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  1.  

    Addì 11 gennaio 2020

    Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi sanarmi».
    Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui.
    Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: «Và, mostrati al sacerdote e fà l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi».
    La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità.
    Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare.

    Luca 5,12-16

  2.  

    Un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo (11 gennaio 2020)

    Guarire grazie ad un miracolo

    Non c'è malattia dalla quale non si possa guarire.
    Esistono i miracoli e la cronaca porta alla ribalta spesso di guarigioni incredibili.
    Poco tempo fa un mio carissimo amico aveva saputo di avere pochi mesi di vita.
    Si era rassegnato, sapeva che non c'era più nulla da fare.
    Lastre ed esami fatti per tre volte: condanna senza appello.

    Ma ha pregato, abbiamo pregato per lui.

    A distanza di un mese torna dal medico per vedere a che punto fosse il tumore.
    Non ce n'era più traccia, ed i medici non se lo sono saputi spiegare.

    Il miracolo era ovvio.

    Se ci credete o meno, se è vero o meno non è importante.

    Anzi, questo mio amico ora è vivo e vegeto, ha ripreso in mano la sua vita e sta facendo cose grandi, come aveva sempre fatto in tutta la sua esistenza.
    Anche lui un giorno si ammalerà nuovamente e morirà.
    Non è quindi così importante guarire fisicamente, perché prima o poi tutti lasceremo questa terra.

    Queste guarigioni, con o senza miracoli, ci fanno capire che anche le malattie più brutte possono essere lavate dal nostro corpo.

    Lo sappiamo, lo vediamo, ci speriamo e ci crediamo

    Eppure quando si tratta di piaghe sulla nostra anima non ci diamo pace, non riusciamo a perdonarci, non andiamo oltre la cosa brutta che abbiamo fatto.
    Forse perché l'uomo non perdona.

    Incidente stradale: mettelo in galera quel maledetto fino alla fine dei suoi giorni
    Violenza ad una donna: linciamo quel maledetto, non merita di vivere
    Immigrati: che affondino con i loro barconi, non hanno diritto a venire qui a rubarci il pane
    Zingari: non si azzardino a mettere piede nelle scuole dove vanno i nostri figli

    Siamo talmente abituati a giudicare, a puntare il dito sull'altro che siamo anche rassegnati alla condanna altrui quando a fare qualcosa di male siamo noi per primi.

    Così come il medico può anche non riuscire a guarire un malato, ed interviene Dio con un miracolo, così se noi non riusciamo a perdonare le nostre colpe, Dio interviene con amore a pulire la nostra anima. Dobbiamo avere fiducia che se nessuno ci perdona, Dio lo fa a condizione che siamo pentiti veramente delle nostre malefatte, piccole o grandi che siano, e alla pari del lebbroso lo preghiamo di guarirci
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    Lasciati perdonare

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  3.  

    Addì 12 gennaio 2020

    In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.
    Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?».
    Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì.
    Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui.
    Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto».

    Matteo 3,13-17

  4.  

    Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? (12 gennaio 2020)

    Ser y Estar

    Ci sono momenti della vita in cui ti senti felice:
    Quando superi un esame, ti laurei, ti sposi, ti danno una promozione al lavoro.
    Di esami ne ho superati tantissimi ed ogni volta ero felicissimo, ma oggi non sento la felicità per oguno di quegli esami perché fa parte del passato.
    Quando mi sono laureato ero felice per il traguardo raggiunto, ma non è che ogni giorno guardi la laurea e ne gioisca.
    Chi si sposa è felicissimo, ma purtroppo sono un'infinità i matrimoni che falliscono.
    Passata l'euforia della promozione sul lavoro, iniziano le responsabilità e non trascorriamo la vita nella felicità solo perché qualcuno ha riconosciuto una volta i nostri meriti.

    In spagnolo il verbo essere si traduce in due modi "Estar" e "Ser"
    Estoy enfermo, cioè "sono malato". Non è che sono malato sempre, lo sono adesso, è una condizione momentanea.
    Soy un hombre, ovvero "sono un uomo". Sono un uomo oggi e lo sarò per sempre: condizione perenne.

    Tutte le felicità e le gioie anzidette sono "Estar". Oggi ci sono, ne godiamo, domani fanno parte di noi ma non provocano la gioia nel mio animo.

    Sono passati trent'anni e dentro me c'è la gioia di quando Simone si sbucciò il ginocchio e per la prima volta lascò che mi avvicinassi a lui.
    Sono passati vent'anni e dentro me c'è la gioia di Nicholas che si fidava talmente tanto di me da andare sott'acqua senza saper nuotare consapevole che riemergendo mi avrebbe trovato lì pronto a prenderlo e farlo respirare.
    Sono passate poche ore, ma sempre resterà in me la frase di Jaquie "Sono bella perché ho un babbo bellissimo"
    E quante gioie posso tirare fuori dal cassetto del mio cuore, ed ogni volta che ci ripenso mi riempio di felicità come se stessi vivendo in quell'istante quell'attimo magnifico.

    Un amico un giorno mi chiese "Ma con tutti i problemi che hai per l'Associazione, cosa ti fa andare avanti?"
    Innanzitutto la fede, ma a pochi centimetri di distanza sono queste gioie che sono "Ser" e non "Estar" che mi danno la forza di lottare come un leone.
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  5.  

    Addì 13 gennaio 2020

    Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
    Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
    Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini».
    E subito, lasciate le reti, lo seguirono.
    Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti.
    Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.

    Marco 1,14-20

  6.  

    Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini (13 gennaio 2020)

    Chi comanda? La moglie o il marito?

    Le barzellette sono spesso veritiere su vizi e virtù di un popolo.
    Fra queste spesso si "narra" che è l'uomo a comandare, ma è la donna a decidere.

    L'uomo è forte e a volte usa tale forza per battere il pugno sul tavolo, ma la donna è più furba e fa finta di sottomettersi per poi far decidere al marito ciò che più aggrada a lei.
    E la cosa buffa è che il marito spesso lo sa, e ci ride sopra.
    Noi maschietti vogliamo far vedere di decidere, però poi non ci pare il verso se su tante cose siano le donne a prendere le redini in mano.

    Argomento sicuramente da bar, ma che porta a pensare un po' più in grande.

    Siamo noi a decidere il nostro destino?
    Siamo noi a decidere della nostra vita?
    Io volevo fare il commercialista, tutto era impostato in tale direzione: Babbo con studio avviato, corso di laurea in Economia e Commercio, una mentalità sempre portata in famiglia in quella direzione.
    Eppure un giorno accadde qualcosa che non avevo previsto: la morte della mia mamma, e questo cambiò tutto.
    Le mie certezze divennero neve sciolta al sole.
    I miei obiettivi persero di consistenza.
    Ciò che mi dava gioia era senza sapore.

    Dio mi ha messo dinanzi ad una scelta: vuoi continuare a fare quello che facevi o vuoi fare altro?
    "Stessa vita! E' più sicuro". Ho risposto
    Dio mi ha lasciato fare per un po', mi ha fatto macerare in dubbi e rimorsi e poi di nuovo: "Toc, toc. Vuoi continuare a fare quello che facevi o vuoi fare altro?"
    Mah, adesso "decido" di cambiare.

    Ecco che crediamo di essere artefici della nostra vita, ma non è così.
    Dio con grazia, eleganza, pazienza e tanto amore ci chiede "Cosa vuoi fare davanti al bivio?"
    Ci ripete la stessa domanda più e più volte facendoci vedere il bello della scelta che lui vorrebbe per noi.

    E pian piano ci adeguiamo, capiamo e "decidiamo".
    Ma la decisione era già presa: Dio ci voleva esattamente su quella strada che più volte abbiamo rifiutato di intraprendere.

    Quale marito si ribellerebbe alla propria moglie quando si mette in testa una cosa?
    Sarebbe follia. Ma a decidere non sarà mai lei: saremo sempre noi uomini. Eh si, certo!!! Crediamoci!

    Ma in fondo è bello così: avere qualcuno che ti ama e vuole il tuo bene.
    La donna però può anche sbagliare, Dio no, e se lui ci indica una strada imbocchiamola subito perché è certamente quella giusta.
    ----------------------------
    Non opponiamoci alla corrente che ci spinge verso il mare, sarebbe fatica sprecata

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  7.  

    Addì 14 gennaio 2020

    In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù , entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare.
    Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.
    Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare:
    «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio».
    E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell'uomo».
    E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
    Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!».
    La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.

    Marco 1,21b-28

  8.  

    Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! (14 gennaio 2020)

    Mele marce

    Avete comprato una cassetta di mele al mercato.
    Ne mettete alcune nel centro tavola, ed ogni giorno in famiglia sei, sette mele le mangiate.
    Dopo qualche giorno vi accorgete che alcuni di quei frutti sono marci.
    Cosa fate?
    La cosa più ovvia: gettate le mele marce affinché quelle buone non si rovinino.

    In una classe ci sono due elementi facinorosi, rissosi, senza la benché minima voglia di studiare.
    Questi ragazzi non permettono il corretto svolgimento delle lezioni, ed ogni giorno è una guerra, ed alcuni degli adolescenti giudiziosi cominciano a prendere gli stessi atteggiamenti di questi due.
    Ogni tentativo è stato vano: note, richiami, brutti voti, convocazioni dei genitori, consigli di classe, relazioni ai servizi sociali, bocciature.
    Non resta che una cosa da fare: allontanarli dalla scuola affinché non possano danneggiare gli altri.
    I ragazzi non sono mele, e la loro famiglia non accetta le disposizioni della scuola.
    E' una soluzione dolorosa, ma dopo aver tentato la strada della diplomazia, l'unica cosa che resta è la guerra a viso aperto.
    E guerra sia per il bene della scuola.

