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  1.  

    Addì 14 agosto 2021

    In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano.
    Gesù però disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli».
    E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.

    Matteo 19,13-15

  2.  

    Lasciate che i bambini vengano a me (14 agosto 2021)

    Lasciate che i bambini vengano a me

    Una frase del Vangelo dice "Lasciate che i bambini vengano a me".
    In essa c'è raccolta tutta la filosofia ed i principi di Gesù, valori da tenere sempre ben presenti, anche da parte di chi si professi ateo o di altra religione.
    C'è la semplicità di chi si avvicina senza timore a chi è venerato.
    C'è la richiesta di complicità nel gioco della vita.
    C'è la tenerezza di un gesto, di una carezza.
    C'è la difesa verso il debole.
    C'è la famiglia nella quale la presenza dei Bambini indica continuità, vita e speranza.
    C'è l'amore nel suo stato più puro, quello dove si da tutti noi stessi senza chiedere nulla in contraccambio.
    La partenza annuale per Lipari da parte della nostra Associazione è ormai prossima, un'isola nella quale ci sono moltissime persone che lanciano un grido d'amore verso di noi "Lasciate che i bambini vengano a me". Grazie Lipari, arriviamo!
    ---------------------
    Una vacanza da sogno è possibile solo se c'è chi sogna con noi

    450 sono i Bambini che attualmente supportiamo con Accoglienza, Cibo, Soggiorni Estivi, Vacanze e Mille Progetti
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  3.  

    Addì 15 agosto 2021

    In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
    Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
    Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
    A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
    Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
    E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
    Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
    D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
    Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
    Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
    Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

    Luca 1,39-56

  4.  

    Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa (15 agosto 2021)

    Una lavapiatti da svuotare

    Da ragazzino di dieci anni avevo zero voglia di aiutare mia mamma nei lavori di casa.
    I miei giochi, la musica, i giornalini erano troppo importanti per distogliermi con faccende domestiche.
    Mia mamma, per educarmi, mi chiedeva, ed insisteva, ed alla fine mi propeneva un qualche scambio per i miei "servigi" in cucina o nella casa.
    Ogni volta però aggiungeva la noiosa tiritera del "In casa ci si da tutti una mano", "Mamma lavora tutto il giorno e quando torna a casa deve fare mille cose, quando ci si vuole bene ci si aiuta e ci si sostiene"

    Ma capivo io? Figuriamoci!
    Aiutavo solo se ricevevo qualcosa in cambio, anzi era diventato quasi un gioco per ottenere: "Mammina, vuoi che ti aiuti ad apparecchiare? Cosa mi dai in contropartita?"
    Se non fossi stato un bimbetto direi di me stesso "Che pezzente!".
    Oggi a guardare quel pezzo di film della mia vita mi sento un verme, ma in quel momento mi sentivo tanto ganzo.

    Un giorno, non so cosa mi prese, mentre la mia mamma stava pulendo il bagno, andai in cucina e svuotai la lavapiatti. Così, dal nulla.
    Mia madre, finiti gli altri lavori, entrò in cucina e vide la lavapiatti svuotata.
    Venne in camera mia e mi fece l'ovvia domanda "Hai messo a posto tu i piatti della lavastoviglie?"
    Si Mamma
    Senza chiedere nulla?
    Certo Mamma, ti ho vista stanca

    Le lacrime che uscirono dai suoi occhi ed il sorriso pieno di gioia furono la più bella paga che abbia mai ricevuto per quello o altri lavori.
    E da allora l'ho sempre aiutata chiedendo in cambio un suo sorriso.

    Sarei potuto diventare ricco a forza di svuotare lavapiatti e lavatrici, ma ho scelto un'altra ricchezza, quella che ti fa stare bene, quella che riempie il forziere del cuore con amore puro ed infinito.

    Da quel giorno ho capito quanto siano importanti i sorrisi delle persone che ami, un insegnamento che ancora oggi metto in pratica perché ci sono cose che non farei nemmeno per un milione al giorno, ma che faccio con amore in cambio di un sorriso.
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    Donateci un sorriso

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  5.  

    Addì 16 agosto 2021

    Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?».
    Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti».
    Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso».
    Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?».
    Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».
    Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

    Matteo 19,16-22

  6.  

    Vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo (16 agosto 2021)

    Un tesoro in bellavista

    Giuliano ha lavorato tutto l'anno con grande fatica ed i suoi 20 giorni di ferie estivi gli sarebbero serviti per riposarsi. Ma ha scelto di usare quei giorni per dare briciole di amore ai nostri ragazzi. Lui è l'esempio di colui al quale il Vangelo dice "Vendi quello che possiedi, dallo ai poveri ed avrai un tesoro nel cielo".
    E posso dirvi che Giuliano ha trovato anche qui in terra un tesoro perché ha ricevuto dei nostri bambini tantissimo amore ed è tornato a casa più ricco e più riposato di prima pur avendo fatto mille lavori e non essersi fermato un solo istante in tutta la giornata.
    Giuliano è un nome di fantasia ma dietro di lui ci sono tanti nomi di tante persone che al presente come nel passato hanno donato la loro vita o parte di essa a bambini, poveri, immigrati, emarginati ricevendo da essi molto di più di quello che hanno donato.
    ---------------------------
    Anche un'ora ogni tanto del vostro tempo per noi è preziosa
    Venite a dare Briciole d'amore ai nostri bambini

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  7.  

    Addì 17 agosto 2021

    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.
    Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli».
    A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?».
    E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
    Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».
    E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.
    Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
    Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».

    Matteo 19,23-30

  8.  

