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  1.  

    Una signora mi scrive: Buongiorno, mi chiamo *** , ho letto che esiste un'iniziativa che
    permette alle famiglie disponibili di accogliere durante I fine settimana
    bambini orfani, abbandonati etc. E' Vero?
    Nel caso la risposta sia si, io e mio marito diamo la nostra disponibilità.
    Cordiali saluti

    A prescindere dal fatto che non sono d'accordo con iniziative simili, mi farebbe piacere sapere se qualcuno di voi fosse a conoscenza di iniziative di tale natura, anche per dare una risposta alla signora

    •  
      CommentAuthorlilli
    • CommentTime3 Feb 2004 modificato
     

    Probabilmente si tratta di affidi part-time per bimbi che vivono in Istituto: qui a Firenze ne hanno accennato nei vari incontri fatti per promuovere l'affido, presentando la cosa come una delle opzioni possibili di accoglienza part-time, però non conosco casi specifici in cui è stata applicata.


    •  
      CommentAuthorLory
    • CommentTime3 Feb 2004 modificato
     

    Anche nella comunità dove stavano i bambini che ora abbiamo in affidamento hanno un elenco di famiglie "idonee" che hanno dato la loro disponibilità ad accogliere un bambino nel fine settimana, non come graduale inserimento per un eventuale affido ma come semplice accoglienza.

    Due di questi ragazzi ci hanno conosciuto quando ci siamo presentati ai nostri bambini in affido e ci hanno supplicato di invitarli da noi almeno la domenica. Non siamo stati capaci di dire di no, ma abbiamo dato la nostra disponibilità solo per una domenica al mese perchè per raggiungere la comunità e riaccompagnarli la sera ci impiegavamo quattro ore in auto.

    Dico ci impiegavamo perchè ora non vengono più in quanto uno dei due è diventato maggiorenne ed è tornato a casa la sorella invece ha cambiato comunità e non siamo neanche stati informati, l' abbiamo saputo solo il mese dopo quando ho telefonato per mettermi daccordo sugli orari per andarla a prendere. Solo allora di hanno detto che nel frattempo erano sopraggiunti dei problemi che hanno motivato il trasferimento. Hanno frequentato la nostra famiglia per circa due anni e si è instaurato con un bellissimo rapporto, continuiamo a sentirci per telefono, sono affettuosissimi e non vedono l' ora di tornare a trovarci, il ragazzo maggiorenne ha promesso di farlo appena presa la patente.............

    Secondo me questo tipo di esperienza da la possibilità alla comunità di risparmiare gli educatori nel fine settimana perchè il numero dei bambini che rimane è di gran lunga minore, ma se da una parte i ragazzi che vengono accolti sperimentano il calore di una famiglia che poi di fatto non hanno per tutto il resto della settimana, dall' altra non vi auguro mai di vedere la faccia di quei poveri sfortunati bambini che rimangono lì perchè a loro nessuno è andati a prenderli. Io l'ho vista ..... vi assicuro che senza aprire bocca riescono a dirti con gli occhi tutto quello che provano in quel momento............ e vi assicuro non è affatto piacevole.

    Il mio giudizio quindi non è favorevole a questo tipo di accoglienza, pur avendo alcuni aspetti positivi........

    Ciao

    •  
      CommentAuthoralissa
    • CommentTime3 Feb 2004 modificato
     

    La comunità che frequentiamo noi, non è d'accordo a "questo tipo di fine settimana in famiglia".
    Sinceramente non so se è giusto o no, penso che io sono più per i no che per i si. Ci sono però alcuni dei ragazzi che hanno rapporti con famiglie, e sono adolescenti, o comunque alle soglie della maggiore età, quelli che forse nessuno vuole più accogliere, perchè troppo grandi. Qesto tipo di famiglia viene chiamata "famiglia d'appoggio" se non mi sbaglio. Forse per alcuni casi può anche essere positivo, ma...
    ciao

  2.  