    Tutti coloro che hanno a che fare con il sociale si possono trovare in situazioni dove alcune cose non vanno: cooperative che vincono misteriosamente tutti gli appalti, voci di corridoio che vi mettono in cattiva luce, indifferenza ai richiami dei tribunali che vi danno ragione.
    Dopo anni di persecuzioni, dopo anni di tentativi diplomatici di mediazione, dopo aver invano bussato a tutte le porte l'unica alternativa è la guerra a viso aperto.
    E guerra sia cari Servizi Sociali Deviati. Guerra sia per il bene di tanti Bambini!
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    Tuoni di guerra per proteggere tanti Bambini

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  9.  

    Addì 15 gennaio 2020

    In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni.
    La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.
    Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
    Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.
    Tutta la città era riunita davanti alla porta.
    Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
    Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.
    Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!».
    Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
    E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

    Marco 1,29-39

  10.  

    Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati (15 gennaio 2020)

    H24

    Un babbo ed una mamma sono genitori a tempo pieno, H24 come si dice oggi per chi lavora tutto il giorno.
    Essere genitori non è un mestiere, non è una professione, è una missione.
    Per qualcuno è una strada facile, per altri è più difficile, per altri ancora è una vera passione.
    Ma tutti i genitori dovrebbero essere disponibili per i loro figli H24.
    Oggi genitori così ci sono, ma ce ne sono molti pervasi da tantissimo egoismo, e non sono sempre disponibili per i prori figli, specie quando in età adolescenziale avrebbero più bisogno di loro.

    Ed è così qualunque sia la missione che ci siamo scelti nella vita.
    Pensate al sacerdote che è disponibile a qualunque ora del giorno e della notte per ascoltare, rincuorare, aiutare il prossimo.
    Oggi di sacerdoti così se ne trovano pochi, ma almeno così dovrebbero essere seguendo l'esempio di Gesù che persino alla sera aveva tantissima gente che pressava alla porta di casa per ricevere grazie e guarigioni. Ed egli non si tirava indietro.

    Da tanti anni Io (Riccardo), Roberta e Carmela siamo disponibili H24, sempre pronti ad accogliere ed amare tanti pulcini che nella vita hanno ricevuto bastonate e abbandoni. Non siamo santi perché abbiamo un ritorno, quello dell'amore incondizionato e della fiducia che tanti Bimbi hanno in noi.
    Eppure, nonostante la nostra dedizione, c'è qualcuno che critica, qualcuno che cerca il male dove non c'è, qualcuno che valuta il nostro operato come poco professionale perché troppo umano, troppo affettuoso.

    Che volete farci, è la vita. Sarà capitato anche a voi di fare qualcosa con amore e ricevere critiche su critiche.

    In molti smettono, in molti si ritirano in cambio di un quieto vivere, ma la vera missione è proprio questa: andare avanti anche quando qualcuno vorrebbe fermarti nonostante i buoni risultati.
    Ed allora avanti tutta, H24
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    12.188 giorni di amore donato e ricevuto

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  11.  

    Addì 16 gennaio 2020

    In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!».
    Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».
    Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
    E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: «Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
    Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

    Marco 1,40-45

  12.  

    In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso (16 gennaio 2020)

    Professione: brava persona

    Gesù ai suoi tempi era assai popolare: migliaia di pesone andavano da lui per farsi aiutare, ascoltare, guarire.
    E lui lasciava che tutti gli si avvicinassero, persino i lebbrosi.

    Non può e non deve essere che così: se uno ha un ruolo oppure ha una dote deve lasciare che le persone possano avvicinarsi, parlarti, chiamarti
    Capisco che chi ricopre un certo incarico possa essere subissato da richieste, ma non per questo deve ergere un muro

    Tanti i casi

    Don tizio, questa mia amica è da tanti anni che non mette piede in chiesa, dopo aver parlato insieme ha avuto il desiderio di confessarsi e confrontarsi con un sacerdote. Le ho parlato di lei dopo aver sentito una sua bellissima predica. Le può dedicare un attimo?
    No, no, non posso, devo andare ad una riunione
    Guardi, solo un attimo per sostenerla in questo suo primo passo, poi ci parlerà con comodo
    No, no, ho detto che non posso.
    E se ne è andato via in malo modo.
    Questa mia amica non si è più avvicinata ad una chiesa

    Ero a parlare con una suora, a capo di un'organizzazione.
    Entra una ragazza down che le porta con tanto affetto, sfoderando un meraviglioso sorriso, una tazzina di caffè fatta apposta per lei
    La suora dice che non vuole il caffé.
    La ragazza lo mette ugualmente sulla sua scrivania e, una volta posatolo, tenta di abbracciarla e darle un bacio.
    La suora la respinge bruscamente con fare veramente cattivo, rimettendosi a posto il velo e mugugnando frasi a me incomprensibili
    Non so se la ragazza ci sia rimasta male. Io ho sofferto per lei

    Scrivo: Vescovo, guardi siamo in una brutta situazione
    Questi i fatti
    Può darci un consiglio su come agire, può riceverci?
    L'avete sentito voi? Io no

    D'altra parte

    Altro Vescovo
    Scrivo: Vescovo, uno dei miei ragazzi è in crisi per un problema accadutogli a scuola
    La cosa è abbastanza seria e mi farebbe piacere potesse dirle due parole lei
    Il Vescovo mi telefona appena ricevuta la mail: Stasera non posso, ma domani mattina se puoi portalo da me prima che entri a scuola, così parliamo
    Alle sette eravamo in vescovado ed il ragazzo ne è uscito alle otto molto confortato sapendo come comportarsi a scuola

    Don Luigi
    Mi metto accanto a dove stava confessando.
    Non lo conoscevo e lui non conosceva me
    Lo avevo sentito in una predica un po' "pazza" e mi era piaciuto
    Sono andato perché stavo male dopo appena nove mesi dalla morte della mia mamma
    Mi ha scoltato in silenzio per un'ora, mi ha lasciato sfogare
    Poi mi ha suggerito cosa fare
    Da questo incontro è nata l'Associazione "Amici della Zizzi"

    Olimpia
    Donnina anziana
    Chiunque le chiedesse qualcosa lei acconsentiva
    Olimpia ho bisogno di soldi, e lei finiva il suo stipendio di insegnate (per ragazzi down) il giorno stesso in cui lo percepiva
    Olimpia sono stato sfrattato, e lei lo ospitava con la famiglia in casa sua
    Olimpia mi serve una bici, e lei gli regalava la sua
    Olimpia ho fame, e lei mi chiamava perché trovassi un po' di cibo

    Questa è la carità: non sottrarsi a chi chiede

    Mettere su una grande organizzazione, con quaranta dipendenti, con un milione e mezzo di entrate l'anno, pestando i piedi a tutte le altre associazioni tanto da essere chiamata "la suora asso pigliatutto", entrare in politica dietro le quinte facendo accordi sotto elezioni. Questa non è carità, è business, è affermazione personale, è cattiveria
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    Se bussi alla mia porta devi sempre trovare una risposta

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  13.  

    Addì 17 gennaio 2020

    Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo a Cafarnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola.
    Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone.
    Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov'egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico.
    Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».
    Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?».
    Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori?
    Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?
    Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua».
    Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

    Marco 2,1-12

  14.  

    Calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico (17 gennaio 2020)

    Vivere in eterno

    Vangelo per atei
    Tante persone in attesa di vedere Gesù.
    I parenti di un paralitico, pur di arrivare a lui, scoperchiano il tetto e calano il lettuccio affinché Gesù potesse guarirlo.
    Un atto di fede e di fiducia enorme.

    Quale atto oggi sarebbe paragonabile a questo?

    Potete credere o non credere alla vita eterna, ma una cosa è certa: in questa vita ci stiamo veramente poco, l'età media è di 80/85 anni.
    Se non credete all'eternità in Paradiso converrete con me che Madre Teresa ha la sua eternità in terra: chi non la conosce? Chi non la reputa una santa donna che ha fatto cose grandi con umilità e semplicità? E Manzoni, Petrarca, Dante non sono forse eterni sulla terra? E che dire di Nelson Mandela e Martin Luther King? Non saranno forse ricordati per sempre di generazione in generazione?
    Sono nomi importanti, sono uomini e donne che hanno portato avanti le loro idee, il genio, la solidarietà, le capacità.
    Uomini e donne che si sono fatti largo tra la folla e sono entrati dalla porta principale.

    Ma ci sono tanti uomini e donne che non fanno scalpore, che scrivono biglietti anonimi di una dolcezza infinita, che vivono la loro vita giorno per giorno nel silenzio e a capo chino. Uomini e donne senza nome

    Questi uomini e queste donne un nome ce l'hanno, e con quel nome saranno chiamati da Dio a partecipare alla vita eterna.

