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  1.  

    Addì 24 agosto 2022

    In quel tempo Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret».
    Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
    Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».
    Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
    Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».
    Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
    Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».

    Giovanni 1,45-51

  2.  

    Vedrai cose maggiori di queste (24 agosto 2022)

    Morire giovani

    Sempre più ragazzi decidono di entrare nella droga.
    La voglia di fuggire dalla realtà per non affrontarla, il desiderio di sballo, il sentirsi superman.
    Poi capisci che per procurarti la droga di cui divieni dipendente hai bisogno di soldi, tanti soldi ed allora ti vendi in tutti i modi possibili, anche mettendoti nelle mani di delinquenti e cominci a spacciare, diventando tu stesso un seminatore di morte.
    Poi capisci che puoi fare soldi, tanti soldi e lo spaccio aumenta, ma un giorno pesti i calli a qualche altro spacciatore, ed ecco la fine della tua vita.

    Oggi in molti finiscono così

    Morti di cui si parla in cronaca per un giorno o due e poi tutto tace.
    Tace perché sono drogati, maledetti spacciatori, cattivi ragazzi.

    Ma quando erano Bambini erano innocenti e puri. Quando erano Bambini nessuno li ha aiutati. Quando erano Bambini i servizi sociali potevano intervenire e non lo hanno fatto.
    Colpe materiali o morali, stendiamo un velo pietoso perché ognuno addossa la colpa del suo non agire sulle spalle di altri, mai che nessuno riconosca i propri errori. Solo riconoscendoli si potrà non sbagliare ancora, solo così si potrà migliorare una situazione negativa ed interrompere una catena di sofferenza e di morte.

    Noi iniziamo dai Bambini

    Vorremmo fare di più, abbiamo già 40 Bimbi in diurno.

    Aiutateci ad avere più posto, più volontariato, più educatori, più soldi per ampliare un progetto già buono ma non sufficiente se ci sono ancora così tanti Bambini che SICURAMENTE diventeranno drogati, spacciatori e delinquenti se nessuno li aiuta.

    Noi ci siamo, adesso aspettiamo voi
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    Voi con Noi. Insieme per i Bimbi

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  3.  

    Addì 25 agosto 2022

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
    Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.
    Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà»
    Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto?
    Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così!
    In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni.
    Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti."

    Matteo 24,42-51

  4.  

    Anche voi state pronti (25 agosto 2022)

    Male non fare, paura non avere

    Spesso ci stupiamo di un evento inatteso, sia esso brutto come una tromba d'aria o la morte di una persona, sia esso bello come un incontro piacevole.

    Ogni evento, tanto o poco, cambia la nostra vita

    Pensate agli eventi atmosferici repentini e dannosissimi.
    Cambiano le nostre abitudini facendoci ad esempio fare più attenzione alla caduta degli alberi.
    Visti questi tornadi repentini anche in Italia, nella piantumazione degli alberi dovremmo mettere piante con radici non di superficie come i pini per evitare la loro caduta e pericolosità.

    Concorderete con me che in ogni istante può accadere qualcosa: un ladro che svaligia la tua casa, un professionista che non fa il vostro interesse ma quello di terzi, una moglie, un marito, un figlio che spariscono dall'oggi al domani.

    Ed allora se sappiamo perché non essere pronti ad ogni evenienza?

    Io credo fermamente nell'esistenza di Dio, non per dogma imposto, ma perché più volte ho visto il suo operare nella mia vita e, nel mio piccolo, nel mio essere comunque un peccatore, cerco di essere sempre pronto all'ora in cui, fosse anche fra un attimo, il Signore mi chiamerà.

    Chi, pur non credendo in Dio, non si prepara alla morte prendendo come una delle ipotesi possibili l'esistenza di Dio è uno sciocco: male non fare, paura non avere.

    Un pensierino, amici atei, ce lo farei.
    Non tanto per essere buoni e bravi e senza fare cose brutte come spacciare, uccidere, picchiare o rubare, questo la maggior parte delle persone già lo fanno, quanto facendo qualcosa di buono per il prossimo in maniera gratuita e disinteressata, così come Gesù ci indica nel Vangelo. E non parlo solo di fare donazioni ed elemosine, quanto donare parte di sè sacrificando un pezzetto, o più di un pezzetto, della propria esistenza per amore del prossimo: andare in ospedale a trovare i malati, accudire anziani che non siano nostri parenti, accogliere Bambini in affido, lottare contro le ingiustizie anche a costo di inimicarsi persone che altrimenti potrebbero aiutarci.
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    Siate pronti. Sempre, in ogni momento

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  5.  

    Addì 26 agosto 2022

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.
    Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.
    Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
    A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!
    Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
    E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.
    Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.
    Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
    Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!
    Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
    Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora."

    Matteo 25,1-13

  6.  

    Dieci vergini (26 agosto 2022)

    Non capisco? Non so?
    Idiozie da perbenisti

    Quando abbiamo comprato casa ad Orentano (PI) tanti anni fa avevamo un bosco pieno di pini di oltre cento anni, bellissimi, altissimi, ombrosi.
    Un giorno hanno cominciato a lacrimare, e la ragia veniva giù andando a formare bellissimi cumuli alla base del tronco.

    Non capivamo. Non sapevamo.

    Era l'inizio della fine di quel bellissimo bosco di pini secolari.
    Un vermettino piccolo piccolo si era insinuato nelle radici e loro piangevano di dolore, come a dire "Aiutateci".

    Ma nessuno di noi capiva, nessuno di noi sapeva

    Le chiome, da un anno all'altro, cominciarono a seccare, i rami iniziarono a cascare, poi un albero, poi un altro si spezzarono facendoci capire la fragilità del mondo.

    E pian piano quella bella pineta scomparve lasciando sul terreno desolazione e corpi in putrefazione.

    Possiamo anche noi dire oggi "Non capisco"?

    Evidentemente no. Oggi noi sappiamo che quei pini erano malati ed avevano bisogno di cure. Forse non li avremmo salvati, ma almeno avremmo potuto tagliarli fin tanto che erano buoni per la costruzione di mobili, ed evitare tanto scempio che ha comportato fatica, soldi e tempo per ripristinare il bosco.

    Così è nella vita

    Non sappiamo? Non capiamo?

