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      CommentAuthorLory
    • CommentTime15 Mar 2003 modificato
     

    Ciao Riccardo, sono Lory, i servizi che seguono il mio progetto di affido, nel mese di febbraio hanno nuovamente modificato il progetto, ed anche questa volta senza aspettare che il tribunale si pronunciasse ( ma a questo siamo già abituati, almeno questa volta ne hanno discusso prima con noi! ). La modifica consiste nel: " far rientrare a casa i bambini durante i fine settimana. Il padre deve andare a prendere i figli il sabato all'uscita della scuola e riportarli alla famiglia affidataria la domenica sera alle 20,00. Durante il fine settimana i bambini dovranno svolgere i compiti loro assegnati a scuola e i genitori dovranno garantire ai figli il mantenimento di eventuali impegni sportivi, amicali, ecc.

    L' esito di tali rientri verrà sottoposto a scrupolosa valutazione, ed il Servizio chiederà informazioni, in special modo per ciò che riguarda l'andamento scolastico e comportamentale, alla famiglia affidataria."

    Se ti ricordi a capodanno c'è stato il primo rientro a casa dei bambini per 3 gg.(dopo tre anni di affido), e le cose non erano andate, dal mio punto di vista, molto bene ( il padre aveva detto al figlio più piccolo di non raccontare alcune cose ecc….). Inoltre i bambini specie il più grande, hanno cambiato il loro atteggiamento nei nostri confronti assumendo atteggiamenti di sfida e provocazione continua, addirittura minacciano di peggiorare e di non impegnarsi più a scuola se dai servizi non ottengono ”altre cose”. Ho cercato di spiegar loro che se il bisogno era quello di stare più tempo con i loro genitori avrebbero dovuto esprimerlo senza ricatti ne minacce perché questo non era sicuramente il modo migliore per "ottenere ".

    Di fatto i servizi nonostante fossero stati informati che i bambini ci stavano creando non pochi problemi hanno deciso per il rientro a casa nei fine settimana.

    Abbiamo accettato la proposta fatta dai servizi (non avevamo scelta ) con la consapevolezza che da lì a poco, i ragazzi si sarebbero resi conto che quella che loro pensavano essere l'inizio della libertà e che il ritorno alla trasgressione li avesse resi più felici, in quanto avrebbero potuto fare tutto ciò che da noi non è permesso, era solo un’illusione.

    La mamma dei bambini è disabile, potrebbe stare in carrozzina ma passa tutta la giornata a letto fumando, mangiando e guardando la tv, lei dice che non si alza perché non ha più i figli a casa, ma da fonti certe risulta che anche quando i suoi figli erano a casa lei stava a letto e loro erano accuditi dalla sorella maggiore che appena maggiorenne se n'è andata da casa dopo aver denunciato il padre per abusi.

    Il padre non ha mai lavorato per più di quindici giorni di seguito, passa le giornate al bar e quando è a casa accudisce.......si fa per dire, la moglie.

    I ragazzi dopo l'euforia iniziale stanno cominciando a rendersi conto della reale situazione e ne soffrono. E. ( il più grande dei due fratelli ha 15 anni) è quello che sta peggio perché tiene tutto dentro. Durante il fine settimana non fa i compiti, passa la maggior parte del tempo al bar con il padre, dice che il barista quando ci sono loro guadagna più di quanto guadagna durante tutta la settimana con le altre persone che frequentano il bar messe insieme. Quando è lì, mentre il padre gioca a carte con persone che bestemmiano (.....sempre secondo i suoi racconti...) lui gioca con i videogiochi o guarda le partite. In casa invece passa molto tempo a giocare con la play station, non può giocare a calcio all'aperto perché secondo la madre gli causa il mal di schiena. Non ha più chiesto di incontrare amici ne di andare a feste di compleanno a cui era stato invitato perché sa che la madre non è contenta, non può andare in motorino,.... di tutto ciò che desiderava ha ottenuto di tingere i capelli e di usare il cellulare comperato con i soldi del nonno ( che, detto da lui, alla fine non era poi così importante ).

