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Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 15 agosto 2020)
Mamma santa!
Nella vita ogni tanto capita di avere in mano una grande fortuna: un'eredità, dei grossi guadagni, una liquidazione importante, il rimborso di un incidente.
C'è chi ringrazia di ciò che gli è capitato e investe quel denaro in attività redditizie per garantire a sé stesso e alla propria famiglia un sereno futuro.
Altri dilapidano tutto nel gioco, nelle donne, in affari sballati ritenuti erroneamente super redditizi
Mi colpì il racconto di un amico che un suo collega pescatore aveva ricevuto dallo stato duecentomila euro per dismettere il proprio peschereccio, ed ogni euro è finito nelle slot machine.
Altro amico pescatore invece, con gli stessi soldi, ha comprato casa e ristrutturato una villetta di famiglia in località di villeggiatura affittandola e procurandosi un reddito con il quale vivere dignitosamente.
Una donna che abbia un figlio, sia esso in adozione, in affido o naturale è come colui al quale piove in tasca una gran fortuna.
Questa donna può curare il grande dono inviato da Dio, oppure può trascurarlo.
Nel primo caso sarà santa agli occhi dell'uomo e di Dio per il solo fatto di essere una mamma brava e responsabile.
Nel secondo caso sarà paragonata a colui che dilapida una fortuna al gioco perché avrà abbandonato a sé stesso il dono grande che Dio le ha fatto.
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Santi si diventa nella normalità
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Addì 16 agosto 2020
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne.
Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio».
Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro».
Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele».
Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!».
Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini».
«E' vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita
Matteo 15,21-28
Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini (16 agosto 2020)
Maledetti immigrati
Se vedo Abdel vedo un Bambino
Se vedo Miguel vedo un Bambino
Se vedo Karoline vedoa una Bambina
Se vedo Antonio vedo un Bambino
Purtroppo c'è chi guardando Abdel vede un immigrato da rimandare indietro
Purtroppo c'è chi guardando Miguel vede un mangiafagioli che non avrebbe diritto a stare da noi
Purtroppo c'è chi guardando Karoline vede la figlia di clendestini
Purtroppo c'è chi guardando solamente Antonio vede un Bambino
Potete crede o non credere in Dio, ma il Vangelo porta a tutti un messaggio di pace
"Ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni"
Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita
Se volete ricevere dovete dare perché il mondo è una ruota sempre in movimento: se fai del bene quel bene torna indietro, se fai del male sarai solo e maledetto da Dio e dagli uomini
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Il ritorno del bene
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Addì 17 agosto 2020
Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?».
Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti».
Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso».
Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?».
Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».
Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze
Matteo 19,16-22
Vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo e seguimi (17 agosto 2020)
Mitragliatrici di domande
In campagna mi metto spesso a fare lavori di giardinaggio.
Appena inizio a potare una siepe è come se aprissi un barattolo di miele in un pomeriggio estivo: i Bambini arrivano da tutte le parti come moschine "Cosa fai?" "Perché tagli?" "Stai uccidendo la pianta?" vere e proprie mitragliatrici del perché, specie a cinque, sei anni.
Difficili da gestire mentre hai le forbici da poto in mano, ed il segacchio appoggiato all'albero, ma terribilmente bello sentirsi parte della loro crescita, abbeverarli con il tuo sapere.
Rispondere ad ogni domanda incalzante cercando di usare parole e concetti a loro comprensibili è fatica, ma ben ripagata.
E mentre giocano con i rametti per terra domandano "Posso guardare?" "Posso aiutarti?" "Va bene fare così?"
Con i Bambini quello che conta è l'esempio, sono spugne
Non possiamo esimerci dai nostri difetti, anche se dobbiamo fare di tutto per contenerli dinanzi a loro, che purtroppo assorbono ancor più dei pregi, ma dobbiamo assolutamente controbilanciarli con esempi positivi nella quotidianità: faccende domestiche, giardinaggio, preparazione della pizza, accensione del fuoco e donare loro, attraverso essi, i sani principi.
Mi viene da pensare alle parole del Vangelo "Vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo e seguimi".
Ogni buon cristiano sarebbe chiamato a fare questo, ma certamente più di tutti vi sono chiamati i sacerdoti, coloro che hanno deciso di seguire Gesù, di essere suoi testimoni e di insegnare la sua dottrina all'umanità.
Come si può insegnare qualcosa senza avere la coerenza di rispettarla?
Come si possono biasimare coloro che si avvicinano alla fede, specie i giovani, e scappano a gambe levate perché i sacerdoti che li circondano hanno case, conti in banca cospicui ed il loro primo interesse non è preoccuparsi per gli altri, ma per l'interesse economico proprio o della parrocchia che dirigono (dando loro prestigio, ed ahimè avanzamento di carriera)
Piccolo episodio: eredità di una casa condivisa con la parrocchia. Ci sono da fare dei lavori che grazie al momento particolare sono pagati dallo Stato. Quindi è cosa buona farli per aumentare il valore della casa senza spendere nulla, per poi rivenderla ad una cifra superiore a quella attuale. Tutto logico. Chi si oppone? Chi vuole vendere subito sotto costo per non dover fare i lavori? Il sacerdote perché le agevolazioni non sono previste per gli enti ma solo per le persone fisiche.
Ti avesse chiesto come stanno i ragazzi? Quando partite per le vacanze? Vi vengo a trovare. No, mi si avvicina e mi dice "dobbiamo vendere subito perché non voglio pagare i lavori"
Io ho fede, non mi allontano da Dio e cambio parrocchia, ma la musica è sempre la stessa, purtroppo, ed il vil denaro per la chiesa ed i suoi rappresentanti è al primo posto per la maggior parte di essi.
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Maledetto denaro
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Addì 18 agosto 2020
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.
Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli».
A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?».
E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».
E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.
Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi»
Matteo 19,23-30
Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile (18 agosto 2020)
Una vita senza rischio di fallimento
I rischi della vita condizionano molte delle nostre decisioni
La paura di una separazione porta molti a non sposarsi.
L'insicurezza impedisce di proseguire negli studi.
L'incertezza non fa cambiare lavoro per qualcosa di più appagante.
Il rischio impedisce di investire.
E così in molti non seguono la propria strada barattando il piacere in una ricerca sfrenata di sicurezza.
Non dico che non si deve riflettere, ma a volte riflettiamo troppo, ma i treni passano e non tornano indietro.
Ci si ritrova un giorno stretti in una vita che non avremmo voluto, ma da noi scelta pur di avere il piede in più staffe.
Io mi sono sempre buttato e nelle mie scelte ho sempre cercato di fare la cosa che facevo con maggior piacere, quella più utile, mai scegliendo la strada più facile, più sicura, più remunerativa, ma la migliore per me e per gli altri.
Così è stato quando ho deciso di lasciare lo studio di commercialista del mio babbo scegliendo di vivere per i Bambini.
Così è stato quando una tv nazionale mi ha proposto duecentomila euro per portare i miei bimbi in tv a piangere per le loro brutte situazioni
Così è quando qualche imprenditore mi propone di darmi tanti soldi, ma tanti soldi, in cambio di una restituzione di una parte di essi
La differenza tra coloro che scelgono la strada migliore e quelli che invece preferiscono la più sicura, è data dalla percezione del rischio di fallimento.
Io non ho mai paura di fallire, non perché sono un super uomo, anzi, ma perché ho fede e mi fido di Dio quando nel Vangelo dice che "nulla è impossibile a Dio" e che "coloro che lo seguiranno avranno la loro ricompensa".
Credo talmente tanto in queste parole che considero un successo anche quello che l'uomo chiamerebbe insuccesso perché nel conto della vita ciò che va male è sempre una risorsa se la si vede con l'occhio positivo della fede
Sarà stata una cosa brutta la morte della mia mamma quando avevo ventuno anni?
Eppure da tale evento è nata l'Associazione Amici della Zizzi che tanti Bambini e famiglie ha aiutato dando a tutti noi grandissime soddisfazioni che altre scelte non avrebbero potuto donarci.
La paura di affrontare un rischio è insuccesso assicurato
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In ogni decisione affido sempre la mia vita tra le braccia di Dio
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Addì 19 agosto 2020
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.
Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.
Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto.
Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?
Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.
Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno.
Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro?
Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te.
Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?
Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi»
Matteo 20,1-16a
Non posso fare delle mie cose quello che voglio? (19 agosto 2020)
Diverso? Si, per fortuna
Nella vita ci sono degli stereotipi e chi non si adegua è un diverso di cui sospettare, da tenere a distanza.
Quasi tutti amano il denaro, ma non tutti e chi non lo ama e non vi ambisce è un diverso
Quasi tutti amano avere posizioni di rilievo, ma non tutti e chi non mira alla poltrona è un diverso
Quasi tutti agiscono per un interesse personale, ma non tutti e chi dedica la propria vita agli altri è un diverso
Se questo avviene in un sistema è comunque accettato, come nel caso di un sacerdote o di un religioso.