    A Dio tutto è possibile (17 agosto 2021)

    La differenza tra il possibile e l’impossibile è il provarci

    Appena cento anni fa l’uomo guardava la luna e sospirava non potendo immaginare che un giorno qualcuno vi potesse fare una passeggiata lasciando la propria impronta. Eppure è successo. Ciò che sembrava irraggiungibile, ciò che ti faceva additare come un visionario è divenuto realtà, grazie a coloro che hanno creduto che “l’impossibile” potesse divenire “possibile”. Il mondo è pieno di conquiste e grandi imprese dovute ad uomini considerati “visionari” nel loro tempo, uomini che hanno saputo guardare lontano, oltre la barriera eretta da chi viveva con il paraocchi. Quindi è facile pensare oggi che qualsiasi cosa possa un domani essere possibile. L’uomo potrà volare autonomamente, le malattie potranno essere tutte debellate, potremo andare oltre i confini della nostra galassia. Non c’è limite all’immaginazione e non c’è limite a ciò che possa divenire “possibile”.
    E allora non saremmo stolti se continuassimo a pensare come impossibili altre cose come la pace nel mondo, cibo e acqua per tutti, rispetto per la natura e per l’ambiente, nessuna violenza, nessun bambino costretto a vivere senza amore? Eppure ancora qualcuno pensa che siano solo utopie, così come definivano pazzi coloro che dicevano “un giorno l’uomo andrà sulla luna”.
    Nulla è impossibile a Dio, fidiamoci delle continue trasformazioni che da secoli osserviamo e tocchiamo con mano. Non siamo stufi di sentirci ripetere “vedi, te lo avevo detto che ci saremmo riusciti”?
    ----------------------------
    La differenza tra il possibile e l'impossibile è il provarci, ma niente può riuscire senza l'aiuto di Dio

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  9.  

    Addì 18 agosto 2021

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
    Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.
    Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.
    Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto.
    Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?
    Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
    Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.
    Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
    Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno.
    Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.
    Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro?
    Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te.
    Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?
    Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».

    Matteo 20,1-16a

  10.  

    Sei invidioso perché io sono buono? (18 agosto 2021)

    Italiani, un popolo invidioso ed ipocrita in larga parte

    Si ha paura che concedendo qualcosa agli altri si venga privati di qualche diritto. L'uguaglianza è una bella cosa ma solo quando riguarda gli altri fra loro e ponga noi su un gradino più alto. È la storia di sempre quando si ha immigrazione. Quanti italiani sono emigrati in America e in Svizzera, luoghi culla della democrazia, con rispetto per tutti purché tu, italiano, chini il capo dinanzi a me perché c'ero prima io, è casa mia ed allora "viva l'uguaglianza, basta che tu sia inferiore".
    Non è forse ciò che accade in Italia oggi? Non è forse vero che applaudiamo quando un regime totalitario finisce, quando un dittatore viene spodestato? Non è forse vero che ci indignamo quando vediamo paesi come l'Arabia Saudita ricchi di petrolio ma con il potere duro e totalitario nelle mani di pochi? Non è forse vero che facciamo campagne contro chi fa lavorare i bambini nelle fabbriche? Si, tutto vero, tutto giusto, purché avvenga fuori dai nostri confini, perché se qualcuno viene qui in cerca di qualcosa di più e di meglio per vivere gli chiudiamo le porte in faccia per paura che chi tolga qualcosa. Ma non è abbastanza quello che abbiamo? Non ci basta vivere in un paese democratico dove non si muore di fame, dove c'è una tutela della persona, dove si può esprimere la propria idea anche con toni forti senza essere arrestati?
    Quanta invidia, quanta paura, quanto egoismo.
    Quanto sarebbe bello vivere in un paese disposto ad accogliere i cittadini del mondo in fuga da quelle che noi, giustamente, definiamo ipocrisie, soprusi, abusi, maltrattamenti, visto che contro tali cose siamo sempre pronti a combattere. A combattere si, ma solo a parole, perché siamo un paese di ipocriti
    ----------------------------
    Non riempiamoci la bocca nel proteggere i bambini che sono lontani da noi inneggiando ad una maggior tutela e protezione dei minori se non siamo in gradi di aprire le porte di casa o almeno del nostro paese ai bambini figli vittime di violenze ed abusi

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  11.  

    Addì 19 agosto 2021

    In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlare in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.
    Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.
    Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.
    Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
    Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
    Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
    Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
    Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì.
    Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
    Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

    Matteo 22,1-14

  12.  


    Un banchetto di nozze (19 agosto 2021)

    Tutti invitati al matrimonio

    Molti di voi hanno figli che si sono sposati.
    Dal racconto degli amici e da quel che osservo i preparativi prima del matrimonio sono frenetici, quasi stressanti, soprattutto per i genitori degli sposi.
    E' un giorno speciale al quale si tiene moltissimo e si vorrebbe che tutto fosse perfetto
    Non ci interessa se risultiamo esagerati agli occhi degli altri, l'importante è che quel giorno sia veramente fuori dalla norma.

    Andando ai matrimoni si vedono questi genitori con un sorriso costante, il coronamento di tanti sforzi sia per l'organizzazione giunta al suo culmine, sia per aver dato un futuro ai propri figli.

    Gli invitati sono più o meno felici per gli sposi, ma non certo ai livelli dei genitori, ma sono lì con loro per dimostrare il proprio affetto e partecipazione a così tanta gioia.

    Ecco, così fanno gli amici: ci sono nella gioia e nel dolore

    Noi tutti siamo invitati ad un matrimonio, ad una festa grande e chi rifiuta fa un torto enorme a colui che ci ha invitato.
    Di più, noi siamo chiamati a partecipare ai preparativi, a chiamare altri perché a questa festa c'è posto per chiunque accetti l'invito, a patto che non venga vestito da straccione.

    La festa che ci aspetta è l'eternità, e la vita è il momento in cui dobbiamo prepararci al banchetto nuziale. L'abito è il nostro comportamento, l'amore verso il prossimo, l'accoglienza nei confronti di chi sia più debole, il valorizzare sani principi in coloro che incontriamo sul nostro cammino, primi fra tutti i Bambini che entrano nelle nostre case come figli, nipoti, siano essi naturali, in affido o in adozione.