    Tutte scuse

    Davvero non sappiamo che la droga ci fa male? Eppure i drogati aumentano
    Davvero non sappiamo che il fumo porta i tumori? Eppure continuiamo a fumare
    Davvero non sappiamo che mettersi alla guida ubriachi provoca morte? Eppure guidiamo anche se abbiamo bevuto
    Davvero non sappiamo che la violenza contro donne e Bambini è da esecrare? Eppure ogni giorno i più deboli vengono aggrediti
    Davvero non sappiamo che inquinare porta la natura a ribellarsi? Eppure teniamo i riscaldamenti a palla
    Davvero non sappiamo che tanti Bambini crescono in quartieri malfamati? Eppure non facciamo nulla per aiutarli

    Ma la natura segue il suo corso e quella pineta si è trasformata, il terreno forte dell'humus di chi lo aveva preceduto è migliorato facendo sbocciare piantine di querce i cui semi erano sopiti sotto il manto di aghi di pino in attesa di un raggio di luce.
    Ed ecco che da quella morte, da quella desolazione ha preso vita un bosco più forte, più duraturo, più resistente alle intemperie, ed oggi tra castagni e querce è uno spettacolo meraviglioso

    Ma c'è voluto tanto lavoro, tanta fatica e tanto tempo per ridare forza a quel terreno
    Molto ha fatto la natura, ma se non avessimo tolto il marciume dal sottobosco niente sarebbe cresciuto

    Se non siamo stati in grado di curare il terreno ed i Bambini che c'erano prima, oggi adulti marci e malati nel cuore (per colpa nostra), abbiamo la consapevolezza che i Bambini oggi debbano essere curati, amati, protetti, portati via da quell'ambiente, magari con le loro famiglie educandole, bonificando certi quartieri da droga e malavita.

    A Livorno lo scorso 22 agosto un ragazzo di 29 anni, Denny, è stato picchiato e probabilmente ucciso. gettato dalla finestra, forse per un regolamento di conti per la droga. Per quel ragazzo non si può fare più nulla, è il pino che si è ammalato (per colpa nostra) ed è caduto privo di linfa, succhiata dall'ambiente; ma tanto possiamo fare oggi per i Bambini affinché domani non siano loro a "cadere" da una finestra, ad essere tanti Denny.
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    Per colpa nostra

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  7.  

    Addì 27 agosto 2022

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
    A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
    Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
    Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
    Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
    Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.
    Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.
    Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
    Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.
    Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
    Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.
    Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.
    Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
    Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
    E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».

    Matteo 25,14-30

  8.  

    A chiunque ha sarà dato (27 agosto 2022)

    Valorizzazione

    Un padre ha tre figli
    Uno di questi è intelligente, astuto, brillante
    Il secondo capisce il giusto, furbetto, ma non troppo brillante
    Il terzo, poverino, è nato con scarse capacità cognitive, ingenuo fino al midollo

    Questo padre ha un'azienda di famiglia
    Nel ritirarsi dagli affari cede il comando al primo figlio, capace di gestire l'impresa
    Al secondo da la mansione di direttore del personale
    Il terzo lo mette al centralino a smistare le chiamate

    Questo padre ha amministrato i beni dei suoi ragazzi in modo oculato, affinché tutti avessero un futuro assicurato e garantito, mettendo sulle spalle del primo la grande responsabilità di non far fallire l'azienda, al secondo la responsabilità di trovare e gestire i giusti collaboratori affinché l'azienda resti florida, al terzo ...

    Al terzo ha dato tutto il suo amore

    Non lo ha rifiutato, non lo ha messo da parte, non gli ha dato mansioni che non sarebbe stato in grado di svolgere ricevendo brontolate e continue umiliazioni: lo ha valorizzato per i beni che il buon Dio ha voluto dargli
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    Ogni Bambino deve essere valorizzato per i doni che ha ricevuto

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  9.  

    Addì 28 agosto 2022

    Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.
    Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto.
    Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.
    Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
    Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
    Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

    Luca 14,1.7-14

  10.  

    Và a metterti all'ultimo posto (28 agosto 2022)

    Ultimo posto

    Quando partecipiamo ad un'iniziativa, che sia la presentazione di un libro, l'inaugurazione di una struttura, la presentazione di un bando di una qualche fondazione, oppure una qualsiasi conferenza le hostess gentilissime ci indicano i posti dove metterci.
    Le persone comuni dalla quarta fila in poi, le semi autorità in seconda e terza fila, le autorità in prima, e al centro di essa la carica più alta, scalando verso la periferia.

    Come mi piacerebbe occupare uno di quei posti per il solo fatto di essere arrivato prima e dire al presidente, al cardinale, al ministro o all'assessore "Vai a metterti dietro"

    Vi immaginate se in fila al mercato foste lì che aspettate di essere serviti al banco della gastronomia e dovesse arrivare un tipo in auto blu, scendesse e vi passasse avanti per essere servito per primo.
    Che casino ne nascerebbe!

    Eppure nelle manifestazioni la cosa è tollerata

    Ben fece un sacerdote a capo di una comunità per la disintossicazione dalle dipendenze, che invitato ad una rappresentazione con settanta dei suoi ragazzi, li fece sedere dove trovava posto, anche in prima fila. Vennero le hostess, venne il responsabile, venne il presidente a parlare con il don, ma con un gran sorriso rispondeva a tutti che i posti erano liberi e laddove si erano messi sarebbero restati.

    Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato

    Felice di mettermi in chiesa sempre in ultima fila con i miei ragazzi
    -------------------
    Beati gli ultimi

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  11.  

    Addì 29 agosto 2022

    Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
    Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
    Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
    Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
    Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
    E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
    La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
    Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
    Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
    Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
    La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
    I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

    Marco 6,17-29

  12.  

    Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa (29 agosto 2022)

    Uccidere una persona

    Oggi sembra che uccidere sia molto facile
    La violenza in tv, i videogiochi violenti, la facilità nel procurarsi un'arma, il nascondersi dietro un gruppo, l'ignavia dell'onu che permette ad uno stato di inviare truppe per uccidere, massacrare, violentare, conquistare.

    Più persone muoiono ammazzate, più ci facciamo l'abitudine. Nemmno più della guerra si parla tanto poiché diamo per scontata l'uccisione di centinaia di soldati ogni giorno.