    E' entrato in una sorta di apatia ed anche a casa ha rifiutato di farsi aiutare a fare i compiti, dietro suggerimento della madre, perché tanto, quando avrà finito la terza media, dovrà andare a lavorare, visto che a lui la scuola non piace. Io ho cercato di fargli capire che dopo tanto sacrificio ed impegno è un peccato lasciar perdere perché da lì a poco i risultati fino ad ora raggiunti a scuola sarebbero andati persi, ma lui ha voluto provare........

    A distanza di circa un mese e mezzo stanno arrivando le prime insufficienze in inglese, matematica ed addirittura in storia che aveva “buono” , ora ha 4.

    E pensare che qualche mese fa era felice di visitare le scuole superiori e aveva anche fatto la sua scelta di continuare a studiare!

    Invece M. (il più piccolo ha 11 anni), ha un carattere completamente diverso : estroverso, vivace, contestatore, affettuoso, generoso, e coccolone, ma esprime il suo disagio attraverso il mangiare. Quando è arrivato a casa nostra era sovrappeso, dalle informazioni avute dai servizi, quando era a casa aveva frequenti disturbi intestinali e vomitava tutti i giorni.

    In tre anni ha raggiunto quasi il peso forma e non ha più avuto problemi intestinali, ora da un po’ di tempo ha deciso di seguire la dieta suggerita dalla madre (“mangia quando e quanto vuoi!” ), in pratica mi ha chiesto di non seguire più la sua alimentazione perché sarebbe stato in grado di autocontrollarsi da solo.

    Ho cercato di dissuaderlo ma niente da fare, alla fine siamo arrivati ad un compromesso:

    gli ho permesso di provare per un mese, ma qualora la sua dieta non funzionasse, per il suo bene e la sua salute avrei ripreso in mano io il controllo della sua alimentazione.

    Ebbene in un mese è aumentato 3 chili e mezzo, sono iniziati i pruriti in tutto il corpo e sono comparse le prime macchie rosse, l’ho accompagnato dal pediatra che dopo averlo visitato gli ha prescritto una dieta rigorosa che ora sta seguendo, ma che viene puntualmente disattesa il sabato e la domenica quanto rientra nella sua famiglia.

    M. passa il fine settimana con i genitori prevalentemente in casa, perché la mamma non ha voglia di uscire e perché a lui non piace andare al bar con il padre ed il fratello a vedere le partite.

    La domenica mattina è riuscito a convincere la madre a chiamare una vicina che lo accompagni alla messa perché il padre non ha voglia di farlo; durante il pomeriggio, nelle ultime due settimane, è rimasto a letto con la madre a mangiare e vedere la tv o le videocassette. Avrebbe voluto andare a qualche festa di carnevale ma i loro genitori non ne avevano voglia, avrebbe voluto andare alla partita di pallamano a cui era stato convocato, ma i genitori non l’hanno accompagnato. Dice che la domenica passata così è noiosa … ma quello che più lo fa soffrire e il fatto di dover reprimere l’affetto che prova per me, perché la mamma non è contenta. Non deve più pregare con me la sera prima di andare a letto, non deve più venire in vacanza con noi, perché il sabato e la domenica deve stare a casa, non può comprarmi un fiore … in pratica non deve volermi bene.

    E’ costretto a fare e dire di nascosto cose affettuose, perché se il fratello sente poi le riferisce alla madre che di conseguenza lo minaccia di non rivolgergli più la parola.

    Di nascosto quando è a casa mia, telefona alla sorella, anche qui è stato messo un veto.

    Mi ha chiesto di aiutarlo, sinceramente non so che fare, ho ascoltato e condiviso il suo dispiacere, ora spero che al prossimo incontro con i servizi possa avere qualche indicazione ma nel frattempo se qualcuno vuol dire la sua, mi piacerebbe sentire un’ opinione in merito a quanto ho raccontato.

    Lory



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      CommentAuthorLory
    • CommentTime15 Mar 2003 modificato
     

    Non so perchè sono comparsi tutti quei strani simboli in mezzo al testo che ho scritto.

    Forse involontariamente ho schiacciato qualcosa di sbagliato o forse era troppo lungo il testo?

