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  1.  

    Addì 28 ottobre 2019

    In quei giorni, Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.
    Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.

    Luca 6,12-16

  2.  

    Giuda Iscariota, che fu il traditore (28 ottobre 2019)

    In mezzo a tanti amici

    Quante volte vi sarete arrabbiati davanti ad un computer perché ritenevate giusta una certa operazione, ma il pc non ve la lasciava fare.
    Il pc è rotto! Abbiamo tutti gridato una volta o l'altra chiamando il tecnico disperatamente perché tutto il nostro lavoro era compromesso.
    All'arrivo del tecnico l'inevitabile sorpresa: bastava fare questo e questo ed il problema è risolto.

    Oppure quando al liceo facevate mille calcoli per risolvere una funzione, e lì accanto a voi, fra due parentesi graffe, c'era la soluzione "-1"
    Alla fine dello studio di funzione il risultato vi dava "+6"
    Ennesimo studio di funzione per arrivare all'ambito risultato enunciato dal libro
    Niente da fare, sempre e solo "+6"
    Terza volta "+6"
    Beh, dai, è chiaro, c'è un errore sul libro!!! La soluzione è "+6" e non "-1"
    Il giorno dopo in classe cera chi non aveva saputo risolverla, ed altri che avevano il vostro stesso risultato: "+6"
    Ah, bene, respiro di sollievo, ora è palese l'errore del libro. Beh dai ci sta, poveretto il matematico che l'ha scritta, magari era stanco in quel momento.
    Correzione alla lavagna. Il prof inizia ad elaborare la funzione, quattro semplici passaggi ed ecco lì il risultato in bella mostra: "-1"
    Noooo!!! Ma comeeee!!!
    Ragazzi, in questo punto la parentesi deve essere considerata e perciò questo è il risultato. Semplice, no?
    Acc. Semplice si porca puzzola! Ma come abbiamo fatto non vederlo?

    Dopo tante esperienze mi viene da dire: il Pc ha sempre ragione, il libro ha sempre ragione.
    Intendiamoci, l'errore umano sempre è possibile, ma non con la facilità con la quale noi vogliamo vederlo per difendere le nostre tesi e non dover dire "Sbaglio io"

    Ed è così, dopo tanti anni di duro lavoro su me stesso, che ogni volta che non mi torna qualcosa, ogni volta che litigo con qualcuno, ogni volta che accade un fatto che non mi piace mi pongo il problema: sarò mica io a sbagliare? Anche due, tre, cento volte?
    Ed esamino la mia funzione, il problema, all'infinito.

    Se Gesù, che per me è figlio di Dio, ma era, per chi non crede, comunque un grande uomo, si è scelto dodici fidati amici, e fra questi aveva anche Giuda non può essersi sbagliato.
    Ma voi uno che ruba, che vi tradisce, lo vorreste accanto a voi? Lo considerereste un amico fraterno?
    Eppure Gesù così ha fatto
    Nel Vangelo, riferendosi a Giuda si legge "Questo egli disse non perché gli importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro".
    Quindi Gesù sapeva che egli era un delinquentello falso e traditore, eppure lo tenne con sé fino alla fine.
    Boh, dirà qualcuno, forse non sapeva. Altri diranno, magari gli faceva comodo per altro. Altri ancora penseranno che Giuda avesse buone conoscenze e fosse intoccabile.
    Cerchiamo una soluzione materiale, ma se partiamo dall'idea che il Vangelo non sbaglia, che Gesù non sbaglia, dobbiamo trovare altrove la soluzione al nostro dilemma.
    E non c'è altra soluzione se non quella che il prof ci mostra alla lavagna: l'amore verso tutti, anche per coloro che hanno l'animo confuso da mille aspetti materiali, in un continuo perdono nella speranza che quella persona possa redimersi e capire i suoi errori.
    Allontanare qualcuno perché ha fatto cose sbagliate è facile e tutti ci riescono, difficile è perdonarlo ed amarlo, ma solo così facendo la nostra vita sarà migliore perché la strada dell'amore ed el perdono è l'unica che possa purificare le nostre anime dagli errori che siamo noi a compiere: è solo amando che si è amati, è solo perdonando che si è perdonati
    ----------------------------
    Ho ragione da vendere!
    o forse no?