    Ci sono poi molti modi di uccidere: un marito che imprigiona la moglie nella rete della gelosia e del possesso, un figlio drogato che ruba l'anima ai propri genitori, un comune che boicotta un'Associazione per impedirle di aiutare tanti Bambini, un licenziamento per non aver voluto accettare le avance del proprio capo, un fare quadrato contro una persona in modo che non abbia più amici né una vita sociale, la truffa contro i più deboli per toglier loro ogni avere.

    E quanti altri modi subdoli la mente umana conosce ed elabora per UCCIDERE il prossimo

    Cominciamo dai Bambini
    Evitiamo che vengano a contatto con la violenza
    Impediamo loro giochi e videogiochi violenti
    Insegniamo loro la pace e l'amore per il prossimo
    Spieghiamo loro cosa accade nel mondo usando più filtri possibili per far capire che ciò che accade è male e non deve essere preso da esempio, ma stigmatizzato.
    -------------------
    Cominciamo dai Bambini

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  13.  

    Addì 30 agosto 2022

    In quel tempo, Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e il sabato ammaestrava la gente.
    Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità.
    Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!».
    Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». E il demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male.
    Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?».
    E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.

    Luca 4,31-37

  14.  

    Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità (30 agosto 2022)

    Persuasione

    In molti ci vogliono persuadere.
    Parlano, parlano, parlano per conviverci a votarli, a comprare il loro prodotto, a guardare le loro trasmissioni, a fare a loro la nostra beneficenza, a fare un viaggio nella loro regione.

    E sapete una cosa?

    Riescono sempre a persuaderci.

    Se non è uno è l'altro, ma andiamo laddove ci facciamo convincere.

    Crediamo sempre a chi ha più forza di persuasione, a chi usa parole più belle, a chi voglia darci guadagni maggiori, a chi ci promette meno tasse.

    Ma tutte queste persone vi stanno prendendo in giro. Tirano solo l'acqua al proprio mulino. Vi vogliono con loro non per il vostro bene o per quello delle comunità, ma per avere essi stessi il potere, i soldi, la fama, il successo.

    Non seguite chi vi persuade a colpi di parole, seguite chi è credibile, chi compie opere buone, chi è costante nel tempo e, perché no, chi è ostacolato dal potere perché vede in lui una minaccia che toglie loro risorse, persone, voti.

    Siate voi stessi credibili per le azioni che fate e non siate solo apparenza e belle parole.
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    Credibilità

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  15.  

    Addì 31 agosto 2022

    In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
    Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.
    Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
    Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
    Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.
    Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
    E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

    Luca 4,38-44

  16.  

    Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli (31 agosto 2022)

    Ricetta di vita

    Una ciliegia tira l'altra

    È semplice da capire
    Quando mangiamo una ciliegia è talmente buona che abbiamo il fortissimo desiderio di mangiarne un'altra.

    Così è quando aiutiamo qualcuno o comunque facciamo qualcosa di buono: è talmente grande la soddisfazione che vogliamo ripetere l'esperienza per continuare a gioire.

    Dovrebbe essere, ma quasi mai è così, anche per chi riceve il bene. Dovrebbe essere talmente felice da voler dare ad altri questa soddisfazione.

    Purtroppo non sempre è così.
    Chi riceve lo ritiene un diritto: lui è più ricco, è giusto che mi aiuti; lui ha più tempo è giusto che faccia volontariato; lui è più bravo è giusto che organizzi.
    Anzi spesso c'è la pretesa di essere aiutati, e come si arrabbiano le persone se l'aiuto non arriva, o non è dell'intensità desiderata, o con la continuità voluta.

    Durante la pandemia abbiamo aiutato moltissime famiglie, ben 650 con quasi duemila persone. Abbiamo raccolto con cento volontari 20 tonnellate di cibo e 10 tonnellate di saponi, pannolini e varie. Tanta fatica, tanta organizzazione, poche ore di sonno, ma soddisfazione enorme.
    Quante di queste famiglie hanno a loro volta aiutato il prossimo? Quante sono state grate capendo la nostra fatica? Purtroppo poche, tutto sempre dovuto, anzi molte volte si sono arrabbiate perché volevano di più, arrivando qualcuno finanche a minacciare ridicole denunce per non aver assecondato le loro richieste.

    Con i Bambini è diverso

    Ti sono grati con il sorriso
    Riconoscenti con la loro gioia spontanea
    Ricambiano con disegni pieni di colori, sorrisi, abbracci, baci ed infiniti "ti voglio bene"; a volte chiedono, ma mai pretendono. Sapreste immaginare una paga migliore e più gratificante?

    Ieri siamo partiti per Lipari che, mentre scrivo alle sette, si staglia all'orizzonte a portata di onda, e la gioia dei nostri Bimbi è la cosa più bella da conservare nel cuore. Una gioia che si ripete ogni anno, così come ogni giorno assaporiamo il loro amore per ogni cosa che facciamo.

    Un giorno un carabiniere mi disse "Chissà quanti soldi vi mettete in tasca"
    Risposi che il nostro è volontariato.
    Replicò "Vallo a raccontare a qualcun'altro: nessuno fa nulla per nulla"
    Provai a spiegargli la gioia che provavo, e che era quella la mia "paga" ma non lo convinsi.
    Non capì che gli stavo dando ragione, che era vero che nessuno faceva nulla per nulla, ma il mio ritorno era ben diverso dal vil denaro o dalle altre cose materiali, dal sesso o dal potere.
    Non capì, e così come lui in tanti non capiscono inseguendo false chimere senza rendersi conto che la felicità è a portata di mano e soprattutto a portata di tutti.
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  17.  

    Addì 1 settembre 2022

    In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
    Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
    Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca».
    Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
    E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
    Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
    Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
    Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
    Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

    Luca 5,1-11

  18.  

    Sarai pescatore di uomini (1 settembre 2022)

    Tutti a pescare

    Oggi iniziano di fatto le tanto agognate vacanze a Lipari.
    Sveglia presto, far lavare tutti i Bambini, preparare la colazione, dentini da lavare, vestirli, tutti sul pulmino, guidare per venti minuti, montare i gazebi sulla spiaggia, fare attenzione che i Bambini non si facciano male, avere mille occhi mentre fanno il bagno, dirimere le loro piccole e continue controversie, preparare da mangiare, pranzare sotto i gazebi, riposino che nessuno vuole fare, giochi, ancora bagno, cena, ritorno in residence con altri venti minuti di guida, lavarli e metterli a letto.

    Vacanze?!!!

    Ah, si chiamano così?

    Vi farò pescatori di uomini, diceva un omino 2000 anni fa.

