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      CommentAuthorantonellap
    • CommentTime13 Oct 2005 modificato
     

    Ciao a tutti, sono Antonella e scrivo dalla Sicilia.
    Sono una pedagogista e lavoro come consulente pedagogico per la famiglia presso un ufficio inaugurato da poco dal Comune della mia città ,inoltre lavoro anche come educatrice in una Comunità Alloggio per minori.
    Voglio mettere la mia esperienza al servizio del sito SOS-AFFIDO in qualità di esperto per aiutare chi può avere bisogno delle conoscenze che io ho acquisito lavorando in questo campo ed apprendere io per prima da quanti si affacciano alla possibilità di prendere in affido un bambino.
    Ho avuto modo di conoscerre il Moderatore Riccardo Ripoli, ed ho già appurato che si tratta di una persona speciale.
    Sono felice di aver trovato questo sito, sono onorata di collaborare con voi.
    Saluti Antonella

    •  
      CommentAuthoralissa
    • CommentTime13 Oct 2005 modificato
     

    Che dire: GRAZIE MILLE DI CUORE PER LA TUA DISPONIBILITA'.

    Preparati allora a essere la nostra crocerossina.

    Alissa

  1.  

    Ciao Antonella. Ti do il benvenuto ufficiale, anche se abbiamo gia' avuto modo di "dialogare" via e-mail. Speciale non direi proprio, appassionato ai ragazzi certamente si

    Ti sottopongo il primo quesito, non per metterti al prova, ma perche' e' un qualcosa che stiamo affrontando proprio adesso.

    Situazione: scontro con due dei ragazzi, uno di 15 anni border line e uno di 11. Palese la loro colpa, anche ai loro occhi ... colti in flagrante e quindi impossibilitati a trovare scuse o raccontare bugie. Uno dei due, il quindicenne, ha capito e sta cercando gli strumenti per un confronto e credo che ci riuscirà, cosa positivissima per lui che è il più difficile del gruppo.

    Il bimbo di 11 anni invece non ce la fa a chiedermi scusa non perche' non sappia di aver sbagliato e nemmeno perche' non tiene a me o a pacificare una situazione di tensione che si e' verificata tra lui e gli adulti, bensì perchè teme che possiamo non credere al suo "mi dispiace di aver sbagliato", cosa probabilmente imparata nella famiglia nella quale stava prima. E' un tipico esempio da manuale di helplessness. Come uscirne?



    Capisco che senza conoscere la situazione che ha generato il conflitto e, sopratutto, senza conoscere i ragazzi ed il loro passato sia difficile farsi un'idea precisa, ma non posso scrivere più di quello che già ho scritto.



    Buona Giornata

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime14 Oct 2005 modificato
     

    bè, iniziamo con una domandina facile facile..!!!!!

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      CommentAuthorantonellap
    • CommentTime14 Oct 2005 modificato
     

    Bè certamente è difficile cosi trovare una via d'uscita, poichè non conosco i ragazzi, non conosco il motivo della lite.

    E se il più piccolino non chiedesse scusa solo perchè pensa a suo modo di avere ragione?

    Certamente avrete insegnato ad entrambi che le mani non si alzano a nessuno, ma magari in questo momento è l'unico modo che conoscono per difendersi, l'unico che hanno appreso nelle loro famiglie (tu hai scritto c'è stato uno scontro tra i due ed io ho dedotto fosse uno scontro fisico).

    Ad ogni modo fossi li io darei una punizione ad entrambi e darei anche del tempo al piccolino, magari pensandoci su e capendo che in fondo da voi è compreso, riuscirà anche a sentirsi sinceramente pentito ed a scusarsi.

    Saluti

  2.  

    Hai ragione ... ho dato troppi pochi elementi.

    Lo scontro e' verbale e non fisico.

    Non e' fra loro, ma con me.

    Motivi legati al loro essere opportunisti.

    Il piu' piccolo non pensa di avere ragione, sa di essre in torto ... dato certo confermato dalla psicologa e dato certo e' anche che il motivo per cui non chiede scusa, nonostante sia in torto e stia male per la situazione che si e' creata, e' proprio quello di "helplessness".

    Il mio problema non e' capire cosa pensano, ma come fare per cambiare la situazione.

    Ieri il piu' grande ha parlato con la psicologa e stasera o nel fine settimana credo che verra' a chiedere scusa, ma il piu' piccolo ... ?