    Avreste piacere se al matrimonio di vostro figlio gli amici non venissero inventando scuse banali o dicendo non me ne frega nulla?
    Avreste piacere se i partecipanti indossassero vestiti logori?

    Mai vorrei contrariare Dio non accettando il suo invito, oppure non preparandomi durante la vita per giungere alle nozze ben vestito di buoni valori.
    Ho pieno rispetto per coloro che non credono in Dio, ma sono triste per loro perché pur invitati disdegnano la partecipazione offendendo Dio davanti al quale si troveranno alla fine di questa nostra brevissima esperienza terrena
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    Alle nozze si va ben vestiti

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  13.  

    Addì 20 agosto 2021

    In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».
    Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
    Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.
    E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.
    Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

    Matteo 22,34-40

  14.  

    Amerai il prossimo tuo come te stesso (20 agosto 2021)

    Quanto mi amo?

    Se imparassimo ad amare il nostro prossimo così come amiamo noi stessi, il mondo sarebbe migliore.
    Purtroppo molto spesso vogliamo il nostro bene in modo talmente esagerato da pretendere tutto per noi senza dare niente agli altri.
    Ma c'è anche il caso contrario, quello di chi non si ama, di chi odia sé stesso. Come si può amare il prossimo se detestiamo quello che siamo? Ed ecco allora che il prossimo, amandoci, ci insegna ad amarci, ad accettare ciò che facciamo, pensiamo, il nostro modo di agire, il carattere.
    Se amare è difficile, per qualcuno è ancor più difficile essere amati.
    Michela è arrivata a sette anni, tanti problemi alle spalle, una cultura diversa. E' stata accolta come una figlia, è stata amata come una figlia, le sono state date le opportunità che vengono date ad una figlia. Le sono stati insegnati valori e principi, le è stato detto mille volte quanto fosse brava in tantissime circostanze. Michela però non si amava, e si è fatta del male da sola. Poteva avere tutto e si è ritrovata in brutte situazioni. Amava il prossimo, ma detestava sé stessa e si è buttata via. Nemmeno il nostro amore le è bastato.
    Non odiate voi stessi, amatevi nella stessa misura nella quale gli altri amano voi.
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    Amare il prossimo significa amare anche sè stessi

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  15.  

    Addì 21 agosto 2021

    In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
    Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
    Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
    Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì''dalla gente.
    Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
    E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
    E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
    Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.»

    Matteo 23,1-12

  16.  

    Il più grande tra voi sia vostro servo (21 agosto 2021)

    Facciamo una gara

    Tra le persone spesso c'è uno spirito di competizione che molte volte è sano perché porta a migliorarci, almeno fin quando non diventa guerra e voglia di primeggiare a qualsiasi costo, anche facendo del male al prossimo.
    Nei ragazzi la competizione è all'ordine del giorno. Sono cuccioli di leone che tendono a fortificarsi per entrare nella vita con i i muscoli ben formati.
    La competizione si manifesta sovente nello sport, nel modo di vestire, nella bellezza ostentata, nella scuola. Nei nostri ragazzi addirittura gareggiano circa il tempo di permanenza con noi, fino ad arrivare all'assurdo del "vuole più bene e me".
    Si tende a voler essere più grandi, più bravi, più belli.
    Eppure ai miei occhi il più grande è colui che è più servizievole nei confronti dell'altro, il più umile, il più mite, il perdente nei giochi e nello sport ma che mantiene lo spirito di divertirsi, è colui che sa chiedere scusa quando sbaglia e non si mette a raccontare mille bugie per fare vedere di essere il super uomo o la super donna che non sbaglia mai.
    Ai miei occhi più uno di loro è servo degli altri, più è grande
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    Mettetevi in competizione con gli altri per vedere chi si priva di qualcosa di importante per donarlo agli altri. Questo è vincere

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  17.  

    Addì 22 agosto 2021

    In quel tempo, molti tra i discepoli di Gesù, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?».
    Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza?
    E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?
    E' lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.
    Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito.
    E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».
    Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
    Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?».
    Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;
    noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

    Giovanni 6,60-69

  18.  

    Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo? (22 agosto 2021)

    La maratona di New York

    Molti genitori ritengono che amare un figlio significhi dirgli sempre si. Mai un rimprovero, scusarlo sempre per tutto, comprargli ogni cosa desideri. È certamente una forma di amore, ma non è il bene per un bambino o ragazzo in crescita. Bisogna saper dire anche no, rimproverare, punire. A volte con loro si usa un linguaggio duro, si deve anche far violenza a noi stessi per insegnare regole di vita ai nostri ragazzi, ma è necessario per far si che diventino uomini e donne consapevoli dei limiti imposti dal vivere in una società. Non è facile imporre loro di studiare, di sforzarsi ad assaggiare anche quello che non gli piace, ad aiutare nei piccoli lavoretti di casa anziché stare tutto il tempo a giocare, a sapersi conquistare le cose che desiderano, ad essere onesti e rispettosi del prossimo. A volte i figli non capiscono il nostro linguaggio duro e tentano di a ribellarsi, a volte anche meditando la fuga da casa. Una sera, quando avevo sei anni, preparai la mia valigina e mi presentai ai miei genitori dicendo che avevo deciso di andare a vivere dai miei nonni perché non sopportavo più le "cattiverie" dei miei genitori. Qualcuno scappa dalla famiglia, ma prima o poi si accorge che le regole sono necessarie e non si può sempre fare come si vuole. Ai miei ragazzi dico sempre di portare pazienza e se non capiscono oggi i nostri insegnamenti, nonostante il continuo dialogo che cerchiamo di avere con loro, si troveranno poi bene nella vita. Paragono il periodo in cui stanno con noi a quello necessario per allenarsi con tanti sacrifici per poter in seguito andare a correre la maratona di New York. Non si possono fare 42 km se prima non si è imparato a farne uno.
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    E' bello educare i bambini ad avere sani principi
    Dateci una mano in questa missione

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  19.  

