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      CommentAuthorfrancy
    • CommentTime9 May 2003 modificato
     

    Parlano con l'ass.soc. e la psic. è emerso che quasi tutti i bimbi affidati hanno problemi con la scuola.

    Pensando a questo , mi chiedevo com'è la preparazione degli insegnani riguardo a questa problematica.

    E' vero che ogni educatore ha una preparazione o un carattere diverso , ma sanno capire in cosa consta un affido e le problematiche che lo circondano?

    Quali sono state le vostre esperienze a riguardo?

    Altra cosa , sempre sui generis.

    MI hanno consigliato di non seguire nei compiti l'eventuale bambino nei primi tempi di affido , ma di farlo assistere da qualcuno esterno alla famiglia .

    Dicono che potrebbe pensare di non essere accettato perchè non riesce a scuola.

    Voi cosa ne pensate?


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      CommentAuthorarchelao
    • CommentTime14 May 2003 modificato
     

    La mia esperienza non va in questa direzione, sono oramai due anni che insieme con le maestre realizziamo specifici programmi didattici, per favorire l'inserimento della bimba tra gli altri bambini. Certamente le maestre - e credo la maggior parte degli insegnanti - non conoscono in modo adeguato la tematica dell'affido, sta a noi affidatari guidarli e coinvolgerci nelle problematiche. Calcola anche che secondo me ciascun bimbo affidato fa storia a seè, sarebbe molto complesso se non impossibile dare regole che valgono per tutti. Non a caso gli stessi assistenti sociali "crescono" insieme a noi, alle nostre esperienze. Credo sia proprio l'esperienza delle famiglie affidatarie - pur nella diversità e complessità delle situazioni - a cercare di realizzare modelli comportamentali.

    Archelao

  1.  

    Parole sante Archelao. Ogni momento deve essere utilizzato anche per far conoscere l'affido e il compito, che sarebbe delle istituzioni, è lasciato a chi ha la buona volontà di farlo. Chi più esperto di un genitore affidatario? Chi più esperto di colui che vive tutti giorni questa magnifica, ma difficilissima esperienza? Ci vorrebbe una maggiore preparazione, specie per il personale docente. Dobbiamo fare tendenza affinchè l'affido sia conosciuto (anche se non deve diventare una moda) e possa formare famiglie all'accoglienza ed operatori validi in grado di saper capire le problematiche legate a tale complessità di situiazioni.

    Il 17 maggio scorso, nel corso di una serata da noi promosso nella provincia di Pisa, ho avuto la soddisfazione di incontrare una maestra di asilo, insegnante di uno dei nostri ragazzi. Mi ha confessato che una sera che fu nostra ospite a cena, durante la quale mi ha chiesto informazioni sull'affido, pensò che fossi un pazzo e che le cose che le dicevo relativamnete all'affido fossero non vere. Però questo generò in lei una forte curiosità (ragazza intelligente) e si iscrisse ad un corso sull'affido. Ne è rimasta folgorata e adesso ha detto di capire meglio le situazioni e volersi maggiormente avvicinare a questo mondo ... speriamo di leggerla presto in questo forum o in chat. Sarebbe un'importante testimonianza.

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      CommentAuthorfrancy
    • CommentTime26 May 2003 modificato
     

    Ma in questo modo non si rischia di far sentire il bambino un "caso"?

    Non so se riesco a farmi capire , non vorrei che il bambino venisse scartato dagli altri in quanto

    trattato diversamente dagli insegnanti.

    Dubbi inutili?

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      CommentAuthorarchelao
    • CommentTime27 May 2003 modificato
     

    Ma vedi, secondo me il più grande danno che è stato fatto negli ultimi decenni è il mito dell'uguaglianza; forse saremo uguali davanti a Dio (per chi ci crede) e purtroppo lo siamo poco di fronte alla legge, ma nella realtà siamo tutti assolutamente diversi, e solo il riconoscimento e la conoscenza della diversità può portare alla reciproca comprensione e accettazione. La mia bimba è nera, ha sofferto la fame appena nata, ha due mamme, la sua gente mangia e si comporta in modo "altro", posso forse fare finta che queste differenze non ci sono? Solo consentendo a lei di riappropriarsi della propria cultura e delle sue tradizioni, solo spiegandole e facendo accettare anche alla classe che lei ha due mamme e una situazione complessa posso agevolarle il cammino della vita. Cosa succederebbe se - come spessoavviene in classe - la maestra richiedesse di realizzare un albero genealogico? Integrazione significa assaggiare altri sapori, vedere colori diversi, scoprire nuovi orizzonti, conoscere nuove lingue...Valentina adesso è fiera di essere "africana", e la diversità è diventata un valore, non un handicap.