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  1.  

    Un servo non è più grande del suo padrone (7 maggio 2020)

    A me non me ne frega niente

    I nostri volontari sono super impegnati nel raccogliere generi alimentari e no food da destinare alla popolazione livornese
    1300 persone, suddivise in 400 famiglie aspettano, bramano il nostro pacco, forse il più ricco tra quelli distribuiti a Livorno
    C'è una bella risposta da parte della gente, in molti capiscono la situazione, tantissimi comprano nei supermercati un pacco di pasta, un litro di latte, una scatoletta di tonno in più da donare agli Amici della Zizzi.

    Ma qualcuno, incentivato a donare dai nostri volontari, risponde bruscamente "A me non me ne frega nulla degli altri"

    E' brutto sentirlo dire. Noi ci restiamo male, ma l'offesa è rivolta a chi soffre, è verso chi ha perso il lavoro, è contro chi ha dovuto chiudere l'attività sommerso dai debiti. Progetti iniziati, sogni nel cassetto, futuro roseo: tutto è andato in fumo nel giro di un paio di mesi tra il surreale e l'incapacità di adattamento ad una situazione tragica.

    Ed allora cosa sarà mai donare cinquanta centesimi per chi esce con carrelli strapieni?

    Stamani un signore ha pagato alla cassa 237,27 e non ha lasciato nulla nel carrello per le famiglie disagiate.
    Se la cassiera gli avesse detto che spendava 237,57 centesimi non avrebbe fatto una piega e nulla sarebbe cambiato nella sua vita
    Ma quei 50 centesimi volevano dire un pacco da mezzo chilo di pasta per una famiglia, quei 50 centesimi avrebbero fatto la differenza tra "mangiare e non mangiare"

    A quel signore potrà anche non fregarliene nulla, ma come si sentirà quando sedendosi a tavola con l'abbondanza che si può permettere penserà a colui che non potrà avere un piatto di pasta da dare a sua figlia?
    Forse nemmeno ci penserà, è una questione di coscienza, ma il bene che facciamo con i nostri presidi non è solo a coloro cui portiamo generi di prima necessità, non è solo verso i volontari che si sentono felici di aver contribuito a dare una speranza a tante persone, è anche nei confronti di coloro ai quali risvegliamo le coscienze con la nostra presenza, i nostri sorrisi, i nostri ringraziamenti, le storie di povertà che raccontiamo.

    Ed allora forza, non lasciamoci demoralizzare da chi dice "A me non me ne frega niente" ma andiamo avanti perché la nostra azione porta tanti benefici e prese di coscienza che possono cambiare la nostra società rendendola più altruista
    --------------------
    Risvegliare le coscienze

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

    Fai una donazione per sostenere insieme a noi 400 famiglie
    in stato di necessità, 1300 persone che non hanno nulla da mangiare

    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  2.  

    Addì 8 maggio 2020

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me»

    Giovanni 14,1-6

  3.  

    Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me (8 maggio 2020)

    Preoccupazioni della vita

    Ognuno di noi ha le sue preoccupazioni: vita matrimoniale difficile, paura di perdere i figli, malattie gravi, perdita del lavoro, debiti da pagare.

    Cose grosse!

    Se dipendesse da noi andremmo a fondo in un attimo.
    Guardate come basti un minusolo virus per mettere in ginocchio il mondo intero.

    Per fortuna c'è Dio, la Provvidenza, la Natura, la fortuna, chiamatela come volete, ma per me è sempre e solo Dio.

    C'è per noi quando arriva una telefonata per dirci che hanno accettato la nostra domanda di lavoro
    C'è per noi quando il medico ci dice che nostro figlio è fuori pericolo
    C'è per noi quando arriva il decreto di adozione tanto sospirato
    C'è per noi quando il giudice decreta la nostra assoluzione

    C'è per questa mamma e per tante altre famiglie quando scrive

    Ti volevo ringraziare tantissimo.... mi hai reso davvero in una situazione bellissima...avere così tante cose è un sogno....grazie davvero di cuore per il tuo aiuto....per me per i miei figli conta molto questo aiuto...grazie mille

    Felici di essere stati la mano di Dio quando ha voluto piegarsi verso questa mamma per darle una carezza e risolverle un problema

    Ci saranno altri momenti difficili per lei, per noi e per tanti altri, ma oggi un piccolo bicchier d'acqua ha spento la sete e donato la speranza nel futuro, nelle persone e in Dio
    --------------------
    Speranza in Dio e nella Provvidenza

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

    Fai una donazione per sostenere insieme a noi 400 famiglie
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  4.  

    Addì 9 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
    Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
    Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?
    Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere.
    Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
    In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre».
    Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.
    Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò»

    Giovanni 14,7-14

  5.  

    Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? (9 maggio 2020)

    33 anni

    Cristo è stato messo in croce all'età di 33 anni perché scomodo al potere, al monopolio della moralità.
    Professava l'amore per Dio al pari dei farisei, ma con metodi che non piacevano a questi signori.
    Si sentivano criticati da Gesù.
    Erano intimoriti dal crescente consenso che aveva e timorosi di perdere potere e privilegi.
    Così decisero di metterlo a morte e così fecero.

    L'Associazione Amici della Zizzi compirà tra pochi giorni 33 anni.
    Professiamo l'amore per il prossimo accogliendo Bambini in situazioni difficili e sfamando migliaia di persone ogni settimana.
    I nostri metodi non sono quelli standard, incanalati dai diktat del potere politico o ecclesiale.
    Diamo a coloro che aiutiamo tantissimo amore, tutti noi stessi, dedicando loro la nostra vita.
    Raccogliamo attorno a noi consensi crescenti nella popolazione di ogni ceto.
    Non amiamo comparire con foto sui giornali se non costretti, sedere nelle poltrone di consigli di fondazioni.
    La nostra visibilità è nella quotidianità, ed ognuno può venire a toccare con mano il nostro lavoro

    Ma diamo noia al potere, siamo scomodi per chi opera con finalità diverse dal puro ed unico amore verso il prossimo, siamo invisi da chi non è puro di cuore.

    Ed ecco che hanno deciso di metterci a morte

    La storia deve essere ancora scritta, ma la chiusura della casa famiglia da parte del Comune ed un procedimento penale per cose inesistenti (cibo scaduto che per la legge Gadda scaduto non era) la dicono lunga su quanto le autorità siano di ostacolo al nostro operato.

    Cristo è morto, ma è risorto

    Noi speriamo di non morire, ma se dovesse accadere, STATENE CERTI, risorgeremo perché la forza di Dio, dell'amore e del popolo è molto più potente di qualche idiota blasonato che usa il potere per il proprio tornaconto personale.
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    33 anni, l'età di Cristo

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

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  6.  

    Addì 10 maggio 2020

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me.
    Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.
    E del luogo dove io vado, voi conoscete la via».
    Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?».
    Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
    Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
    Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
    Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?
    Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere.
    Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
    In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre»

    Giovanni 14,1-12

  7.  

