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  1.  

    Vorrei aprire una finestra nella cas di ognuno di voi e qui coinvolgiamo anche le famiglie che ancora non fanno affidamento.

    Sarebbe cosa interessanyte ed utile alla crescita di ognuno di noi, se ogni famiglia ci parlasse dei metodi educativi usati con i propri figli o con i bambini affidati.

    Ogni intervento saraà motivo di riflessione personale e di gruppo e magari suggerirà qualche buona idea per ricomporre eventuali conflitti con i bambini.

    •  
      CommentAuthoralice73
    • CommentTime25 Nov 2005 modificato
     

    non penso di aver capito bene la domanda ,ma provo a risponderti.Nostra figlia incomincia a essere in una età critica,vorrebbe fare solo quello che gli piace di più,ma purtroppo c isono anche dei doveri per cui tra varie borbottamenti deve fare quello che diciamo noi.Il nostro metodo educativo consiste nel rispettere i componenti della famiglia,ascoltare chi parla ed essere ubbidienti.Non siamo particolarmente severi,ci sono delle regole,ci sono molte coccole e siamo sempre pronti adascoltare sopratotto se ci sono dei problemi,spero di essermi spiegata

    •  
      CommentAuthorchiara
    • CommentTime25 Nov 2005 modificato
     

    L'ESEMPIO come il primo metodo educativo: certo non è sempre facile ma è questo è l'intento

  2.  

    Domanda Uno: nel caso che un bambino non faccia la lezine, oppure nasconda i compiti per non farli, oppure dica che va tutto bene quando non è vero e lo scopri al ricevimento professori.

    Casi diversi, comportamenti e correzioni diverse a seconda dell'età logicamente.

    Quale metodo usate in queste occasioni?



    E davanti alle bugie e a piccoli furtarelli?

    •  
      CommentAuthorrosa
    • CommentTime25 Nov 2005 modificato
     

    mah quella dei furtarelli ho visto che a volte nonostante gli interventi educativi prima calibrati poi anche più duri, la risposta la dà il tempo, spesso sono carenze, vuoti incolmabili, che riempono rubando oppure da grandi comprando,comprando, e per comprare così tanto devono fare debiti su debiti

    oppure se si "sistemano" smettono a una certa età di impadronirisi delle cose altrui.

    un'accolta birichina ci diceva: ricordati che combinerò guai ma a voi non ho mai rubato una lira! come a dire non vi ho mai tradito! behhh ognuno si regola come meglio può nell'esprimere anche l'affetto

    oopsss mi sono accorta di non aver scambiato opinioni su interventi educativi, ma spiegato disagi...beh alla prossima

    •  
      CommentAuthorrosa
    • CommentTime25 Nov 2005 modificato
     

    poi mia figlia dice che abbiamo fatto degli sbagli anche con lei, ma che ci siamo riscattati, beh meno male altrimenti un genitore che fa? SENSI DI COLPA SU SENSI DI COLPA, AD UN CERTO PUNTO HO DETTO: BASTA AVRO' ANCHE SBAGLIATO, MA SE L'HO FATTO L'HO FATTO IN BUONA FEDE!!! E ME L'HA PASSATA COME BUONA LA MIA FIGLIOLA!