    •  
      CommentAuthorrosa
    • CommentTime16 Oct 2005 modificato
     

    HELPLESSNESS? GRAZIE SE CI SPIEGHI RICCARDO IL CONCETTO

    BNA DOMENICA

  3.  

    HELPLESSNESS: IMPOTENZA APPRESA.



    Ovvero, da quel poco che mi è dato di capire dalle spiegazioni di chi ne sa più di me, un bambino può imparare dall'adulto anche l'incapacità a fare qualcosa. Nel caso in questione il bambino ha imparato dal precedente adulto-educatore che qualunque cosa lui faccia o dica, è sempre in torto. Quindi chiedere scusa non rientra nel suo cervello, in quanto le sue scuse non sono sistematicamente accettate dall'adulto.



    Questo il problema.



    Ma come se ne esce? Come insegnargli a capire che ha sbagliato, a confrontarsi con l'adulto? Ad avere fiducia in lui?

    Certo ... con il tempo ... ma il bimbo cresce, di tempo ce n'è poco e certe dinamiche si stanno radicando sempre di più in lui.

    •  
      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime18 Oct 2005 modificato
     

    forse esiste un pò di confusione fra il fatto di "avere torto" e il "chiedere scusa".

    bisogna trasmettergli chiarezza in questo senso : il torto è riconosciuto e non è più in discussione, tutto il discorso va concentrato sulla possibilità del perdono...

    avete mai sperimentato lo psicodramma da voi?


    •  
      CommentAuthorrosa
    • CommentTime18 Oct 2005 modificato
     

    CI HANNO DETTO UN GIORNO CHE ANCHE I LITIGI TRA MAMMA E PAPA' E POI LA RICONCILIAZIONE FRA LORO SONO UN OTTIMO STRUMENTO PER INDICARE AI FIGLI NATURALI E NON LA STRADA DEL PERDONO..................

    •  
      CommentAuthorrosa
    • CommentTime18 Oct 2005 modificato
     

    AHHHH DIMENTICAVO, COSE NATURALI DI QLSIASI FAMIGLIA, NON LE BOTTE QUOTIDIANE!!!!!

  4.  

    Grazie Perlanima e grazie Rosa.

    Spesso facciamo delle scenette per coinvolgerli in insegnamenti di principi o di modi di fare (come il perdono).

    Riconciliazione tra me e Roberta davanti a loro, più volte.

    Sabato sera ero nervoso e mi sono arrabbiato con me stesso e senza avercela con nessuno in particolare, mi sono alzato da tavola sbuffando e me ne sono andato a letto dando una buonanotte nervosa. Nella mattinata di domenica ho radunato tutti i ragazzi e gli adulti e ho chiesto scusa del mio comportamento.

    Non è la prima volta che accade che chieda scusa ai ragazzi, ma certo questa volta speravo che prendessero l'esempio, ma non è andata così.

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime18 Oct 2005 modificato
     

    probabilmente fra lo sperimentare una modalità negli altri e l'introiettarla in se stessi c'è un cammino non facile....ora purtroppo ho poco tempo (in realtà sono in ufficio...) ma rifletterò su questo..

    a presto

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      CommentAuthorperlanima
    • CommentTime20 Oct 2005 modificato
     

    coinvolgere il quindicenne nel "convincere" il più piccolo a chiedere scusa?

    chiedere/guidare il grande a parlare con l'altro non potrebbe essere fra l'altro gratificante per lui e utile alla situazione?

    (ma magari a questo punto il problema è giù superato..)

  5.  

    Il problema non è ancora superato. Il grande che parla con il piccolo è stato gia' sperimentato, ma senza grande successo. Il più grande dei nostri ha provato a parlarci, ma inutilmente. La pace definitiva con il quindicenne è stata fatta da poco ed è molto geloso degli altri bambini (quasi ci gode se c'è tensione con qualcuno e non con lui), ma visto che il problema e' sorto in contemporanea per entrambi ... forse è il più adatto, ma essendo border ... non so quali dinamiche si possano innescare.

    Dargli troppa responsabilità (già provato), se ne approfitta ... prendendo il ruolo dell'adulto che brontola tutti per tutto fino a diventare oggetto di brotolata ed avere la considerazione che gli altri, quando sbagliano, hanno.



    Sembra facile ...