Da essi ci si aspetta che non amino il denaro, il potere il sesso e se qualcuno di loro sgarra si commenta "E' umano anche lui" e non si fa tanto caso se il cardinale gira con l'autista e vive in un attico, o se la suora mira ad essere mega presidente caritas nazionale, o se il vescovo vuole divenire arcivescovo e ambire al soglio pontificio, o se il prete ha l'amante.
Ma se qualcuno non cerca denaro per sé, se qualcuno non vuole una poltrona, se qualcuno non pretende nulla in cambio per quello che da allora è guardato con sospetto, ci si sta alla larga perché sicuramente ruba, sicuramente vuole ottenere potere, sicuramente ha un suo tornaconto personale.
Peccato perché questo qualcuno non è la pecora nera in un gregge di pecore bianche, ma forse è la pecora bianca in un gregge di pecore nere, qualcuno da sostenere e da cui trarre esempio
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Viviamo e lasciamo vivere
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Addì 20 agosto 2020
In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlare in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.
Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.
Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.
Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì.
Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Matteo 22,1-14
Un banchetto di nozze (20 agosto 2020)
Tutti invitati al matrimonio
Molti di voi hanno figli che si sono sposati.
Dal racconto degli amici e da quel che osservo i preparativi prima del matrimonio sono frenetici, quasi stressanti, soprattutto per i genitori degli sposi.
E' un giorno speciale al quale si tiene moltissimo e si vorrebbe che tutto fosse perfetto
Non ci interessa se risultiamo esagerati agli occhi degli altri, l'importante è che quel giorno sia veramente fuori dalla norma.
Andando ai matrimoni si vedono questi genitori con un sorriso costante, il coronamento di tanti sforzi sia per l'organizzazione giunta al suo culmine, sia per aver dato un futuro ai propri figli.
Gli invitati sono più o meno felici per gli sposi, ma non certo ai livelli dei genitori, ma sono lì con loro per dimostrare il proprio affetto e partecipazione a così tanta gioia.
Ecco, così fanno gli amici: ci sono nella gioia e nel dolore
Noi tutti siamo invitati ad un matrimonio, ad una festa grande e chi rifiuta fa un torto enorme a colui che ci ha invitato.
Di più, noi siamo chiamati a partecipare ai preparativi, a chiamare altri perché a questa festa c'è posto per chiunque accetti l'invito, a patto che non venga vestito da straccione.
La festa che ci aspetta è l'eternità, e la vita è il momento in cui dobbiamo prepararci al banchetto nuziale. L'abito è il nostro comportamento, l'amore verso il prossimo, l'accoglienza nei confronti di chi sia più debole, il valorizzare sani principi in coloro che incontriamo sul nostro cammino, primi fra tutti i Bambini che entrano nelle nostre case come figli, nipoti, siano essi naturali, in affido o in adozione.
Avreste piacere se al matrimonio di vostro figlio gli amici non venissero inventando scuse banali o dicendo non me ne frega nulla?
Avreste piacere se i partecipanti indossassero vestiti logori?
Mai vorrei contrariare Dio non accettando il suo invito, oppure non preparandomi durante la vita per giungere alle nozze ben vestito di buoni valori.
Ho pieno rispetto per coloro che non credono in Dio, ma sono triste per loro perché pur invitati disdegnano la partecipazione offendendo Dio davanti al quale si troveranno alla fine di questa nostra brevissima esperienza terrena
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Alle nozze si va ben vestiti
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Addì 21 agosto 2020
In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».
Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.
E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.
Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti
Matteo 22,34-40
Amerai il prossimo tuo come te stesso (21 agosto 2020)
Persone trattate peggio degli animali
Quando andiamo in un negozio di abiti cerchiamo quello logoro ed usato, oppure un bel vestito nuovo?
Risposta ovvia: un vestito nuovo scegliendolo tra decine esposti
Eppure quando doniamo un vestito ad un povero gli diamo spesso anche quelli veramente da buttare, logori e sporchi
Inoltre pretendiamo che lo indossino "se sono veramente poveri" senza possibilità di scegliere fra più abiti
Se andiamo a fare la spesa compriamo ciò che ci piace, che stuzzica il nostro palato, oppure cose per noi cattive?
Risposta ovvia: le leccornie più succulente
Eppure se diamo da mangiare a qualcuno che ne è privo non gli chiediamo il gusto, la preferenza e nemmeno eventuali intolleranze, ma diciamo "se hanno fame devono mangiare quello che gli diamo"
Se ci danno del denaro, che sia stipendio o regalo da un genitore, lo spendiamo come vogliamo o chiediamo agli altri cosa comprare?
Risposta ovvia: compriamo ciò che più desideriamo
Eppure se diamo l'elemosina ci arrabbiamo se vediamo costui fumare una sigaretta o bere una birra
"Se ha veramente fame deve comprare roba da mangiare"
Se trattassimo il nostro prossimo come trattiamo noi stessi, se ci prendessimo cura dell'altro come facciamo per noi, il mondo sarebbe un posto veramente bello dove vivere, ma vedo sempre più spesso il ricco gettare briciole di carità pelosa a chi è in stato di bisogno trattandolo a volte, anzi, spesso, peggio del proprio animale domestico
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Dare amore al prossimo è come darlo a noi stessi
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Addì 22 agosto 2020
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe ed i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì'' dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato»
Matteo 23,1-12
Il più grande tra voi sia vostro servo (22 agosto 2020)
Servo per amore
Chi va in chiesa avrà ascoltato decine di volte una bellissima canzone "Servo per Amore"
https://www.youtube.com/watch?v=3NVaJ76E3dw
E' un po' un appello a tutti noi
Per me questa canzone suona un po' così
Una notte di sudore
Un momento difficile quando è morta la mia mamma
Sulla barca in mezzo al mare
Ero in balia delle onde ma cercavo serenità proprio nel mare
E mentre il cielo si imbianca già,
Non me ne accorgevo ma c'era già un progetto per me
Tu guardi le tue reti vuote
Guardavo la mia vita che non aveva più un senso, tutto quello che faceva non portava a nulla
Ma la voce che ti chiama
Chiedevo aiuto a Dio, costantemente, ed un giorno mi ha chiamato
Un altro mare ti mostrerà
mostrandomi un altro mare, un altro mondo
E sulle rive di ogni cuore,
Mi ha fatto conoscere realtà di Bambini affamati, privati della loro innocenza, abbandonati
Le tue reti getterai
Allora ho capito che dovevo pescare in quel mare
Offri la vita tua come Maria
Ed un giorno quella strada divenne la mia scelta di vita
Ai piedi della croce
Davanti alla sofferenza di tanti figli di Dio
E sarai servo di ogni uomo,
mi sono fatto servo
Servo per amore,
Servo per amore di tanti Bambini
Fatevi anche voi servi di tanti Bambini che dalla loro croce vi guardano con occhi pieni di dolore
Venite a fare volontariato con noi
Aiutateci a distanza
Fate una donazione o un lascito
Pregate per noi
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Servo per Amore
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Addì 23 agosto 2020
In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».
Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.
E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo
Matteo 16,13-20
Voi chi dite che io sia? (23 agosto 2020)
Giudizio costante
Sicuramente nell'esperienza di tutti c'è la consapevolezza che la gente ci guarda, ci osserva e si fa un'opinione su di noi.
Poi la sera allo specchio ci facciamo un'opinione di noi stessi.
Se mettiamo a confronto questi due giudizi notiamo una disparità enorme, ed anche se avessimo un'ottima capacità di autocritica il giudizio degli altri farebbe pendere la bilancia dalla parte del giudizio negativo.
Infatti per quante qualità possiamo avere, la gente cercherà e giudicherà sempre gli aspetti negativi, che purtroppo non mancano mai.
Nel mezzo ci sono gli amici, le persone fidate, quelle che pur criticando non giudicano, pur conoscendo i lati negativi ci stanno vicine, pur sentendo voci cattive su di noi mantengono fede all'opinione che di noi si sono fatte.
A loro domando: "Voi chi dite che io sia?"
Sono loro che non si fermano alla superficialità di un atteggiamento
Sono loro che fanno una media del bene e del male
Sono loro che cercano motivazioni nel nostro comportamento cattivo
Sono loro che prendono forza dai nostri pregi
Sono loro che ci conoscono bene e possono aiutarci a crescere e correggerci
Sono i genitori, sono i figli, sono i compagni di una vita, sono gli amici veri
Diffidate di coloro che vi osannano: vogliono certamente qualcosa oppure hanno gli occhi foderati di prosciutto.
