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  1.  

    Addì 17 marzo 2023

    In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
    Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
    E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi».
    Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
    Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

    Marco 12,28b-34

  2.  

    Amerai il prossimo tuo come te stesso (17 marzo 2023)

    Amare il prossimo

    Il prossimo più prossimo che Dio mi ha messo vicino sono i Bambini
    Quando penso a come farli felici, rifletto su ciò che mi piaceva, o mi sarebbe piaciuto, alla loro età
    Stare con le persone alle quali volevo bene, essere considerato dagli adulti come una persona e non come un Bambino, ma anche fare gite e vacanze, purché questo avvenisse con le persone a me care.

    Indegnamente ci proviamo, ed è per questo che ci vedete organizzare sempre mille cose per loro

    Ieri, 16 marzo, li abbiamo portati sulla neve, grazie al grandissimo aiuto di Massimo che ha provveduto al nostro viaggio in funivia, al pranzo per tutti e all'accoglienza calorosa da parte dei gestori di impianti e ristorante, i quali ci hanno anche prestato cinque bellissimi bob.

    Una giornata indimenticabile a Doganaccia, sulle montagne pistoiesi, per ventuno tra Bambini e Ragazzi.
    Arrivati un po' tardi a causa di vari contrattempi al momento della partenza, i Bambini si sono subito ambientati, complice una bellissima giornata di sole, iniziando a fare a pallate di neve, pupazzi e scivolate con slittini e bob.
    Erano felici come non mai, e la nostra gioia nel vederli così contenti, era al settimo cielo.

    Basta parole, godetevi il filmato di questa bellissima giornata

    https://youtu.be/aWykyw_kw7Y
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    Amare il prossimo più di sé stessi

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  3.  

    Addì 18 marzo 2023

    In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
    Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.
    Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
    Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
    Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

    Luca 18,9-14

  4.  

    O Dio, abbi pietà di me peccatore (18 marzo 2023)

    Cornici storte

    Siamo così abituati a fare da genitori ai figli, ed anche da educatori ad altri bambini come nipoti, alunni, al catechismo, allo sport che ci sentiamo in diritto di puntare il dito su tutti.

    Guarda lui, guarda quello che fa!
    Guarda lei, guarda come si comporta!
    Ma non si vergona?!!
    Che possa bruciare all'inferno, maledetto!

    E così via, quotidianamente.

    E' vero o no che facciamo tutti così, io per primo?

    Impariamo a vedere i nostri errori, a batterci il petto umilmente
    Sarà un bel modo di educare i nostri figli: dando loro un buon esempio
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    Diamo loro l'esempio

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  5.  

    Addì 19 marzo 2023

    In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?».
    Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.
    Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare.
    Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo».
    Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
    Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?».
    Alcuni dicevano: «E' lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
    Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?».
    Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista».
    Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so».
    Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco:
    era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.
    Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo».
    Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro.
    Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!».
    Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.
    E li interrogarono: «E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?».
    I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso».
    Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano gia stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.
    Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».
    Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore».
    Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo».
    Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?».
    Rispose loro: «Ve l'ho gia detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?».
    Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè!
    Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia».
    Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi.
    Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta.
    Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato.
    Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».
    Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
    Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?».
    Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?».
    Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui».
    Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi.
    Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi».
    Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?».
    Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».

    Giovanni 9,1-41

  6.  

    Io sono venuto in questo mondo perché coloro che non vedono vedano (19 marzo 2023)

    Unitevi a noi per dar vita ad un miracolo

    Ho sempre creduto in Dio, ed ho sempre creduto nella sua parola
    Nel Vangelo si narra di un uomo nato cieco e di Gesù che gli ridona la vista
    I quattro Bambini che ho in adozione sono nati con una malattia rara tali che la loro vista è assai ridotta: tre di loro sono ipovedenti - fra 0,8 ed uno e mezzo di vista con occhiali - e la quarta ha solo quattro decimi con gli occhiali.
    Sono tutti destinati a divenire ciechi, e questa è una spada sulla loro testa, ed una pena nel nostro cuore.

    Chiedo a Dio il miracolo di guarirli da questa malattia rara, consapevole che un suo non intervenire avrà le giuste motivazioni che accetterò, ma la mia preghiera affinché possano almeno non diventare ciechi è incessante, e chiedo a tutti voi di unirvi alla nostra preghiera per salvare dalla cecità Anita, Mirko, Barbara e Jaquie.

    Ridare la vista ad un cieco è anche una parafrasi per intendere che coloro che non hanno fede, ciechi per le troppe preoccupazioni e legami alle cose materiali, possano acquisire la vista ed avere fede.
    Anche questo è un miracolo che chiedo a Dio incessantemente. Unitevi a me.

    Si pensava che chi nascesse cieco, o con altra grave malformazione, fosse un peccatore, uno sbandato, un reietto della società.
    Oggi questo ci fa sorridere, eppure perpetriamo lo stesso razzismo anche noi quando consideriamo coloro che nascono in quartieri e sobborghi delle nostre città come "persi", come nati ciechi, come peccatori di default. Anche i Bambini, innocenti e senza colpe, vengono additati come delinquenti in erba.
    E' ovvio che se li lasciamo crescere in certi ambienti senza dare loro amore ed esempi positivi, diverranno delinquenti a loro volta, ma noi possiamo fare il miracolo ed aprire loro gli occhi sui valori e sui principi buoni del mondo.

    Se non potete farlo direttamente, se non potete accogliere un Bambino in affido, se non potete fare volontariato in un'Associazione che accoglie Bambini di famiglie con problemi, allora aiutate noi, anche a distanza, perché i miracoli li fa Dio, ma per farli si serve di noi. Unitevi a noi.
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    Aiutiamo Dio a compiere un miracolo

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  7.  

    Addì 20 marzo 2023

    Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
    Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
    Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
    Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
    Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
    Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

    Matteo 1,16.18-21.24a

  8.  

    Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore (20 marzo 2023)

    Abbiamo bisogno di te perché siamo ancora piccini

    Ieri, festa del papà, ero al mattino presto in ufficio, in attesa che i cucciolotti si svegliassero per poi andare in campagna.
    Mi arriva un messaggio dove i Bimbi mi fanno gli auguri, mi dicono che sono il Babbo più bravo del mondo e che loro mi vogliono tanto bene.
    Al che rispondo, scherzando, che non sono un bravo babbo.
    Replicano dicendo che lo sono eccome, che ho insegnato loro a non odiare
    Continuo argomentando allora che avendo insegnato loro a non odiare, non ho più nulla da insegnare e posso dimettermi dalla carica di Babbo.

    Carinissimi, come sempre, rispondono che devo insegnare loro ad essere ancora più bravi, ed essendo loro ancora piccini hanno bisogno dei miei insegnamenti.

    Questi sono imperativi per me
    La voce dei Bambini è la voce degli angeli di Dio: un ordine imperativo a continuare sulla strada intrapresa.
    Non che abbia mai pensato di lasciarla, ma "repetita iuvat"
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    Ordine pieno di amore

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  9.  

    Addì 21 marzo 2023

    Era un giorno di festa per i Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
    V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
    Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.
    Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato.
    Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?».
    Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me».
    Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina».
    E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato.
    Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio».
    Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina».
    Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?».
    Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
    Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
    Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.
    Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

    Giovanni 5,1-16

  10.  

    Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato (21 marzo 2023)

    Perseverare non è diabolico

    La natura non si stanca di far tornare la primavera
    La natura non smette di combattere contro gli scempi perpetrati dall'uomo
    Il ragazzo che vuole raggiungere uno scopo non smette di studiare
    L'innamorata desiderosa di conquistare un ragazzo mette in atto tutte le sue doti di seduttrice

    E' assolutamente chiaro che la costanza premia.
    Sempre.


    Eppure tante persone rinunciano

    Si smette di fare la dieta perché è troppo faticoso
    Si smette di dialogare perché troppo difficile
    Si smette di studiare perché è meglio divertirsi
    Si smette di convivere perché è noioso
    Si smette di educare un figlio perché risponde male
    Si smette di salvare il mondo perché è troppo doloroso

    Una cosa dovete smettere di fare: RINUNCIARE
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    Smettetela di rinunciare

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  11.  

    Addì 22 marzo 2023

    In quel tempo, Gesù rispose ai Giudei: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero».
    Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
    Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa.
    Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati.
    Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
    In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
    In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno.
    Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo.
    Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
    Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

    Giovanni 5,17-30

  12.  

    E' passato dalla morte alla vita (22 marzo 2023)

    Non moriamo se ...

    Siamo deboli ed abbiamo bisogno di sicurezza e di speranza
    Ma siamo anche materiali e cerchiamo la speranza nelle cose terrene

    Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma riporre la speranza nelle cose materiali che oggi ci sono e domani svaniscono è un loop, un giro della morte che non porta a nulla.
    Lì per lì ti manda in alto, ti fa vedere il mondo ai tuoi piedi, ti da una carica di adrenalina, ma dopo poco ritorna giù in picchiata facendo riemergere tutte le tue paure.

    Quando morì mia madre entrai in profonda crisi perché, consapevolmente o meno, avevo riposto tutte le mie speranza in lei, avevo dato per scontato che ci sarebbe stata sempre con la sua forza.
    Ed invece tutto il mio mondo si è sgretolato nel giro di pochi giorni.

    E che dire di quegli imbecilli, delinquenti e maledetti che picchiano e persino ammazzano per tifoseria?
    Riversano le loro speranze sulla propria squadra.
    Se vincono è l'aereo che nel suo giro della morte va in alto, e le scariche di adrenalina li rendono felici. Ma se perdono, e accade, e comunque in quasi ogni partita una vince e l'altra perde, si arrabbiano perché non accettano la seconda parte del giro della morte, quella che ti porta in picchiata verso il basso.

    Qualunque esempio si possa fare legato a speranze ripsote in cose umane e materiali è destinato alla stessa ipotesi.
    Anche il matrimonio più grande, bello e saldo è destinato a finire con la morte di uno dei due coniugi.
    E che dire di chi riversa il proprio amore su un cane o un gatto?
    Dieci anni? Dodici anni? E poi la sofferenza, la crisi, talvolta anche la disperazione.

    No amici miei, la speranza deve essere cercata altrove

    Dopo la vita, umanamente parlando, c'è sempre e solo la morte.

    Ho tanti amici atei, ma provo pena per loro perché non hanno la speranza oltre la vita: per loro tutto finisce con la morte terrena.
    E quando muore una persona?
    Se sono veri atei nemmeno possono sfogarsi contro Dio.
    Dove prendono le forze?
    Se riescono le prendono in altre cose terrene: altro cane, altra moglie, impegno nel volontariato.

    Tutto giusto e legittimo, ma serve solo a tamponare.

    Se avete una ferita profonda che sanguina non ci mettete un cerottino e via, altrimenti si infetta, ci vuole un medico che vi dia i punti affinché la ferita, pur restando, possa cicatrizzarsi e dare meno dolore.

    I punti di sutura sono la speranza nella vita eterna, ed il medico che ci da i punti è Dio.

    Per chi ha fede è vero che si passa dalla vita alla morte, ma è anche vero che dalla morte si passa alla vita.
    E volendo fare una semplificazione tutta matematica è logico, per chi ovviamente ha fede, dire che si passa dalla vita (terrena) alla vita (eterna).
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    Dalla vita alla vita

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  13.  

    Addì 23 marzo 2023

    In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: « Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace.
    Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità.
    Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi.
    Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
    Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
    E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.
    Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza.
    Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
    Io non ricevo gloria dagli uomini.
    Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio.
    Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste.
    E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
    Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è gia chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza.
    Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto.
    Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole? ».

    Giovanni 5,31-47

  14.  

    Quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me (23 marzo 2023)

    Guardate gli occhi

    Un giorno un assessore, ex presidente delle commissioni asl che valutano se le strutture di accoglienza per Bambini debbano rimanere aperte o debbano essere chiuse, disse "Basta venire da voi e vedere gli occhi dei Bambini per capire il bel lavoro che fate"
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    Gli occhi dei Bambini ci rendono testimonianza

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  15.  

    Addì 24 marzo 2023

    In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
    Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne, ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui, non apertamente però, di nascosto.
    Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere?
    Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo?
    Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
    Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.
    Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
    Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

    Giovanni 7,1-2.10.25-30

  16.  

    I Giudei cercavano di ucciderlo (24 marzo 2023)

    Che colpa ne ho?

    Che colpa ho se sono nato in un paese povero?
    Che colpa ho se sono nero in un mondo dove sono i bianchi ad avere soldi e potere?
    Che colpa ho se sono nato in una famiglia povera?
    Che colpa ho se vivo in un quartiere malfamato?

    Eppure sembra che solo in pochi si rendano conto della disperazione di tante persone, il cui unico scopo nella vita è quello di sopravvivere, come gli animali nella savana.
    A volte compiono scelte sbagliate, è vero, ma vorrei vedere voi se nel momento in cui siete in mezzo al mare non lottate per il salvagente.
    E' facile puntare il dito sul delinquente, ma vi siete mai domandati come sia una vita iniziata in case popolari, con spacciatori come vicini di casa, abiti sembre dismessi da altri, sporchi, senza acqua calda, maltrattamenti e ingiustizie continue, senza essere seguiti nella scuola, senza cultura, senza lavoro?

    Mica è colpa dei Bambini se sono nati in brutte situazioni

    Se nessuno li aiuta, se nessuno li toglie da quei contesti, almeno per qualche ora giorno insegnando loro valori e principi, non avranno la benché minima speranza di una vita migliore.
    Non tutti i poveri spacciano, o rubano, o rapinano, o uccidono.
    Per fortuna sono la minima parte, ma come dar loro torto se combattono per la loro sopravvivenza in un mondo fatto di gente che nemmeno li vede, figuriamoci se li aiuta?
    E' ovvio che il ricco, il benestante, colui che avrebbe le possibilità di fare qualcosa per loro, sia visto se non come un nemico, come una persona cattiva, senza cuore.

    Davvero siete così cieci, sordi e insensibili da non voler rinunciare ad una parte di voi per rendere la vita di tanti Bambini un po' migliore e, sopratutto, dare loro una speranza di un futuro migliore che, senza il vostro aiuto, sarà loro preclusa?