    Di ogni cosa credo sia giusto prendere il positivo. Non sono assolutamente d'accordo nel fatto che un bambino esca dalla comunità ogni tanto. Se deve viverci, deve imparare a viverci. Inoltre il lato della tristezza degli altri bambini, di cui diceva Lory non e' fattore di poco conto ... si da una caraezza ad uno e si da un pugno ad un altro. Inoltre si danno speranza ed aspettative a dei bambini che si costruiscono castelli in aria sulla possibilita' di andare a stare con quella famiglia (per quanto chiari si possa essere) e quando tali speranza vengono disattese, sono nuovi "abbandoni".

    Lory dice "Secondo me questo tipo di esperienza da la possibilità alla comunità di risparmiare gli educatori nel fine settimana perchè il numero dei bambini che rimane è di gran lunga minore". Su questo mi trovo in disaccordo, in quanto non e' il numero dei bambini ad impegnarti, ma le cose da fare. Se devi esserci per giocare con loro, fargli fare la lezione, dar loro da mangiare ... ci devi essere sia che siano 2, sia che siano 10. Ma di più: sembra quasi che sia un peso avere i bambini. Deve essere una gioia. Io sono più contento quando andiamo in campagna con 20 bambini piuttosto che quando ci andiamo con 10.

    Il positivo: sapere che ci sono risorse disponibili e' ottimo, solo che andrebbero usate differentemente, come ad esempio permettere loro di venmire a trovare tutti i bambini, vivere con loro, fare comunità con loro ... come la visita domenicale di zii, nonni, parenti. E' per questo che ormai da anni invitiamo chiunque ne abbia voglia a venire a trascorrere con noi e con i nostri ragazzi i fine settimana, le vacanze di Pasqua e Natale e l'estate.

    •  
      CommentAuthorJo
    • CommentTime5 Feb 2004 modificato
     

    Ho un'esperienza un po' diversa, che comunque ha impegnato le mie domeniche (ogni 15 giorni negli ultimi 7 anni) e il mio cuore (tutti i giorni) senza nessuna veste ufficiale.
    Questa è la storia: ho cominciato una decina di anni fa (ora ne ho 44) a frequentare come volontaria una casa famiglia per ragazze madri con sede a Roma. L'aiuto consisteva nel collaborare con gli operatori professionisti nelle attività quotidiane con mamme e bambini.
    In questo contesto, nel corso del tempo, ho conosciuto XXX, una ragazza di 15 anni del Kossovo con una bimba neonata. Una domenica pomeriggio siamo state invitate ad uscire insieme: una mostra e un hamburger da Mac Donald...
    Da quella volta sono passati sette anni. Il rapporto si è sviluppato, fatto di pranzi della domenica dai "nonni", di passeggiate, di visite turistiche per Roma, di cartoni animati, e di tante altre cose...sempre con mamma e bambina che crescevano. Non scompariva tutto il lunedì, io continuavo ad esserci per lei e lei per me, nei pensieri, nelle telefonate, nelle confidenze, nelle occasioni più diverse. XXX fa parte della mia vita affettiva, come i miei nipoti, le mie nipoti, le mie amiche più care. Anche io faccio parte della sua, ne sono certa, insieme a tante altre persone significative, certo più di me, che le hanno dato opportunità di crescere con la sua bambina! Il cammino più grande però l'ha fatto lei, che non finisce di stupirmi...
    Oggi XXX ha un lavoro stabile, una casa in affitto, una famiglia d'appoggio (una coppia con bambini) che abita nel suo stesso palazzo e un ottimo rapporto con sua figlia che fa la seconda elementare. A volte sono io che resto a cena da lei. A proposito, sabato prossimo sono invitata al battesimo della bambina...
    Volevo raccontarvi questa storia un po' atipica, che non ha a che fare direttamente con il mondo dell'affido, ma in qualche modo, secondo me, lo costella.
    Nel corso degli anni, la mia attività lavorativa purtroppo non mi ha più consentito, per i suoi orari imprevedibili, di frequentare regolarmente come volontaria la casa famiglia, ma i rapporti che lì dentro sono nati, come quello con XXX, sono proseguiti e hanno resistito anche fuori. Non si tratta più di volontariato, ma di VITA.
    Spero di essere riuscita a spiegarmi con voi. E' la prima volta che partecipo a un forum.
    Ciao
    Jo

  3.  

