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      CommentAuthorStaff
    • CommentTime17 Dec 2002 modificato
     

    Argomento: il

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 03/09/02 14.44.03


    Bah.

    Vi aspettate da me notizie sensazionali?

    Non ne ho.

    Non ho novità sulla fecondazione in vitro, sull’adozione per coppie gay, sulla legittimità dell’aborto.

    Nessuna novità che faccia fremere cattolicissime pappagorge perbeniste.


    Ma.

    Ma mi sarei aspettata qualche parola se non sui bambini soffocati dal padre per non restituirli alla moglie perduta, almeno sulla bambina ammazzata a Bentivoglio di Bologna, mamma tossicodipendente e prostituta, conosciutissima dai servizi, un’altra figlia affidata.

    Cosa avremmo potuto dire? Cosa avrei voluto leggere? Cosa sarebbe stato “giusto” fare?

    Non so, ma qualche domanda.

    Una domanda sola, come Associazione, ai Servizi referenti del caso:”Perché?”.

    Perché credo sarebbe giusto farsi spiegare da quella assistente sociale (in minuscolo, ovvio) il perché non è stata immediatamente levata quella neonata, dato che non c’era NESSUNA, cazzo, nessuna condizione per cui si dovesse tutelare un genitore che non dava nessuna garanzia di cura e tutela alla bambina stessa.

    Lo so, lo so. Sarebbe servito a poco.

    Ma un posting, un comunicato stampa, una voce, qualcosa che ricordasse ai Servizi e all’opinione pubblica che là dove c’è bisogno qualcuno può allungare una mano e qualcun altro deve vigilare perché questo accada…me lo sarei aspettata.



    Risposta: il

    Inviato da: catia

    Data/ora: 05/09/02 12.10.13


    Evidentemente le mutande un po' sporche le avevano, perchè l'ASL si è sentita in dovere di fare un comunicato stampa...

    Da 24 Ore Emilia della Gazzetta di oggi:


    Dopo la morte di Noemi, task force dell'Asl



    BOLOGNA. «L'Asl ha fatto quanto poteva e doveva». E' la conclusione dell'indagine amministrativa interna fatta dall'Azienda Usl Bologna Nord sulla vicenda di Noemi, la bimba di due mesi di Boschi di Baricella deceduta nella notte tra il 13 e 14 agosto e per la cui morte la madre è agli arresti domiciliari nella struttura psichiatrica dell' ospedale Maggiore. «La brevità del periodo che l'Asl ha avuto a disposizione per prestare assistenza e valutare il caso - si legge in una nota dell' Asl - non consentiva scelte diverse da quelle effettuate in concreto dagli operatori». Le strutture sanitarie erano infatti venute a conoscenza della situazione di indigenza «solo ai primi di luglio» e «da quel momento è iniziato e proseguito ininterrotamente il percorso di presa in carico del caso, cadenzato da visite, colloqui e interventi». Secondo l'Asl. Lo scambio di informazioni e il coordinamento sono stati «corretti e costanti».

    Alla luce della vicenda però, l'Asl intende potenziare alcuni aspetti dei servizi: il sistema di comunicazione tra Asl; la creazione di una task force provinciale per interventi immediati; e la promozione delle reti di solidarietà informali nel contesto sociale e la collaborazione tra istituzioni e associazioni di volontariato del territorio.




    Risposta: omissioni & ammissioni

    Inviato da: maddalena

    Data/ora: 09/09/02 11.25.16


    ovviamente, in questo articolone, omettono tatticamente di ricordare all'ingenuo lettore che questa madre aveva già una bambina data in affidamento piccolissima.

    Però è una ammissione di colpe, evidente.

    Inoltre mi sorge un dubbione: cosa vorrà dire task-force? A me, questa parola, fa venire in mente una operazione militare!!!!!