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  3.  

    Addì 29 ottobre 2019

    In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò?
    E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami».
    E ancora: «A che cosa rassomiglierò il regno di Dio?
    E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata».

    Luca 13,18-21

  4.  

    Poi è cresciuto ed è diventato un arbusto (29 ottobre 2019)

    Crescere vincendo le proprie paure

    Un cavallino, quando nasce, si regge a malapena sulle gambe, si cela dietro la mamma, e se viene a trovarsi solo dinanzi ad un cavallo adulto comincia a muovere le labbra continuamente come a dire "Sono piccino io, lasciami stare, sono piccino".
    Quel puledro pian piano si fortifica e diventerà adulto, pronto ad affrontare il mondo.
    Quella crescita segna il suo destino: se sarà forte, veloce, di temperamento deciso ma umile, allora avrà un futuro radioso, conteso da tutte le migliori scuderie, ed in vecchiaia potrà godere di verdi pascoli dove scorrazzare felice; se diventerà un cavallo pigro, poco scattante, restio agli ordini oppure ribelle nessuno lo vorrà e prima o poi arriverà il camion per portarlo al macello.
    Tutto dipende da come cresce da puledro: se gioca, se osserva, se corre, se vince la fatica e la pigrizia, se cerca il contatto con l'uomo allora si formerà forte e verrà apprezzato, altrimenti resterà al palo a vivere una vita in vegetazione, passando da un padrone all'altro.

    Così sono i ragazzi: se non si fortificano nella crescita saranno solo delle sagome di cartone apparentemente forti ed imponenti, ma per le quali basta un po' di acqua per sgretolarsi, o un po' di vento per cadere e non rialzarsi più.

    Pensate di dover sostenere un esame. Avete il timore di sbagliare, di prendere una partaccia dal professore, di far ridere chi vi ascolta. Se avrete studiato tanto, ma non andrete un po' baldanzosi davanti all'esaminatore, fallirete la prova subendo le vostre paure.
    Se forzerete la mano e vincete le vostre insicurezze andando davanti al professore con il piglio deciso di quello che sa, che non ha paura, che è pronto al confronto avrete molte più possibilità di passare, anche se aveste ancora delle lacune nello studio.

    Ci sono momenti nella vita dove vi può risultare difficile affrontare un'altra persona che magari vedete più forte, più grande o nei confronti della quale volete sempre risultare perfetti. Se non lo affrontate con decisione rischiate di rovinare un rapporto, e non vi formerete mai il carattere.

    Se una porta è chiusa si bussa con delicatezza la prima volta, con fare più deciso la seconda e alla fine, se non ci aprono, si entra anche a costo di sfondarla. Ma dovete essere voi che volete entrare, voi che volete chiedere,voi che volete chiarire una certa situazione a dover trovare il modo per entrare, non potete, e non dovete, aspettare che la porta si apra da sola perché potrebbe restare chiusa per molto, molto tempo, talvolta per sempre.
    Se una persona non vuole ascoltarvi dovete trovare voi un modo perché questo avvenga, altrimenti significa che per voi chiarirvi non è poi cosa di così grande rilevanza perché quando avete fame potete resistere un giorno, forse due o anche tre, ma alla fine troverete il modo per entrare in cucina e sfamarvi.

    Anche nei confronti di Dio: si deve pregare, farsi vedere, operare per il bene e prima o poi Dio ci ascolterà ed esaudirà le nostre richieste.
    ----------------------------
    Una porta chiusa si arriva anche a sfondarla se necessario

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  5.  

