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  1.  

    Buongiorno a tutti e grazie a chi mette a disposizione questo forum.
    Vorrei chiedere qualche parere sulla mia situazione, che riassumo. Sono sposato dal 2005 e non abbiamo figli.
    Mia moglie da qualche anno voleva fare un'esperienza di affido, a me non interessava affatto ma le dissi che se voleva farlo l'avrei aiutata.
    Dopo molti colloqui con i servizi sociali, ci hanno affidato un bambino che quando è arrivato, nel 2015, aveva 8 anni.
    Dopo circa 2 anni la situazione era capovolta: mia moglie non voleva più vedere il bambino perché diceva che lui con lei non parlava, che con lei era dispettoso, che non le ubbidiva quando lei gli diceva di fare i compiti e che io non la difendevo se il bambino non la rispettava. Invece io mi sono affezionato, lo aiutavo, era passato da andare male a scuola fino ad ottenere ottimi voti (anche se prendeva delle note per il comportamento), si era integrato abbastanza bene nella classe e andava d'accordo con i compagni, anche se a volte non si comportava bene con loro e quando esagerava lo escludevano.
    Lui ha la mamma naturale ed è molto legato a lei ma non conosce il papà, forse per questo si è affezionato a me.
    Dato che mia moglie non sopportava più la situazione, le dissi che se voleva mandare via il bambino doveva andare da sola a dirlo ai servizi perché io non intendevo mandarlo via, e lei lo ha fatto.
    Ora, dopo moltissime discussioni, io sto vivendo dai miei genitori, lei è a casa da sola e non vuole che io veda più il bambino. Lui è in comunità in attesa di una nuova famiglia, che non si sa se arriverà, e io non voglio affatto abbandonarlo, perciò lo vedo un'ora ogni 15 giorni, che per ora è il massimo che ci concedono i servizi sociali.
    Anche i miei genitori si sono molto affezionati a lui e vengono con me a trovarlo.
    I miei genitori e mia moglie non sono mai andati molto d'accordo, anche perché mia mamma ha un carattere molto duro (anche se col bambino era diversa, lo trattava molto bene). Io e mia moglie prima dell'affido avevamo già alcuni problemi tra di noi, non eravamo più felici come i primi anni e non eravamo uniti.
    Io non intendo abbandonare questo bambino perché mi sono molto impegnato con lui e anche affezionato. Non sopporto l'idea che lui si possa sentire abbandonato e che possa perdere la fiducia negli adulti. Per me la cosa più bella sarebbe che mia moglie e il bambino facessero pace e potessimo continuare a tenerlo, nonostante i problemi del passato, ricominciando con nuove regole (io sarei disposto a bloccare di più alcuni suoi comportamenti negativi). O per lo meno vorrei vederlo più spesso e aiutarlo, senza che per questo mia moglie si senta tradita o abbandonata da me.

  2.  

    Buongiorno Stefano,
    grazie per esserti unito a noi e grazie per aver messo al servizio di tutti coloro che ci leggono (sono tanti, ma in pochi scrivono) la tua problematica

    Ti rispondo con l'esperienza di 32 anni di affido e 54 cuccioli d'uomo accolti in casa mia insieme a Roberta, ma anche con estrema sincerità

    Il fatto che tu all'inizio non volessi il Bambino faceva stare tranquilla tua moglie, quasi come fosse una cosa sua, ma non ha previsto che il Bimbo potesse affezionarsi a te e viceversa.
    Il perché sei tu stesso ad averlo individuato quando dici "Lui ha la mamma naturale ed è molto legato a lei ma non conosce il papà, forse per questo si è affezionato a me"
    Gli mancava la figura paterna e non quella materna. C'è da dire anche che in certi casi simili le mamme naturali sono gelose e potrebbe anche darsi che il Bimbo si fosse affezionato a tua moglie, ma per rispetto alla mamma o per sue gelosie, o per sue indicazioni avesse messo un muro con la tua signora facendole pensare il contrario.
    Era forse quello il momento, da parte di tua moglie, di portare pazienza, ricolmarlo di attenzioni e fargli capire che lei era una seconda mamma, ed allora pian piano si sarebbe aperto verso di lei. Ma così non è stato e non si può piangere sul latte versato.

    Ovviamente tua moglie, stante anche il fatto di una situazione non ottimale con te, cercava di riversare la sua mancanza di affetto sul Bimbo con la convinzione di riceverne da lui. Così non è stato e la sua frustrazione è aumentata anche perché vedeva crescere il tuo rapporto con lui e che tu avevi (forse) più premure per lui che non per lei.

