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      CommentAuthorStaff
    • CommentTime12 Dec 2002 modificato
     

    Argomento: Tolto ai Genitori

    Inviato da: Antonio

    Data/ora: 01/05/01 15.47.45


    Sì, proprio così:: tolto ai genitori! (da "Il Tirreno" del 28/4)


    Prima ancora di esprimere un pensiero in merito, credo vada detto, anche se con immenso dolore, che ormai a queste notizie, quasi quotidiane, ci siamo abituati, per cui leggiamo il titolo dell'articolo e, probabilmente, non diamo nemmeno un superficiale sguardo al testo! E' roba di tutti i giorni ed il nostro cuore egoista ormai più non fa caso a queste atroci sofferenze che questi piccoli grandi esseri, figli di Dio primi fra tutti, quotidianamente subiscono. E tutto questo ci porta a disinteressarci sempre più di loro!

    Questo piccolo esserino, Diego di 12 anni appena, di Fivizzano, muore tra atroci dolori che forse, almeno in parte, avrebbero potuto essergli risparmiati: primo fra tutti il dolore di non aver mai avuto Amore! Questo bambino che, dopo varie esperienze affettive ormai cessa di vivere.

    Ma la questione che più preme sottolineare è che questo piccolo tesoro è stato in un primo momento allontanato dai suoi genitori naturali e poi da una famiglia affidataria e quindi, dal luglio scorso, ospitato da una casa di accoglienza.

    E la prima domanda, alla quale deve essere data una risposta, è questa: allontanato dai suoi genitori naturali: da chi e perché? Ma se ciò è avvenuto, nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge, si dovrebbe avere la certezza, dico la certezza, che ogni tentativo è stato fatto, da di chi di dovere, perché questa minuscola creatura potesse trovare Amore da parte di coloro che gli avevano dato la vita. Probabilmente ciò non è stato possibile ottenere, ed ecco che allora questo bambino viene dato in affido ad una famiglia. Ed è qui, a parer mio, che bisogna soffermarci un po'. Perché questa creatura - almeno penso - che nessuno l'abbia voluta considerare come "merce" da dare a dritta o a manca, ma che, sempre chi di dovere, abbia valutato ogni efficienza, in primis quella affettiva, della famiglia affidataria. E i casi sono due: o questa valutazione non c'è stata, o non è stata capita, o è stata sottovalutata, oppure - ed è qui che la Legge secondo me è in difetto - la famiglia affidataria al quale questo pargoletto è stato affidato, dopo poco tempo ci ha "ripensato (!)" e si è disfatta di lui, chiedendone l'affidamento ad altri ancora.

    Ma si è qualcuno chiesto quando e come questo tesoro ha potuto ricevere Amore, e da chi? E non occorrerebbe una qualche minima certezza perché questi piccoli possano trovare un amore, veramente paterno e materno, vivere tranquillamente questo amore che, con abbondanza, riescono a contraccambiare, senza rischiare "trasferimenti", già di per sè stessi gravi, ma certamente gravi e mortali - e il povero Diego oggi ce lo ricorda - perché manca loro amore, amore e sempre Amore!

    Per tutto quello che non abbimo saputo o voluto fare per te, Diego prega per noi!



    Risposta: Vero Problema

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 01/05/01 19.26.21


    Credo che il vero problema, leggendo l'intervento di Antonio, sia l'allontanamento da parte della famiglia affidataria. Uno dei motivi principali che mi ha spinto a far nascere questo sito e' stato proprio il prepotente desiderio di far capire a quanti si avvicinano all'affidamento, quanto questo sia bello e difficile allo stesso tempo. Bisogna essere preparati o avere un fegato da leoni. Le difficoilta' sono tante e se non ci si stente pronti ad affrontarle per amore di un bambino, e' meglio non proporsi per l'affido. Ho la consapevolezza, per averla vista negli occhi e sentita nel racconto di piu' di un bambino. di quanto sia tragico sentirsi respinti dalla famiglia affidataria. Le prepotenze, i soprusi, le angherie da parte della famiglia naturale sono sopportate perche' il bambino non ha conosciuto altro. Ma quando viene tolto ed affidato alle cure di un'altra famiglia ... la quale gli regala amore a piene mani, gli fa vedere un mondo fino ad allora sconosciuto, il bambino si sente rinascere e dice "ma allora il mondo vero e' questo ... ma allora e' tutto cosi' bello". Poi, passato il primo momento, i genitori affidatari, per fortuna solo alcuni, capiscono che non ce la fanno a sopportare gli incontri con psicologi e servizi sociali, con la famiglia naturale, le telefonate a casa, talvolta le minacce ... on ce la fanno per amore di quel bambino ... e rinunciano, gettano la spugna ... condannano il piccolo ad una serie di umiliazioni, ne fanno un insicuro, un pauroso, un colpevolizzato.

    Prima di prendere in affidamento un bambino, e questo lo grido a gran voce, siate certi che sarete pronti per lui a qualsiasi sacrificio.



    Risposta: Vero Problema

    Inviato da: giovanna

    Data/ora: 01/06/01 14.03.24


    ma come si fa ad essere certi che si è pronti a qualsiasi sacrificio?

    Lo chiedo perchè ho molti conoscenti che mi chiedono spiegazioni sull'affido (noi abbiamo una bimba in affido, ma abbiamo già fatto un'altra esperienza di affido qualche anno fa) e mi dicono che sono interessati all'affido.

    Probabilmente quando si guarda chi sta vivendo questa esperienza si colgono spesso gli aspetti belli della generosità e del bel gesto. Come si può spiegare bene anche tutta la fatica e il sacrificio che accompagnano l'affido? E di conseguenza tutta la "grazia" che insieme alla fatica fa crescere noi, oltre che i bambini?



    Risposta: Lo si sa

    Inviato da: Riccardo Ripoli

    Data/ora: 05/06/01 8.12.13


    Molto semplice ... lo si sa e basta.

    Come si fa a sapere quando si e' innamorati? Quando la vita ti mette davanti qualcuno di speciale, in una situazione speciale ... capisci che la tua strada e' quella di seguirlo. Ed io cosi' ho fatto ... la situazione speciale e' stata la morte della mia mamma ed il mio animo aveva sete di donare ... il qualcuno di speciale sono stati i bambini che soffrivano. Ed eccomi qua. pronto a qualsiasi sacrificio per loro. Purtroppo possiedo poco ... ma quel poco che possiedo l'ho donato loro: la mia umile vita.

    Spiegare agli altri la "grazia" e le difficolta' ... questo e' sicuramente molto piu' difficile ... e' come voler spiegare l'amore per un genitore o quello per un figlio ... sono sentimenti che si hanno, si sentono ... ma tradurli in parole e' spesso molto difficile, anche perche' dipende da chi ascolta ... se ha la predisposizione, in quel momento della sua vita, ad ascoltarti.

    Io penso che tutto dipenda dall'enfasi con cui si raccontano le proprie esperienze e le proprie motivazioni. Mi sono trovato spesso a parlare di affidamento a chi non lo conosceva e a chi lo criticava ... in entrambi i casi, ultimamente, mi sono capitate persone che non solo hanno capito, ma hanno abche deciso di provare a fare qualcosa di concreto. L'esempio ... penso sia questo quello che conta.

    Tu stessa dici che le persone ti chiedono informazioni sull'affidamento proprio vedendo la tua esperienza ... gia' il tuo esempio ha parlato per te, meglio di mille parole o un milione di libri.

    Grazie per la tua testimonianza, principalmente nella vita.