suo parere, direttamente espresso, potrebbe essere il fattore determinante. Che cosa ne pensate? Riccardo, tu che di esperienza ne hai tanta più di noi, che ne pensi? Che posizione dobbiamo tenere? Batterci ora con tutte le forze, coinvolgere lui e noi stessi, ORA o chiedere di essere tenuti fuori? Le ripercussioni nel futuro delle nostre posizioni quali saranno? Tenete presente che la Corte d'appello aveva rinviato ulteriori decisioni di almeno un altro anno e mezzo, e che questo movimento è improvviso ed anticipato. Siamo confusi, trepidanti, timorosi, speranzosi........ Grazie in anticipo a chi vorrà offrirci un consiglio ed un po' di conforto.

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      CommentAuthorrosa
    • CommentTime21 Sep 2006 modificato
     

    credo che la vs posizione sia quella di esplicitare al bambino dopo che avete sentito quanto lui ha in cuore, i vs pensieri in maniera delicata (nei cfr della famiglia d'origine) ma chiara e trasparente su quello che vedete e vorreste per lui, altro discorso riguarda invece le decisioni che verranno prese dagli organi competenti ed anche questo va esplicitato, tipo noi vorremmo ma non sappiamo.........purtroppo sono situazioni nelle quali gli affidatari ogni volta si trovano a confrontarsi,a dare tutto di sè come se..........ma poi devono fare i conti con la realtà,l'affido è ben diverso dall'adozione... con tanta vicinanza

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      CommentAuthoralissa
    • CommentTime21 Sep 2006 modificato
     

    Non so che dirti, io ultimamente sono già molto confusa già per il mio affido...quello che posso darti è un grosso abbraccio.

  1.  

    Ciao Sandra, ti chiedo scusa se rispondo solo adesso.

    In ogni affido è molto importante tenere un diario di ogni avvenimento.

    E' cosa buona, sepcie negli affidi difficili, relazionare direttamente al giudice, senza alcun intermediario ... i servizi non sempre fanno la cosa giusta.

    Il caso del bambino del "mio amico" ne è un esempio: i servizi che decidono che il bambino se ne vada, il giudice accoglie ... ma il mio amico si è fatto sentire e il giudice ha fatto un passo indietro e poi un altroi ancora ed ora il bambino resta con il mio amico, su espressa volontà del bambino stesso.

    Quindi il mio consiglio è: parlare con il bambino e chiedere a lui cosa vuole fare. Partirei lancia in resta relazionando al giudice raccontando i fatti (già da come li avete esplicitati sul forum, se fossi giudice, come minimo convocherei voi ed i servizi per un chiarimento) mettendoci il vostro parere (già mi suona molto strano che dopo una serie di incontri protetti si passi subito ad una giornata con la famiglia), anche se questo vi porta ad una critica di quanto è stato fatto dai servizi sociali (cercate la maggior diplomazia possibile, ma non abbiate paura, i giudici sanno come i servizi sociali si comportano e se trovano un appiglio ... lo usano, ma quell'appiglio dovete darglielo voi). Aggiungete la vostra richiesta e disponiobilità a parlare del caso con il giudice stesso.

    I servizi spesso vogliono anticipare i tempi per concludere l'affido il prima possibile ... molti i motivi!!!



    Mi domandi delle conseguenze che potreste avere ... io ho denunciato molti servizi sociali ... ma sono sempre in piedi e nell'affido, con diversi giudici che ci stimano (addirittura in un caso ci è arrivato un affido da un giudice con parere sfavorevole dei servizi sociali - che poi si sono ricreduti - imbeccati da, pensa un po' te, una stupida che ha frequentato il forum, è venuta un giorno da noi e si è permessa di gettare spazzatura su di noi ... per di più con i servizi sociali non facendo un danno a noi, ma rischiando di far male ad un bambino che era destinato alla comunità terapeutica e che noi abbiamo accettato di accogliere e che ora è salvo).



    Io sono con voi, anche a costo di venire in tribunale dal giudice con voi.

    Per legge potete farvi affiancare da un'associazione.



    Sapete dove e come trovarmi.

