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  1.  

    Addì 1 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo.
    E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame.
    Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane».
    Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
    Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio
    e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».
    Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo».
    Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai».
    Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto».
    Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.

    Matteo 4,1-11

  2.  

    Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano (1 marzo 2020)

    Baby filosofia

    Entro in casa ed i quattro pulcini mi corrono incontro per i saluti serali, mai rituali, ogni sera diversi e sempre bellissimi.
    MI chiedono a gran voce di far vedere loro il video preferito: il piccolo naviglio.
    Lo vediamo tipo sette volte ballando e scimmiottando allegramente per la sala (se mi vedessero in quei momenti mi porterebbero alla neuro).
    Spengo il computer e mentre usciamo dalla sala dico loro “Ok, a lavarsi le mani e a tavola, dai”
    Si bloccano. Si guardano tra loro sbigottiti. Mirko, con voce quasi impercettibile “Ma noi abbiamo già cenato”.
    Ovviamente lo sapevo, ma stavo facendo uno dei miei scherzi.
    Con tono tra l’arrabbiato e il dispiaciuto rispondo ”Come avete già mangiato!? Ed io che ho fatto le rincorse per venire a mangiare con voi!!!”
    Se ne esce fuori Jaquie, la più piccola, quattro anni ancora da compiere “Oh via, su, andiamo a rimangiare”, con un’espressione impossibile da descrivere.
    Mi sono prese le risate e ci siamo abbracciati
    Momenti bellissimi come questo ce ne sono ogni giorno.
    Miglior vaccino contro il male del mondo non potrebbe esserci
    Puoi essere tentato da tutto: vendetta contro chi ti fa del male, suicidio per uscire da un brutto momento, rubare per toglierti dai guai, ma quelle risate, quei sorrisi, quel loro aver bisogno di te ti fanno scuotere la testa ed allontanare dal cuore ogni tentazione cattiva
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    Un antibiotico chiamato sorriso

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  3.  

    Addì 2 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
    E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
    Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
    Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
    Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
    Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
    E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
    Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
    Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
    Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
    Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
    Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
    E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

    Matteo 25,31-46

  4.  

    Ogni volta che avete fatto queste cose (2 marzo 2020)

    Un bicchier d’acqua, ho sete

    Ci sono volontari che dedicano un’ora alla settimana alla nostra Associazione, altri che vengono da fuori Livorno ogni volta che possono, ve ne sono certi che ogni giorno sono con noi per far studiare i ragazzi, alcuni “volontariano” nell’ombra promuovendo la nostra mission in giro per l’Italia, e poi le pie donne del Mercatino che tra una risata ed un’altra sostengono l’Associazione, e tanti che pregano per noi. Ognuno ha il suo modo di essere volontario, a seconda degli impegni, delle scelte di vita precedentemente fatte, delle proprie inclinazioni.

    Un’ora, un giorno, una settimana o l’intera vita non sono rilevanti, ciò che conta è che ognuno ci mette del suoper dare una carezza, un bicchier d’acqua, un vestito o un paio di occhiali a tanti pulcini scarruffati.
    Grazie Angeli della Zizzi, grazie a nome dei tanti Bambini che aiutate, grazie a nome di Dio
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    Volontario, Sempre Volontario, Fortissimamente Volontario

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  5.  

    Addì 3 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
    Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
    Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
    Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
    Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.»

    Matteo 6,7-15

  6.  

    Liberaci dal male (3 marzo 2020)

    Chi non fa non falla

    Ogni volta che facciamo un lavoro manuale, è normale sporcarsi.
    Pensate a quando tingiamo una stanza, oppure alle pulizie di primavera, o magari se dobbiamo potare una siepe.
    Polvere, tinta, fango, ruggine finiscono ovunque sul nostro corpo.

    La mia mamma mi diceva sempre "Chi non fa non falla"

    E' necessario sporcarsi se vogliamo fare qualcosa di buono nella vita.
    Non significa fare intezionalmente degli errori per arrivare al raggiungimento di uno scopo, ma è possibile che il male che combattiamo attiri altro male contro di noi, proprio come avviene quando facciamo pulizia.

    Ecco che l'acqua gioca un ruolo fondamentale

    Una bella doccia quando siamo pieni di polvere o di vernice ci rimette a nuovo, pronti a ricominciare a combattere, a costruire, a pulire questo nostro mondo.

    Per me la preghiera è aprire il rubinetto attendendo l'arrivo della grazia di Dio che non si fa certo attendere.
    Grazia che ci lava dalla polvere per "aver fatto", non dall'inedia per "non aver fatto".

    Padre nostro che sei nei cieli (...) liberaci dal male

    ---------------------------
    Acqua sorgente per ricominciare a vivere ogni giorno

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  7.  

    Addì 4 marzo 2020

    In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona.
    Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
    La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
    Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui».

    Luca 11,29-32

  8.  

    Questa generazione è una generazione malvagia (4 marzo 2020)

    Un filo d'acciaio spezzato dalla cattiveria umana

    Diversi anni fa una mamma lesse un nostro annuncio su un giornalino di inserzioni gratuite "Se avete bisogno di aiuto per vostro figlio, possiamo accoglierlo per brevi o lunghi periodi".

    Ero nella nostra casa di campagna e mi squillò il cellulare: "Ho un Bimbo di sei mesi che mi da noia, venite a prenderlo".

    Non ci pensai nemmeno due volte, presi la macchina e corsi da questa signora. Due ore dopo ero già nella nostra casa con il bebè in braccio.
    Immediatamente avvertii il Tribunale dei minori.

    Per tre anni la madre si dimenticò di lui, poi un giorno decise di venirselo a riprendere.
    Fece un percorso che durò altri tre anni, monitorata dal Tribunale e dai servizi sociali.

    Pochi mesi dopo il compimento dei sei anni venne deciso di rimandarlo a casa.
    Decisione giusta o sbagliata non sta a me dirlo, ognuno sarà giudicato da Dio.

    Il giorno prima della sua uscita dalla nostra famiglia gli dissi "Ricordati che io e te abbiamo un filo d'acciaio che va dal tuo cuore al mio cuore, e nessuno potrà mai tagliarlo"

    Beh, mi sbagliavo

    Sono passati vent'anni.
    Quando era Bambino ci hanno impedito di vederlo, e quando ho provato, più volte dopo il compimento dei diciotto anni, a contattarlo, mandandogli anche le foto della sua infanzia, non mi ha mai risposto.

    Qualcuno quel cavo di acciaio lo ha spezzato

    E la storia si ripete senza fine, con il dolore nel cuore che lascia segni profondi e incolmabili

    Avanti un altro Bimbo, non abbiamo paura ad accogliere, ma quanto dolore per la cattiveria altrui.
    ---------------------------
    Dolore necessario per aiutare un Bimbo

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  9.  

    Addì 5 marzo 2020

    Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
    Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra?
    O se gli chiede un pesce, darà una serpe?
    Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!
    Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti.

    Matteo 7,7-12

  10.  

    Chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto (5 marzo 2020)

    Giustizia

    Possiamo sapere noi cosa sia giusto?
    Possiamo intuire cosa possa essere giusto per noi, e spesso sbagliamo, ma non possiamo saperlo relativamente al mondo.

    Quando è morta mia mamma non capivo perché il Signore non avesse accolto le mie preghiere per farla guarire, ma la sua idea di giustizia era diversa dalla mia. La morte della mia mamma ha portato giovamento a tanti Bambini, ha cambiato in meglio la mia vita, mi ha dato uno scopo.

    Certo, il prezzo da pagare è assai alto

    Se entriamo in causa con qualcuno per vederci riconosciuta la giustizia che riteniamo ci spetti paghiamo soldi di avvocati, anni di cause, stati d'animo intrisi di sofferenza, e spesso dobbiamo ascoltare bugie sul nostro sconto con la speranza che non vengano prese in considerazione.
    In questo caso chiediamo ad un insieme di uomini di valutare il nostro operato e chiediamo giustizia in base alle nostre capacità cognitive, che essendo imperfette possono anche essere sbagliate.

