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  1.  

    E' morta Terri Schiavo ... è come se fosse morto un pezzetto di civiltà.
    Già questo mondo ha poco di civile ... ora poi si deve anche aver paura a sentirsi male.
    Credo nei miracoli e credo nella Volontà di Dio.
    Ogni persona, finchè il Signore vuole che viva, ha il diritto di vivere.
    Ogni persona, in qualsiasi condizione si trovi, pò portare Amore, Gioia, Solidarietà ... basta vedere l'Amore dei genitori di Terri.

    Oggi hanno fatto morire una donna che si alimentava con una sonda.
    Domani magari faranno morire chi ha un grave handicap.
    Poi sarà il turno di chi ne ha uno lieve.
    E poi? A chi toccherà?
    Io non sono bello, non sono alto, non sono biondo e non ho gli occhi azzurri ... mi sa che devo cominciare a temere per la mia vita.

    •  
      CommentAuthorgiu|ia
    • CommentTime1 Apr 2005 modificato
     

    >>E' morta Terri Schiavo ... è come se fosse morto un pezzetto di civiltà.

    Già questo mondo ha poco di civile ... ora poi si deve anche aver paura a sentirsi male.

    Credo nei miracoli e credo nella Volontà di Dio.

    Ogni persona, finchè il Signore vuole che viva, ha il diritto di vivere.

    Ogni persona, in qualsiasi condizione si trovi, pò portare Amore, Gioia, Solidarietà ... basta vedere l'Amore dei genitori di Terri.



    Oggi hanno fatto morire una donna che si alimentava con una sonda.

    Domani magari faranno morire chi ha un grave handicap.

    Poi sarà il turno di chi ne ha uno lieve.

    E poi? A chi toccherà?

    Io non sono bello, non sono alto, non sono biondo e non ho gli occhi azzurri ... mi sa che devo cominciare a temere per la mia vita.





    se fosse stato fatto il volere di dio terri schiavo sarebbe morta ben quindici anni prima!

    l' accanimento terapeutico non è volere di dio,ma egoismo degli uomini .



    per conoscenza riporto un articolo che spero vi faccia riflettere :

    Alberto Flores D’Arcais per “La Repubblica”



    «C´è una cosa che da un punto di vista medico mi pare non sia stata sottolineata. Non bastava e non basterebbe di certo riattaccare il sondino dell´alimentazione per permettere a Terri Schiavo di continuare a vivere».



    Ignazio Marino è uno dei medici italiani più apprezzati negli Stati Uniti. Chirurgo dei trapianti - da alcuni mesi è responsabile del Dipartimento trapianti del Jefferson Hospital di Filadelfia - ha seguito il drammatico evolversi della vicenda della donna in Florida; più di tanti ha la conoscenza medica e l´esperienza diretta di casi simili per parlarne in modo più approfondito.



    Perché non basta il sondino?

    «Perché nessun essere umano può vivere per quindici anni in un letto d´ospedale solo grazie all´alimentazione artificiale. A parte i gravi problemi di decubito che compaiono non dopo anni e neanche dopo mesi, ma dopo qualche decina di giorni, e che necessitano di terapie quotidiane, un paziente nello stato di Terri Schiavo ha diverse altre terapie di appoggio che servono a mantenere in condizioni vitali un corpo devastato dalla malattia.

    Mantenere il paziente libero da infezioni, da embolie polmonari, da alterazioni metaboliche che ne possano determinare la morte, necessita uno sforzo straordinario e quotidiano. Terapie di supporto al sistema respiratorio ad esempio, o l´uso dell´eparina per prevenire embolie o trombosi».



    Questo cosa cambia nel merito?

    «Questo significa che se Terri viene tenuta in vita, ciò non avviene solo grazie all´alimentazione artificiale. E che se anche la Corte Suprema o gli altri tribunali federali e statali intervenuti avessero ordinato di riattaccare il sondino, questo non sarebbe stato sufficiente per farla continuare a vivere. Senza altre terapie oltre all´alimentazione, il marito o i genitori la vedrebbero, e l´avrebbero già vista, morire nel suo letto in breve tempo».



    È giusto nel caso di Terri parlare di eutanasia?

    «No, non si tratta di eutanasia. Dal mio punto di vista l´eutanasia, cioè aiutare a porre termine alla vita di un individuo, è sempre sbagliata. In questo caso la definizione più simile è quella di accanimento terapeutico.



    L´avere staccato il sondino per la nutrizione e l´avere sospeso altre terapie di appoggio è una cosa ben diversa dalla decisione di procurare la morte attraverso un´iniezione di un farmaco letale. L´interruzione di terapie non è uguale all´eutanasia. E proprio perché non si tratta di eutanasia i giudici americani hanno concesso l´interruzione della nutrizione e di conseguenza di tutte le altre terapie associate».



    Cosa prevede la legge americana?

    «Fino agli anni Settanta si doveva intervenire in tutti i modi fino a quando si arrestava il cuore. Le cose cambiarono nel 1976 con il caso di una donna, Karen Quinlan, che si trovava in uno stato vegetativo persistente e che respirava grazie alla ventilazione artificiale. I familiari chiesero di interrompere la ventilazione, i medici erano contrari per paura di essere perseguiti penalmente, la cosa finì alla Corte Suprema del New Jersey che diede ragione alla famiglia.



