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  1.  

    Addì 26 gennaio 2019

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».

    Luca 10,1-9

  2.  

    La messe è molta, ma gli operai sono pochi

    Angeli ... Angeli della Zizzi

    Basta andare in giro per le strade per vedere senzatetto infreddoliti sotto un loggiato, oppure accendere la televisione e sentire quanti immigrati naufragano nei nostri mari. Ci sono anche realtà che non si vedono, ma i cui racconti sono facili da trovare: Bambini maltrattati, drogati ed alcolizzati, anziani e infermi abbandonati negli ospedali, persone con handicap private della loro dignità.
    Quanto ci sarebbe da fare, e quanto poco facciamo.

    C'è chi si gira dall'altra parte, chiuso nel suo perbenismo, per evitare di soffrire.
    C'è chi scuote la testa pensando che le cose non potranno mai cambiare.
    C'è chi giudica e condanna dicendo "Se la sono voluta".
    C'è chi maledice il governo e le istituzioni perché nulla fanno.

    E poi c'è invece chi si rimbocca le maniche e porta un piatto caldo al barbone vicino casa, chi fa la spesa per la signora povera della porta accanto, chi accoglie un Bambino nella propria casa o sostiene chi lo faccia, chi fa volontariato nelle comunità di recupero.

    E' un esercito di volontari, una moltitudine di Angeli pronti a donare parte di ciò che hanno ricevuto per migliorare la vita del loro prossimo.

    Ecco, questo è il punto: tu che leggi hai la possibilità di donare un'ora del tuo tempo, un euro del tuo stipendio, un po' di cultura che ti sei fatto negli anni?
    Se non lo fai quando hai la possibilità di farlo domandati cosa ne sarebbe stato di te se fossi nato nella loro situazione, cosa avresti dato per un piatto di minestra, una carezza, una porta aperta?

    L'esercito è grande e forte, ma spesso mancano le armi, e la guerra contro la povertà, l'abbandono, il maltrattamento è lunga e dura da combattere, e ci vuole tanta forza e tanti soldati, tanti volontari che credano nella loro missione.

    Venite a far parte di questo esercito, diventate Angeli per coloro che hanno bisogno di voi, perché la messe è tanta e gli operai sono pochi, e ne avrete un grandissimo ritorno in termini di amore e soddisfazione per aver condiviso la vostra fortuna con chi nella vita fortunato non sia stato.
    ----------------------------
    I nostri volontari sono gli Angeli della Zizzi, unisciti a noi, anche a distanza, per dare amore a tanti Bambini che sono stati privati della loro infanzia

  3.  

    Addì 27 gennaio 2019

    Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
    Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione.
    Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi.
    Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
    Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.
    Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
    Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».

    Luca 1,1-4.4,14-21

  4.  

    Ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto

    Una buona lettura come un bellissimo quadro

    Il Vangelo è un libro bellissimo che racchiude in sé principi e valori di fondamentale importanza.
    Si può credere che racconti la vita del figlio di Dio, oppure pensare che siano le gesta di un uomo di pace, un filosofo, un pensatore, un rivoluzionario.
    Qualunque sia il vostro credo, il Vangelo rimane nei secoli un libro "ispirato" dal quale carpire indicazioni per una vita perfetta.
    Pensate a cosa significherebbe mettere in pratica l'insegnamento del "porgi l'altra guancia", oppure quello del "non giudicare", o anche semplicemente seguire l'indicazione di essere sempre grato per ogni dono che abbiamo ricevuto.

    Ogni libro ha la sua bellezza, e tutti i volumi sono come quadri che aspettano solo di essere ammirati.
    C'è quello che è una crosta da quattro soldi, ed un altro che è un dipinto di grande pregio.
    Uno degli indicatori che fanno bello un quadro è lo scoprire sempre nuovi particolari ogni volta che lo si guarda.
    Così è per il Vangelo perché ogni volta che lo si legge si trovano sempre nuovi insegnamenti atti ad indicarci la strada nel nostro quotidiano.

    Ma non tutti lo capiscono, vuoi perché non allenati alla lettura, oppure perché troppo piccoli per captare la bontà delle affermazioni di Gesù o capirne alcune contraddizioni che tali poi non sono.

    E' un piacere per me leggerlo e meditarlo, ma è ancor più bello quando posso donare i vari pensieri ai miei Bambini e Ragazzi condividendo con loro le idee e facendomi aiutare nella ricerca della loro applicazione nella vita di tutti i giorni.

    Formate i vostri ragazzi leggendo e interpretando con loro le parole del Vangelo, darete modo ai vostri figli di crescere capendo che esistono valori bellissimi da seguire, anche se poi saranno liberi di farlo o meno.
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    Leggete il Vangelo ai vostri ragazzi, anche se non credete in Dio, troverete molti spunti meravigliosi

  5.  

    Addì 28 gennaio 2019

    In quel tempo, gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni».
    Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana?
    Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.
    Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire.
    Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa.
    In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna».
    Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo».

    Marco 3,22-30.

  6.  

    Come può satana scacciare satana?

    Angeli o diavoli?

    Da sempre la nostra Associazione ha le porte aperte all'accoglienza, non solo nei confronti dei Bimbi, ma anche per tutti coloro che per un motivo o per un altro vogliono venire a conoscere ciò che facciamo.
    Una sera nel periodo natalizio arrivarono nella nostra casa di campagna una coppia di giovani sposi, tre amiche ed un gruppo di capi scout. Tre situazioni che tra loro non si conoscevano. Sono entrati, le prime presentazioni. Era sera e ci siamo messi a tavola. Abbiamo riso e scherzato fra noi e con i Bambini, una serata a mio avviso molto bella e piacevole.
    Andiamo a dormire, ed al mattino quando scendo trovo le tre ragazze con i giubbotti e le valigie in mano. Una di loro era già uscita ed era già sul vialino che porta al parcheggio. Domando come mai se ne stessero andando poiché dovevano restare tre giorni, ed una di loro mi risponde che la loro amica mi aveva lasciato una lettera. E senza salutare se ne vanno lasciandomi di stucco. Apro la busta e con mio grande stupore ci trovo una serie di severi giudizi sul mio e nostro comportamento con i Bambini, sulle regole e sul poco essere aperti al dialogo con il prossimo.
    Mi domando cosa, in una serata, avessero visto di tanto negativo in noi.