    Siamo o dovremmo essere tutti pescatori perché per ogni Bambino che accogliamo, accudiamo, amiamo, ci sarà un uomo o una donna in più in grado di camminare sulla retta via.
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    Pescatori di Bambini

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  19.  

    Addì 2 settembre 2022

    In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!».
    Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?
    Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno».
    Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio.
    E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti.
    Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi.
    Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».

    Luca 5,33-39

  20.  

    I tuoi mangiano e bevono (2 settembre 2022)
    Gioia e allegria

    Una frase bellissima che mi è sempre piaciuta dice "misericordia io voglio non sacrificio". Ci sono troppe religioni che impongono grandi sacrifici a coloro che credono, ma per me è una cosa sbagliata perché se amare Dio significa amare il prossimo, come potremmo amarlo digiunando, come potremmo amarlo sacrificandoci e sacrificando costoro con mille vessazioni. Se amare Dio è amare il prossimo bisogna essere gioiosi e allegri. Pensate ad una persona anziana sul letto di morte, non vorrà certo vedere musi lunghi colmi di tristezza, ma avrà bisogno di vedere negli ultimi anni della sua vita gioia e allegria. Pensate ai bambini, come si può educarli dando loro una serie infinita di vessazioni? Come possono digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma se lo sposo è Dio, e se Dio è il nostro prossimo, come possiamo digiunare quando i bambini, gli anziani, i carcerati sono con noi? Dobbiamo vivere una vita di gioia e di allegria, questo non significa spensierata ma vuol dire certamente occuparsi dei problemi degli altri, ma cercando di avere sempre il sorriso sulle labbra perché una delle cose più importanti che possiamo donare al nostro prossimo è proprio la nostra allegria
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    Donateci un sorriso

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  21.  

    Addì 3 settembre 2022

    Un giorno di sabato; Gesù passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
    Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?».
    Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni?
    Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
    E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato».

    Luca 6,1-5

  22.  

    Perché fate ciò che non è permesso di sabato? (3 settembre 2022)
    Regole lecite e non lecite

    In ogni contesto di gruppo, sia esso un comune, una nazione, una famiglia, un'associazione ci sono delle regole, delle cose lecite e delle cose non lecite. A volte però bisognerebbe domandarsi però ciò che è giusto e ciò che non lo è perché le regole devono essere a favore dell'uomo non contro di lui. Con i figli, ad esempio, nel permettere e nel proibire bisogna capire quali e quanti danni facciamo pensando, in buona fede sicuramente, a tutelarli. Lasciare loro la libertà che chiedono non sempre è a favore loro così come ristringerla impedendo loro di fare certe cose può essere un danno maggiore che non permetterglielo
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    Aiutateci a rendere i nostri bimbi liberi e felici, abbiamo tanti progetti, ma abbiamo bisogno di voi

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  23.  

    Addì 4 settembre 2022

    In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
    Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
    Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
    Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
    Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?
    Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
    Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

    Luca 14,25-33

  24.  

    Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo (4 settembre 2022)
    Bambini con la croce sulle spalle

    Ho visto bimbi con cicche di sigarette spente addosso, graffi alla schiena, denutriti.
    Ho guardato negli occhi la sofferenza di chi è stato accolto e poi abbandonato perché non ritenuto all'altezza di quella famiglia.
    Vedo il dolore dei ragazzi che scoprono la vera natura dei propri genitori, l'egoismo, l'opportunismo.
    Tocco con mano la loro incertezza per i futuro, la paura di incontrare un giudice o un assistente sociale.
    Sono bambini che portano sulle proprie spalle una grossa croce.
    Sono bambini forti capaci di affrontare la vita se qualcuno li incita ad avere coraggio.
    Sono bambini coraggiosi che non scappano davanti alla realtà
    Sono bambini che hanno fiducia in coloro che li accolgono e li amano
    L'affido non è certo una passeggiata, a volte è complesso, a volte si soffre perché questi bimbi tornano in seno alla propria famiglia che nel frattempo ha fatto un percorso migliorando.
    Ma vi assicuro che ciò che questi ragazzi potranno donarvi con il loro esempio e con il loro amore merita tutte le fatiche di questo mondo
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    Un Bambino in affido è una perla preziosa da custodire con amore per il tempo che ci venga richiesto da Dio

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  25.  

    Addì 5 settembre 2022

    Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.
    Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.
    Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.
    Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?».
    E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì.
    Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

    Luca 6,6-11

  26.  

    Stendi la mano (5 settembre 2022)

    Quante mani abbiamo

    Di tutte le parti del corpo che Dio ci ha donato sono le mani quelle più utili. Con una mano possiamo salutare, chiedere, prendere, accarezzare, ma purtroppo possiamo anche colpire, uccidere, offendere, rubare. Spetta a noi decidere il suo utilizzo, spetta a noi decidere se farle compiere una buona o una cattiva azione. La mano non ha vita propria. Vedo tanti bambini, alcuni ben educati, altri un po’ meno, altri ancora già pieni di rabbia verso tutti. Da chi dipende il loro modo di operare? Dagli adulti di riferimento, dai loro genitori. Sono essi quelli sui quali ricadono le colpe dei ragazzi, almeno fin tanto che non acquisiscano una propria identità e consapevolezza delle loro azioni. Eppure in molti sarebbero pronti a tagliare una mano alla nostra società perché ruba o fa altre cose negative. Si deve insegnare ad un bambino a comportarsi bene, si deve dire alle mani che incontriamo nella nostra vita quali azioni fare, si deve aver cura dei bambini, accoglierli, amarli, educarli affinché un domani siano mani che accarezzano e non mani che picchiano, rubano, uccidano.
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    Ci sono tanti Bambini da amare
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  27.  

    Addì 6 settembre 2022

    In quei giorni, Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.
    Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
    Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.
    Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

    Luca 6,12-19

  28.  