    Specificando che se non c´era una `ragionevole possibilità´ di far tornare il paziente alla `integrità intellettiva´ dovevano essere rimossi tutti gli apparecchi e le terapie di sostegno e nessuno, tantomeno i medici, dovevano essere considerati penalmente e civilmente responsabili.



    Poi nel 1990 ci fu il caso di Nancy Cruzan, molto simile a quello di Terri, anche se allora furono i genitori a chiedere di sospendere le terapie. Nancy era del Missouri, il suo caso finì alla Corte Suprema degli Stati Uniti e da allora tutto è cambiato».



    Le sono mai capitati casi simili?

    «Di casi come questi ne capitano ogni giorno in ogni parte d´America. A me è successo pochi giorni fa quando un paziente gravemente ammalato e in attesa di un trapianto è entrato in coma in seguito ad una setticemia legata ad una grave infezione polmonare. Ero convinto che esistevano delle ragionevoli speranze di poter curare l´infezione e di fare arrivare il paziente fino al trapianto. Ne ero convinto io e lo voleva il figlio di diciassette anni.



    Ma la moglie ha voluto che fossero rispettate alla lettera le volontà del marito, che aveva chiesto che non si prolungasse per più di tre giorni il ricorso a tecniche straordinarie per mantenerlo in vita. E la moglie, come il marito nel caso di Terri, aveva il ‘potere legale´ di decidere».



    In uno dei numerosi appelli la famiglia di Terri ha portato come prova la dichiarazione di un neurologo che sostiene che la donna ha una ‘minima conoscenza´. Secondo lei è possibile?

    «No, non credo proprio. Il danno cerebrale è oggi facile da diagnosticare, esistono diversi esami, compresa l´angiografia, che possono convalidare o meno l´esistenza di un danno permanente. Oggi è possibile, e si fa comunemente, stabilire che un paziente è clinicamente morto anche se il cuore gli batte ancora, e che quindi i suoi organi possono essere trapiantati».



    Cos´è il living will?

    «E´ un documento con cui ogni cittadino americano può decidere quali trattamenti sanitari accettare qualora non sia più in grado di intendere e di volere. Serve a difendersi dal rischio dell´accanimento terapeutico. Io ho fatto il mio living will, mia moglie lo ha fatto, e ad esempio nel nostro caso sono diversi.



    Quando manca questo che chiamerei ‘testamento biologico´ il potere di decidere se staccare la spina o meno passa a chi detiene il power of attorney, che nel caso dei figli spetta ai genitori e nel caso di una coppia sposata al coniuge».



    È giusto che a decidere sia un giudice?

    «Nel caso di Terri Schiavo tutti i medici che l´hanno seguita ritengono che non ci sia quella ‘ragionevole speranza´ di farla tornare ad una vita che non sia puramente vegetativa. È sempre spiacevole che all´interno di una famiglia - in questo caso tra il marito e i genitori - si sia creata una situazione di conflitto così aspra.



    Una volta che il caso è diventato giudiziario i giudici non hanno potuto fare altro che seguire la legge. Ed è anche sbagliato averlo fatto diventare un caso per fini politici. Ed è curioso, e ipocrita, che un gruppo di cristiani ‘radicali´ che dice di combattere una battaglia per la vita arrivi a minacciare di morte il giudice che del caso si è occupato».






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      CommentAuthoralissa
    • CommentTime1 Apr 2005 modificato
     

    Fino all'ulltimo mio respiro, io vorrò vivere...
    fino alla fine, io vorro vivere...
    fino ad essere giudicata attaccata e accanita alla vita,
    io vorrò vivere...ugualmente.

  2.  

    Volontà di Dio è utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione ...

    •  
      CommentAuthoralissa
    • CommentTime4 Apr 2005 modificato
     

    Io credo che i medici e la scienza, ne fanno parte.... anche una parte molto importante!

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      CommentAuthorMORENOLUCIANA
    • CommentTime13 Apr 2005 modificato
     

    Cosa sia l'accanimento terapeutico io lo so bene: ho avuto mia mamma malata di cancro per dodici anni... dodici lunghi anni.

    Anni in cui ha e abbiamo combattuto tutti per la sua vita... finchè ha avuto senso farlo.



    Poi ad un certo punto abbiamo dovuto arrenderci.



    Perchè c'è un limite oltre il quale la vita non è più vita e la morte è una liberazione.



    Ma mia mamma è stata alimentata fino alla fine. Solo quello aveva: una flebo che l'alimentava e la morfina per non soffrire.



    Se tutto quello che dice questo gran luminare è vero, e non voglio certo metterlo in dubbio qui, che bisogno c'era di staccare quella sonda?



    Se c'era da morire, perchè morire di fame e di sete?

  3.  

    Brava Morena ... sono con te.

    Far morire di fame e di sete ... è un assurdo che per me è inconcepibile

    •  
      CommentAuthorMORENOLUCIANA
    • CommentTime14 Apr 2005 modificato
     

    MorenO è il lui della situazione. La lei è LucianA.



    Siamo venuti ad Orentano in gennaio, ricordi?...





    Con l'occasione, abbiamo terminato oggi il percorso di formazione e idoneità per l'affido, con esito positivo.



    Ora si vedrà



    Ciao a tutti



    Luciana