Ma diffidate anche e soprattutto di chi vi critica aspramente senza mai aver parlato con voi, senza mai aver condiviso esperienze importanti, senza mai essersi messi ad un tavolino ad ascoltare le vostre ragioni.
Siamo sotto processo per tutta una vita, ma l'unico vero giudizio è quello di Dio.
Se anche tutti vi si rivoltassero contro, aprite il cuore a Dio e capite da lui, dal suo esempio, dove state sbagliando per migliorare e presentarvi al suo cospetto con la serenità di aver fatto di tutto per cercare di essere persone migliori.
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Tutti pronti a giudicare una persona da un difetto
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Addì 24 agosto 2020
In quel tempo Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret».
Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».
Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».
Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo»
Giovanni 1,45-51
Vedrai cose maggiori di queste! (24 agosto 2020)
Non ci si finisce mai di stupire
Qualunque cosa io faccia, i Bambini piccoli rimangono stupiti
Faccio il pop corn ed è una festa
Faccio la maionese ed è una gioia
Mi taglio i capelli e tutti restano a bocca aperta
Porto i pesci a casa e tutti si stupiscono
Man mano che crescono e che si abituano a certe cose, restano stupefatti sempre meno o per cose più grandi come l'acquisto della barca, una nuova attrezzatura, un regalo particolare, una vacanza da sogno.
Divenendo adulti le cose che ci stupiscono sono sempre meno, ma ci sono
Pensate alla vincita alla lotteria, al ritorno di una persona che credevamo di non rivedere più, alla guarigione da una malattia
Tutto è in escalation ed è presumibile pensare che ci saranno cose sempre più grandi che ci faranno restare a bocca aperta.
Che bello restare stupefatti, ma i limiti umani sono tali e tanti che prima o poi rischiamo di non meravigliarci più di nessuna cosa bella.
Ma io voglio rimanere a bocca aperta ad ammirare la bellezza di una novità, la gioia per il verificarsi di una cosa ritenuta impossibile, lo stupore per una visione meravigliosa oltre ogni aspettativa.
Voglio restare Bambino, con l'innocenza con la quale Barbara, Andrea, Jaquie, Mirko ed Anita si affacciano alla vita.
L'unico capace di stupirmi ogni giorno con cose nuove e meravigliose non può essere l'uomo, bensì Dio
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Voglio restare Bambino
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Addì 25 agosto 2020
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.
Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza.
Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!"
Matteo 23,23-26
All'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza (25 agosto 2020)
Case belle ma sporche
I palazzi di ogni tipo di governo sono i più antichi, i più belli, regge sontuose, ville del settecento, persino castelli medioevali.
Eppure in essi, si legge sui giornali, si perpetrano truffe, ricatti, tradimenti, dittature ed in certi casi persino omicidi.
Uno pensa, quel politico viene eletto alla carica di sindaco, va a prendere 5.000 euro al mese, si impegnerà fino allo spasimo per il bene della sua città. Ed invece ti accorgi che lavora per salire di carica, per farsi amici coloro che potranno aiutarlo, se addirittura non truffa per intascare più soldi.
Stessa cosa per deputati e senatori con i loro stipendi, diarie e rimborsi che ammontano a 13 e 14.000 euro mensili. Il loro scopo è quello di essere rieletti, di conservare la poltrona ed i benefici ad essa connessi. E poi scopri che molti di loro hanno le mani sporche perché 13 o 14.000 euro al mese sono pochi.
Però attenzione a criticare perché molti sono fatti nello stesso modo
Li vedi ben vestiti, grandi sorrisi, stipendio da avvocato, commercialista, chirurgo con cifre importanti, per poi essere coinvolti in truffe ai danni delle assicurazioni, proventi illeciti, evasione di tasse.
Ma la cosa peggiore è che se in questo mondo se sei onesto sei guardato con sospetto. Se non ami la poltrona, se non ami il denaro, se non ti si può comprare sei pericoloso, una mina vagante.
Chi ha una bella facciata, chi abita in palazzi sontuosi non sempre è pulito dentro
A volte bisognerebbe saper distinguere e scegliere di camminare con coloro che hanno una bella anima, anche se la facciata può non essere ben curata, ma stupidamente ci lasciamo abbindolare da chi si presenta bene.
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Persone belle, ma con l'animo sporco
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Addì 26 agosto 2020
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.
Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.
Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!
Matteo 23,27-32
Colmate la misura dei vostri padri (26 agosto 2020)
Mio padre mi picchia
Ogni sera facciamo con i ragazzi una riunione serale.
L'argomento lo scelgono loro.
Mai argomenti banali, tirano fuori sempre problemi e interrogativi importanti che stimolano alla discussione
Giovanni: "Vorrei parlare di mio padre. Se mi picchiava quando era ubriaco non mi voleva bene"
No Giovanni, non è vero, o meglio, non è detto.
Conosco tuo padre, vedo come è premuroso nei tuoi confronti, come si dispera per non averti dato una vita migliore, come è dispiaciuto nell'averti collocato presso di noi perché in casa la situazione era pericolosa con lui alcolizzato.
Vedo come si preoccupa, il pianto sincero quando gli raccontiamo che hai fatto qualcosa che non avresti dovuto fare.
Io penso che il tuo babbo sbagli a ubriacarsi e a picchiarti, ma anche lui sa di sbagliare, solo che in quel momento non ragiona.
Il fatto stesso di aver rinunciato a te ed averti dato a noi è un atto di grandissimo amore.
"Ma lui non mi ha insegnato nulla"
Anche questo non è vero Giovanni, lui ti ha insegnato che certe cose non si fanno, che certe strade non si prendono.
Tu hai la libera scelta: puoi diventare come lui, alcolizzato e picchiatore, oppure non prendere quel sentiero.
Lui, sbagliando, facendoti del male, soffrendo ti ha mostrato quali sono i pericoli del bere, degli eccessi.
Ci sono molti modi per insegnare, e questo non è certo un buon metodo, ma nella sofferenza tua e sua fai tesoro di quanto tuo padre ti insegni e sappi capire, anche con il nostro aiuto, cosa sia buono e da perseguire, e cosa invece sia marcio e da evitare
C'è una frase bellissima che dice "Colmate la misura dei vostri padri"
Questo è il senso: Quello che di sbagliato vedete fare a noi adulti prendetelo come un insegnamento per non fare altrettanto
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Se sbaglio vi insegno
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Addì 27 agosto 2020
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.
Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.
Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà. »
Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto?
Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così!
In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni.
Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti
Matteo 24,42-51
Anche voi state pronti (27 agosto 2020)
Una gita sulla neve
Bimbi studiate!
Bimbi studiate!
E loro niente, non ne avevano voglia
Così un giorno organizzai una settimana bianca a sciare, senza dir nulla a nessuno
La mattina della partenza caricammo tre dei bimbi con valige già in macchina, calate dalla finestra la sera prima mentre tutti cenavano, Lasciai agli altri un biglietto: se studiate la prossima volta vi porto tutti, altrimenti come in questo caso solo i più meritevoli.
Qualcuno dirà "Carogna!"
Ma da quel momento in poi studiarono tutti con grandissima intensità, tanto che l'anno dopo li portati TUTTI in montagna a sciare
Teniamoci pronti anche noi perché non possiamo dire "poi rimedierò", "poi chiederò scusa" perché non si sa se ne avremo l'opportunità domani.
Pensate alla lite con un genitore, al rancore che resta, ed un giorno la telefonata "tuo padre è morto" e tu non potrai mai più dirgli "Scusa babbo"
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Babbo perdonami
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Addì 28 agosto 2020
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.
Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.
Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.
Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!
Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora."
Matteo 25,1-13
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora (28 agosto 2020)
Nodi al pettine
Ci sono persone che amano la bella vita, viaggiare, vivere alla ventura, spendere subito tutto quello che guadagnano. Tra questi ce ne sono molti che non si fanno tanti problemi se devono imbrogliare qualcuno, ed alcuni di loro arrivano anche a rubare, ricattare, minacciare e persino uccidere pur di fare la bella vita, pur di avere ciò che desiderano.
Altri invece fanno progetti, si ingegnano per riuscire al meglio nello studio e poi nel lavoro, accantonano i risparmi per i tempi più duri, si concedono qualche vacanza o qualche sfizio ma senza esagerare, provvedono alle necessità della famiglia che nel frattempo hanno costruito non senza fatica.
Viene da pensare che i primi forse hanno capito tutto della vita visto che sono pieni di soldi, hanno ville, ogni sera partecipano a feste e banchetti, sono rispettati e ossequiati da tutti e sembra che abbiano la strada spianata.
I secondi invece sono visti come i "secchioni", gli stacanovisti, i tristi ed infelici e spesso presi in giro da chi vede il bel vivere come l'unico obiettivo da raggiungere.