    Ciao


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      CommentAuthorsasaso
    • CommentTime1 Oct 2006 modificato
     

    Ringrazio tutti voi che mi avete risposto, ed in particolare Riccardo per averci anche offerto un sostegno materiale, perchè, come abbiamo detto tante volte, forse le maggiori difficoltà le crea proprio l'isolamento. Vorrei spiegare un poco meglio cosa succede. Sino ad ora, e per ben cinque anni, come ho detto, noi ed il bambino abbiamo faticato "come cani da slitta" a tirare avanti e riequilibrare una situazione di affido lavorando sempre e soltanto noi. Noi dagli psicologi, noi dal neuropsichiatra, noi a scuola, noi...noi....noi.....Noi a difendere il padre, noi a riequilibrare, noi a ricostruire, a riallacciare, sempre consapevoli e rispettosi della famiglia d'origine, sempre "da manuale" del perfetto affidatario. Tornerai a casa, accetta i tuoi così come sono, supereranno le loro difficoltà, non giudicare, ecc....Ed ogni volta, ad ogni incontro protetto, una nuova fatica, cose dette che distruggono l'equilibrio del bambino, falsità e sciocchezze (ti verremo a prendere, stai per rientrare, ti hanno rubato... pur con la consapevolezza di un giudizio della corte d'appello). Il servizio che ci segue ora, nel nostro territorio, ci ha aiutato bene ed in ogni maniera. Ma per la famiglia d'origine, residente in un altro comune, non si è fatto niente, non le si è chiesto di fare niente. Il servizio che la "dovrebbe" seguire aveva addirittura archiviato il suo fascicolo. E così dai diversi gradi di giudizio, sempre avocati dal padre (trib. minori, corte d'appello) si è sempre usciti così: il minore non può tornare a casa, ma poichè non è dimostrato che il padre non è in grado di "recuperare le sue capacità genitoriali" tutto resta com'è per un anno, per due, per l'indefinito, ed infine, stabilito in corte d'appello, fino alla quinta elementare..... Ora siamo in quarta, e poichè ancora non si era fatto niente, il nostro servizio locale ha energicamente preteso che il servizio del padre, prima dell' ennesimo ritorno in tribunale, si attivasse in qualche modo. E così ecco il rientro di un giorno in famiglia. Ed è andata malissimo. Ed il ribunale dei minori, informato, decide di riguardare il caso. Ora la nostra preoccupazione non è legata a cio' che potrebbe succederci nel prendere una posizione espressa chiaramente rispetto alle istituzioni, ma rispetto al bambino ed alla famiglia d'origine. Sino ad ora i rapporti sono stati corretti e senza "nervosismi" nei nostri confronti. Adesso è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Quella giornata ha addirittura messo in pericolo il bambino. Lui ha deciso che vuole "appartenere" a qualcuno e vuole essere adottato. Noi temiamo di esporci con forza per questo: e se nulla succedesse invece in tribunale, se nulla mutasse una volta in più, cosa riporteremmo a casa? Un bambino che si è dichiarato inutilmente, una famiglia d'origine ostile e rancorosa anche verso di noi; ancora una volta ci troveremmo a pagare il conto salato di un nuovo equilibrio da ristabilire. E se invece ottenessimo finalmente una definizione, potrebbe un domani G. accusarci veramente di averlo "rubato"? Questo è il punto su cui vorremmo essere consigliati. Scusatemi per la prolissità....ma se sapeste quanto ci passa per la testa......

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      CommentAuthorrosa
    • CommentTime1 Oct 2006 modificato
     

    ecco perchè dico tante volte biosogna fare l'impossibile ma poi si è impotenti di fronte a certe scelte......

    il bambino ha deciso di voler appartenere a qualcuno..........

    ma se il tribunale stabilisce altrimenti?.....



    guarda che non so se ricordi la storia dolorosa del nostro ultimo affido, sembrava che senza di noi sarebbe morta, pareva che rientrare dal padre sarebbe stata la sua fine, ora ci dice che tutto sommato non è cosi' male, hanno stipulato degli accordi un po' ricattatori soprattutto finanziariamente (lei lavora) e gli ha già piantato un debito notevole..... anzi ora appunto ha ripreso a lavorare, mentre da noi aveva smesso per inseguire chimere.........perciò a questo punto.......



    auguri alessandra,l'affido è cosi'...ma lo sai meglio di me, ti sono vicina....


  2.  

    Non è facile consigliare sul da farsi.

    Ognuno sa di sè, del suo affido, dei suoi rapporti con famiglia di originie ed istituzioni.

    Io sono di quelli che "pretende" il dialogo ... con chiunque.

    Le istituzioni non mi fanno paura ed affronto l'uomo che ho davanti, non la burocrazia.