    Uno di questi è il Barbone che usa la sua misera pensione per fare regali ai Bambini di un orfanotrofio, e le monetine raccolte le investe in pacchi alimentari per i poveri. Non è importante sapere il suo nome, ma lui è lì, nel mondo, senza nome, a vivere la sua eternità al cospetto di Dio.
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    Un Barbone senza volto che vivrà in eterno

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  15.  

    Addì 18 gennaio 2020

    In quel tempo, Gesù uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli li ammaestrava.
    Nel passare, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Egli, alzatosi, lo seguì.
    Mentre Gesù stava a mensa in casa di lui, molti pubblicani e peccatori si misero a mensa insieme con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano.
    Allora gli scribi della setta dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Come mai egli mangia e beve in compagnia dei pubblicani e dei peccatori?».
    Avendo udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori».

    Marco 2,13-17

  16.  

    Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati (18 gennaio 2020)

    Nessun alibi

    Ogni giorno leggiamo sui giornali di omicidi, rapine, stupri, violenze di ogni tipo.
    Tantissimi i ragazzi allo sbando. In Italia siamo ULTIMI AL MONDO per abbandono scolastico con tre milioni di studenti persi negli ultimi venti anni, con un peggioramento di anno in anno, con un trend del 15 per cento nel 2020 contro una media europea sotto il dieci per cento.
    Sembra cosa da poco, ma le conseguenze negative di questa situazione sono enormi sul piano economico e sociale, tanto da indebolire la stessa ripresa economica. Strutture inadeguate, materiale didattico non differenziato secondo modalità e velocità di apprendimento, personale scarso e poco preparato a cogliere i segnali d’allarme rendono il nostro Paese incapace di trattenere a scuola i ragazzi a rischio rinuncia.
    Un problema che si ripercuote sull’occupazione: i disoccupati con la licenza media sono il doppio dei diplomati e quasi il quadruplo dei laureati.
    (dati presi da The Vision - Silvia Granzieri - giugno 2019).

    Uno dei problemi dell'Italia è avere troppa gente che si crede Dio, troppi che pensano di avere la soluzione in tasca, troppi che non accettano i consigli di chi ne sa di più. Così gli insegnanti disertano i corsi di aggiornamento considerandoli una perdita di tempo anziché una risorsa ed un'opportunità; i genitori lasciano correre se un Bambino non studia, se addirittura non lo spingono verso effimere e quanto mai ardue professioni come il calciatore della Juventus, la ballerina della Scala, l'attore da premio Oscar.

    Se un ragazzo abbandona la scuola, se un ragazzo intraprende la strada della delinquenza, se un ragazzo si inserisce in una banda compiendo stupri e rapine di chi è la colpa? Del loro libero arbitrio in nome della libertà che ognuno deve avere?

    Genitori fate i genitori: impedite ai vostri ragazzi di far tardi la sera se devono studiare, date loro argomenti e strumenti per crescere culturalmente come portarli a fare viaggi, vedere musei, ascoltare conferenze adatte alla loro età. Parlate con loro, parlate tanto con loro di ogni argomento, leggete insieme il giornale e commentate le notizie, fate dei giochi di ruolo che insegnino loro la storia, la geografia, la lingua italiana.
    Parimenti emancipatevi, studiate, informatevi, partecipate a corsi e conferenze.
    I primi insegnanti dei vostri ragazzi siete voi. E se un giorno i vostri figli prenderanno una brutta strada, sappiate che voi siete i primi e principali responsabili. Senza alibi!.

    Professori, insegnanti, maestri, educatori avete un materiale in mano plasmabile: lavoratelo con coscienza, crescete, migliorate il rapporto umano, date loro esempi positivi, create percorsi differenziati perché se i ragazzi abbandonano la scuola i primi a fallire siete stati voi.

    Suor Liana, quando ero in terza media disse ai miei genitori: questo ragazzo non ha cervello per lo studio, mandatelo a lavorare.
    In quarta superiore i professori quasi all'unanimità sentenziarono per me la bocciatura.
    Il professore di diritto commerciale all'università mi disse: non ha ancora capito che lei non arriverà mai alla laurea?

    Beh, eccomi qui, laureato, dopo aver recuperato l'anno facendo quarta e quinta superiore insieme, dopo essermi impegnato allo stremo per conseguire la laurea in Economia e Commercio con 28 esami (non come quelli di oggi dove quasi ti regalano la laurea per far media positiva con l'Europa) lavorando nello studio di mio padre, con la morte nel cuore a metà percorso per la perdita della mia mamma, fondando a 21 anni l'Associazione.

    Non è merito mio, e non lo è certo della scuola, il merito è dei miei genitori che mi hanno spinto, redarguito, stimolato, perdonato, scusato, sostenuto.
    Ogni giorno era diverso, ogni giorno l'azione dei miei genitori doveva adeguarsi alla luna che da bravo adolescente avevo da una parte o dall'altra, ma il loro compito era quello, e quello hanno fatto. E' questo che deve fare un buon genitore.

    Non si nasce genitori, genitori si diventa studiando, sbagliando, confrontandosi. Questo dovete fare perché mettere al mondo un figlio è bellissimo e relativamente facile, bastano pochi minuti e nove mesi di attesa, ma per crescerlo ci si deve impegnare tutto il resto della nostra vita.
    ----------------------------
    Genitori non si nasce, genitori si diventa

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  17.  

    Addì 19 gennaio 2020

    In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!
    Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me.
    Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele».
    Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.
    Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.
    E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».

    Giovanni 1,29-34

  18.  

    Io non lo conoscevo (19 gennaio 2020)

    Una telefonata dall'Omino del piano di sopra

    Quando Giovanni vede arrivare Gesù spiega ai suoi discepoli chi fosse, ma dice una cosa strana "Io non lo conoscevo"
    E' mai possibile? Gesù era suo cugino, aveva all'incirca trent'anni e Giovanni pochi mesi di più.
    La mamma di Gesù era talmente legata alla madre di Giovanni da andare da lei nonostante fosse in dolce attesa.
    E' impossibile pertanto pensare che Giovanni e Gesù, in trent'anni di vita, non si siano mai incontrati, anzi sono certo dell'esatto contrario, ovvero che siano cresciuti insieme, come fratelli.

    "Io non lo conoscevo" non si riferisce alla conoscenza fisica della persona.

    Domandina.
    Pensate veramente di conoscere fino in fondo le persone che vi sono vicine? Anche quelle più care con le quali condividete la vita da decine di anni?
    Ci sono degli aspetti di noi che nessuno conosce fin tanto che non siamo noi a manifestarli.
    Accade sicuramente nel male, come il dolce maritino, pieno di coccole e regalini che un giorno alza le mani contro la propria donna facendo uscire la parte bestiale rimasta sopita per tantissimi anni.
    Di solito se una persona ha un pregio tende a tirarlo fuori, mentre se ha un difetto cerca di nasconderlo, ma anche le cose belle possono essere nascoste.

    Ed allora altra domandina.

    Pensate veramente di conoscere fino in fondo voi stessi?
    Vi è mai capitato di stupirvi dinanzi ad un vostro stesso comportamento?
    Esempio tra i più classici è quello dell'eroe.
    Quell'ometto pauroso anche della propria ombra, che non esita a buttarsi nelle acque limacciose di un fiume per soccorrere un Bambino che sta annegando.
    Oppure quel tizio che alla vista del sangue sviene, ma che non esita un solo istante per donare un rene ad un Bambino che ha poche ore di vita.

    Esempi ai limiti, ai quali comunque ognuno di noi potrebbe essere chiamato a rispondere.
    Nella quotidianità ci sono persone che non sanno di avere una certa propensione, fin tanto che non scocca una scintilla, un po' come le cellule dormienti degli ormai famosi e tragici terroristi.
    Quante vocazioni verso Dio o verso il prossimo, che per me sono la stessa cosa, venute fuori in un istante quando ormai la propria vita sembrava essere ben delineata.
    Ricordo che Don Mario ci parlava spesso della sua fidanzata, delle partecipazioni già pubblicate, la chiesa prenotata, i doni già arrivati, eppure era lì, dinanzi a noi, con l'abito talare, felice non tanto di una scelta, quanto di una chiamata, della scoperta della sua propria identità, del motivo per cui era nato.

    Spesso nella vita non capiamo perché le cose vadano in un certo modo, ma è inutile ribellarsi, provare a nuotare controcorrente perché quando arriva una telefonata all'anima dall'Omino del piano di sopra è inutile opporsi, e sarà gioia grande passare attraverso una tribolazione per giungere, finalmente, alla propria vera identità, al verso scopo della nostra vita
    ----------------------------
    Dio. Telefono. Anima

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  19.  

    Addì 20 gennaio 2020

    In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
    Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.
    Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno.
    Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore.
    E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi».

    Marco 2,18-22

  20.  

    Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio (20 gennaio 2020)

    Corsi obbligatori per genitori

    Ieri sera accendo la tv, ed il canale preimpostato trasmette il tg.
    Prima notizia: Scontro tra tifoserie di due ignoti paesini vicino Potenza. Con la macchina contro i tifosi avversari, un morto ed un ferito grave.
    Scontri di vera e propria guerriglia.
    Si legge "Sono solo poche centinaia di persone, ma ben organizzate"
    Come se qualche centinaio di persone che si fanno la guerra con spranghe, bastoni, tirapugni e investimenti compiendo persino un omicidio, cosa avvenuta ieri come un anno fa a MIlano, fosse roba da poco.
    Chi sono queste "persone"?
    Sono ragazzi, o uomini da poco tempo, quasi tutti sotto i quarant'anni.
    Sono ragazzi senza valori, senza principi, dove la fede calcistica è l'unica cosa importante nella vita: non esiste famiglia, non esiste sportività, umanità, decenza, decoro, altruismo, perdono, solidarietà davanti ad un affronto fatto alla propria squadra: esiste solo la violenza.
    "Persone", ragazzi lasciati crescere senza alcun valore.
    "Poche centinaia di persone" su 30.000 abitanti significa che circa il 2 per cento della popolazione, inclusi vecchi, donne e bambini, sono così cattivi da picchiare e persino uccidere per una squadra di calcio.
    Su 30.000 abitanti, quanti gli uomini tra 18 e 40 anni? Più o meno 5.000. Significa che le "poche centinaia di persone" sono circa il 10 per cento della popolazione maschile più giovane.
    Sono padri o futuri padri di famiglia.
    E cosa insegneranno ai loro figli?
    Cosa è stato insegnato loro dai propri padri?
    Cosa hanno imparato a scuola, sempre che a scuola siano andati, visto che in quelle zone l'abbandono scolastico è del 13 per cento?

    Ed ancora, subito dopo, un'altra notizia: Baby gang caccia la polizia. "Un solo grido, un solo allarme, sbirro in fiamme". I presenti ridono.
    Il giornale parla di 5/6 ragazzini, ma le interviste raccontano una storia ben diversa: all'inizio un gruppetto di Bambini di 10/12 anni, poi l'arrivo di altre decine, tanto da costringere i poliziotti ad indietreggiare.
    Ed a Napoli l'abbandono scolastico è del 33 per cento (emerso da intervista nello stesso tg).

    E' emergenza sociale.
    E poi si creano leggi che sempre più imbrigliano le associazioni che vogliono aiutare i ragazzi, e lo stato anziché esser loro di supporto le attacca, pone loro dei limiti.
    Siamo in guerra, una guerra sociale contro l'ignoranza, contro l'abbandono scolastico, contro le leggi della strada, contro la violenza, ed ogni arma buona, ogni persona di buona volontà dovrebbe essere considerata come manna dal cielo.
    Eppure si fanno le pulci sulla metratura di una stanza, o su dei fogli appesi in bacheca, oppure su un rubinetto che perde.

    Si spendono soldi, tanti soldi, per armament: magari si spendessero per questa guerra investendo su assistenti sociali ben preparati in uno specifico settore al pari dei medici, stipendiati dallo stato e non dai singoli comuni per non creare inciuci legati a soldi e potere politico.
    Magari si spendessero per corsi ad insegnanti finalizzati a fronteggiare problemi.
    Corsi obbligatori anche per i neo genitori perché da sempre si dice che fare il genitore è il mestiere più difficile del mondo, e nessuno li prepara, imparano sulla pelle dei ragazzi, imparano sbagliando, ma una volta sbagliato un figlio è perso.

    Ed ancor oggi in molti si rifiutano di vedere la realtà.
    Ancor oggi in molti difendono l'italianità non volendo vedere il problema, difendendo a spada tratta i giovani.
    I ragazzi saranno anche bravi, ma se non sono aiutati a crescere, se non viene dato loro un indirizzo con sani valori, regole e disciplina, molti di loro diventeranno mascalzoni, delinquenti, ultras omicidi propagando alle future generazioni un virus ben più grave della sars o del vaiolo.
    ----------------------------
    Emergenza sociale

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  21.  

    Addì 21 gennaio 2020

    In giorno di sabato, Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe.
    I farisei gli dissero: «Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?».
    Ma egli rispose loro: «Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni?
    Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?».
    E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!
    Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato».

    Marco 2,23-28

  22.  

    Perché essi fanno di sabato quel che non è permesso? (21 gennaio 2020)

    Riflettere è considerevolmente laborioso; ecco perché molta gente preferisce giudicare

    E' una frase di José Ortega y Gasset filosofo spagnolo nato alla fine dell'ottocento

    Quanto è vera.
    Oggi più che mai.
    Si vede la foto di una mano alzata di un adulto e si giudica: maltrattatore di Bambini
    Magari è un papà che indica il sole, che imita un uccello raccontando una favola, o il dito perforante che dispensa solletico proveniente dallo spazio
    Si vede la foto di una donna con un livido in faccia e si giudica: donna abusata e picchiata dal marito
    Magari ha sbattuto contro uno spigolo in cucina, oppure ha ricevuto una gomitata dal figlioletto facendo con lui la lotta sul lettone con papà
    Si vede una zingara con in braccio il figlio sporco e si giudica: mamma snaturata che rapisce o vende il figlio
    Magari è solo una delle tante vittime di violenza, costretta a prostuirsi, elemosinare, arrangiarsi per poter sopravvivere e sfamare i propri figli

    Magari no. Magari è come dite voi. Magari il giudizio affrettato risulterà reale.
    Ma non pensate valga la pena riflettere?
    Non pensate valga la pena usare il cervello che il buon Dio ci ha dato?
    Non pensate valga la pena utilizzare il cuore e la sensibilità di cui siamo dotati?

    Ma se quel babbo, se quella mamma, se quella donna foste voi, vi piacerebbe essere visti e giudicati da tutti per quello che non siete?

    Ed anche fosse che arrivaste ad un severo giudizio, imparate a giudicare l'atto, ma non la persona che lo ha commesso perché non sappiamo la sua storia, la sua cultura, gli insegnamenti ricevuti. Quello che per noi è sbagliato, per altri può essere giusto.
    ----------------------------
    Riflettete, pensate, e soprattutto amate prima di giudicare

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  23.  

    Addì 22 gennaio 2020

    In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. C'era un uomo che aveva una mano inaridita, e lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato per poi accusarlo.
    Egli disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Mettiti nel mezzo!».
    Poi domandò loro: «E' lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?».
    Ma essi tacevano. E guardandoli tutt'intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse a quell'uomo: «Stendi la mano!». La stese e la sua mano fu risanata.
    E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.

    Marco 3,1-6

  24.  

    Rattristato per la durezza dei loro cuori (22 gennaio 2020)

    Si può?

    Si può lasciare un Bambino in una famiglia dove i suoi genitori a cinque anni lo facevano spacciare?
    Si può lasciare una Bambina in una famiglia dove i suoi genitori a dieci anni la facevano prostituire in casa?
    Si può lasciare una Bambina in una famiglia dove i suoi genitori a due anni per farla stare zitta le bruciavano le manine sul fuoco della cucina a gas?
    Si può lasciare un Bambino in una famiglia dove la sua mamma a due anni lo portava con sé facendolo dormire nel letto mentre lei si prostituiva?
    Si può lasciare un Bambino in una famiglia dove i suoi fratelli non gli permettevano di mangiare per avere più cibo?
    Si possono lasciare quattro Bambini in una casa dove in otto dormivano nella stessa stanza, dove la mamma si prostituiva, con il compagno rapinatore di banche?
    Si possono lasciare due Bambini ad una mamma ed al suo compagno, accusato di pedofilia, al quale avevano già tolto altri due figli di una precedente relazione?
    Si può lasciare un Bambino in una famiglia dove la sua mamma a quattro anni lo bruciava con la sigaretta, procurandogli anche graffi profondi sulla schiena?
    Si può lasciare una Bambina in casa di un padre alcolizzato e picchiatore, e di una mamma drogata e prostituta?

    Tutte storie che abbiamo toccato con mano in trentatrè anni di vita dedicata ai Bambini
    E potrei continuare all'infinito.

    Si può amici miei, si possono lasciare questi Bambini nelle loro famiglie.
    Si può perché il servizio sociale non è controllato da nessuno.
    Si può perché chi come noi grida la sua rabbia è una spina nel fianco da eliminare e non da ascoltare
    Si può perché i politici sanno e hanno interesse a tacere

    Si può!
    Ma sapete anche cosa "Si può"?
    Si può denunciare
    Si può gridare
    Si può dire a tutti cosa accade
    Si può portare questa gente a dimettersi
    Si può portare il politico a cambiare rotta
    Si può portare lo Stato a cambiare le leggi
    Si può portare l'organo di controllo a conoscenza delle cose

    Lo abbiamo fatto, lo abbiamo detto nelle aule di tribunali, abbiamo ottenuto provvedimenti contrari a quanto i servizi sociali deviati dicevano, ottenendo protezione per questi Bambini.

    Ed
    Oggi siamo bersagliati
    Oggi siamo sotto attacco
    Oggi stanno provando a chiuderci la bocca in ogni modo possibile
    Oggi ci hanno fatto chiudere la Casa Famiglia con la ridicola scusa "Non continuità affettiva"

    Ma
    La nostra forza sono i Bambini che abbiamo aiutato
    La nostra benzina i Bambini che aiuteremo
    I nostri alleati siete voi che ci conoscete e che avete creduto in noi

    Siamo rattristati per la durezza dei loro cuori, ma certi che la giustizia trionferà, certi che potremo ancora proteggere tanti Bambini dalle angherie dei loro genitori e dai soprusi o dall'ignavia di tanti servizi sociali stramaledettamente deviati.
    Ed il giorno in cui i giudici emetteranno le loro sentenze il marcio verrà fuori e non saremo noi a tremare.
    ----------------------------
    SSD

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  25.  

