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Ciao a tutti, ogni giorno che passa sono sempre più triste perchè vedo che siamo già a marzo ma la giga di scuola proprio ancora non ne vuole sapere.
Mi metto con lei attaccata al tavolo della cucina senza schiodarmi, ascoltandola, leggendo, correggendola, aiutandola, incentivandola...ma lei quella voglia non la tira mai fuori.
Quando lo fa con fatica immensa dopo vari sbuffi e provocazioni si stufa poi subito e brontola fino all'esaurimento. Quale suggerimento da darmi per aiutarla ad avere più interesse, questo è un'aiuto che vorrei darle io come mamma a questa piccola gigante disinteressata.
Lo so altre volte è saltato fuori sto discorso ma io a vedere sempre questo disinteresse e ogni giorno la stessa cosa, non riesco proprio a star lì soltanto a guardarlo e a sentirlo.
Piccoli aiuti, trucchetti, tecniche...qualsiasi cosa la metterò in atto.
Grazie!
mah dopo anni di affiancamento giornaliero, riassunti, ripetizioni, stimoli, non c'è stato nulla da fare ed è andata a lavorare dopo aver ripetuto alle superiori 2 volte la prima e due volte la seconda...........questo è un esempio!!!!
I nostri ragazzi hanno problemi di apprendimento e di attenzione perchè non sono ranquilli.
Si sentono dei diversi oppure guardano ai problemi della loro famiglia a volte facendosene carico, a volte addirittura incolpandosene ... e quindi il "problema scuola" per loro non esiste e non si impegnano.
Uno dei nostri ragazzi ha come scopo nella vita quello di fare il giostraio, come i suoi genitori e convicerlo ad andare a scuola in prima superiore è stata dura ... ma preferiamo che vada a scuola e cerchi di crescere come un ragazzo, piuttosto che entri nel mondo degli adulti già a quindici anni, vivendo da zingaro e non riuscendo a sbarcare il lunario.
Se questa sarà la sua scelta, saremo con lui, ma a 15 anni lo Stato lo obbliga ancora alla scuola e forse questo è un bene.
Non si sa mai cosa sia giusto e cosa sbagliato.
Un nostro ex bimbo non dava risultati scolastici (tutti due e tre) e dopo due bocciature lo abbiamo mandato a lavorare.
Mai sbaglio più grande!
Magari sarà sbagliato adesso mandare Roberto a studiare, ma chi ha la verità? E poi ogni bambino ha le sue diversità rispetto agli altri e quello che va bene per uno non è detto che vada bene anche per l'altro.
Opsss.. non ricordo dove ho messo il "manuale del genitore di ragazzo svogliato" ...
Ho notato che il ragazzo che sta con noi prova per quasi tutte le cose, anche quelle piacevoli, un interesse molto discontinuo! Figuriamoci per la scuola, vissuta come imposizione! (E meno male che la riforma richiede il biennio dopo le medie ... altrimenti questa estate sarebbe già stato libero dalla scuola, ma sicuramente non preparato ad andare a lavorare).
Eppure è capitato diverse volte che si sia ripresentato a casa tutto soddisfatto per un'interrogazione alla quale era stato capace di rispondere, o un compito andato bene, dimenticandosi le lotte necessarie il giorno prima per farlo studiare.
Non credo che non senta il "problema scuola", penso che si renda conto che richiede impegno e quindi rinuncia in partenza! (ha già fatto la figura dell'incapace con i compagni di classe, non c'è più nulla da perdere, è più facile crogiolarsi nell'autocommiserazione!)
Penso che non sia possibile aumentare l'interesse per la scuola (devo confessare che alla sua età anche io vivevo la scuola come un gran peso!!), ma penso che si possa insistere sul concetto di fare qualcosa anche se non ti va.
Noi stiamo investendo molto sul discorso "scuola" perché riteniamo che sia l'ambiente nel quale può ricostruire un po' di autostima (dato che le capacità cognitive ci sono tutte!!) confrontandosi con i suoi coetanei
Non conosco trucchi o sistemi (altrimenti avrei già risolto...), conosco la sensazione di impotenza e di rabbia al ripetersi ogni giorno delle stesse scene ....
Ma voglio provare a darti questi consigli (molto ovvi):
1) essere convinti che si sta facendo la cosa giusta chiedendo l'impegno scolastico
2) i compiti si "devono" fare e devono servire ad "imparare" qualcosa (eventualmente ripetendolo anche 10 volte se necessario!)
