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      CommentAuthorStaff
    • CommentTime18 Dec 2002 modificato
     

    Argomento: AAA

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 05/11/02 14.37.46


    Dal parrucchiere.

    Pettegolezzi.

    Cumuli di letture acculturate.

    (Diciamocelo: non ci andiamo forse anche per questo?)

    Leggendo Donna Moderna, alla rubrica “Cerco Famiglia” c’è uno spazio fisso dedicato all’adozione a distanza, con storie di bambini da tutto il mondo.

    C’è anche (e ricordavo di averla già notata) una colonna che descrive, ogni settimana, la storia di un bambino che cerca una famiglia affidataria.

    La storia di questa settimana è quella di Anna, 10 anni, per cui il servizio sociale di Monza, che segue il suo caso, fa intuire che sarà un progetto a lungo termine.

    E’ da un po’ che penso a questa cosa.

    Probabilmente ve ne avevo già anche parlato.

    Come pensate che funzioni? La signorotta che è sotto il casco legge le 15 righe pietose e poi chiama (nell’articolo compaiono 2 numeri di telefono) l’asl di Monza?

    Il fine giustifica i mezzi?

    AAA vendesi GOLF GTD, metallizzata, gomme nuove…AAA Affidasi Anna, senza padre e madre instabile, bravissima a scuola,?

    E poi, funzionerà? Serve questo a far crescere la cultura dell’affido?


    Boh.

    Ditemi voi, che sicuramente siete meno confusi di me.



    Risposta: Affido da pubblicizzare

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 05/11/02 15.12.43


    Credo che ogni mezzo per far conoscer certe realta' sia giusto usarlo.

    Certo è che dall'altra parte ci devono essere persone competenti che siano in grado di capire chi, fra le persone che si rivolgono a loro, abbia lo spirito e le capacita' per prendere un bambino in affido.

    Sono sempre stato dell'idea dell'utilità di corsi preparatori, ove esperti del settore siano in grado di decifrare gli affidatari.

    Pensa comunque che molti sono i bambini e poche le famiglie disponibili ... piuttosto che stare in una famiglia dove ti picchiano o peggio, qualunque famiglia può andare bene ... è cinico, ma fra i due mali si deve scegliere il minore.

    Comunque un articolo sul giornale è sempre meglio dei manifesti pubblicitari affissi a Pisa lo scorso anno ove si diceva più o meno "prendi un bambino con handicap ed avrai una retta di un miline e mezzo al mese dalla asl" ... vi sono pochi istituti che tengano bambini con handicap e costano all'amministrazione comunale anche 250.000 lire al giorno ... a Pisa sanno fare i conti!!!



    Risposta: Affido da pubblicizzare

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 05/11/02 17.18.39


    beh, se veramente era pubblicizzata così,questa cosa di Pisa è stata veramente abominevole.

    Mi sarei fatta promotrice di una campagna di raccolta firme per la censura di questa forma pubblicitaria!



    Risposta: Affido da pubblicizzare

    Inviato da: Cristina

    Data/ora: 06/11/02 9.31.21


    Maddalena, penso che le persone siano spaventate dall'affidamento. Leggere storie di bimbi accanto alla pubblicità del profumo è scandaloso da una parte, rassicurante dall'altra. Ed il messaggio in qualche modo arriva ad un potenziale destinatario.


    La cosa che mi lascia più dubbiosa è il seguito, e cioè: servono questo tipo di iniziative, o meglio sarebbe lavorare di più ed in profondità sull'argomento, con corsi, educazione, siti come questo?

    Magari sul giornale potrebbero pubblicare qualche storia di famiglie affidatarie che è andata a buon fine. Perchè non scriviamo alal redazione del giornale e gli diamo qualche parere a riguardo?




    Risposta: Affido da pubblicizzare

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 06/11/02 9.35.00


    ... perche' ci abbiamo gia' provato mille volte e con tutti i giornali e con tutte le tv e continuamente ... voglono storie strappa lacrime. Dobbiamo fare corsi e convegni facendoli "sponsorizzare" da qualcuno che abbia visibilita' ... e' uno schifo, ma queste sono le regole del gioco, e non cambiano.

    Mia madre diceva "se non puoi combatterli, alleatici" e cosi' facciamo, nella speranza di ottenere qualche risultato




    Risposta: ma quale pubblicità!

    Inviato da: daniela

    Data/ora: 06/11/02 12.40.20


    Ciao a tutti. Ringrazio Maddalena per aver sollevato una questione che suscita comunque molti interrogativi. Rispetto la posizione di Riccardo, ma non la condivido affatto, perchè non è leggendo appelli del genere che si decide di dare svolte radicali alla propria vita (o almeno io ne diffido molto!) Nella vita di una famiglia comincia a esserci posto per qualcun'altro in modo graduale, attraverso una maturazione che passa attraverso esperienze incontrate e/o vissute, e la disponibilità cresce di giorno in giorno, misurando via via la capacità di mettersi in gioco, di essere elastici, di saper accettare e comprendere. L'incontro "frontale" con le storie strappalacrime serve solo a procurarci un'emozione nuova, e forse anche un pò a tacitare la coscienza, perchè...ci siamo così commossi! Io credo che la cultura dell'accoglienza famigliare si costruisca pian piano, cercando di essere un piccolo fermento nella realtà in cui si vive, interessandosi a bimbi concreti, che non sono "casi", ma che diventano nomi e volti incontrabili. Le famiglie si avvicinano all'affido non perchè hanno letto delle campagne pubblicitarie allettanti, non perchè hanno conosciuto storie così speciali da sembrare poi adatte solo per supereroi, ma (almeno per la mia esperienza) perchè hanno incontrato famiglie normali, certo non perfette, che nella loro quotidianità hanno saputo trovare pur tra mille fatiche un posto per un figlio in più




    Risposta: ma quale pubblicità!

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 06/11/02 13.02.02


    Purtroppo la gente e' distratta da mille cose e si devono portare sotto i loro occhi, magari anche attraverso un giornale, certe situazioni per far capire loro che queste esistono.

    Quando mori' mia madre, io ero in cerca di qualcosa, sentivo forte la necessita' di fare, ma vivevo nel mio mondo ovattato e non sapevo che esistessero certe realta' a cosi' breve distanza dalla mia bella casa.

    E' stato un sacerdote a farmi avvicinare ad una signora che mi ha portato per mano a vedere la situazione peggire che copnoscesse, suscitando in me una forte emozione e compassione ... compassione trasformatasi in amore e solidarieta', ma il primo passo e' stato quello della botta forte in testa per risvegliare il mio torpore.

    Come avvenga questa botta, poco importa ... e' importante solo dire di si.

    Beato chi con la riflessione e con una cultura nata poco a poco riesce a raggiungere lo stato in cui decide di aiutare, ma non tutti siamo uguali e non tutti reagiamo a certi stimoli allo stesso modo.

    Non credo che sia importante come si raggiunge un certo risultato, l'importante e' raggiungerlo. L'importante e' non restare sordi agli appelli che la vita, in vario modo, ci fa.

    Quante persone hanno letto quell'appello e quante si sono interessate all'affido ... sempre troppo poche.