    Nella giustizia divina invece tutto ha un senso

    Tutto ciò che ci accade può essere visto in una chiave di giustizia più ampia.
    Non tutto si capisce, ma lo si accetta perché sappiamo provenire dalla perfezione, da Colui che non sbaglia.

    Certo, questo è un discorso per chi crede in Dio, ma è pur vero che tanti miei amici atei parlano di fato, di destino ed in qualche maniera vanno avanti accettando ciò che accade come ineluttabile; alcuni di loro vanno oltre ed arrivano a pensare che la natura abbia comunque un suo disegno preciso, ed ogni avvenimento ha il suo perché anche se non possiamo o non riusciamo a vederlo.

    A Dio, ogni giorno, ogni momento, chiedo venga fatta giustizia, non la mia, ma la sua

    La morte della mia mamma mi ha insegnato ad accettare anche le cose più cattive come buone perché finalizzate a scopi superiori che nella maggior parte dei casi non potrò mai arrivare a capire, almeno in questa mia condizione umana.

    Accettarle, non significa rassegnazione

    "Chiedi e ti sarà dato" dice il Signore, ma è ovvio che dipende da cosa si chiede.

    Non credo proprio che Dio ci ascolti se dovessimo malauguratamente chiedere la morte di una persona che ci ostacola, oppure nel caso due calciatori, di squadre differenti, chiedano a Dio la vittoria nella finalissima: è ovvio che Dio possa accontentare solo uno dei due, e sceglierà secondo la sua giustizia.

    Quando sono angosciato per le tante ingiustizie che vedo e che subisco, rialzo sempre la testa perché so che se una cosa accade, è perché deve accadere. E sarà il bene per qualcuno, forse non per me, o forse si, ma la cosa certa è che Dio è buono e non vuole il nostro male, e se un dolore lo dobbiamo subire, avrà, per noi o per altri, una finalità sicuramente positiva.
    ---------------------------
    Tutto è giusto, anche se non lo capiamo

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  11.  

    Addì 6 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
    Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio.
    Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
    Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
    Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione.
    In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! »

    Matteo 5,20-26

  12.  

    Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei (6 marzo 2020)

    Tutti tifosi?

    A me non piace il calcio, ma è bellissimo vedere l'enfasi di un tifoso "Cretino, dovevi passare quella palle", "Idiota, non si gioca così", "Allenatore, non capisci nulla".
    Tutti giocatori, arbitri e allenatori. Tutti bravissimi dagli spalti di uno stadio, o dalla comoda poltrona in sala, ma quanti sono veramente più bravi di quei giocatori ed allenatori che per sport o per interesse mettono tutto il cuore nel vincere una partita?
    Quanti sono i giocatori in campo? Quasi 5 milioni di tesserati.
    Quanti sono i tifosi di questo sport? Oltre 33 milioni.

    Se nello sport gli sfottò e i consigli non richiesti fanno parte del gioco e, quando non esagerati, sono anche folkloristici, c'è da dire che la parafrasi del calcio è applicabile ad ogni aspetto della nostra vita.

    Dietro al video di pc, tablet e telefonini ci sono circa 60 milioni di italiani a caccia di errori da criticare e censurare.
    Così ognuno di noi si improvvisa ministro della salute, presidente della Repubblica, Giudice, presidente di associazione dedita al sociale.
    In pochissimi che dicano "Bravo" quando fai bene, perché hai fatto il tuo, anzi, per ogni cosa che ognuno di noi fa c'è sempre un pubblico, più o meno ampio, pronto a puntare il dito per trovare il male in ogni azione.

    La critica costruttiva, il dialogo per capire le ragioni di un gesto o di una politica sono apprezzabili, ed aiutano tutti noi a crescere, ma quanti sono quelli che criticano standosene comodamente in poltrona?

    Al pari dei giocatori, ogni persona che dedica la vita ad uno scopo pubblico o sociale ci mette il cuore per far bene.

    Le critiche di chi sta dietro un video sarebbero apprezzabili se questi signori alzassero il sedere e si rimboccassero le maniche per aiutare chi qualcosa sta almeno provando a fare per migliorare la vita del prossimo.

    Chi non scende in campo non sa la fatica e lo stress di un giocatore

    Chi non fa volontariato con Bambini, anziani, carcerati non sa minimamente cosa voglia dire la quotidianità al servizio del prossimo in una continua lotta per vedere riconosciuti i diritti più normali e naturali.
    Errori? Sia nello sport che nel sociale se ne fanno tanti, ma quanto bene facciamo ogni giorno?
    Ed allora, anziché criticare alzate il sedere e venite a darci una mano, magari insieme faremo meno errori e cose migliori per dare respiro a tanti Bambini.

    Gradite le vostre critiche se costruttive, ma ancor più gradita è la vostra presenza al nostro fianco, al fianco dei Bambini, in opgni forma vi sia possibile.
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    Alleniamoci insieme per vincere il campionato

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  13.  

    Addì 7 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.
    Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?
    E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
    Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. »

    Matteo 5,43-48

  14.  

    Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori (7 marzo 2020)

    La storia di un Padre

    Ugo, ucciso da un Carabiniere per legittima difesa durante un tentativo di rapina.
    Il funerale ci sarà domenica ed il Padre venerdì narra in televisione la sua storia con il cadavere ancora nel letto.
    Composto, seppur concitato, con precedenti importanti, pur avanzando dubbi sulla legittima difesa, dice delle cose importanti che, proferite da lui, da un padre al quale un hanno appena ucciso un figlio, sono di una forza prorompente:

    1) Piena fiducia nelle forze dell'ordine: se non ci fossero loro ci ammazzeremmo tra noi. E partecipa al flashmob davanti alla caserma dei Carabinieri con un cartello davanti al petto "Solidarietà e sostegno ai Carabinieri"
    2) Mio figlio ha sbagliato
    3) Abbiamo sbagliato a devastare il pronto soccorso e invita le persone a non comprare fiori per Ugo, ma fare donazioni per l'ospedale
    4) Al sud non ci sono le istituzioni: al nord i ragazzi come mio figlio vengono messi in istituti (in affidamento), al sud nessuno li aiuta

    Il 13/02/2020 scrivevo un brano che vi invito a rileggere
    http://www.sos-affido.it/forums/comments.php?DiscussionID=1519&Focus=27350#Comment_27350

    per il quale sono stato attaccato, dove denunciavo la mancanza di coraggio nel porre molti ragazzi di zone malfamate, come i quartieri spagnoli di Napoli dove abitava il ragazzo ucciso.

    Il padre prosegue, nella sua lunga intervista, dicendo che lui non ha più niente, ed il suo scopo sarà quello di aiutare i ragazzi che si stanno perdendo, così come si era perso il suo Ugo.

    Un padre che in un momento del genere ha il coraggio di dire queste cose merita tutto il nostro rispetto

    Se un padre dice che ragazzi come suo figlio non vengono aiutati c'è da credergli e rimboccarsi le maniche insieme a lui per accogliere Bambini che altrimenti si perderanno sicuramente ed un giorno, durante una rapina, verranno uccisi a 15 anni con la sola colpa di essere nati in brutti quartieri, ma con la colpa ben più grave della mancanza dello Stato, della mancanza dei Comuni che evitano l'affido come un mostro.

    Stato e Comuni, investite denaro nell'affidamento
    , accogliete più Bambini, mettete in campo più assistenti sociali, date loro mandato di andare in ogni famiglia a controllare e verificare lo stato in cui si trovano i minori e procedete all'affido senza esitazioni. E' Ugo che lo chiede a gran voce dalla tomba "Oggi non sarei morto se il Comune di Napoli mi avesse tolto alla mia famiglia per darmi in affidamento o in adozione"

    Oggi si parla dell'emergenza del Coronavirus, ma "l'emergenza minori" c'è da sempre e se vogliamo un'Italia migliore dobbiamo partire dal proteggere ed aiutare tanti Bimbi che oggi vivono in situazioni di miseria e abbandono sociale.