    Ho incontrato tanti giudici ... forse per fortuna, o forse perchè il fatto di essere giudici che si occupano di minori hanno una sensibilita' particolari o per altro .. bravi, che mi hanno ascoltato ed hanno preso spesso anche decisioni contro il parere dei servizi sociali.

    D'altra parte un giudice non può conoscere un disagio se qualcuno non lo dice.

    Parto dal fatto che per il bambino il ritorno a casa è stato un danno ... chi altri, se non voi, deve comunicare tale aspetto? E come pensare di non dirlo?

    Può anche darsi che tale disagio possa rivelarsi la salvezza per il bambino.

    E se fosse che incosciamente il bambino vi ha voluto far vedere il proprio disagio, proprio perchè voi lo difendeste e prendeste una posizione certa e forte ... il non parlare, il far finta di nulla, lo sperare che le cose si aggiustino da sole ... potrebbe, comunque vadano le cose, creare una sfiducia nei vostri confronti.

    Parlo a ruota libera, e me ne scuso ... ma a volte è difficile dare consigli non conoscendo la situazione ed i rapporti ... quindi prendi queste mie righe come una disquisizione teorica.

    Resta fermo il mio/nostro aiuto in qualunque forma lo vorrai.

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime10 Oct 2006 modificato
     

    <!-- BBCode Quote Start --><TABLE BORDER=0 ALIGN=CENTER WIDTH=85%><TR><TD><font class="pn-sub">Quote:</font><HR></TD></TR><TR><TD><FONT class="pn-sub"><BLOCKQUOTE>ma se sapeste quanto ci passa per la testa </BLOCKQUOTE></FONT></TD></TR><TR><TD><HR></TD></TR></TABLE><!-- BBCode Quote End -->



    Ciao Sandra. Ricordavo questo post e sono andata a ricercarlo.

    Quanti dubbi, quante paure, quanto è brutto non sapere cos'è giusto fare... ci fosse la certezza di lavorare per il bene maggiore del bimbo... di sapere esattamente cosa fare per lui...

    Posso dirti come siamo arrivati noi a una "soluzione", anche se il caso è ovviamente diverso.

    In crisi per diversi mesi, ci siamo messi in discussione profondamente, fino a quando siamo stati dispsoti ad assumerci in pieno la responsabilità (per quanto ci compete, naturalmente) di una decisione. Ora siamo sereni, anche se sappiamo che ci staremo un male cane.

    Buon percorso Sandra.



    Un bacione grande.

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      CommentAuthorsasaso
    • CommentTime11 Oct 2006 modificato
     

    Vi ringraziamo tutti per i vostri interventi. Il nostro riflettere in silenzio è stato utilmente accompagnato dai vostri consigli. Riconosciamo nelle parole di Piripilla il nostro stesso percorso. Ebbene, abbiamo deciso cosa fare. Abbiamo ascoltato, una volta di più, il nostro cuore ad al bando strategie e paure, come ha detto Riccardo, G. voleva che stavolta fossimo proprio lì accanto a lui. Lui ha deciso che vuole noi.

    Abbiamo espresso chiaramente la nostra opinione e, con calma. e lucidità, abbiamo illustrato agli operatori la nostra chiara posizione, adesso basta, cinque anni senza alcun recupero sono proprio troppi. Ora tutti abbiamo diritto ad una definizione.

    Il nostro bimbo, dopo aver finalmente osato dichiarare a voce alta il suo desiderio di appartenenza, sta facendo una dolcissima regressione nell'infanzia. Vuole essere il piccolino della casa, vuole coccole ed abbracci, è dolcissimo e tenerissimo. Noi con lui stiamo affrontando questa nuova nascita, questa nuova serenità e speriamo che di nuovo si potrà parlare davvero. E se no pazienza, tutto come prima, ma almeno avendo avuto la forza di esprimere chiaramente il nostro parere.

    •  
      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime11 Oct 2006 modificato
     

    GRANDI!!!!!!!!!



    In bocca al lupo!



    Elena

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      CommentAuthoralekarl
    • CommentTime11 Oct 2006 modificato
     

    Sandra,

    ho riletto più volte il tuo messaggio perché mi ha colpito per la sua determinazione e serenità!

    In bocca al lupo e complimenti per la vostra grande disponibilità

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      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime11 Oct 2006 modificato
     

    >>Sandra,
    >>ho riletto più volte il tuo messaggio perché mi ha colpito per la sua determinazione e serenità!