    Dopo un po' sopraggiunge Michele, il marito della coppia e tre dei capi scout.
    Chiedo loro come avessero dormito e cominciano a farmi mille domande sui Bimbi, sul nostro rapporto con loro avendo notato che mi chiamavano "babbo", sulla nostra scelta di vita, dilungandosi in complimenti supportati da esempi legati alla serata appena trascorsa.
    Non capisco, c'era qualcosa che non andava. Ma non erano tutti alla stessa cena, attorno allo stesso tavolo, con gli stessi Bambini?
    Allora mostro loro la lettera dicendo che le ragazze se ne erano andate senza nemmeno salutare prendendo la serata a scusa per giudicare in maniera fortemente negativa il nostro operato.
    Chiedo "Ma non avete visto le stesse cose? Come può qualcuno leggerle in chiave negativa tanto da andarsene, mentre altri giudicano le stesse cose come prove del nostro essere famiglia?"

    Uno dei capi scout mi da una risposta che da quel giorno per me è divenuta lezione di vita.
    Chi viene qui per la prima volta, come è successo a noi, arriva con l'idea precostituita di trovare Bambini trasandati, tremendi, maleducati, pieni di livore verso il prossimo. Invece trova Bambini ben educati, ben vestiti e puliti, rispettosi, con buoni valori, pronti ad aprire il loro cuore ai nuovi arrivati.
    Ed ecco che ognuno di noi si trova dinanzi ad un bivio: restare della propria idea e pensare che tutto sia finzione e voler vedere a tutti i costi il marcio solo perché deve esserci, oppure farsi un esame di coscienza e rivedere le proprie posizioni capendo che per aiutare un Bambino basta solo metterci tanto amore.

    Ognuno di noi nella vita ha avuto la stessa esperienza: avere la convinzione di fare qualcosa di buono e trovare chi giudica quell'azione come negativa, egoistica, opportunistica, ma trovare anche chi invece vede quell'operare come una gesto di solidarietà, amore, altruismo.

    Anche Gesù che faceva opere buone di aiuto verso il prossimo è stato indicato come figlio di satana.
    Ed allora andiamo avanti per la nostra strada ascoltando tutti, ma non lasciando che un frettoloso giudizio di qualcuno possa rovinarci la giornata o farci pensare di essere sulla cattiva strada.
    ----------------------------
    Come avremmo potuto durare più di trent'anni se fossimo diavoli?

  7.  

    Addì 29 gennaio 2019

    In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.
    Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».
    Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
    Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!
    Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».

    Marco 3,31-35

  8.  

    Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre

    Casa Famiglia

    Per molti Casa Famiglia significa "Rapimento legalizzato"
    Per altri "Luogo di tristezza"
    Altri ancora la definiscono "Prigione per minori"

    L'errore è generato dal fatto che molti genitori di Bambini in affidamento, ai quali è stato tolto un figlio per problemi spesso notevoli (pedofilia, droga, maltrattamento), alzano la voce contro le strutture per avere il consenso dell'opinione pubblica e lottare per riprendersi il figlio, spesso per scopi poco nobili o comunque non pensando alla loro stabilità, magari nella convinzione di essere bravi genitori.
    Le persone, senza conoscere le varie dinamiche, alzano la voce contro le Case Famiglia non rendendosi spesso conto di andare contro l'interesse di quello stesso Bambino che intendono difendere, per poi rimanere allibiti quando un ragazzo uccide a bastonate il figlio di sette anni della compagna e chiedersi "Perché il comune non ha fatto nulla?"

    Esempio pratico: Viene tolto un Bimbo ad una famiglia dove viene abusato e picchiato. Il padre va al giornale locale e dice "Mi hanno tolto mio figlio perché sono povero, lo hanno dato ad una Casa Famiglia che prende una retta di tot mila euro al mese. Se dessero a me la metà di quei soldi, il comune risparmierebbe - e sono soldi dei contribuenti - ed io potrei mantenere decorosamente mio figlio". Il giornale talvolta chiede un commento al comune che si deve trincerare dietro un "No comment" per motivi di privacy e per proteggere il Bambino. Il giornale pubblica tra virgolette "Dice il padre" ma il titolo è a caratteri cubitali ed in locandina: "Tolgono un figlio ad una famiglia perché povera".
    La gente superficiale si ferma al titolo e non capisce cosa ci sia dietro, così si alza la voce contro il "Cattivo Comune" che spende male i soldi raccolti dalle tasse per andare contro un poveraccio "rapendo", seppur legalmente, un Bambino per chissà quali giochi di potere.

    Aprite gli occhi, informatevi e prima di aprire la bocca azionate il cervello.
    Se non è oro tutto ciò che luccica, non è nemmeno carbone tutto ciò che è nero.

    Casa Famiglia è innanzitutto "Famiglia", un luogo dove i Bambini possano crescere sereni e protetti.
    Che poi ci siano Case Famiglia buone e Case Famiglia cattive, vale come per tutte le famiglie, e generalizzare perché alcune si comportano male facendo di tutta un erab un fascio è da stolti e si rischia di fare danni grossi.
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    Se vostro nipote venisse picchiato dal vostro stesso figlio, non sareste voi i primi a volere una sistemazione sicura per lui?

  9.  

    Addì 30 gennaio 2019

    In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva.
    Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare.
    Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono.
    Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò.
    Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto.
    E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno».
    E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».
    Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
    Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole?
    Il seminatore semina la parola.
    Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.
    Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.
    Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.
    Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».

    Marco 4,1-20

  10.  

    Il buon seminatore

    Uno su cento?

    Quante parole di insegnamento vengono dette ai figli dai genitori per educarli a sani valori.
    Quante di queste fruttificano?
    Una su cento? Magari.
    Una su mille? Fosse vero.
    Una su un milione? Beh può darsi
    Ogni parola è come un seme, ma la bellezza della natura si ritrova anche nell'educare un figlio: si possono gettare al vento milioni e milioni di semi, ma se uno, uno soltanto fruttifica e mette radici, pian piano crea una foresta di buoni principi.
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    Anche nella nostra vita riceviamo insegnamenti che spesso non accogliamo, ma appena un buon principio si instaura dentro noi, tanti altri seguono a ruota

  11.  

    Addì 31 gennaio 2019

    Diceva loro: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere?
    Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce.
    Se uno ha orecchi per intendere, intenda!».
    Diceva loro: «Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più.
    Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

    Marco 4,21-25

  12.  

    Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati

    Quanto è faticoso camminare

    A volte si fa fatica a camminare.
    Quale è il motivo?
    Strada in salita?
    Troppi sassi nello zaino?
    Intemperie?
    Pensieri che ci portano spesso a deviare?
    Ostacoli difficili da superare?
    Un percorso con troppe buche?

    Questa fatica la sentiamo ogni volta che ci fermiamo.
    Alla sera prima di andare a letto, oppure dopo una battaglia, o magari quando riceviamo delle porte chiuse in faccia.
    In quel momento valutiamo il nostro operato.

    Se pensiamo di aver fatto bene tutto giudicheremo noi stessi come perfetti, ed anche gli altri lo faranno perché l'immagine che vogliamo dare di noi è quella della perfezione.
    Ma attenzione, il giorno che falliremo, e falliremo perché nessuno di noi è perfetto, tutto il castello che abbiamo costruito su quella "perfezione" crollerà e allora resteremo delusi e penseremo di non valere nulla perché abbiamo fallito. Così anche gli altri penseranno questo di noi.

    Se pensiamo di non aver fatto nulla di buono ed essere dei falliti, anche gli altri ci giudicheranno come "falliti".

    Ed allora impariamo a guardare a noi stessi per quello che siamo realmente, senza indossare maschere da mostrare agli altri, o senza pensare di non valere nulla perché con lo stesso metro che giudicheremo saremo giudicati.
    Facciamo un passo alla volta, capendo di volta in volta i nostri errori e i nostri pregi per poter correggere i primi ed alimentare i secondi
    ----------------------------
    Insegniamo ai nostri ragazzi a giudicare il bene ed il male con la massima obiettività possibile, accettandosi con pregi e difetti

  13.  

    Addì 1 febbraio 2019

    In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.
    Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
    Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
    Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
    Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
    Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere.
    Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

    Marco 4,26-34

  14.  

    Dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce

    L'amore non ha confini

    Il famoso film di Henry King "L'amore è una cosa meravigliosa" testimonia come l'amore per il prossimo è più forte di qualsiasi muro, più resistente del filo spinato, più coriaceo di chi deporti la povera gente.
    D'altra parte basta guardare alla storia: Gesù è stato crocifisso perché predicava amore, ma il cristianesimo dura da duemila anni; hitler e mussolini e tanti altri dittatori presuntuosi, cattivi ed arroganti hanno sparso odio, violenza, terrore e sono stati spazzati via.
    Oggi abbiamo una piaga, sono coloro che chiudono il cuore all'amore e all'accoglienza, sono coloro che spargono odio. Quanto possono durare? Faranno la fine dei loro idoli perché con la prepotenza e la violenza, anche le più forti dittature sono destinate a cadere. Non importa fare rivoluzioni, guerre o battaglie per le strade, occorre donare un sorriso di pietà perché negli occhi colmi di odio di chi chiude i porti alla povera gente lasciandoli affogare nel mare della loro disperazione c'è già il segno della loro inevitabile fine.
    E chi è accondiscendente per paura o per opportunismo farà la sua stessa fine, a noi basta solo aspettare amando.
    ----------------------------
    Se c'è chi semina odio, noi siamo chiamati maggiormente a seminare amore nei cuori dei nostri ragazzi

  15.  

    Addì 2 febbraio 2019

    Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
    Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
    Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
    Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
    Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
    C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
    Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
    Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
    Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

    Luca 2,22-40

  16.  

    C'era anche una profetessa

    Incontri

    Nella vita ognuno di noi incontra persone speciali.
    Io vi dico le mie "persone speciali", raccontateci quali le persone che hanno cambiato la vostra vita.

    Tralasciando i genitori, i figli e gli amori ho avuto la fortuna di incrociare delle anime che mi hanno donato tantissimo, facendomi riflettere e nel contempo crescere.
    La figura più importante, che mi ha tenuto la mano per dieci anni è stato Don Luigi.
    Dopo la morte della mia mamma ero irrequieto, non trovavo la mia strada, ma sono bastate poche parole sferzanti dette da un pulpito per capire che quello era un matto con il quale dovevo parlare.
    Alla mia idea di voler andare in Africa per fuggire dalle mie responsabilità mi ha detto "Tu sì scemo".
    E da quel giorno, fino a quando un tumore lo ha fatto tornare a Dio, ha saputo starmi vicino come nessun altro. Ed oggi ne sento ancora la mancanza perché una persona speciale è una persona che non può essere sostituita. Quando se ne va lascia un vuoto così grande che sembra quasi di cadere in un baratro, ed invece a malincuore devi girare i tacchi ed allontanarti da quel precipizio per percorrere altri sentieri

    Tante altre sono le "mie persone speciali", ma oggi il mio pensiero va a lui, e soltanto a lui.
    ----------------------------
    Lasciamoci prendere per mano da chi ci illumina con gli occhi buoni dell'anima

  17.  

    Addì 3 febbraio 2019

    Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
    Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?».
    Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!».
    Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria.
    Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
    C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
    All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
    Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

    Luca 4,21-30

  18.  

    Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò

    Buonisimo e cattivismo

    Coloro che seminano odio definiscono "buonisti" quelli che seminano amore.
    Beh, se il nostro è buonismo, il loro è cattivismo, ma al di là di stupide parole, è vero quanto ha detto il vescovo di Pompei ai funerali di Giuseppe ucciso dal patrigno a bastonate a Cardito "Esiste una folle abitudine al male. Ci fa diventare indifferenti e ci impedisce di cogliere momenti e situazioni di crisi. Anche le istituzioni fanno sempre più fatica ad approntare interventi adeguati e soprattutto a mettere in atto misure di prevenzione"

    Abitudine al male.

    No, mi rifiuto di pensarla così!
    Non ci si deve abituare al male, non si deve passare oltre quando una persona inveisce con parole d'odio contro qualcuno, ma è necessario ed importante rispondere.
    Ieri ho letto in un gruppo che coloro che vogliono far entrare i migranti in Italia dovrebbero essere fatti affogare con loro e con il Papa dopo aver dato fuoco alla loro imbarcazione.
    Questo è odio gratuito.
    Capisco che possano esserci pensieri differenti, anche opposti, ma arrivare a odiare per questo, augurare la morte è odio e cattiveria allo stato puro.
    Non dobbiamo arrenderci, non dobbiamo abituarci e dobbiamo rispondere a queste parole offrendo loro un fiore, dopo aver detto le nostre idee, anche se ci insulteranno perché non dobbiamo abituarci al male e lasciare che questo fluisca nelle vene della nostra società perché abbiamo paura di essere offesi, o peggio.