    E voi, uomini e donne di buona famiglia: aprite le porte del cuore e della vostra casa a tanti Bambini con infanzia difficile, prima che diventino rapinatori e spacciatori, drogati ed assassini.
    ---------------------------
    Ugo: Sono morto per colpa vostra

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  15.  

    Addì 8 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte.
    E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce.
    Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
    Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia».
    Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo».
    All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore.
    Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete».
    Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo.
    E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti».

    Matteo 17,1-9

  16.  

    E fu trasfigurato davanti a loro (8 marzo 2020)

    Insegnante analfabeta

    Se vostro figlio fosse iscritto in prima elementare, e dopo un anno non sapesse ancora leggere o scrivere.
    Se tale situazione fosse generalizzata a tutta la classe, non pensereste che la maestra sia una perfetta incapace?
    E non togliereste subito vostro figlio dalla classe di quell'insegnante?
    Non credo che aspettereste che arrivi in quinta per sanare quella situazione, anche perché più tardi agite e più sarà difficile recuperare le lacune di vostro figlio.

    Ampliando la nostra visione

    Se un figlio di questo nostro Stato fosse educato da genitori incapaci, non sarebbe giusto che lo Stato intervenisse per toglierlo prima che sia troppo tardi e diventi quasi impossibile cambiare il suo modo di comportarsi?

    Questo è l'affido: una necessità per salvare tanti Bambini evitando loro di diventare rapinatori a quindici anni o anche prima, ma anche un dovere nei confronti di tutti noi per creare una società migliore con più ragazzi diligenti, futuri bravi genitori.

    Lo Stato fa pochissimo in tal senso, ma questo non significa che dobbiamo starcene a guardare.
    Chi meglio di una famiglia può aiutare un Bambino a divenire uomo o donna con sani valori?
    Solo 13.000 famiglie accolgono oggi un Bimbo in affidamento, 13.000 su 22 milioni!!!!

    Potete criticare Ugo che ha fatto la rapina al carabiniere.
    Potete criticare Vincenzo che non ha saputo fare il padre.
    Potete criticare Comune e Stato che non hanno fatto il loro dovere.

    Ma voi, voi cosa avete fatto per Ugo?
    Cosa avete fatto per tanti Bambini che vivono nei quartieri spagnoli di Napoli o in qualsiasi altra zona "Bronx" d'Italia?

    Nulla!

    Noi italiani siamo grandissimi ipocriti pronti a puntare il dito, a dire "Armiamoci e partite", a criticare chi non fa, ma difficilmente alziamo il sedere dalle nostre comodità e ci rimbocchiamo le maniche per senso civico.
    Sempre lì a piagnucolare "Se poi prendo un bimbo in affido, mi affeziono e poi me lo tolgono? Soffrirei troppo"

    Vergognatevi di questo vostro egoismo, si, vergognatevi! perché se la nostra società va male è colpa vostra, non di altri.
    Se Ugo compiva rapine è principalmente colpa vostra che non avete mai dato la vostra disponibilità ad accoglierlo in affido.
    ---------------------------
    Mio figlio analfabeta

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  17.  

    Addì 9 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio ».

    Luca 6,36-38

  18.  

    Perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato (9 marzo 2020)

    Ambasciatrici

    "Senti, si muove". "Ha fame". "Vorrebbe uscire con i suoi amici". "Ha preso un brutto voto". "Mio figlio è un bravo ragazzo, va solo capito"

    Quante volte queste frasi vengono pronunciate dalle mamme, naturali ambasciatrici dei propri figli.

    Ci sono donne che si comportano male, ma con i figli quasi tutte sono disposte a perdonare e dare a piene mani.

    Imitiamo le mamme cercando di essere inclini al perdono, pieni di misericordia verso il prossimo, disponibili a donare noi stessi, restii a giudicare.

    A volte chiediamo un segno dal cielo affinché si possa credere in Dio.

    Ecco, ogni mamma è un segnale che Dio esiste, guardate i valori di cui ciascuna mamma si dovrebbe far portavoce, e vedrete Dio
    ---------------------------
    Ambasciatrici di Dio

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  19.  

    Addì 10 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
    Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
    Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
    Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì''dalla gente.
    Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
    E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
    E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
    Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato.»

    Matteo 23,1-12

  20.  

    Il più grande tra voi sia vostro servo (10 marzo 2020)

    Idioti arroganti

    Ho negli occhi la figura di un vescovo che ti porgeva la mano alzando lo sguardo lievemente a destra affinché la persona, inginocchiata, gli baciasse l'anello.
    Ho negli occhi la figura di un vescovo che girava tra i poveri con il motorino, vestito da povero, senza scorta, che entrava in tutte le case per capire le necessità di ciascuna famiglia.

    Ho negli occhi la pesidente della Croce Rossa, titolo onorifico riservato alla moglie del prefetto, che ingioiellata partecipava alle cene di beneficenza attorniata dall'alta società della città.
    Ho negli occhi Olimpia Sgherri che andava in biciceltta, vestita di stracci, nei quartieri malfamati a portare una buona parola ed un po' di pane.

    Ho negli occhi il Papa attorniato dalle guardie svizzere chiuso nei suoi lussuosi palazzi.
    Ho negli occhi Don Luigi che pur avendo un'immensa cultura parlava il linguaggio della gente, la teneva per mano, la fissava intensamente e l'amava profondomante.

    E' strano vedere come quasi tutti coloro che salgono i gradini della scala sociale si trasformino, si arroghino il diritto di essere migliori degli altri, reputino "feccia" coloro che non sono ben vestiti, ti guardino dall'alto in basso con aria di superiorità.

    Mi domando a volte se gente di chiesa, gente che crede in Dio abbia letto lo stesso Vangelo che ho letto io

    Il più grande tra voi sia vostro servo
    Chi si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato

    Le cose sono due: o non capiscono o non credono, altrimenti la terza ipotesi è che siano dei perfetti idioti
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    Tutto ciò che sale, prima o poi scende

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  21.  

    Addì 11 marzo 2020

    In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i Dodici e lungo la via disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà».
    Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa.
    Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
    Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo».
    Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio».
    Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere.
    Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».

    Matteo 20,17-28

  22.  

    Non così dovrà essere tra voi (11 marzo 2020)

    Controcorrente

    C'è un virus ben peggiore nel mondo del Covid 19.
    Quest'ultimo infetta i nostri bronchi e porta alla fine fisica, una cosa naturale con la quale tutti gli uomini dovranno confrontarsi prima o poi.
    L'altro virus è il CFT: cosìfantutti .
    E' temibilissimo perché ci corrode dal di dentro lasciando di noi solo la parvenza esteriore, lo scheletro umano.
    Tutti rubano? Rubo anche io. cosìfantutti
    Tutti danno mazzette o le ricevono per eseguire un lavoro? Lo faccio anche io. cosìfantutti
    Tutti contravvengono a limitazioni e leggi? Beh, che male c'è? cosìfantutti

    La cosa buffa, che di buffo ha ben poco, è che si tende a giustificare ogni nostra azione con il cosìfantutti anche quando questo non è vero diventando noi stessi il paziente zero, untore del gruppo di cui facciamo parte.
    Un virus, il cosìfantutti , rapidissimo quanto deleterio con conseguenze negative per il mondo intero.

