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Ciao a tutti.
Ho trovato questo articolo sul quotidiano di Torino.
Mi piacerebbe leggere i vostri commenti.
TORINO - LA DONNA FA DOMANDA DI ADOZIONE, MA IL GIUDICE NON LA PRENDE IN CONSIDERAZIONE E SCEGLIE UNA NUOVA FAMIGLIA
Dopo 4 anni il tribunale si ricorda di toglierle la bimba che ha cresciuto
La rabbia di un’impiegata single: è con me da quando aveva 40 giorni
4/7/2006 - di Maria Teresa Martinengo
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Provate a immaginare Carla, mamma affidataria quarantenne, mentre prepara cena ad Anna, che ha preso tra le braccia quando aveva 40 giorni e che ora ha quattro anni. E’ una sera triste perché quella sarà l’ultima cena insieme.
Era stato un affidamento fatto in fretta: la neonata era malata, i genitori naturali, stranieri, non potevano occuparsene . Invece Anna (i nomi sono di fantasia) è rimasta con Carla fino a giovedì scorso. E non perché Anna sia stata infelice. E’ successo che il Tribunale s’è ricordato di lei, l’ha dichiarata adottabile, le ha trovato dei genitori: Carla è «soltanto» una single con due figli grandi, con la «colpa» di un legame sentimentale finito. Così, non importano i 4 anni, né che abbia presentato domanda di adozione «nei casi particolari», per poter continuare quel rapporto d’amore.
Anna non ci sta ai tentativi di spiegazione, quelli che erano stati richiesti a Carla: «Dica alla bambina che lei è stata una mamma che l’ha aiutata a crescere. Le dica perché i suoi genitori naturali non l’hanno tenuta, le spieghi che ora andrà con i veri mamma e papà». A 4 anni si può capire? Anna ha delle certezze: i suoi fratelli, che l’hanno sempre fatta giocare, il papà Piero, che non vive più con la mamma, ma viene a trovarla ogni volta che può. Vive una vita reale, Anna, slegata dalle teorie.
Carla intanto pensa ai primi passi, alle prime parole, alle cure, alle vacanze, al nido. Al fatto che Anna ha sempre avuto fiducia in lei, la mamma. Che altro può essere la donna con cui un bimbo vive i suoi primi quattro anni (senza altre figure di riferimento)? Quella sera Carla sente di tradire Anna. «Ci si separa quando c’è una ragione, no?».
Anna era nata da una coppia a cui era già morto un bambino, e Carla, dipendente comunale, era stata contattata da una collega dei servizi sociali. «Quella bimba ha lo stesso problema di salute che hanno avuto i tuoi figli. Perché non la tieni tu?». E lei, nel momento più magico di una relazione che durava da anni, ne aveva parlato con il suo compagno e con i figli. E aveva detto sì. Solo che anziché mesi, erano stati anni. Anni di silenzio, da parte dei servizi sociali e del Tribunale, in cui passare da un «premuroso dovere» all’amore, ricambiato, era stato un percorso scontato.
Un giorno del 2005 il padre naturale viene arrestato. E’ a quel punto che i giudici decidono l’adozione (in realtà, l’«affido a rischio giuridico di adozione» perché l’uomo fa ricorso). Il provvedimento è dello scorso marzo. Non appena Carla ne viene a conoscenza, presenta la domanda di adozione «nei casi particolari», consentita ai single. Intanto, si rivolge all’Anfaa, l’associazione delle famiglie adottive e affidatarie impegnata da oltre quarant’anni in battaglie «per il bene dei bambini», ricorda Frida Tonizzo (l’Anfaa a suo tempo si schierò con i giudici nella delicata vicenda di Serena Cruz). «La perizia psicologica di parte - dice l’esponente dell’Anfaa - e le valutazioni fatte nell’ultimo periodo dai servizi sociali definiscono Anna una bambina cresciuta bene, con ottime capacità relazionali, serena. Dunque, l’abbandono subìto risulterà ingiustificato e ingiustificabile. Certamente avrà conseguenze sulla sua personalità». Non solo. «Ci chiediamo come i genitori adottivi riusciranno a relazionarsi correttamente con una bambina che è stata tolta a una madre che l’amava...».
Mario Aliberti, psicologo dell’Anfaa: «Il caso di Anna purtroppo non è unico. Come si può lasciar passare tanto tempo senza pensare alle conseguenze?». L’assessore comunale ai Servizi Sociali Marco Borgione, tutore della piccola, ha «ereditato» il caso e non commenta. Dice soltanto: «La decisione è stata presa da un collegio composto da quattro giudici».
«Il caso di Anna è stato mal gestito dall’inizio. E dopo quattro anni la madre affidataria non è neppure stata considerata», denuncia Frida Tonizzo. «In 17 giorni tutto si è compiuto: il 5 giugno - ricorda Carla - Anna ha conosciuto i nuovi genitori che le ho presentato come amici. Ero terrorizzata che la mettessero in comunità. Mi sono tenuta tutto dentro, ho eseguito». Il 23 giugno, Carla l’ha consegnata alla coppia. «L’ho tradita, Anna sentirà questo. Ma io voglio combattere, voglio poterle dire che ho fatto il possibile per restarle accanto».