    Addì 30 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
    Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.
    Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.
    Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze.
    Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!
    Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.
    Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.
    Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi».

    Luca 13,22-30

  6.  

    Ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi (30 ottobre 2019)

    Una bandiera bianca con la scritta Bambini

    Fare delle scelte implica sempre delle conseguenze.
    Se ti schieri con un partito e poi vince l'altro vedi molte porte chiudersi in faccia.
    Oggigiorno c'è una corsa al cambio di casacca, tutti in sella al cavallo vincente: uomini della vecchia DC che si ritrovano dirigenti del PD, politici eletti in uno schieramento che migrano in quello opposto a seconda di come gira il vento, persino alcuni personaggi della chiesa abbracciano l'uno o l'altro candidato in cerca di futuri favori ed alleanze.

    Quando abbiamo fatto nascere l'Associazione "Amici della Zizzi" trentatré anni fa abbiamo scelto di non schierarci con nessuno, amici di tutti, ma senza un vessillo politico o religioso che ci distinguesse. Sbagliato? Giusto? Per certi versi sarebbe stata opportuna la metamorfosi continua, per altri versi l'avere le mani libere di agire senza imposizioni è qualcosa di impagabile. Ma è comunque una scelta che costa cara.

    Anni di muri, di estromissione da bandi, di ingiustizie.
    Sarebbe stato molto più facile prendere la tessera del partito, allinearsi, chinare il capo, obbedire e, come accaduto a molte associazioni e cooperative, la crescita sarebbe stata certa, si chiude un occhio davanti agli errori, si danno incarichi politici ai suoi rapresentanti, si organizzano tavoli di concertazione per spartirsi appalti e vincere bandi.
    Sarebbe stata per molti la porta larga da prendere.
    Ma noi siamo idealisti ed abbiamo sempre creduto, ed ancora crediamo, che ci si debba sforzare di passare dalla porta stretta.

    Oggi ci sono migliaia di persone che ci stimano e ci apprezzano per ciò che facciamo, ma tanti politici che ci girano le spalle. Ancora!
    Beh, che dire, rispondiamo con una frase del Vangelo, che trova riscontro in molti corsi e ricorsi della storia:

    Ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi

    E quel giorno, ne siamo certi, arriverà perché le nostre radici sono forti, perché non ci siamo mai piegati davanti al potente, perché abbiamo sempre aborrito il voto di scambio, e la giustizia di Dio innanzitutto, e degli uomini in seconda battuta, trionferà sul male e sulle ingiustizie.

    Noi abbiamo una bandiera bianca con la scritta Bambini e chiunque, rosso, verde, celeste o a pallini pois è il benvenuto in casa nostra per collaborare e camminare insieme a noi cercando di accogliere ed accudire tanti Bambini e Ragazzi. Gli altri, gli opportunisti, possono anche restare fuori.
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    Una persona senza principi, è come un toro da monta senza attributi

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  7.  

    Addì 31 ottobre 2019

    In quel giorno si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
    Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito.
    Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.
    Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto!
    Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

    Luca 13,31-35

  8.  

    Erode ti vuole uccidere (31 ottobre 2019)

    Polizia chiude mensa dei poveri

    Da un brano
    In quel giorno gli si avvicinarono per dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché (...) ti vuole uccidere».
    Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io faccio ciò che è giusto per aiutare il prossimo".
    (...) uccidi e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto!
    Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta!

    A quanti di voi è capitato questo?
    Mettersi a fare del bene con il cuore e trovare chi lo impedisca proprio tra coloro che quel bene sono chiamati a fare.