    Interrogatevi gente, interrogatevi!
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    Una parte di voi per donare speranza

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  17.  

    Addì 25 marzo 2023

    In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
    Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
    A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
    L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
    Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
    Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
    Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
    Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
    Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».
    Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
    E l'angelo partì da lei.

    Luca 1,26-38

  18.  

    Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù (25 marzo 2023)

    Fra nove mesi è Natale

    Oggi idealmente si ricorda il concepimento di Gesù nel grembo di Maria da parte di Dio.

    Questo intervento divino nella vita dell'uomo si ripete da millenni, e Dio si avvale dell'uomo stesso per porre in essere il suo volere, che è sempre un volere per il bene dell'umanità.

    Ognuno di noi è uno strumento nelle mani di Dio, ma come ogni attrezzo si può guastare, riparare, usurare, finire la sua funzione per lasciare spazio a strumenti migliori e più moderni; ma al contrario delle zappe e dei rastrelli "l'attrezzo-uomo" ha un suo volere, Dio lo ha dotato della capacità di dscernimento, e con essa la possibilità di rifiutarsi o accettare ciò che Dio ci chiede di fare, o addirittura auto-usarsi per il male del mondo.

    Se guardiamo indietro nella nostra vita vediamo che Dio ci ha fatto delle richieste che noi abbiamo accettato o rifiutato.
    Un incontro che poteva generare amicizia o relazione stabile
    Un'esperienza di volontariato dagli Amici della Zizzi che poteva generare una collaborazione duratura ed aiutare molti più Bambini
    Il possibile menù di scelte e di strade da percorrere dopo la morte di una persona cara
    Lo studio che avrebbe potuto portarci lontano e creare un mondo migliore


    Quante proposte di collaborazione abbiamo avuto da Dio

    Ma si sa, se in banca ogni mese ci arriva il reddito di cittadinanza, perché accettare un lavoro che ci dia pochi euro in più imponendoci la fatica di andare tutti i giorni a lavorare?

    Stiamo troppo bene per ascoltare Dio che ci chiede dei sacrifici
    Questi sacrifici però sono per il bene del prossimo perché restare in poltrona a giocare ai videogiochi o andare al mare a prendere la tintarella non porta bneneficio a nessuno, mentre lavorare e fare volontariato donano valore aggiunto al nostro mondo.

    Accettare la proposta di Dio è investire nel futuro del mondo, ma anche del nostro.
    Il reddito di cittadinanza non può durare a lungo, ed accettare un lavoro oggi significa avere domani una certezza.
    In termini di Dio: accettare le sue proposte di sacrificio oggi significa investire nella vita eterna, perché se oggi te la godi, non sarà così per sempre: anche tu ti ammalerai, diventerai vecchio, morirai, e la moneta per entrare in Paradiso non saranno certo gli euro che hai in banca, ma il bene che avrai fatto al prossimo.

    Accetta la proposta di Dio oggi e investi nel futuro del mondo! #investirenelfuturo #Dio #benedelprossimo #vitaeterna #25marzo2023
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    Investire nel futuro

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  19.  

    Addì 26 marzo 2023

    In quel tempo, era malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella.
    Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato.
    Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato».
    All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato».
    Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro.
    Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava.
    Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
    I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?».
    Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo;
    ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce».
    Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo».
    Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà».
    Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno.
    Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!».
    Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
    Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era gia da quattro giorni nel sepolcro.
    Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello.
    Marta, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
    Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!
    Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà».
    Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà».
    Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno».
    Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?».
    Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».
    Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama».
    Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui.
    Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro.
    Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là».
    Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!».
    Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!».
    Gesù scoppiò in pianto.
    Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!».
    Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».
    Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra.
    Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni».
    Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?».
    Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato.
    Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato».
    E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!».
    Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».
    Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.

    Giovanni 11,1-45

  20.  

    Lazzaro, vieni fuori! (26 marzo 2023)

    Il mito della caverna

    Se un Bambino nasce in un quartiere malfamato, in una famiglia senza valori, osservando violenze, furti, maltrattamenti, spaccio, come pensate che sarà da grande?

    Noi cerchiamo solo di fare questo: prendere un Bambino per mano con il consenso dei genitori, accompagnarlo fuori da quella caverna, fargli vedere un mondo diverso, insegnargli quel poco che possiamo in termini di valori.

    Il tutto nella speranza che un giorno possa scegliere di vivere nel mondo fuori della caverna dopo averne imparato le regole.

    Aiutaci a diffondere il nostro messaggio e a far sì che più bambini possano vivere una vita piena di opportunità al di fuori della caverna.

    #VitaFuoriDallaCaverna #AssociazioneAmiciDellaZizzi #RinascereDalleCeneri #ValoriPerLaVita"
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    Vita fuori dalla caverna

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  21.  

    Addì 27 marzo 2023

    In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi.
    Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
    Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
    Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
    Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
    E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».
    E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
    Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
    Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
    Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più».

    Giovanni 8,1-11

  22.  

    Nessuno ti ha condannata? (27 marzo 2023)

    Il diritto di essere felici

    Domenica in campagna con tanti Bambini
    Gli ulivi da potare, la casa da rimettere in ordine, ognuno di noi faceva qualcosa.
    Anche i Bimbi avevano il loro dovere da svolgere: giocare, essere Bimbi, bisticciare per poi subito fare pace.

    Chi potrebbe condannare un Bambino se vuole giocare?
    Deve giocare, divertirsi, scoprire la vita con serenità.
    E' un suo diritto inalienabile, avrà tempo in futuro, divenuto uomo o donna, di preoccuparsi dei mille problemi che la vita offre.

    Eppure ci sono Bambini tristi, Bambini che non giocano, Bambini che subiscono violenze, maltrattamenti, vessazioni, privazioni.

    Si, Bambini!
    Bambini come i vostri.

    Vi sembra impossibile?
    Allora svegliatevi, aprite gli occhi perché nel quartiere di periferia sono tragedie che si consumano ogni giorno sotto gli occhi di tutti.

    Noi vogliamo solo fare questo: donare ai Bambini la gioia di divertirsi, la possibilità di fare il loro "lavoro" di Bambini, esercitare il proprio diritto al gioco, allo svago, alla serenità.

    Aiutaci in questo delicato ed importantissimo compito, vieni a giocare con loro

    Unisciti a noi nella nostra missione di donare ai bambini la gioia di giocare e divertirsi!
    Insieme possiamo creare un mondo in cui ogni bambino abbia il diritto di essere felice e di esercitare il proprio diritto al gioco e allo svago.
    Se vuoi contribuire alla causa, condividi questo post e unisciti a noi nella lotta contro la violenza ed il maltrattamento dei bambini.

    #dirittodeibambini #giocarepercreare #giocareèundiritto #bambinihannoildiritto #giocareinsieme #bambiniinfelici #stopviolenzecontrabambini #condivisioneegioia #amoreperibambini #sensibilizzazione
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    Giochiamo insieme?

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  23.  

    Addì 28 marzo 2023

    In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire».
    Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?».
    E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.
    Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati».
    Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico.
    Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui».
    Non capirono che egli parlava loro del Padre.
    Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.
    Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite».
    A queste sue parole, molti credettero in lui.