    Comprendo benissimo di cosa parli. Hai saputo trasmettere tutto il tuo entusiasmo e la tua gioia. Grazie. Questo e' un cammino che mi piace. Come tu dici non si parla di affido ma di percorso accanto ad una mamma con la sua bambina. Credo sia stata e sia una bella esperienza di Vita.

    Grazie di avercela trasmessa.

    A presto,

    Riccardo ... e benvenuta

    •  
      CommentAuthorpiripilla
    • CommentTime5 Feb 2004 modificato
     

    Finalmente una storia a lieto fine! Ne avevo bisogno!

    Grazie!

    •  
      CommentAuthorJo
    • CommentTime5 Feb 2004 modificato
     

    Forse si potrebbe definire un "affido evitato".

    Purtroppo non sempre è possibile. Nella stessa casa famiglia a cui mi riferivo nel messaggio precedente parecchi bambini sono approdati all'affido, perché le mamme non ce l'hanno fatta.

    Sono sempre più convinta dell'importanza di sostenere le mamme, materialmente e affettivamente, come attività di prevenzione... Forse le forze che si propongono di collaborare "part time" potrebbero essere indirizzate in tal senso.

    E' un sogno?

    Ciao e grazie per l'accoglienza

    Jo

  4.  

    No, non e' un sogno, ma purtroppo bisogna fare i conti anche con le mamme, spesso deboli, spesso abusate o maltrattate da bambine e e quindi con la necessita' di essere accudite piu' che di accudire. Non solo con le mamme, ma anche con i loro parenti o sfruttatori. Ma provarci e' necessario, e' importante ... è indispensabile

    •  
      CommentAuthordani-mari
    • CommentTime6 Feb 2004 modificato
     

    Scusate l'intromissione...

    ma se posso vorrei unirmi alla discussione.

    La storia di Jo mi sembra bellissima, ma ho la vaga impressione che buona parte del lavoro sia stato fatto da questa mamma-bambina forte e determinata, che ha trovato in Jo una carissima amica e nelle domeniche insieme un motivo di sfogo e di evasione che l'ha aiutata a crescere nel modo in cui gia' stava crescendo.

    Sono propensa a credere anche io che i fine settimana siano "deleteri".

    Noi abbiamo deciso di intraprendere questa avventura, proprio perchè il periodo con la bambina bielorussa non ha permesso ne a noi ne a lei di conoscerci del tutto.

    Cioe', vedo di essere piu' chiara. Perchè le cose "si incastrino" nel modo giusto, dobbiamo conoscerci. I bambini hanno bisogno estremo di stabilità e coerenza (almeno i miei si). Orari in cui mangiare, dormire, piccoli rituali giornalieri, la poltrona preferita, il gioco a cui sono piu' affezionati. Hanno anche bisogno di regole educative costanti e coerenti (cio' che è vietato oggi non puo' essere permesso domani, pena la confusione totale).

    Non credo proprio che questo possa avvenire due giorni a settimana, sarebbe una sofferenza immane. Per non parlare poi dell'illusione di casa, un'assaggio e via.

    Questo è uno dei motivi per cui alla fine abbiamo deciso di buttarci in prima linea.