    La determinazione e la serenità che derivano dall'aver meditato ben bene e aver fatto la scelta giusta...

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      CommentAuthoralissa
    • CommentTime11 Oct 2006 modificato
     

    Io non sto passando bei momenti, quindi non ho altro che da dirti, copiandoti: MA SE SAPESTE QUANTO CI PASSA PER LA TESTA...ma tutti mi dicono, vedrai passerà, sorriderai ancora.

    Questo è quello che posso ripetere a te.

    VEDRAI PASSERA', SORRIDERETE ANCORA.

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      CommentAuthorsasaso
    • CommentTime1 Dec 2006 modificato
     

    Il "grande giorno" è arrivato. I servizi del nostro comune e quelli di origine del bambino sono andati in tribunale. Il giudice che li attendeva era nuovo, d'incarico e rispetto al caso. Li ha accolti in maniera estremamente aggressiva. Perchè mai, in più di cinque anni il caso non era stato definito? Perchè nessuno aveva seguito la famiglia d'origine obbligandola almeno ad un "tentativo" di recupero?

    Il servizio del nostro comune ha ribadito che non poteva far altro che sollecitare il servizio e la famiglia d'origine ad agire, si trova a cento km di distanza.

    L'assistente d'origine, che non ha fatto per i genitori naturali quasi nulla, che non ci vede più, noi ed il bambino, da più di due anni, che non sa neanche dove il bambino viva, che non si è neanche presentata al giudizio in corte d'appello, si è scagliata con veemenza contro di noi. Il bambino sarebbe stato "montato" da noi contro il padre. Siamo noi che lo destabilizziamo perchè ce lo vogliamo "prendere". E' colpa nostra se sta male e se la neuropsichiatra ha dovuto dargli dei farmaci per tranquillizzarlo (non di chi, malgrado sentenza contraria, continua a dirgli in segreto che verrà a prenderlo, spaventandolo tanto che dobbiamo domire con l'allarme inserito ed una sedia contro la porta d'ingresso....). Per fortuna il servizio locale ha difeso noi e la nostra correttezza, garantendo e raccontando la verità.

    Nelle condizioni attuali il padre non è in grado di riaccogliere il figlio, noi siamo "cattivi", la madre non si trova più, e allora? Mancava poco che la proposta fosse "trasferiamolo in istituto".

    Alla fine, tanto clamore per nulla. Nessuno che abbia avuto il coraggio e le ........ di mettere una parola definitiva. Non si cambia niente. I servizi avranno tempo fino al prossimo maggio di "recuperare" la genitorialità di origine. Poi il giudice deciderà, è da crederci? Intanto si intensificano gli incontri, e quindi l'instabilità, ci si invita a portare una volta al mese dallo psicologo del padre il bambino nella città d'origine, e come al solito, come sempre succede in ogni cambiamento di situazione, il conto lo pagheremo noi e G. (instabilità emotiva, incubi notturni, aggressività a scuola, ecc....)

    N.B. la "chicca": la nostra amica assistente ha fatto quel bel discorso sul "prendersi il bambino." anche al padre, che ha pensato bene di rifarlo subito a G. E così sabato scorso, dopo l'incontro con il padre, mi ha aggredito dicendomi che è tutta colpa nostra...........

    E nessuno, in tribunale si è ricordato di chiedere l'unica cosa che veramente avevamo chiesto noi: vorremmo andare a trovare mio fratello all'estero, dove vive. Non lo vediamo da due anni, perchè per pratiche relative alla cittadinanza, non può viaggiare. Ma non abbiamo ne' la tutela ne' alcun documento di G. Come possiamo fare? Qualcuno sa aiutarci?

    Scusatemi per lo sfogo.

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      CommentAuthorFra
    • CommentTime1 Dec 2006 modificato
     

    Ciao



    non commento l'inizio del messaggio che mi lascia senza parola... Per quanto riguarda invece la necessità di viaggiare (ce l'abbiamo anche noi) dipende da:

    - dove abita tuo fratello (all'interno della UE, di Shengen,...)

