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  1.  

    Ho ricevuto una richiesta sulla quale vorrei avere il vostro parere.
    Quando ci si separa, pur anche consensualmente, i primi a soffrire sono i figli.
    Un papà che sta per separarsi, figli maschio e femmina di 2 e 3 anni, è preoccupato su quale messaggio dare ai figli e sul come darlo.
    Mi si chiede testualmente "cosa dirgli del perchè il papà va a stare da un'altra parte? Quali sono le domande che il più grande può farci e cosa rispondergli? Insomma,vorrei un consiglio per rendere loro la cosa meno traumatica possibile"

    •  
      CommentAuthorAdelasia
    • CommentTime20 Mar 2004 modificato
     

    Quando bisogna dire ai propri figli che ci si sta per separare, che mamma e papà non vivranno più insieme, che papà sarà presente solo in alcune occasioni non c'è consulente che possa dare risposte certe.



    Io credo sia importante essere sinceri (o quasi)...dire che papà andrà a vivere in un'altra casa, che deve andare a lavorare ma che gli è sempre vicino , li vuole bene....occorre rassicurarli....occorre che sentano la presenza giornalmente....anche se telefonicamente....



    Le cose vanno fatte in due. Se il padre va via è la madre che deve fare in modo che se pur non presente fisicamente esiste...ed è un papà buono, che li ama...che li pensa...che se stanno male anche lui soffre...



    Sarà un trauma in qualsiasi modo si presenta la cosa.....solo nel caso in cui la madre non lascerà trasparire che la separazione è dovuta a delle incomprensioni, solo in questo caso il padre sarà presente nella loro vita...



    Capisco che è una cosa difficile...l'unico errore che non bisogna fare è questo: ogni qual volta il papà va a trovare i figli non necessariamente deve portargli giochi e giochini,,,i figli non vanno viziati nè comprati ( lo sottolineo perchè questa è una cosa che si fa inconsciamente come per farsi perdonare per l'assenza! )...ed un'altra cosa....non fate promesse che poi non si riesce a mantenere......



    Spero di essere stata sintetica....non mi è facile dire tutto in un'unica e-mail....ogni persona ha una propria storia di vita...e non posso generalizzare....



    Sono disposta a dare consigli via e-mail o anche telefonicamente...



    Richy ti autorizzo a dare a questa persona, qualora volesse contattarmi, sia la mia e-mail personale e se ritieni opportuno anche il num. di cellulare.



    A presto



    Buona fortuna

    •  
      CommentAuthorpaolamp
    • CommentTime22 Mar 2004 modificato
     

    Mi accodo al post di Adelasia che mi trova d'accordo...

    In una situazione di "crisi", che genera stress, non è facile essere sereni men che meno se si tratta di una situazione che coinvolge i bambini. Non esistono formule magiche, o preconfenzionate e standardizzabili, sono certa però che occorra avere SEMPRE chiaro il proprio ruolo e unione genitoriale, che la separazione non può scindere.

    Proprio perchè sono bimbi piccoli, occorre essere chiari, rassicuranti e uniti nell'afforntare il discorso.

    I cambiamenti spaventano noi adulti, immaginiamo facilmente come si possono sentire spaesati e intimoriti... ma con una mamma e un papà che sanno far sentire la loro unione queste paure si stemperano.

    Spero di essere stata chiara...

    Coraggio!!!

    Paola


  2.  

    Copio e incollo il messaggio arrivatomi per e-mail da una psicologa che chiede di restare anonima.



    Caro Riccardo,

    scusa l’abissale ritardo con cui rispondo al tuo quesito, mi ci voleva l’attacco di asma bronchiale con febbrone per dedicarmi alle mail!! Non ho ben capito le procedure di iscrizione al forum, spero sia facile ovviare con un copia e incolla sempre che il mio parere serva ancora (l’unica cosa che ti chiedo, ovviamente, è l’anonimato)!! Se non ricordo male il padre in questione chiedeva consigli sulla comunicazione della separazione ai figli piccoli. Ahimè, il compito non è affatto facile, soprattutto se nella coppia è presente un elevato grado di conflittualità che impedisce una comunicazione univoca e condivisa.