La storia ci insegna però che tutti i nodi vengono al pettine e chi sale prima o poi sarà costretto a scendere. Proprio stamani la notizia dell'arresto di due latitanti, due persone che hanno fatto della loro vita, un politico ed un mafioso, un parco giochi ove divertirsi. Una volta scoperti sono fuggiti per continuare in altro luogo, ma alla fine sono stati fermati.
Lo stolto, colui che dilapida i propri beni, colui che si arricchisce in modo improprio, colui che calpesta qualunque principio che non sia finalizzato al bene di se stesso, prima o poi dovrà pagare il conto.
Quando andiamo a pescare e gettiamo l'amo capita che il pesce mangi l'esca e non venga catturato. Una volta, due volte, tre volte ed il pesce sempre più famelico porta via il boccone dalla lenza, ma arriva un momento in cui la sua voracità gli giocherà un brutto scherzo ed aprirà la bocca per mangiare un succulento boccone una volta di troppo.
Ai miei ragazzi ripeto sempre di camminare adagio nelle vita, di guardarsi intorno, non avere fretta, apprendere bene come funziona il mondo, imparare un mestiere, agire in modo corretto con le persone. E' fatica, è vero, ma quando sarà il momento in cui servirà essere forti, affrontare il futuro con le sue difficoltà sapranno come fare e riusciranno a dosare gioia e fatica per poter vivere una vita dignitosa. Chi invece sin da ragazzo penserà soltanto a divertirsi, non avrà voglia di studiare, cercherà la via più facile per ottenere ciò che desidera avrà ben presto delle grosse amarezze.
Purtroppo alcuni ragazzi se ne sono andati da casa nostra proprio per non voler affrontare la fatica dello studio o del lavoro, attirati dalla bella vita e dall'idealizzazione del mondo e di sé stessi che si sono fatti. Hanno goduto della loro libertà, ma per poco tempo, fin tanto che non si sono dovuti confrontare con la realtà: la famiglia che li sosteneva ha cominciato a tirare i remi in barca, il ragazzo con il quale erano fuggiti ha preso un'altra strada, il mondo roseo della moda che li aveva attirati li ha scaraventati in un abisso fatto di droga. Eppure hanno avuto tutti le stesse opportunità, la medesima educazione ai valori, ma qualcuno ha scelto la scorciatoia e la rapidità per trovarsi oggi a vivere di stenti, avanti e indietro con la prigione, messo al bando dai locali, scansato da tutti.
Fate la scelta giusta ragazzi, oggi che potete, studiate e lavorate costruendo un futuro e non fatevi ammaliare dal luccichio di quel mostro mascherato da dolce fanciulla.
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Il sacrificio poi sarà ricompensato
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Addì 29 agosto 2020
Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Marco 6,17-29
Nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri (29 agosto 2020)
Un cuore con la tastiera (brano del 29 agosto 2016)
In ogni vicenda negativa si deve trovare sempre l'aspetto positivo ed il giusto insegnamento. Guardate quanta solidarietà si è scatenata dopo il terremoto.
Nel brano del Vangelo in cui Erode fece uccidere Giovanni il Battista si legge questa frase "Nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri". Erode ascoltava Giovanni anche se gli diceva cose a lui sgradite e ci rifletteva sopra.
Quando qualcuno ci rimprovera o ci dice qualcosa che non rientra nel nostro modo di pensare tendiamo a chiudere il cuore e la mente, a dare spiegazioni fantasiose al comportamento altrui, ma così non va bene, così chiudiamo la porta al dialogo e non ci apriamo a possibili spiegazioni che non riusciamo a vedere, ma che potrebbero farci comunque riflettere. Quante volte vi sarà capitato di impermalosirvi perché una persona della vostra famiglia è entrata in casa e non vi ha salutato. Serbate il dispiacere nel vostro animo, ma forse se chiedeste spiegazioni e ascoltaste vostro figlio, vostro marito, vostra moglie senza accusarlo di non avervi salutato, magari scoprireste che lo ha fatto mentre voi eravate distratti da altra faccenda e non lo avete sentito. Basta poco a volte per chiarirsi, ma troppo spesso chiudiamo le porte agli altri. Ora ci sono gli sms, i messaggi su whats app e con essi si lanciano pietre, si emettono giudizi e condanne senza appello. Conosco persone che attraverso i messaggini hanno chiuso storie durate più di dieci anni.
Se nostro Signore avesse voluto che comunicassimo con i messaggi avrebbe creato una mano a forma di telefono, invece ci ha dato cuore, bocca e orecchie, e questo è l'unico modo per comunicare veramente con le persone alle quali vogliamo bene.
A volte non c'è il tempo, a volte non c'è l'occasione è vero, ma come facevamo prima dell'avvento dei cellulari? Si aspetta, magari si usa quel tempo per riflettere e poi si parla. Si parla per dialogare, non si messaggia. Non voglio fare il retrogrado che dice "ai miei tempi era diverso", come mi urtava il sistema nervoso quando me lo diceva mio padre, ma è pur vero che i ragazzi, ed anche molti quarantenni ormai, sono incapaci di parlare e delegano ai telefoni e ai messaggi di farsi interpreti dei loro sentimenti. Ma come si fa a dare un'intonazione con un sms, un sorriso, un abbraccio quando le parole diventano troppo pesanti? Come si fa a vedere il pentimento sulla faccia dell'altro, come si fa ad asciugare le sue lacrime? Ragazzi utilizzate il cellulare per divertirvi, per dire "mamma sto arrivando, butta la pasta", ma usate la bocca per dialogare, per esprimervi, non lasciate che la tecnologia impianti dentro di voi un cuore falso fatto di microchips.
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Parlate, non stancatavi mai di farlo
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Addì 30 agosto 2020
Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno.
Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai».
Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?
Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
Matteo 16,21-27
Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini (30 agosto 2020)
Che tenerezza fanno i genitori
I figli, ci siamo passati tutti, vogliono svincolarsi dai genitori e intraprendere la propria strada. I papà e le mamme si preoccupano per loro, vedono piu' lontano e consigliano loro quale sia la strada migliore da intraprendere. Purtroppo questi consigli diventano talvolta vere e proprie coercizioni, seppur fatte con grande amore e spesso sfociano in liti e rancori che durano anni o addirittura per sempre. Ci sono caso in cui i genitori hanno ragione, altri in cui sbagliano clamorosamente impedendo di fatto ai ragazzi con poco carattere di trovare una propria dimensione nella vita. Per anni il mio papà, preoccupato per il mio avvenire, mi ha osteggiato nella scelta che avevo fatto di dedicare la mia vita all'associazione che avevo fondato con Roberta perché vedeva per me un unico futuro possibile, quello di commercialista come lui. Eppure, dopo ventotto anni, sono ancora su questa strada ed infatti mi hanno dato ragione perché era la mia strada. Ai figli, compresi i ragazzi che ho l'onore di accudire, dico: lottate per ciò in cui credete, ma non abbandonate la famiglia, non fate alzate di capo perché chi vi osteggia lo fa in buona fede e per amore vostro. A noi genitori dico: non rinunciate a dare consigli sul futuro ai vostri figli, ma lasciateli liberi di sbagliare perché se e' giusto riporre in loro talune speranze, non e' giusto avere delle aspettative che se non si realizzino provochino rotture nei rapporti familiari.
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Venite a far parte della nostra famiglia
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(brano del 31 agosto 2014)
Addì 31 agosto 2020
In quel tempo, Gesù si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.
Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?».
Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!».
Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria.
Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.
Luca 4,16-30
Lo Spirito del Signore è sopra di me (31 agosto 2020)
Speranza
Ognuno di noi è chiamato a fare qualcosa di buono nella vita, chi a fare il genitore, l'insegnante, il predicatore, l'allenatore, l'educatore, il missionario e tutte le cose buone che ogni giorno tanti di noi fanno, ma tutti siamo stati designati a portare speranza nella vita di altri. Non passa giorno che qualcuno non ci racconti le sue pene, la malattia di un genitore, la sofferenza per la morte di qualcuno, l'immigrazione forzata per scappare da sofferenze, la famiglia lontana, la perdita del lavoro, il cattivo rapporto con il coniuge o con i figli, l'impenetrabilità della burocrazia, i conti in rosso e così via. Cosa possiamo fare noi? Come mai tanta gente si sfoga con i suoi problemi? Quasi mai è alla ricerca di una soluzione, ed allora perché ne parla? Tutti coloro che soffrono vogliono da noi una parola di speranza, un consiglio su come fare per andare avanti, superare la tragedia, convivere con il problema. Desiderano da noi non tanto una pacca sulla spalla o l'incoraggiamento, ma proprio la speranza, l'indicazione non tanto della strada da prendere, quanto la direzione verso la quale guardare per trovare la luce ed uscire dal tunnel nel quale sono precipitati. Non c'è soluzione alla morte di un figlio, di un marito, della moglie. Non c'è soluzione all'amputazione di un arto o ad una vita in sedia a rotelle. Non c'è soluzione alla perdita della vista o dell'udito, ma c'è la speranza di poter proseguire la nostra vita forti della brutta esperienza, grati a Dio per tutto quello che ancora abbiamo. Dalla morte di una persona cara possono nascere nuovi obiettivi che riempiono l'esistenza di sorrisi di bambini, anziani, immigrati che possiamo aiutare. Doniamo al nostro prossimo la speranza, a questo siamo chiamati.