    Giovanni 8,21-30

  24.  

    Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo (28 marzo 2023)

    Non lasciateli soli

    Ci sono persone che vivono in casa con te, e le senti lontane come se fossero a mille miglia di distanza.
    Persone che sono a migliaia di chilometri, ma che senti vicino come se abitassero in casa con te.

    Dio ci è vicino anche se non lo vediamo, anche se non lo sentiamo con le orecchie

    Anche se sei lontano, tanto lontano fisicamente, ti chiedo di essere vicino ai nostri Bambini, non lasciarli soli, accoglili nel tuo cuore, amali come figli e preoccupati per loro.

    Come Dio fa con tutti noi

    In questo periodo di festa, ti chiediamo di unirti a noi per donare un uovo sospeso ai nostri Bambini, per far sentire loro la nostra vicinanza e il nostro amore.

    Con un semplice gesto, possiamo fare la differenza nella vita di questi piccoli cuccioli d'uomo che troppo spesso si sentono soli e abbandonati.

    Grazie per il tuo sostegno in questa Santa Pasqua, aiutaci a diffondere il messaggio e fai un dono ai nostri Bambini!

    #nonlasciamolisoli #vicinanza #amore #donazione #sostegno #solidarietà #SantaPasqua #uovosospeso #Bambini #festa #Dio #Vangelo #messaggio #diffusione #condivisione #grazie
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    Fate un dono ai nostri Bambini

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  25.  

    Addì 29 marzo 2023

    In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
    Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?».
    Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.
    Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
    So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi.
    Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!».
    Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!
    Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.
    Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!».
    Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.

    Giovanni 8,31-42

  26.  

    Non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato (29 marzo 2023)

    Natalino pescatore

    Ieri era il compleanno del mitico Natalino pescatore, un Bimbo d'oro, molto sensibile, allevato con cura ed amore da una mamma piena di attenzioni.
    L'incontro con Natalino è stato un incontro di cuori, iniziato in maniera un po' burrascosa nel tentativo della madre di proteggerlo da un padre su cui non voglio soffermarmi.
    Poi la situazione si è delineata, ha preso una sua strada, e Natalino, insieme alla sorellina, si sono incamminati con noi in un percorso fatto di amore, amicizia e collaborazione con la mamma, la quale ripone grande fiducia e affetto in noi.

    E' bello vedere in questa mamma che non c'è gelosia, perché capisce che l'amore per noi nulla toglie al grandissimo amore che i suoi figli provano per lei, anzi, capisce con grande sensibilità, che il frequentarci nulla toglie ai Bimbi, ma anzi dona loro momenti di spensieratezza e serenità, nuove e bellissime esperienze, accudimento quando lei lavora per portare a casa i soldini necessari a non far mancare loro il necessario.

    Una bella sinergia che nulla toglie e tutto dona a noi tutti

    Pensiamo sempre di essere artefici della nostra vita, pensiamo di essere bravi ad aver fatto scelte vincenti, ma non è così.

    L'incontro con Natalino e Gigia è stato casuale, in un momento di difficoltà; la madre poteva rivolgersi a chiunque altro, ma Dio ha voluto che si incontrasse con noi.
    Il grande merito di questa mamma, così come di altre, è stato quello di fidarsi, e noi non possiamo far altro che ringraziare queste mamme per il dono che ci fanno, permettendoci di godere della compagnia e dell'amore smisurato di questi fantastici Bambini che noi adoriamo come inviati di Dio per migliorare le nostre vite

    Grazie Mamme, grazie di cuore

    #NatalinoPescatore #MammeCoraggio #Amicizia #IncontriCasuali #BambiniDoro #GrazieMamme
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    Mamme coraggio

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  27.  

    Addì 30 marzo 2023

    In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».
    Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte".
    Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?».
    Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E' nostro Dio!", e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.
    Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
    Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?».
    Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
    Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.

    Giovanni 8,51-59

  28.  

    Se io glorificassi me stesso (30 marzo 2023)

    Accogliere con il cuore

    Ieri Mattia era al settimo cielo.
    Invitato a partecipare alla cena in pizzeria del suo corso di nuoto.
    Pur di averlo la sua istruttrice si è offerta di portarlo in macchina in pizzeria e riportarlo poi a casa alla fine della serata.
    Se era felicissimo nell'andare, è tornato sprizzante gioia da tutti i pori, una serata che è stata per lui l'apoteosi, essere considerato "grande", a cena fuori con gli amici.

    Che grande gioia ha provato il nostro Mattia ieri sera

    La società che gestisce le piscine comunali a Livorno si chiama Livorno Aquatics, ma il direttore, il coordinatore, l'struttrice si chiamano Stefano, Massimiliano, Valeria, ed alle spalle hanno un team fatto di belle persone come loro.

    Un conto è accettare di aiutare due Bambini ed un Ragazzo con ritardo mentale, accogliendoli in piscina, altro conto è aprire le porte del cuore con affetto sincero.
    Ecco, Stefano, Massimiliano e Valeria questo hanno fatto: hanno reso migliore la vita di Mattia, Jaquie e Anita. Che Dio renda loro merito di quanto fanno per i nostri Bimbi.

    #LivornoAquatics #Nuoto #Comunità #RiscaldamentoDelCuore #Inclusione #Amore #Gioia #Benedetti
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    Gioia infinita

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  29.  

    Addì 31 marzo 2023

    In quel tempo, i Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
    Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?».
    Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
    Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei?
    Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata),
    a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?
    Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre».
    Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
    Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.
    Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero».
    E in quel luogo molti credettero in lui.

    Giovanni 10,31-42

  30.  

    Anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere (31 marzo 2023)

    Credete a ciò che vedete

    Nati ufficialmente il 19 maggio 1987, ufficiosamente nel settembre 1986, possiamo vantare un operato initerrotto verso i Bambini.

    Vedete in questo video quello che abbiamo realizzato, e se ritenete che le nostre opere siano meritevoli del vostro aiuto potremo aiutare insieme tanti altri Bambini

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    Buon cammino, sperando di poter fare un tratto di strada insieme
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  31.  

    Addì 1 aprile 2023

    In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.
    Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto.
    Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni.
    Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione».
    Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla
    e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera».
    Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
    Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
    Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.
    Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi.
    Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?».

    Giovanni 11,45-56

  32.  

