Non sei collegato (collegati)

Vanilla 1.1.2 is a product of Lussumo. More Information: Documentation, Community Support.

  1.  

    Addì 26 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: « Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera;
    ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace.
    Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità.
    Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi.
    Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
    Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
    E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto,
    e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.
    Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza.
    Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
    Io non ricevo gloria dagli uomini.
    Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio.
    Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste.
    E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
    Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è gia chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza.
    Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto.
    Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?»

    Giovanni 5,31-47

  2.  

    Io non ricevo gloria dagli uomini (26 marzo 2020)

    Lavorare senza paga

    Vi propongono un lavoro: dodici ore al giorno in nero nei campi per due euro l'ora.
    Siete disoccupati con una famiglia da mantenere.
    Non andate troppo per il sottile ed accettate.

    Vi si presenta una buona occasione: cameriere stagionale con contratto per sei ore al giorno.
    Non è il massimo, ma certo è meglio, ed ovviamente accettate.

    Qualcuno vi nota per i vostri modi gentili e vi propone un lavoro a tempo indeterminato come venditore.
    Fisso mensile buono e provvigioni.
    Accettate senza pensarci due volte.

    Ecco che un amico espatriato alle Maldive ha bisogno di aiuto per portare la gente in barca tutto l'anno.
    Vi fa vedere i guadagni da capogiro ed è disposto a prendervi come socio al cinquanta per cento, villetta sul mare, in barca tutto il giorno.
    Ne parlate in famiglia e tutti sono contenti di fare un cambio radicale di vita, e partite.

    Questo è "ricevere gloria dagli uomini"

    Io ho fatto e sempre farò scelte diverse.

    Ma mia gratificazione a ciò che faccio non deriva dall'importanza del lavoro, dalla fatica, dal luogo o dalla paga.
    Io lavoro diciotto ore al giorno.
    La mia paga è di zero euro.
    Il posto è Livorno.
    Ogni cosa che faccio è guardata con sospetto.
    Ho preso più porte in faccia dalle istituzioni che strette di mano.

    A volte dico "Ma chi me lo fa fare?"

    Il mio babbo mi ha lasciato una bella casa e un po' di soldi, potrei comprarmi una discreta barca e andare davvero a vivere alle Maldive per il resto dei miei giorni, ma la risposta è sempre la stessa: se avessi voluto un lavoro ben remunerato, con ferie e contributi, non avrei dedicato la mia vita al prossimo.
    La mia gratificazione non arriva dall'uomo, dalle istituzioni, dal denaro o dal possesso delle cose materiali, ma deriva dal vedere tanti Bambini sorridere, dal dare l'opportunità di lavoro a qualche persone, dal portare la spesa a chi non abbia da mangiare, dal creare opportunità di crescita e miglioramento della vita per tanti ragazzi.

    Ed allora ecco che il mio "lavoro" è il più bello del mondo, nel posto migliore del mondo, alla paga migliore del mondo

    Questo è "ricevere gloria da Dio"

    ---------------------------
    Il lavoro migliore al mondo

    Dona un Futuro migliore a tanti Bimbi
    Il tuo Cinque per mille ai Bambini
    9 2 0 1 8 0 4 0 4 9 0
    https://zizzi.org/sostienici/5x1000/

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  3.  

    Addì 27 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
    Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto.
    Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere?
    Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo?
    Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
    Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.
    Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
    Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora

    Giovanni 7,1-2.10.25-30

  4.  

    Nessuno saprà di dove sia (27 marzo 2020)

    Morire soli

    In mezzo a mille interviste al giorno sull'unico argomento oggi di interesse mondiale, il coronavirus, una su tutte mi ha colpito.
    Capita di immedesimarci e di entrare in empatia con gli altri.

    Ed ecco che allora mi sono immaginato malato di Covid 19

    "Pronto? Non sto bene: febbre, respiro a fatica da diversi giorni, ogni passo che faccio è come una corsa in salita"
    Arrivano i volontari dell'ambulanza, vestiti come astronauti e da quel momento inizia l'isolamento: non puoi nemmeno salutare i tuoi mentre ti portano via, un saluto da lontano è tutto quello che ti è concesso.
    Solo in ospedale, fermo immobile in un letto, intubato, unica visita concessa è quella degli operatori che ti "pronano" ogni dodici ore, dei medici che guardano, degli infermieri che ti danno flebo ed ossigeno.
    Unico contatto è tramite il telefono quando le condizioni lo permettono.
    Arriva il dottore, adesso mi dirà, spero, che sono in via di guarigione e potrò presto tornare a casa.

    Testa bassa, viso cupo. Penso "Sarà stanco, lavorano tantissimo", e attendo le sue parole come un bicchier d'acqua dopo una giornata nel deserto.

    La sentenza "I suoi parametri vitali sono in forte calo, ci sta lasciando"
    Ho sempre immaginato che dinanzi ad una così ferale notizia ci fosse qualcuno vicino a me a tenermi la mano, a darmi coraggio.
    No, oggi non è così. La condanna a morte è perentoria
    "Posso salutare i miei cari, potete farli venire qui, magari bardati come lo siete voi?"
    "No, mi spiace, non è possibile, troppo rischioso, mi spiace davvero"
    Dolore, paura, solitudine, senso di abbandono.
    Non oso immaginare cosa si possa provare in quel momento.