    Da lui usciva una forza che sanava tutti ( settembre 2022)

    La forza di un sorriso

    Prendete per mano la persona che amate, vostro figlio, vostro marito, vostra moglie, il papà o la mamma. Chiudete gli occhi e fate riposare la mente lasciando al cuore la possibilità di esprimersi e guidare le emozioni. Quella stretta di mano vi porterà un sussulto, sentirete calore e forza provenire dall'altra persona. E' questo ciò che si prova quando si ama e si è amati oltre ogni limite. Quando incontro qualcuno che ha bisogno, quando mi viene donato un sorriso di riconoscenza, quando un papà che ha avuto un po' di problemi ripone fiducia in me nell'educare sua figlia, quando .... quando incontro Dio tutti i miei problemi svaniscono per miracolo e da lui arriva una gran forza che sana ogni mia debolezza dandomi il coraggio di lottare, la gioia di donare, la bramosia di un altro sorriso
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    Portateci il vostro sorriso, ne abbiamo bisogno come i fiori ne hanno dell'acqua in piena estate

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  29.  

    Addì 7 settembre 2022

    In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
    Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete.
    Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
    Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
    Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione.
    Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
    Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.»

    Luca 6,20-26

  30.  

    Beati voi (7 settembre 2022)

    Beati voi

    Vi e' mai capitato di essere insultati o allontanati da un gruppo per delle vostre idee legate a dei principi per voi assolutamente non negoziabili? Non e' solo il caso di chi porti avanti con fede una dottrina religiosa, ma anche chi ha a cuore il bene degli altri. Quanti insulti ricevono, ad esempio, le persone che aiutano gli immigrati, quante volte ho sentito dire che le onlus che danno ristoro ad un extracomunitario sono la rovina dell'Italia. Anche noi che accogliamo bambini facenti parte di famiglie disagiate siamo spesso sotto attacco: lasciali stare, occupati di altro, sono figli di e non concluderanno mai nulla nella vita, saranno solo dispiaceri e problemi. In quante città se non hai la tesserina di un partito o se non sei legato all'ideologia dominante non lavori e vieni messo in disparte. Quante liti con i servizi sociali o con gli enti pubblici per veder riconosciuto un proprio diritto o quello di altri. Potrei continuare, ma ognuno di voi ha la sua esperienza e sono certo che, purtroppo, vi sarà accaduto spesso di trovarvi in queste o in simili situazioni. Si resta male li' per li', ma se ci fermiamo un attimo a riflettere dovremmo invece gioire se abbiamo litigato con un assistente sociale per voler salvare un bambino, dovremmo gioire se un sacerdote ci dice "lascia perdere questi ragazzi, tanto ormai sono persi", dovremmo gioire se veniamo messi in un angolo perché diciamo di aver fede in Dio. Gioire? Si, perché queste persone che ci attaccano fortificano le nostre convinzioni. Non smetterò certo di aiutare un bambino perché l'assistente sociale o il sacerdote mi dice di non farlo, così come coloro che accolgono un extracomunitario non lo metteranno sulla strada per aver ricevuto minacce o accuse da razzisti e xenofobi. Sono coloro che sono intolleranti al bene che altri fanno ad essere dalla parte del torto, sono loro che con questa malvagità ci fanno stare bene perché legittimano le nostre scelte.
    Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
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    Qui la lotta è sempre dura, e non c'è giorno in cui non le prendiamo di santa ragione, ma noi insistiamo per il bene dei nostri bimbi. Supportateci con il vostro aiuto, presenza, preghiera

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  31.  

    Addì 8 settembre 2022

    Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
    Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia,
    Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
    Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
    Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
    Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
    Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
    Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
    Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele", che significa Dio-con-noi.

    Matteo 1,1-16.18-23

  32.  

    Quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo (8 settembre 2022)

    Abbiamo tanti figli

    Dall'unione di un uomo e una donna arriva un figlio. Verità incontestabile, ma molto si discute se questo bambino sia mandato da Dio o meno, contrapposizione secolare tra atei e fedeli, ma la cosa certa è che molti bambini arrivano nelle nostre case da vie traverse, tramite l'affido oppure l'adozione, ma anche genitori disperati che abbandonano i loro figli in ospedale, oppure nei cassonetti o sui cigli delle strade, ma anche tanti bambini che arrivano sulle nostre spiagge abbandonati dal mare e da scafisti senza scrupoli. Tutti bambini, tutti figli di nessuno e di tutti. Se la nostra società non è in grado di occuparsi dei migranti, degli anziani, dei tossicodipendenti, dei carcerati non è una buona società, ma non occuparsi dei bambini abbandonati, soli e indifesi è un crimine, un atto scellerato che grida vendetta davanti a Dio. Possiamo credere, possiamo non credere, ma davanti ad un bambino che ha bisogno di noi come può la nostra coscienza guardare altrove? Eppure così accade ogni giorno anche tra coloro che decidano in un primo momento di accogliere nella propria casa un bimbo. Quanti affidamenti, quante adozioni falliscono, quante comunità rimandano indietro un bambino perché troppo difficile da gestire, quante assistenti sociali riconsegnano nelle mani dei genitori naturali bambini che potrebbero essere salvati ma che così facendo vengono condannati ad una vita di stenti e maltrattamenti solo per risparmiare quattro soldi: oggi il vero Dio davanti al quale in molti, in troppi si inchinano. Un figlio è un figlio e non può essere che non abbia un papà ed una mamma pronti ad accudirlo, ad amarlo. Come può un bambino crescere senza amore? Pensate a voi, alla vostra vita, pensate se non aveste avuto l'affetto, l'accudimento, l'amore di un papà ed una mamma, come sareste cresciuti? Cosa sareste oggi? Ecco, allora non lasciamo che questi bambini soffrano per l'assenza di genitori capaci di accoglierli. Accogliamo questi nostri figli come un dono dal cielo e non come un problema da risolvere, accogliamoli così come siamo stati accolti noi in seno alla nostra famiglia, accogliamoli perché tutti noi siamo i loro genitori
    --------------------------
    Se non potete accogliere un bambino nella vostra casa, almeno date a noi la possibilità di farlo con un affido a distanza

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  33.  

    Addì 9 settembre 2022

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?
    Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.
    Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?
    Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».

    Luca 6,39-42

  34.  

    Può forse un cieco guidare un altro cieco? (9 settembre 2022)

    Può forse un cieco guidare un altro cieco?