    Quest'uomo compie molti segni (1 aprile 2023)

    ¡Adelante! Siempre Adelante

    Chi comanda, chi tiene ben stretta una poltrona, non vuole perdere i benefici acquisiti e fa di tutto per evitare di essere messo in discussione, per impedire ad altri non solo di prendere il suo posto, ma di mettere in dubbio la sua autorità.
    Capitava duemila anni fa ai tempi di Gesù quando i sommi sacerdoti decisero di farlo morire perchè faceva molti segni, e ciò comportava che il popolo credesse in lui e non più nei sacerdoti con le loro vessazioni.
    Capita oggi in ogni luogo, anche qui nella nostra bella Italia.
    Avete provato a mettere in discussione il credo dei testimoni di geova? Avete provato a dubitare dell'onestà e trasparenza di un grillino? Avete provato a mettere in discussione i principi sui cui si basa l'ideologia di un partito?
    Quanta cattiveria mi è stata lanciata addosso quando ho espresso il mio ideale contro l'aborto, quanta maldicenza perché operavamo aiutando tanti bambini che il comune non riusciva ad accudire, quanto astio quando ci rivolgevamo ai tribunali scavalcando i servizi sociali che non facevano il loro lavoro. E quanto altro acora potrei dirvi.
    Se noi che siamo un'Associazione ben strutturata abbiamo avuto così tanti ostacoli, immagino quanto possa essere difficile per chi privatamente voglia fare qualcosa per gli altri fuori dagli schemi del partito o della chiesa.
    Ma non mollate. Le rivoluzioni silenziose sono quelle migliori, sono quelle che vanno alla radice dei problemi, sono gocce che scavano nella roccia e lasciano profondi solchi che indicano strade se non migliori diverse e buone.
    Noi ci abbiamo messo trent'anni per essere "sdoganati", ovvero accolti da una buona parte che ha visto il modo di lavorare ed i frutti, e sopportati a denti stretti da altri che non possono fare a meno di dialogare con noi.
    La goccia, la goccia della Zizzi, la tenacia e la certezza di fare qualcosa di buono ci hanno portato a sconfiggere Golia, ad abbattere la montagna che ostacolava il nostro cammino.
    La strada non è spianata, altri ostacoli arriveranno, ma abbiamo capito che non ci si deve mai arrendere se si pensa di essere nel giusto
    ---------------------------
    Quando una lotta è rivoluzione silenziosa e onesta avrà sempre i suoi frutti

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  33.  

    Addì 2 aprile 2023

    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
    Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
    Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?».
    Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli».
    I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
    Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici.
    Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà».
    Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?».
    Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà.
    Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
    Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
    Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo».
    Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.
    Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».
    E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
    Allora Gesù disse loro: «Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea».
    E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai».
    Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte».
    E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.
    Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare».
    E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia.
    Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me».
    E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».
    Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me?
    Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
    E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà».
    E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti.
    E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.
    Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori.
    Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina».
    Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo.
    Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!».
    E subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò.
    E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.
    Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.
    Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.
    Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?
    Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?».
    In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato.
    Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.
    Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale gia si erano riuniti gli scribi e gli anziani.
    Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione.
    I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni.
    Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni».
    Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?».
    Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio».
    «Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo».
    Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «E' reo di morte!».
    Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, dicendo: «Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?».
    Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!».
    Ed egli negò davanti a tutti: «Non capisco che cosa tu voglia dire».
    Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno».
    Ma egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell'uomo».
    Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!».
    Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!». E subito un gallo cantò.
    E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E uscito all'aperto, pianse amaramente.
    Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire.
    Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.
    Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!».
    Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.
    Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue».
    E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri.
    Perciò quel campo fu denominato "Campo di sanguè'fino al giorno d'oggi.
    Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
    Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici».
    E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla.
    Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?».
    Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
    Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta.
    Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba.
    Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?».
    Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
    Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua».
    Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù.
    Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!».
    Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!».
    Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!».
    Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!».
    E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli».
    Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.
    Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte.
    Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!».
    E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.
    Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
    Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.
    Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere.
    Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte.
    E sedutisi, gli facevano la guardia.
    Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei».
    Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
    E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!».
    Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. E' il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo.
    Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!».
    Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.
    Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra.
    Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
    Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia».
    E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere.
    Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!».
    E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
    Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono.
    E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
    Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
    C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.
    Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
    Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù.
    Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato.
    Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.
    Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.
    Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò.
    Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: E' risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!».
    Pilato disse loro: «Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete».
    Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.

    Matteo 26,14-75.27,1-66

  34.  

    Tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire (2 aprile 2023)

    Un uomo libero

    Molti uomini sono morti gridando " LIBERTA' "
    Per avere salva la vita avrebbero dovuto inchinarsi al potere, baciare un sigillo, chinare la testa ai voleri dei capi, ma non lo hanno fatto, non hanno accettato di far morire in loro il desiderio di essere UOMINI LIBERI.
    All'inizio della nostra attività ci vennero affidate delle strutture. Dopo averle ripulite ci venne detto "Queste strutture verranno date all'Arci"
    "Ma come?" Rispondemmo "Dopo averle date a noi, dopo tanta fatica adesso ce le togliete?"
    "Potete sempre restare divenendo volontari dell'Arci"
    "NO GRAZIE" ed abbiamo lottato per mantenere la nostra indipendenza
    Abbiamo chiesto in Regione il denaro per la costruzione di una grande struttura
    Ci hanno risposto "Si, purché poi passi tutto al Comune"
    "NO GRAZIE" ed abbiamo rifiutato 5 milioni di euro
    Abbiamo chiesto al Vescovo il denaro per la costruzione di una grande struttura
    Ci ha risposto "Si, purché poi passi tutto alla Caritas"
    "NO GRAZIE" ed abbiamo rifiutato 5 milioni di euro
    Ci hanno più volte chiesto, da destra e da sinistra, di schierarci politicamente ma abbiamo sempre risposto
    "NO GRAZIE" il nostro credo politico è una bandiera bianca con la scritta BAMBINI
    E tante altre volte ci hanno minacciato e ricattato chiedendoci di abbassare il capo e adeguarci ai voleri dei politici
    Abbiamo sempre risposto "NO GRAZIE" perché preferiamo scomparire e morire piuttosto che divenire una pedina sullo scacchiere della politica
    Siamo UOMINI E DONNE LIBERE e tali rimarremo fino all'ultimo dei nostri giorni seguendo l'esempio di Gesù
    ----------------
    Libertà. Libertà. Libertà.

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  35.  

    Addì 3 aprile 2023

    Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.
    E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.
    Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.
    Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».
    Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
    Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
    I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
    Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.
    I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

    Giovanni 12,1-11

  36.  

    Anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti (3 aprile 2023)

    San Riccardo

    Immagino i miei genitori intenti a cercare un nome da darmi poco prima della mia nascita.
    In tanti scelgono nomi di genitori o antenati per i propri figli nel ricordo di quella persona.
    Altri optano per un personaggio famoso, che sia di attualità o del passato.
    Altri ancora prendono spunto dai propri film preferiti.
    Molti, forse più prima di adesso, cercano tra i santi il nome da dare al proprio figlio.

    Tutto è giusto e legittimo, ed il filo conduttore è la ricerca di una forza ispiratrice da donare al figlio in procinto di nascere.

    Il nome di un calciatore affinché il bimbo diventi una grande sportivo, piuttosto che una ballerina o un divo del cinema.
    Il nome di un personaggio di un film o di un libro, affinché possa avere una vita avventurosa o romantica come quella del protagonista prescelto.
    Il nome del proprio padre o madre, oppure quello di un nonno affinché il nipote possa commemorare ed imitare nel bene l'illustre predecessore.

    Avere il nome di un santo racchiude un po' tutto questo: le opere buone cui attingere, ovviamente tante per essere stato dichiarato santo; l'essere famoso, non per il grande pubblico, ma per l'amore verso il prossimo è un augurio meraviglioso; commemorare il nome di un santo è un po' come essere il suo ambasciatore nel portare il suo messaggio d'amore e solidarietà nel mondo.