    Una telefonata: volevo avvertirvi che non arriverò alla sera
    Ma no, dai, cosa dici, vedrai che ce la farai
    No, vi dico, me lo ha detto il dottore
    Attimo di silenzio
    No, hai capito male
    Medico: purtroppo è così, mi spiace, il suo caro a stasera non arriverà, mi spiace davvero.

    Un mondo che crolla, rapporti costruiti con anni di amore e qualche litigio, con sudore e fatica, finiscono in un istante, finiscono con una telefonata, con un saluto tra le lacrime per un ineluttabile destino.

    Tutto è doloroso in questa situazione di grande emergenza mondiale, ma morire da soli è forse la cosa più dolorosa che ognuno di noi deve affrontare perché oggi la nostra vita è appesa veramente ad un filo e tutti abbiamo avuto il pensiero che potremmo essere conteggiati tra le vittime del virus

    Nella mia vita ho sempre avuto un grandissimo Amico che mai mi ha abbandonato, un Amico che travalica le leggi, i protocolli, un Amico che non ha biosogno di indosssare tute o mascherine perché immune al male, un Amico che ti tiene la mano sempre e comunque.
    Quel mio Amico è Amico di tutti e sarà vicino ad ognuno di noi nel triste momento in cui verremo chiamati a lasciare questa terra, che accada ora per mano di un minusolo corpuscolo, oppure domani per altra causa. Chiamiamolo e lui ci sarà vicino. Il suo nome è Dio
    ---------------------------
    Non siamo soli

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  5.  

    Addì 28 marzo 2020

    In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!».
    Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea?
    Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?».
    E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
    Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso.
    Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?».
    Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!».
    Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi?
    Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei?
    Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
    Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù:
    «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?».
    Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea».
    E tornarono ciascuno a casa sua

    Giovanni 7,40-53

  6.  

    La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa? (28 marzo 2020)

    Casa Famiglia chiusa dal Comune

    Qualcuno non crede che Gesù fosse figlio di Dio.
    La sua vita, però, fa parte della storia e fornisce insegnamenti anche a chi non abbia fede

    Si narra nel Vangelo che i farisei cercavano ogni scusa per uccidere Gesù perché i suoi precetti erano troppo severi
    Mentre discutevano fra loro, uno di essi, Nicodemo, domandò "La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?"

    Oggi, come ieri, questo accade sovente

    La nostra Associazione lo vive sulla propria pelle da 34 anni.
    Da sempre cerchiamo di aiutare le persone, prenderci cura dei Bambini, far conoscere il mondo dell'affido, compiere opera di prevenzione nei confronti della devianza minorile. Tutto alla luce del sole, condividendo con tutti le nostre iniziative ed i nostri pensieri.

    E non facciamo male a nessuno

    Ma qualcuno ci odia. Sono i servizi sociali di Livorno, è il Comune nelle persone di chi lo amministra, l'asl.
    Perché? Semplice: abbiamo detto loro mille volte che non fanno bene il loro dovere, abbiamo denunciato fatti concreti ai tribunali ed i giudici, nero su bianco, ci hanno dato ogni volta ragione.

    Ed oggi cosa vediamo?

    Da un lato la nostra casa famiglia chiusa dal comune "per non continuità affettiva" che potrebbe ospitare sei Bambini
    Dall'altro lato vediamo bimbi denutriti, malridotti, vestiti male e sporchi.
    Chiunque è di Livorno sa benissimo dove poter andare per vederne, e se vuole può venire con noi per toccare con mano questa triste realtà.
    Passate piazza Barriera Garibaldi, guardate a destra subito dopo l'obelisco.

    Ci sono roulotte e camper. Ci sono Bambini là dentro tenuti malissimo
    Meglio lì o in una casa confortevole dove possano essere educati, rifocillati, aiutati a crescere affinché non diventino delinquenti?

    Ciò che ci contestano?
    Operatori della casa che si sono succeduti, cosa legata al fatto che si siano licenziati.
    L'amore e la continuità affettiva non sono mai mancati da parte mia, di Roberta e di Carmela

    Tanto è bastato a farci chiudere, ed impedirci di accogliere Bambini in stato di necessità, e Dio sa quanto bisogno ce ne sarebbe oggi.
    Avere una casa di 220 mq vuota e vedere Bimbi per la strada è una cosa che fa male al cuore, una cosa senza senso!
    Questo è il nostro Comune di Livorno, questo è lo schifo di questo mondo!
    ---------------------------
    Bambini per la strada

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  7.  

    Addì 29 marzo 2020

    In quel tempo, era malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella.
    Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato.
    Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato».
    All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato».
    Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro.
    Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava.
    Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
    I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?».
    Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo;
    ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce».
    Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo».
    Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà».
    Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno.
    Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto
    e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!».
    Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
    Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era gia da quattro giorni nel sepolcro.
    Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia
    e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello.
    Marta, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.
    Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!
    Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà».
    Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà».
    Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno».
    Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;
    chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?».
    Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo».
    Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama».
    Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui.
    Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro.
    Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là».
    Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!».
    Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse:
    «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!».
    Gesù scoppiò in pianto.
    Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!».
    Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?».
    Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra.
    Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, gia manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni».
    Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?».
    Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato.
    Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato».
    E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!».
    Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».
    Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui

    Giovanni 11,1-45

  8.  

    Orsù, andiamo da lui! (29 marzo 2020)

    Devo andare

    Nei film di fantascienza le persone si fanno ibernare nel momento in cui la loro malattia non può essere debellata. Sperano così di essere scongelati dopo qualche decina o centinaio di anni, allorquando la scienza avrà trovato il modo per guarirli e magari farli vivere in eterno.