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Ogni sofferenza porta in sé il germe della gioia
Basta credere ed avere fede ed ogni tristezza si trasformerà in gioia.
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Addì 1 settembre 2020
In quel tempo, Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e il sabato ammaestrava la gente.
Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità.
Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!».
Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». Eil demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male.
Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?».
E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.
Luca 4,31-37
Taci, esci da costui! (1 settembre 2020)
Parlare
Sicuramente vi sarà capitato di parlare con qualcuno che si stava comportando male dicendogli di non sprecare la propria vita, di cambiare strada, di abbandonare il male e scegliere il bene. Almeno una di queste volte forse siete stati ascoltati e, seguendo i vostri consigli, ha cominciato a camminare sulla retta via. Costui è così diventato una bandiera, un inno al bene. Quante persone nel vederlo passeggiare lungo il corso principale, o partecipare a feste e manifestazioni avranno detto “ma lui non era quello che … si drogava, che rubava, che è stato in prigione per. Eppure guardalo adesso come è cambiato, guarda come si comporta, il bene che fa” e si domanderanno come abbia fatto a compiere una simile trasformazione, di chi sia il merito.
Non c’è “pubblicità” migliore per il bene del male che si trasforma.
L’Associazione che ho fondato in memoria della mia mamma cerca di aiutare tanti ragazzi ad uscire da brutte situazioni che si intrecciano tra familiari e personali. Non sempre riusciamo a recuperarli, ma spesso ci riusciamo ed il loro comportamento educato, con valori e principi, con modi affettuosi conquista tutti coloro che li incontrano, portando molti a valutare la possibilità di prendere un bambino in affido o almeno aiutare coloro che, come noi, aiutano i ragazzi.
Il male, il demonio è il miglior alleato che abbiamo per combattere le cose negative di questo mondo.
Combattere il male con amore, senza condannare il peccatore, ma solo togliendo dalle sue spalle il bagaglio negativo che, spesso suo malgrado, si porta dietro, significa arruolarlo a vita nell’esercito di coloro che portano avanti una campagna contro il male. E’ per questo che Gesù ci insegna a dialogare con coloro che sbagliano, ci insegna ad amarli nonostante i loro errori perché al loro interno convivono due anime, una bianca ed una nera. Dobbiamo imparare a separarle, in noi e negli altri, e a far si che la prima prenda il sopravvento sulla seconda. Non è certo facile, ma è meno difficile di quanto sembri. Il Signore ci mostra che basta parlare, convincere, far vedere la luce alle tenebre perché queste si dissolvano.
Pensate a quando fate un incubo, magari non riuscite a svegliarvi e vivete con pena e doloro quella situazione, ma basta che qualcuno faccia entrare nella stanza ove dormite un po’ di luce, ed ogni pensiero negativo scompare restando solo il ricordo di un brutto sogno, di una notte di paura, ma con un futuro davanti a noi di gioia e di speranza per la giornata che è appena iniziata. Anzi, faremo di tutto per non avere di nuovo tali incubi, magari mangiando meno la sera o risolvendo i problemi che li hanno generati, e così è per coloro che escono dal tunnel del male, faranno di tutto per non rientrarvi.
Le vostre parole possono salvare il mondo, non abbiate paura di scacciare il demone cattivo che trovate nel vostro prossimo. Urlerà, vi dirà ogni sorta di cattiveria, vi minaccerà, ma non potrà nulla contro di voi se avrete la Fede di poterlo sconfiggere, se con determinazione gli direte di andarsene.
Che fatica ripetere le cose ai miei ragazzi continuamente, eppure non mi fermo, non mollo la presa, non smetto di parlar loro della bellezza di una vita onesta e, ne sono certo, un giorno capiranno e la parte cattiva che dentro di loro gli suggerisce cattive azioni non verrà più ascoltata ed il male sarà costretto ad andarsene perché non troverà più in loro terreno fertile. Non vi scoraggiate, a volte sono battaglie lunghe, ma il guadagno è grande e certo ed avrà un enorme effetto domino
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Camminiamo insieme per donare a tanti ragazzi sani principi
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Addì 2 settembre 2020
In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.
Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.
Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Luca 4,38-44
La donna cominciò a servirli (2 settembre 2020)
Amore, riconoscenza, gioia
L'Amore per qualcuno, la riconoscenza, la gioia sono sentimenti che non ti fanno perdere nemmeno un minuto. Mi ritrovo spesso alla sera a dover andare a letto perché stremato, ma vado sempre controvoglia perché mi metto a letto con il pensiero delle mille cose da fare ed elaborare, con gli embrioni delle idee per far conoscere l'affido, con la speranza di trovare le parole giuste per arrivare al cuore della gente e dei miei ragazzi. La notte mi sveglio spesso con qualche possibile soluzione nella testa ed il più delle volte non riesco a riaddormentarmi. Mi alzo e dopo pochi minuti sono già operativo. E' amore verso Dio, verso i tanti ragazzi che popolano questa terra strisciando nella polvere, patendo la fame, le violenze, l'abbandono. Come possiamo dormire tranquilli, come facciamo a stare rilassati in poltrona quando sappiamo che fuori dalla nostra porta di casa ci sono migliaia di persone che soffrono? Pensiamo che non siamo noi a dovercene occupare, ma è un grandissimo errore. Le istituzioni, sempre che funzionino, possono dare tantissime cose: l'abitazione, il cibo, la protezione, il vestiario, il riconoscimento di diritti negati, ma ciò di cui queste persone hanno veramente bisogno possiamo darglielo solamente noi: l'amore, la gioia di vivere, la speranza, l'affetto, la solidarietà, la mano mentre lasciano la vita, un sorriso mentre sono in prigione.
Nel Vangelo di oggi Gesù guarisce una donna in fin di vita, ma quello che più colpisce è l'immediatezza di costei a servire Gesù e gli altri commensali, come se la malattia fosse stata solo una parentesi della vita, un attimo buio che un istante dopo faceva parte di un passato lontano.
Servire il nostro prossimo, immediatamente, ecco cosa dovremmo fare. Non c'è da perdere un solo istante perché le cose da fare sono tantissime, perché noi abbiamo avuto la grazia di essere sani, abitare una bella casa, vivere in una famiglia che ci ha amato sin dalla nascita e non ci ha mai fatto mancare nulla, mentre ci sono persone che urlano il loro dolore. Come si fa a tapparsi le orecchie dinanzi a tanta sofferenza? Come si fa a far finta di nulla, ad abituarsi allo strazio quotidiano di migliaia di nostri fratelli, figli, genitori abbandonati in ospedali, carceri, famiglie che li maltrattano?
Come fate a dormire, riposare, giocare quando in tanti accanto a voi grondano gocce di sangue?
La donna del Vangelo non ha perso un solo istante per mettersi a disposizione del suo prossimo, non ha perso un solo minuto per ringraziare e lodare Gesù per il bene che le aveva fatto. Noi siamo stati sanati dalla febbre ancor prima di ammalarci, siamo stati graziati perché nati in una nazione dove c'è democrazia, in famiglie sane, con il piatto in tavola ogni giorno, non sentite il bisogno di ringraziare chi vi ha donato tutto questo? Non sentite la necessità di sdebitarvi, di donare ogni attimo della vostra vita a chi ha avuto meno doni di voi?
Se la risposta fosse si, non perdete tempo, uscite di casa e andate ad aiutare coloro che incontrate e che hanno bisogno di voi.
Se la risposta è no guardatevi allo specchio e vedrete una persona che pretende l'equità, la par condicio, l'uguaglianza, ma solo quando fa comodo a lui, quando si tratta di elevarsi, di migliorare la propria condizione sociale, di mettersi alla pari con coloro che sono sopra di noi, ma mai ci viene in mente di combattere affinché chi ha meno di noi abbia almeno quanto abbiamo noi perché sarebbe una fatica dover rinunciare a qualcosa che abbiamo per darlo agli altri, fosse anche una sola ora del nostro tempo.
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Fatevi grande venendo a servire i nostri piccoli figli
Non lasciateci soli
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Addì 3 settembre 2020
In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca».
Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Luca 5,1-11
Abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti (3 settembre 2020)
La Fede ha un grande potere
"Vorrei tornare bambino". Quante volte abbiamo udito questa frase, magari noi stessi l'abbiamo spesso pronunciata. Perché vorremmo tornare bambini? Un cucciolo d'uomo ha mille limitazioni che l'adulto non ha, meno libertà, eppure sovente vorremmo tornare ad esserlo. Il motivo è da ricercare nella spensieratezza. Ogni problema ci veniva risolto, venivamo condotti in posti che nemmeno immaginavamo potessero esistere, avevamo sempre da mangiare senza doverlo cucinare, la casa pulita senza doverla ordinare, i vestiti lavati senza dover fare nemmeno una lavatrice. Avevamo fiducia nei nostri genitori che volevano solo il nostro bene e ci accudivano in ogni nostra necessità.
Perché oggi si è persa questa fede? perché siamo cresciuti? E cosa ci abbiamo guadagnato? Pene, pensieri, tanto lavoro a volte buttato via. E' giusto crescere, maturare, ma dovremmo imparare a conservare nella teca del nostro cuore quella fiducia che un tempo ci ha resi tanto felici. Dovremmo imparare a seguire il tedoforo, colui che prima delle olimpiadi porta la fiamma olimpica che passa di mano in mano. Inizialmente la fiamma della fiducia è nelle mani dei nostri genitori, ma crescendo ed avvicinandosi alla maturità siamo portati a non seguirla, a voler fare per conto nostro, eppure quella fiamma viene raccolta, da terra o dalle mani dei nostri genitori, da Dio che vuole indicarci la strada da seguire per giungere fino allo stadio dove sarà grande festa. Se la seguissimo la fiducia nei nostri papà e mamma si trasformerebbe in Fede verso il Signore, e questo ci permetterebbe di essere come dei bambini adulti, liberi cioè di fare le scelte che Gesù ci consiglia e ci fa vedere. Oggi molte persone hanno perso la Fede, oppure tengono gli occhi chiusi ed hanno paura a seguire il tedoforo che continuamente ci sprona e ci mostra la strada da seguire.
Molti dicono di non credere perché non conoscono la bellezza della Fede, altri sono disillusi dalla chiesa o dal comportamento di chi si professa credente, ma sono scuse perché si ha paura. Si, è così, molti non hanno Fede perché sono spaventati dall'idea di seguire il tedoforo, impauriti dal pensiero di abbandonarsi tra le braccia di chi, magari al prezzo di qualche sacrificio, potrebbe portarci a vedere la luce olimpica in tutta la sua bellezza. Che male c'è ad essere un po' bambini ed avere Fede? Lasciarsi guidare nelle scelte della vita, rivolgersi a Qualcuno quando si ha un problema come facevamo quando eravamo piccoli. Quante volte siamo caduti e ci siamo messi a piangere perché ci faceva male un ginocchio? Non è forse bastato un bacino di papà o di mamma sulla parte dolorante per far passare il male? Perché non permettiamo a Dio di prenderci per mano, guidarci, curare le nostre ferite? Lasciamo che siano gli altri a condurci per i sentieri del mondo, a leccare le nostre ferite, a curare i nostri mali. Quante volte siete rimasti delusi dalle persone che credevate amiche, che pensavate volessero il vostro bene. Quanti matrimoni falliti per aver avuto fiducia in chi si è approfittato di noi? E nonostante questa immensa mole di batoste continuiamo imperterriti ad avere piena fiducia nel prossimo. Non è sbagliato, anzi è bellissimo dare ad altri la possibilità di fare la cosa giusta, ma allora perché non fidarsi di Dio. Perché un sacerdote si è comportato male con voi? Perché la Chiesa ha regole che voi non capite o non condividete? Perché chi ha Fede si comporta male? Ed allora? Date un'opportunità a tutti coloro che incontrate e non la date a chi almeno prova, talvolta sbagliando, a seguire la dottrina di Gesù? Ma se gli altri sbagliano cosa ha questo a che fare con Dio? E' come se il mio matrimonio fosse andato a rotoli e smettessi di credere nell'amore. Mi possono tradire mille mogli, mille mariti, gli amici o i figli, ma l'Amore in quanto tale continuerà ad esistere e non sarà certo per colpa dei tanti tradimenti che la parola Amore non verrà più pronunciata, ricercata, vissuta, apprezzata, ambita. Così è per Dio, la Chiesa, i sacerdoti, i fedeli possono sbagliare centinaia di volte, ma Dio è l'essenza della Fede e non smetterà di esistere solo perché qualcuno o tanti si comportano male.
La Fede ha un grande potere, quello di preservare la parte bella dell'essere bambini.
Gesù disse ai suoi futuri apostoli "gettate le reti" ed essi obbedirono perché la speranza era stata alimentata da Gesù, da chi poco prima aveva parlato alle folle dando valori e principi, insegnando il vero significato della parola Amore. Fede significa seguire una filosofia che Cristo ci ha lasciato attraverso le pagine del Vangelo. Non lasciate che altri chiudano i vostri occhi per non farvi vedere la fiamma che il tedoforo sta portando verso lo stadio anche per illuminare la vostra strada. Se non lo conoscete leggete il Vangelo, ascoltate le Parole di Dio, cercate di capire come queste siano attuali ed applicabili ai giorni d'oggi. Quello che cerco di fare ogni giorno con i miei ragazzi è mostrare loro la bellezza di un mondo visto dalla finestra della Fede, un mondo che acquista una luce diversa, dove anche le disgrazie possano essere viste come un aspetto positivo della vita, come è accaduto a me con la morte della mia mamma.
La Fede non è un insieme di regole, è la gioia di vivere seguendo e insegnando con il nostro esempio bellissimi principi di pace ed amore che possono cambiare il mondo scardinando il male che c'è in esso e permettendoci di vivere una vita piena di gioia e di amore.
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Diamo fiducia a Dio e se un Bambino è in una brutta situazione accogliamolo perchè quello è il progetto di Dio per noi
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Addì 4 settembre 2020
In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!».
Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?
Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno».
Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio.
E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti.
Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi.
Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».
Luca 5,33-39
Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?(4 settembre 2020)
Fate bene a ribellarvi
Ci ribelliamo spesso alla Fede pensandola come un insieme di rituali, pensiamo ad una cosa triste, cupa, fatta per anziane signore che non hanno di meglio da fare che snocciolare il Rosario.
Bene, fate bene a ribellarvi. Gesù è stato un grandissimo ribelle, un rivoluzionario eccezionale. Attenzione però. Oggi associamo queste parole a guerra armata, violenza, contrasto con furti e falsità. Non è questo che faceva Gesù. Egli si ribellava alle abitudini del tempo, a ciò che rendeva schiave le persone, a digiuni, abluzioni e qualunque altro rito che allontanasse dalla gioia. Ma quando vi capita di andare ad un banchetto nuziale, voi digiunate? No, ed allora non è giusto che non si veda nella presenza di Dio una continua festa, gioia, allegria. Ho fatto per diversi anni lo scout da bambino e le cose più belle che mi ricordo sono i giochi, le danze, i canti e la Messa era una cosa che non si staccava da quel continuo fare festa, era gioia anch'essa, anzi era gioia ancor più grande perché era l'incontro con Dio. Gesù visto come un Amico, Colui al quale poter confidare i propri segreti, con il quale piangere, dal quale lasciarsi consolare ed accarezzare. Un Amico con il quale anche arrabbiarsi per poi fare pace e tornare a gioire, asciugare le lacrime, sorridere al futuro che incalza, una gioia enorme che porta alla grande festa che ha preparato per noi al termine della nostra vita terrena. Anche la morte è gioia perché è il viaggio più bello, quello alla fine del quale ci troverà faccia a faccia con il Signore.
La mia mamma nei mesi prima di morire ci raccomandò di farle un funerale festoso perché diceva "siate felici per me che vado ad incontrare Gesù". Il 5 gennaio 1986, il giorno del funerale, lo ricordo come il giorno più bello della mia vita. Tutte le campane suonavano a festa, tanti i ragazzi con le chitarre, l'organo intonava musica allegra, le persone erano vestite con colori sgargianti come ad un bellissimo ricevimento nel quale salutiamo una persona che parte per andare a stare meglio e la tristezza di perderla lascia il posto alla gioia per lei. Saperla tra le braccia di Dio mi rasserena, mi da la forza per andare avanti nonostante gli sgambetti che in tanti provano a farci invidiosi della nostra serenità e fiducia nel futuro.
Non allontanatevi dalla Fede perché pensate ci siano troppe formalità imposte dall'uomo, ribellatevi alle cose che nella Chiesa non vanno, annunciate con gioia la Parola di Dio perché i Suoi insegnamenti sono la cosa più bella che l'uomo abbia mai ricevuto.