    Addì 23 agosto 2021

    In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci .
    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
    Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.
    Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?
    E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.
    Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta?
    Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.
    E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso."

    Matteo 23,13-22

  20.  

    Stolti e ciechi (23 agosto 2021)

    Guai a voi

    Quante volte ci arrabbiamo con i nostri figli per ciò che fanno di sbagliato e diciamo “guai a voi”. E’ un avvertimento, se non studi vedrai come sarà difficile la tua vita, se non mangi avrai problemi di salute, se rubi finirai in prigione. Queste ammonizioni non significano aver perso la speranza, ma sono fatti con amore, seppur con dispiacere di vedere il proprio figlio che non mangia, non studia oppure ruba, quel grande amore di un genitore che mantiene sempre acceso il lumino della speranza, anche davanti a episodi bruttissimi, ad avvenimenti che sconvolgono. Si sente parlare ogni giorno di omicidi, stupri, guerre, eppure Dio non si è ancora stancato dell’uomo e non perde occasione per riprenderci, per redarguirci, ma con l’amore di un padre che potrebbe scagliarci addosso fulmini e saette, ma continua ad irrigare la terra con pioggia fatta di lacrime, le stesse che ogni genitore versa ogni volta che vede un figlio prendere una brutta strada
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    Non abbiate timore di rimproverare i vostri figli: è il più bel gesto d'amore che potrete trasmettere loro

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  21.  

    Addì 24 agosto 2021

    In quel tempo Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret».
    Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
    Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».
    Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
    Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».
    Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
    Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».

    Giovanni 1,45-51

  22.  


    Vieni e vedi (24 agosto 2021)

    Toccare con mano

    Tante volte commentiamo fatti o realtà senza nemmeno conoscerle, magari per sentito dire, voci spesso ingigantite e talvolta prive di fondamento per essere passate di bocca in bocca.
    Anche noi, come Associazione, abbiamo subito la stessa sorte. Da sempre diciamo a chiunque entra in contatto con noi "Vieni e vedi".
    Vieni a vedere cosa facciamo, vieni a vedere gli occhi ed i sorrisi dei nostri bimbi, vieni a vedere l'amore che mettiamo nell'accoglierli. Vieni e renditi conto toccando con mano la nostra realtà.
    Oggi solo questo, semplicemente questo: vieni e vedi cosa facciamo ogni giorno per i nostri bambini, e poi se vorrai aiutarci o fare un pezzetto di strada insieme a noi ne saremo felici
    ---------------------------
    Ti aspettiamo, non tardare, i bambini hanno bisogno anche di te

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  23.  

    Addì 25 agosto 2021

    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.
    Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.
    Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!

    Matteo 23,27-32

  24.  

    Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! (25 agosto 2021)

    10 - 2 = 8 + 2

    Con l'esempio diamo ai figli pregi e difetti.
    Siamo chiamati a colmare la misura dei nostri genitori seguendo gli esempi buoni e scartando i loro difetti, così da trasmettere ai nostri figli più cose buone possibili.

    E' matematica: i genitori ci danno 10, da questo dobbiamo togliere 2 che sono i difetti, incassare 8 e aggiungere 2 del nostro per colmare la misura.
    E così via, di genitore in figlio migliorando il mondo.

    Nelle nostre riunioni serali insegno sempre ai miei ragazzi a ringraziare i genitori per tutto quello che gli hanno dato, comprese le cose brutte che, spesso per ignoranza, hanno dovuto vedere e subire. Grazie perché si imparano cose negative che ci hanno fatto male e, per non fare male ai nostri figli, dobbiamo imparare a non farle.

    Ci sono tanti figli che purtroppo non hanno avuto l'affetto dei propri genitori, ed è una sofferenza, ma non si deve cadere nell'errore di perpetrare la cosa, anzi deve essere la forza per donare ai figli quello che avremmo voluto ricevere noi e ci è mancato.
    ----------------------------
    Doniamo ai nostri figli quello che non è stato donato a noi

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  25.  

    Addì 26 agosto 2021

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
    Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.
    Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. »
    Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto?
    Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così!
    In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni.
    Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti."

    Matteo 24,42-51

  26.  

    Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà (26 agosto 2021)

    Una carezza dai propri genitori

    Qualche giorno fa ero al parco a scaricare alcuni aggiornamenti per il telefonino e c'erano dei bambini che giocavano a pallone nel prato, altri che si inseguivano con la bicicletta, altri ancora intenti a saltare con una corda. Tutti parevano soli, abbandonati a sé stessi, liberi di decidere cosa fare e dove andare, ma ad un'osservazione più attenta non era difficile vedere una mamma defilata dietro una siepe, intenta a leggere un libro su una panchina o a chiacchierare con altre signore, osservare da lontano il proprio figlio pronta a intervenire se qualcuno lo avesse importunato, oppure a correggere il tiro qualora avesse avuto un comportamento scorretto. Spesso anche io faccio così con i miei ragazzi, resto nell'ombra, li osservo mentre giocano, parlano fra loro, fanno qualche servizio loro assegnato, studiano, oppure interagiscono con ragazzi o adulti venuti a fare volontariato. Talvolta intervengo direttamente, quando dovessero mettere in atto un modo di fare dannoso per gli altri, come una lite che assuma toni troppo accesi, ma spesso mi limito ad osservare per capirli meglio. Talora invece aspetto e lascio che sbaglino per poi riprenderli alla riunione che facciamo alla sera. Una cosa è certa, osservarli da lontano mi serve par capire quanto mi possa fidare di loro e investirli via via di maggior responsabilità. Sono ragazzi e spesso sbagliano, ma noi siamo qui per correggerli, al pari di ogni altro genitore, ma devono capire che si devono comportare sempre bene, non soltanto quando qualcuno li osserva e potrebbe comminare loro una punizione perché nella vita un atteggiamento positivo ingenera fiducia nel prossimo migliorando le relazioni e la nostra stessa vita. Anche noi siamo osservati speciali, Dio ci osserva e raramente interviene a gamba tesa perché vuole che impariamo dai nostri stessi errori, ma come un buon padre vorrebbe darci sempre più, ma desidera che ce lo meritiamo, ce lo conquistiamo. Dobbiamo essere sempre onesti anche quando avremmo la possibilità di rubare senza lasciare traccia, trattare bene gli altri anche quando fossero incapaci di reagire ai nostri soprusi, essere generosi con il prossimo anche se il nostro egoismo potrebbe portarci ad avere notevoli vantaggi. Se ci comporteremo così conquisteremo la fiducia di Dio che ci riserverà una dolce carezza, e quale premio più bello potrebbe avere un figlio dal proprio genitore se non un così grande gesto di affetto?
    -------------- da Fratel Bruno --------
    E’ educativo non essere sempre incombenti sui ragazzi ed è positivo seguirli alla lontana e poi al momento opportuno dare una lode o un rimprovero. La difficile arte di educare comporta la delicatezza di una fiducia che si manifesta nel quotidiano. Un biasimo può essere necessario al momento opportuno ma è sempre più importante una carezza incoraggiante a continuare nel bene.