    Mi capita spesso di vedere i ragazzi adolescenti interagire tra loro. Giocano, si divertono, ascoltano la musica, fanno prove di forza, si scambiano opinioni su tematiche di ogni genere, si danno consigli l’uno all’altro su come affrontare la vita, sulla scuola, sul lavoro da intraprendere. La loro giovane età li porta spesso a idealizzare certe situazioni e a crederci fermamente, complice lo stesso pensiero grazie al quale uno da ragione all’altro. Se un adolescente chiede un consiglio ad un altro che gli dice “bianco”, se anche più adulti, genitori, insegnanti, amici di famiglia provano a dire “nero”, il ragazzo quasi certamente prenderà per buono il bianco, magari pensando che gli adulti non possono capire le problematiche dei giovani.
    Uno dei nostri ragazzi di qualche anno fa si diplomò al liceo scientifico con indirizzo artistico. In tutti gli anni di scuola la sua carenza maggiore era stata la matematica, tanto che non avrebbe passato l’esame di maturità se non avesse ricevuto un grande aiuto dal suo professore che gli voleva bene e lo voleva vedere diplomato. Pensò così di andare all’università e desiderava fare architettura. Noi, i professori, alcuni volontari che ben conoscevano le sue lacune cercarono di dissuaderlo perché la matematica era una materia basilare in quel corso di laurea. Si consigliò con i suoi amici che l’hanno consigliato di prendere la strada che più gli piaceva. Sono fermamente convinto che si debba fare la cosa che più ci piace, ma conoscendo bene il ragazzo sapevo che non aveva la forza di volontà necessaria per superare un simile ostacolo. Quando decise di andare comunque ad architettura sperai che avrebbe tirato fuori la grinta e che avrebbe dimostrato a tutti che con l’impegno e la costanza, unite alla voglia di farcela, avrebbe anche potuto superare le problematiche connesse alla materia. Ma non è andata così. In due anni ha dato solo un esame e si perso inebriandosi della tanta libertà che aveva ottenuto, anche di non studiare, iscrivendosi all’università.
    Come può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?
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    Aiutateci a dare consigli ai nostri bimbi

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  35.  

    Addì 10 settembre 2022

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni.
    Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.
    L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore.
    Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?
    Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene.
    Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande».

    Luca 6,43-49

  36.  

    Ogni albero si riconosce dal suo frutto (10 settembre 2022)

    Alleniamoci per la maratona

    Nei giorni di vacanza, come quelli attuali a Lipari, c’è modo di osservare i ragazzi sotto un’altra luce, diversa da quando siamo nella quotidianità invernale a Livorno oppure durante l’estate nella casa di campagna ad Orentano. Ognuno di loro si muove diversamente perché differente è la situazione che viviamo e gli stimoli che si ricevono. Anche la vacanza diventa un momento importante di crescita, di confronto, di educazione alla vita. Alcuni di loro ascoltano, ma dopo poco deviano e trasgrediscono le regole ed i principi che cerchiamo di donare loro, altri invece fanno tesoro dei rimproveri e dei consigli e mettono in pratica gli insegnamenti ricevuti. I ragazzi sono chiamati a costruire oggi il loro futuro, hanno una casa dove abitare, ma devono iniziare adesso a costruire quella dimora dove risiederanno per il resto dei loro giorni. Data la loro giovane età sono nella fase della costruzione delle fondamenta, dell’acquisizione dei valori di base che regoleranno tutta la loro esistenza e, si sa, le fondamenta devono essere profonde e robuste. Chi ascolta e mette in pratica è come colui che costruisce una casa con fondamenta solide e si allena per correre la maratona della vita; viceversa colui che ascolta, ma ignora volutamente quello che gli viene insegnato avrà difficoltà quando arriveranno le prime tempeste perché la sua casa vacillerà per mancanza di fondamenta.
    Alleniamoci oggi, perché domani potrebbe essere già troppo tardi.
    --------------------------
    E' bello educare i bambini ad avere sani principi
    Dateci una mano in questa missione

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  37.  

    Addì 11 settembre 2022

    In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
    I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
    Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?
    Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
    Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
    O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?
    E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
    Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
    Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.
    Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
    Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.
    Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
    Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.
    Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
    Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
    Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.
    Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
    Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
    Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.
    Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
    Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
    Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
    Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.
    Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.
    Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
    Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

    Luca 15,1-32

  38.  

    Costui riceve i peccatori e mangia con loro (11 settembre 2022)

    Accoglienza verso chi sbaglia

    Troppo spesso puntiamo il dito sul nostro prossimo accusandolo di essere un peccatore, di aver sbagliato tutto, di essersi comportato male. E magari è anche così, ma tra il giudicarlo un peccatore ed uno che ha sbagliato la differenza è infinita. Se una persona fa un errore non è detto che lo faccia con cattiveria, ma magari per necessità, o perché non ha alternative, oppure perché così gli è stato insegnato. Quanti genitori dei nostri bambini abbiamo conosciuto che hanno fatto cose non buone, ma chi siamo noi per giudicarli? Chi siamo noi per sapere come sono stati trattati loro stessi da bambini? Se non possiamo salvare tutte le persone del mondo, possiamo però accogliere chi incontriamo, anche se è uno che sbaglia. Accogliere non significa accondiscendere, ma piuttosto dialogare per far capire l’errore. E non interrompere mai il dialogo.
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    Insegniamo ai nostri ragazzi a dialogare e perdonare ed il mondo sarà migliore

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  39.  

    Addì 12 settembre 2022

    In quel tempo, Gesù quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao.
    Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro.
    Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo.
    Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
    Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito.
    Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa».
    All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!».
    E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

    Luca 7,1-10

  40.  

    Non sono degno che tu entri sotto il mio tetto (12 settembre 2022)

    Una montagna che crolla

    Si incontrano nella vita tante persone, alcune ci fanno del male, altre ci amano. Spesso diciamo “non merito che tu mi faccia del male”, ma difficilmente diciamo “non merito il tuo amore” perché ci reputiamo bravi e buoni, senza macchia e senza difetto. Io penso di non meritare l’amore di nessuno. I miei ragazzi mi vogliono un mondo di bene, anche quando sono scontroso, nervoso, arrabbiato. E’ questo il vero senso dell’amore, è così che accade quando ci si ama davvero, non si guarda a ciò che ci ferisce, ma si guarda a ciò che ci viene donato. Mille schiaffi si possono sopportare se si ama e se ci arriva almeno una carezza. Spesso dico di non meritarmi l’amore di Dio, eppure è sempre pronto a donarmi cose meravigliose, a farmi riscoprire ogni giorno la bellezza della vita. E’ difficile sorridere quando qualcuno ti da uno schiaffo, quando qualcuno rifiuta il dialogo, quando qualcuno non riesce a capirti o non si fa comprendere, ma quando c’è amore tutto si sopporta, tutto si accetta. Perdere una persona alla quale vogliamo bene è una ferita che trafigge il cuore e lascia un segno che non è possibile cancellare. Quanti ragazzi sono andati via, allontanatisi per sempre, eppure amati, protetti, fatti crescere e maturare, ma tornassi indietro rifarei la stessa strada. Quanto dolore alla morte della mia mamma, ed oggi accetterei qualunque cosa di lei pur di averla vicina una sola ora. Quando si ama e si interrompe un rapporto per incomprensioni, per ferite ricevute o causate è come distruggere una montagna fatta di amore con la dinamite, è squarciare il velo soave di gioia che avvolge la tua vita. Ogni abbandono per me è una coltellata, ne ho ricevute molte, si vede che me le merito. Pregate per me perché possa essere una persona migliore.
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    Insegniamo ai nostri bambini la forza dell'amore

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  41.  