Il presidente del Tribunale per i Minori, Castellani, ha scritto all’Anfaa che «”la decisione di inserire la bambina in una famiglia in possesso dei requisiti per l’eventuale, futura adozione, è stata presa dal Tribunale dopo aver raccolto approfondite informazioni sulle condizioni familiari e psicologiche nelle quali la bambina stava vivendo”. Questo purtroppo non è avvenuto», dice Frida Tonizzo. «Nessuno, per esempio, è mai stato nella scuola frequentata da Anna né ha mai parlato con i figli di Carla».
"la decisione di inserire la bambina in una famiglia in possesso dei requisiti per l’eventuale, futura adozione, è stata presa dal Tribunale dopo aver raccolto approfondite informazioni sulle condizioni familiari e psicologiche nelle quali la bambina stava vivendo”. Questo purtroppo non è avvenuto»,
ecco secondo me questo è il punto : se il Tribunale dice di aver raccolto informazioni e questo NON E' VERO bisognerebbe invalidare tutto e in più sottolineare la malafede delle istituzioni.
E rivedere il tutto sulla base di questi elementi. Sarò giustizialista ma se c'è gente che (incomprensibilmente) non considera i sentimenti di una bambina tolta alla madre (non cè dubbio che in questo caso lo sia)..bè quando ci vuole, ci vuole...
Sarebbe stato bello non trovare adottanti disponibili per una situazione così...ma è sognare...
ricevo da un'amica e passo anche a voi.
COSA NE DITE?????
mi stuzzichi tanto con questo articolo di giornale perché sto vivendo situazioni parallele:
5 fratelli in affido in altrettante famiglie, si sta per dichiarare l'adottabilità ... siamo stati chiamati dal giudice del tribunale dei minori noi, associazione che segue alcune famiglie e le famiglie, alcune per età fuori dai criteri di adozione e altre perché single. TUTTE sono state, in seguito alle relazioni dei servizi, sentite se sono disposte all'adozione per continuità di rapporto. 4 ai sono rese disponibili ed una no, ma sono state sentite perché c'erano più relazioni che dicevano che le famiglie avevano per 3 anni svolto un ottimo lavoro con i bambini
un affido è terminato prima del tempo ed i reali motivi sono depositati nelle cartelle del Tribunale per privacy e tutela degli interessati, anche se ufficialmente vengono date altre versioni
Sono sempre molto scettica su ciò che può apparire su un giornale e sulle testimonianze dirette delle famiglie. Quando si dice "dopo aver raccolto approfondite informazioni sulle condizioni familiari e psicologiche nelle quali la bambina stava vivendo" , ciò viene fatto, ma non necessariamente viene reso pubblico, anzi, quasi mai ed è giusto così. Spesso i mass media chiedono spiegazioni sui casi che gli operatori per segreto professionale non possono e non devono dare e così gli operatori sembra che abbiano deciso senza elementi sufficienti.
Conosco come lavorano i Tribunali dei Minori, e, aldilà delle lentezze, per loro crea molti meno problemi lasciare la bambina dove è stata in affido per 4 anni. «La decisione è stata presa da un collegio composto da quattro giudici", quindi avranno valutato e deciso, magari in base a ciò che sul giornale è meglio non far apparire. Spesso le famiglie che sono coinvolte emotivamente, affettivamente e con tutta la coratella nel rapporto con il bambino non sono le più lucide a decidere il bene del bambino e soprattutto a volte non vedono i problemi loro interni magari evidenti ad altri.
Per esperienza ho visto casi da me seguiti essere riportati dai giornali scrivendo delle falsità enormi. Sono situazioni complesse da poter essere riassunte, narrate solo da un punto di vista e tutti i punti di vista non li possiamo sapere.
La storia di un'adozione non è un reality show!!!
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ciao a tutti ...........che dire,
l'affidamento è anche questo....si deve essere pronti a tutto........e lo dico col cuore in mano.....ci sono tribunali che valutano anche pochi mesi come legami instaurati "forti"e quindi decidono di nn creare altri abbandoni con conseguenze....ma le situazioni familiari a volte nn permettono che questo accada e quindi ecco il passaggio a chi ha l'idoneità all'adozione....giusto o no che sia.........immagino solo come si possa sentire .....nn mi viene altro da dire....un saluto a tutti voi
ciao elettra
quel che mi lascia perplessa è : se la famiglia è inadatta all'adozione, perchè è adatta per l'affido?
e soprattutto un affido lungo e a tempo pieno...
Ciao a tutti, sono nuova di questo forum...e mi sento di rispondervi.
Abbiamo vissuto in prima persona tempo fa una situazione molto analoga a quella in questione....
Vi posso assicurare che nelle AN non viene reso pubblico quasi nulla, tantomeno, credo che possa essere reso pubblico qualcosa sulle decisioni del Tribunale, come nel caso descritto da "ROSA".
E comunque forse sarebbe il caso di non ascoltare tutto quello che viene scritto sui giornali, molto spesso è "romanzato"...
Non si discute sulla lunghezza dell'affido, ma sul motivo per cui questa bimba è stata data in adozione ad una famiglia diversa da quella che l'aveva in affidamento.....io credo comunque che se anche questa bimba fosse stata data in adozione un anno fa, l'affidataria avrebbe "combattuto" allo stesso modo.....
Forse sarebbe giusto avere la possibilità di ascoltare le diverse campane, come in tutte le situazioni, e non credo proprio che l'unica motivazione per il TDM sia che questa donna sia rimasta single...
un saluto
lucilla
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