    I bambini così piccoli, oltre al dolore, reagiscono con una reazione di shock alla separazione, evidenziabile spesso con qualche regressione evolutiva, perché non hanno gli strumenti per comprenderla...i genitori, idealizzati e vissuti quasi con connotazioni di onnipotenza e perfezione, come singoli e come coppia, all’improvviso si “staccano” e magari nel periodo precedente e successivo tirano fuori il peggio di sé: litigi, urla, ricatti, isterismi e quant’altro. Da questo momento in poi nella testa dei bambini scatta una rivisitazione delle immagini genitoriali, ed è quanto mai importante continuare ad offrire un modello sano. La prima cosa da fare per evitare una ripercussione seria sull’equilibrio attuale e soprattutto futuro dei piccoli è cercare di mantenere un clima il più possibile sereno e civile, e cercare di non cadere nella trappola dello scaricamento di colpe sull’altro coniuge davanti ai bambini né tantomeno cercare di allearseli. Colpe, risentimenti e rivendicazioni per quanto possono essere giustificabili sono affari che riguardano la coppia, e i bambini ne devono assolutamente rimanere fuori. Può essere molto difficile ma sforzarsi per i figli è d’obbligo. E poi, parlarne con loro, spiegare che la mamma e il papà non possono più stare insieme perché non vanno d’accordo, che questo non c’entra niente con l’amore che entrambi hanno per loro e che non devono aver paura perché la mamma e il papà, per loro, ci saranno sempre e comunque. I bambini, per quanto ci si sforzi di parlar loro con termini chiari e comprensibili, solitamente reagiscono opponendosi e rifiutandosi di capire, questo non deriva tanto da una difficoltà di comprensione ma soprattutto da un radicato rifiuto della separazione. Tuttavia utilizzare scuse di qualsiasi tipo per giustificare l’allontanamento del coniuge in maniera apparentemente facile (esempio classico: “Il papà va via per lavoro”), oltre ad essere eticamente assai discutibile, alla lunga si ritorce contro. E’ importante non scoraggiarsi di fronte alla loro reazione, e continuare a parlar loro anche se all’inizio sembra inutile, una comunicazione interrotta favorisce il proliferare di chissà quali fantasie (“Il papà è andato via per colpa mia?”...”La mamma vuol mandare via anche me?”). Può accadere, invece, che i bambini non facciano spontaneamente tante domande, soprattutto se così piccoli. Per contenere l’angoscia che li invade potrebbero utilizzare altre vie, quindi è importante vedere se c’è qualche modifica significativa nei loro giochi, nelle abitudini alimentari e notturne. La cosa migliore da fare è sforzarsi di comunicare, più con l’atteggiamento che con le parole, l’affetto, la serenità, la stabilità del clima familiare e di entrambi i genitori. I bambini sono sensibili e attenti ai vissuti dei genitori, ne percepiscono il malessere anche se non direttamente espresso, pertanto di fronte a loro occorre cercare di essere (e non solo apparire) sereni, da soli e in presenza dell’altro coniuge. Essendo due fratelli, adesso come non mai è importante cercare di non fare discriminazioni di nessun tipo, in un momento di percepita “carenza affettiva” possono nascere relazioni ostili e competitive tra fratelli per accaparrarsi l’affetto dei genitori. Concludendo, non esiste una formula per evitare la sofferenza ai figli quando i genitori si separano, ma mantenere un clima di sincerità, serenità, civiltà e comunicazione aperta anche di fronte a quesiti a cui noi adulti non siamo in grado di rispondere (e comunque è molto meglio un “non lo so” che non una scusa banale o peggio, il silenzio), li aiuterà a sviluppare le risorse sane per superare la separazione e farli sentire meno diversi dagli altri bambini...

    Mi viene spontaneo fare tanti auguri a questo papà, il solo fatto che richieda un consiglio dimostra una discreta sensibilità


  3.  

    Copio e Incollo.