    Pensate alle fabbriche in tutto il mondo ed al loro inquinamento:
    Mettere i filtri? E perché? Io non lo faccio! cosìfantutti .
    Corruzione dilagante? Perché ostacolarla se il nostro sistema funziona bene? cosìfantutti .
    Servizi sociali che pensano ad interessi politici o di poltrona e non alle persone?. E perché no? cosìfantutti

    Vi piace il salmone? Pensate che il salmone in età adulta, dopo essere diventato forte e robusto, raggiunge la foce del fiume, si immette nelle sue acque, le risale con enorme fatica nuotando controcorrente e giunto alla meta, si riproduce e muore senza più forze a causa del consumo energetico per il viaggio e la riproduzione.
    Nessuno sa ancora spiegarsi il perché anche se vi sono diverse teorie, ma ci fa riflettere.
    La Natura spesso ci ha insegnato a vivere, il problema è che talvolta voltiamo la testa dall'altra parte perché certi insegnamenti ci mettono dinanzi a sacrifici importanti.

    E' un po' come credere in Dio.
    Io in chiesa non vado, io in Dio non credo, io certi principi non li seguo perché cosìfantutti

    Che bella la persona che impari dal salmone ad andare controcorrente immunizzandosi dal letale virus del cosìfantutti
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    Un virsu peggiore del covid 19

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  23.  

    Addì 12 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai farisei: « C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.
    Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
    Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
    Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
    Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
    Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.
    Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.
    E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.
    Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.
    E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.
    Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi ».

    Luca 16,19-31

  24.  

    Ma Abramo rispose: Figlio (...) allora, padre, ti prego (12 marzo 2020)

    Tappabuchi

    A tanti di noi capita ogni giorno di ricevere richieste di denaro.
    Spesso per la strada ci fermano e ci chiedono pochi centesimi, un euro al massimo.
    Molti di noi mettono mano al borsellino e danno una o due monete, ma la maggior parte tira diritto.
    Qualcuno per egoismo, qualcuno per mancanza di monete, qualcuno perché naviga in cattive acque ed anche risparmiare un euro può essere importante.
    Molti però hanno abbastanza denaro da poter dare 3/4/5 euro a 3/4/5 bisognosi.
    La maggior parte di essi però pensa "Con un euro al povero sul marciapiede, oppure con una donazione di cento euro ad un'Associazione non risolvo il problema nel mondo, sono solo un tappabuchi", e così facendo non fanno nulla.

    Tutti noi siamo chiamati a tappare buchi fatti da altri, ed è il bello della nostra esistenza: contribuire nel nostro piccolo, anche con un solo euro, anche con una sola ora di volontariato a migliorare il mondo.
    Tappare un buco vuol dire alleggerire la fatica di un altro.
    Tappare un buco significa essere umili nel donare senza pretendere nulla in cambio.
    Tappare un buco vuol dire contribuire a risolvere una situazione difficile.

    Ricordo i primi anni di Associazione, quando ancora lavoravo con mio padre in ufficio di commercialista, ed ogni tanto mi chiamava Olimpia per dirmi "Riccardo, la famiglia Nocchi non ha latte", ed io lasciavo tutto per andare a comprare un paio di litri di latte, per poi recarmi a casa loro.
    Ho sconfitto la fame nel mondo? No davvero.
    Ho risolto la situazione pesantissima della famiglia Nocchi? No di certo.
    Ed allora, qualcuno potrebbe domandarsi, a cosa è servito fare tanta fatica per donare due litri di latte?
    Qualcuno dice "A nulla" e sono quelli che nulla faranno per gli altri.
    Invece chi dona un euro, chi dona un'ora l'anno al sociale, chi fa una preghiera per far avere giustizia, chi corre ogni volta che c'è un problema, chi fa una telefonata ogni tanto ad una persona sola cambia il mondo e lo cambia in silenzio, con amore, con pazienza. E lo cambia davvero.

    Grazie a tutti gli Angeli della Zizzi, volontari della nostra Associazione sempre pronti ad aiutarci a risolvere i piccoli e grandi problemi che la vita ci mette dinanzi.

    Nel Vangelo mi ha sempre colpito la parabola del ricco che non dava nemmeno le bricole del suo lauto desco al povero Lazzaro.
    Una volta morto chiese di andare ad avvertire i suoi fratelli di dare da mangiare ai poveri per non finire anche loro tra le fiamme dell'inferno.
    Per alcuni è solo una favoletta, ma anche fosse insegna che oggi, che abbiamo la possibilità di farlo, dobbiamo intervenire, domani potrebbe essere troppo tardi.

    Un buco in una diga non è grande cosa, ma se non interveniamo subito per tapparlo potrebbe inondare l'intera vallata uccidendo migliaia di persone
    ---------------------------
    Tappabuchi: il miglior lavoro del mondo

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  25.  

    Addì 13 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò.
    Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto.
    Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono.
    Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo.
    Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio!
    Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità.
    E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
    Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli? ».
    Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
    E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
    Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.»
    Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo.
    Ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

    Matteo 21,33-43.45-46

  26.  

    La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo (13 marzo 2020)

    Oltre

    Gesù, Martin Luther King, Padre Pio, Nelson Mandela, San Francesco, e tanti altri ancora.
    Cosa hanno in comune tra loro?

    Essere stati perseguitati e scartati per una loro idea rivoluzionaria di giustizia, sempre combattuti, alcuni imprigionati, altri uccisi, derisi, maltrattati, torturati.

    E poi?

    Poi risorti a nuova vita. Le loro idee sono andate oltre la croce, oltre le pallottole, oltre la frusta, oltre le sbarre, oltre la povertà.

    Oltre

    Così sarà per noi

    Andremo oltre le malelingue, oltre il sistema autoreferenziale e politicizzato, oltre i favoritismi, oltre lo scarto e l'incomprensione.

    Basta continuare a credere nelle proprie idee, andare avanti anche durante la bufera che ci sferza il viso, amare al di là dell'odio che ci viene donato.
    Si, donato, perché il male che ci viene fatto sarà la nostra arma per fortificarci e divenire più forti per combattere i torti e le ingiustizie.
    ---------------------------
    Siate pietra angolare, inciampo per la cattiveria

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  27.  

    Addì 14 marzo 2020

    In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
    I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
    Allora egli disse loro questa parabola: Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.
    Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
    Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.
    Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
    Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.
    Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
    Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
    Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.
    Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
    Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
    Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.
    Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
    Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
    Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
    Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.
    Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.
    Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
    Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

    Luca 15,1-3.11-32

  28.  

    Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio (14 marzo 2020)

    Messaggio da Dio

    La parabola del figliol prodigo è nota a tutti, anche ai non credenti.
    E' la storia di tanti adolescenti che vanno via da casa sbattendo la porta, rifiutando regole e principi.
    Se la maggior parte non se ne va fisicamente, si allontana dal contatto con i genitori facendo divenire la casa una sorta di albergo ove entrare per dormire e rifornirsi di cibo e denaro.

    Ed i genitori, soffrendo tantissimo, si prendono sputi in faccia, partacce, urla.
    Ma aspettano. Aspettano con infnita pazienza il "ritorno" del figliol prodigo. E quasi sempre questo accade.

    Taluni rinsaviscono e dopo aver toccato con mano che i veri amici non sono i compagni di bevute, che dormire sotto un ponte ubriachi non è il massimo, che fare sesso con chi capita non è amore, tornano ai valori dei propri genitori.

    Ma non sempre è così. Non sempre basta vederla una realtà per capire i propri errori, perché in molti pensano "Io sono più furbo, a me certe cose non capitano. La droga? Smetto quando voglio, è solo un po' di sballo"

    Ed allora il buon genitore, lento all'ira e pieno di misericordia verso i propri figli, cosa deve fare se non arrabbiarsi per cercare di salvare il figlio da sé stesso?

    "Ti tolgo tutto, ti taglio viveri, casa, denaro. Vuoi fare senza di noi? Ed allora prova cosa voglia dire veramente fare senza di noi"

    Guarda un po'. Sembra proprio la situazione che stiamo vivendo.

    Il mondo vuol fare a meno di Dio? Le persone sono sempre più inclini ad autodefinirsi padreterni?