    Chi crede in me, compirà le opere che io compio (10 maggio 2020)

    Il proprio orticello

    Quando svolgiamo un compito, quando abbiamo un ruolo, quando seguiamo una causa, eseguiamo un lavoro rischiamo di cadere nell'errore che non ci sia nulla di più importante di quello che stiamo facendo, spesso denigrando chi fa qualcosa di diverso, insinuando che stia compiendo qualcosa di inutile, o di assai modesto rispetto al nostro compito.
    E' così nelle case dove chi lavora e porta lo stipendio in casa non vede il lavoro della casalinga, e frasi tipo "Beata te che stai a casa tutto il giorno a non fare nulla" oppure "Potevi fare di più e meglio visto che eri a casa, mentre io ero al lavoro" sono all'ordine del giorno in molte delle nostre famiglie.
    Accade anche il contrario: "Tu sei fuori tutto il giorno ed io mi ammazzao per cucinare, pulire, accudire i figli, potresti essere più presente"

    Uno denigra l'altro, uno non cerca di vedere la fatica, le gioie, le delusioni del compagno o della compagna, del marito o della moglie, dei figli o dei genitori

    Ognuno coltiva il proprio orticello e le sue carote sono il frutto più buono del mondo, mentre i fagioli del figlio, i pomodori della moglie, l'insalata dl babbo o della mamma, gli spinaci del marito non valgono quanto le "mie carote".

    Ognuno ha i propri gusti: a chi piace lavorare sotto il sole facendo il muratore, altri difendono gli imputati nei processi, altri ancora allevano figli e puliscono casa, e chi studia non può non vedere il lavoro che viene fatto per dar loro la possibilità di istruirsi, così come che è adulto deve capire le attività dei ragazzi.

    Non c'è un lavoro più importante di un altro

    Chi sostiene economicamente la famiglia non è da meno di chi prepara i pasti, pulisce la casa, accudisce i figli, altrimenti non ci sarebbe una famiglia per cui lavorare.
    E chi accudisce i figli non può arrogarsi il diritto di gestirli in toto solo perché l'altro genitore è quasi sempre fuori casa, altrimenti non sarebbe famiglia.
    E in un gruppo chi organizza non è da meno di chi esegue, perché senza la testa tutto il gruppo si sfascerebbe, ma senza gli esecutori materiali a cosa servirebbe una testa?
    Ed è così anche nel sociale: coloro che accolgono Bambini non sono migliori o peggiori di chi accudisca malati terminali o anziani, drogati o carcerati.

    Eppure si creano divisioni nelle famiglie perché ognuno vuole prevalere sull'altro, o semplicemente avere considerazione per il proprio lavoro senza dare meriti o sostenere l'altro.
    E si creano divisioni anche nella solidarietà dove ogni associazione si crede di essere l'unica giustificata a compiere certe opere, e coloro che le svolgono al di fuori sono imbroglioni e faccendieri della peggior risma
    E si creano persino divisioni tra fedeli della stessa religione perché chi prega è visto come "minore" rispetto a chi opera sul campo.

    Tutto questo porta a frizioni, liti, famiglie che si sfasciano, volontari che si disperdono, scismi anche all'interno dello stesso credo religioso.

    Tutto perché vogliamo che ci venga riconosciuta l'egemonia, il titolo di "The best"

    Un po' di umiltà amici miei, è questa spesso la medicina che cura ogni male nei rapporti, salva le famiglie, unisce gruppi in nome della solidarietà o della politica.

    Utopia? Cambiare una società in toto non è cosa facile, ma se partiamo dalle nostre case, dai nostri gruppi, dalla nostrra chiesa e cominciamo noi per primi ad essere umili, a vedere nell'altro una risorsa e non un nemico su cui primeggiare, allora forse, pian piano, la società potrà iniziare a cambiare.

    I grandi numeri iniziano sempre da uno, ed "io sono uno", cominciamo a cambiare il mondo partendo da noi stessi
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    Facciamo noi il primo passo

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

    Fai una donazione per sostenere insieme a noi 450 famiglie
    in stato di necessità, 1500 persone che non hanno nulla da mangiare

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    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  8.  

    Addì 11 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».
    Gli disse Giuda, non l'Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?».
    Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.
    Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
    Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.
    Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto»

    Giovanni 14,21-26

  9.  

    Lo Spirito Santo che il Padre manderà v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (11 maggio 2020)

    Una rosa senza spine

    Quando una persona muore smette di respirare, di parlare, il suo corpo si sgretola.
    Da una prima impressione sembra che l'abbiamo persa, ma non è così.
    Abbiamo perso di lei alcune caratteristiche, abbiamo perso un suo modo di dialogare con noi, ma chiunque muore continua a parlarci.

    Oggi è il compleanno della mia mamma, la Zizzi, morta quando aveva 47 anni più di 34 anni fa.
    Parlavamo molto, mi consigliava, rimproverava, proteggeva.
    Pian piano ho capito che non ha mai smesso di farlo, ha solo cambiato modalità.

    Mi parla attraverso il ricordo di certe situazioni.
    Mi parla attraverso le lettere che mi ha scritto.
    Mi parla quando percepisco il suo rimprovero se faccio qualcosa che lei avrebbe ritenuto sbagliata.

    Ci sono rose bellissime, ma sono piene di spine.
    La rosa che rappresenta la mia mamma è fatta di petali vellutati, ma non ha spine, non ha aspetti negativi, scontri, situazioni difficili da gestire: è amore puro, profumo inebriante che sollecita lo spirito ad essere migliore.
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    Buon Compleanno Mamma

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  10.  

    Addì 12 maggio 2020

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
    Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.
    Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.
    Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato»

    Giovanni 14,27-31a

  11.  

    Vi lascio la pace, vi do la mia pace (12 maggio 2020)

    Botte da orbi

    Sabato eravamo al mercato di Piazza Cavallotti a Livorno per raccogliere frutta e verdura per le famiglie che aiutiamo.
    C'era il pienone, libero accesso, protocolli di sicurezza non rispettati da molti: in tanti senza mascherina, vicini più che mai.
    E sono volate sberle e ceffoni in più riprese. Personalmente ho visto l'inizio di tre risse, subito pacate da altri avventori con formazione di gruppi a stretto contatto.

    Inizialmente si diceva che il virus avesse portato più solidarietà e amore fra le persone

    La mia sensazione, stando sulla strada dal primo giorno, è che ci sia stata una gara alla solidarietà iniziale con poco egoismo, ma adesso le cose stanno cambiando, c'è nervosismo, legato forse al protrarsi della situazione, ma dispiace vedere un po' più di cattiveria rispetto al passato, quando invece c'era la speranza di migliorare il mondo e migliorarsi come persone.

    Se questo trend dovesse continuare mi viene da pensare che l'umanità abbia fallito un appuntamento con la storia, ed anziché progredire si rischia di fare un passo indietro.
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    Scambiamoci un gesto di pace e solidarietà

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  12.  