    Ricordatevi anche del fatto che essendo Daniele paraplegico noi problemi di "adattamento" li abbiamo vissuti in prima persona. Per tragico che sia, per definitivo che possa sembrare uno che sa quale è la sua situazione la affronta, se la situazione invece è confusa non arriva piu' la possibilità di "adattarsi" e trarre il meglio di se'. Quindi se aiuto deve essere, deve essere completo e "unicamente" a favore del bambino. Che poi i bambini sono belli, accidenti, sono il sole della vita!!!!


  5.  

    Quello che dici mi trova d'accordo. Regole certe e non confusione.

    Talvolta pero' un momento di gioia è sempre meglio di nienmte e per chi vive nella sofferenza, nella miseria, nll'abbandono ... anche un fine settimana puo' essere positivo, quantomeno per vedere che non tutti sono cattivi e porsi un ideale di vita e di famigla da raggiungere .

    Credo che ogni caso debba essere valutato a se' stante e non si possa fare un gran calderone di ogni situazione.

    •  
      CommentAuthorlilli
    • CommentTime6 Feb 2004 modificato
     

    Sono d'accordo con Riccardo.

    Anche perchè molte famiglie hanno un grande potenziale d'amore ma una vita incasinatissima (ops, che francesismo!), durante la settimana, mentre nel week-end possono aprirsi ed accogliere qualcuno...Nel tempo questi rapporti possono diventare un valido riferimento, per il fanciullo che cresce, un po come gli zii del cuore, a cui si confidano cose che ai genitori non si dicono, a cui si chiedono quei consigli che ai genitori non si chiedono.....

    Last, not least, possono offrire un nuovo punto di vista, modelli di comportamento nuovi e di riferimento per il futuro.

  6.  

    Vi posso garantire che aprire le porte della nostra casa a tutti è spesso difficile. A volte arrivano persone molto ripettose, bravissime, ma talvolta abbiamo a che fare con gente che non rispetta le nostre regole, anzi, le calpesta. Ed è qui il difficile. Ma è anche educativo per i nostri ragazzi che possono fare critica ed autocritica nel contempo ... il tutto aiutati da noi e dalla nostra psicologa.

    Hanno cosi' modo di avere tanti amici e tanti zii e confidare loro quelle cose che hanno soggezione a chiedere o raccontarci. Ma non solo. Hanno modo di sfogarsi. Di raccontare la loro storia dolorosa, quella storia che noi gia' conosciamo (perciò non possono raccontarla a noi) ma che loro vogliono allontanare ... raccontandandola, ricevendo consiglie e carezze dallo "zio di turno".

    E' bello, bellissimo conoscere le persone, esperienze nuove, mondi diversi ... purchè questo accada nel rispetto gli uni degli altri e senza stravolgimenti nella vita dei ragazzi

    •  
      CommentAuthorJo
    • CommentTime6 Feb 2004 modificato
     

    Grazie a tutti per la partecipazione.
    Vorrei chiarire che anch'io, in linea di massima, non sono favorevole ai bambini in libera uscita nei soli fine settimana. E' ovvio che ci si augura qualcosa di meglio!
    E' anche vero però, come è emerso dalla discussione, che è opportuno valutare caso per caso. Sarei più possibilista con gli adolescenti, forse.
    Quanto alle difficoltà di incastrare gli impegni durante la settimana, qui per me si apre un'infinita curiosità di conoscere le esperienze delle mamme affidatarie. Sono casalinghe o lavorano anche fuori casa? Tante mie colleghe, con figli "biologici", tornano a casa la sera intorno alle 18 o alle 19 e, dopo i 3 mesi del congedo parentale e un po' di aspettativa, si arrabbattano con asili nido, scuole, nonne e baby sitter. Tutto questo non mi sembra pensabile per una mamma affidataria. Sbaglio? Quali sono le vostre opinioni e/o esperienze?
    Naturalmente queste domande non sono casuali. Me le pongo per chiarirmi se potrei essere una potenziale mamma affidataria, oppure solo una volontaria dei fine settimana...
    Ciao
    Jo

    •  
      CommentAuthorfrancy
    • CommentTime6 Feb 2004 modificato
     

    Io lavoro insieme a mio marito ed abbiamo l'ufficio in casa.