    Sono certo che le persone che vogliono addirittura la morte degli immigrati e di chi vorrebbe accoglierli è solo un pugno di mosche rispetto a chi invece è a favore del dialogo, ma i primi urlano e minacciano seminando paura. Non dobbiamo averne e dobbiamo contrastare con pace e amore le loro insulse frasi cariche di male. Se non per loro, almeno facciamolo per chi ascolta affinché abbia una visione diversa della realtà, libero poi di scegliere tra le due strade.
    ----------------------------
    La cosa più carina che mi hanno detto è che sono un tarato mentale. Peccato esser stato solo a difendere l'idea dell'accoglienza e contrastare parole cariche di odio

  19.  

    Addì 4 febbraio 2019

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.
    Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.
    Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo.
    Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
    Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».
    Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!».
    E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti».
    E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
    Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.
    E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».
    Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
    I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
    Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.
    Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci.
    Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
    Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui.
    Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato».
    Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

    Marco 5,1-20

  20.  

    Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre

    Sbattuto contro i mobili con rabbia

    Carlino (sei anni), come mai sei tutto pieno di lividi?
    Il mio papà mi ha preso per i piedi e mi ha fatto roteare, ed ho sbattuto contro i mobili di casa
    Ma stavate giocando?
    No, mi stava punendo giustamente perché ero stato cattivo.

    "Giustamente"

    Ecco questo è quello che accade in molti Bambini vittime di tanti adulti.
    Si convincono, o vengono convinti, che ciò che fa l'adulto è giusto ed è colpa loro se sono picchiati o abusati.

    Quando mi chiedono "A cosa serve l'affido?" ho mille risposte, ma quella che per me è la più valida è che serva principalmente a questo: a far vedere ai Bambini che ciò che hanno subito non è giusto e non è certo colpa loro.
    I Bambini che non sono presi in affido, ai quali non viene data un'alternativa allo stile di vita che hanno sempre visto, sono potenzialmente adulti che potrebbero riproporre ai propri figli gli stessi schemi, proprio perché ritenuti giusti.

    Il compito di un affidatario è spesso quello di interrompere questa maledetta catena che porta molte vittime (per fortuna non tutte) a divenire carnefice con l'idea, spesso, di fare la cosa giusta.
    ----------------------------
    Salvare la vita ad un Bambino non è solo gettarsi in mare quando sta affogando, ma sopratutto insegnargli quali siano le situazioni di pericolo

  21.  

    Addì 5 febbraio 2019

    In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.
    Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva».
    Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
    Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti:
    «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
    E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
    Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».
    I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?».
    Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
    E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
    Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».
    Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».
    Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!».
    E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
    Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.
    Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme».
    Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.
    Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».
    Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.
    Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

    Marco 5,21-43

  22.  

    Non temere, continua solo ad aver fede!

    Un sub in emersione

    Ci sono momenti no nella vita, momenti in cui si piange, momenti in cui la tristezza è talmente forte che tutto ci sembra negativo e buio, pare non esserci una vita di fuga e si vorrebbe solamente morire per mettere la parola fine a tutto ciò che ci fa male. Morire non è solo "morte fisica", ma anche uscire da una situazione, allontanarsi, chiudersi in sé stessi. Ho visto tante persone morte dentro, incapaci di reagire alla sofferenza.

    Da mia madre ho imparato a combattere, a non arrendermi mai. Se vedo uno spiraglio di luce, per quanto piccolo possa essere, arranco con tutte le mie forze per andare verso quel briciolo di speranza. E laddove non vedo la luce lascio che le cose fluiscano evitando di prendere decisioni che possano poi cambiare la mia vita e magari renderla peggiore.

    Quando mi immergo so che c'è un spinta che mi porta verso l'alto, verso la superficie, e quando sono stanco, o quando dovessi perdere l'orientamento, mi abbandono ad essa e mi lascio trasportare a galla, dove finalmente potrò respirare.
    In una brutta situazione, quando ogni decisione sembra essere sbagliata, mi affido nelle mani di Dio e lascio che sia lui a portarmi a galla a respirare, lascio che mi porti alla luce dove potrò vedere le cose con maggior chiarezza e con minor ansia.
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    Immergersi nel mare della vita è una bella emozione, ma i pericoli in mare sono tanti ed affrontarli non sempre è facile, ma la gioia di un'immersione val bene qualche problema

  23.  

    Addì 6 febbraio 2019

    In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
    Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani?
    Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui.
    Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
    E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì.
    E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

    Marco 6,1-6

  24.  

    E molti ascoltandolo rimanevano stupiti

    Tre colpi di pistola

    Dinanzi al Colosseo, visitando le rovine di Machu Pichu, entrando nell'Alhambra restiamo a bocca aperta per la meraviglia.
    E che dire se nuotiamo in mezzo alla barriera corallina australiana, ci immergiamo nelle acque delle Maldive, o ci avventuriamo sotto le cascate di Iguazù?
    Restiamo stupiti e abbagliati da tanta bellezza.

    Eppure c'è qualcuno che resta indifferente davanti alle meraviglie del mondo, molto spesso perché tramite internet o in tv le ha viste così tante volte che il trovarcisi dal vivo non produce alcun effetto.

    Anche noi facciamo così. Ogni giorno.
    Siamo talmente abituati a vedere il sole, ad osservare il mare, a guardare un corpo umano, da non accorgerci della magnificenza che c'è dietro.

    Ma la realtà ogni tanto ci desta, ed allora siamo portati a riflettere, siamo obbligati a farlo, e chi gira lo sguardo dall'altra parte è solamente un vigliacco.

    Manuel, fuori da un pub a bere una birra con gli amici. Passano due suoi coetanei con il motorino e sparano. Manuel, promessa del nuoto italiano, resta ferito a terra in una pozza di sangue. Operato, ma la diagnosi è una sentenza senza appello: Manuel trascorrerà il resto dei suoi giorni su una sedia a rotelle.

    Non siamo indifferenti davanti alla bellezza, apprezziamo ogni giorno ciò che abbiamo, perché domani potrebbe esserci tolto, e fra tutte le cose belle ciò che è meno apprezzato oggi sono le parole, gli insegnamenti dei nonni, dei genitori, del Vangelo.
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    Ogni parola di insegnamento è una meraviglia da ascoltare e meditare, non facciamo l'errore di non assaporarla, un giorno potrebbe non esserci più nessuno a donarcela

  25.  