    Addì 13 maggio 2020

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
    Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
    Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato.
    Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
    Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
    Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
    Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
    In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli»

    Giovanni 15,1-8

  13.  

    Che portiate molto frutto (13 maggio 2020)

    Buoni o cattivi?

    Il Comune di Livorno ci ha fatto chiudere la casa famiglia per non continuità affettiva e per aver trovato 500 kg di generi alimentari (dimenticati in soffitta) con la scritta "Da consumarsi preferibilmente entro ... " con data antecedente al giorno in cui sono venuti. Merce non scaduta anche per legge Gadda che rimette "in gioco" la merce "scaduta".
    Errore nostro? No di certo, ma ammettiamo che sia così, i numeri (dimostrabili) della nostra azione parlano da soli

    Dal 10 aprile ad oggi abbiamo raccolto

    18 tonnellate di cibo presso i supermercati
    18 tonnellate di altro genere alimentare fresco
    Tonnellate di prodotti per la pulizia della persona e della casa

    Tutto distribuito a 472 famiglie, 1546 persone (numeri in continua espansione) tramite 100 volontari

    Agli occhi dell'Asl che ci ha fatti chiudere siamo delinquenti che avrebbero potuto dare cibo scaduto ai Bambini
    Agli occhi del popolo che ha così tanta fiducia in noi siamo bravi ragazzi
    Agli occhi di Dio non spetta a me dirlo, ma se non fossimo suoi tralci saremmo già morti e sepolti da anni

    Grazie a chi ci dona fiducia, e una preghiera per chi ci osteggia, che Dio abbia pietà di loro.
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    Numeri importanti

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

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  14.  

    Addì 14 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.
    Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
    Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».
    Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
    Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
    Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
    Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.
    Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
    Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri»

    Giovanni 15,9-17

  15.  

    Rimanete nel mio amore (14 maggio 2020)

    Biciclette costose

    Conoscersi, innamorarsi, progettare una strada insieme con figli e matrimonio, sposarsi è facile, una strada in discesa.
    Poi iniziano i problemi legati alla realtà.
    Dalle piccole cose come il dentifricio lasciato aperto o la cena bruciacchiata, si passa a problemi più seri come l'educazione dei figli, gli impegni extra familiari o le sante suocere.
    E ben presto quella strada, apparentemente tanto facile, si dimostra essere una strada in salita, in forte salita.

    Ci sono biciclette che non hanno le marce e possono andare solo in pianura, ma ve ne sono altre che possiedono cambi tali da farle arrampicare su pendii scoscesi.
    Le prime hanno un costo molto basso, ma il difetto di farci faticare tantissimo, fino a non farcela, quando si tratta di andare in salita.
    Le seconde ci impongono un sacrificio enorme al momento dell'acquisto, ma ci danno una possibilità importante per arrivare in vetta.

    Le marce della seconda si chiamano Amore, Pazienza, Perdono, Tolleranza, Umilità

    In un qualunque rapporto, specie quello il cui legame è rappresentato dal matrimonio, dai figli, dalla condivisione di un progetto lavorativo o di una scelta di vita, si fanno solo pochi passi in pianura se non abbiamo Amore per il prossimo, Pazienza nell'ascolto, Perdono per gli errori dell'altro, Tolleranza per le mancanze dell'altro, Umiltà nel saper chiedere scusa ed accettare una critica.

    Viceversa se Amiamo il prossimo tutto ci è possibile, seppur con grandissima fatica

    Molti scelgono la strada facile e cambiano percorso, cambiano partner, moglie o marito, e persino i figli quando si presentano le difficoltà.
    Altri invece pagano a rate, ogni giorno, il costo di una buona bicicletta, il costo di amare fino in fondo, il costo di essere sempre pazienti e tolleranti, il costo di chinare il capo. Costoro sono quelli che avranno più possibilità di restare in sella a quel rapporto fino alla fine della gara, fino alla fine della vita.

    Fate un investimento: comprate la bici più costosa ed accessoriata e riuscirete a superare meglio le difficoltà della vita, le difficoltà che incontrerete in ogni rapporto con il vostro prossimo.
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    Dotatevi di marce per salire fino alla vetta

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

    Fai una donazione per sostenere insieme a noi 480 famiglie
    in stato di necessità, 1600 persone che non hanno nulla da mangiare

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  16.  

    Addì 15 maggio 2020

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
    Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
    Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando.
    Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.
    Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.
    Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri»

    Giovanni 15,12-17

  17.  

    Che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati (15 maggio 2020)

    Critiche costruttive o attacchi gratuiti?

    Qualunque cosa si faccia o si dica c'è sempre qualcuno che fa polemica o critica.
    Gesù rispose ai suoi accusatori: se hofatto del male dimmi dove è il male, se ho fatto del bene perché mi percuoti?

    Ieri un amico mi ha scritto "Ti identifichi nel bene e, di conseguenza, identifichi automaticamente nel male chi la pensa in maniera diversa"
    Non è proprio così. Identifico le nostre azioni come buone (e se non lo sono chiediamo a chi ci accusa di farci vedere dove sta il male) e identifico chi ci osteggia come un qualcuno che ci fa del male. Se è in buona fede sarà una brava persona comunque, se invece ha altri scopi ed è in cattiva fede penso che non sia una brava persona perché facendo del male a noi fa male a tutti coloro che aiutiamo e prego Dio affinché gli possa far capire l'errore.

    La mia mamma mi raccontava sempre una favoletta

    C'era una volta un vecchio, un bambino ed un asino. Stavano andando al mercato e sia il bambino che il vecchio portavano l'asino per la corda, camminandogli accanto.
    La gente, nel vederli, criticava mormorando "guarda come sono stupidi, hanno un asino e non ci salgono sopra"
    Uditi questi discorsi, il bambino ed il vecchio montarono sull'asino.
    La gente, nel vederli, criticava mormorando "guarda che persone senza cuore, sono in due su quel povero asino".
    Uditi questi discorsi, il bambino scese dall'asino, mettendosi a camminare accanto alla bestia.
    La gente, nel vederli, criticava mormorando "guarda che vecchio senza cuore, manda un povero bambino a piedi".
    Uditi questi discorsi, il vecchio scese dall'asino, mettendosi a camminare accanto alla bestia e fece salire il bambino.
    La gente, nel vederli, criticava mormorando "guarda che bambino senza cuore, manda un povero vecchio a piedi".

    La morale: qualunque cosa tu faccia, troverai sempre qualcuno pronto a criticarti per quello che stai facendo e non combinerai mai nulla se continuerai a dar retta ai discorsi della gente.
    Noi siamo spesso criticati, ma per ogni critica c'è sempre qualcuno che per il medesimo fatto è pronto a farci i complimenti. Quindi andiamo per la nostra strada, ascoltando i consigli della gente, ma ragionandoci sopra. Se appaiono assennat ne faccio tesoro, altrimenti "non ti curar di loro ma guarda e passa"
    --------------------
    Non ti curar di loro

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

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  18.  