    Fratel Bruno

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  27.  

    Addì 27 agosto 2021

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.
    Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.
    Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
    A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!
    Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
    E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.
    Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.
    Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
    Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!
    Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
    Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora."

    Matteo 25,1-13

  28.  

    Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora (27 agosto 2021)

    Un treno che passa, un'occasione persa

    Molti ragazzi hanno visto i loro genitori venire a tavola in canottiera, fare versi poco carini durante il pasto, grattarsi le parti intime senza ritegno o mettersi le dita nel naso davanti a tutti. E molto altro ancora.
    In questi casi non è facile insegnare ai ragazzi le buone maniere perché non capiscono per quale motivo il nostro modo di comportarsi debba essere migliore di quello dei propri genitori.
    Un grande aiuto ce lo danno le persone che vengono a trovarci perché notano la loro educazione e si sperticano in complimenti, facendoli felici e facendo loro capire che è cosa buona.
    Il problema sta però nel fatto che spesso tengono un comportamento con noi diverso da quello che poi hanno con gli amici o con la propria famiglia.
    Magari in quei momenti di maleducazione vengono osservati da altri che poi li scansano, facendo loro perdere delle belle occasioni di amicizia e la possibilità di uscire dal ghetto culturale in cui sono nati. Parimenti un loro modo di fare può allontanarli da buone prospettive d lavoro o di coppia.
    Nella vita dobbiamo sempre essere pronti a qualunque evenienza perché non si sa mai chi o cosa incontreremo dietro l'angolo. E' per questo, come dico sempre ai miei ragazzi, che alla sera, prima di andare a letto, ci dobbiamo pulire non solo i denti, ma anche l'anima, la nostra coscienza perché quella notte potrebbe essere il momento dell'incontro con Dio.
    ----------------------------
    Oggi avete l'occasione di fare qualcosa per i Bambini
    Non aspettate domani, potrebbe essere troppo tardi per voi e per loro

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  29.  

    Addì 28 agosto 2021

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
    A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
    Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
    Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
    Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
    Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.
    Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.
    Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
    Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.
    Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
    Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.
    Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.
    Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
    Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
    E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».

    Matteo 25,14-30

  30.  

    Sei stato fedele nel poco (28 agosto 2021)

    Pochi talenti

    In pochi hanno un'intelligenza tale da fare grandi scoperte scientifiche e meritare un nobel.
    In pochi sono così bravi da saper costruire una casa o una barca per proprio conto.
    In pochi riescono ad esprimere la propria arte a livelli internazionali.
    Eppure ci sono migliaia di ricercatori, migliaia di artigiani, migliaia di artisti.
    Il mondo non si regge sull'intelligenza o sulla bravura di pochi privilegiati, ma sul lavoro quotidiano e costante di milioni di persone che sono mediocri in ciò che fanno, ma mettono cuore e passione in ogni loro azione.
    Se abbiamo un quoziente intellettivo pari a cento oppure a dieci possiamo aiutare il prossimo comunque, faremo ciò che possiamo e che sappiamo, ma avremo certamente contribuito al benessere generale. Colui che invece nasconde sotto terra i propri talenti per la paura di non saperli usare, o pensando non siano abbastanza apprezzati, sbaglia perché anche le briciole sono parte della pagnotta, e non c'è nota troppo piccola che non contribuisca, se inserita in uno spartito, a regalare al mondo una musica meravigliosa.
    Se un bambino ha bisogno di aiuto e protezione perché vittima di abusi e maltrattamenti in famiglia ci sarà chi lo aiuterà accogliendolo nella propria casa in affido, altri compreranno per lui vestitini ed occhiali, altri ancora lo cureranno gratuitamente, qualcuno lo stimolerà a studiare, altri gli daranno una carezza una sera a cena o faranno una preghiera per lui, taluni pagheranno i suoi studi ed altri ancora lasceranno i loro beni in eredità per dare la possibilità di accogliere tanti più bambini. Ognuno a modo suo ha messo a disposizione i suoi talenti, e ciascuno ha contribuito a proteggere un bambino dagli abusi subiti dai suoi familiari. Ma coloro che pur avendone le possibilità, economiche o fisiche, non mettano a disposizione del prossimo le proprie risorse ed il proprio tempo sono destinati ad essere rimproverati da Dio (o dalla vita se preferite) per aver ricevuto dei doni, pochi o tanti che siano, ed averli sotterrati per paura di usarli.
    ----------------------------
    Nessuno è così povero da non poter donare un sorriso

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  31.  

    Addì 29 agosto 2021

    In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme.
    Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?».
    Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
    Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
    Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
    Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo».
    Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
    Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo».

    Marco 7,1-8.14-15.21-23

  32.  