    Addì 7 febbraio 2019

    In quel tempo Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi.
    E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.
    E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo.
    Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro».
    E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

    Marco 6,7-13

  26.  

    Oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa

    Un pezzo di pane

    E' incredibile come riempiamo le nostre valigie per andare a fare un viaggio anche solo di una settimana.
    In estate le macchine sono stracariche di tutto, non si rinuncia a nulla e si vorrebbe portare tutti gli abiti per ogni possibile occasione, i giochi della playstation, l'attrezzatura per ogni tipo di sport.
    E poi?
    Quando torniamo a casa ci accorgiamo di aver usato solo il dieci per cento di quello che avevamo portato.

    E nella vita non facciamo forse lo stesso?
    Nel nostro viaggio terreno, che dura anche meno di una settimana se rapportato al grande viaggio dell'umanità che dura da millenni, arraffiamo quante più cose possibili e poi ne usiamo anche meno del dieci per cento.
    Non mi riferisco soltanto ai ricconi che possiedono un numero sproporzionato di case che non usano, ma anche noi nella nostra quotidianità.
    Chi di voi non ha l'armadio pieno di vestiti, molti dei quali non indossa?
    O chi non ha la cucina piena di viveri che spesso deve buttare?
    Ma ancora, chi di voi non ha case piene di oggetti pieni di polvere per il "largo" uso?
    Iscrizione in palestra, segnati a scuole di ballo latino americano, tesserine del cai per l'alpinismo e dell'amsi per lo sci, ma poche o nessuna le ore dedicate al volontariato, all'aiuto del prossimo.
    Ma sopratutto chi di voi non è pieno di superficialità da mostrare in ogni occasione? Pieno di "facce da occasione" da sfoderare in ogni circostanza?

    Nel viaggio della vita prendete con voi il necessario, il minimo indispensabile e iniziate a camminare su sentieri meno battuti, più ricchi di beni naturali, frequentati da storie di emarginazione e povertà, donate le vostre carezze ed un pezzo di pane vi verrà offerto per continuare il viaggio.
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    Un bastone ed un pezzo di pane, il resto non serve

  27.  

    Addì 8 febbraio 2019

    In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risuscitato dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui».
    Altri invece dicevano: «E' Elia»; altri dicevano ancora: «E' un profeta, come uno dei profeti».
    Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato!».
    Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
    Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
    Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
    Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
    Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
    E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
    La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
    Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
    Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
    Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
    La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
    I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

    Marco 6,14-29

  28.  

    Che cosa devo chiedere?

    A chi dar retta? (brano del 3 febbraio 2017)

    La mia mamma mi diceva spesso "Chi fa con il cervello degli altri, il suo se lo può friggere".
    Oltre settecento i ragazzi che abbiamo aiutato a crescere in questi trent'anni di vita, cinquanta dei quali tenuti in casa con noi, accolti piccolissimi e restati con noi anche più di dieci anni. Come ogni genitore abbiamo ripetuto loro in continuazione le regole per scegliere buone strade ma, si sa, il consiglio di papà e mamma, specie in fase adolescenziale, è spesso visto come un attacco frontale, come un qualcosa da non tenere in considerazione.
    I ragazzi si consultano tra loro per trovare la propria strada.
    Non è certo sbagliato, è giusto il confronto, ma spesso capita che il consiglio di un amico valga di gran lunga più di quello di un genitore. L'amico non sempre è un "vero amico", non sempre consiglia a ragion veduta, magari per mancanza di esperienza, spesso sbaglia e consigliando fa sbagliare gli altri.
    Uno dei nostri bimbi, Michele, con noi da quando aveva dodici anni, aveva un papà molto delinquente: spacciatore, trafficante d'armi, truffatore, tanto che il tribunale gli aveva tolto la patria potestà. Tutti noi, compresa la madre, il giudice e l'assistente sociale gli abbiamo detto mille volte di star lontano da quell'uomo, ma i consigli degli amici e l'idealizzazione della figura paterna lo hanno fatto andare in tutt'altra direzione.
    Quando Michele arrivò ai sedici anni venne messo in contatto con il padre grazie alla sorella che, di nascosto, gli procurò un telefono ed il numero per chiamarlo. Non potemmo fare più nulla per lui. Ascoltò i consigli degli amici che in maniera molto superficiale gli dicevano "E' tuo padre, vai da lui. Non ascoltare i giudici o i servizi sociali e nemmeno Riccardo e Roberta perché loro non sanno quale sia il tuo bene".
    Michele ormai aveva deciso: "A diciotto anni vado a vivere con mio padre" che, nel frattempo, da bravo truffatore, gli prometteva la luna nel pozzo: macchine di lusso, belle donne, direzione di alberghi di sua proprietà in ogni parte del mondo e soldi, tanti, tantissimi soldi.
    Michele credette a tutto questo e, al compimento della maggiore età, senza salutare nessuno, uscì e montò in macchina con il padre, destinazione "ignoto".
    Ovviamente tutto quanto fosse stato millantato dal padre non era vero, e nel giro di un paio di mesi i due finirono il loro rapporto con una scazzottata.
    Le ultime notizia su Michele sono state che viveva per la strada dormendo sotto i ponti, finito più volte in ospedale per risse, spacciatore di piccolo calibro, drogato.
    Michele aveva un avvenire roseo, un lavoro come idraulico ben retribuito in un'azienda oggi cresciuta e dove lui avrebbe potuto far carriera perché il capo, nostro amico, lo aveva preso a ben volere come il figlio maschio che non aveva mai avuto. Ha preferito seguire i consigli degli amici e della sorella, ha scelto la via più facile, quella piena di petali di rosa senza spine per evitare di sudare e sporcarsi le mani per procurarsi il pane.
    Mi sgolo ogni giorno con i miei ragazzi affinché, pur giustamente ascoltando i consigli di tutti, agiscano con il proprio cervello senza farsi imbonire da falsi paradisi per non rischiare di finire come Michele, o come tanti altri, su una brutta strada.
    ----------------------------
    Ogni giorno con i ragazzi è amore puro che doniamo e riceviamo
    Sostieni il nostro cammino, unisciti a noi

  29.  

    Addì 9 febbraio 2019

    In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.
    Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.
    Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
    Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
    Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

    Marco 6,30-34

  30.  