    Muore un ragazzo. La mamma con due sue amiche decidono di onorarne la memoria aprendo una mensa per i poveri.
    Chiedono aiuto ad una grossa organizzazione per avere la disponibilità di alcuni locali abbandonati da anni.
    Mettono su la mensa, la fanno crescere, diventa un punto di ritrovo per tanti abbandonati dalla società.
    E' gestita con l'amore di tre mamme. Non è solo cibo ed un locale riscaldato: c'è amore, ascolto, regole, brontolate per chi si comporta male.
    Dopo tre anni il capo dell'organizzazione dice alle signore: "Grazie, ora subentriamo noi con i nostri addetti professionisti e gli obiettori di coscienza"
    Ma come, replicano le signore, dopo tanta fatica ci togliete quanto abbiamo fatto?
    Se volete, fu la risposta, venite a fare le volontarie, ma qui comandiamo noi.
    Dopo un anno la mensa fu chiusa su decisione del tribunale perché erano quotidiani gli episodi di violenza legati alle non regole, all'abuso del vino, al menefreghismo di chi non si lasciava coinvolgere emotivamente e trattava ogni persona solo come un numero.

    Potrei raccontarvi altre mille storie come questa, ma sarei grato a chi volesse condividere la propria esperienza.
    ----------------------------
    Uccisi da chi dovrebbe tutelarli e difenderli

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  9.  

    Addì 1 novembre 2019

    In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
    Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
    Beati i miti, perché erediteranno la terra.
    Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
    Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
    Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
    Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
    Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
    Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

    Matteo 5,1-12a

  10.  

    Beati gli operatori di pace (1 novembre 2019)

    Esempi da seguire

    Quando si è piccoli si guardano gli esempi dei genitori e cresciamo inconsapevolmente rassomigliando loro nei pregi e talvolta nei difetti.
    Nell'adolescenza gli esempi degli adulti sono visti in maniera più critica, quasi una sorta di ribellione, ma sono comunque modalità che prima o poi valutiamo in positivo e ci ritroviamo un giorno a seguirli.
    Diventando adulti sono sempre meno gli esempi che possiamo seguire, le persone che ci aiutano nel nostro continuo cammino di crescita e maturità.
    Chi ha fede guarda all'esempio di Gesù e agli insegnamenti del Vangelo, ma chi non ha fede quali esempi può seguire?
    La vita di brave persone che abbiano fatto del bene, si siano sacrificati, abbiamo fatto crescere l'umanità rendendola migliore sono certamente stelle nel cielo della vita.
    Ghandi, Madre Teresa, Martin Luther King e tanti altri "famosi" possono fungere da faro per farci crescere, ma non solo.
    Ci sono centinaia di persone che vivono o sono vissute in mezzo a noi, le cui parole ed i cui atti possono essere esempi per maturare.
    I santi, che oggi si festeggiano, non sono solo quelli che la chiesa ha innalzato agli onori degli altari, ma tutti coloro che sono state brave persone ed hanno lasciato una scia di amore, il cui profumo anche oggi è possibile seguire.

    Ognuno ha i suoi "santi personali", per me la mia mamma è l'esempio da seguire, non l'unico ovviamente, ma certamente fondamentale, ancora oggi che è morta, per il mio cammino verso una sempre maggior maturità.

    Che in questo giorno di ricordi possiate sentire veramente il profumo dell'amore che tante persone hanno lasciato nei vostri cuori.
    ----------------------------
    Santo è chi ha operato per il bene degli altri

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  11.  

    Addì 2 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
    E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
    Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
    Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
    Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
    Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
    E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
    Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
    Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
    Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
    Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
    Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
    E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

    Matteo 25,31-46

  12.  

    Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? (2 novembre 2019)

    Bianco e nero

    La divisione tra bianco e nera è netta, così come la differenza tra il sole e la notte.
    Chi fa del bene al prossimo è considerato buono, mentre chi non fa nulla per il prossimo è considerato egoista e quindi non buono.

    Mi pongo una domanda.
    Chi fa del bene, ma impedisce ad altri con ogni mezzo, come in una sorta di concorrenza, di operare per il bene, come è da considerarsi?