    Addì 23 gennaio 2020

    In quel tempo, Gesù si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea.
    Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall'Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui.
    Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero.
    Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo.
    Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».
    Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.

    Marco 3,7-12

  26.  

    Tu sei il Figlio di Dio (23 gennaio 2020)

    Tu perché ti occupi dei Bambini?

    I politici non se ne occupano perché non portano voti
    Gli avvocati non li tutelano perché non hanno un reddito
    L'economia non li impiega perché non sono imprenditori
    I negozianti non fanno loro credito perché non hanno soldi

    Ed allora tu perché ti occupi dei Bambini?
    Tu Roberta, tu Carmela, tu Riccardo.
    Tu che sei un Angelo della Zizzi, tu che sei volontario di un'associazione per Bambini
    Tu, tu che li raccogli per strada, tu che lotti per loro.
    Tu, si, proprio tu, perché ti occupi dei Bambini?

    Non so voi, ma io rispondo sempre "per egoismo"

    Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:
    1. A essere contento senza motivo.
    2. A essere sempre occupato con qualche cosa.
    3. A pretendere con ogni sua forza quello che desidera.

    (Paulo Coelho)

    Ed io ho tanto bisogno di imparare e maturare tornando Bambino

    Per me
    Sono una benedizione
    Sono Dio rappresentato in terra
    Sono ciò che ci dimostra che il Paradiso esiste

    Dobbiamo imparare dai bambini.
    Amano senza dubitare.
    Abbracciano senza avvisare.
    Ridono senza pensarci.
    Scrivono cose colorate sulle pareti.
    Credono ad almeno 10 sogni impossibili.
    Non arrivano al cassetto più alto, ma toccano il cielo con la punta delle dita.
    E quando vengono affidati al sonno è come se il mondo avesse perso un po’ del suo splendore.

    (Fabrizio Caramagna)

    Lasciate che i bambini siano felici a modo loro, non esiste modo migliore.
    (Dr. Johnson)

    I bambini sono frammenti di polvere di stelle soffiati dalla mano di Dio.

    (Larry Barretto)
    ----------------------------
    E’ più facile costruire bambini forti che riparare uomini rotti.
    (Frederick Douglass)

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  27.  

    Addì 24 gennaio 2020

    In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui.
    Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni.
    Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedèo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

    Marco 3,13-19

  28.  

    Essi andarono da lui (24 gennaio 2020)

    Il vero Amore

    Perché una persona ama?

    Ama un figlio perché è suo e lo vedrà crescere, portare avanti il nome della famiglia, creare nipotini, dare soddisfazioni.
    Ama il proprio cane o gatto perché è di compagnia, perché dona coccole e se le fa fare.
    Ama lavorare perché ottiene denaro con il quale esaudire un certo numero di desideri.
    Ama il coniuge fin tanto che questi gli da qualcosa in cambio.
    Ama la natura perché l'aria è diventata irrespirabile e non si vuole vivere in un mondo che ci fa ammalare di tumore.
    Ama i medici perché ti salvano la vita.

    Vedete, si ama per egoismo, per avere qualcosa per sé.

    Perché in pochi amano Dio?
    Perché nel Vangelo ci insegna ad amare il prossimo. Punto.
    Ci chiede di amare senza pretedere, di amare sempre e comunque, di amare anche chi sbaglia e ci fa del male.

    Chi adotta un Bambino? Chi non può averne e quindi amare un Bambino in adozione è la seconda scelta.
    Infatti se un figlio naturale va su una brutta strada sono tanti i genitori che fanno di tutto per aiutarlo, se ci finisce un Bimbo in adozione spesso lo si rimanda indietro, che ci pensi qualcun'altro a risolvere le beghe.
    E chi prende un Bambino in affido? Tredicimila famiglie su 22 milioni, e di queste la metà sono parenti, quindi sono appena sei/settemila le famiglie affidatarie: lo zero virgola zero tre per cento - 0,03 %

    Oggi tutti ecologisti, eppure la spazzatura, lo smog, l'inquinamento, i rottami nello spazio, le isole di spazzatura nei mari li abbiamo prodotti noi in tempi recentissimi. Nessuno ieri amava il mondo da pensare di non deturparlo, nessuno. Oggi in tanti perché ci fa comodo.

    Chi è pronto ad amare una persona quando sbaglia?
    Un medico quando durante un'operazione errata uccide un nostro caro?
    Chi è disposto ad amare il proprio compagno anche se non da più nulla?
    Chi è disposto ad amare un Bambino in affido sapendo che prima o poi tornerà alla propria famiglia, sapendo che quasi certamente non ricambierà l'amore che gli avete donato una volta fuori da casa vostra?

    Chi lavora gratis per il bene delle persone?
    Chi lavora gratis ricevendo in cambio critiche e dubbi sul suo vero scopo?
    Chi lavora gratis perché sa che è giusto fare tutto quello che fa?
    ----------------------------
    Amare senza chiedere nulla in cambio: questo è il vero amore

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  29.  

    Addì 25 gennaio 2020

    In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.»
    Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato.
    E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

    Marco 16,15-18

  30.  

    Nel mio nome scacceranno i demoni (25 gennaio 2020)

    Chi sono i demoni oggi?

    Guardando vecchi film vi sarete certamente imbattuti nel personaggio dell'imbroglione di professione che vende miracolosi elisir capaci di togliere il malocchio, allungare la vita, far innamorare la bella del paese.
    Oggi le truffe girano sull'web mascherate da false mail provenienti dalle banche o da anziane signore che in cambio di poche centinaia di euro vi promettono eredità milionarie.
    Ma anche queste hanno fatto il loro tempo ed in pochi ci cascano.

    Guardando i quadri dell'antichità vediamo spesso la raffigurazione del diavolo con orecchie appuntite, coda e corna immerso nel fuoco.

    Oggi il diavolo, colui che cerca di indurci in tentazione promettendoci mari e monti, si chiama "politico", si chiama "assistente sociale", si chiama "assessore", "allenatore", "insegnante", "sacerdote", ed in tanti altri nomi che danno l'idea di buono, pulito, corretto.

    Persone nelle quali tutti noi vogliamo credere.

    Quante volte avete sperato che il nuovo politico asceso alla ribalta della cronaca fosse diverso dagli altri?
    Con questo non significa che tutti i politici, tutti gli assistenti sociali, tutti i sacerdoti siano diavoli tentatori, anzi, solo una minuscola parte di loro, ma tanto basta per averne paura, per stare con le antenne alzate, per non fidarsi ciecamente.

    Ho conosciuto tanti assistenti sociali, ma proprio tanti.
    Molti di loro onesti, preoccupati realmente per il futuro dei Bambini di cui si occupano, ma ne ho trovati altri cattivi, il cui interesse era ed è il mantenimento della propria poltrona e, come Bibbiano insegna, talvolta il proprio interesse economico.

    Ho conosciuto pochi sacerdoti, suore e religiosi veramente in gamba, consci della loro missione, altri mediocri pronti a svolgere il loro ruolo di mediatori tra la terra ed il cielo, ma ne ho conosciuti anche di pessimi intenti a soddisfare le loro mire verso un avanzamento di "carriera" nella Chiesa-Stato.
    E poi ci sono loro, quelli che balzano ai disonori della cronaca, i preti pedofili, carnefici più che semplici diavoli.
    Ed in ogni categoria, anche tra i volontari di nobili associazioni, si annida, si nasconde il diavolo camuffato con mille maschere.

    Da sempre è in essere una guerra tra la moltitudine, spesso ingenua, di brave persone ed i pochi, pochissimi ma temibili diavoli, vampiri pronti a succhiarci l'anima se facciamo l'errore di assecondarli.

    Abusi di potere, nepotismo, scambi di voti, maldicenze, ricatti, urla in piazza queste le loro armi.
    E le nostre?
    Integrità, ragionamento, ascolto di più campane sulla stessa verità.
    Ogni guerra non è facile da combattere, ma siamo chiamati a farlo per non soccombere, per non cadere nelle mani del diavolo di turno, per difendere i nostri cari più indifesi, per non trasformarci in "loro"

    Feci una scelta trentatré anni fa: non legarmi come associazione a nessun partito, a nessuna grossa organizzazione, alla chiesa
    L'ho pagata cara, molto cara.

    Ma sapete una cosa?
    Lo rifarei altre cento, mille, centomila volte.
    Perché oggi sono un uomo libero senza padroni
    Perché oggi sono un uomo onesto che non ha paura di rispondere alle denunce e alle maldicenze, anche davanti ai giudici
    Perché oggi posso dire di aver scacciato tanti demoni e tanti altri iniziano a temermi

    Non è una vita facile quella di essere sempre al fronte, non dormire mai per essere guardingo, sospettare di ogni mano tesa, doversi difendere sempre per rinnovare continuamente il patentino di "bravo ragazzo".
    Ma questa è la vita, e come diceva Madre Teresa "La vita è vita: vivila"

    Non ho voluto io la guerra, ma se mi attaccano, se attaccano l'Associazione che ho fondato, se attaccano soprattutto i Bambini e i Ragazzi che Dio mi chiesto di accogliere, allora divento un leone, tiro fuori le unghie e faccio precipitare qualche maledetto, schifoso diavolo giù negli inferi perché la mia forza è Dio, le sue parole, il sentirmi dalla parte del giusto, che non significa non sbagliare, sono le mie armi e la mia corazza.
    ----------------------------
    Lancia in resta contro il diavolo

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  31.  