Ognuno ha la sua Fede, c'è chi va in chiesa tutti i giorni e passa le ore a sistemare gli addobbi sacri, cambiare l'acqua dei vasi, stirare i paramenti del sacerdote, pulire le panche; altri si rinchiudono in conventi dove trascorrono la loro esistenza alternando preghiera e lavoro; altri ancora partono e vanno nelle missioni per aiutare le popolazioni che vivono in condizioni di maggior arretratezza; altri che predicano oppure lavorano portando la loro Fede come stemma, altri ancora che si occupano di anziani, o di bambini, o di carcerati e di tutte le persone sole e abbandonate dall'uomo. Chi può dire che una di esse è la vera Fede e le altre non lo siano? Ognuno ha il suo modo, ognuno tira fuori dal cuore l'amore che ha dentro e lo propone a Dio nel modo che più gli piace o che meglio gli riesce. Sono solo aspetti formali che al Signore non importano. Se aiutiamo un bambino in tutta la nostra vita, oppure se creiamo un movimento di preghiera riconosciuto in tutto il mondo per il Signore non fa differenza, quello che Lui vuole da noi è che mettiamo l'amore in ogni cosa che facciamo, che si possano abbracciare i Suoi valori, viverli e far si che siano un esempio di vita per gli altri, un continuo stimolo per avere e non abbandonare la Fede.
Non è scansando le persone che si serve Cristo, ma è avvicinandole, rispettandole, amandole per quello che sono che facciamo vedere al mondo la vera forza della Fede. Se faremo festa ogni giorno, anche quando ci verrebbe voglia di piangere, se abbracceremo il nostro nemico perché lo perdoniamo dal profondo del cuore, se faremo delle piaghe del nostro prossimo le nostre piaghe, se ameremo Dio senza condizioni saremo un faro, una luce che segnerà la strada a quanti ancora brancolano nel buio. La Fede è come la fiamma pilota di una caldaia, è sempre accesa e per alimentarla basta girare la manopola, basta muoversi da casa ed entrare in un ospedale e conversare con una persona sola, dare una carezza ad un bambino che chiede l'elemosina, pregare con il cuore per coloro che hanno fatto degli errori senza condannarli o augurare loro ogni sorta di male. Il mondo ha bisogno di scaldarsi, giriamo la manopola della Fede e infiammiamo questo nostro mondo con il calore dell'Amore per gli altri. Inondiamolo con la nostra rivoluzione, amiamo chi ci disprezza, camminiamo a fianco delle persone che nessuno vuole, prendiamo un bambino in affido, combattiamo le nostre guerre con i fiori e non con le armi. Siamo pronti a fare mille rivoluzioni, a ribellarci a tutto e tutti, bene, è un ottimo punto di partenza, ma incanaliamo la nostra forza verso qualcosa che costruisca un mondo migliore, doniamo un futuro ai nostri figli e a noi stessi.
Vi sembra che oggigiorno ci sia amore per le strade? Ben poco, si ammazza e si stupra con la facilità di bere un bicchier d'acqua e la cosa brutta è che quasi non ci facciamo più nemmeno caso. Il male, la cattiveria, l'egoismo stanno prendendo il sopravvento, ma davvero volete che questo accada? Davvero siete disposti a subire tutto questo? Cambiare si può, è la rivoluzione che ci ha insegnato Gesù, ribelliamoci a questo stato di cose e cominciamo da noi, dalle nostre famiglie ad essere altruisti e generosi, insegniamo ai nostri ragazzi i valori ed i principi che fanno grande una persona, prendiamo i bambini di chi li maltratta ed educhiamoli ad essere uomini e donne capaci di amare e di creare a loro volta famiglie sane.
Il futuro del mondo è nella rivoluzione insegnataci dal Signore, raccogliete la Sua sfida ed arruolatevi nell'esercito di Dio.
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E' bello educare i bambini ad avere sani principi
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Addì 5 settembre 2020
Un giorno di sabato; Gesù passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?».
Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni?
Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato».
Luca 6,1-5
Perché fate ciò che non è permesso di sabato? (5 settembre 2020)
Regole lecite e non lecite
In ogni contesto di gruppo, sia esso un comune, una nazione, una famiglia, un'associazione ci sono delle regole, delle cose lecite e delle cose non lecite. A volte però bisognerebbe domandarsi però ciò che è giusto e ciò che non lo è perché le regole devono essere a favore dell'uomo non contro di lui. Con i figli, ad esempio, nel permettere e nel proibire bisogna capire quali e quanti danni facciamo pensando, in buona fede sicuramente, a tutelarli. Lasciare loro la libertà che chiedono non sempre è a favore loro così come ristringerla impedendo loro di fare certe cose può essere un danno maggiore che non permetterglielo
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Addì 6 settembre 2020
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.
Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.
In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.
Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».
Matteo 18,15-20
Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo (6 settembre 2020)
Accoglienza e Perdono
Don Luigi mi diceva sempre "giudica il peccato e non giudicare il peccatore". Da allora mi è stato sempre più facile accettare il prossimo, pur criticando le azioni a mio parere errate. Non c'è persona che abbia commesso un crimine, un drogato, un pedofilo, colui che maltratta un bambino o mi abbia fatto qualche torto che non sia capace di accogliere e perdonare, cosa facile per me perché sono il primo ed il più grande dei peccatori, ho fatto mille errori e non tutti in buona fede, ma il Signore mi ha sempre perdonato facendomi andare avanti, facendo in modo che con le sue dolci critiche arrivate dal suo cuore attraverso la bocca del mio prossimo potessi riflettere e cercare di cambiare, e qualche passo in avanti credo di averlo fatto. E' questo il modo migliore per cambiare il mondo: non puntare il dito, non giudicare, ma dialogare con coloro che riteniamo stiano sbagliando per mostrare che lo stesso problema lo si può affrontare e risolvere in vari modi, che il loro punto di vista di una situazione non è l'unico, ma sopratutto per dimostrare che è con il perdono e l'accoglienza che si cambia il mondo, che si cambiano le vite di coloro che sbagliano, che si cambia la nostra vita.
Non giudicate, non parlate alle spalle, non escludete le persone, ma opponete loro la vostra critica in maniera costruttiva, dosando bene amore e decisione, al pari di come dovrebbe fare un genitore che non deve rinunciare a dire al figlio dove stia sbagliando, ma senza fargli mancare il suo appoggio ed il suo amore, come fa Dio con ognuno di noi.
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Amare è anche saper perdonare
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Addì 7 settembre 2020
Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.
Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.
Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.
Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?».
E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì.
Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
Luca 6,6-11
Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri (7 settembre 2020)
Allo scopo di trovare un capo di accusa
Quando iniziai il mio percorso a ventuno anni con i bambini pensavo che avrei potuto godere di sinergie, di aiuti nelle istituzioni, di grandi sorrisi e ringraziamenti per il supporto che avrei potuto dare ai servizi sociali nell'accudimento dei bambini. Pensavo!
Ben presto mi accorsi che la questione non era proprio in questi termini, anzi, era l'esatto opposto. Ero per loro come fumo negli occhi, un privato che mette un granellino di sabbia nell'ingranaggio del pubblico. Un ragazzo che denuncia le cose che non vanno obbliga il pubblico ad agire. Mi trovai subito in dissapore con le istituzioni che in mille modi hanno sempre cercato di osteggiare il nostro lavoro.
Oggi le cose sono un po' cambiate, da un lato perché abbiamo imparato ad usare in maniera migliore la diplomazia e prima di arrabbiarci o denunciare cerchiamo maggiormente il dialogo, dall'altro perché le istituzioni stesse hanno cominciato a valutarci positivamente per il lavoro svolto.
Purtroppo in tutta Italia ci sono molti comuni che, contrariamente a quello che è il loro mandato, osteggiano l'affidamento, impediscono un aiuto dei bambini e delle loro famiglie. Il motivo è da ricercarsi nei soldi e nella politica. Nei soldi perché un affidamento ha un costo: ricerca di famiglie affidatarie con tanto di promozione dell'affido e assistenti sociali e psicologi a disposizioni per corsi ed incontri con le persone disponibili; retta mensile per chi accoglie un bambino nella propria casa che si aggira attorno ai quattrocentocinquanta euro al mese, ma che arriva anche ad oltre tremila euro mensili se l'affido fallisce (ed accade spesso per la mancanza di supporto alle famiglie) per le comunità ove il minore dovrà essere inserito; assistenti sociali e psicologi che dovranno prendere in carico il caso e seguire bambino, famiglia di origine e famiglia affidataria. Nella politica perché spendere soldi per un affidamento non da visibilità al politico tanto quanto fare una piazza o mettere le panchine nuove nel parco; inoltre accade spesso che i genitori che si vedono portare via il figlio reagiscono utilizzando anche i media e coinvolgendo l'opinione pubblica che si indigna davanti a quello che considerano un "rapimento di stato" senza però poter valutare i fatti, in quanto possono ascoltare solo la versione, spesso romanzata e non realistica, della famiglia del bambino, in quanto servizi sociali, comuni e tribunali non possono spiegare pubblicamente le ragioni dell'allontanamento per giuste ragioni di privacy.