    •  
      CommentAuthoralissa
    • CommentTime26 Nov 2005 modificato
     

    Noi siamo severi, decisi e fermi...anche se ci sono situazioni dove la severità si trasforma in dolcezza, in ok, in premi e in spiegazioni pacate e affettuose.
    Credo che spesso faccio il gioco del cavallino..."una frusta e uno zuccherino"! Il termine FRUSTA preciso è solo un termine per far capire che ci sono momenti in cui si va di urla, di sgridate e di castighi e ci sono situazioni di dolcezza, di comprensione, di dialogo, di coccole e vizzietti.
    La cosa che non cambiamo mai o che ci impegnamo a non cambiare mai, sono i no detti con decisione, convinti e non diventano si.
    Ci sono altri no, che possono diventare ni, altri che possono diventare sì, ma sempre su qualcosa basata sul ragionamento o pentimento.
    Noi siamo molto esigenti sull'educazione, sia con noi che con gli altri, tipo non rispondere male, non fare tutto ciò che si vuole, rispettare quello che diciamo, il rispetto è fondamentale nella nostra famiglia.
    Riguardo ai compiti, io ci sto passando e ho seguito i vostri consigli, ho ascoltato gli insegnanti, ho messo in atto il dialogo calmo, la spiegazione dell'importanza e del dovere della scuola, controllo i quaderni, diario...ma nonostante tutto ci gioca ancora...e allora sfodero la pazienza e riparto con i discorsetti e la seguo di più.
    Se proprio lei fa la tosta facendo anche la scontrosa allora sì che dopo una giornata o due di calmi discorsi passiamo a calme punizioni, tipo ok vai a letto e non guardi la tv, ti sequestro il game boy, non viene la tua amichetta, non ti porto in centro a vedere i regali da prendere per Natale, ecc...ogni volta ne inventiamo uno. Ieri sera a tavola dopo un 4-5 volte che l'avvisavamo di abbassare i toni, le abbiamo annunciato che al prossimo be scontroso non sarebbe venuta con noi all'incontro in parrocchia (i genitori facevano la catechesi e i bambini giocavano tutti insieme), così è stato ha sgarrato a testa alta prepotentemente così ci sono andata solo io e lei alle 21 è andata a letto senza tv. Ha chiamato la sua amichetta e ha detto che non andava rodendosi dentro sicuramente.

    Riguardo ai furti, opss. spero non ne faccia, per ora non l'ho scovata, manca solo questo!

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      CommentAuthornonparte
    • CommentTime27 Nov 2005 modificato
     

    Da un’indagine veloce fatta tra i miei allievi riguardo a:



    >>Domanda Uno: nel caso che un bambino non faccia la lezione, oppure nasconda i compiti per non farli, oppure dica che va tutto bene quando non è vero e lo scopri al ricevimento professori.>>



    Sono meravigliati che possa succedere (forse l’hanno detto per non tradirsi con il sottoscritto!!).

    Ho illustrato una situazione molto generale di famiglia e hanno detto che non dovrebbe accadere xché alla base ci deve essere la verità, il dialogo sincero, onesto.



    Trovo esagerato affermare che non dovrebbe succedere; io controllo quasi sempre tutti i quaderni, passando fra i banchi, sono abituati a dire all’inizio della lezione se hanno incontrato difficoltà o avuto problemi validi di giustificazione.

    Quando qualcuno viene scoperto, lo faccio alzare e lo indico come una persona che non si è comportata onestamente nei confronti della scuola, dei compagni e soprattutto di se stesso, cioè del rispetto derivante dal suo “status” di studente, con gli obblighi che ne derivano.

    Cerco di risolvere la questione sul piano etico, la seconda volta gli affibbio subito un 3 (che è più difficile da rimediare di un 4) nel registro e lo mostro a tutta la classe, incredula che anche il prof. Masato si possa inca**are.






    •  
      CommentAuthorrosa
    • CommentTime1 Dec 2005 modificato
     

    LA GRANDE DOMANDA







    Se eri un bambino negli anni 50, 60 e 70







    Come hai fatto a sopravvivere ?







    1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag...



    2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo.



    3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.



    4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.





    5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.





    6.- Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino , invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale...



    7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!





    8.- Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile .



    9.- La scuola durava fino alla mezza , poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà ).





    10.- Ci tagliavamo , ci rompevamo un osso , perdevamo un dente , e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.





    11.- Mangiavamo biscotti , pane olio e sale , pane e burro , bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare...





    12.- Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.





    13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi , televisione via cavo con 99 canali , videoregistratori , dolby surround , cellulari personali , computer , chatroom su Internet ... Avevamo invece tanti AMICI.



    14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico , suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.





    15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis , si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma .



    16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né di iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.



    17.- Avevamo libertà , fallimenti , successi , responsabilità ...







    e imparavamo a gestirli.







    La grande domanda allora è questa:



    Come abbiamo fatto a sopravvivere ? ed a crescere e diventare grandi ? .