    Devo dire che, un po' per curiosità, un po' alla ricerca di ispirazione e, perché no, anche di una carezza consolatoria nei momenti più difficili, ho più volte letto la vita del santo al quale i miei genitori si sono ispirati.
    Sono ben lontano dall'imitazione di San Riccardo, ma umilmente provo nella mia vita a seguire le sue tracce, così come ogni cristiano prova, indegnamente ed umilmente, a seguire la strada indicata da Gesù.
    ----------------
    Ispirazioni

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  37.  

    Addì 4 aprile 2023

    In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà».
    I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.
    Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
    Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?».
    Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
    Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
    E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto».
    Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.
    Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
    Quando Giuda fu uscito, Gesù disse : «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.
    Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
    Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.
    Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
    Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!».
    Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

    Giovanni 13,21-33.36-38

  38.  

    Uno di voi mi tradirà (4 aprile 2023)

    Un Bambino da accogliere

    Quanta indignazione suscita la notizia di una madre che abbandona un Bambino appena nato.
    C'è una gara in tutta Italia dove centinaia di coppie danno la disponibilità a prendere quel Bambino in adozione.

    Parrebbe una gara di solidarietà

    Ma quale solidarietà!
    Si è mossi dal desiderio di avere un Bimbo proprio saltando anni di iter burocratico

    Come dite?
    Siete mossi dal desiderio di aiutare quel Bambino?

    Ok, facciamo finta che le persone interesate ad accoglierlo a pochi giorni dalla nascita siano mille
    Poniamo ora il caso che per quel Bambino, diamogli un nome, Filippo, si apra un procedimento di adottabilità, ma spunti una nonna che lo reclami.
    Vengono fatte le opportune verifiche e Filippino compie un anno in comunità.
    Novecento le coppie interessate.

    La nonna nel frattempo si ammala gravemente, ed ecco che si riaprono le procedure di adottabilità.
    A questo punto viene chiesto alla sorella della mamma di poter accogliere il nipotino; la zia valuta la cosa, fa colloqui con giudici e assistenti sociali, ma poi rinuncia perché non ha risorse di tempo e denaro per allevare anche lui.
    Filippino compie due anni
    Ottocento le coppie interessate

    L'iter di adottabilità riparte.
    Devono essere sentiti tutti i parenti entro il quarto grado, ma prima ancora vanno trovati.
    E così Filippino compie tre e quattro anni in comunità
    Le coppie interessate a lui adesso sono cinquecento

    Bene, ci siamo, è quasi adottabile, manca poco, una famiglia che lo accolga è già pronta.

    Come in ogni film di suspence, la madre si riprende dal suo torpore ricordandosi di essere mamma di quel Bimbo e ne chiede il riaffido.

    Alt, fermi tutti, l'adozione di Filippino si blocca di nuovo
    Valutazione della mamma, delle sue capacità psichiche ed economiche, due anni di indagini e di colloqui per arrivare a far dire ai servizi sociali: è pronta a fare la mamma.
    Filippino ha sei anni quando il tribunale decide di ridarlo al genitore, ma arriva sul tavolo del giudice che stava per emettere la sentenza una denuncia di tal Ignazio Panegirico.
    E questo chi è?
    Beh, Ignazio è il padre che fino a pochi giorni fa nemmeno sapeva di essere padre.

    Giustamente lo si deve valutare, conoscere le sue istanze, ed intanto il tempo passa e Filippo compie sette anni, tutti vissuti in comunità, sospeso tra la speranza di essere adottato ed il ritorno con la mamma, ma ancora inesorabilmente in comunità.

    Il padre viene giudicato idoneo, così si apre un contenzioso tra i genitori per l'affidamento del Bambino, che nel frattempo compie otto anni.
    Mentre i rispettivi avvocati parlano tra loro, la madre viene trovata senza vita per overdose di eroina, la tensione del procedimento l'aveva portata a riavvicinarsi alla droga dalla quale anni fa, aveva saputo affrancarsi.

    Resta solo il padre, via è cosa fatta, diamolo a lui.

    Tutto è bene ciò che finisce bene.

    Finisce bene?
    Ma chi lo ha detto?

    Il padre è un brav'uomo, ma con scarse capacità intellettive, mentre Filippino è un bravo scolaro, abituato ad essere seguito nei compiti, nel lavarsi, nel vestirsi, coccolato da tutte le educatrici della comunità.

    Ma quell'uomo chi é per lui?
    Ed è così che si ribella, risponde male, scappa di casa, a scuola picchia e non studia.
    Ma come? Filippino? Ma proprio lui?
    Eh si, proprio lui

    I servizi sociali ci mettono un po' ad arrivare, ma prima o poi arrivano, ed ecco che chiedono al giudice di toglierlo al padre e affidarlo ad altra comunità, e così avviene, ma nel frattempo Filippo ha dieci anni, si è irrobustito e pare anche più grande della sua età, è sporco di dolore, non si fida più delle promesse degli adulti, la comunità è cambiata e ci sono ragazzi più grandi di lui dai quali difendersi; anche le educatrici sembrano non interessarsi troppo a lui.

    Si avvia una ricerca di famiglie che possano accoglierlo, si ricontattano una ad una quelle che nel passato avevano avuto a che fare con lui, si chiede in giro anche tra i professori della sua scuola, si fa girare il tam tam tra i vari servizi sociali e sapete quante sono le famiglie disposte ad accogliere Filippo in casa?

    Zero, zero assoluto

    Si prova quindi a darlo in affido, si cerca disperatamente anche tra i single.
    Qualcuno si trova, ma poi in molti fanno marcia indietro, altri vengono scartati perché palesemente inappropriati per predersi cura di un ragazzino, adesso di undici anni, diciamolo: problematico.

    Dove è finita tutta l solidarietà per il piccolo Filippino di pochi giorni?
    Dove sono finte le mille famiglie disponibili?

    Allora, era solidarietà o egoismo di voler avere un Bimbo piccolissimo tutto per sé?

    Quanti Bambini ci sono nelle comunità di otto, nove, dieci anni, per non parlare di quelli più grandi, che non trovano una famiglia che li voglia accogliere!!

    Come la chiamate questa? Solidarietà?

    Io la chiamo in altro modo: tradimento

    Eh si, tradimento, perché fin tanto che le cose sono belle e facili tutti sono pronti, ma tutti ci tiriamo indietro quando si complicano e potremmo fare la differenza per un Bambino, quando potremmo essere noi quelli che lo accolgono, lo ripuliscono, lo fanno studiare e gli donano un futuro, pur compiendo mille sacrifici ed avendo ancor più problemi.

    Dove sono oggi quelle mille famiglie?

    Non è solidarietà, è tradire la fiducia di un Bambino del genere umano
    E' tradire Dio che in ognuno di quei Bambini vive e aspetta noi, un nostro cenno, un gesto di amore, mentre invece tutti passano, guardano e vanno avanti, quasi come al mercato quando si gira tra i banchi e con occhio furtivo si guardano i prezzi delle mele e delle arance cercando il banchino che le venda a meno.
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    Accolgo un Bambino o lo tradisco?
    Dipende dal costo

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  39.  

    Addì 5 aprile 2023

    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
    Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
    Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?».
    Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli».
    I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
    Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici.
    Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà».
    Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?».
    Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà.
    Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
    Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».