    Non c’è nulla al di fuori dell’uomo che entrando in lui possa contaminarlo (29 agosto 2021)

    Lasciamoci contaminare dall’amore per i nostri figli

    Oggigiorno in molti stanno attenti a cosa mangiano ricorrendo ai prodotti biologici, controllando sulle etichette la provenienza, prestando attenzione al metodo più salubre per cucinare. Giustissimo. Bisogna far di tutto per restare in salute, far crescere bene i nostri figli, mangiare sano, ma tutta questa attenzione la poniamo soltanto per il nostro fisico e troppo spesso ci dimentichiamo di curare la nostra anima. Attenti a non ingurgitare qualcosa in grado di contaminarci, ma quasi mai cerchiamo di evitare quello che possa incidere negativamente sul nostro cuore prodotto da noi: invidia, gelosia, rancore, mancanza di attenzioni e di rispetto verso gli altri. E’ un po’ come vedere un vegano o un vegetariano che ha un ossessione per il rispetto della natura, ma poi fuma indiscriminatamente appestando l’aria ed in totale mancanza di riguardo verso la stessa natura che tanto protegge e soprattutto verso coloro ai quali possa dar fastidio l’odore del fumo. E’ ipocrisia, e un po’ tutti noi siamo ipocriti al punto da guardare ciò che dobbiamo evitare per tutelarci, ma non quello che invece dobbiamo evitare per tutelare gli altri. Basti pensare a quanti esempi cattivi diamo ai nostri figli ogni giorno, ai pensieri contro il nostro prossimo, alle maledizioni che lanciamo verso le popolazioni in cerca di un rifugio, all’ira che ci acceca quando siamo alla guida della nostra automobile. Giusto tenersi nel fisico, ma impariamo a tenerci anche nel cuore e nell’anima perché il primo inevitabilmente deperirà, mentre il ricordo di noi durerà nelle generazioni future e la nostra anima si troverà un giorno a dover fare i conti con il Creatore. Se non vogliamo farlo per noi, facciamolo per i nostri figli, lasciamoci contaminare dall’amore per loro donando un buon esempio da seguire e un bel ricordo da conservare nel tempo per farne tesoro quando saranno uomini e donne, a loro volta genitori
    ----------------------------
    Diamo loro esempi positivi da imitare, che di brutti ce ne sono fin troppi

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  33.  

    Addì 30 agosto 2021

    In quel tempo, Gesù si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
    Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.
    Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
    Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
    Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?».
    Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!».
    Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria.
    Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
    C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
    All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
    Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

    Luca 4,16-30

  34.  

    Lo Spirito del Signore è sopra di me (30 agosto 2021)

    Speranza

    Ognuno di noi è chiamato a fare qualcosa di buono nella vita, chi a fare il genitore, l'insegnante, il predicatore, l'allenatore, l'educatore, il missionario e tutte le cose buone che ogni giorno tanti di noi fanno, ma tutti siamo stati designati a portare speranza nella vita di altri. Non passa giorno che qualcuno non ci racconti le sue pene, la malattia di un genitore, la sofferenza per la morte di qualcuno, l'immigrazione forzata per scappare da sofferenze, la famiglia lontana, la perdita del lavoro, il cattivo rapporto con il coniuge o con i figli, l'impenetrabilità della burocrazia, i conti in rosso e così via. Cosa possiamo fare noi? Come mai tanta gente si sfoga con i suoi problemi? Quasi mai è alla ricerca di una soluzione, ed allora perché ne parla? Tutti coloro che soffrono vogliono da noi una parola di speranza, un consiglio su come fare per andare avanti, superare la tragedia, convivere con il problema. Desiderano da noi non tanto una pacca sulla spalla o l'incoraggiamento, ma proprio la speranza, l'indicazione non tanto della strada da prendere, quanto la direzione verso la quale guardare per trovare la luce ed uscire dal tunnel nel quale sono precipitati. Non c'è soluzione alla morte di un figlio, di un marito, della moglie. Non c'è soluzione all'amputazione di un arto o ad una vita in sedia a rotelle. Non c'è soluzione alla perdita della vista o dell'udito, ma c'è la speranza di poter proseguire la nostra vita forti della brutta esperienza, grati a Dio per tutto quello che ancora abbiamo. Dalla morte di una persona cara possono nascere nuovi obiettivi che riempiono l'esistenza di sorrisi di bambini, anziani, immigrati che possiamo aiutare. Doniamo al nostro prossimo la speranza, a questo siamo chiamati.
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    Ogni sofferenza porta in sé il germe della gioia
    Basta credere ed avere fede ed ogni tristezza si trasformerà in gioia.

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  35.  

    Addì 31 agosto 2021

    In quel tempo, Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e il sabato ammaestrava la gente.
    Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità.
    Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!».
    Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». Eil demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male.
    Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?».
    E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.

    Luca 4,31-37

  36.  

    Taci, esci da costui! (31 agosto 2021)