    Addì 26 gennaio 2020

    In quel tempo, avendo saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
    Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti; il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata.
    Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
    Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori.
    E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini».
    Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.
    Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò.
    Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
    Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

    Matteo 4,12-23

  32.  

    Vide due fratelli che gettavano la rete in mare: Seguitemi, vi farò pescatori di uomini (26 gennaio 2020)

    Giudicare dalle apparenze

    Circola un video su internet dove un ragazzo si finge un barbone.
    Si avvicina ad un ristorante di lusso con abiti dismessi e chiede di potersi sedere a mangiare.
    Il caposala lo invita ad allontanarsi, al che lui tira fuori parecchi soldi e fa vedere che può pagare, ma il caposala è irremovibile e lo spinge fisicamente ad andarsene, ed il ragazzo si allontana.

    Il giorno dopo stessa ora.
    Lo stesso ragazzo arriva su una ferrari ultimo modello, ben vestito, lavato e rasato.
    Attorno a lui il caposala, due camerieri e l'addetto al parcheggio dell'auto.
    Il ragazzo chiede al caposala se può pranzare presso di loro, ed egli con mille inchini e milioni di sorrisi lo invita a sedersi nel posto migliore del locale.

    A questo punto il ragazzo chiede al caposala "Come mai ieri non mi hai permesso di mangiare presso di voi?"
    "Non capisco", risponde meravigliato il cameriere.
    "Si, ieri, quando sono venuto e mi hai mandato via in malo modo. Ero io quel barbone, non mi riconosci?"
    "Ah si, mi perdoni, ma vede, ieri non l'avevo riconosciuta, non avevo capito" e continua borbottando frasi senza senso in completo imbarazzo.

    Poniamo di essere stati noi i padroni di quel ristorante.
    Poniamo che fosse venuto da noi un barbone con i soldi in mano, ma puzzolente e mal vestito
    Avremmo fatto cosa?
    Lo avremmo fatto sedere a tavola con tutti i facoltosi clienti abituali, con il rischio di vederli alzare e andarsene per sempre?

    Eppure quell'uomo mal vestito era come tutti i nostri clienti, forse anche più ricco

    Noi uomini siamo avvezzi a giudicare dalle apparenze, ma non solo, siamo portati a tenere certi comportamenti per un proprio tornaconto.
    Non giudico se ciò sia giusto o sbagliato. Forse in certi casi è necessario anche per salvaguardare il prossimo.
    Pensate se il nostro locale fosse fallito in conseguenza del nostro gesto umano di accogliere un barbone, quanti posti di lavoro sarebbero stati persi?

    Ma quello che oggi capisco è che noi uomini, a torto o a ragione, ci basiamo sui nostri sensi per accogliere o meno una persona: quello che vediamo, odoriamo, proviamo.

    A Dio non importa se siamo mal vestiti o puzzolenti nel corpo perché lui guarda alla nostra anima, guarda a quanto la teniamo pulita, guarda ai nostri sentimenti, guarda alla nostra semplicità e va ben oltre le apparenze.

    Possono esserci centinaia, migliaia, milioni di uomini bravissimi ai quali affidare la nostra vita, ma prima o poi ci metteranno alla porta o spariranno dalla nostra vista, a torto o a ragione, per la loro volontà o per cause naturali come la morte, ma Dio non sparirà mai, né mai ci allontanerà da lui, anche se puzziamo.

    Non a caso i primi discepoli erano tutti persone semplici, umili pescatori, con indosso gli abiti da lavoro probabilmente puzzolenti di pesce.
    Eppure lui li ha scelti per divenire "pescatori di uomini" vedendo la purezza della loro anima.

    Affidarsi a Dio è una certezza, affidarsi agli uomini ... beh sappiamo come va a finire.
    ----------------------------
    Scelgo Dio o gli uomini?

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  33.  

    Addì 27 gennaio 2020

    In quel tempo, gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni».
    Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana?
    Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi.
    Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire.
    Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l'uomo forte; allora ne saccheggerà la casa.
    In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna».
    Poiché dicevano: «E' posseduto da uno spirito immondo».

    Marco 3,22-30

  34.  

    Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi (27 gennaio 2020)

    Nati dal nulla, cresciuti con poco, coesi nell'amore

    A volte mi domandano e mi domando come la nostra Associazione "Amici della Zizzi", nata dal nulla, senza la protezione di un partito o della chiesa, senza un ricco benefattore "sponsor" possa essere cresciuta ed aver durato trentatrè anni, aver accudito con amore quasi mille Bambini, aver sostenuto centinaia di famiglie, aver denunciato gli abusi dei poteri forti, aver risposto agli attacchi delle persone cattive, aver trovato le risorse economiche per avviare tanti progetti.

    La risposta che posso dare è la coesione tra le persone che senza interessi si sono avvicinate a noi: gli Angeli della Zizzi

    Ed ogni giorno ne abbiamo la riprova.

    Ieri abbiamo trascorso una bellissima domenica, ospiti di un nostro Angelo in compagnia di Angeli ed Angioletti della Zizzi, sembrava di essere in Paradiso

    E' questo che ci da forza: il nostro essere veri, reali, concreti. Un'Associazione dove chiunque pumò entrare, chiunque può condividere un momento di serenità, chiunque è accolto, ascoltato, lasciato libero di proporre e portare avanti iniziative.

    Chiunque può essere un Angelo della Zizzi, un Angelo custode di tanti Bambini: per indossare le ali basta solo avere il desiderio di volare alto insieme a noi.
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  35.  

    Addì 28 gennaio 2020

    In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare.
    Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano».
    Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».
    Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli!
    Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».

    Marco 3,31-35

  36.  

    Ecco mia madre e i miei fratelli (28 gennaio 2020)

    Aiutiamo un amico

    Vi è mai capitato in classe di notare atteggiamenti fuori dalla norma in alcuni ragazzi?
    Vi sarete certamente domandati il motivo di tali comportamenti, commentando con gli amici "Questo è fuori di testa!"
    Se notate tutto questo in ragazzi che fino al giorno prima avevano un modo di fare "normale", è ovvio che vi venga spontaneo interrogarvi sul perché.

    Purtroppo molti di voi se ne infischiano, vanno per la loro strada e si limitano ad evitarlo o, al massimo, a ridere a qualche sua gestualità esagerata.
    Eppure i problemi dietro un repentino cambio di rotta potrebbero essere tanti, ed è in quel momento che avrebbero bisogno di un supporto, piuttosto che di un disinteressamento.
    Problemi in famiglia, bullismo, uso di droghe.

    Lo sapete che la metà di coloro che consuma la droga ha meno di 18 anni?
    Si inizia per provare, magari sollecitati dagli amici, e si finisce per diventare tossicodipendenti se qualcuno non ci aiuta.

    Oggi voi ragazzi che non usate la droga avete un ruolo importantissimo: potete fare la differenza per i vostri compagni di scuola.
    Questo non significa che se un adolescente decide di rovinarsi la vita drogandosi ne siate voi responsabili, ma con le vostre parole, il vostro esempio, la vostra considerazione potreste dar loro un importante momento di riflessione, un altro punto di vista diverso da quello che ha fatto metter loro un piede sul ciglio del baratro.

    Se in classe vostra un ragazzo comincia a prendere brutti voti, lo vedete al mattino con gli occhi iniettati di sangue, oppure ridere senza motivo apparente, se lo vedete perdere interesse nelle attività, avere una scarsa igiene, un brutto aspetto personale, se evita il contatto visivo, ha fame frequentemente, odora di fumo sul respiro o sui vestiti, ha comportamento segreto o misterioso e stanchezza insolita ... ecco tutti questi segni, non uno o due di essi ovviamente, vi devono mettere in allarme perché quel ragazzo sta probabilmente assumendo droga.

    Fate loro capire le conseguenze della tossicodipendenza e come influenza la salute, il rapporto con gli altri, fate sentire loro che siete amici senza giudicarli, cercate di farli parlare dei loro problemi, della vita in famiglia, del rapporto con i genitori. Proponete loro attività da fare insieme, coinvolgeteli nella vostra vita privata, mostrate loro che esistono alternative alle brutte situazioni che stanno vivendo e nessuna di queste contempla la fuga, il suicidio o l'uso di droghe o farmaci.

    Avete un ruolo importante ragazzi, non tiratevi indietro perché ogni ragazzo è come se fosse vostro fratello.

    Vi è mai capitato di aver bisogno di aiuto? E' stato bello riceverlo? O, parimenti, è stato brutto essere lasciati soli?
    Fate agli altri quello che vorreste che gli altri facessero a voi se vi trovaste in quelle brutte situazioni
    ----------------------------
    Fuggire dalla realtà non è mai la soluzione ad un problema

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  37.  

    Addì 29 gennaio 2020

    In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva.
    Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare.
    Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono.
    Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo;
    ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò.
    Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto.
    E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno».
    E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!».
    Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: «A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano, perché non si convertano e venga loro perdonato».
    Continuò dicendo loro: «Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole?
    Il seminatore semina la parola.
    Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro.
    Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono.
    Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.
    Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno».

    Marco 4,1-20

  38.  