    - mezzi di trasporto che devi utilizzare (aereo, treno, macchina)

    - se hai il decreto del giudice o solo la DD del Comune

    - se il bimbo un documento o no



    Ti dico chosa facciamo noi:

    il bambino che sta da noi per adesso "non esiste" (nel senso che non ha nessun documento tranne atto di nascita e codice fiscale...) ma abbiamo fatto mettere sull'originale dle l'atto di nascita una fato che il Comune ha "ufficializzata". Questo è il primo passo per "certificare" l'identità del bimbo (ad un nome corrisponde una faccia); con il decreto del giudice e questo documento (o meglio se è un "vero" documento) puoi avere un permesso di soggiorno dalla durata dell'affido. Con questo dovresti poter viaggiare annche s eforse non basta per l'aereo (ma penso che dipenda dalle compagnie)

    Corraggio!

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      CommentAuthoralissa
    • CommentTime1 Dec 2006 modificato
     

    Vedi perchè al pensiero voglio appartenervi io ho sempre fatto orecchie da mercante...perchè in fondo se conosci la gente che ti sta intorno sai che la risposta è: siete voi che la volete, siete voi che dovete aiutarla ad accettare la sua fam. così comè per quella che è. Ricordatevi che è solo un'affido.

    Ed ecco che io altrochè che me lo ricordo, con tutti i "sorci verdi che passo!".



    Il problema dello spostamento io non l'ho mai risolto e francamente mi sono anche rotta nel chiederlo.

    Sono tre anni che insisto e le risposte sono sempre deludenti, proprio per questo spesso mi sento VINCOLATA - LEGATA - SOFFOCARE DA QUESTI IMPEDIMENTI che tra l'altro credo siano risolvibili se solo lo volessereo.

    Sono dispiaciuta di questo non potermi mai spostare dove e quando ne ho voglia, certo...in Italia sempre con il loro ok, ma se fare affido significa rinunciare anche a voler andare da qualche parte, posso anche " permettermi" un giorno di avere il cappello girato, di sentirmi stufa e dirmi...cavoli che cavolo di vita sono costretta a fare, io senza figli, con una salute tintennante, ora che sono ancora su dal letto e posso avere il lusso ancora di camminare con le mie gambe, devo essere vincolata in tutto e pertutto...non posso neanche andare a visitare se ne ho voglia l'America (si fa per dire), perchè lei non può venirci!

    Ma lasciamo da parte l'America, stiamo pure qui in Italia, non posso nemmeno programmare di andare dalla mia amica Manu di Torino che è a un tiro di schioppo perchè nel fine sett. ci sono gli incontri, giorno comodo per la fam. d'origine, tanto della fam. affidataria chi se ne frega!

    Pultroppo io non ho mai avuto nemmeno il decreto del tribunale ma solamente il loro progetto iniziale quello del comune, che tra l'altro è scaduto e non ci è mai più stata data la copia aggiornata oppure semplicemente con la data attuale.



    Vedete era meglio stavo zitta, ve l'ho detto che sono in crisi...e meglio che mi lasciate perdere sono troppo negativa.




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      CommentAuthorrosa
    • CommentTime1 Dec 2006 modificato
     

    se una è stufa è stufa e basta! puoi permetterti questo ed altro con noi alissa!

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      CommentAuthoralekarl
    • CommentTime2 Dec 2006 modificato
     

    Intervengo solo per quanto riguarda gli spostamenti all'estero.

    La foto autenticata dal comune è valida come documento, ma non per l'espatrio.

    Noi eravamo in ottimi rapporti con i servizi ai quali era affidato il ragazzo, e dato che il sindaco ne era anche il tutore, ha fatto lui la richiesta in questura per il lasciapassare (valido + o - come la carta di identità valida per l'espatrio).

    Prima di avere questo documento dovevamo prepararci per tempo:

    Scrivevamo ai servizi e al tutore per comunicare le date e la destinazione del viaggio, loro scrivevano al giudice tutelare per ottenere il benestare e con questi incartamenti + il decreto di affido + la foto autenticata del ragazzo, siamo partiti senza difficoltà).

    Le compagnie aeree fanno veramente molti problemi se i documenti non sono tutti a posto ... una volta che avevamo solo il documento di identità e una dichiarazione del tutore, per andare in inghilterra abbiamo dovuto chiedere soccorso alla polizia di frontiera che stava presso l'aeroporto. Loro hanno effettuato indagini sulle banche dati dei ragazzi scomparsi ... e alla fine si sono fatti garanti per noi presso l'impiegata del check-in ... che consegnandoci i biglietti ha concluso: "fosse stato per me, il ragazzo non sarebbe partito!"

    In macchina, in europa vai in giro senza che ti venga chiesto niente!

    Spero di essere stata d'aiuto.