    Addì 13 settembre 2022

    In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla.
    Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei.
    Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».
    E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!».
    Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre.
    Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo».
    La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.

    Luca 7,11-17

  42.  

    Ecco che veniva portato al sepolcro un morto (13 settembre 2022)

    Sbattere contro i muri

    Quando camminiamo per la strada, quando siamo intenti a fare le nostre case ci può capitare di imbatterci in una situazione diversa da quella che ci aspettavamo, una circostanza che ci proietta in un altro mondo, vuoi che sia la sofferenza di una persona ammalata, la povertà di una famiglia, l'abbandono o il maltrattamento di un bambino. Siamo ignari o quantomeno non pensiamo ai problemi degli altri, siamo presi dalla nostra quotidianità e quasi a testa bassa percorriamo i sentieri della nostra vita, ma quando veniamo coinvolti nostro malgrado nella sofferenza altrui come possiamo restarne al di fuori? Come è possibile andare avanti e non riflettere, non lasciarsi coinvolgere, non provare una fitta al cuore per quella persona, empatia con la sua sofferenza? Ci sono tantissimi bambini maltrattati anche nelle nostre belle città, spesso emarginati vivono la loro sofferenza nel silenzio, nel nascondimento dove il nostro ben pensare spesso li relega, ma ognuno di noi, prima o poi si trova a doverci fare i conti, prima o poi viene a conoscenza di storie di abbandono, malnutrizione, violenza su un bambino. Prima o poi deve farci i conti, prima o poi deve mettere a nudo la propria coscienza e prendere una decisione: passare oltre e far finta che siano solo ombre che così come sono apparse nel giro di un istante svaniranno, oppure fermarsi a riflettere, accudire, accogliere. L'affidamento nasce in risposta a questo desiderio di non andare oltre dinanzi al problema di tanti bambini vittime delle loro famiglie e della nostra società.
    Si può essere presi da mille impegni, non accorgersi della realtà che ci circonda, ma non si può e non si deve essere sordi quando sbattiamo il viso contro certi muri.
    Possiamo essere divisi in mille sfumature, ma dobbiamo essere uniti nel mostrare al nostro prossimo cosa significhi affido, cosa voglia dire per un bambino vivere in una situazione di estremo disagio. Non obbligare gli altri verso l'accoglienza, certamente no, ma sottolinearne l'importanza, al di là dei pensieri, delle gioie e dei dolori che ogni scelta cela.
    Il Signore se ne andava per i fatti suoi quando si imbatté nella disperazione di una madre che aveva perso il suo unico figlio. Non proseguì il suo cammino, si fermò a consolare quella mamma, ad asciugare le sue lacrime, a cambiare una situazione affinché il dolore si trasformasse in gioia con la resurrezione.
    Chi pratica l'affido in un certo senso è chiamato anche a questo, ad asciugare le lacrime che escono dal cuore di tanti bambini, ad accoglierli e dar loro una nuova vita, fargli fare un percorso di resurrezione da una situazione negativa ad una positiva.
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    Tanti bimbi aspettano il vostro aiuto, non fateli aspettare troppo

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  43.  

    Addì 14 settembre 2022

    In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.
    E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
    Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
    Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

    Giovanni 3,13-17

  44.  

    Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? (14 settembre 2022)

    Ser y Estar

    Ci sono momenti della vita in cui ti senti felice:
    Quando superi un esame, ti laurei, ti sposi, ti danno una promozione al lavoro.
    Di esami ne ho superati tantissimi ed ogni volta ero felicissimo, ma oggi non sento la felicità per oguno di quegli esami perché fa parte del passato.
    Quando mi sono laureato ero felice per il traguardo raggiunto, ma non è che ogni giorno guardi la laurea e ne gioisca.
    Chi si sposa è felicissimo, ma purtroppo sono un'infinità i matrimoni che falliscono.
    Passata l'euforia della promozione sul lavoro, iniziano le responsabilità e non trascorriamo la vita nella felicità solo perché qualcuno ha riconosciuto una volta i nostri meriti.

    In spagnolo il verbo essere si traduce in due modi "Estar" e "Ser"
    Estoy enfermo, cioè "sono malato". Non è che sono malato sempre, lo sono adesso, è una condizione momentanea.
    Soy un hombre, ovvero "sono un uomo". Sono un uomo oggi e lo sarò per sempre: condizione perenne.

    Tutte le felicità e le gioie anzidette sono "Estar". Oggi ci sono, ne godiamo, domani fanno parte di noi ma non provocano la gioia nel mio animo.

    Sono passati trent'anni e dentro me c'è la gioia di quando Simone si sbucciò il ginocchio e per la prima volta lascò che mi avvicinassi a lui.
    Sono passati vent'anni e dentro me c'è la gioia di Nicholas che si fidava talmente tanto di me da andare sott'acqua senza saper nuotare consapevole che riemergendo mi avrebbe trovato lì pronto a prenderlo e farlo respirare.
    Sono passate poche ore, ma sempre resterà in me la frase di Jaquie "Sono bella perché ho un babbo bellissimo"
    E quante gioie posso tirare fuori dal cassetto del mio cuore, ed ogni volta che ci ripenso mi riempio di felicità come se stessi vivendo in quell'istante quell'attimo magnifico.

    Un amico un giorno mi chiese "Ma con tutti i problemi che hai per l'Associazione, cosa ti fa andare avanti?"
    Innanzitutto la fede, ma a pochi centimetri di distanza sono queste gioie che sono "Ser" e non "Estar" che mi danno la forza di lottare come un leone.
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    Volontariato significa ricevere un tesoro senza fine

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  45.  