    Se questa è per molti fantascienza, per tanti è fede e l'ibernazione è la morte, il risveglio avverrà nella vita eterna ad opera di Dio quando lo riterrà giusto.

    Quasi mille morti al giorno fanno riflettere.

    Il messaggio del ragazzo di diciotto anni alla mamma "Tra poco mi intubano. Stai tranquilla, non ti lascerò sola. Ti amo, mamma, lotterò per te e per Anastasia. Devo andare".

    Anastasia è la sorellina che non ha mai abbracciato, morta cinque anni prima durante il parto.

    Devo andare
    dice Mattia

    Ed è così che si è addormentato in coma farmacologico. Ed aspetta.

    Così noi, quando ci addormeteremo dovremo farlo nel modo in cui lo ha fatto Mattia: credendo nel risveglio
    ---------------------------
    Devo andare

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  9.  

    Addì 30 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi.
    Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.
    Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
    Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
    Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.
    E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei».
    E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
    Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
    Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
    Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; và e d'ora in poi non peccare più»

    Giovanni 8,1-11

  10.  

    Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra (30 marzo 2020)

    Virus insegna

    Un messaggio carino che gira in rete ci dice questo

    In pochi giorni abbiamo risolto il problema
    - del traffico
    - dell’inquinamento
    - dello spreco di cibo
    - della ludopatia

    Abbiamo incentivato la digitalizzazione e l’alfabetizzazione informatica
    Abbiamo dato al calcio meno importanza
    Abbiamo aumentato la lettura dei libri
    Abbiamo riscoperto il piacere della sana cucina casalinga, del giardinaggio e dei lavoretti fai da te

    Siamo diventati più solidali, più socievoli e desiderosi di interagire con il prossimo
    Abbiamo responsabilizzato la maggioranza dei cittadini all’osservanza delle norme
    Abbiamo imparato a fare la fila in modo ordinato

    Passiamo molto più tempo con i nostri figli e i nostri partner
    Furti, rapine e altri delitti ridotti all’osso, traffico e spaccio di droga che hanno subito un tracollo

    Ottimo, ma per capirlo ci voleva un virus letale, un numero impressionante di morti, la paura di essere intubati e andarsene da questo mondo?

    I vecchi dicevano "ogni tanto ci vorrebbe una guerra".
    Eccola la guerra. Nessuno l'avrebbe mai voluta, ma ora che c'è impariamo la lezione

    Flagello di Dio? Non credo proprio, ma se qualcuno si sentisse superiore ad altri si guardi allo specchio cercando di capire i propri peccati, questo è un ottimo momento per riflettere

    Quando volevano lapidare una donna adultera, Gesù cominciò a scrivere per terra, e ad uno ad uno tutti lasciarono cadere per terra il sasso e se ne andarono.
    Penso che Gesù stesse scrivendo i loro nomi, ed accanto i loro peccati.

    Oggi sentiamoci tutti peccatori, tutti meritevoli di questo male che se non è una punzione divina, che sia visto almeno come un monito ad una vita dove tutto ruota attorno al denaro.
    Tutti i soldi del mondo oggi non farebbero retrocedere di un millimetro il virus
    E quando tutto sarà finito, lasciando al suolo migliaia e migliaia di vittime, ricordiamocene e cerchiamo di riorganizzare le nostre vite seguendo i principi che stiamo sperimentando in questi giorni che, non a caso, sono enunciati nel Vangelo da duemila anni
    ---------------------------
    Solidarietà, Amicizia, Famiglia

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  11.  

    Addì 31 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire».
    Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?».
    E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.
    Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati».
    Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico.
    Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui».
    Non capirono che egli parlava loro del Padre.
    Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.
    Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite».
    A queste sue parole, molti credettero in lui

    Giovanni 8,21-30

  12.  

    Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo (31 marzo 2020)

    Babbo, aiutami tu

    Diversi anni fa un ragazzo ricco decise di coltivare in casa della marjuana
    Venne scoperto ed arrestato
    La madre passò gran parte della sua detenzione seduta su un parapetto dal quale poteva vedere la finestra della cella del figlio.
    Il ragazzo aveva sbagliato, ma la sua mamma non lo ha lasciato solo nemmeno per un istante

    Così fanno i bravi genitori

    Se poi il figlio si comporta bene, ha sani valori ed intraprende una vita senza eccedere nei vizi, i genitori saranno ancor più motivati nell'essergli vicino, pronti a sorreggerlo quando dovesse incontrare delle difficoltà

    Se questo fanno i genitori che sono di natura imperfetta, pensate quanto sia realistico pensare che Dio, che ci è Padre per averci creato, ci starà sempre vicino, sia quando sbagliamo, ed a maggior ragione quando ci comportiamo bene.

    Momento difficile questo per tutti noi

    Chiediamo aiuto al Padre con la certezza di averlo vicino, pronto a sorreggerci
    ---------------------------
    Una speranza che è già certezza

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  13.  

    Addì 1 aprile 2020

    In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
    Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?».
    Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.
    Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
    So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi.
    Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!».
    Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!
    Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.
    Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!».
    Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato

    Giovanni 8,31-42

  14.  

    Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli (1 aprile 2020)

    Cose che non tornano

    Sentendo i vari notiziari arrivano notizie che passano un po' in sordina, ma che lasciano pensare

    Vi espongo tre dubbi, un po' provocatori

    1) Protezione Civile: raccolti 75 milioni dalle donazioni degli italiani
    Spesi 7 milioni per l'acquisto di mascherine

    Domanda: ma la protezione civile non fa parte dello Stato? Non è da esso sostenuta economicamente?
    Perché si deve fare una raccolta per la protezione civile?
    E perché si devono spedere 7 milioni delle donazioni degli italiani per comprare mascherine ed altro ai quali dovrebbe pensarci lo stato?
    Credo che le donazioni degli italiani starebbero meglio in altre tasche, specie in quelle di associazioni che non hanno contributi pubblici e che operano per migliorare la vita delle persone.

    2) Tutti promossi

    Domanda: è giusto che i ragazzi che non hanno studiato fino alla fine di febbraio, con diversi debiti, vadano alla classe successiva?
    Dovevano studiare quando ne avevano l'opportunità. Oggi si dovrebbero bocciare tutti coloro che hanno più di tre materie e rimandare a settembre chi ne ha tre o meno di tre.
    A settembre la scuola potrebbe iniziare con un percorso di esame (serio) per capire se i ragazzi hanno studiato durante questo periodo (che non è di vacanza)
    Sarebbe un problema e un danno, non un premio, passare alla classe successiva chi non abbia le basi perché non avranno mai più la possibilità di rimettersi in pari, rischiano di abbandonare la scuola per troppo divario. Un anno ripetuto invece potrebbe servire loro per recuperare quanto non sanno e per capire che non si deve aspettare l'ultimo mese di scuola per mettersi a studiare.
    Abbiamo ragazzi che da quando sono a casa non hanno toccato un libro, restando a guardare la tv tutto il giorno. E questi li facciamo andare avanti? Che insegnamento diamo loro?

    3) Tanti anziani muoiono negli ospizi, oggi chiamati RSA

    Domanda: è giusto che gli anziani siano negli ospizi?
    Capisco chi non ha nessuno, ma chi ha figli e nipoti non sarebbe opportuno che stessero in casa in famiglia?
    Ho conosciuto tanti anziani "parcheggiati" negli ospizi solo perché noiosi ed in casa danno fastidio.
    Se molti anziani non fossero stati nelle strutture ma in famiglia, oggi tanti di loro sarebbero ancora vivi e grande risorsa per tutti noi
    ---------------------------
    Non va bene!

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  15.  

    Addì 2 aprile 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».
    Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte".
    Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?».
    Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E' nostro Dio!",
    e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.
    Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
    Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?».
    Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
    Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio

    Giovanni 8,51-59

  16.  

    Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte (2 aprile 2020)

    Credere in Dio sconfigge la morte

    Nella sola Italia sono quasi mille le persone che si addormentano per sempre a causa del virus.
    Viene spontaneo immedesimarci, viene spontaneo pensare "Se dovesse toccare a me, se domani fosse il mio turno?"

    Come la vivete questa cosa?

    Per quanto mi riguarda con la massima serenità.
    Per me la morte non è altro che addormentarsi e risvegliarsi altrove
    Un po' come quando i genitori mandano a letto i Bambini, li prelevano nel sonno con estrema dolcezza, li depositano in macchina.
    Ed ecco che il giorno dopo il Bimbo si risveglia in un letto diverso da quello dove si era addormentato, in una casa diversa, in un posto di vacanza meraviglioso.

    La morte la immagino così: dolcezza infinita e risveglio in un posto meravigliosp
    ---------------------------
    Un risveglio meraviglioso

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  17.  

    Addì 3 aprile 2020

    In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre; per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
    Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: "Io ho detto: voi siete dèi"? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio - e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: "Tu bestemmi", perché ho detto: "Sono Figlio di Dio"? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
    Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui

    Giovanni 10,31-42

  18.  

    I Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù (3 aprile 2020)

    Opere buone

    La Asl obbliga gli Amici della Zizzi a buttare 500 kg di generi alimentari ancora buoni

    Sono in molti a credere alla nostra Associazione, molte le opere visibili a tutti, più di mille i Bambini e le famiglie aiutate, infiniti i progetti portati avanti con successo in 35 anni di attività.
    Ma ancora c'è chi ci fa la guerra. Non il popolo, non le persone, non coloro che guardano con il cuore ciò che facciamo, ma troppo spesso le istituzioni cittadine.

    Casa famiglia di Livorno.
    Commissione asl viene a fare controllo
    Chiedono di vedere la soffitta (noi stiamo al primo piano e la soffitta è al sesto, accessibile solo da due porte chiuse a chiave)
    Sapevano già cosa cercare grazie ad una nostra ex dipendente.
    Appena entrati una di loro grida allo scandalo
    Trovano 500 kg di alimenti (pasta, riso, scatolame) con TMC scaduto (risulta dal loro verbale)
    Proviamo a dire loro che per la legge Gadda sono alimenti ancora utilizzabili e che TMC scaduto non significa "scaduti"
    Non sentono ragioni e ci obbligano a distruggerli immediatamente, non facendo un verbale con la lista di cosa trovato (e relative scadenze) impedendoci di fatto una successiva difesa.

    La Asl ci ha obbligati a buttare 500 kg di merce buona che oggi avrebbe potuto sfamare tante persone
    La Asl ci ha obbligati a chiudere una casa che poteva togliere dalla strada tanti Bambini, che oggi invece stanno in situazioni di grave disagio
    Ed il Comune di Livorno ha preso per valido ciò che l'Asl ha scritto ed ha emesso ordinanza di chiusura "per non continuità affettiva"
    Al Comune abbiamo scritto "ok ci avete fatto chiudere, utilizzate voi la nostra casa per aiutare tanti Bimbi", non ci hanno nemmeno risposto!