    Ecco che Dio oggi ci fa provare cosa vuole dire "Non avere nulla" e ci avverte "Vi ho dato fino ad oggi un mondo meraviglioso, e da parte vostra nemmeno un grazie. Siete pieni di egoismo e pensate di essere artefici della vostra fortuna e mai levate gli occhi al cielo, mai riconoscete che tutto quello che avete è un dono di Dio. Guardate come siete deboli: basta un microbo tanto minuscolo, quanto deleterio, e voi nulla potete fare contro di esso, se non tapparvi in casa.
    Ma io sono un Padre buono e prima o poi questo virus, così come è arrivato, così se ne andrà, ma che tutto questo vi serva da monito: voi siete i figli, ed io il Padre, se non state alle mie regole di altruismo, amore, perdono, pazienza, potete fare anche a meno di tutto quello che vi ho sempre donato con infinito amore.
    Quando tutto sarà passato, quando uscirete di casa, la prima cosa che vi chiedo di fare è di venirmi a trovare, di venire a parlare con me affinché il nostro rapporto migliori ed insieme si possa camminare per un mondo migliore"

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    Messaggio da Dio

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  29.  

    Addì 15 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù giunse ad una città della Samaria chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.
    Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da bere».
    I suoi discepoli infatti erano andati in città a far provvista di cibi.
    Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
    Gesù le rispose: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva».
    Gli disse la donna: «Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest'acqua viva?
    Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?».
    Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».
    «Signore, gli disse la donna, dammi di quest'acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».
    Le disse: «Và a chiamare tuo marito e poi ritorna qui».
    Rispose la donna: «Non ho marito». Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
    Gli replicò la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta.
    I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare».
    Gesù le dice: «Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre.
    Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei.
    Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.
    Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità».
    Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia (cioè il Cristo): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa».
    Le disse Gesù: «Sono io, che ti parlo».
    In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che stesse a discorrere con una donna. Nessuno tuttavia gli disse: «Che desideri?», o: «Perché parli con lei?».
    La donna intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?».
    Uscirono allora dalla città e andavano da lui.
    Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia».
    Ma egli rispose: «Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete».
    E i discepoli si domandavano l'un l'altro: «Qualcuno forse gli ha portato da mangiare?».
    Gesù disse loro: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera.
    Non dite voi: Ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura.
    E chi miete riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme chi semina e chi miete.
    Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno miete.
    Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro».
    Molti Samaritani di quella città credettero in lui per le parole della donna che dichiarava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto».
    E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni.
    Molti di più credettero per la sua parola e dicevano alla donna: «Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

    Giovanni 4,5-42

  30.  

    Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera (15 marzo 2020)

    Astinenza da coronavirus

    Penso in questi giorni ai primi cristiani che celebravano la Messa nelle catacombe con il rischio di venire uccisi.
    Penso a quei cristiani che non possono ascoltare la Messa, prendere l'Eucarestia in quei paesi dove ciò costituisce un reato.
    Non si è mai troppo consapevoli di ciò che si ha fin tanto che non ci viene tolta.
    Per me oggi è un giorno triste, senza poter andare a Messa, pregare con altri fedeli, ricevere la Comunione.

    Per chi non ha fede questa è una quisquilia, ma per noi è importante

    Per senso civico ovviamente ci atteniamo alle disposizioni, non celebriamo, se non davanti alla tv, il sacro rito della Messa, ma per fare un esempio agli amici atei, è come se a voi venisse impedito di poter abbracciare una persona cara, territorialmente a portata di mano, ma divisi da un provvedimento che, per quanto giusto, provoca divisioni, seppur momentanee. E' certamente un sacrificio e non una privazione assoluta, ma per noi cristiani l'abbraccio con Dio e con tutta la comunità è qualcosa che manca tantissimo. Ma anche questa è volontà di Dio e si accetta per il bene altrui.

    Ma proprio nel Vangelo di oggi Gesù ci dice "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera" ed aggiunge "Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete"

    Ecco cosa deve essere per noi oggi l'Eucarestia: non solo l'ostia consacrata divenuta Corpo di Cristo, ma fare la volontà di Dio ogni giorno, compiere opere buone dedicandosi agli altri, fare una telefonata ad un amico, rimboccarsi le maniche per aiutare il prossimo. Questo è il cibo che ci darà forza per andare avanti, per camminare durante le bufere che la vita ci propone, per affrontare dolori e dispiacere di ogni genere e grado.

    Il nostro andare a Messa, fare la comunione è un momento importante e bellissimo, ma impariamo a fare la Comunione ogni giorno vivendo gli altri come fratelli da amare, accudire, sostenere. Questo cibo nessuno potrà mai portarcelo via, nemmeno in periodi di limitazioni dovuti ai virus.
    ---------------------------
    Sfamarsi. Dissetarsi. Amare

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  31.  

    Addì 16 marzo 2020

    In quel tempo, giunto Gesù a Nazaret, disse al popolo radunato nella sinagoga: «In verità vi dico: nessun profeta è bene accetto in patria.
    Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
    C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
    All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
    Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

    Luca 4,24-30

  32.  

    C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo (16 marzo 2020)

    Virus-Abbandono

    Il virus di oggi è ben lontano dalla lebbra, ma ci guardiamo con sospetto se ci incontriamo per strada, osserviamo il prossimo come l'untore quando siamo in fila per entrare al supermercato, se portiamo fuori il cane la gente ci spia dalle finestre.

    Poi apriamo i terrazzi e cantiamo a squarciagola

    Il prossimo è ben accetto se se ne sta a casa sua

    Oggi c'è il virus che giustifica tale comportamento, ma vi ricordate quei giorni, in realtà pochi ma sembra sia passato un secolo, quando il virus non c'era?

    Era la stessa cosa.
    Bellini i bimbini che tenete, ci dicevano, ottima cosa che facciate affido, che accogliate ragazzi di famiglie difficili, ottimo.
    Fatelo pure, io non posso, non voglio, non me la sento, soffrirei.
    Oggi il bollettino di guerra ci dice che siamo quasi a 21.000 contagiati, di cui poco più di 2.000 guariti e poco meno i morti.
    Un bollettino destinato a salire.
    Lo 0,00035 della popolazione italiana è colpito

    In Italia i Bambini e Ragazzi sotto i 20 anni sono 12 milioni.
    Residenti in quartieri malfamati non ci è dato di saperlo, diciamo 3 milioni (si parla anche di 5)
    In affido in struttura ce ne sono 13.000 ed altrettanti in famiglie (di cui la metà sono parenti del bimbo)
    Primo dato: il 25% dei bimbi e ragazzi con potenziale "Virus Sociale", a rischio di divenire spacciatori, drogati, rapinatori, ed essere il futuro male della società, quella delinquenza che tanto vorremmo combattere.
    Secondo dato: solo lo 0,0003 delle famiglie italiane apre le porte ad un Bimbo

    Adesso penso: è arrivato il coronavirus, ne vediamo gli effetti. Tutti ne abbiamo (giustamente) paura, provvedimenti severi, autodeterminazione.
    Come sarebbe bello se davanti al problema giovani a rischio di devianza, palese e visibile nei suoi effetti, si agisse nello stesso modo, con la stessa forza, con la stessa coesione sociale, orgogliosi di essere italiani capaci di risolvere un problema così grande.
    Per rendersene conto basterebbe fare un giro in un quartiere malfamato
    Bisognerebbe TUTTI fare qualcosa: aprire le porte delle proprie case, il governo se ne facesse carico, i comuni aumentassero il numero di assistenti sociali con una preparazione specifica sull'affido e sulla devianza minorile, chi può contribuisse alle spese di mantenimento, e tutti si pregasse Dio di debellare questo grande male.
    E' un virus che uccide, ben più del coronavirus, perché non facciamo qualcosa?

    Ah già .... non vi tocca

    E' questo il triste problema

    Se siete voi ad essere a rischio allora ogni azione è giusta, se sono gli altri, che ci pensi qualcun'altro!