    Addì 16 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.
    Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.
    Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra.
    Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato»

    Giovanni 15,18-21

  19.  

    Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me (16 maggio 2020)

    Che bella la gente, che belli i livornesi

    In due mesi di raccolta e distribuzione cibo abbiamo incontrato tantissime persone.

    E' un periodo difficile per noi come Associazione perché siamo sotto attacco delle istituzioni (casa famiglia chiusa dal comune di Livorno per non continuità affettiva) e ci dobbiamo difendere nei tribunali. Ravvisiamo fortemenete l'odio ormai più che palese di politici, suore, preti, associazioni e fondazioni.
    Ma che bello avere l'amore della gente. Non è teoria è atto pratico.

    Lunedì in un supermercato abbiamo raccolto sette quintali di merce, mercoledì nello stesso negozio ben nove quintali e venerdì, sempre nello stesso punto vendita, abbiamo superato la tonnellata di generi alimentari.

    La gente ci apprezza. Fa sacrifici per noi perché ha fiducia.

    Apprezza il nostro vederci sul campo.
    Apprezza il nostro spirito e la nostra abnegazione.
    Apprezza la nostra onestà, correttezza ed educazione.
    Se qualcuno ci apostrofa in malo modo del tipo "Ci avete rotto con questa raccolta" è la gente stessa a difenderci, a levare davanti a noi uno scudo, così come è successo ieri al supermercato quando un signore ha apostrofato in malo modo una nostra volontaria e la gente gli ha risposto per le rime dicendo "La signorina non ti obbliga, si limita a chiedere e non lo fa per sé ma per la gente che ha fame".

    Che bello essere odiato dalle istituzioni e dai forti poteri dell'associazionismo blasonato ecclesiale e di stato se c'è l'amore della gente

    Che bello essere odiati da chi appare tutti i giorni sul giornale ed ha fatto della propria missione un'arma per accentrare su di sé potere

    Anche Gesù era odiato dai polici e dai religiosi del suo tempo, felice di seguire le sue orme

    E' difficile camminare se il vento forte del potere spira contro, ma al potere va chi è amato dal popolo ed il vento girerà a nostro favore, spinti dal libeccio di coloro che ci stimano.
    --------------------
    Contento di essere odiato

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

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  20.  

    Addì 17 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti.
    Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.
    Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi.
    Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.
    In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi.
    Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui»

    Giovanni 14,15-21

  21.  

    Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto (17 maggio 2020)

    Rispondiamo a chi ci fa del male con dolcezza e rispetto

    Come è difficile non cascare nei tranelli della cattiveria

    Se uno ci da un cazzotto, la prima cosa che ci viene di fare istintivamente è quella di alzare le mani contro di lui.
    ERRORE

    Se uno ci attacca su questioni di principio, ci viene naturale rispondere con la stessa veemenza contrattaccando.
    ERRORE

    Se uno parla mal di noi, specie se altri parlano bene, ci viene spontaneo ricambiare parlando male di di lui.
    ERRORE

    Ad un Bambino che inizia uno sport l'allenatore chiederà dei sacrifici, di sforzarsi nel correre, resistere oltre il limite, affrontare il dolore muscolare.
    Tutto assai difficile, visto da molti neofiti dello sport come un qualcosa di impossibile da realizzare, specie se hanno trascorso il loro tempo comodamente seduti in poltrona a giocare ai video games o a guardare la tv.
    Correre, saltare, immergersi, colpire con foza una palla sono richieste incredibili.
    La fiducia nell'allenatore, il desiderio di entrare in squadra, la voglia di riuscire fanno si che l'impossibile si trasformi in possibile, e con il tempo tutto risulti agevole se portato avanti con allenamento e determinazione.

    Nella bellissima lettera di San Pietro i suoi consigli sono tanto meravigliosi quanto difficili da eseguire, ma il buon allenatore è Dio tramite le parole del Vangelo, il desiderio di portare avanti i propri principi e di essere in squadra con il mondo dei buoni possono portare a risultati insperati.

    E come dice San Pietro riusciremo ad essere

    "Pronti sempre a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di noi rimangano svergognati quelli che malignano sulla nostra buona condotta"

    E' meglio infatti soffrire facendo il bene, piuttosto che gioire facendo il male
    --------------------
    La differenza tra il possibile e l'impossibile è il provarci con determinazione

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  22.  

    Addì 18 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza, perché siete stati con me fin dal principio.
    Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi.
    Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio.
    E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me.
    Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato»

    Giovanni 15,26-27.16,1-4a

  23.  

    Chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio (18 maggio 2020)

    Buona Fede

    Tutti noi conosciamo i fondamentalisti islamici.
    Tutti noi abbiamo visto le barbarie di cui sono capaci.
    Loro credono nel fatto che tutti coloro che sono di religione diversa siano dei blasfemi e uccidendoli sono certi di rendere culto ad allah

    Ci sono vari dei nella nostra società.
    Uno di essi è il partito.
    Ci sono molti che fanno battaglie per eliminare coloro che sono di diverso pensiero, convinti di essere nel giusto e di fare la cosa buona per il proprio partito.
    E' spesso questione di retaggio culturale e per cambiarlo bisognerebbe partire dal basso, ma ci vuole tempo.

    La cosa che più dispiace è vedere rappresentanti della chiesa cattolica che siano convinti che rendere culto a Dio sia togliere di mezzo non solo chi la pensa diversamente da loro, ma anche chi pur nella chiesa agisce per il bene in modo diverso da quello istituzionale.

    Ricordo che anni fa un sacerdote raccomandava ai propri parrocchiani di non avvicinarsi alla nostra associazione perché "rubavamo" giustificando tale affermazione dicendo che "Se non ci fossimo i soldi da noi raccolti sarebbero andati alla chiesa, pertanto ciò che raccoglievamo era un furto alla chiesa stessa"

    Eppure nel Vangelo si narra che l'apostolo Giovanni disse "Maestro, abbiamo visto un uomo che usava il tuo nome per scacciare i demoni, e noi abbiamo cercato di farlo smettere perché non è uno dei nostri".
    Ma Gesù rispose "Lasciatelo fare. Perché non c'è nessuno che possa fare un miracolo in nome mio, e poi subito si metta a parlar male di me. Chi non è contro di noi è con noi"

    Posso capire la buona fede dell'islamico
    Posso arrivare con fatica a capire la buona fede del dirigente di parito
    Ma non posso giustificare la suora, il vescovo o il parroco che ci osteggiano e ci vedono come nemici perché il Vangelo è molto chiaro in proposito
    --------------------
    Chi non è contro di me è con me

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  24.  

    Addì 19 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai?
    Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
    Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò.
    E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.
    Quanto al peccato, perché non credono in me; quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato»

    Giovanni 16,5-11

  25.  

