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      CommentAuthorStaff
    • CommentTime17 Dec 2002 modificato
     

    Argomento: Informazioni

    Inviato da: Anna

    Data/ora: 27/01/02 14.45.08

    Ciao, sono Anna e ho 42 anni. Pur essendo sposata non ho figli e non ne potrò avere mai. Da tempo ormai faccio i conti con il forte desiderio di offrire quello che sento dentro e che suppongo si chiami "istinto materno"; vorrei poter donare questo sentimento a chi ne bisogno. Abito a Bologna e se qualcuno mi può fornire utili indicazioni per come muovermi ne sarei felice.

    Grazie



    Risposta: Informazioni

    Inviato da: Eleonora

    Data/ora: 27/01/02 17.24.26


    Anna, cara.

    L'affido familiare non è tutto "cuccia, tenerezza e cuoricini".

    I casi che capitano possono essere i più disparati e disperati, le assistenti sociali le più assenti e distratte, le situazioni quanto di più lontane di quel che si possa immaginare dal "Figlio proprio".

    Prendere in affido significa anche saper (poter) LASCIARE ANCHE ANDARE VIA, magari dopo anni di fatica, magari sapendo che il bambino va in una situazione indefinita, per non dire preoccupante: pensi di potercela fare? Sii sincera, guardati dentro e diffida sempre da facili moralismi che dicono che si deve sempre e solo accogliere.



    Risposta: Informazioni

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 27/01/02 17.56.50


    Carissima Anna, non ti spaventare da quello che dice Eleonora. Ha ragione sul fatto che e' una scelta difficile ed ogni giorno vivi con l'incubo che il bambino possa esserti portato via, ha ragione quando dice che e' difficile lavorare con i servizi ... ma i aggiungo che non tutti i casi sono uguali, che non tutti gli assistenti sociali sono uguali. E' bellissimo dare senza pretendere di ricevere ... e' comunque chiaro che si inizia per egoismo (istinto materno nel tuo caso), ma e' solo la scintilla che fa iniziare un percorso di amore. Il resto si affronta in nome di quell'amore. Io ho iniziato dopo la morte della mia mamma per il vuoto che sentivo ... ma sono 16 anni che vado avanti 24 ore al giorno, 365 giorni l'anno ... e non e' solo per riempire quel vuoto.

    Come fare, mi chiedi ...

    Requisiti necessari particolari per l'affidamento non ci sono. La valutazione se una persona (al contrario dell'adozione, l'affidamento puo' essere concesso anche ad un single) e' adatta all'affidamento e' lasciata ai responsabili dei centri affidi istituiti presso tutti i comuni o presso le ASL (ma la competenza e' comunale, quindi passeranno presto tutti ai comuni, i quali potranno comunque delgare tale funzione a chiunque, anche a privati).

    Vi sono molti tipi di affidamento e tra questi bisogna indicare verso quali ci si sente maggiormente portati o verso quali le nostre risorse umane siano piu' adatte. Sostanzialmente si deve differenziare tra residenziali e part time, ovvero dove si preveda una convivenza piu' stabile possibile (quindi anche con pernottamento) ed altri di semplice ausilio alla famiglia e al bambino, in cui il minore rientri in casa a dormire. Anche qui, in base a disponibilita', eta', situazione familiare sono gli psicologi preposti alla verifica a valutare se cio' che viene richiesto e' effettivamente adeguato.

    Primo passo, quindi, e' quello di rivolgersi ai centri affidi e dare la propria disponibilita'. Maggiori sono i centri affidi a cui ci si rivolge, maggiori le possibilita' di ottenere quanto richiesto.

    Limitazione, pero', di questa procedura e' il fatto che, almeno allo stato attuale, i centri affidi non siano tra loro collegati. Qunidi puo' succedere che lei si rivolga ad un Centro Affidi e questi non abbia bambini da affidare, ma altri centri affidi potrebbero avere la necessita' di collocare qualche minore.

    L'affidamento, infatti, puo' prevedere anche un allontanamento dalla famiglia di origine molto forte, come lo spostamento del minore in altra regione.

    Le consiglierei anche di inviare una sua lettera, quanto piu' dettagliata possibile, al Presidente di ogni Tribunale Minorile che ha sede in ogni capoluogo di Regione.

    L'idea che ci ha fatto nascere deriva proprio da questa limitazione. Vogliamo mettere in contatto realta' di abbandono con situazioni familiari e strutture in grado di soddisfare la richiesta. Per legge non possiamo dare in affidamento bambini, ma qualora fossimo a conoscenza di casi per cui non si riesca a trovare una sistemazione, proponiamo alle persone che ce ne hanno fatto richiesta tale ipotesi. Se c'e' ancora interesse, provvediamo a mettere in contatto il centro affido in questione con la famiglia o l'ente disposto a prendere il bambino, saranno poi gli psicolgi e gli assistenti sociali a valutare l'affidabilita' della famiglia in questione. Tutto in maniera gratuita naturalmente, in quanto ci preme aiutare un numero maggiore di bambini che possano aver bisogno di amore, quell'amore troppo spesso negato loro

    se mi invia il suo indirizzo e-mail a <!-- BBcode auto-mailto start --><a href="mailto:info@sos-affido.it">info@sos-affido.it</a><!-- BBCode auto-mailto end --> possiamo restare in contatto



    Risposta: Informazioni

    Inviato da: Anna

    Data/ora: 29/01/02 12.53.30


    La ringrazio per la sua risposta esaustiva. Non le nascondo che la risposta di Eleonora mi ha molto sorpreso; forse i pochi concetti esposti circa la mia intenzione di impegnarmi nel settore dell'affido non erano abbastanza chiare o lasciavano intendere uno spirito... troppo mielenso o "tutto cuoricini". Mi creda, sono perfettamente consapevole della gratuità dell'azione svolta dal volontario. In fondo, penso che gli stessi genitori che non si trovino in situazioni di disagio, sono chiamati a fare in modo che i loro figli sappiano un giorno camminare serenamente lungo la strada della vita senza ostacolare il taglio di quel cordone ombelicale che invece in molti non vorrebbero mai tagliare.

    Quindi, sono ben felice di poter rimanere in contatto con voi e di ricevere tutte le informazioni/indicazioni che mi vorrete inviare. All'indirizzo che mi ha indicato le invio il mio.

    Grazie e a presto

    Anna