    PECCATO CHE AVER VISSUTO CERTE COSE VOGLIA DIRE "AVERE UNA CERTA ETA'"

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime1 Dec 2005 modificato
     

    sì è vero, che bello !!! e quando decidevamo di giocare ai 5 noccioli giravamo un pò e trovavamo sempre per terra 5 noccioli di pesca. Ancora oggi mi chiedo come fosse possibile... (ma sto andando OT)

    •  
      CommentAuthoralissa
    • CommentTime1 Dec 2005 modificato
     

    Proprio ieri la gigante ci dice: che bei genitori che ho trovato, bella roba.... si vede come mi volete bene...che razza di genitori siete!
    Un figlio non si tratta così, dando sempre i castighi!"
    Non so cosa mi ha trattenuto, forse il sospiro che ho tirato per buttar fuori il fumo che mi inquinava il corpo, ma son riuscita a star buona buona e stare zitta.
    Oggi abbiamo ripreso il discorso e ho spiegato quello che credo sia giusto.
    Parlando di modi educativi:
    Mia mamma forse mi avrebbe mollato un ceffone, credo che il ceffone sia uno sfogo personale come si dice, ma credo anche che di ceffoni non ne ho presi tanti, perchè quei pochi mi son bastati per non azzardarmi più le altre volte a dire cose simili e a non essere così spavalda, arrogante, provocatrice e cafona come lo è spesso la mia ragazzina dalla lingua lunga.

    •  
      CommentAuthorrosa
    • CommentTime1 Dec 2005 modificato
     

    PERLANIMA COSA VUOL DIRE STO ANDANDO OT???

    •  
      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime2 Dec 2005 modificato
     

    fuori tema

    (rispetto all'argomento proposto)

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      CommentAuthoralekarl
    • CommentTime18 Jan 2006 modificato
     

    Ciao,

    recupero un messaggio di qualche tempo fa, solo perché adesso sto leggendo anche cose del passato, non avendo frequentato il sito per parecchio tempo.

    Intanto mi sembra un argomento "scottante" perché pochi degli "interlocutori" del forum si sono fatti avanti ...

    Per quanto riguarda la mia esperienza:

    sono quasi tre anni che F. vive con noi e adesso ha 13 anni e mezzo!

    I "nel caso che ..." citati da Riccardo sono tutti casi concreti derivanti soprattutto dal fatto che in casa

    famiglia si passava sopra a moltissime situazioni!

    Considerando che abbiamo una figlia che non ha mai dato problemi ci siamo trovati piuttosto spiazzati nel gestire un ragazzo che sembrava fare esattamente l'opposto di quello che gli veniva detto!



    <!-- BBCode Start --><B>Prima fase:</B><!-- BBCode End --> la comprensione. "Poverino, non è colpa tua, ma delle situazioni che hai vissuto! ora stai qui con noi che siamo forti e bravi e ti diamo una mano a risolvere la situazione" (preparo per esempio un diario semplificato con l'indicazione delle materie presenti giorno per giorno, vado ogni settimana a prendere i compiti copiandoli dal registro, verifico ogni giorno lo zaino, faccio i compiti insieme a lui spiegando le cose che non ha capito -in pratica tutto, dal momento che a scuola non segue-).

    <!-- BBCode Start --><B>Risultato:</B><!-- BBCode End --> si adagia completamente "sfruttando" l'aiuto e pretendendolo per ogni cosa! e continuo ad andare a copiare ogni settimana i compiti dal registro



    <!-- BBCode Start --><B>Seconda fase:</B><!-- BBCode End --> l'incentivazione. "Mettici un po' di impegno anche tu! ti premio se mi porti un miglioramento!"

    Ma, se lo sforzo richiesto sembra troppo, si rinuncia rapidamente anche al premio ("tanto non mi interessava! Puoi tenertelo.") oppure ottenuto il premio si perde la "buona abitudine" che lo aveva fatto arrivare (nonostante il fatto di essere riusciti a dimostrare che "volendo" la cosa si può fare!)

    <!-- BBCode Start --><B>Risultato:</B><!-- BBCode End --> Accetta rapidamente la sconfitta e considera che la mancanza del premio dipenda dalla sfortuna che lo accompagna nella vita e dai capricci degli adulti ... e continuo ad andare a copiare ogni settimana i compiti dal registro



    <!-- BBCode Start --><B>Terza fase:</B><!-- BBCode End --> Punizioni e minacce (e devo confessare qualche schiaffo ...). Le punizioni non vengono percepite come associate ad una mancanza commessa, ma come dipendenti da un capriccio di adulti! A volte si autoinfligge una punizione, anche se nessuno l'ha minacciata in quell'occasione. Chiaramente va a lamentarsi con tutti quelli che incontra per il trattamento ricevuto. Piano piano c'è una escalation di punizioni (pasto ridotto e differenziato rispetto a quello della famiglia, sequestro di giochi e stereo, soldi). Ogni volta c'é una violenta protesta, un pianto, uno scatto di rabbia e il tentativo di colpevolizzare qualcun'altro per la mancanza che ha fatto scaturire la punizione

