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    E' di ieri la notizia lanciata dall'Ansa e ripresa oggi su molti quotidiani, di una sentenza della corte costituzionale. Nella nostra rassegna stampa trovate l'articolo lanciato dall'Ansa.

    Di seguito un articolo della Stampa

    UNA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE: NON CONTA PIU´ L´ETÀ DEL BAMBINO

    Permessi ai genitori che adottano

    Riposi nel primo anno dall´arrivo del piccolo


    2/4/2003


    ROMA


    I genitori di bambini adottati o presi in affidamento hanno diritto ai riposi giornalieri dal lavoro entro il primo anno dall´ingresso del minore in famiglia. E non soltanto entro il primo anno di vita del bambino. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che, con la sentenza numero 104, depositata il 26 marzo (relatore il giudice Francesco Amirante), ha dichiarato l´illegittimità costituzionale dell´articolo 45, comma I, del testo unico in materia di tutela e sostegno della maternità e paternità (decreto legislativo n.151 del 26 marzo 2001): quella parte cioè che prevedeva che i riposi si applicassero, anche in caso di adozione o affidamento, «entro il primo anno di vita del bambino». Una questione che era stata sollevata dal Tribunale di Ivrea. «Restringere il diritto ai riposi per gli adottanti e gli affidatari al primo anno di vita del bambino - argomentano i giudici della Consulta - non soltanto è intrinsecamente irragionevole, ma è anche in contrasto con il principio di eguaglianza». Infatti, applicando la stessa disciplina prevista per i genitori naturali, si impone ai genitori adottivi o affidatari e ai loro bambini «un trattamento deteriore». Spiegano i giudici costituzionali: «Venuto meno il nesso esclusivo con le esigenze fisiologiche del bambino», i riposi giornalieri «hanno la funzione di soddisfare i suoi bisogni affettivi e relazioni al fine dell´armonico e sereno sviluppo della sua personalità». Quindi, svolgono una funzione «omogenea» a quella dei congedi parentali, per i quali è stato considerato «rilevante, in caso di adozione o di affidamento, il momento dell´ingresso del minore nella famiglia, considerando l´età del minore esclusivamente come un limite alla fruizione dei benefici». Oggi, sottolinea la Consulta, i congedi dal lavoro e i riposi giornalieri «non hanno più l´originario, necessario, collegamento con la maternità naturale e non hanno più come esclusiva funzione la protezione della salute della donna e il soddisfacimento delle esigenze puramente fisiologiche del minore, ma sono diretti anche ad appagare i bisogni affettivi e relazionali del bambino per realizzare il pieno sviluppo della sua personalità». Senza dimenticare, ricordano ancora i giudici costituzionali, che, estendendo anche ai bambini adottati o dati in affidamento le misure previste per i figli naturali, il legislatore «ha avvertito che l´età del minore diveniva un elemento secondario, mentre veniva in primo piano il momento dell'ingresso del minore nella famiglia». Soddisfatta la presidente della commissione parlamentare per l´Infanzia, Maria Burani, che ricorda come proprio la scorsa settimana l´organismo bicamerale avesse approvato una risoluzione in linea con la decisione dei giudici della Consulta, impegnando appunto il governo ad assumere «idonee iniziative ed indirizzi» affinchè la norma in questione valesse per i genitori adottivi dal «primo anno dall´ingresso effettivo del bambino nella famiglia». «Questa sentenza - aggiunge la parlamentare di Fi- tiene anche conto del fatto che l´ingresso di un bambino in una famiglia è un momento estremamente delicato. Si tratta di bimbi spesso traumatizzati, con storie difficili alle spalle, ed hanno quindi bisogno di amore, serenità ed affetto più di quanto non ne abbia bisogno un figlio naturale». Per Melita Cavallo, presidente della Commissione adozioni internazionali, istituita presso la Presidenza del Consiglio, si tratta di «una sentenza che dà importanza alla relazione affettiva, sempre più determinante per la vita del bambino». Toni positivi anche da parte dei banchi dell´opposizione. «È un passo avanti - ha commentato Marida Bolognesi dei Ds - E´ ora, quindi, urgente modificare la legge ed approvare una norma che equipari del tutto i genitori biologici a quelli adottivi e affidatari».


    f. ama.