    Vide molta folla e si commosse per loro

    Stupiscimi (brano del 6 febbraio 2016)

    La mia mamma diceva "ogni età ha la sua bellezza" e con questo mi insegnava ad apprezzare le persone e a non avere rimpianti del tempo passato.
    Di quando ero bambino rimpiango quella capacità che abbiamo da piccoli di stupirci di tutto ciò che accade. Ogni cosa è una scoperta, tutto ci meraviglia, siamo capaci di gioire per una bustina di figurine, per una passeggiata in campagna, per un uccellino che fa il bagno in una pozzanghera, per un vitellino che succhia il tuo pollice.
    Quando a diciassette anni avevo la ragazza in Spagna imparai la sua lingua per amore, ma quando ero da lei era un po' come tornare ad essere piccolo. Le chiedevo in continuazione il significato delle parole scritte sui cartelloni pubblicitari o sulle riviste, domandavo il perché di certe frasi dette dai nostri amici, la interrogavo sui modi di dire che ascoltavo in televisione o al cinema. Era tutto uno scoprire ed un crescere.
    Oggi purtroppo sono poche le cose capaci di stupirmi, poche le persone in grado di farmi una sorpresa, ma quando questo accade ritorno bambino, gioisco come un ragazzino dinanzi alla bicicletta nuova trovata sotto l'albero di Natale.
    Stupirsi porta spesso alla commozione, alla gioia, all'ilarità. E' così bello e da tantissima carica.
    Provate a stupire le persone della vostra vita e la loro gioia sarà la vostra più grande ricompensa.
    Dio non finirà mai di stupirmi per le tante soddisfazioni che mi elargisce, per le battaglie vinte quando era umano pensare di aver perso, per i pericoli scampati, per le persone che ci da modo di incontrare.
    ----------------------------
    Venite a trovarci, vi stupirete della gioia che ne trarrete

  31.  

    Addì 10 febbraio 2019

    In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
    Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
    Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca».
    Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
    E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
    Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
    Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
    Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
    Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

    Luca 5,1-11

  32.  

    Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore

    Guardarsi allo specchio (brano del 4 settembre 2014)

    Non vi sentite mai in colpa per tutte le cose che avete pensando di non meritarle? Sono purtroppo fra quelli che vorrebbe sempre di più, insoddisfatto, mi sembra sempre che mi manchi qualcosa, sono un brontolone, ma ogni tanto mi fermo a riflettere e guardandomi allo specchio dico a me stesso "Riccardo, ma non ti accorgi di quanto hai e di quanto hai avuto? Una mamma piena di amore per te, una buona famiglia, mai un problema economico, mai un problema di salute, tanti bimbi come figli, l'affetto di tanta gente, un cervello che un po' funziona ... ma cosa vuoi di più dalla vita? Cosa devi chiedere ancora a Dio? Ma non ti accorgi che sei un peccatore, che il Signore dovrebbe solo punirti per tutti gli sbagli che continuamente fai ed invece continui a ricevere doni su doni?"
    Impariamo a riconoscere in noi la parte negativa per cambiarla, ma anche per apprezzare con più gioia i grandi doni elargiti da Dio.
    ------------------------
    Ognuno dei nostri bimbi è un segno di Dio
    L'amore con il quale combattere i mali del mondo

  33.  

    Addì 11 febbraio 2019

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret.
    Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse.
    E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano.

    Marco 6,53-56

  34.  

    Quanti lo toccavano guarivano

    Orgogliosi di te

    Ci sono ragazzi che faticano ad inserirsi in un determinato contesto, specie se lontani dalla famiglia.
    Una delle nostre Bimbe, appena arrivata, sente già il nostro ambiente come suo, la nostra famiglia come la sua seconda famiglia.
    Ogni sera facciamo una riunione con tutti i ragazzi e sabato lei ha chiesto di poter parlare di un argomento che le stava a cuore "Come si fa a credere a Dio se non lo abbiamo mai visto?"
    Un argomento tosto, eppure senza vergogna ha voluto mettere all'attenzione di tutti i suoi dubbi e le sue perplessità, sintomo di una grande maturità e di un'affinità che le ha permesso di aprirsi.
    Orgoglioso e fiero di questa Ragazza che il Signore ci ha voluto inviare.
    Penso che la risposta ai suoi dubbia sia anche insita nell'essere approdata da noi. I servizi cercavano una casa più vicina alla famiglia, la madre era contraria a noi proprio perché lontani. Ma tale scelta obbligata si è rivelata quella giusta. Non è forse opera di Dio?
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    Aiutateci ad allungare le nostre braccia per aiutare sempre più ragazzi a crescere

  35.  

    Addì 12 febbraio 2019

    In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme.
    Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?».
    Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
    Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
    Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
    E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.
    Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.
    Voi invece andate dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

    Marco 7,1-13

  36.  

    Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me

    Esteriorità

    In molti si credono perfetti solo perché esteriormente dimostrano di esserlo.
    Persone che si vestono alla moda, frequentano posti da vip, hanno un lavoro di prestigio, guidano macchine di lusso, cenano nei migliori ristoranti.
    Non sono migliori o peggiori di altri, così come non lo sono coloro che si comportano adeguatamente in ogni situazione.
    E' ciò che proviamo dentro quello che ci fa essere ciò che veramente siamo.
    E' un po' come essere compiti ed educati con una persona, mentre dentro il nostro cuore la malediciamo.
    O come andare in chiesa dando la mano al nostro vicino, serbando rancore verso questo o quello.
    In trentadue anni di Associazione ho avuto a che fare con ministri, deputati, sindaci e prefetti e con tantissimi genitori dei nostri Bambini. Vi assicuro che la falsità non ha ceto o portafogli, ma sono molto più guardingo con colui che mi dona grandi sorrisi in ogni circostanza piuttosto che con colui che viene da me con il cappello in mano in cerca di aiuto e magari si altera per una frase che non capisce o non condivide.
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    I Bambini ci insegnano ad essere quello che siamo

  37.  

    Addì 13 febbraio 2019

    Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene: non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo».
    Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola.
    E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.
    Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo.
    Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
    Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo».

    Marco 7,14-23

  38.  

    Sono le cose che escono dall'uomo a contaminarlo

    Preso a botte

    A volte le cose che vediamo non sono realmente come appaiono.
    Pensate a due fratellini, Andrea e Marco, che escono di casa per andare a giocare fuori con gli amici.
    Andrea rientra sporco, pieno di fango, con i vestiti laceri e qualche graffio in viso.
    Marco invece è tutto pulito così come quando è uscito.
    La mamma rimprovera il primo per essersi sporcato e loda il secondo.