    Matteo 26,14-25

  40.  

    Farò la Pasqua da te con i miei discepoli (5 aprile 2023)

    Buona Pasqua

    Ci sono momenti in cui si è portati maggiormente a riflettere.
    Vacanze, doni, ristoranti, bei vestiti, macchina nuova

    Tutto giusto e legittimo, ma pensiamo a chi non ha nulla e decidiamo, ora, oggi, di destinare un pezzettino del nostro benessere ai Bambini investendo nel loro futuro.

    Attua un buon proposito, decidi di

    - Fare volontariato: anche se non sei della nostra città, puoi unirti a noi in estate, ad Orentano (PI) o a Lipari, oppure venire a Livorno un periodo durante l'anno, ma potrai aiutarci fattivamente anche da casa tua
    - Affido a Distanza: Sostieni i nostri Bambini con una donazione mensile, anche piccola
    - Lascito o Eredità: Lascia un segno del tuo passaggio anche nel cuore dei nostri Bambini
    - Cinque per Mille: A te non costa nulla, ma la tua firma per noi è un grande dono
    - Mercatino: dona ciò che non usi più o, se hai ditta, ciò che non vendi, traformeremo il tuo dono in amore per i Bambini sotto forma di generi alimentari, vestiario, accoglienza

    Buona Pasqua da tutti noi con grandissimo affetto

    https://youtu.be/xpK-9MA685Y
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    Buona Pasqua

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  41.  

    Addì 6 aprile 2023

    Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
    Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.
    Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
    Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».
    Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo».
    Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
    Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!».
    Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti».
    Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».
    Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto?
    Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
    Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
    Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi».

    Giovanni 13,1-15

  42.  

    Anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri (6 aprile 2023)

    Venite con noi

    Robertino, Micaela, Ninetta e Sandy vivevano nel quartiere più malfamato della città.
    Più poveri dei poveri, con una famiglia che non sapeva e non poteva accudirli.
    In un paese civile sarebbero stati da dare in affidamento, aiutando i genitori ad uscire da quella miseria, ma siamo in Italia e tutto ciò che è logico è spesso troppo complicato per essere logico.

    Erano affamati di tutto: il pranzo era un po' di riso e la cena un bicchier d'acqua colorato da qualche goccia di latte, i vestiti sempre sporchi, le scarpe rotte e fuori misura, a scuola non andavano quasi mai, amore e accudimento erano parole a loro sconosciute.

    La prima volta che siamo andati a prenderli con la macchina di una nostra volontaria, si sono buttati sulle briciole di biscotti che avevano ai piedi, avanzo di merenda dei figli della loro autista, la quale ha inchiodato la macchina e li ha portati al primo bar che ha trovato dando loro tutto ciò che volevano.

    Da quel giorno c'è stata una gara di solidarietà per i vestiti puliti, una doccia calda, la cena alle sei prima di riaccompagnarli nel tugurio che qualcuno in comune osava chiamare casa.

    Ogni giorno tornavano da noi con vestiti ancora più laceri, derubati di ogni nostro dono, spesso malmenati, forse dai genitori, perché non avevano rubato qualcosa da portare a casa per loro.

    Non vi racconto il resto perché siamo a Pasqua, e non è il momento di puntare il dito su come procedono queste cose con i servizi sociali, in concorso di colpa con le tante famiglie perbeniste che mai avrebbero toccato con un dito uno di questi bimbi, figuriamoci poi prenderlo in casa in affidamento.

    Ma, ecco il punto, quanti Bambini ci sono in Italia in queste condizioni?

    Beh, mi spiace rovinarvi l'idea che nel nostro Paese si stia tutti bene, non è proprio così.
    C'è un mondo, fatto di Bambini, poveri, immigrati, anziani senza nessun tipo di aiuto, emarginati da tutti noi, ai confini della realtà.

    E la cosa triste sapete qual'è?

    E' che a noi va bene così, ci giriamo dall'altra parte, mettiamo la testa sotto la sabbia, fischettiamo indossando i paraocchi.

    E' facile, ma sopratutto comodo, dire che sono tutte balle.
    Venite con noi, venite a vedere con i vostri occhi, entrate in una di queste case, parlate con i Bambini, guardate le loro scarpe, i vestiti sporchi, i denti marci, i capelli con i pidocchi.

    Venite con noie vi faremo vedere che questa realtà esiste
    Venite con noi a lavare i piedi di questa povera gente
    Venite con noi a distribuire un po' di quell'amore che ricevete ogni giorno in abbondanza
    Venite con noi, VENITE CON NOI!
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    Venite con noi

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  43.  

    Addì 7 aprile 2023

    In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.
    Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli.
    Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.
    Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?».
    Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.
    Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
    Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno».
    Gesù replicò: «Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano».
    Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato».
    Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
    Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?».
    Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno.
    Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo».
    Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.
    E la giovane portinaia disse a Pietro: «Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono».
    Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
    Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.
    Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.
    Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto».
    Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?».
    Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».
    Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
    Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono».
    Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?».
    Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
    Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
    Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?».
    Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato».
    Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno».
    Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
    Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?».
    Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?».
    Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?».
    Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
    Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
    Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa.
    Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?».
    Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.
    Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
    E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
    Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa».
    Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».
    Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa».
    Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
    All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta.
    Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?».
    Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande».
    Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare».
    Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
    Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!».
    Ma quelli gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare».
    Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
    Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo.
    Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
    Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.
    I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei».
    Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto».
    I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo.
    Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così.
    Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
    Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».
    Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
    Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete».
    Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
    E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.
    Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.
    Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui.
    Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
    Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
    Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso.
    E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
    Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.
    Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.
    Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei.
    Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto.
    Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

    Giovanni 18,1-40.19,1-42.

  44.  

    E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo (7 aprile 2023)

    Umiliati e dileggiatori

    Chi di noi, specie in adolescenza, non ha preso in giro il compagno secchione, la ragazza cicciona, il tipo strano e bislacco? Io si, mi è capitato tante volte di canzonare o fare brutti scherzi a quello che vedevo "diverso". Oggi me ne vergogno, ma quando ero adolescente non capivo, mi veniva spontaneo, talvolta mi davo persino l'alibi che la canzonatura potesse farlo reagire, cambiare, fortificare. Ma non era così. Una presa di giro da parte di chi è più forte è un atto ignobile e vigliacco.
    A parte le esagerazioni, nel tremendo periodo dell'adolescenza, è una cosa "normale" quando non scade nel bullismo, ma da adulti quanti sono quelli che proseguono in questo loro modo di essere superiori al prossimo, di guardare dall'alto in basso chi non ha tutte le carte in regole.
    Eppure sembra strano, ma spesso capita un ribaltamento dei ruoli, ritroviamo il "nerd" occhialuto della Prima C seduto dietro una scrivania come direttore di filiale o amministratore di qualche grossa società.
    Può succedere che l'aguzzino debba andare al suo cospetto, con il cappello in mano e la testa bassa a supplicare per un lavoro, anche il più umile.
    Gesù è stato preso in giro, era oggetto di scherno da parte dei soldati, dei sacerdoti, del popolo che fino al giorno prima lo osannava. E' stato messo in croce, gli è stata posta una corona di spine sulla testa, gli è stato dato da bere l'aceto, eppure oggi è adorato e venerato da due miliardi e mezzo di persone, il 35 per cento degli abitanti del pianeta terra.
    Impariamo dai nostri errori: guardiamo dentro alle persone che incontriamo e non fermiamoci a giudicare l'apparenza, ne avremo sicuramente un vantaggio tutti, e non incapperemo in umiliazioni future.
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    I nostri bimbi spesso presi in giro perché stavano dagli "Amici della Zizzi". Oggi per i nostri ragazzi è un vanto essere parte della "Zizzi" e molti li invidiano per le opportunità che hanno e essere parte di una famiglia che non tutti oggi possono dire di avere, anche se ricchi, anche se viziati

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  45.  