    Usciremo, prima o poi, dall'emergenza virus-corona, ma saremo sempre una nazione con un virus-abbandono con effetti devastanti su tutti.
    Cogliamo l'occasione per smetterla di essere ipocriti ed accogliamo un bimbo in affido.
    Le famiglie in Italia sono 22 milioni, basterebbe che una famiglia su sette accogliesse un bimbo per debellare il virus del maltrattamento e della delinquenza dilagante.

    Usate questo momento per informarvi, dialogare con noi, conbtribuire, pregare.
    Uniti si può, basta capire e muoverci compatti pensando non solo a noi, ma ai tanti Bambini che soffrono ogni giorno
    E che ne siate capaci lo si vede da come vi state comportando in questa emergenza compiendo enormi sacrifici

    Le parole del padre del ragazzo ucciso a Napoli dal Carbiniere mentre tentava una rapina non le dimenticherò mai: se mio figlio stava al nord me lo toglievano e oggi sarebbe vivo.
    Non si tratta di nord e sud, ma di fare!
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    Accogliamo con gioia

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  33.  

    Addì 17 marzo 2020

    In quel tempo Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?».
    E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
    A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.
    Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti.
    Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito.
    Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa.
    Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
    Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi!
    Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito.
    Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
    Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
    Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato.
    Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?
    E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
    Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

    Matteo 18,21-35

  34.  

    Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello? (17 marzo 2020)

    Grazie Coronavirus

    Difficile perdonare chi ci fa del male, ma necessario per evitare di protrarre il dolore che ci viene fatto a tempo indeterminato.
    In taluni casi interviene la vendetta che porta a vere e proprie faide che si allungano nel tempo coinvolgendo più generazioni.
    In questo modo si genera odio, razzismo, violenza e persino guerre.

    Il Coronavirus è un male bruttissimo e lungi da me esserne grato, ma visto che ci siamo tanto vale cercare in esso un qualche aspetto positivo.
    Uno di essi è che neri e bianchi, alti e bassi, pisani e livornesi ci sentiamo tutti uguali. Nessuno da colpe ad un altro per il diffondersi del virus.
    Si è provato a dire che i cinesi erano gli untori, ma quando l'Italia ha cominciato il suo nefasto percorso è calato un velo di silenzio anche sui nostri fratelli dagli occhi a mandorla.
    Ora che non possiamo dare la colpa a nessuno, con chi ce la prenderemo per il virus che sta uccidendo migliaia di persone, mettendo a dura prova tutto quelle che erano fino a pochi giorni fa le nostre certezze?

    Impariamo ad essere uniti, impariamo a perdonare, impariamo a non puntare il dito sugli altri
    Magari questo il Coronavirus può insegnarcelo
    ---------------------------
    Siamo nella stessa barca, ti perdono

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  35.  

    Addì 18 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
    In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
    Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. »

    Matteo 5,17-19

  36.  

    Chi trasgredirà uno solo di questi precetti, ed insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli (18 marzo 2020)

    Insegnamento e nucleare

    Pensate che un fabbro, in virtù del suo lavoro, possa essere responsabile se un palazzo va a fuoco?
    Ovviamente no.
    Pensate che un falegname possa essere additato per aver fatto crollare una diga o un ponte?
    Certo che no.

    Nessuno di loro ha un ruolo tale da poter essere colpevolizzato, hanno fatto una scelta.

    Chi invece insegna, genitori, professori, maestri, educatori, allenatori, deve tenere in conto che le sue parole, i suoi fatti, i suoi insegnamenti quotidiani arrivano alla mente ed al cuore di tante persone, specie dei ragazzi, ed un giorno saranno uomo o donna in virtù degli insegnamenti di chi li ha educati alla vita. Buoni o cattivi dipenderà in buona parte da ciò che è stato insegnato loro. Sarà quindi colpa nostra se diventeranno spacciatori, rapinatori, truffatori o ladri.
    Non solo nostra ovviamente, ma anche se fossimo solo co-responsabili, non potremo esimerci dal sentirci in torto.
    Se non credete in Dio che possa punirvi per i vostri insegnamenti distorti, credete nell'uomo che vi incolperà per il cattivo comportamento dei vostri figli.

    L'insegnamento è come il nucleare: morte e distruzione, oppure energia e vita
    ---------------------------
    Vita o morte per i nostri figli?

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  37.  

    Addì 19 marzo 2020

    Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
    Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
    Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
    Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
    Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
    Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

    Matteo 1,16.18-21.24a

  38.  

    Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù (19 marzo 2020)

    Affido si - Affido no

    Ci si pone il problema se l'affido sia giusto meno
    Ci si pone il problema se prendere un Bambino in affido
    Ci si pone il problema della nostra sofferenza quando se ne andrà da casa nostra
    Ci si pone il problema del nostro rapporto con la famiglia di origine
    Ci si pone il problema del nostro rapporto con gli altri

    E quanti caspita di problemi ci poniamo, perdindirindina (per dirla alla Totò)

    Pensateci un attimo
    Maria è rimasta incinta, chi crede dice che è stato lo Spirito Santo, chi non crede pensa ad altro.
    In ogni caso era una ragazza di sedici anni in attesa di un Bambino.
    Il suo uomo aveva in animo di lasciarla ma qualcuno, chi crede dice un Angelo in sogno, chi non crede può dire "un assistente sociale", gli chiede di accoglierla e di fare da padre al nascituro.

    E così Giuseppe ha fatto

    Pensate per un attimo se Giuseppe avesse detto "No, non è figlio mio", o per qualunque altro motivo avesse rifiutato di accogliere Maria, o magari l'avesse persino denunciata cosa che avrebbe portato alla sua lapidazione.

    Gesù non sarebbe mai nato

    Oggi non avremmo i suoi insegnamenti, validi anche per chi sia ateo
    Oggi non avremmo una schiera di persone che in duemila anni hanno dato la propria vita per gli altri in nome di Gesù
    Oggi non avremmo milioni di persone che trovano forza per vivere in Gesù, nel suo esempio di crocifissione, pace e amore
    Oggi non avremmo nemmeno il Natale, così come lo conosciamo

    Prendiamo esempio da Giuseppe e non abbandoniamo al loro destino tantissimi Bambini che necessitano di una casa, di accudimento, di amore
    ---------------------------
    Il primo Bambino in affidamento

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  39.  

    Addì 20 marzo 2020

    In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
    Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
    E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi».
    Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
    Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

    Marco 12,28b-34

  40.  

    Amerai il prossimo tuo come te stesso (20 marzo 2020)

    Codice rosso

    Mi è capitato spesso di recarmi in ospedale per piccole cose, il più delle volte per accompagnare qualcuno.
    Come ben sapete chi entra con codice rosso ha la precedenza su chi ha codice giallo, poi viene il verde ed infine il bianco.
    A chi ha il bianco può tranquillamente capitare di aspettare ore ed ore senza nemmeno essere controllato.

    Nella nostra vita dovremmo sempre far finta di essere al pronto soccorso

    Facciamo una tragedia se la pasta è scotta, ci disperiamo se il telefonino ci cade nell'acqua, malediciamo il mondo per un rosso del semaforo.

    Poi arrivano le disgrazie: terremoti, nubifragi, tsunami.
    Abbiamo un sussulto, ma tiriamo un respiro di sollievo quando ci accorgiamo che la cosa è lontana da noi.
    Avete presente nei documentari quando un leone è in agguato, poi corre verso il branco, c'è un fuggi fuggi generale, ma chi è più lontano alza la testa continuando a ruminare. Ad attacco concluso tutti ricominciano le proprie attività perché non è toccato a loro.

    Negli ultimi anni c'è stato lo Tsunami in Thailandia, terremoti in varie regioni d'Italia, guerre vicine e lontane.
    Abbiamo cambiato le nostre abitudini? No, al massimo abbiamo fatto una qualche donazione.