    Queste sono le nostre istituzioni. Complimenti!!!

    E poi in video (quindi documento ufficiale consultabile da tutti dal sito del comune) l'assessore al sociale, in risposta ad un'interpellanza, asserisce che la scelta della comunità avveniva (senza un bando) inviando i Bambini alle comunità "note" e di "loro gradimento". Ripeto: SENZA UN BANDO.

    Quando i capi politici, i farisei, volevano lapidare Gesù, egli risponde "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre; per quale di esse volete lapidarmi?"

    Oggi, dopo 35 anni di vita dedicata ai Bimbi, dove ho messo a disposizione le sostanze di famiglia, dove ho rinunciato a tutto verrebbe da chiedere al Comune e alla Asl: "Per quale di queste opere volete lapidarci?"
    ---------------------------
    Lapidazione di stato

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  19.  

    Addì 4 aprile 2020

    In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Lazzaro] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?»

    Giovanni 11,45-56

  20.  

    Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui (4 aprile 2020)

    Il primo Rivoluzionario

    Nell'omelia di oggi Papa Francesco ha raccontato la vita di Gesù vista dalla parte dei propri accusatori

    E la storia si ripete

    C'è qualcuno che fa del bene, ma lo fa per poprio conto ... come abbiamo fatto noi dal 1986
    Non si lega a nessun partito o fazione, non ha padroni ... come abbiamo scelto di fare noi
    Non si piega alle proposte di essere inglobato ... come abbiamo fatto noi
    La gente crede in lui vedendo le cose che fa ... ed in tanti credono nel nostro operato
    I capi politici si sentono minacciati da lui nella loro autorità ... e questo è ciò che da sempre accade anche nei nostri confronti
    I capi politici, quando vedono che tanta gente lo segue hanno paura e decidono di farlo morire ... e questo è accaduto anche a noi
    Ed alla fine lo crocifiggono ... e questo lo hanno fatto anche a noi mettendoci in croce

    La storia di Gesù sappiamo come è finita: crocifisso ma poi risorto

    Attendiamo il tempo della resurrezione, d'altra parte siamo a Pasqua e la fede non ci manca, la forza di resistere inchiodati alla croce nemmeno
    ---------------------------
    Crocifissi in attesa di risorgere

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  21.  

    Addì 5 aprile 2020

    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti
    e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
    Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
    Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?».
    Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli».
    I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
    Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici.
    Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà».
    Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?».
    Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà.
    Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
    Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
    Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo».
    Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti,
    perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.
    Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».
    E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
    Allora Gesù disse loro: «Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea».
    E Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai».
    Gli disse Gesù: «In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte».
    E Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli.
    Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare».
    E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia.
    Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me».
    E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!».
    Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: «Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me?
    Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
    E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà».
    E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti.
    E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.
    Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori.
    Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina».
    Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo.
    Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!».
    E subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò.
    E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.
    Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.
    Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.
    Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?
    Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?».
    In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato.
    Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.
    Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale gia si erano riuniti gli scribi e gli anziani.
    Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione.
    I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni.
    Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: «Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni».
    Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?».
    Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio».
    «Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo».
    Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia;
    che ve ne pare?». E quelli risposero: «E' reo di morte!».
    Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, dicendo: «Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?».
    Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!».
    Ed egli negò davanti a tutti: «Non capisco che cosa tu voglia dire».
    Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno».
    Ma egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell'uomo».
    Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!».
    Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!». E subito un gallo cantò.
    E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte». E uscito all'aperto, pianse amaramente.
    Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire.
    Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.
    Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani
    dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «Che ci riguarda? Veditela tu!».
    Ed egli, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.
    Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: «Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue».
    E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri.
    Perciò quel campo fu denominato "Campo di sangue" fino al giorno d'oggi.
    Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d'argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato, e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
    Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici».
    E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla.
    Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?».
    Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
    Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta.
    Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba.
    Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?».
    Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
    Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua».
    Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù.
    Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!».
    Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!».
    Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!».
    Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!».
    E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli».
    Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.
    Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte.
    Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!».
    E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.
    Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
    Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.
    Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere.
    Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte.
    E sedutisi, gli facevano la guardia.
    Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei».
    Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
    E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo:
    «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!».
    Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano:
    «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. E' il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo.
    Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!».
    Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.
    Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra.
    Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
    Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia».
    E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere.
    Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!».
    E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
    Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono,
    i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono.
    E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
    Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
    C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.
    Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
    Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù.
    Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato.
    Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.
    Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l'altra Maria.
    Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo:
    «Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò.
    Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: E' risuscitato dai morti. Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!».
    Pilato disse loro: «Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete».
    Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia

    Matteo 26,14-75.27,1-66

  22.  

    Tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire (5 aprile 2020)

    Un uomo libero

    Molti uomini sono morti gridando " LIBERTA' "
    Per avere salva la vita avrebbero dovuto inchinarsi al potere, baciare un sigillo, chinare la testa ai voleri dei capi, ma non lo hanno fatto, non hanno accettato di far morire in loro il desiderio di essere UOMINI LIBERI.