    E si riunì attorno a lui una folla enorme (29 gennaio 2020)

    Parlare

    Da tanti anni ogni sera ci riuniamo con i ragazzi che accogliamo per parlare con loro.
    Ogni giorno un argomento diverso. Può essere qualcosa proposto da loro o preparato prima da noi per portarli a sottolineare un determinato aspetto della vita, della nostra quotidianità, della cronaca. Ogni argomento è valido per parlare, dialogare, confrontarsi.
    Non sempre i ragazzi sono entusiasti di interrompere la partita di pallone per stare seduti a fine giornata un quarto d'ora, ma quando iniziamo a parlare con loro alcuni si aprono, si entusiasmano del problema, portando anche altri a partecipare più attivamente.

    Non tutti i giorni è così. Talvolta sbadigliano, talvolta non ascoltano, dipende anche da noi adulti, dall'argomento trattato, ed ogni giorno non è uguale agli altri, ma nel complesso il parlare ha una valenza positiva perché è un modo per confrontarci, crescere, noi e loro, conoscersi meglio, donare loro valori e principi, farli riflettere e stimolare su tematiche del mondo che dovranno prima o poi affrontare.

    Parlare con loro è meraviglioso e fonte di gioia, anche se costa a noi adulti molta fatica proprio per far nascere ogni volta il desiderio di ascoltare e dialogare.

    Parlare, questo grande sconosciuto! Oggi ci si lascia per mancanza di dialogo, in macchina ci si isola con le cuffie alle orecchie, in casa con i videogiochi, persino al ristorante ognuno è intento a guardare la realtà attraverso il vetro di un telefonino.

    Parlare tra noi, parlare con i figli, parlare a scuola con gli studenti. Parlare non è mai un errore. Parlare non ha età. Parlare è dialogo. Parlare è trovare insieme soluzioni a qualsiasi problema o difficoltà. Parlare è sostenersi nel momento del dolore. Parlare è una ricchezza, non teniamola chiusa nei meandri della nostra esistenza.
    ----------------------------
    Parlare. Parlare. Parlare. Questo è il modo per restare uniti

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  39.  

    Addì 30 gennaio 2020

    Diceva loro: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere?
    Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce.
    Se uno ha orecchi per intendere, intenda!».
    Diceva loro: «Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più.
    Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

    Marco 4,21-25

  40.  

    Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi (30 gennaio 2020)

    Gratitudine

    Quando fate un dono, cosa vi aspettate in cambio?
    Un grazie? Un sorriso? Un abbraccio? Un altro dono?

    Io ero fra quelli che pretendevo sempre qualcosa in cambio.
    Come minimo un grazie sentito e sperticato a dimostrazione di una grande gioia nel ricevere.

    Poi è arrivato il tempo dell'Associazione, ed allora ho capito che

    Se doni un pacco alimentare ad una famiglia povera, per loro è sempre troppo poco
    Se togli un Bambino da una situazione di violenza, lo fai per un tuo tornaconto
    Se dai una famiglia ad un Bambino, quando andrà via si dimenticherà anche che esisti
    Se aiuti il servizio pubblico nel loro arduo compito, vieni osteggiato perché solo loro possono decidere il futuro del prossimo
    Se dedichi la tua vita ai Bambini, sarai sempre un facile bersaglio per i cercatori di cattiveria
    Se fai un favore ad un politico, sarà pronto a disconoscerti non appena ci sia odore di fumo

    Per fortuna non è sempre così, ma quasi.

    Ho imparato a donare senza ricevere nulla in cambio.
    Se aiuto cento Bambini e ricevo il sorriso da uno solo, già sono felice
    Se aiuto una famiglia e solo una mi ringrazia, già sono felice
    Se un volontario mi resta vicino nei momenti difficili, già sono felice

    Ringrazio Dio perché

    Tanti sono i Bambini che divenuti adulti continuano a dimostrarci il loro affetto
    Tante le famiglie che ci sono grate per l'amore donato ai loro figli
    Tanti gli Angeli della Zizzi che in momenti difficili si stringono forte attorno a noi donandoci la loro fiducia

    Tanti non vuol dire tutti, ma pazienza
    Il mio dono è fatto a Dio ogni volta che do un pezzetto di me stesso al prossimo, e Dio mi sommerge con doni ogni giorno.

    Provate a domandare ad un cieco se dedicherebbe tutta la sua esistenza a chi soffre in cambio del dono della vista
    Oppure ad un malato di tumore in cambio della guarigione
    Oppure ad un marito inconsolabile in cambio della vita della moglie.

    Ecco, io ho tutto: salute, vista, affetti.
    Sono doni che Dio mi ha dato in anticipo avendo fiducia in me, in tutti noi.
    Non ce ne chiede un prezzo, ma se in qualche modo contraccambiamo ne sarà felice, e magari quando chiederemo un favore, un aiuto, una grazia sarà molto più benevolo nei nostri confronti.

    E se non credete in Dio, pensate come la vita vi sorriderà se donerete al prossimo con tutto il cuore
    ----------------------------
    Grazie

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  41.  

    Addì 31 gennaio 2020

    In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.
    Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
    Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura».
    Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
    Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra».
    Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere.
    Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

    Marco 4,26-34

  42.  

    Il seme germoglia e cresce (31 gennaio 2020)

    Semi di rovo

    Ho capito tanti anni fa che la nostra vita è un campo sterminato, infinito.
    Nessuno ci fa caso perché è compatto, è tutto uguale: erba, fiorellini, ancora erba, qualche spiga.
    Si vive in questo campo percorrendo chilometri di anni un po' come fanno i cavalli lasciati liberi di pascolare: spelluzzicano un po' qua ed un po' la.
    Senza meta.

    Ma noi uomini non siamo cavalli, così a qualcuno sorge il desiderio di mangiare qualcosa di nuovo: un ortaggio fresco, un pomodoro maturo, un po' di uva, qualche mela, olio fresco.
    E pensa "Se piace a me variare la mia dieta, potrà piacere anche a tutti gli altri che gironzolano nel campo.
    Sai cosa faccio?
    Faccio un orto più grande e semino più cose affinché possano servire anche ad altri.
    E magari sai cosa altro faccio ancora?
    Chiedo a qualcuno di loro di darmi una mano a farlo sempre più bello questo orto comune, così da poter aiutare tantissime persone
    ".

    Ed ecco che vanghiamo, facciamo sacrifici, seminiamo, ma non siamo soli.
    Accanto a noi vediamo delle ombre, sempre più cupe, sempre più vicine, ma non ci badiamo più di tanto perché il nostro scopo è coltivare l'orto più bello possibile per sfamare tanta gente.
    Quello che non sappiamo da subito è che quel campo è il feudo di persone senza scrupoli, assetate di potere.
    Per loro è fondamentale che i cavalli restino cavalli, che pascolino dove vogliano purché restino in quel campo.

    Quando i frutti dell'orto sono maturi vediamo che insieme ad essi sono cresciuti decine di rovi, la cattiveria umana, la cui natura è quella di soffocare il bene.
    Come può esserci cattiveria nel nostro orto?
    Sono state le ombre, i messi dei feudatari che non vogliono la coltivazione di un orto che potrebbe distrarre i cavalli e far loro capire che si può vivere meglio affrancandosi da quelle persone che non vogliono il loro bene, ma solo il proprio.

    "Riccardo", mi disse un giorno un avvocato, "ricordati che se non fai e ti adegui alla massa vivi senza troppi problemi, ma se fai avrai sempre qualcuno pronto ad attaccarti"

    Ed è così. Per il solo fatto di aver creato un orto, un'Associazione, senza il placet dei padroni del campo abbiamo da sempre attacchi, accuse, bastoni fra le ruote, ma il nostro orto è rigoglioso e per ogni pianta che deturperanno, ne pianteremo di nuove perché tanti sono i Bambini che hanno bisogno del nostro amore.
    ----------------------------
    Orto fra le spine. Orto sopra le spine

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  43.  

    Addì 1 febbraio 2020

    In quel medesimo giorno, verso sera, disse Gesù ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva».
    E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui.
    Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena.
    Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?».
    Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.
    Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».
    E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

    Marco 4,35-41

  44.  

    Si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca (1 febbraio 2020)

    Momenti difficili

    Chi nella vita può dire di non aver avuto momenti difficili?
    Ci sono Bambini che già a pochi anni si rendono conto di quanto sarà difficile affrontare il futuro perché maltrattati, violentati, abusati.
    Ci sono Ragazzi che in piena adolescenza devono affrontare la morte di un genitore, di una sorella, oppure evitare il bullismo, le drghe, l'alcolismo.
    Ci sono giovani uomini e donne che appena sposati devono fare i conti con una separazione, la morte di un figlio, l'accettazione della sterilità.
    Ci sono uomini e donne che nel mezzo del loro cammino devono cimentarsi con la perdita del lavoro, con i soprusi di chi comanda, con i problemi dei figli adolescenti.
    Ci sono uomini e donne ormai anziani che vengono abbandonati dai propri cari, malati e sofferenti in un letto di ospedale.

    La vita è questa: problemi sempre e comunque.
    Non esiste un periodo di completa e totale felicità.
    Se fosse solo questo non varrebbe la pena vivere, ed anche le gioie della vita, a ben vedere, non pareggiano il conto.