3) dedicare un tempo definito ai compiti: se alla fine sono stati fatti bene concludere con "benone, vai a giocare ...", altrimenti "predicozzo (io continuo a ricordargli che il danno lo fa a sè stesso e non a me), domani vai a scuola impreparato e senza giustificazione ... vai a giocare"
4) farsi sentire dalla scuola. Noi abbiamo chiesto alla scuola che lo consideri un ragazzo che ha comunque una famiglia alle spalle, che non ha bisogno di voti "regalati" o di compatimento (tutti meccanismi che avvalorano la sensazione di diversità che segnala Riccardo). Abbiamo parlato prima con i professori, poi con il preside e quando necessario abbiamo messo in mezzo anche i servizi! Sono convinta che la famiglia senza la scuola non riesca a fare nulla!
5) non lasciare che la scuola diventi l'unico argomento importante nella famiglia!
Dai Alissa, non ti scoraggiare, non ti intristire! Sono convinta che ogni pomeriggio passato insieme a studiare dia alla gigante (a sua insaputa) un "qualcosa" che scoprirà quando non sarà più soffocato dagli sbuffi, dai capricci, dall'insicurezza.
CIAO Alissa
Posso provare anche io a darti qualche dritte sui compiti e su come far nascere in un bambino l' interesse per lo studio, anche se non so che classe frequenta la tua gigante e che programma abbia, in ogni caso ho aiutatao molti bambini a fare i compiti e un po' di esperienza me la son fatta.
Prima di tutto anche te dovresti farti dare il programma completo degli argomenti che piu' o meno trattano in classe poi anticipatamente ti prepare qualche lezione, in modo diverso con l ausilio di musica , immagini , piccole gite, colori forme,ecc ecc, questo e' molto importante far diventare l ora dei compiti un momento importante preso con entusiamo da parte di entrambe dove l energie fluiscano, non che ci sia noia e nervosismo. e poi preparare l 'a mbiente dove si studia in modo caricno con un incenso magari , della musica di sottofondo che concentri, qualcosa di sfizioso da mangiare insieme durante piccoli intervalli.Ti posso assicurare che questi metodi funzionano, perche lei si divertira' tanto e pure te...devi imparare a giocare lasciartia andare e anche lei lo farà e vedrai che pian piano le piacera studiare e vedrai come apprende magari anche di piu' perche ogni argomento sara' approfondito.
Certo da parte tua ci vuole un certo impegno e forse dovrai impiegare piu' tempo ma ne varra' la pena...se poi mi scrivi nella mia mail qualche argomento ti posso fare delgli esempi più dettagliati, ad esempio imparare una lingua con supporto di musica piccoli film o imparare delle poesie a memoria facendo finta di essere attori e mettere in scena uno spettacolino magari da far vedere la sera al papà, la matematica con esempi pratici, la storia visitando musei , chiese e anche delle bibblioteche..e poi viene la primavera perchè non studiare sedute sull erba??'
inventata ridivenbta bambina anche te e non fare sentire la scuola come un supplizio. un bacio e fammi sapera
hoara
... dimenticavo:
6) ricordale i risultati già ottenuti, qualche esperienza che l'ha gratificata ...
si si dite bene tutti ma non è sempre cosi', figuratevi se non le ho provate tutte......
pensate che durante l'attività lavorativa dela ragazza in questione (contratto formazione lavoro) ha dovuto recarsi in un mese due giornate a scuola, tornava a casa irriconoscibile, nervosa, aggressiva.......... e diceva che se mai fosse tornata a studiare era perchè l'aveva scelto lei, ma ripeteva che la cosa non sarebbe mai successa! chiaro che l'essere a scuola perchè "si deve" è terribile, ma dovete tener conto che ci sono delle patologie caratteriali che non consentono nessun contenimento, perchè se sei dichiarato con qlche deficit almeno comunque questo c'è e non si può far finta di non saperlo, anche se non commiseri e pretendi, se invece si tratta di altro beh allora è più complicato!anche l'amore che è cmque dovuto in ogni caso........
Non solo i bimbi in affido.
Mia madre, la Zizzi, a 16 anni disse ai miei nonni che non aveva più voglia di andare a scuola.