    All'inizio della nostra attività ci vennero affidate delle strutture. Dopo averle ripulite ci venne detto "Queste strutture verranno date all'Arci"
    "Ma come?" Rispondemmo "Dopo averle date a noi, dopo tanta fatica adesso ce le togliete?"
    "Potete sempre restare divenendo volontari dell'Arci"
    "NO GRAZIE" ed abbiamo lottato per mantenere la nostra indipendenza

    Abbiamo chiesto in Regione il denaro per la costruzione di una grande struttura
    Ci hanno risposto "Si, purché poi passi tutto al Comune"
    "NO GRAZIE" ed abbiamo rifiutato 5 milioni di euro

    Abbiamo chiesto al Vescovo il denaro per la costruzione di una grande struttura
    Ci ha risposto "Si, purché poi passi tutto alla Caritas"
    "NO GRAZIE" ed abbiamo rifiutato 5 milioni di euro

    Ci hanno più volte chiesto, da destra e da sinistra, di schierarci politicamente ma abbiamo sempre risposto
    "NO GRAZIE" il nostro credo politico è una bandiera bianca con la scritta BAMBINI

    E tante altre volte ci hanno minacciato e ricattato chiedendoci di abbassare il capo e adeguarci ai voleri dei politici
    Abbiamo sempre risposto "NO GRAZIE" perché preferiamo scomparire e morire piuttosto che divenire una pedina sullo scacchiere della politica

    Siamo UOMINI E DONNE LIBERE e tali rimarremo fino all'ultimo dei nostri giorni seguendo l'esempio di Gesù
    ---------------------------
    Libertà. Libertà. Libertà.

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  23.  

    Addì 6 aprile 2020

    Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.
    E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.
    Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.
    Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse:
    «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».
    Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
    Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
    I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
    Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.
    I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù

    Giovanni 12,1-11

  24.  

    Lasciala fare (6 aprile 2020)

    Sono migliore di voi

    Ci sono persone intente ad accudire i malati in ospedale, altri danno gioia agli anziani negli ospizi, taluni prestano opera di volontariato verso i tossicodipendenti, nelle carceri, in strutture per Bambini.

    Chi è migliore? Chi fa la cosa più utile per la società?

    Tutto è utile, tutto è necessario.
    Ognuno si prodiga a seconda di quanto ha in animo di fare, si impegna dove si sente maggiormente portato, aiuta quanto può in un determinato settore.

    Eppure ci sono enti, associazoni, istituzioni che fanno la guerra ad altre realtà solo perché non fanno ciò che loro farebbero, o non lo fanno sotto la loro bandiera.

    E' stupido! E' come se in un esercito che è al fronte, i soldati si sparassero tra loro per il diritto di essere in prima linea.
    Soldati che si uccidono fanno solo il gioco della parte avversa.

    Ma è difficile da capire.
    Troppe le persone che con grandissima arroganza credono di avere la verità in tasca, di essere gli unici degni di poter aiutare il prossimo.

    Così vediamo assistenti sociali cercare di stroncare associazioni che si occupano di accogliere Bambini (ogni riferimento non è puramente casuale).
    Comuni deliberare sulla chiusura di una casa famiglia per "non continuità affettiva" (ogni riferimento non è puramente casuale) lasciando Bambini in famiglie dove maltrattamento, droga, prostituzione sono all'ordine del giorno.
    Caritas pigliatutto che non lasciano spazio ad altre realtà (ed anche qui il riferimento alla mia città, Livorno, non è puramente casuale)

    Carlo Carretto faceva un raffronto: ci sono persone che per fede aiutano il prossimo, altre che vanno in missione, altre ancora che si dedicano alla pulizia della chiesa e alla cura dell'altare o passano intere giornate a pregare. Chi ha più fede di queste? Tutte hanno fede, è solo un modo diverso di esprimerla.
    Così è per coloro che aiutano il prossimo: non c'è nessuno che ama più di un altro, sono diverse espressioni di amore, tutte valide e meritorie
    ---------------------------
    Amo, non amo. Amo, non amo. Amo, non amo. AMO!

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  25.  

    Addì 7 aprile 2020

    In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà».
    I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.
    Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
    Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?».
    Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
    Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
    E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto».
    Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.
    Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
    Quando Giuda fu uscito, Gesù disse : «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.
    Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
    Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.
    Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
    Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!».
    Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte»

    Giovanni 13,21-33.36-38

  26.  

    Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi (7 aprile 2020)

    Il morto è morto

    In questi giorni di Pasqua con il virus tutti pensiamo ai tantissimi morti nella nostra nazione e nel mondo: 75.000 ad oggi e Dio solo sa quanti ce ne saranno.
    Ma il morto è "morto" ed ha smesso di soffrire. Per chi ha fede è andato a stare meglio per l'eternità.

    Ma chi resta quanto soffre?

    Quanto si soffre per le cose non dette
    Quanto si soffre per le liti rimaste in sospeso
    Quanto si soffre per le attività che non potremo più fare insieme
    Quanto si soffre per non aver modo di convidere una gioia o un dolore
    Quanto si soffre per le intese tramite un solo sguardo

    Si dice che il tempo faccia dimentica, ma non è vero: quando si ama davvero una persona non la si dimentica mai

    Modugno diceva
    La lontananza sai è come il vento
    Che fa dimenticare chi non s'ama
    È già passato un anno ed è un incendio
    Che brucia l'anima

    Se soffiate su un cerino lo spegnete, ma se soffiate sulle braci ardenti alimentate la fiamma

    Il tempo non fa dimenticare, ma ci fa allontanare dal problema e lo si vede in altra ottica.
    E' un po' come leggere un libro: oggi lo abbiamo appiccicato al viso, e non possiamo leggere bene.
    Domani si distanzia di qualche millimetro, e così ogni giorno.
    Lo leggeremo bene quando sarà alla giusta distanza tenenedo conto della grandezza dei caratteri, della capacità di leggere di ognuno di noi, della nostra vista, e prima o poi lo leggeremo e ci sarà chiaro cosa ci sia scritto.