    Per poter parlare bisogna tacere

    Quando abbiamo mal di stomaco dobbiamo in qualche modo liberarci, così è lo stesso quando stiamo male dentro per qualcosa. Tenere i nostri pensieri nel cuore provoca un malessere sempre crescente, finanche a morire dentro e restare solo una scatola vuota. Ho visto in tanti miei ragazzi, ma anche in tanti amici, questa incapacità a parlare dei propri problemi, a dire ciò che provano e, quando lo fanno spesso accade con rabbia creando altri dolori. Per poter parlare occorre tacere. Belli i controsensi, sono come uno schiaffo che ci fa prestare attenzione. Se vogliamo tirare fuori la rabbia che abbiamo dobbiamo prima imparare a trovare dentro di noi un minimo di equilibrio per evitare di ferire chi ci ascolta, e per farlo dobbiamo stare in silenzio, dobbiamo riflettere, dobbiamo far luce sulle cause che ci fanno male cercando però di non dare un sola spiegazione, quella che la gelosia, l'invidia, l'egoismo in quel momento ci trasmettono, ma provando a trovare più strade da valutare. Una volta fatto questo sforzo bisogna parlare con gli altri cercando di non sputare sentenze, ma ascoltando altre possibili idee sul perché dei fatti che ci hanno così profondamente feriti. A volte la verità sta nel mezzo, altre volte siamo lontanissimi da essa, ma facendoci dei film rischiamo di farci ancora più male, un po' come l'indemoniato di cui parla il Vangelo che tanto strepitava facendo solo del male a sé e agli altri. E' bastato ridurlo al silenzio affinché il male uscisse da lui.
    E' difficile con i ragazzi quando sono feriti e spaventati, ma il modo migliore è abbracciarli, dar loro il nostro amore, accoglierli. All'inizio butteranno fuori rabbia e dolore, qualcuno alzerà le mani per colpirci, altri urleranno parole cattive per ferire, ma è il male che è dentro di loro a parlare, sono le persone cattive che li hanno violentati nell'anima ad esprimersi. Dobbiamo restare calmi semplicemente amandoli e, con pazienza, la cattiveria uscirà da loro. Ho visto ragazzi spaccare scrivanie, minacciare gli adulti, dare di matto contorcendosi per terra, ma tutto è stato vinto con l'amore e questi ragazzi sono tornati a vivere
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    Una carezza, un gesto, una donazione, una preghiera
    Decidete voi cosa fare, ma fate qualcosa per loro

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  37.  

    Addì 1 settembre 2021

    In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
    Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.
    Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
    Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
    Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.
    Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
    E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

    Luca 4,38-44

  38.  

    Tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui (1 settembre 2021)

    Tutti pronti a chiedere

    Quando andiamo dal medico siamo molto aperti, ciarlieri, pronti al dialogo perché vogliamo essere guariti, ma poi in altri momenti chi si ricorda del proprio dottore? Chi gli manda un messaggio di auguri nel giorno del suo compleanno? Quando abbiamo bisogno di qualcuno che possa aiutarci ci facciamo in quattro tra inchini, saluti e complimenti, ma quando non ci serve più, quando quello che poteva fare per noi lo ha fatto, ce ne dimentichiamo e lo mettiamo da parte. Così facciamo con Dio. Quando abbiamo bisogno di lui, quando un nostro caro sta male, quando sentiamo un dolore che ci fa preoccupare siamo pronti a metterci in ginocchio, alzare gli occhi al cielo e chiedere aiuto, ma una volta passato quel brutto momento ci dimentichiamo di Lui, contravveniamo ai suoi precetti, evitiamo coloro che potremmo aiutare non contraccambiando così il bene ricevuto. Chi di voi è padre o madre sa benissimo quanto questo comportamento sia proprio di molti ragazzi. Vengono da te con occhi suadenti quando hanno bisogno, ma dietro le spalle, con gli amici, si lamentano degli orari di rientro a casa, delle vacanze, dello studio loro imposto. Ma cosa fanno i genitori? Lasciano correre, sperano che un giorno i figli possano capire l'amore ricevuto e, sopratutto, non smettono di esserci per loro qualunque cosa essi chiedano.
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    Alcuni dei nostri ragazzi a volte hanno comportamenti non esemplari, a noi spetta amarli e correggerli

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  39.  

    Addì 2 settembre 2021

    In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
    Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
    Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca».
    Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
    E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
    Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
    Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
    Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
    Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

    Luca 5,1-11

  40.  

    Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore (2 settembre 2021)

    Guardarsi allo specchio

    Non vi sentite mai in colpa per tutte le cose che avete pensando di non meritarle? Sono purtroppo fra quelli che vorrebbe sempre di più, insoddisfatto, mi sembra sempre che mi manchi qualcosa, sono un brontolone, ma ogni tanto mi fermo a riflettere e guardandomi allo specchio dico a me stesso "Riccardo, ma non ti accorgi di quanto hai e di quanto hai avuto? Una mamma piena di amore per te, una buona famiglia, mai un problema economico, mai un problema di salute, tanti bimbi come figli, l'affetto di tanta gente, un cervello che un po' funziona ... ma cosa vuoi di più dalla vita? Cosa devi chiedere ancora a Dio? Ma non ti accorgi che sei un peccatore, che il Signore dovrebbe solo punirti per tutti gli sbagli che continuamente fai ed invece continui a ricevere doni su doni?"
    Impariamo a riconoscere in noi la parte negativa per cambiarla, ma anche per apprezzare con più gioia i grandi doni elargiti da Dio.
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    Ognuno dei nostri bimbi è un segno di Dio
    L'amore con il quale combattere i mali del mondo

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  41.  

    Addì 3 settembre 2021

    In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!».
    Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?
    Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno».
    Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio.
    E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti.
    Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi.
    Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».

    Luca 5,33-39

  42.  

    I tuoi mangiano e bevono (3 settembre 2021)

    Gioia e allegria

    Una frase bellissima che mi è sempre piaciuta dice "misericordia io voglio non sacrificio". Ci sono troppe religioni che impongono grandi sacrifici a coloro che credono, ma per me è una cosa sbagliata perché se amare Dio significa amare il prossimo, come potremmo amarlo digiunando, come potremmo amarlo sacrificandoci e sacrificando costoro con mille vessazioni. Se amare Dio è amare il prossimo bisogna essere gioiosi e allegri. Pensate ad una persona anziana sul letto di morte, non vorrà certo vedere musi lunghi colmi di tristezza, ma avrà bisogno di vedere negli ultimi anni della sua vita gioia e allegria. Pensate ai bambini, come si può educarli dando loro una serie infinita di vessazioni? Come possono digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma se lo sposo è Dio, e se Dio è il nostro prossimo, come possiamo digiunare quando i bambini, gli anziani, i carcerati sono con noi? Dobbiamo vivere una vita di gioia e di allegria, questo non significa spensierata ma vuol dire certamente occuparsi dei problemi degli altri, ma cercando di avere sempre il sorriso sulle labbra perché una delle cose più importanti che possiamo donare al nostro prossimo è proprio la nostra allegria
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    Donateci un sorriso

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  43.  