Mio nonno e mia nonna erano insegnanti di stenografia e dattilografia e avevano già insegnato alla mia mamma i quattro sistemi di scrittura stenografica.
Mio nonno le disse "Non vuoi andare a scuola? Allora vai a lavorare perchè scansafatiche in casa non ne vogliamo"
I miei nonni avevano una scuola privata, così mia madre si ritrovò a 16 anni ad insegnare stenografia a ragazzi di 18.
Era un tipino con un caratterino da non farsi mettere i piedi in testa nemmeno a quell'età
Insegnò, insegnò ed insegnò ... fino a quando la scuola non passò nella mani della Provincia di Livorno.
La chiamarono e le dissero "Lei signora è una validissima insegnante e non vorremmo certo perderla, ma senza un diploma lei non può insegnare"
Così mia madre, controvoglia, con me piccolo di 10 anni, una casa da mandare avanti e continuando a lavorare ... andò alle serali e in due anni prese un diploma.
Le piacque talmente tanto studiare che si iscrisse all'Università, Facoltà di Lettere Moderne, laureandosi con 104/110 lo stesso anno in cui io mi diplomai.
La Provincia le dette una promozione e la nominò dirigente, ma a lei piaceva insegnare e con il mio nonno progettò di aprire una scuola ove lei avrebbe insegnato lettere e dove i ragazzi che non potevano permetterselo avrebbero avuto tutto gratis.
Ma arrivarono i 47 anni e con essi il tumore che ha stroncato i suoi piani.
Magari, dico sempre io, un giorno verrà loro la voglia di studiare ... chissà
Grazie, grazie a tutti.
Hoara volevo dirti che spesso mi ritrovo a fianco alla gigante con le modalità che suggerisci tu per far fare i compiti. Quante volte sotto l'ombrellone con una bella granatina, con un gelato in mano o addirittura puccettate nella piscinetta che mettiamo in terrazzo.
Quante volte fuori casa con gli ucellini che cinguettano...quante volte giocando. Ma che fatica per poi avere risultati minimi.
Per quanto riguarda l'atmosfera...io sono una fanatica di candele e incensi, ti puoi immaginare.
Comunque piano piano si va avanti speranzosi!!!
io provo "puntando" su una materia. Per le altre mantengo "il regime minimo". Su una, invece, lavoriamo bene. Questo gli dà soddisfazione e forse nel tempo lo aiuta a credere che ce la può fare. Ogni tanto ha degli sprazzi di lavoro "serio" anche in altre materie... Certo è che le maestre aiutano proprio molto molto molto...
direi che è proprio quello che ci vuole! fosse anche incollare regioni d'italia,stati africani e via dicendo su un quaderno anzichè studiare i capoluoghi delle provincie (si fa per dire-dipende dalle problematiche) oppure anzichè il medioevo nel suo insieme disegnare/fabbricare la struttura del castello feudale con fossato - ponte levatoio, casupole dei servi dela gleba ecc, fare un cruciverba per memorizzare dei nomi e via dicendo................. che fantasia, quanto amore.........
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Già. e il dubbio che sarebbe il lavoro di qualcun altro... altro che avrebbe i metodi, le conoscenze, le opportunità per farlo e a noi spetterebbe SOLO fare i genitori, non gli insegnanti......
Concordo con l'ultima di Piripilla
A hoara mi sono dimenticata di dirti che ancora oggi spesso mi ritrovo a giocare con lei "a fare la cassa" nel senso che ha una cassa di supermercato giocattolo con i vari prodotti, io passo da lei a fare la spesa e pago e lei deve fare i conti per darmi il resto giusto...lei ha undici anni e io trentatre, nonostante questo sia un gioco da bimbine piccole io mi diverticchio e lei apprende.
finalmente qualche cosa aveva memorizzato, ma se veniva chiamata fuori non rispondeva perchè si vergognava.....................e dire che ha trovato sempre insegnanti disponibili, non tutti forse aquile, ma però nei suoi cfr. con una certa comprensione......non c'è stato nulla da fare.....l'oppositività era il suo comportamento costante....quasi una patologia, eppure di amore quanto ne è stato profuso...............ancora adesso il cuore si incrina e gli occhi lacrimano..................anche perchè mi pare che non le sia servito se vedo come sta andando a finire..........depressione, perdita di lavoro, 6.000 Euro accantonati, svaniti nel nulla.............
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