    Facciamo un passo indietro e vediamo cosa è successo dopo che i due fratellini sono usciti a giocare.
    Vedono una scena dove quattro teppistelli stanno prendendo a calci e sberle una ragazzina loro coetanea nel tentativo di rubarle il telefono e l'orologio, e magari farle anche altro.
    Andrea non ci pensa due volte e corre a difendere la ragazzina, lo prendono a botte, lo buttano in un fosso, lo graffiano al volto con dei legni, ma Andrea si rialza e alla fine riesce a mettere in fuga i quattro giovinastri.
    Marco, rimasto in disparte, viene apostrofato da uno dei delinquentelli "Ne vuoi buscare anche tu?"
    "No, no, risponde, io quello nemmeno lo conosco" e si allontana di gran carriera.

    Ricordiamoci che ciò che ci sporca non sono il fango o le botte prese nella vita, ma ciò che esce dal nostro cuore: vigliaccheria, razzismo, invidia, gelosia, falsità ed anche il non far nulla quando si vedono cose che non vanno per paura di perdere qualche privilegio o per non avere guai.
    ------------------------
    Sporcarsi le mani a volte è bello, spesso è necessario, semrpe è utile

  39.  

    Addì 14 febbraio 2019

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».

    Luca 10,1-9

  40.  

    Li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi

    Colombe viaggiatrici

    San Valentino è per molti un momento per rinnovare le promesse, pronunciare la frase "ti amo", fare un dono semplice e significativo, anche un fiore di campo raccolto sul ciglio di una strada, o una foto inviata che ricordi un momento gioioso. Un'ora per asciugare qualche lacrima, un minuto per dire "ci sono", un secondo per sorridere.
    In ogni relazione di amorosi sensi esistono alti e bassi, momenti belli ed altri meno belli, e forse quelli brutti sono la maggior parte, ma chi non affronterebbe tutte le turbolenze per vivere e rivivere quei momenti meravigliosi?
    Vedo l'esercito degli innamorati di San Valentino come dei messi, degli inviati nel mondo a dire "amarsi è possibile".
    In mezzo a tante guerre, violenze, razzismo, soprusi ed abusi, oggi ci saranno milioni, miliardi di persone che daranno un fiore, un cioccolatino, una foto alla persona che hanno più cara nel loro cuore dicendole "ti amo" e così facendo contrasteranno il male che c'è in questo mondo.
    Un po' come le piante eliminano l'inquinamento, così l'amore sconfigge l'odio.
    Facciamo si che ogni giorno sia San Valentino, ogni giorno diciamo alla persona amata "ti amo" ed il mondo sarà migliore.
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    Oggi ama, domani si vedrà.
    Dillo e fallo ogni giorno

  41.  

    Addì 15 febbraio 2019

    Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
    E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano.
    E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!».
    E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
    E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

    Marco 7,31-37

  42.  

    Effatà - Apriti!

    Cosè l'Affido

    Potremmo dare mille definizioni dell'Affido, parlare di miriadi di problemi e di una enormità di gioie, ma a volte ci dimentichiamo la semplicità di un gesto.
    Dico sempre ai miei ragazzi, quando faccio loro qualche domanda ed iniziano a fare ragionamenti complicati, "Pensate come Bambini, pensate con semplicità"

    L'Affido è semplicemente accoglienza, è amare con semplicità come sappiamo, è mettere il nostro operato nelle mani di Dio (o del destino se preferite).
    Oggi N. compie 18 anni, un giorno importante per lei, un giorno che segna anche un cambiamento di vita perché su sua decisione, in accordo con i genitori, uscirà da casa nostra per andare a stare con il babbo. Cambieranno regole, abitudini e stili di vita; vedrà e frequenterà più assiduamente ambienti e persone che prima vedeva meno e viceversa; avrà alcune possibilità da noi precluse e dovrà rinunciare ad altro che qui da noi aveva trovato.
    E' arrivata da noi sei anni fa, ed oggi ne esce, non senza lacrime e preoccupazioni.
    Alti e bassi, come con ogni figlio. Discussioni, liti, gioie, abbracci, tenerezze. Percorsi e delusioni, cadute e rialzate.
    Non è così con ogni figlio?
    Oggi dopo sei anni leggo una frase del Vangelo di oggi e dico "Toh, è proprio così".

    E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!»

    Noi l'abbiamo portata in disparte, lontano dalla folla che rumoreggiava attorno a lei.
    Abbiamo fatto poco, ma abbiamo guardato verso il cielo e pregato, proprio con un sospiro continuo, affinché il Signore accogliesse le nostre preghiere.
    E qualcosa in lei è avvenuto, qualcosa è cambiato, in qualcosa è migliorata, qualcosa ha imparato.

    Così è per ogni affido: siamo chiamati ad accogliere, per il resto ci affidiamo a Dio.
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    Ogni passaggio è gioia e dolore. Per tutti, Per chi va avanti, per chi resta, per chi accoglie.

  43.  

    Addì 16 febbraio 2019

    In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione di questa folla, perché gia da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare.
    Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano».
    Gli risposero i discepoli: «E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?».
    E domandò loro: «Quanti pani avete?». Gli dissero: «Sette».
    Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla.
    Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli.
    Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati.
    Erano circa quattromila. E li congedò.
    Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanùta.

    Marco 8,1-10

  44.  

    Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via

    Un incontro

    Se doveste fare una stima delle persone che incontrate ogni giorno, anche di quelle che incrociate per la via mentre camminate, o coloro che fanno la fila con voi alla cassa del supermercato, o piuttosto chi in aereo, pulman, tram, nave o treno vi siede accanto o nello stesso scompartimento, quanta gente vedete?
    Decine? Centinaia? Magari nei giorni di mercato o in occasione di qualche iniziativa anche un migliaio o forse più.
    Centinaia di opportunità di dialogo, di incontri, di scambio di idee ed opinioni. Opportunità certamente, ma quante volte vi fermate a parlare con una sola di esse? Quante volte cercate il loro volto anziché guardare il cellulare?
    Eppure è così bello trovare lo sguardo, ricevere e donare un sorriso, aiutare una persona a portare le borse, cederle il posto e farsi raccontare la sua vita.
    Oggi c'è diffidenza, paura di essere fraintesi, ma anche tanta distrazione.
    Pensate che a Bolzano sono arrivati a mettere i paracolpi per la testa ai pali perché la gente cammina guardando il cellulare e va a sbatterci contro.