    Addì 4 settembre 2021

    Un giorno di sabato; Gesù passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
    Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?».
    Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni?
    Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
    E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato».

    Luca 6,1-5

  44.  

    Perché fate ciò che non è permesso di sabato? (4 settembre 2021)

    Regole lecite e non lecite

    In ogni contesto di gruppo, sia esso un comune, una nazione, una famiglia, un'associazione ci sono delle regole, delle cose lecite e delle cose non lecite. A volte però bisognerebbe domandarsi però ciò che è giusto e ciò che non lo è perché le regole devono essere a favore dell'uomo non contro di lui. Con i figli, ad esempio, nel permettere e nel proibire bisogna capire quali e quanti danni facciamo pensando, in buona fede sicuramente, a tutelarli. Lasciare loro la libertà che chiedono non sempre è a favore loro così come ristringerla impedendo loro di fare certe cose può essere un danno maggiore che non permetterglielo
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    Aiutateci a rendere i nostri bimbi liberi e felici, abbiamo tanti progetti, ma abbiamo bisogno di voi

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  45.  

    Addì 5 settembre 2021

    Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
    E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano.
    E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!».
    E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
    E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

    Marco 7,31-37

  46.  

    Effatà (5 settembre 2021)

    Rompere il fiato

    Quando si va in apnea o più semplicemente a correre lungomare sentiamo all'inizio una forte stanchezza, ci manca il fiato e pensiamo di fermarci entro pochi minuti. Ed in tanti si fermano, in tanti rinunciano ad andare avanti, a scendere qualche metro più in profondità, a correre qualche chilometro in più. Eppure, quando correte o fate sub o altra attività sportiva, basta sopportare la stanchezza iniziale, i muscoli che gemono, le articolazioni che scricchiolano per andare oltre, per arrivare a quel punto che in molti definiscono del "rompere il fiato", ovvero giungere ad una situazione di tranquillità che ci permette di raggiungere le profondità del mare, inerpicarsi per sentieri di montagna di corsa, raggiungere la meta.
    Quando dobbiamo imparare, ascoltare consigli o mettere in pratica valori e principi la fatica iniziale è enorme, specie per quanti non sono abituati ad ascoltare, faticare, avere regole o privazioni ed in molti tendono a fermarsi, a chiudere le orecchie e indurire il cuore per non ascoltare e di conseguenza non faticare.
    Effatà, cioè Apriti è ciò che vorrei dire loro, apri la mente e il cuore ad un nuovo stile di vita, apriti alla fatica quotidiana, apriti agli altri, apriti nel dare una mano in casa, apriti allo studio. Apriti e fai entrare nuovo ossigeno in modo da poter correre con scioltezza, dopo le comprensibili fatiche iniziali, verso nuovi meravigliosi traguardi che mai potrai conquistare se decidi di arrenderti, se lasci che la fatica prenda il sopravvento.
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    Dateci fiato e ossigeno per aprire il cuore dei nostri ragazzi

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  47.  

    Addì 6 settembre 2021

    Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.
    Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.
    Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.
    Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?».
    E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì.
    Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

    Luca 6,6-11

  48.  

    Stendi la mano (6 settembre 2021)

    Quante mani abbiamo

    Di tutte le parti del corpo che Dio ci ha donato sono le mani quelle più utili. Con una mano possiamo salutare, chiedere, prendere, accarezzare, ma purtroppo possiamo anche colpire, uccidere, offendere, rubare. Spetta a noi decidere il suo utilizzo, spetta a noi decidere se farle compiere una buona o una cattiva azione. La mano non ha vita propria. Vedo tanti bambini, alcuni ben educati, altri un po’ meno, altri ancora già pieni di rabbia verso tutti. Da chi dipende il loro modo di operare? Dagli adulti di riferimento, dai loro genitori. Sono essi quelli sui quali ricadono le colpe dei ragazzi, almeno fin tanto che non acquisiscano una propria identità e consapevolezza delle loro azioni. Eppure in molti sarebbero pronti a tagliare una mano alla nostra società perché ruba o fa altre cose negative. Si deve insegnare ad un bambino a comportarsi bene, si deve dire alle mani che incontriamo nella nostra vita quali azioni fare, si deve aver cura dei bambini, accoglierli, amarli, educarli affinché un domani siano mani che accarezzano e non mani che picchiano, rubano, uccidano.
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    Ci sono tanti Bambini da amare
    Donate l'amore che avete ricevuto, donatelo a piene mani

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  49.  

    Addì 7 settembre 2021

    In quei giorni, Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.
    Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
    Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.
    Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

    Luca 6,12-19

  50.  

    Da lui usciva una forza che sanava tutti (7 settembre 2021)

    La forza di un sorriso

    Prendete per mano la persona che amate, vostro figlio, vostro marito, vostra moglie, il papà o la mamma. Chiudete gli occhi e fate riposare la mente lasciando al cuore la possibilità di esprimersi e guidare le emozioni. Quella stretta di mano vi porterà un sussulto, sentirete calore e forza provenire dall'altra persona. E' questo ciò che si prova quando si ama e si è amati oltre ogni limite. Quando incontro qualcuno che ha bisogno, quando mi viene donato un sorriso di riconoscenza, quando un papà che ha avuto un po' di problemi ripone fiducia in me nell'educare sua figlia, quando .... quando incontro Dio tutti i miei problemi svaniscono per miracolo e da lui arriva una gran forza che sana ogni mia debolezza dandomi il coraggio di lottare, la gioia di donare, la bramosia di un altro sorriso
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    Portateci il vostro sorriso, ne abbiamo bisogno come i fiori ne hanno dell'acqua in piena estate

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