    Dove vai? (19 maggio 2020)

    Buon Compleanno Amici della Zizzi

    Nel gennaio 1986 morì la mia mamma e non sapevo in quale direzione andare.
    Nel settembre 1986 iniziai ad aiutare Bambini e famiglie e non conoscevo la strada, solo l'inizio di essa.
    Il 19 maggio 1987 ci ritrovammo dal notaio per dare origine all'Associazione "Amici della Zizzi", ignari di dove saremmo andati: conoscevamo solo la direzione.
    Sono passati i primi dieci anni, poi siamo giunti al ventennale, abbiamo superato il trentesimo anniversario ed oggi, al nostro 33° compleanno ancora non conosciamo la meta.

    Chiunque di noi se fa un viaggio sa da dove parte, dove vuole arrivare e calcola i tempi

    Così facciamo nella vita: ci programmiamo come tanti robot imponendoci scelte perché "Così fan tutti".
    Ci sposiamo, abbiamo dei figli, speriamo nei nipoti. Cerchiamo un lavoro, una stabilità economica, speriamo di arricchirci e godere in pieno della vita.
    Legittimo, ma se vediamo quanti matrimoni falliscono, quanti figli si perdono, come sia facile perdere lavoro e risparmi, verrebbe da domandarsi se siamo sulla strada giusta.
    Come tutti anche noi abbiamo pianificato il nostro cammino, ed abbiamo sempre cercato di crescere per aiutare sempre più Bambini e famiglie, ma puntualmente ogni nostro piano è cambiato in corso d'opera.
    Ho imparato con il tempo che è giusto fare un minimo di programmazione, ma è doveroso mantenersi elastici perché il cambiamento che mai ci saremmo aspettati, ed il virus insegna, è dietro l'angolo e può mandare a monte ogni nostro piano, dandoci magari anche nuove opportunità.

    Aiuteremo sempre i Bambini e le famiglie in difficoltà, ma come e con quali strumenti è un qualcosa che può variare a seconda delle circostanze, così come in questo momento portiamo pacchi alimentari alle famiglie per questa nuova necessità e perché impossibilitati ad accogliere Bambini in affido, visto che il comune ha chiuso la nostra Casa Famiglia, e a fare aggregazione con i Bambini del doposcuola.

    Elasticità significa crescere secondo la direzione che Dio vuole indicarci

    E' come essere una pianta che cresce a seconda del vento e di dove è posizionata: i correttivi sono necessari, ma troppi legami rischiano di farla spezzare
    --------------------
    Non sappiamo quale sarà il nostro futuro, ma sappiamo quanto bene abbiamo donato

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  26.  

    Addì 20 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
    Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.
    Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà.
    Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà»

    Giovanni 16,12-15

  27.  

    Per il momento non siete capaci di portarne il peso (20 maggio 2020)

    Famiglia-mondo

    Un Bambino piccolo non può avere la preoccupazione di mettere a tavola una famiglia, lavare i vestiti, pensare all'affitto.
    Man mano che crescerà e si fortificherà potrà portare il peso di responsabilità crescenti.

    E' così per gli uomini

    Man mano che cresciamo e maturiamo acquisiamo sempre più forza.
    Il problema è che in molti usano tale energia in più per soverchiare gli altri, sorpassarli e stare meglio.
    Ma se la potenza ci aumenta grazie alle esperienze che la vita ci da , dovremmo utilizzarla per aiutare la vita degli altri e non solo per noi stessi.

    Se così non fosse sarebbe come guadagnare tanti soldi, avere una famiglia e andarseli a giocare ai cavalli o spenderli per le vacanze anziché pensare alla casa e al mangiare.

    Non sperperiamo quanto ci viene donato, ma utilizziamolo per accudire e far crescere la "famiglia mondo", le persone che possiamo aiutare grazie alle nostre capacità acquisite nel tempo.
    --------------------
    La nostra vera Famiglia è il mondo e la gente che soffre

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

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  28.  

    Addì 21 maggio 2020

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia»

    Giovanni 16,16-20

  29.  

    Voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia (21 maggio 2020)

    Acqua calda e fredda

    Ci sono momenti nella vita in cui si sta veramente male.
    I motivi possono essere tanti: un lutto, un rovescio finanziario o lavorativo, un attacco di persone cattive.
    In quei momenti possiamo solo cercare di restare a galla annaspando e chiedendo aiuto.
    Pochi saranno quelli che cercheranno di aiutarci, alla maggior parte non gli importerà della nostra situazione, alcuni, talvolta molti, rideranno e gioiranno per il nostro malessere sperando di vederci affogare.

    Chi ha fede, forza di volontà, voglia di vivere troverà un appiglio grazie al quale tornare a riva, e sarà un momento gioioso.
    Chi avrà tentato di affogarci, chi ci avrà riso piangerà non perché metteremo in atto una vendetta, ma semplicemente perché il nostro uscire dai problemi sarà una sconfitta per i nostri nemici

    Come sapete è un anno che triboliamo perché i servizi sociali ed il comune di Livorno ci hanno fatto chiudere, a nostro avviso ingiustamente, la casa famiglia con brutte conseguenze.
    Un anno di pianti e tristezza, ma non di disperazione, abbiamo lottato, fatto sentire le nostre ragioni per non affogare e continueremo a farlo fin ché non avremo riguadagnato la riva.
    Ed allora in quel giorno il nostro pianto si trasformerà in gioia che condivideremo con tutti coloro che hanno fatto il tifo per noi, che hanno avuto fiducia nel nostro operato, che hanno cercato di tenderci una mano.
    Ed allora in quel giorno coloro che ci hanno attaccato ingiustamente piangeranno per vedere la loro sedia vacillare
    --------------------
    Affogare e riemergere

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  30.  

    Addì 22 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.»
    La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo.
    Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia»

    Giovanni 16,20-23a

  31.  

    Nessuno vi potrà togliere la vostra gioia (22 maggio 2020)

    Fabrizio, amato e benvoluto

    Nel 2017 scrissi:

    Fabrizio, allontanato e deriso
    Durante una riunione venne proposto da uno dei ragazzi il tema della diversità.
    Dopo una discussione iniziale sul tema parlando della discriminazione che viene fatta a chi viene percepito come diverso, ho chiesto chi tra loro subisse l'allontanamento da parte dei coetanei. Qualcuno non ha avuto il coraggio di alzare la mano, ma Fabrizio ha ammesso che i suoi compagni di scuola lo deridono, gli fanno i dispetti, lo tengono da parte.
    Nell'adolescenza questo capita, ma bisogna insegnare ai ragazzi a non comportarsi così.
    Non ho detto a Fabrizio che deve reagire, o che deve andare dai professori a brontolare, ma gli ho detto di portare pazienza perché lui ha delle qualità che gli altri non hanno e di farsi forte su queste.
    E' un bimbo dolcissimo, buono, mite, e poi è velocissimo tanto da essere soprannominato "Flash".
    Oggi Fabrizio è triste perché a scuola nessuno lo vuole come amico, ma domani sarà felice perché la bontà del suo cuore lo faranno apprezzare da chi avrà l'onore di essergli amico, e quella gioia nessuno potrà togliergliela

    Oggi posso dire che Mattia, ops, Fabrizio, è amato da tutti e benvoluto, e la sua afflizione di quei tempi si è trasformata in gioia

    Purtroppo La vita ci abitua a cicli che alternano gioia e dolore.
    Mattia, ops, Fabrizio, oggi è nuovamente nella disperazione perché portato via dalla sua famiglia, portato via da noi.