    Tenete in tasca il cellulare ed ascoltate innanzitutto con gli occhi perché attraverso essi si esprimono emozioni che molte volte manca il coraggio di proferire con parole.
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    Accogliere è anche capire le esigenze del nostro prossimo

  45.  

    Addì 17 febbraio 2019

    Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
    Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
    Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.
    Beati voi che ora piangete, perché riderete.
    Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
    Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
    Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione.
    Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame.
    Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
    Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
    Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti»

    Luca 6,17.20-26

  46.  

    Beati voi

    Le beatitudini di oggi

    Oggi se dici ad una persona che è da invidiare chi è povero, ti guarda e se va bene si mette a ridere, scrolla la testa e se ne va prendendoti per pazzo.

    Oggi la gente dice

    Beati voi ricchi, perché avete potere sulle persone.
    Beati voi che avete mille possibilità, perché non avrete mai tribolazioni.
    Beati voi che ora ridete e vi divertite, perché non avete tristezze.
    Beati voi perché tutti vi ameranno in nome del vostro denaro.
    Rallegratevi perché vivrete la vostra vita nel modo migliore possibile.

    Ed allora immaginatevi come possano suonare le parole di Gesù a quanti la pensino in questo modo.

    Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
    Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati.
    Beati voi che ora piangete, perché riderete.
    Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno perché credete in Dio, la vostra ricompensa è grande nei cieli.

    In molti non credono in Dio, ma avete mai provato a pensare a condividere quanto avete con chi ne abbia bisogno?
    Avete mai provato ad accogliere un Bambino? Se lo aveste fatto capireste quanta più gioia possa darvi un suo abbraccio, piuttosto che un conto in banca con tanti zeri.
    Avete mai provato a trascorrere qualche ora con una persona anziana? Se lo aveste fatto capireste quanta più gioia possa darvi la sua espressione di felicità per essere stata considerata, piuttosto che una vacanza di un mese ai tropici.
    Avete mai provato a portare la spesa ad una famiglia povera? Se lo aveste fatto capireste quanta più gioia possa darvi il loro invito a cena, piuttosto che mille feste sfarzose piene di lustrini e falsità.

    Provare non costa nulla. Provate a condividere quanto avete con chi non abbia niente e vi accorgerete che la vera vita è questa perché crea valori che nessuno potrà mai rubarvi o insidiarvi come accade con il denaro o i beni materiali.
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    Beati voi che ascoltate la Parola di Dio e la mettete in pratica

  47.  

    Addì 18 febbraio 2019

    In quel tempo, vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
    Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione».
    E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda.

    Marco 8,11-13

  48.  

    Perché questa generazione chiede un segno?

    Segni dal cielo

    Molte persone, specie i ragazzi delle nuove generazioni, non hanno più fede in nulla, non solo in Dio, ma nemmeno nei valori di solidarietà, amicizia, altruismo.
    Tutto si riduce a ciò che di reale possono toccare con mano e provare, come se il "mondo social" con mille amici fosse reale, e non credono in niente se non possono vederlo.

    E' come se il sole, la luna, il mare non fossero già un segno di una presenza divina.
    E' come se il nostro corpo perfetto non fosse già un segno.
    E' come se il sorriso di un Bambino accolto, un anziano accudito, un senzatetto sfamato, un migrante issato a bordo dopo il naufragio non fossero già segni evidenti della presenza di Dio nell'universo.
    ------------------------
    Cercate un segno o volete un prodigio?
    La Fede non è magia. Sono tanti i segni basta solo non rifiutarsi di vederli

  49.  

    Addì 19 febbraio 2019

    In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo.
    Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!».
    E quelli dicevano fra loro: «Non abbiamo pane».
    Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito?
    Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici».
    «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette».
    E disse loro: «Non capite ancora?».

    Marco 8,14-21

  50.  

    Guardatevi dal lievito dei farisei

    Generazioni che cambiano

    Se noi cinquantenni scuotiamo la testa e diciamo che il mondo è cambiato, i giovani scuotono la testa e dicono "troppo lontano dal nostro mondo per capire"
    Ma quando a dirlo è un ragazzo poco più che trentenne dal palco dell'Ariston durante il Festival di Sanremo, deve esserci del vero.

    "Nonno mi hai lasciato dentro ad un mondo a pile
    Centri commerciali al posto del cortile
    Una generazione con nuovi discorsi"

    Enrico Nigiotti è un livornese come me, ed anche lui denuncia questi cambiamenti dove non c'è più umanità né sentimento autentico, dove le piccole cose come

    "Quanto è bella la campagna e quanto è bello bere vino
    Quante donne abbiam guardato abbassando il finestrino
    La ricchezza sta nel semplice… semplice…
    Nel semplice sorridere in un giorno che non vale niente"

    non sono più apprezzate dai giovani, ormai irretiti da un mondo virtuale proteso al commerciale, il cui unico scopo è spillare denaro a tanti pesci caduti nella rete

    "Siamo ostaggi di una rete che non prende pesci… ma prende noi"

    Perché questo è accaduto e sta accadendo, sancendo il trionfo del consumo e la sconfitta dei sentimenti ideali di umanità, e facendosi strada sempre più un basso populismo, su cui dovremmo chiudere gli occhi tenendosi stretti addosso i consigli di chi ancora conserva memoria dei buoni sentimenti e dei validi principi.

    Non è un caso, ed è indicativo, che la proposta di una scuola di fare a meno di telefono e internet per una settimana sia stata accolta da appena 35 studenti su 800 e che solo 8 siano riusciti a portare a termine l'esperimento.

    Noi da sempre cerchiamo di fare ai ragazzi proposte di vita all'aria aperta: uscite in mare, fine settimana in campagna, vacanze a contatto con la natura ma spesso c'è il rifiuto ed in ogni caso tutto deve essere vissuto attraverso la lente del telefonino per una condivisione continua, quasi a dover ricevere un plauso, un like, ad ogni passo che fanno per sentirsi sicuri.

    https://www.youtube.com/watch?v=qX0Zee7f6u8
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    "Cerco di trovare un modo per capire"
    e se lo cerca un ragazzo di trent'anni tutti noi dobbiamo interrogarci su dove sta andando il mondo