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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime7 Feb 2006 modificato
     

    Molto spesso nelle conversazioni del forum gli assistenti sociali, gli psicologi, i servizi sociali "escono" maluccio. In molti casi sembrano remare contro. Ma il benessere e la felicità dei bambini non dovrebbe essere il principale interesse di tutti? Il/La professionista che intraprende questo percorso di studi e professionale non lo fa animato da un desiderio di giovare ai bambini in difficoltà? Io a volte non capisco. E' probabile che questo forum sia visitato anche da queste persone. Perchè qualcuno non interviene naturalmente non dico sui casi particolari ma in generale per aiutarci a capire le dinamiche che magari a noi sfuggono.

  1.  

    Questo forum, lo so per certo, è visitato da molte assistenti sociali. Magari sono proprio quelle che sono animate dalle migliori intenzioni. Credo che non intervengano perchè sanno che purrtroppo la realtà è questa ... e non possono parlare male della loro categoria.

    Mi domando spesso se chi intraprende un certo tipo di studio lo faccia per passione o per altro.

    Forse la passione dopo passa ... o forse li obbligano a farsela passare.

    Quando vedo che nelle comunità c'e' un'altrenanza di educatori ... 9 in 6 mesi!!! e non in un caso solo ... perchè si cerca uno stipendio migliore, un posto più vicino a casa, un datore di lavoro più buono ... dei bambini meno turbolenti.

    Questi discorsi si possono fare lavorando per una banca o per un'azienda ... non per i bambini.

    Immaginate che dolore per un bambino ogni volta che un educatore se ne va.

    Ogni volta a dover ricominciare daccapo sperando che sia la volta giusta.

    Ogni volta a dover ripercorrere la strada del dolore che lo ha portato in quella situazione.

    Con il pensiero che porta a dire ... ma è colpa mia che lui/lei se ne va?

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      CommentAuthorrosa
    • CommentTime7 Feb 2006 modificato
     

    eh si ma dipende molto dall'ente per cui si lavora.................

    d'altra parte il turn over degli educatori è da mettere in conto-se si rimane sempre non si chiama più professione ma condivisione......

    e d'altra parte c'è chi è proprio frustrato dal suo lavoro...........

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime8 Feb 2006 modificato
     

    Ma comunque lo scopo ultimo dovrebbe essere il bene del bambino.

    Non è lui che si deve adeguare alle caratteristiche o alle problematiche dei servizi, ma il contrario. Tanto più quando si tratta di bambini che hanno gà combattuto con problemi famigliari.

    Capisco che scardinare un sistema non è semplice ma sarebbe bello che almeno ogni operatore facesse di tutto per andare nella direzione giusta.

    ciao ciao




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      CommentAuthorrosa
    • CommentTime8 Feb 2006 modificato
     

    eh ma si hai ragione perlanima, ma se non badi all'orario di lavoro e ti fai prendere dai bisogni dell'altro non è più professione ma condivisione........

    la tendenza attuale nel sociale è di misurare i criteri qualitativi dei servizi sulla base di una serie di standard di tipo aziendale, che al sociale proprio non si addicono, tantomeno alla condivisione!

    si sono mai posti il quesito di misurare i risultati sui minori diventati maggiorenni dopo anni di ricovero in strutture o a differenza dopo anni di accoglienza dove la condivisione difficilmente viene considerata standard/elemento qualitativo? ecco solo allora si potrebbe comprendere quale è via giusta e capire che l' aspetto economico investito nella prevenzione è ben speso...............ciaoooooooooooooooooooo speriamo daiiiiiiiiiiiiiiii, sopratutto che le famiglie disposte a mettersi in gioco nell'accoglienza aumentino! ah però è anche vero che le famiglie stanno diventando sempre più fragili, ed allora come fare? beh dai speriamo lo stesso! ciao

  2.  

    Ha ragione Rosa ... purtroppo i parametri usati dai servizi sociali per le loro valutazioni sono troppo spessi diversi da quelli usati dagli affidatari e questo crea inevitabilmente degli scontri.

    Questo poi è alla base del motivo per cui in molti casi si preferiscono le comunità, che adottano parametri standardizzati uguali a quelli dei servizi sociali, alle famiglie.

    Diverso è il caso del bambino che dovrà restare in affido per sempre ... allora la famiglia è è preferita alla comunità.



    Sempre il caso del bambino di 7 mesi, rimasto con noi fino ai 6 anni.

    Fino ai suoi 5 anni i servizi non lo avevano nemmeno mai visto e, dopo aver incontrato i soli genitori, decisero che ea arrivato il momento di farlo rientrare.