    I servizi probabilmente non hanno più fiducia in voi e non credo che in nessun caso vi ridarebbero il Bambino, anche perché lui, che lo abbia dato a vedere o meno, ha sofferto tantissimo di quest'abbandono, e nessun giudice darebbe l'autorizzazione ad un rientro in casa vostra.
    Il fatto poi di non esservi fatti vedere uniti nel dialogo con i servizi rafforza la convinzione di non far rientrare nella vostra famiglia il Bambino.
    Quasi certamente il fatto di fartelo vedere una volta ogni 15 giorni è legato ad un desiderio forte del Bimbo al quale certamente manchi, altrimenti avrebbero messo un muro fra te e lui, ma credo che di più non ti sarà concesso.

    Perdonami la franchezza, ma a me piace parlare chiaro, poi considera che posso anche sbagliarmi non potendo conoscere la situazione fin nel profondo

  3.  

    Buongiorno Riccardo, grazie per la risposta e per la sincerità. Capisco che un rientro nella mia famiglia, anche se le cose con mia moglie dovessero migliorare, sia abbastanza improbabile, anche se questo non vuol dire che non tenterò di ottenerlo.
    Finché non si troverà un'altra famiglia per il bambino cercherò di andare a tutte le visite e chiederò ai servizi sociali di poterle aumentare, o anche di fare il volontario nella comunità. Purtroppo non ho ancora accettato questo distacco così forte e spesso mi viene in mente tutto quello che facevamo insieme io e il bambino e sinceramente sto male per lui e per me stesso.
    Spero per lui che si trovi una famiglia entro qualche mese, o al massimo entro uno o due anni, perché penso che un periodo più lungo sarebbe vissuto da parte sua con angoscia e senso di abbandono.
    Non so se sono ingenuo o se ragiono in modo immaturo ma penso che se non gliene troveranno una un aumento della mia presenza possa essere solo molto positivo per il bambino, al di là del fatto che io lo voglia vedere per il mio desiderio personale e perché mi fa sentire bene.
    Una cosa che sarebbe molto importante per me è che il bambino e mia moglie, eventualmente con l'aiuto dei servizi sociali, potessero fare pace in futuro: non mi piace l'idea che lui veda me come un papà affidatario buono e che lo aiuta e lei come una persona cattiva, anche perché non lo è affatto. L'affidamento è finito perché io non le sono stato abbastanza vicino e lei ha avuto paura di avvicinarsi al bambino e di cercarlo come avrebbe dovuto.

  4.  

    Buongiorno Stefano,
    ti chiedo scusa se ho iniziato a darti del tu, spero non ti dispiaccia e spero tu possa fare altrettanto.

    Fai bene a tentare, anche perché la situazione sarà presa in esame e sarà scelta quella migliore per il Bambino, nessuno vieta che possa essere quella con te.
    Le mie parole sono legate alla teoria perché non conosco il tuo e vostro rapporto, e non conosco il Bambino e le sue difficoltà. Chi ha una visione più ampia e approfondita avrà certamente gli strumenti migliori per poter decidere.

    Ti assicuro che i Bambini sono molto più bravi di noi a trasformare un cambiamento in esperienza positiva perché hanno la spesieratezza di vedere sempre il bene in ogni cosa. Non ci sono tempi in cui il Bambino possa stare bene o stare male, ma solo tempi necessari a sedimentare le cose e valutare quale sia il bene per il Bimbo.

    Far pace con tua moglie non sarebbe male, ma la prima a volerlo deve essere lei perché se dovesse esserci un incontro che il Bambino percepisca come una forzatura, sarebbe meglio lasciar stare. Da quello che mi hai detto la vedo difficile questa possibilità, ma tutto può accadere quando si ha a che fare con la natura umana.

    Sei una persona buona, vedrai che una strada si aprirà

  5.  

    Buongiorno Riccardo, anche per me va bene darci del tu. Grazie per la tua risposta, per me sapere che il bambino vive il cambiamento in modo meno traumatico di me mi tranquillizza un po' perché se lui non sta bene non sto bene neanche io. Ieri l'ho visto di nuovo, era abbastanza giù di morale. Ormai sono quasi 9 mesi che è in comunità. Mi ha fatto alcune domande sulla casa e su mia moglie. Penso che pur di andarsene da lì andrebbe in qualunque famiglia, ma credo che questo succeda a quasi tutti i bambini delle comunità: penso che dopo un certo periodo si sentano un po' come in carcere. Quando era con noi poteva uscire di più, lo portavo dove voleva, aveva i suoi amici della classe. Ora se li rivede in giro non sa se può giocare con loro o no e rimane bloccato, non ha ancora chiesto agli educatori se lo può fare, forse perché non sopporterebbe una risposta negativa. Io comunque ho un po' di speranza, lui ha anche bisogno di molte regole e in comunità le può avere. Per quanto riguarda le visite, uscire di più e la parte affettiva gli ho detto che per adesso dobbiamo fare quello che ci dicono gli assistenti sociali e che io non lo abbandono.
    Grazie ancora per le tue parole di speranza e per i consigli, a presto.

  6.  

    Bravissimo, dagli sicurezza dicendogli che ci sei e lui ti saprà al suo fianco nelle sue battaglie