    Addì 8 aprile 2023

    Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro.
    Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.
    Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve.
    Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite.
    Ma l'angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.
    Non è qui. E' risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto.
    Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E' risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto».
    Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
    Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
    Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».

    Matteo 28,1-10

  46.  

    Non abbiate paura (8 aprile 2023)

    Prendimi per mano: sottoscrivi un affido a distanza

    Dinanzi ad avvenimenti che scuotono il mondo come le guerre, il terrorismo, i cataclismi, le malattie incurabili siamo impotenti e ci impauriamo perché siamo costretti a subire.

    Ma questi eventi ci sono sempre stati ed il mondo è andato avanti ugualmente.

    Dobbiamo imparare a non aver paura, così da affrontare ogni situazione con i piedi per terra.
    Ma come si fa a non aver paura?
    Pensate ad un bambino che ha timore del buio, della visita dal dottore e di altre piccole cose che per lui sono ostacoli insormontabili.

    Come fa a vincere le sue paure?

    Si lascia prendere per mano da un adulto di cui si fida che gli spiega la situazione, lo tranquillizza, affronta con lui il pericolo.

    Ecco, dobbiamo fare così anche noi, farci prendere per mano in chi riponiamo fiducia e può proteggerci.

    I Bambini che ci sono stati affidati ripongono fiducia in noi, ci seguono, ci ascoltano.
    Dateci fiducia anche voi, aiutateci nel nostro cammino il cui unico scopo è dare a tanti Bambini un po' di serenità affinché possano divenire bravi genitori in un prossimo futuro.

    Regalati per Pasqua un affidamento a distanza di uno dei nostri Bimbi.
    Contribuisci alla sua crescita, innaffia il semino che abbiamo piantato accogliendolo. E' anche figlio tuo

    Io la mia mano l'ho data a Dio ed è lui ad insegnarmi a non aver paura.

    Ho ancora tanto da imparare, ma non conosco altra strada se non quella di avere fiducia il lui.
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    Affido a distanza

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  47.  

    Addì 9 aprile 2023

    Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.
    Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
    Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
    Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
    Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
    Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.
    Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
    Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

    Giovanni 20,1-9

  48.  

    Si recò al sepolcro di buon mattino (9 aprile 2023)

    Svegliatevi al mattino presto

    Ho da sempre l'abitudine di svegliarmi presto al mattino, assaporare un po' di tempo in cui tutta la città dorme per iniziare a vivere la quotidianità della mia giornata nel raccoglimento, iniziando con una preghiera a Dio per il bene che ogni giorno mi dona e proseguire pensando alle tante iniziative da mettere in atto per aiutare tanti Bambini.

    Nel giorno della resurrezione del Signore Maria di Magdala, dice il Vangelo, si recò al sepolcro di buon mattino.

    Non poteva andarci con calma una volta svegliatasi, fatta colazione, preso i suoi tempi?
    Perché di buon mattino?
    Forse proprio per avere un momento di intimità con Dio, un piccolo istante tutto per sé.

    Quale grande gioia le ha riservato quel suo dolce pensiero, essere la prima ad accorgersi della resurrezione di Gesù.

    Penso allora che anche noi dovremmo essere i primi a svegliarci, i primi a desiderare di accogliere un bambino nella nostra famiglia, i primi a voler dare una parola di conforto ad un ammalato, i primi a voler amare il prossimo senza aspettare che altri si muovano, mi trascinino, mi indichino la strada.

    Svegliatevi, alzatevi e mentre è ancora buio andate incontro a Gesù nelle persone bisognose di voi. Se siete appassionati di andare a funghi, a pesca, a caccia, a passeggiare in montagna, a sciare non aspetterete che la sveglia suoni, ma dormirete con un occhio solo perché non vedete l'ora di poter abbracciare la vostra passione. Con la stessa intensità abbracciate coloro che sono in difficoltà, non aspettate di essere trascinati a fare del bene, fatelo voi per primi e ne riceverete una gioia ancora più grande.
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    Buona Pasqua di Risveglio

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  49.  

    Addì 10 aprile 2023

    In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
    Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
    Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
    Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto.
    Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: «Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo.
    E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia».
    Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.

    Matteo 28,8-15

  50.  

    Le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli (10 aprile 2023)

    Un pozzo senza fondo

    Orentano è la nostra meta nei fine settimana, nei giorni di festa e nel periodo estivo.
    Carichiamo i pulmini fino all'inverosimile e partiamo.
    A dire il vero non ho mai capito cosa ci sia nelle decine di scatoloni che Roberta carica nel bagagliaio dei vari mezzi, ma ho imparato a non chiedere per non ricevere risposte del tipo "Ma secondo te come possiamo fare senza questo o quello?" Come se casa nostra fosse un magazzino vuoto da riempire. Eppure, magicamente, ogni cosa che viene scaricata trova una sua pronta collocazione e sparisce, come fosse ingoiata dal nulla. Avete presente le biblioteche? La reception è una piccola stanzina, ma basta digitare il nome di un libro e questo appare, per poi scoprire che insieme ad esso ce ne sono milioni e milioni, impilati in altissimi scaffali chissà dove. Ecco questa è casa nostra: milioni di oggetti fagocitati nelle sue viscere, ma basta chiedere un po' di colla, un dado, un paio di forbici che una delle bibliotecarie, ops, padrone indiscusse di casa, si immerge per riapparire dopo pochi secondi di apnea con l'oggetto desiderato e richiesto. Quando arriviamo la prima a venirci incontro è Grotta, una gattina striata, auto adottatasi, poi è la volta dei cavalli che annusano il pane secco dono di tanti panifici di Livorno. Ogni stagione ha la sua bellezza ma la primavera è quella che tutti noi preferiamo perché è il risveglio della natura che ci regala il primo tepore dell'anno. Il pulmino è ancora in moto che gli sportelli si aprono rapidamente, e ne escono fuori una decina di bimbi più veloci di un pesce. Non facciamo a tempo a percorrere i cento metri del vialetto che ci separa dal parcheggio alla casa, che vediamo ognuno di loro con il pallone, oppure sullo skateboard o intento a raccogliere fiori nel prato.
    Un piccolo paradiso per i bimbi, una resurrezione personale, una liberazione da tante tribolazioni, un momento di spensieratezza.
    Per noi è gioia grande vederli così felici, ed è bello condividerlo con voi.
    La stessa gioia che hanno provato le donne ed i discepoli nel vedere Gesù risorto perché in ogni bimbo alloggia il Signore
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