    Nonostante il codice rosso del "pronto soccorso mondiale" guardavamo al taglietto che ci eravamo fatti, pretendendo di avere la priorità.
    Così ad esempio è avvenuto per gli immigrati in codice rosso per fame, malattie, genocidi, torture.
    Il nostro codice bianco era il nostro tasso di benessere: guai a toglierci un chilo di pasta l'anno!

    E poi è arrivato lui, il Covid 19 e tutto il mondo è andato in codice rosso

    Ah, ora si che capiamo che il nostro benessere deve passare in secondo piano, ora si che capiamo che non è così importante se andiamo in crociera oppure a visitare le capitali europee durante le ferie, ora si che capiamo che sono altre le cose importanti della vita.

    Il Covid 19 passerà e lascerà una scia di morti, non dimentichiamoci della lezione che ci sta dando in questi giorni, non dimentichiamoci quali debbano essere le priorità da codice rosso della vita, impariamo ad assaporare la lbertà di una passeggiata, capiamo che fare qualche corsa in meno per stare in famiglia non è cosa da sottovalutare.

    Oggi possiamo capire quali debbano essere le priorità nella nostra vita: non il denaro, le vacanze, il pil o le proprietà immobiliari, bensì i rapporti umani

    Da sempre mi è stato insegnato ad amare e a trattare il mio prossimo come me stesso, anzi meglio.
    Ci provo da sempre, non ci riesco quasi mai, ma ci provo perché ho ben chiaro, oggi più che mai, come il rapporto con gli altri sia la cosa più importante da curare, il vero codice rosso nella nostra vita
    ---------------------------
    Codice rosso nella vita

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  41.  

    Addì 21 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
    Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.
    Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
    Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
    Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

    Luca 18,9-14

  42.  

    O Dio, abbi pietà di me peccatore (21 marzo 2020)

    Dio in terra

    Quante volte ci è capitato di ritenerci migliori di altri?
    Se tu questo non lo hai mai pensato puoi anche smettere di leggere ciò che segue.

    Se stai continuando sei come me, uno di quelli che in tante o poche occasioni nella vita ha ritenuto di poter guardare il prossimo dall'alto della sua grandezza morale additandolo come il male del mondo, esaltandosi.

    Che stupidaggine

    Quando andavo alle elementari c'erano dei Bambini prepotenti e forti.
    Mi incutevano un po' di timore, ma nel contempo li guardavo con una certa ammirazione perché ottenevano tutto quello che volevano. Parlandone un giorno con il mio nonno, mi disse "Ricordati che ogni persona troverà prima o poi uno più grosso e forte di lui".
    Ho applicato questo insegnamento anche nel positivo, elabaorandolo negli anni, per arrivare a capire che nessuno può dirsi migliore di un altro.
    Prendete un assassino e guardate a tutte quelle persone come voi che non hanno mai ucciso nessuno.
    Potete dire di essere migliori di quell'omicida?
    In tutta franchezza si, lo pensavo, non avevo dubbi: lui cattivo, io buono. Punto!

    Poi ho conosciuto rapinatori, spacciatori, genitori maltrattanti, ed ecco che mettevo loro un muro, puntavo il dito contro le loro malefatte e li giudicavo per quello che erano: cattivi! Punto!

    Ah i Bambini. Avete idea di come sono semplici e puri?
    Noi adulti facciamo un grandissimo errore, quello di reputarli ancora stupidi e incapaci di capire, ed è vero per molte cose, ma non certo per la loro purezza di capire l'animo umano.
    Quando vedevo Bambini amare i propri genitori che li avevano picchiati, perdonare loro ogni malefatta, adorare il proprio padre alcolizzato o drogato. Quando li vedevo accudenti nei loro confronti, pazienti fino allo spasimo, convinti di avere come papà e mamma dei super eroi con tanto di mantello, capaci persino di volare ... beh, pensavo: poveri piccoli, non capiscono nulla della vita.
    E arriborda: giudicavo, giudicavo e giudicavo ringranziando Dio per non essere come loro.

    Quando ho visto che ogni Bambino, anche una volta tolto dalle situazioni peggiori in cui era costretto a vivere, tendeva sempre a riavvicinarsi alla famiglia di origine, anche ormai grande e adolescente, ho cominciato pian piano a pensare che qualcosa non quadrasse.
    Come a scuola: prendo un brutto voto e dico che è colpa della professoressa che non sa spiegare, ne prendo un altro in una seconda materia e do' la colpa al programma che è mal congeniato, quando arriva un brutto voto in una terza materia indico la responsabilità nel libro di testo che è incredibilmente scritto con i piedi. Ma quanti brutti voti devo prendere prima di capire che c'è qualcosa che non torna nei miei ragionamenti che colpevolizzano sempre qualcun'altro?

    Dopo tanti bimbi che agivano nello stesso modo ho iniziato a cambiare mentalità, a cercare di vedere quella luce che loro stessi vedevano in quegli adulti da me considerati "cattivi" e peggiori di me.
    Ed ecco che mi si è aperto un mondo: quella luce in effetti c'era.
    Anche il più cattivo dei padri non è peggiore di me.
    Lui magari ha subito violenze da piccolo e non è stato aiutato.
    Lui forse ha incontrato le persone sbagliate.
    Lui forse è nato in un quartiere dove esiste solo violenza.
    O forse c'è un'altra spiegazione al suo insano modo di agire, che indubbiamente è insano.

    Ed io? Io con il mio patrimonio, la mia bella famiglia, il mio bel quartiere, i miei bellissimi e adorabili genitori.
    Io, nonostante tutto questo, non aiuto il prossimo, non insegno l'amore, litigo con chi mi vuole bene per delle stupidaggini.

    Chi è peggiore? Non lo so, ma certamente oggi io non mi sento migliore di nessuno. Forse più fortunato per essere nato in un ambiente più sano, ma non certo migliore perché a parità di condizioni forse sarei peggio di quell'omicida, strafatto di eroina, ubriaco dalla mattina alla sera, violentatore di Bambini. Chi può dirlo.
    Certo non lo si può sapere, ed allora non giudichiamo, non esaltiamoci umiliando il nostro prossimo, anzi cerchiamo di capirlo, aiutarlo nelle sue mancanze facendoci aiutare a colmare le nostre, e sopratutto impariamo a perdonare i torti che ci ha fatto se vogliamo a nostra volta essere perdonati per quelli comminati ad altri.
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    Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato

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  43.  

    Addì 22 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?».
    Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio.
    Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare.
    Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo».
    Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
    Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?».
    Alcuni dicevano: «E' lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
    Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?».
    Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista».
    Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so».
    Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco: era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.
    Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo».
    Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro.
    Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!».
    Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista.
    E li interrogarono: «E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?».
    I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso».
    Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano gia stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga.
    Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».
    Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore».
    Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo».
    Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?».
    Rispose loro: «Ve l'ho gia detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?».
    Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè!
    Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia».
    Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi.
    Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta.
    Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato.
    Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».
    Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
    Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?».
    Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?».
    Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui».
    Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi.
    Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi».
    Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?».
    Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».

    Giovanni 9,1-41

  44.  

    Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco? (22 marzo 2020)

    Perché questa pandemia?

    Nell'antichità alcuni popoli pensavano ad ogni catastrofe come ad una punizione divina.
    Pensavano ad una persona malata come ad un peccatore meritevole di ogni sorta di sofferenza.

    Nel Vangelo questa credenza viene esplicitata con la frase che i discepoli rivolgono a Gesù "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?"
    Oggi potremmo chiederci la stessa cosa. Quale è il male del mondo per il quale meritiamo la pandemia da coronavirus?

    La risposta arriva dalle parole di Gesù, ed è valida oggi tanto quanto lo era duemila anni fa "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio".

    In questo momento in cui il mondo è in ginocchio, frastornato, impaurito vedo tanta solidarietà, tante persone che si prodigano per gli altri, tanti che rivalutano i veri valori della vita.
    Tanto ripensare alla propria esistenza.