    E sarà allora che capiremo qualcosa, sarà allora che vedremo solo il bene di una persona e non i suoi difetti, sarà allora che avremo la capacità di perdonarlo per i torti che ci ha fatto, sarà allora che faremo nostre le sue parole ed i suoi principi, sarà allora che capiremo il grande disegno di Dio, se Dio vorrà svelarcelo, e daremo un senso a quella morte, oggi per noi così assurda
    ---------------------------
    La lontananza sai ...

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  27.  

    Addì 8 aprile 2020

    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
    Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
    Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?».
    Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli».
    I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
    Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici.
    Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà».
    Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?».
    Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà.
    Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
    Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto»

    Matteo 26,14-25

  28.  

    Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua? (8 aprile 2020)

    Dove festeggiamo la Santa Pasqua?

    Quando si avvicinano le feste la domanda ricorrente tra amici è "Dove trascorrerai la Pasqua?"

    Le risposte sono sempre le più disparate:

    A casa dai miei
    In agriturismo
    Nella seconda casa con amici
    In vacanza ai tropici
    Al ristorante

    Mai come quest'anno parrebbe che la risposta debba essere univoca: "A casa mia"

    Parrebbe, ma in realtà non è così

    Ci vuole fantasia, ma non è difficile immaginarsi di essere altrove che non fra le mura domestiche, oppure imbandire la tavola come se aspettassimo ospiti e riceverli con le videochiamate, ma sopratutto la nostra Pasqua, mai come quest'anno, dobbiamo viverla per quello che è: Pasqua di resurrezione, un momento in cui si possano accogliere a tavola con noi, nei nostri cuori, le persone sole, povere e maltrattate.

    Fino allo scorso anno si aprivano le porte delle nostre case per far entrare gli amici
    Oggi apriamo le porte dei nostri cuori per far entrare tutti
    ---------------------------
    Le porte del cuore sempre spalancate

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  29.  

    Addì 9 aprile 2020

    Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
    Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,
    Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava,
    si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.
    Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
    Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».
    Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo».
    Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
    Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!».
    Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti».
    Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».
    Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto?
    Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
    Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
    Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi»

    Giovanni 13,1-15

  30.  

    Cominciò a lavare i piedi dei discepoli (9 aprile 2020)

    Laviamo i piedi o stiamo in poltrona?

    Gesù duemila anni fa aiutava le persone, curava le loro ferite, lavava loro i piedi.
    Non faceva clamore, non suonava le trombe al suo passaggio.
    Quando volevano farlo re andava da un'altra parte.

    In questo momento di emergenza sto vedendo cose veramente brutte

    Chi aiuta deve farsi vedere, interviste e grandi suoni di trombe per far vedere cosa viene fatto
    E' una gara a chi appare di più

    E' giusto dare risalto a ciò che viene fatto sia per far vedere, sia per dare buon esempio, sia per avere altri aiuti
    Ma a tutto c'è un limite

    Non so se enti, gruppi o associazioni abbiano superato questo limite, non spetta a me dirlo, ma vedo cose che non mi piacciono

    Un po' come nella chiesa: sacerdoti e vescovi in prima linea ... si ... a parole per molti di loro

    Quanti sono i sacerdoti che fanno volontariato andando a portare la spesa?
    Quanti di loro passano ore al telefono a consolare i malati o chi ha perso un parente?
    Quanti di loro sono in ospedale o sulle ambulanze a tenere la mano di chi sta morendo?

    Qualcuno certamente c'è, ma su 32.000 sacerdoti quanti di loro fanno qualcosa di attivo?
    In questo momento che non ci sono messe, funerali e matrimoni da celebrare, cosa fanno i sacerdoti per dare testimonianza di Dio?
    Quanti di loro fanno volontariato?
    E quanti cristiani praticanti, la cui dedizione a Dio è più che proclamata, si rimboccano le maniche mettendo anche a rischio la propia vita?

    Gesù lavava i piedi e curava ferite, ed oggi è il giorno in cui tutti i sacerdoti sono chiamati a lavare i piedi ai propri fedeli
    Oggi con il virus lavare i piedi significa almeno portare un pacco di spesa alle famiglie povere, poi fate voi
    ---------------------------
    Laviamoci i piedi l'uno l'altro

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  31.  

    Addì 10 aprile 2020

    In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.
    Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli.
    Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.
    Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?».
    Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.
    Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
    Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno».
    Gesù replicò: «Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano».
    Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato».
    Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
    Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?».
    Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono
    e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno.
    Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo».
    Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote;
    Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.
    E la giovane portinaia disse a Pietro: «Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono».
    Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
    Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.
    Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.
    Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto».
    Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?».
    Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».
    Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
    Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono».
    Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?».
    Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
    Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
    Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?».
    Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato».
    Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno».
    Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
    Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?».
    Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?».
    Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?».
    Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
    Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
    Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa.
    Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?».
    Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.
    Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
    E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano:
    «Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
    Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa».
    Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».
    Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa».
    Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
    All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura
    ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta.
    Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?».
    Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande».
    Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare».
    Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
    Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!».
    Ma quelli gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare».
    Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
    Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota,
    dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo.
    Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
    Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.
    I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei».
    Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto».
    I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo.
    Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così.
    Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
    Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».
    Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
    Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete».
    Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
    E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.
    Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.
    Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui.
    Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe,
    ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
    Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
    Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso.
    E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
    Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.
    Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.
    Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei.
    Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto.
    Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino

    Giovanni 18,1-40.19,1-42

  32.  