    Nella mia esperienza ho incontrato alcune persone che hanno fatto grandi cose per i poveri, gli emarginati, i Bambini maltrattati. Persone veramente in gamba nel promuovere iniziative benefiche e di solidarietà, bravissime ad usare il marketing per ricevere donazioni e sovvenzioni.
    Ma queste stesse persone, forse per i risultati raggiunti, pensano che il loro modus operandi sia l'unico accettabile, ed usano i loro strumenti, spesso potentissimi, per abbattere chi sia un loro "competitor", uno che a suo modo e nel suo piccolo faccia comunque del bene al prossimo, magari anche parlandone male in modo da allontanare possibili benefattori.

    Mi pongo un'altra domanda.
    Non sarà mica che il declino della chiesa nel cuore delle persone sia legato anche a questo?
    Troppi sacerdoti, troppe suore, troppe caritas agiscono come ad avere la verità in tasca, non volendo dialogare con altri che, al par loro, operino per il bene dell'umanità.

    Davide vinse contro Golia, ma se avesse combattuto altre cento volte è quasi certo che il gigante avrebbe vinto il pastorello.
    Ho imparato una cosa che se qualcuno di grosso ti attacca puoi combattere quanto vuoi ma, se non ti uccideranno ti taglieranno le gambe ad ogni passo in avanti che farai.
    E' triste e dispiace vedere servizi sociali deviati, caritas, preti e suore agire in questo modo, ma è purtroppo una realtà con la quale dobbiamo confrontarci ogni giorno.

    Il Vangelo però, la parola di Dio, dona la forza per andare avanti perché ci dice: tu fai del bene, dai da mangiare agli affamati, vesti gli ignudi, cura le piaghe degli ammalati, accogli i Bambini maltrattati. Tu fallo ed alla fine dei tuoi giorni ne terrò conto, indipendentemente da quanto avrai fatto.

    E così andiamo avanti. Giorno per giorno, prendendo carezze e bastonate perché questo ci chiede Dio, questo ci chiede il povero, l'affamato, il Bambino maltrattato.
    ----------------------------
    Aiutiamo chi è in difficoltà, e se qualcuno ce lo impedisce aiutiamo anche lui a vedere la verità

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  13.  

    Addì 3 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù entrato in Gerico, attraversava la città.
    Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
    Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.
    Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
    In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
    Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!».
    Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
    Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

    Luca 19,1-10

  14.  

    Salì su un sicomoro, (...) Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito» (3 novembre 2019)

    Frutti acerbi

    Chi di voi avendo un albero in giardino toglie i frutti appena li vede spuntare?
    Piuttosto non attenderà che maturino e andrà ogni giorno a vederli, tastarli, curarli?
    E' la normalità.

    Eppure oggi troviamo sui banchi del mercato frutti spesso acerbi.
    "Signora, li porti a casa, in un paio di giorni maturano".
    E puntalmente la maggior parte di essi si sciupano perché colti troppo presto: un conto è maturare sul proprio albero, un altro è farlo in una fruttiera nella cucina di un appartamento.
    Ci siamo abituati talmente tanto a quei sapori aspri ed immaturi, al punto da gettare via un frutto morbido e succoso appena colto da un albero perché non ci piace.
    Colpa del consumismo, della nostra società, del voler guadagnare tanto in poco tempo. Il tutto a discapito della qualità.

    Accade così anche con i ragazzi.
    La società li emancipa sempre prima, sempre più aspri, sempre più immaturi, e gli argini della famiglia spesso sono insufficienti per contenere il fiume in piena che li travolge: internet, telefonini, messaggi sempre più spinti, istigazione al consumo compulsivo.
    Anche in questo caso per guadagnare sempre più e sempre più alla svelta. Quanto prima un ragazzo diventa un potenziale acquirente, tanto meglio è per chi fa business.