    Ciao caro Riccardo,anche se in ritardo volevo ringraziare te,Paola, Adelasia e naturalmente la psicologa che ti ha risposto oggi (01/04).Mi dispiace di non aver risposto prima a Paola e Adelasia ma non uso molto il pc perchè di solito c'è mia moglie alla tastiera e poi non ho molta dimestichezza con lo strumento e neanche molto tempo,comunque volevo dire ad Adelasia che mi trova perfettamente daccordo con lei per quello che riguarda il viziare i figli a causa dei sensi di colpa ed è una cosa che non ho assolutamente intenzione di fare,oltretutto io e mia moglie ne abbiamo già parlato e su questo siamo daccordo.Paola poi voleva sapere se i bambini hanno intuito qualcosa.Io credo che anche se sono molto piccoli (3 anni Eric 2 Julie) sono molto svegli per la loro età,anche a detta delle loro maestre e di chi li conosce,e credo che anche se non lo danno a vedere apertamente (come fa un bambino così piccolo a manifestare apertamente disagio e sofferenza verso una situazione del genere?) si sono accorti che c'è qualcosa che non va,vuoi per i litigi vuoi perchè l'atmosfera non è più quella di una volta.Io e mia moglie, nonostante tutto, non ci odiamo (ancora!) per cui riusciamo ancora a passare dei momenti felici e divertenti con i nostri figli,anche se ormai il nostro rapporto si limita ad una cordiale amicizia (non dormiamo più insieme dalla vigilia di natale dell'anno passato) tranne quando litighiamo, il che fortunatamente succede poco,il più delle volte ci limitiamo ad ignorarci con la scusa di sbrigare le faccende o giocando con i bambini. Riusciamo anche a organizzare le giornate e a scambiare due parole ma oltre a questo io non ho nessuna voglia di stare insieme a lei e credo che questo sia reciproco,quindi per concludere,come si può dire che di fronte a una situazione di questo tipo,dove mamma e papà non si danno più i bacini neanche prima di uscire,due bambini anche se piccoli non si accorgano di nulla?Oltre a questo,devo aggiungere che la nostra situazione finanziaria non è delle migliori e questo non fa che pggiorare le cose (E' difficile tirare avanti!) L'altra settimana comunque,siamo andati a parlare con l'assistente sociale del consultorio famigliare che ci ha detto che per quello che riguarda il parlarne ai bambini dovremo vederci anche con la psicologa,quindi,stiamo aspettando che ci dia un altro appuntamento.Per quello che riguarda la psicologa che ha risposto alla mail,ora non siamo ancora alla separazione vera e propria perciò non ne abbiamo ancora parlato apertamente con i bambini, comunque volevo dirle che i suoi consigli mi saranno molto utili quando sarà il momento di separarci e di questo vorrei ringraziarla. Nell'attesa, ogni vostro consiglio,domanda o suggerimento sarà molto gradito.

    •  
      CommentAuthorninanina
    • CommentTime4 Apr 2004 modificato
     

    Premesso che non esiste un ricettario, perché ogni storia è unica così come lo è ogni essere umano, penso, tuttavia, che ci siano comportamenti che possono fare la differenza:



    - non scaricate le colpe sul bambino (il bimbo, col tempo, si chiederà se è stato lui la causa di tutto), poi diventerà grande e “togliersi” le colpe che non si hanno non è facile…



    - non fatevi vincere dal “pregiudizio” che il bimbo è dalla parte dell’altro genitore, come se tutto sia un “complotto” contro il genitore “escluso”. Coltivare un sano rapporto con un figlio è fondamentale anche nelle difficoltà, ed anche nelle famiglie “normali” ogni figlio “predilige” un genitore piuttosto dell’altro senza che per questo debba scoppiare un dramma



    - ascoltate, parlate, spiegate perché si loda e perché si rimprovera, fategli sentire che lo amate perché un figlio non è una moglie o un marito



    - non imponete ritmi assurdi al bimbo, insegnategli il valore della “calma”, del “tempo libero” del “gioco”



    - siate sinceri, coerenti nelle scelte anche in quelle difficili (un giorno il bimbo capirà ed apprezzerà la vostra coerenza). Tutti abbiamo bisogno di “equilibrio emotivo” perché innanzi ad ogni cambiamento non voluto dobbiamo ricostruire la nostra identità



    - vigilate senza affogare



    - che non si “compra” un figlio con i regali è sacrosanto ma non dimenticate che un “dono giusto, fatto al momento giusto può significare molto



    - non sottovalutate le straordinarie capacità di recupero del bimbo, il “male” non è irreversibile ma reversibile se seguito da esperienze “buone”, “positive”



    - ricordatevi che esistono anche famiglie “altre” (es. la scuola, gli amici) che potranno stupirvi per quanto bene fanno



    - infondete fiducia e ricordate che un figlio non è vostra proprietà



    Io ho 26 anni ed i miei genitori si stanno separando ora, dopo aver fatto finta, da sempre, che si potesse andare avanti facendo finta …