    Addì 15 settembre 2022

    In quell'ora, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
    Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».
    Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

    Giovanni 19,25-27

  46.  

    In quell’ora stavano presso la croce di Gesù sua madre (15 settembre 2022)

    Un figlio che muore

    Capita purtroppo che una madre veda il proprio figlio morire, condannato alla pena di morte, costretto in un letto di ospedale da un tumore incurabile, in coma reduce da un incidente stradale, o in mille altri modi. Immagino che dolore più grande non possa esserci. Le mamme si fanno mille idee sul futuro del proprio figlio, lo immaginano il più grande, il più bravo, quello con un avvenire radioso pieno di soddisfazioni. Immaginano già la laurea, il matrimonio, i nipotini che verranno. Vedendo crescere i figli le loro aspettative idealizzate si trasformano gradatamente in realtà e, pur accettando i limiti dei propri figli, continueranno ad amarli come fossero i numeri uno in tutto. Che gran dolore vedere un figlio morire e non poter far nulla per aiutarlo. Quante mamme avrebbero dato la propria vita per far guarire il proprio bambino, ma la morte prende il sopravvento. Ho sofferto terribilmente per la scomparsa della mia mamma, ma la serenità con cui se n’è andata mi fa pensare che abbia stretto un patto con Dio, e mi pare di sentirla nelle sue preghiere “Signore prendi me, sacrifica la mia vita per dare a mio figlio amore e gioia”. E così è stato. Grazie mamma per avermi fatto nascere due volte.
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    E' bellissimo vedere la realizzazione dei disegni di Dio, ed è ancor più bello quando ne facciamo parte

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  47.  

    Addì 16 settembre 2022

    In quel tempo, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.
    C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.

    Luca 8,1-3

  48.  

    Predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio (16 settembre 2022)

    Cuochi e chef

    Lo chef deve assumere un cuoco. Fa una selezione e dai colloqui ne sceglie due. Li mette alla prova andandosene e lascia detto loro di voler rimanere stupito al suo rientro. Uno di essi trova ricette particolari, pensa agli abbinamenti, prepara gli ingredienti necessari, si ingegna per capire come muoversi e, al ritorno del "capo", prospetta una serie di menù indicando il modo per realizzarli. Insomma, ha i motori caldi, la vettura lucidata al massimo, il pieno di benzina ed attende solo uno "start and go" per partire ed iniziare la gara al meglio delle sue possibilità.
    L'altro cuoco invece pensa a cosa sia possibile fare, ma lì si ferma, titubante, impaurito dalle proprie idee, timoroso di cosa possa pensare lo chef e, cosa ancor più grave, non prepara gli ingredienti necessari per partire. Così al ritorno del "capo" tutto è ancora fermo e la vettura ha bisogno di essere revisionata, riempita di carburante, messa in posizione.
    E' ovvio a tutti quale sarà il cuoco che lo chef sceglierà per la sua cucina.
    Così è nella vita. Noi possiamo dare mille insegnamenti ai nostri figli, ma saranno loro a doverli utilizzare per partire e fare una buona gara.
    Così è anche per noi. Dio (o la vita se preferite) ci da fiducia, vuole che noi ci adoperiamo per far conoscere al mondo ciò che sappiamo fare, vuole che educhiamo gli altri all'accoglienza, all'altruismo, all'amore verso il prossimo, al perdono. Ma vuole anche vederci operativi. Troppo facile parlare di accoglienza e non aprire le porte di casa, parlare di generosità e spendere tutto ciò che abbiamo per i propri capricci, parlare di perdono e poi tenere rancore con il vicino di casa.
    Per diventare cuochi occorre rischiare, pur stando nelle regole, e solo così riusciremo ad avere una vita in grado di darci soddisfazioni
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    Preparate i vostri ingredienti e utilizzateli per allestire un buon pranzo mettendo a tavola chi è affamato di amore

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  49.  

    Addì 17 settembre 2022

    In quel tempo, poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono.
    Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità.
    Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono.
    Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».
    I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola.
    Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perchè vedendo non vedano e udendo non intendano.
    Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio.
    I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati.
    Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno.
    Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione.
    Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza».

    Luca 8,4-15

  50.  


    Il seminatore uscì a seminare la sua semente (17 settembre 2022)

    Quale seme sei?

    Quanti bambini abbiamo visto diventare adulti.
    Abbiamo avuto la possibilità di donare loro i principi ed i valori acquisiti nel tempo, star loro vicino nei momenti difficili accompagnandoli dall'infanzia alla maggiore età, ed anche oltre.
    A tutti abbiamo dato noi stessi, ma non tutti hanno seguito buone strade.
    Anche nella vostra esperienza di genitori, nonni, insegnanti, allenatori, educatori avrete avuto ragazzi, figli, nipoti ai quali avrete cercato di insegnare il bene, ma sono finiti su brutte strade. Talvolta un figlio cresce bene ed un altro no, nonostante la famiglia, le esperienze, l'educazione impartita siano le stesse.
    È giusto, utile e doveroso fare autocritica per capire dove si sia sbagliato, ma non sempre siamo noi adulti a sbagliare.
    Ognuno, anche i ragazzi in crescita, hanno la possibilità di scegliere se fare bene o male.
    Ogni bimbo è come un seme.
    Se cade sulla strada subito germoglia, ma poi secca. È come chi ascolta la buona parola lì per lì per opportunismo, ma appena arriva un altro lo seguono al pari di una bandiera al vento.
    Se cade sulla pietra è simile a chi ascolta ed accoglie con gioia gli insegnamenti, ma sono senza radici e non hanno la capacità di essere coerenti, ed anche quella parola buona cade nel dimenticatoio nel momento in cui sono tentati di non seguirla.
    Se il seme cade tra le spine rappresenta coloro che ascoltano con attenzione, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione.
    Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore sincero, la custodiscono e producono frutto con la loro costanza.
    Vale solo per i bimbi e ragazzi, o vale anche per noi?
    Quanti sanno cosa sia giusto, e fanno il contrario per mancanza di costanza o per opportunismo?
    ----------------------------
    Non scoraggiatevi se il seme non produce frutto, e continuate a seminare insegnando ai vostri ragazzi i buoni valori con costanza e perseveranza

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