    <!-- BBCode Start --><B>Risultato:</B><!-- BBCode End --> Gli amici che ti stanno vicino iniziano a guardarti con occhi diversi: sei "cattivo", troppo

    severo. Lui preferisce le punizioni all'impegno. La sfida è continua e cerca di farti cadere sempre nel meccanismo della rabbia. Durante questa fase arriva a chiedere di tornare in casa famiglia! Gestire la situazione è una fatica forse maggiore di quanto lo fosse la prima fase ...e continuo ad andare a copiare ogni settimana i compiti dal registro



    <!-- BBCode Start --><B>Quarta fase:</B><!-- BBCode End --> (quella in corso). Minaccia di una punizione che lui teme molto e conseguente punizione, se necessaria. Evidenziazione da parte di mio marito che il comportamento tenuto è quello di un bambino piccolo e non di un ragazzo di 13 anni. Proposta di premiare un periodo di miglioramento che duri almeno 3 mesi. Lasciare che sia lui a raccontare a mio marito la sera quando torna a casa gli eventuali problemi insorti nella giornata.

    <!-- BBCode Start --><B>Risultato:</B><!-- BBCode End --> I problemi si creano comunque ma si risolvono molto più rapidamente e con meno carica nervosa. ... vado a "controllare" ogni settimana i compiti dal registro .



    Per rendere più comprensibile la situazione devo dire che con mio marito cerchiamo di non contraddirci davanti ai ragazzi, viene condivisa sempre la versione che è stata presentata da chi si è trovato a gestire il problema! Siamo stati estremamente coerenti con le minacce e le promesse che non sono mai state fatte a vuoto. Stiamo cercando di battere più sulla bugia (arriva a negare l'evidenza) che non la mancanza che ha cercato di nascondere.

    Ognuna delle fasi indicate sopra è stata comunque accompagnata da discorsi, confronti ripetuti non so quante volte.

    Lo sforzo è fargli capire che lui è in grado di fare quello che gli chiediamo e che decide "deliberatamente" di infrangere le regole e non che ci viene portato dagli eventi ...



    Mi rendo conto di essere stata piuttosto lunga e non credo di essere riuscita a rendere l'idea della situazione, ma ho fatto del mio meglio



    Alla prossima



    Alessandra

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime19 Jan 2006 modificato
     

    Sì , ci sei riuscita a far capire la situazione, magari ad una seconda lettura.

    Certo è dura, la fase in corso mi sembra che metta un pò insieme vari atteggiamenti delle fasi precedenti , ma l'elemento nuovo è che il ragazzoi si confida con tuo marito. Mi sembra importante. Ma lo faceva già o veramente una novità?

    Questa sezione del forum mi sembra molto importante, forse poco frequentata perchè impegnativa, ma spero venga alimentata anche perchè è alcuni problemi nell'affido sono ricorrenti.

    •  
      CommentAuthoralissa
    • CommentTime19 Jan 2006 modificato
     

    Un altro nostro metodo educativo: il continuare a dire, fare e illustrare. Se ci si riesce sfoggiando tanta pazienza e tranquillità.

    Dare sempre una spiegazione a ogni cosa, a ogni sgridata a ogni arrabbiatura, magari più tardi con più calma.


    •  
      CommentAuthoralekarl
    • CommentTime19 Jan 2006 modificato
     

    Rispondo a perlanima:

    il ragazzo non si confidava affatto con mio marito, viveva in uno stato che era un misto di emulazione e di volontà di non farsi notare.

    In realtà a parte il primo periodo che lo vedeva molto legato a me, c'è stato un lunghissimo periodo durante il quale sembrava che stesse in "albergo". Sfruttava le cose "materiali" di cui poteva fruire evitando qualunque coinvolgimento emotivo.



    Sicuramente gioca ora a nostro favore il fatto che siamo gli "stessi genitori" per lui e per nostra figlia (ricevono attenzioni - più lui che lei -, vengono premiati e sgridati entrambi) e che nel corso di quasi 3 anni non abbiamo tradito le promesse fatte.



    Probabilmente siamo tra i pochi adulti con i quali ha avuto a che fare per un periodo così lungo in modo così continuativo.