    Arriverà il tempo in cui le sue e le nostre lacrime si asciugheranno e Mattia, ops, Fabrizio, tornerà da noi

    Non è una promessa mia, ma una promessa di Dio
    --------------------
    Cicli della vita: gioie e dolori

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  32.  

    Addì 23 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.
    Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena.
    Queste cose vi ho dette in similitudini; ma verrà l'ora in cui non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi parlerò del Padre.
    In quel giorno chiederete nel mio nome e io non vi dico che pregherò il Padre per voi:
    il Padre stesso vi ama, poiché voi mi avete amato, e avete creduto che io sono venuto da Dio.
    Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo, e vado al Padre»

    Giovanni 16,23b-28

  33.  

    Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena (23 maggio 2020)

    Sano egoismo

    E' giusto cercare di essere felici.
    Per chi crede è giusto chiedere a Dio (o alla vita se ateo) il proprio bene, la propria felicità.
    Così è il caso delle adozioni: molti chiedono di adottare per appagare un proprio desiderio e bisogno di genitorialità.
    Non c'è nulla di male, ma pensate che bello, e quanto sarebbe preferibile, se chi adottasse lo facesse anche e sopratutto per togliere un bimbo da una brutta situazione.

    Purtroppo non è così nella maggior parte dei casi: chi adotta lo fa per un proprio egoismo

    Asserzione, la mia, che ognuno può verificare chiedendo ad amici, parenti e conoscenti se sarebbero disposti a prendere un Bambino in adozione e/o un Bambino in affido. Quasi tutti sarebbero pronti a prendere un Bimbo in adozione, specie se piccolo, e quasi nessuno un Bimbo in affido, anche se piccolo.

    Perché? Perché la motivazione principale non è quella di dare una famiglia ad un bambino in situazione di crisi, ma quella di avere per sé un figlio.
    Infatti quando cerco di addentrarmi nel merito della questione tutti mi rispondono "Non voglio un bimbo in affido, altrimenti quando me lo tolgono sarebbe una dolore immenso"
    Se si pensasse al bene del bimbo si farebbe qualsiasi cosa per accoglierlo ed aiutarlo a crescere, anche a costo di una propria sofferenza personale, ammesso che ci sia perché spesso i bambini in affido restano in famiglie affidatarie ben oltre la maggior età.

    E' giusto un po' di egoismo, ma non pensate solo a voi stessi, pensate al bene che potreste fare ed al male che molti Bambini subiscono ogni giorno per la vostra mancanza di disponibilità ad accoglierli

    --------------------
    Unico scopo in voi è l'egoismo?

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

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  34.  

    Addì 24 maggio 2020

    In quel tempo, gli undici discepoli, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.
    Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.
    E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.
    Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.
    Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo»

    Matteo 28,16-20

  35.  

    Alcuni però dubitavano (24 maggio 2020)

    Dubitate ancora? Stolti!

    Un' anziana signora carinissima, durante uno dei nostri presidi per la raccolta di generi alimentari da donare alle famiglie in difficoltà, non sapeva come scusarsi per essersi dimenticata di comprare qualcosa per noi. Ha cercato disperatamente nel trolley dei viveri da donarci, ma le serviva per casa tutto ciò che aveva comprato. Era veramente dispiaciuta al punto da commentare "Guarda questa con così tanta spesa non lascia nemmeno un sacchetto di pasta". Mi sono prodigato nei ringraziamenti per il pensiero, dicendole che avrebbe potuto provvedere la prossima volta, e che nessuno la giudicava in base alla sua spesa. Ma lei ha insisitito "Non dico che siano gli altri a giudicarmi, ma io giudico me stessa per aver pensato soltanto a me e non a voi".
    "Come posso fare?", si interrogava ad alta voce.
    Così ha tirato fuori 20 euro e ce li ha donati continuando a chiederci scusa

    Se da un lato ci sono persone come lei, dall'altro ci sono anche coloro che ci "sputano" addosso le loro sentenze "Le cose che ritirate vanno alle famiglie disagiate in minima parte, il resto ve lo vendete", oppure "Aiutate i neri e gli stranieri e non aiutate gli italiani", o anche "Ah, gli Amici della Zizzi, brutta gente!!".

    A giudicare dalle tonnellate di generi alimentari raccolti in 45 giorni, ben 45 tonnellate, sono moltissime le persone che credono in noi.
    A giudicare dalla lista con nomi, cognomi, indirizzi e telefoni di 540 famiglie abbiamo aiutato tutti coloro che ce ne hanno fatto richiesta, di qualunque religione, etnia o estrazione sociale.
    A giudicare dalla consistenza e dalla varietà di merce nei pacchi è facile dimostrazione che abbiamo donato tutto ciò che ci è stato elargito.
    Più di cento i volontari che si sono susseguiti in questo periodo che possono testimoniare cosa e a chi andava la merce donataci

    Ma ogni prova, sotto gli occhi di tutti e da tutti verificabile, è inesistente agli occhi del cretino che apre bocca solo per dargli fiato, capace solamente di infangare il nostro operato.

    Va bene così, continueremo ad aiutare chi ha bisogno fin quando ce la faremo perché i volontari sono sensibilmente diminuiti con la ripresa del lavoro, i generi alimentari arrivano in maniera meno cospicua, le famiglie in stato di necessità aumentano.

    La miglior risposta agli stolti è la nostra opera di solidarietà verso chi soffre
    --------------------
    Qualcuno ancora dubita? Stolto con gli occhi foderati di prosciutto!

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

    Fai una donazione per sostenere insieme a noi 540 famiglie
    in stato di necessità, 1700 persone che non hanno nulla da mangiare

    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  36.  

    Addì 25 maggio 2020

    In quel tempo, i discepoli dissero a Gesù : «Ecco, adesso parli chiaramente e non fai più uso di similitudini.
    Ora conosciamo che sai tutto e non hai bisogno che alcuno t'interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio».
    Rispose loro Gesù: «Adesso credete?
    Ecco, verrà l'ora, anzi è gia venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto proprio e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me.
    Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!»

    Giovanni 16,29-33

  37.  

    Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo! (25 maggio 2020)

    Non abbiamo capito nulla

    Un buon soldato non potrà mai vincere una guerra da solo per quanto bravo possa essere.
    Se si mettesse in testa di arrivare in capo al mondo potrebbe riuscire a fare un percorso, ma prima o poi troverebbe sulla propria strada un nugolo di nemici che lo fermerebbe.

    Se invece non fosse solo, ma ci fosse con lui un esercito, la sua vita si allungherebbe, ma non riuscirebbe comunque a vincere una guerra perchè mancherebbe una guida ed un supporto tecnico alle spalle, un qualcuno che dia loro la direzione, la strategia e sopratutto le armi.