    Non facciamo però come uno dei miei ragazzi tanti anni fa.
    Giovanni, ormai grande, dopo aver preso la sua strada da diverso tempo, viene arrestato per spaccio.
    Lo vado a trovare spesso, piange, è disperato, capisce di aver fatto una stupidaggine, piange per avermi deluso, ritrova Dio, promette di cambiare vita, di essere meno egoista, di voler fare volontariato una volta uscito di prigione.
    Passa quasi un mese prima che possa rivedere il sole, e nel frattempo le promesse fatte sono tantissime, fiumi di lacrime sgorgate dal suo cuore.

    Ma una volta uscito si dimentica di tutte le sue buone intenzioni e ricomincia a spacciare

    Torna dentro e questa volta ci resta quasi un anno.
    Lo incontro molto spesso in prigione, ci scriviamo tantissime lettere, rinnova le sue promesse e ne fa di nuove.

    Ma una volta uscito se ne dimentica di nuovo

    Il Signore, o la vita se preferite, gli aveva dato non una ma due possibilità di cambiare vita, di seguire una morale diversa, ma ha fatto orecchie da mercante, ha preferito la bella vita alle regole.
    Oggi lo abbiamo perso di vista. Ci sentiamo una o due volte l'anno e tutte le sue promesse di fare qualcosa per gli altri sono finite nel cestino.
    Peccato, era nato cieco, è stato guarito, ma ha preferito restare nel buio.

    Non facciamolo anche noi.
    Adesso siamo costretti a restare a casa, siamo come in galera e sono certo che molti di voi avranno fatto pensieri e promesse al pari del mio Giovanni.
    Non scordatevene una volta usciti dalle quattro mura di casa che oggi tanto sanno di prigione.
    ---------------------------
    Quali promesse facciamo oggi per il domani?

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  45.  

    Addì 23 marzo 2020

    In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per andare in Galilea.
    Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria.
    Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
    Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao.
    Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire.
    Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete».
    Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia».
    Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.
    Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!».
    S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato».
    Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia.
    Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.

    Giovanni 4,43-54

  46.  

    Se non vedete segni e prodigi, voi non credete (23 marzo 2020)

    Tutto è perfetto

    E' un dato di fatto che gli adolescenti non credano a ciò che gli adulti dicono loro fin tanto che non ci sbattono il naso. Così non è infrequente che un genitore si sgoli per incitare il figlio a studiare, questi prenda la strada di non andare a scuola ed in età matura, non trovando lavoro, si lamenti di non aver studiato. Oppure circa le brutte compagnie o altro ancora.
    Ma noi siamo ancora adolescenti?
    E' vero o no che anche noi non ascoltiamo i consigli di chi ne sappia più di noi?
    Eppure dall'adolescenza ne siamo usciti e dovremmo aver capito che affinché una cosa esista non dobbiamo necessariamente vederla o capirla.
    Quanti di noi saprebbero spiegare come funziona un telefono o indicare le onde radio?
    Eppure ogni giorno abbiamo la dimostrazione che, anche senza capire, possiamo beneficiare degli aspetti positivi di ogni singola situazione.
    Il nostro corpo funziona con regolarità: ci muoviamo, respiriamo, camminiamo, pensiamo, mangiamo e quanto altro ancora, eppure non tutto ci è chiaro, ma fin tanto che funzione siamo contenti. E' merito nostro? Non mi pare proprio perché non abbiamo costruito noi questo meccanismo. Semmai è vero il contrario, quando infatti qualcosa si inceppa è spesso colpa nostra per una caduta, per un'alimentazione non corretta, per un abuso.
    Eppure continuiamo a non credere, pensiamo di essere autori della nostra vita e non consideriamo il fatto che qualcuno più in alto di noi possa aver creato un mondo con degli equilibri perfetti.
    Potete chiamarlo Dio, entità superiore, Allah, ma non potete pensare che tutto si sia originato per caso perché il sistema creato è assolutamente perfetto, ma ben sappiamo che la perfezione non è di questo mondo.
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    I nostri bimbi non li vedete, ma credeteci hanno bisogno di noi e di voi per crescere

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  47.  

    Addì 24 marzo 2020

    Era un giorno di festa per i Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
    V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
    Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.
    Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato.
    Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?».
    Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me».
    Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina».
    E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato.
    Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio».
    Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina».
    Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?».
    Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
    Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
    Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.
    Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato

    Giovanni 5,1-16

  48.  

    Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita (24 marzo 2020)

    Vai a casa

    Un poliziotto ferma un signore e gli dice "Vai a casa, non puoi stare fuori, c'è il coronavirus e un decreto del governo"
    "Ma io non ho una casa, sono un senzatetto"
    "Devi andare a casa"
    "Non posso, se mi dai le chiavi di casa tua, vado a casa"
    "Ti rifiuti? ok, ti faccio una bella multa"

    Ci sono tante case disabitate, ci sono locali parrocchiali vuoti ed inutilizzati, eppure 50.000 senzatetto continunano a girovagare per la città nonostate i divieti.
    Ma è possibile che il governo abbia tanta cecità da non vedere questo problema?
    Sono quelli più da tutelare, ma se volete essere egoisti sono anche quelli che più facilmente possono portare il virus in giro.
    La nostra Associazione ha dato disponibilità al sindaco, ai preftti, alle regioni per una cinquantina di posti letto, ma nessuno sembra interessato.
    Il governo potrebbe requisire case, potrebe fare un patto con la Chiesa, potrebbe utilizzare scuole e caserme vuote, potrebbe imporre alle mense e agli asili notturni di restare aperti anche durante il giorno.

    Quante sono state le multe elevate in questi giorni a chi non rispetta il decreto che impone di stare in casa? Centomila?
    Beh, è facile fare numero se 50.000 sono senza fissa dimora e magari vengono fermati più volte anche nello stesso giorno, ma quanto siano utili queste multe è facile intuirlo.
    Una situazione paradossale di facile soluzione, e per questo ancor più paradossale
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    Che geniacci siamo noi italiani

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  49.  

    Addì 25 marzo 2020

    In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret,
    a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
    Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
    A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
    L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
    Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
    Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
    e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
    Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
    Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
    Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:
    nulla è impossibile a Dio».
    Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
    E l'angelo partì da lei

    Luca 1,26-38

  50.  

    Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te (25 marzo 2020)

    Ti saluto anziano

    In ogni momento della nostra vita dovremmo essere solidali con coloro che soffrono più di noi
    In questo momento particolare con il virus che sta mietendo vittime, coloro che sono sani dovrebbero a maggior ragione dare un mano
    Davanti alle persone anziane dovremmo essere ancor più solidali perché le loro sofferenze sono accompagnate dall'imminenza della morte
    Tutti dovremmo essere solidali con gli altri, ma a maggior ragione chi sia cristiano, se non altro per seguire i dettami di Dio
    A maggior ragione dovrebbero esserlo coloro che prendono i voti decidendo di consacrare la propria vita al Signore.

    Ed ecco perché fa ancora più male sentire di un ospizio della curia dal quale sono FUGGITE le suore che lo gestivano.
    E quando dico "fuggire" intendo proprio scappate a gambe levate, senza nemmeno avvertire nessuno, lasciando le persone anziane morire.
    Quando qualcuno se n'è accorto erano già morti undici anziani.
    Le suore avevano paura del coronavirus, alla faccia della speranza e della fede in Dio per cui morire è risorgere a nuova vita, per cui servire gli altri è servire Dio.
    Alla faccia del buon esempio che ciascuno, specie cristiano, specie se religioso dovrebbe dare con la propria vita.

    Non condanno le persone, ci penserà Dio a giudicare le motivazioni del loro atto, ma certamente ciò che hanno fatto è di una gravità incredibile e inaudita
    ---------------------------
    Siamo tutti al fronte

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