    Dimmi cosa fare per evitare qell'inconveniente. Grazie!

    Lory

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      CommentAuthorAdmin
    • CommentTime18 Mar 2003 modificato
     

    sono delle corversioni in html di caratteri particolari tipo gli apostrofi, le è accentate e altre cose simili...

    ogni tanto succede che il sistema si incasina e li codifica senza chiedere niente...

    è un po scocciante... lo ammetto

    ...per sistemarlo puoi cliccare sull'iconcina del foglio bianco con la matita (edit) che si trova in basso sotto il messaggio e riscriverli a mano.



    ciao

  1.  

    Ciao Lory, i piccoli problemi tecnici te li ho sistemati io.

    La situazione che mi racconti è difficile da gestire.

    Abbiamo un adolescente che sfugge alle regole ed un bambino che sta per diventarlo. Di solito gli adolescenti tendono a sfuggire al controllo dei genitori ...minacciano, ricattano ... ma poi quasi sempre tutto si risolve in una bolla di sapone se l'adulto è in grado di tenergli testa ragionandoci con amore. Questo anche perchè nella maggior parte dei ragazzi non ci sono alternative ... scappo, si, ma dove? Nel caso dei ragazzi in affido, purtroppo, scappare significa andare dai propri genitori che, per ingraziarseli, sono soluitamente molto permissivi o, quantomeno, non dettano regole che ai ragazzi appaiono vessatorie.

    Da come la racconti è l'ennesimo errore dei servizi sociali. Il tentativo a tutti i costi di far rientrare i minori in famiglia e chiudere l'affido. I omtivi? Molteplici: un affido chiuso è (secondo loro!!!) un porogetto iniziato e finito con successo; un affido chiuso, e quindi un progetto portato a buon fine grazie al lavoro dei servizi (che hanno individuato la famiglia giusta, che hanno seguito il caso, che hanno fatto la proposta adeguata per il graduale rientro, che si sono adoperati per migliorare le condizioni di vita dei genitori naturali, che hanno seguito genitori e bambini da un punto di vista psicologico) è un punto in più sul ruolino di marcia di quell'assistente sociale ... e la cosa fa curriculum; un affido chiuso significa meno soldi da pagare per quei minori.

    Due consigli: uno psicologo privato vostro che segua il caso (in modo che possa fare una perizia di parte) ed avvertire il tribunale di quanto sta succedendo (è un vostro diritto fare delle relazioni periodiche, alla stessa stregua di quelle che i servizi sarebbero tenute a fare ogni sei mesi) chiedendo un incontro e chiedendo che prenda opportuni provvedimenti.

    Sono disponibile ad aiutarti a trovare la forma migliore per dialogare con il tribunale (senza scavalcare i servizi sociali, anzi, informandoli ... ma al momento giusto)

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      CommentAuthorLory
    • CommentTime22 Mar 2003 modificato
     

    Grazie per i consigli, ho pensato anch'io di rivolgermi da uno psicologo privato ma ho paura che questo possa non essere visto di buon occhio ne dai servizi ne dalla famiglia d'origine che, se anche non li volessi informare lo verrebbero a sapere dai bambini.

    Riguardo il Tribunale, ti sarei grata se potessi aiutarmi, ma voglio portarti a conoscenza che in data 20 dicembre 2002 ho scritto al Presidente una lettera in cui lamentavo la mancanza, da parte dei servizi, di informazione preventiva e confrontata, delle azioni di modifica del programma d'affido e la necessità che i servizi adottino una modalità di conduzione dell'affido che tenga conto anche dei bisogni di assimilazione della famiglia affidataria e altro ancora...

    Il Tribunale a tutt'oggi non ha ancora risposto.

    Ci sono molte cose che vorrei discutere con te ma scriverle è pressocchè impossibile, se non ti dispiace preferirei telefonarti, ma non vorrei disturbare ne tantomeno sottrarre del tempo prezioso

    ai tuoi impegni.


  2.  

    Telefonami pure. Se vuoi potete anche venirmi a trovare. 0586/85.22.54 - 347/184.185.0

    Il tempo lo si trova sempre per cose del genere.

    Un caro saluto