    Districarsi con un bimbo in affido , con tutti i problemi che ha , è molto dura.

    Capita spesso che si deva lavorare la sera e anche la notte per recuperare il tempo perso magari aiutandolo nei compiti durante il giorno o per visite mediche o altro.

    Noi non abbiamo appoggi , se non magari la domenica pomeriggio, perchè la situazione è troppo difficile da gestire se non ti sai un pò muovere nella sua mente.

    Tutto ciò è molto stressante , anche perchè non esistono più i tuoi momenti, se non quando il bimbo dorme.

    Se dovessi tornare indietro inizierei l'affido solo se lavorassi solo al mattino.

    Sono bimbi che hanno molto bisogno di noi , proprio della nostra presenza fisica per recuperare tutto quello che non hanno avuto prima.

  7.  

    E' verissimo quanto dice Francy, ma anche qui va visto caso per caso. Gli adolescenti sono piu' indipendenti. Altri bambini sono piu' tranquilli e la vita che fanno molti figli naturali puo' adattarsi anche a loro, specie se le famiglie affidatarie hanno altri figli ... seguono lo stesso percorso

    •  
      CommentAuthorAss.
    • CommentTime9 Mar 2004 modificato
     

    Il nostro Gruppo Famiglia "il GIROTONDO" da qualche tempo sta esperimentando un'esperienza nuova: quella delle famiglie, o volontari, d'appoggio. Premesso che la nostra è già una famiglia allargata dove i ragazzi in affido (ora 4) respirano quotidianamente aria di casa dove un papà e una mamma si prendono cura di loro e altri fratelli percorrono il cammino assieme. Noi coppia che gestiamo le accoglienze in toto abbiamo bisogno periodicamente di tirare una "boccata d'aria" cioè ritrovarsi come coppia e staccare per ripartire più carichi. I ragazzi che nei weekend non possono rientrare in famiglia d'origine hanno allora altri riferimenti. Sono comunque persone e famiglie che ormai frequentano casa perciò si è cercato di costruire una continuità. Per i ragazzi è una gran gioia uscire dalla comunità per un fine settimana ogni tanto. E' andare da amici, è fare un pic-nic, è una gita in qualche posto... Capite? Non lo faremmo volentieri anche con i nostri figli? E poi con queste famiglie d'appoggio c'è scambio di opinioni: come si è mosso il minore in quell'ambiente, come leggere un certo episodio o confidenza... Inoltre la coppia si sente "utile", esperimenta il valore dell'accoglienza e, senza volerlo, lo espande agli amici o al vicinato.

    Tutto sta a far le cose gradualmente, con le persone che si sono preparate e che hanno costruito un rapporto col bambino. Poi diventa una festa!


  8.  

    E' vero, visto così è ottimo. Il nostro vissuto però non ci permette questo in quanto i bambini sono 6 in affido e 13 in diurno ... e tutti non vedono l'ora di venire in campagna il fine settimana. Senza contare poi il fatto che abbiamo adesso un (ma in passato anche di piu') ragazzo difficile che potrebbe reagire con violenza (già successo) ad ogni cambiamento.

    Se riuscite, e sembra di si, in questo intento, cioè creare una comuntà di famiglie e ritagliare un po' di spazio per voi per rinforzarvi in anima e fisico ... ben venga, penso che sia ottima cosa.

    Una sola domanda: se l'affido è a voi, dovreste avvertire i servizi sociali dove questi ragazzi vanno e con chi stanno. Fin quando le cose vanno bene, nessuno dice nulla, ma se un giorno un bambino dovesse farsi male ... la prima cosa che chiedono è dove fosse l'affidatario in quel momento e poi sarebbe tutto uno scarica barile dove l'ass. sociale potrebbe dire "io non sapevo" o peggio ... "io non volevo e lo avevo pure detto"