    Quello che vedo oggi è che ci sono tante persone che da sole vogliono arrivare a vincere una posizione combattendo contro tutti per arrivarci: pestano i piedi, imbrogliano, parlano male degli avversari, rubano.
    Manca loro l'unione che fa la forza
    Manca loro una guida ed un supporto

    Nel breve periodo di isolamento dovuto al virus in molti hanno capito che da soli non potevano farcela, ed hanno cercato l'aggregazione nelle varie Associazioni che permettevano di combattere INSIEME una guerra. La guida non era tanto il "capo" dei singoli enti, quanto il principio che bisognava combattere UNITI.
    Ed ha funzionato; sono state vinte delle belle battaglie: molte famiglie in crisi economica hanno ricevuto supporto, le persone costrette in casa hanno potuto aggregarsi, si è creata solidarietà tanto che in molti hanno donato, gli anziani si sono sentiti meno soli.

    E adesso?

    Tutto svanito, tutto dimenticato, di nuovo tutti SINGOLARMENTE ad occuparsi dei propri affari

    Avete visto che UNITI si può fare qualcosa per migliorare la vita degli altri e star bene con noi stessi, perché smettere?

    La parola è una sola: EGOISMO

    Peccato, questo virus poteva essere l'occasione per far cambiare marcia al mondo, per seguire valori e principi importanti come l'ALTRUISMO, la SOLIDARIETA' rinunciando ad un pezzettino di sé per migliorare la vita di chi stia peggio di noi.

    Il virus ha portato morte e disperazione in tante famiglie e speriamo non torni, ma grazie al virus in molti si sono potuti interrogare, peccato che in troppi non abbiano capito niente e non abbiano imparato la lezione che la vita ha voluto darci
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    Altruisti per opportunismo

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  38.  

    Addì 26 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, disse:
    «Padre, è giunta l'ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te.
    Poiché tu gli hai dato potere sopra ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.
    Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo.
    Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare.
    E ora, Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria che avevo presso di te prima che il mondo fosse.
    Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola.
    Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro; essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
    Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi.
    Tutte le cose mie sono tue e tutte le cose tue sono mie, e io sono glorificato in loro.
    Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te»

    Giovanni 17,1-11a

  39.  

    Io ti ho glorificato sopra la terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare (26 maggio 2020)

    L'imperfezione nasce da noi

    Quando ho diversi adolescenti in casa, oppure quando andiamo nella casa di campagna ad Orentano (PI) i ragazzi sono divisi per compiti.
    C'è il turno "Apparecchiare, sparecchiare, servire", quello di aiuto in cucina, la pulizia della piscina e dei vialetti, ecc.
    Serve sia tenere in ordine e pulito l'ambiente, ma è necessario sopratutto per creare solidarietà, consapevolezza del dovere, capire che nulla piove gratuitamente dal cielo e tutto va conquistato duramente, non ci sono scorciatoie.

    Così è nella vita: ognuno di noi nasce con un compito

    Se siamo bravi nella manualità, ma il nostro cervello ha difficoltà a studiare, diventeremo bravissimi artigiani capaci di creare oggetti utili per noi e per la collettività.
    Se siamo matematici un po' stralunati che indossano calzini di colore diverso, saremo destinati a trovare soluzioni per migliorare le nostre conoscenze.
    Se davanti ad una goccia di sangue non sveniamo, e non ci fa disgusto toccare le viscere di un animale, significa che il campo della medicina è il ruolo datoci da Dio nella vita e saremo chiamati a guarire le persone.

    Niente è a caso in questo nostro universo, tutto è perfetto: l'imperfezione nasce da noi

    Infatti se ci ostiniamo ad essere imprenditori senza averne le capacità, rischiamo di fare solo danni e provocare dolori a chi ci è vicino.
    Se parimenti tutto ciò che facciamo lo mettiamo in pratica solo per un puro egoismo, per arricchirci, per stare meglio noi, ecco che l'imperfezione è manifesta.
    Se invece assecondiamo le nostre inclinazioni usandole per il bene della collettività, anche noi ne avremo un vantaggio personale, ma sopratutto avremo la certezza di aver contribuito a migliorare la nostra società, di aver fatto gruppo e famiglia con il resto del mondo.

    Che peccato vedere tantissime persone incapaci di pensare al bene del prossimo, disposti a pestare i piedi all'altro pur di superarlo ed emergere.
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    Il mondo: la mia famiglia

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  40.  

    Addì 27 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò:
    «Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.
    Quand'ero con loro, io conservavo nel tuo nome coloro che mi hai dato e li ho custoditi; nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si adempisse la Scrittura.
    Ma ora io vengo a te e dico queste cose mentre sono ancora nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia.
    Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
    Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno.
    Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
    Consacrali nella verità. La tua parola è verità.
    Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità»

    Giovanni 17,11b-19

  41.  

    Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno (27 maggio 2020)

    Suicidio

    Capita spesso a tanti di essere parecchio a terra.
    Quando morì la mia mamma l'idea del sucidio era forte in me, specie per la cattiveria di tante persone che mi chiudevano le porte in faccia.
    Ho resistito per la fede che avevo, e che ho, chiedendo a Dio di mettermi al riparo dalla pioggia di cattiveria.

    Così è stato

    Non ha tolto di mezzo chi mi faceva del male, non ha tolto di mezzo me anche se insistentemente pregavo affinché mi portasse via da questo mondo, mi ha donato però un ombrello con tanti spicchi, ognuno di essi con una sua grande forza.

    Uno spicchio è la TENACIA
    Uno spicchio è l'ONESTA'
    Uno spicchio è la PAZIENZA
    Uno spicchio è lo strumento per operare il bene: l'ASSOCIAZIONE

    Ogni tanto penso di poter fare senza l'ombrello, e mi arrabbio, e non porto pazienza, ma immancabilmente mi bagno con la pioggia acida della cattiveria altrui, e mi ricovero nuovamente sotto l'ombrello donatomi da Dio.

    Non facciamoci prendere da facili depressioni, e non pensiamo di poter sconfiggere la parte cattiva del mondo, ma ripariamoci sotto l'ombrello in attesa che smetta di piovere e torni il sereno.
    --------------------
    Un ombrello per non morire

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  42.  

    Addì 28 maggio 2020

    In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi al cielo, così pregò:
    «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
    E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola.
    Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me.
    Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo.
    Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato.
    E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

    Giovanni 17,20-26

  43.  