    Al di là se la cosa fosse giusta o meno ... decidere della vita di un bambino senza averlo interpellato e, peggio, senza mai averlo visto nell'ambiente dove era cresciuto e senza mai averlo visto in contatto con i genitori che rifiutava, riconoscendo in noi i suoi veri genitori.

    Da tener presente che fu la madre a darcelo e per tre anni non lo ha nemmeno cercato.

    Madre con problemi di tutti i generi e una condanna di un familiare per pedofilia!!!

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime8 Feb 2006 modificato
     

    non ci sono parole, solo un enorme groppo in gola

  3.  

    Lo chiamavano "il piccolo Riccardino" ... sono passati 2 anni e mezo e i servizi non ce lo fanno vedere, nonostante il tribunale e la psicologa avessero detto che sarebbe stato opportuno un incontro costante ... magari gli avranno pure raccontato che siamo noi a non volerlo vedere.

    Avremmo anche potuto imporci ... ma avremmo fatto del male al piccolo.

    La sofferenza c'è, tutt'ora forte, non posso negarlo, ma si stringono i denti e si va avanti con il pensiero che per sei anni gli abbiamo dato tutto noi stessi e quel seme che abbiamo trapiantato in lui darà, prima o poi, certamente, i suoi frutti.

    Ogni cosa ha un motivo voluto da Dio. Magari la sua vicinanza alla madre farà in modo che questa donna capisca cosa significhi amore.

    Si va avanti. Lo si deve a tutti quei bambini che soffrono.

    Non vi nascondo che mi avvilisco ogni volta che vedo certe cose ... e ogni giorno c'è da lottare contro chi dovrebbe aiutarli ... ma è proprio per questo che vado avanti, perchè se non lo facessi, se gettassi la spugna, ci sarebbe una persona in meno nel già esiguo esercito di coloro che combattono per i bambini e contro le ingiustizie che devono quotidinamente subire.

    Quanti casi potrei raccontarvi!!! Ma non voglio che tutto possa sembrare un mero sfogo o negatività allo stato puro perchè, credetemi, non è così. Apro una discussione a parte proprio per raccontarvi un miracolo. Si, un Miracolo.

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      CommentAuthorsasaso
    • CommentTime9 Feb 2006 modificato
     

    Ho già raccontto abbastanza di noi, forse non abbastanza di come ci ha trattati il servizio di provenienza del nostro piccolo. Non sono qui a ripetermi, anche perchè mi monta ogni volta la rabbia, rabbia che serve solo a sprecare energie, però voglio dire che non trovo giusto che singole famiglie affidatarie, e per singole parlo di una famiglia come la nostra, due genitori lavoratori e due bambini da seguire, debbano ricevere ostacoli a non finire e batoste dalle istituzioni anzichè gli aiuto che sarebbero necessari, e tutti gli affidatari sanno quanti sono, a portare avanti i loro affidi.

    C'è il brutto e c'è il bello.

    Chi ci segue oggi ci ha sostenuto in tutte le maniere, oggi siamo aiutati da persone speciali, ma la famiglia d'origine, che risiede ancora nello stesso comune, continua a non ricevere l'aiuto necessario, e così non cresce e non migliora e questo spesso si ripercuote sul bimbo affidato (naturalmente negli incontri periodici).

    Nel nostro caso addirittura il tribunale di corte d'appello ha "esonerato" quel servizio dal seguirci, ma quel servizio, almeno che io sappia, non ha avuto nessuna conseguenza.

    Non parlo di "vendetta", ma del fatto che quel servizio si sarebbe dovuto far migliorare e si sarebbe dovuto impedirgli di continuare a lavorare in quel modo.

    Ma è possibile che non esista una vigilanza istituzionale?

  4.  

    Per il momento non c'è vigilanza ... è un far west e le as.soc. si approfittano troppo spesso di questo potere.

    Vorrei raccontarvene una forte, ma non posso perchè in atto ... ma se loro pensano di avere pane facile da masticare con me ... fanno un grave errore di sottovalutazione.

    Non chiederei niente per me, ma per i bambini sono disposto a tutto, nei termini della legge e della morale, anche se necessario a finire in galera.

    Fra qualche giorno vi dirò se ho masticato io (con vittoria di uno dei ragazzi) o se hanno masticato loro (con danno abbastanza grave per il bambino).



    Quello che voglio dire è che la vigilanza dobbiamo farla noi. Dobiamo essere noi a dirgli "no, così non va" opportsi alle loro decisioni, ricorrere al tribunale, insistere perchè ci ascoltino.

    Solo così potremo arginare il loro strapotere ed eevitare che compiano abusi verso i bambini in nome della burocrazia.

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      CommentAuthoralissa
    • CommentTime11 Feb 2006 modificato
     

    Mi piacerebbe avere un briciolo, anche solo un briciolo della tua forza.