Tutto questo comporta che i comuni non investono, talvolta anche per mancanza di fondi, nella promozione dell'affido, si circondano di un numero insufficiente di assistenti sociali che per quanto brave e volenterose non possono fare miracoli. Ci sono comuni nei quali un'assistente sociale si occupa mediamente di quattrocentocinquanta casi, ed è logico che alla fine non possa svolgere un buon lavoro nei tempi che sono necessari.
Il mondo va così da sempre, chi fa qualcosa di buono viene ostacolato da chi vuole mantenere il potere, da coloro che hanno paura che le sue parole e le sue azioni possano in qualche modo stravolgere un equilibrio duramente conquistato e mantenuto, un potere che garantisce la sicurezza di una comoda poltrona dalla quale si possa osservare il mondo in maniera privilegiata senza sporcarsi le mani.
Se ce ne stiamo in poltrona a guardare la tv, se non ci interessiamo ai problemi del nostro prossimo, se non chiediamo spiegazioni ai nostri politici del loro operato, se non combattiamo contro l'indifferenza e l'inedia del pubblico le cose non cambieranno mai, anzi corruzione e malaffare regneranno sovrane perché troveranno terreno fertile, non avranno nessuno che li combatte perché in molti preferiranno adeguarsi al sistema.
Così accade che ci siano migliaia di bambini che vivono in situazioni di grande degrado, in problemi come la prostituzione, la pedofilia, la violenza domestica, l'abbandono scolastico e noi non facciamo nulla perché il nostro diretto interlocutore fa orecchie da mercanti? Ma volete scherzare? Che razza di gente siete? Come potete puntare il dito contro i delinquenti se non fate nulla affinché i bambini non prendano una brutta strada?
Come si fa a combattere contro questo stato di cose? Semplice, in prima battuta mettendosi a disposizione per l'affidamento sia attraverso il proprio comune, sia attraverso noi; poi andando dai comuni a chiedere spiegazioni sul perché ci sia una legge che obbliga i comuni a fare promozione verso l'affido, ma nelle nostre città non vediamo cartelli che invitano all'accoglienza; infine dando il proprio supporto di volontari per associazioni come la nostra che si occupano di bambini e di affidamento. In questo periodo abbiamo fatto delle proposte sul cambiamento della legge sull'affido affinché non si ripetano situazioni in cui i tribunali emettano i decreti di affidamento ed i comuni non li eseguano per mancanza di risorse. L'unione fa la forza e scardina il mal costume, noi ci siamo, unitevi alle nostre battaglie e se non potete o non volete prendere un bambino in affido, almeno supportate chi lo fa e chi lo promuove.
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Se non potete accogliere un bambino nella vostra casa, almeno date a noi la possibilità di farlo con un affido a distanza
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Addì 8 settembre 2020
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia,
Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele", che significa Dio-con-noi.
Matteo 1,1-16.18-23
Erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie (8 settembre 2020)
Trovate la forza
Penso spesso all'immagine che a volte ci viene raccontata dai missionari in Africa secondo la quale centinaia di persone la domenica si mettono in viaggio a piedi, tra la polvere, affrontando talvolta anche dei pericoli per passare qualche ora in chiesa ad ascoltare la Messa, le parole del sacerdote e magari risolvere i propri problemi o essere guariti. Chilometri e chilometri per sfamare l'anima con la Parola di Dio. A noi non manca il cibo in tavola, non dobbiamo prendere arco e frecce o rovistare nella spazzatura per procurarci da mangiare, ci basta tirare fuori di tasca il portafogli ed ecco apparire sulle nostre tavole un cappone, un'orata, un cesto d'insalata. Abbiamo perso la capacità di lottare per ottenere ciò che nella vita ci serve. Abbiamo le chiese vicine, ma non abbiamo il tempo per entrarvi un attimo per fare una preghiera o ascoltare una Messa. Abbiamo i poveri vicini, i senzatetto, i bambini abbandonati, le persone anziane, ma non abbiamo il tempo o la voglia di uscire di casa e fare un chilometro con il motorino o con la macchina. Siamo diventati pigri, svogliati, incapaci di combattere, di vedere i valori della vita. Bravissimi. E' proprio così che ci vuole chi opera nel male: mollicci, senza prendere una posizione, sprofondati nelle nostre agiatezze. Terreno fertile perché il male si possa insinuare dentro i nostri cuori e nel tessuto della nostra società.
Mi ribolle il sangue al pensiero che miglia di persone vorrebbero avere ciò che noi buttiamo via, oppure una chiesa vicino casa, o una sola stanza della casa dove abitiamo. Abbiamo tutto, ma alla fine non abbiamo niente. Abbiamo perso i valori che ci hanno permesso di costruire il nostro benessere, non si combatte più per le cose importanti come la famiglia o la solidarietà, anzi, ci scanniamo allo stadio, tiriamo bombe carta agli uomini in divisa che fanno il loro dovere anziché dialogare, mettiamo i nostri anziani negli ospizi e ci dimentichiamo della loro esistenza, abbandoniamo i nostri figli per la strada in nome dell'emancipazione ma solo per poter essere liberi di andare a giocare a tennis.
Abbiamo smesso di ascoltare, di leggere, di riflettere su cose importanti. Non ci confrontiamo più su principi e valori perché si ha paura di essere giudicati, ma anche per pigrizia. Si lascia che le cose vadano come devono andare, come lasciare che un fiume scorra senza argini e tutto travolge, inonda. Non lamentiamoci se rapiscono i nostri figli, se violentano la ragazza che torna a casa, se rapinano ed uccidono nelle nostre case. E' il nostro mondo, siamo noi a volerlo così perché non facciamo nulla per cambiarlo. Chi sono gli stupratori, gli assassini, i ladri, i rapinatori? Coloro che nessuno aiuta, coloro che da bambini hanno imparato solo l'odio per chi preferiva gettare i propri soldi ed il proprio tempo in cose inutili anziché dividerli con chi non aveva nulla da mangiare o una famiglia problematica. Purtroppo oggi non si pensa altro che a noi stessi, a vivere bene la giornata, a non avere problemi. Si preferisce divorziare piuttosto che dialogare e non si pensa alla sofferenza dei figli in seguito ad una separazione. Non costruiamo l'avvenire, non ci sacrifichiamo per i bambini che domani erediteranno un mondo peggiore, non facciamo pulizia e nascondiamo lo sporco sotto il tappeto facendo finta che certe realtà di abbandono non esistano.
Trovate la forza dentro di voi per reagire, per combattere il male che ci circonda e che è radicato dentro di noi. Prendete il Vangelo, la Parola di Dio, come una spugna per lavare via le brutte abitudini, cominciate ad uscire per aiutare il prossimo, accogliete i figli di coloro che sono sbandati e fatene uomini di domani, tenete in casa i vostri figli e aspettate il più possibile a farli diventare grandi affinché imparino i valori che si stanno perdendo e possano tramandarli alle generazioni future. E' facile criticare la chiesa, facile puntare il dito sui sacerdoti, ma sono scuse per non voler ascoltare la propria coscienza, per non voler ascoltare Dio perché ci fa comodo non mettersi in gioco così da restare comodamente seduti sui nostri divani.
Ma è davvero una bella vita quella che fate? Ma davvero pensate che quando sarete anziani i vostri figli non vi metteranno in ospizio, oppure non desidereranno la vostra morte per godere al più presto dell'eredità? Davvero pensate che ci sarà qualcuno disposto ad accogliervi in casa se vostra moglie o vostro marito vi mandasse via? Vi auguro che tutto questo non vi riguardi, ma questo è il mondo che stiamo costruendo. Siamo ancora in tempo per cambiarlo, basta avere il coraggio di alzarsi, uscire di casa e chinarsi su coloro che hanno bisogno di noi, siano essi anziani, poveri, senza tetto, bambini abbandonati. Fuori dalle vostre case c'è una guerra da combattere ed il Signore chiama anche voi ad essere soldati della Carità, ma se non vorrete farlo per Dio fatelo per voi e per i vostri figli, aiutate chi ha bisogno, dividete ciò che avete con chi non ha nulla, accogliete in casa un bambino ed insegnate alla vostra prole cosa sia la solidarietà, la condivisione.
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Addì 9 settembre 2020
In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete.
Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione.
Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.»
Luca 6,20-26