    Donna, ecco il tuo figlio! (10 aprile 2020)

    In punto di morte

    L'era glaciale, il film di animazione, ha una scena bellissima: la madre primitiva, stremata, che ha la forza di reggere il bambino fino ad arrivare alla riva. I suoi occhi si incontrano con quelli di Manny, il mammut, ed il loro sguardo dice tutto.

    Sono stremata, non aiutare me, prenditi cura del mio Bambino

    Così è stato per Gesù quando morente sulla croce affida sua madre alle cure del discepolo che egli amava

    Così è oggi per molte famiglie: sono allo stremo ed affidano i loro figli all'amore dei volontari.

    Anche a noi molte mamme ci telefonano per dirci "Ho un figlio, io posso anche non mangiare, ma il mio Bimbo no, vi prego, aiutateci"

    Che bello poter aiutare chi ha avuto meno fortuna nella vita ed essere ingranaggio per equilibrare le cose
    Quante soddisfazioni in questi giorni
    Ad una mamma, quando le abbiamo dato i pannolini per la Bimba di sei mesi, si sono gonfiati gli occhi di lacrime
    Un papà al quale avevo regalato dei polpetti donatici da Francesco, parlando sul "come li farai?" mi ha prontamente mandato la ricetta della moglie.
    Una mamma del sud america con cinque figli mi ha inviato la foto dei pesci che avevamo portato loro appena fritti
    Una signora che ha ricevuto i buoni spesa dal comune ne ha usati una parte per regalarci latte ed olio da donare a famiglie più povere
    E poi c'è stato un ragazzo che ha affiancato con la vespa la nostra macchina mentre stavamo andando via dopo una consegna
    Posso chiederti un favore?
    Dimmi
    Volevo chiederti se potevi portare questa spesa (un sacchetto pieno di carne) ad un ragazzo
    Sono una coppia con una bimba e sono rimasti senza lavoro, non hanno nulla da mangiare
    Tra i loro amici abbiamo fatto una colletta, ma non vogliamo offenderli e vorrei fossi tu a portargliela perché non si senta in imbarazzo nei nostri confronti

    Storie bellissime, piene di umanità, sofferenza, amore, un crogiolo di sentimenti che si rincorrono, contrastano, fanno sorridere e piangere allo stesso momento

    Mia mamma diceva che ogni età ha la sua bellezza, ed anche in ogni tempo, persino in quelli più difficili come quello attuale, possiamo trovare la parte bella dell'umanità ed il calore di Dio che scalda i nostri cuori.

    E' vero, le chiese sono chiuse e non si può partecipare alla messa, ma recarsi nei quartieri poveri della propria città, ve lo assicuro, è prendere in mano il corpo di Cristo, è fare vera eucarestia
    ---------------------------
    Questo è il tuo cibo

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org

  33.  

    Addì 11 aprile 2020

    Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro.
    Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa.
    Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve.
    Per lo spavento che ebbero di lui le guardie tremarono tramortite.
    Ma l'angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso.
    Non è qui. E' risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto.
    Presto, andate a dire ai suoi discepoli: E' risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l'ho detto».
    Abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
    Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
    Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno»

    Matteo 28,1-10

  34.  

    Venite a vedere il luogo dove era deposto (11 aprile 2020)

    Dio è morto

    Una canzone dei Nomadi parla di un Dio che è morto

    Dentro le notti che dal vino son bagnate
    Dentro le stanze da pastiglie trasformate
    Dentro le nuvole di fumo
    La nostra stanca civiltà

    È un Dio che è morto

    Ai bordi delle strade, Dio è morto

    Che questa mia generazione ormai non crede
    Le fedi fatti di abitudini e paura
    Una politica che è solo far carriera
    Il perbenismo interessato
    La dignità fatta di vuoto
    L'ipocrisia di chi sta sempre
    Con la ragione e mai col torto

    Nella seconda parte della canzone si parla di un Dio che è risorto

    Che questa mia generazione è preparata
    A un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
    Ad un futuro che ha già in mano,
    A una rivolta senza armi,
    Perché noi tutti ormai sappiamo
    Che se Dio muore è per tre giorni
    E poi risorge,
    In ciò che noi crediamo Dio è risorto,
    In ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
    Nel mondo che faremo Dio è risorto

    Penso che pensiero più bello per la Pasqua non possa esserci

    Se andiamo nei quartieri periferici delle nostre città vediamo povertà, degrado, sporcizia, sembra quasi che lì non possa abitare Dio, che Dio sia morto

    Ma poi entri dentro i loro cortili, dentro le loro case, dentro le loro menti, dentro i loro cuori
    e ti accorgi che Dio è risorto, che Dio è vivo in mezzo a quella povera gente che ha una grande dignità, solidarietà, amore e vuole risorgere

    Dio risorge laddove noi vogliamo

    In ciò che noi crediamo Dio è risorto,
    In ciò che noi vogliamo Dio è risorto,
    Nel mondo che faremo Dio è risorto

    ---------------------------
    Dio è risorto

    Se noi soffriamo, c'è sempre qualcuno che soffre più di noi
    Fai una donazione per sostenere insieme a noi tante famiglie povere che non hanno nulla da mangiare
    https://zizzi.org/sostienici

    Associazione Amici della Zizzi
    0586.85.22.54 - 347.184.185.0 - info@zizzi.org