    Ed allora dove possiamo trovare la forza di restare in barca mentre le onde alte ci sommergono facendoci quasi affondare?
    Dove trovare la forza di non buttarsi in mare, di non lasciarsi andare alle intemperie della vita?

    Quando ho un momento di sconforto penso ad un brano del Vangelo, ed è in Dio che trovo la mia forza per andare avanti con il sorriso:

    Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena.
    Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?».
    Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.
    Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?»

    https://www.youtube.com/watch?v=iQmf6Q7M5AI
    ----------------------------
    Barca in tempesta, bonaccia si appresta

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  45.  

    Addì 2 febbraio 2020

    Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
    Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
    Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
    Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
    Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
    C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
    Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
    Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
    Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

    Luca 2,22-40

  46.  

    Portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore (2 febbraio 2020)

    Figlio di

    Abbiamo la strana abitudine di impossessarci di tutto ciò che ci circonda.
    Compro una cosa ed è mia, soltanto mia. Guai a chi la tocca, guai a chi la sciupa. Condividere? Non sia mai.
    Abito in una città ed è mia, soltanto mia. Guai a chi viene da fuori anche solo per vedere una partita. Il turista? E' solo fonte di guadagno da spremere, imbrogliare, denigrare.
    Mi sono sposato e quella donna è mia, soltanto mia. Guai a chi la guarda, guai a chi la corteggia. Guai sopratutto a lei se osa lasciarmi, tradirmi, avere un amico. Sono geloso anche della sua famiglia, di suo fratello, di suo padre, di sua madre.
    Il figlio. Mio, mio e soltanto mio. Guai a chi osa avvicinarsi.

    Possesso di tutto, diritto su tutto.
    Sulle cose materiali chi se ne importa. Volete circondarvi di beni e non condividere le vostre fortune? Fate pure, siete abitatori di questa terra dove oggi l'egoismo regna sovrano. Godetevi i vostri beni ed auguratevi che non esista un Dio che un giorno possa giudicare la vostra avarizia.
    Sulla città ci sono regole e leggi, e se le contravvenete farete i conti con la giustizia umana.
    Sulla moglie le cose però sono diverse perché ogni persona è libera di decidere del proprio destino e se con voi non vuole più stare, fatevene una ragione. Ma se siete gelosi e possessivi e la vostra lei o il vostro lui vi lasciano fare, beh, sono scelte vostre.

    Ma i figli, come fate a dire "Mio"? Con quale coraggio?
    Per il fatto di averli partoriti pensate vi appartengano?
    Voi siete chiamati a educarli e tutelarli, non a prenderne possesso.
    I figli sono pezzi del nostro cuore che dobbiamo lasciare andare, liberi di volare nella vita, di fare le proprie scelte.
    Dio, o la vita se non credete in Dio, ve li ha affidati e dovete prendervi cura di loro con tutte le vostre forze, ma non dovete mai pensare che siano "vostri".
    I figli che noi partoriamo, al pari di quelli in adozione o in affidamento, sono individui con la loro legittima libertà, appartengono al mondo, appartengono soprattutto a Dio.

    Amateli, curateli, difendeteli con tutta la vostra forza, ma non fate l'errore di di dire "E' mio".
    Pensate a quanti Bambini sono abbandonati in cerca di adozione.
    Pensate a quanti Bambini sono maltrattati e non amati da coloro che li hanno generati.
    E pensate adesso ai figli che avete procreato.
    Perché uno di loro deve essere migliore dell'altro? Perché maggiormente accudito, amato, protetto?
    Non sono tutti figli di Dio? Non arrivano tutti con lo stesso treno? Non provengono tutti dal medesimo luogo qualunque esso sia?

    Ed allora non dite "Mio" perché l'amore non deve porsi limiti, perché la condivisione migliora la vita, rendendo maggiormente piacevole vivere in questo mondo
    ----------------------------
    Mio + mio + mio = schiavitù

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  47.  

    Addì 3 febbraio 2020

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.
    Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.
    Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo.
    Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
    Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».
    Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!».
    E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti».
    E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
    Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.
    E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».
    Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
    I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
    Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.
    Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci.
    Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
    Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui.
    Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato».
    Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

    Marco 5,1-20

  48.  

    Si misero a pregarlo di andarsene (3 febbraio 2020)

    Rivoluzione silenziosa

    Molti dicono che Gesù sia stato il primo rivoluzionario della storia.
    Forse è vero, ma lui non voleva essere un rivoluzionario, ma un uomo di pace.
    Per molti era un grande guaritore, per altri un profeta, per altri ancora il figlio di Dio, ma chiunque fosse Gesù o da dove provenisse, è certo che se avesse voluto fare una rivoluzione avrebbe smosso un esercito.
    La sua "rivoluzione" è stata silenziosa, educata, pacata, rispettosa.
    Diceva quello che pensava, agiva come il cuore gli dettava.
    Eppure, nonostante il bene che portasse tra la gente, in molti lo hanno mandato via dai loro paesi, criticato, denunciato, condannato a morte.

    E' così: più fai del bene, più calli pesti.

    Al potere costituito perché sono i detentori delle opere sociali.
    Ad altri pseudo guaritori perché li sminuisci con i tuoi poveri mezzi.
    Al popolo perché ti vorrebbe leader, ruolo per il quale non sei nato e che rifiuti.

    La rivoluzione silenziosa è quella che fa più rumore.

    Chi non ricorda il ragazzo cinese in piazza Tien An Men con la mano alzata dinanzi al carro armato?
    Chi non conosce la forza dirompente di Madre Teresa che mai una volta ha urlato il proprio sdegno nelle piazze?
    Chi non apprezza San Francesco i cui atti di profonda umiltà sono ammirati dal mondo intero?
    Chi non vede in Ghandi colui che usando la filosofia della "non violenza" ha conquistato milioni di persone?

    Facciamo rumore anche noi passando in mezzo alla folla che vuole linciarci, protetti da uno scudo di amore per il prossimo, innamorati dello strumento della pace.
    ----------------------------
    Un rumore silenzioso. Un silenzio rumoroso

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  49.  

    Addì 4 febbraio 2020

    In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.
    Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva».
    Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
    Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti:
    «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
    E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
    Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».
    I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?».
    Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
    E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
    Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».
    Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».
    Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!».
    E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
    Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.
    Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme».
    Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.
    Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».
    Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.
    Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

    Marco 5,21-43

  50.  

    Non temere, continua solo ad aver fede (4 febbraio 2020)

    Alzati e cammina

    In un film ho sentito un attore che diceva ad una mamma "Un giorno mi ringrazierai per aver fatto di tuo figlio un ateo convinto"

    Che brutta cosa.

    Molti atei criticano coloro che hanno fede dicendo che facciamo il lavaggio del cervello, poi però sono i primi ad inculcare nelle nuove generazioni il principio che tutto ciò che è relgioso è da combattere, tenere alla larga.
    Il partito comunista ha fatto della lotta alle religioni un proprio (falso) baluardo.
    Basti pensare ai film di Peppone e Don Camillo, uno spaccato degli anni del dopoguerra.

    Nella mia esperienza personale tanti gli episodi di "intolleranza di stato" per esserci definiti credenti in Dio.

    Ricordo un'assistente sociale pisana che venne in casa nostra per capire come stesse andando l'affido di un Bambino arrivato da noi a sette mesi.
    Era molto benevola, il bimbo aveva gia due anni e mezzo e tutto era andato benissimo (lei però non era mai venuta a casa nostra, e questo la dice lunga sul suo operato). Dopo aver chiesto un po' di cose ed essersi congratulata con noi per il buon andamento, guardandosi in giro mi chiese "Ma tutta questa bella roba da dove arriva?". Risposi "Dalla Provvidenza". Replicò con tono dispregiativo "Ecco un altro mangiaostie".
    E da quel momento fu un calvario. Cambiò da subito atteggiamento e ci osteggiò in tutti i modi possibili, fino ad arrivare davanti ad un giudice minorile che, dopo aver ascoltato lei e me, la prese per un braccio e la buttò fuori dalla stanza, tali e tante erano le castronerie, che diceva pur di farci passare male agli occhi del giudice.

    Anche recentemente la signora Brizzi, mi piace ogni tanto fare qualche nome senza timore di essere smentito, presidente della commissione di vigilanza sulle case famiglia, la "cara" signora che ci ha fatto chiudere la nostra Comunità Familiare (piccola nota: nel ricorso al tar si legge, fra le altre mille cose a nostro favore, che c'è stata FALSA APPLICAZIONE DELLA LEGGE ed ECCESSO DI POTERE, vedremo cosa dirà il giudice) ci redarguiva dicendo "Sono stata sotto chiesa fino a 24 anni" ed ha proseguito come a dire "poi mi sono liberata di questo giogo, mentre invece voi siete sempre legati alla vostra fede"

    Credo che la religione, come l'ateismo, abbia pregi e difetti, ma una cosa è innegabile: la fede in Dio dona speranza.
    Gli atei dicono che sia una falsa speranza, ma ciò non toglie la forza dirompente che anche in punto di morte ci fa sorridere perché moriamo con la fiducia di risvegliarci al cospetto di Dio in un mondo migliore.
    L'ateo, con tutte le sue convinzioni, può solo sperare di essere ricordato da qualcuno e quando muore ha poco da stare allegro.

    Vi rispetto atei, ho tantissimi cari amici che non credono, ma anche voi imparate a rispettare chi ha fede
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    Ateismo o Fede?

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