    Siano perfetti nell'unità (28 maggio 2020)

    Zizzivirus

    Qualche giorno fa una signora, nel donarci generi alimentari per le tante famiglie che accudiamo, ci disse "Dono a voi perché siete veri, reali, verificabili sul territorio. Dono a voi perché non cercate le prime pagine sui giornali, siete volontari allo stato puro" aggiungendo, strappandoci una risata "Siamo un po' tutti Amici della Zizzi"

    "Amici della Zizzi" per molti è sinonimo di "Amici dei Bambini"

    Uniti sotto un'unica bandiera, quella dell'amore per il prossimo

    Non abbiamo colore politico, tanto che siamo osteggiati da un lato e non supportati dall'altro
    Non abbiamo un dogma religioso: personalmente credo in Dio e faccio del Vangelo il mio vademecum, ma ho avuto diversi scontri con preti e suore al potere, ma come Associazione facciamo entrare chiunque ed aiutiamo chiunque senza chiedere niente in cambio

    Chi ci ama è il benevnuto
    A chi ci odia chiediamo il motivo e lo invitiamo a venire a toccare con mano la nostra realtà
    Alle istituzioni politiche e religiose che ci osteggiano diciamo che possiamo essere un valido supporto per aiutare il prossimo, e comunque è meglio averci come alleati che come nemici, un'alleanza però fatta anche di critiche costruttive reciproche perché non amiamo i sotterfugi, non nascondiamo i nostri errori, non ci pensiamo due volte a dire ad un politico, ad una suora ai vertici della caritas, ad un assistente sociale che secondo noi sta sbagliando.

    Il nostro essere "Amici della Zizzi" è un virus buono che ha contagiato tantissime persone, lasciamoci infettare e saremo vaccinati contro la cattiveria e l'egoismo
    --------------------
    Uniti sotto la Zizzi

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

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  44.  

    Addì 29 maggio 2020

    In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
    Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle».
    Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle.
    In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi».
    Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi»

    Giovanni 21,15-19

  45.  

    Mi vuoi bene tu più di costoro?

    Ti voglio bene

    Quante volte in un rapporto siamo insicuri sul bene che l'altro può volerci?

    Tante volte, troppe volte.

    L'insicurezza mina i rapporti perché se si ha un dubbio e non si dice ci si logora, se invece si chiede si rischia di essere morbosi.

    Ci sono segnali che indicano se l'altra persona ci vuole bene ed ognuno di noi dovrebbe essere in grado di capirlo, specie se il rapporto è consolidato da anni.

    Non sta a me fare una lista di essi, ma ritengo che la fiducia nell'altro dovrebbe esserci sempre.

    Se c'è fiducia non è una lite a far pensare che l'altro non mi voglia più bene
    Se c'è fiducia non è la mancanza di attenzioni che deve far pensare alla fine del rapporto
    Se c'è fiducia non è l'amicizia con altri che deve portarci ad essere gelosi

    D'altro canto è anche bello e rinvigorisce un rapporto sentirsi dire una volta ogni tanto "Ti voglio bene"
    --------------------
    Diciamocelo: ti voglio bene

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

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  46.  

    Addì 30 maggio 2020

    In quel tempo, Pietro, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?».
    Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?».
    Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi».
    Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».
    Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
    Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere

    Giovanni 21,20-25

  47.  

    Vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava (30 maggio 2020)

    Una scia d'amore

    Nei giorni "normali" quando arrivo a casa la sera mi dedico ai quattro paperotti che ho in affido.
    Ma questo non è un periodo "normale" e gli impegni sono tanti per risollevarsi, molte le telefonate ed i messaggi per organizzarsi, ma anche da parte delle famiglie che chiedono aiuto in generi alimentari.
    Chi ne fa le spese sono i miei paperotti.

    Ieri una scena buffissima

    Arrivo a casa, saluto, mi lavo, mi metto a giocare con Mirko, Anita, Barbara e Jaquie. Tutto "normale".

    Si cena e mi metto sul divano con Jaquie mentre Mirko finisce di mangiare, Barbara ed Anita vanno in bagno a lavarsi i denti e a prepararsi per la notte.

    Arriva una telefonata: un amico per un nuovo progetto. Non posso non rispondere, lo avevo cercato io.
    Chiedo scusa a Jaquie, 4 anni, le do un bacino e mi alzo per prendere il telefono.

    Ma Jaquie voleva il suo babbo

    Rispettosa del momento, ormai pratica che durante una telefonata non si può giocare insieme, si alza con me, si aggrappa teneramente alla maglietta e mi si incolla letteralmente addosso.

    Quando parlo al telefono ho l'abitudine di camminare su e giù per la casa, e Jaquie si è fatta letteralmente traniare per tutto il tempo.
    Era bellissimo sentirla legata a me da un cordone d'amore che lei stessa aveva creato.
    E non mi mollava, ieri sera abbiamo fatto chilometri per percorrere una strada che lasciava in terra una scia d'amore
    --------------------
    Lasciamo una scia d'amore

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  48.  

    Addì 31 maggio 2020

    La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
    Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
    Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi».
    Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo;
    a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»

    Giovanni 20,19-23

  49.  

    Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano (31 maggio 2020)

    Porte chiuse

    Abbiamo modo da sempre, in particolare in questo periodo, di far riflettere le persone.
    Se vedono che abbiamo un Bambino in affido chiunque può riflettere e dire "Lo potrei prendere anche io un Bimbo in affido"
    Se parliamo loro dei cinque milioni di Bambini che in Italia vivono denutrizione, diseducazione e maltrattamento, potranno riflettere e dire "Basta poco per aiutare un Bambino"
    Se mostriamo loro le centinaia di famiglie, le migliaia di persone che muoiono di fame, qualcuno può riflettere e dire "Mi rimbocco le maniche e anche io porto loro qualcosa da mangiare"

    Ed invece ancora oggi si sentono lagnanze del tipo "Ci avete scocciato con le vostre continue richieste di cibo per i poveri", "Prendere un Bambino in affido è una sofferenza perché non è tuo", "Ho da fare altro che pensare ai poveri o ai Bambini maltrattati"
    Ed escono con carrelli pieni, e spendono soldi in ristoranti e vestiti costosi, e continuano la loro vita fregandosene degli altri.

    Sono persone che vivono chiuse nei loro disvalori, nelle paure, nell'egoismo

    Ma la parola e l'esempio entrano anche dove ci sono le porte chiuse e le persone, stimolate da chi come noi si dedica al prossimo, avranno dentro sé, prima o poi, uno scrupolo di coscienza. Non sarà così per tutti, ma è una possibilità, e questa speranza ci da la forza di continuare a parlare alla gente.
    Anche se avremo fatto uscire dalla propria chiusura mentale anche una sola persona, le nostre parole non saranno state sprecate

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    Parole al vento come piccoli seminimentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi

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  50.  

    Addì 1 giugno 2020

    In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]:
    «Un uomo piantò una vigna, vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano.
    A suo tempo inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna.
    Ma essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote.
    Inviò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo coprirono di insulti.
    Ne inviò ancora un altro, e questo lo uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li bastonarono, altri li uccisero.
    Aveva ancora uno, il figlio prediletto: lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio!
    Ma quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e l'eredità sarà nostra.
    E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna.
    Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri.
    Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo;
    dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri»?
    Allora cercarono di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. E, lasciatolo, se ne andarono

    Marco 12,1-12