    La maturità è una cosa complessa, individuale, da donare ai nostri figli un boccone alla volta, pronti anche a fare un passo indietro quando necessario.
    Non si educano e non si amano i ragazzi dando loro il cellulare a nove o dieci anni, non maturano se non impediamo loro di camminare sempre con le cuffie nelle orecchie isolandosi dal mondo, non interagiscono con gli altri se nell'adolescenza non possono vivere senza cellulare camminando a testa bassa senza poter ammirare il fisico scolpito di un ragazzo o il corpo sinuoso di una bella ragazza che passa vicino.

    Si scende dall'albero quando si è pronti, non quando suona la sveglia del consumismo che subdolamente ti fa intendere che emancipazione vuol dire fare sesso prima possibile, guadagnare soldi a più non posso anche calpestando il prossimo, comprarsi cose firmate a qualunque costo.

    Fate maturare i propri figli, date loro il tempo di farlo, non fateli crescere troppo alla svelta affinché un domani non siano palline di ferro lanciate sul mercato capaci di fare danni principalmente a sé stessi.
    ----------------------------
    Un frutto è maturo quando è succoso e morbido, non quando lo decidiamo noi

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  15.  

    Addì 4 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
    Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

    Luca 14,12-14

  16.  

    Quando dai un banchetto, invita poveri, zoppi, ciechi (4 novembre 2019)

    In carrozzella verso il futuro

    Sul lungomare capita spesso di incontrare podisti, famiglie a passeggio, biciclette che sfrecciano sulle piste ciclabili.
    Non mi era però mai capitato di vedere una carrozzina a motore con un passeggero oltre al conducente.
    Un ragazzo tetraplegico con in braccio una ragazza visibilmente felice, due ragazzi come tanti, abbracciati e sorridenti.

    Mi sono venuti in testa mille pensieri.
    La normalità di un gesto, perché così deve essere: normale che due ragazzi si abbraccino mentre passeggiano sul lungomare, con o senza l'uso delle gambe.
    La felicità sul volto dei due: una coppia come tante.
    Il sorriso un po' beffardo e un po' sornione come a dire: voi camminate e correte, io ho vinto il mio handicap e corro felice dove correte voi, senza però fare fatica.
    Ma sopratutto il primo pensiero è stato che quel ragazzo in carrozzella non solo non aveva bisogno di aiuto, ma era lui per primo ad aver dato un passaggio alla sua fidanzata, abbandonata tra le sue braccia completamente felice.

    La vita vince sempre sul male, ma dobbiamo essere noi a volerlo.

    Se quel ragazzo non avesse reagito, se si fosse lasciato andare alla disperazione di non poter più camminare, oggi non sarebbe così felice, e non sarebbe di esempio e di stimolo per tanti normodotati come me che si lamentano sempre di tutto dimenticandosi troppo spesso di ringraziare per ciò che hanno.
    ----------------------------
    Con una carrozzella si può fare il giro della vita

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  17.  

    Addì 5 novembre 2019

    In quel tempo, uno dei commensali disse a Gesù: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!».
    Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti.
    All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto.
    Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato.
    Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato.
    Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire.
    Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi.
    Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto.
    Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia.
    Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».

    Luca 14,15-24

  18.  

    Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti (5 novembre 2019)

    A cena con i giocatori della Juve

    Abbiamo organizzato un evento diramando trecento inviti e sono venute cento persone. Dai si.
    Abbiamo organizzato un evento diramando duemila inviti e sono venute quattrocento persone. Buono direi.
    Abbiamo organizzato un evento diramando diecimila inviti e sono venute mille persone. Ci possiamo stare.
    Abbiamo organizzato un evento diramando sessanta milioni di inviti e sono venute diecimila persone. Un buon risultato.

    E' stato organizzato un evento diramando poco meno di otto miliardi di inviti e sono venute cinquecento milioni di persone. Mah.

    Se la Juventus organizza una cena con i giocatori, dove si devono pagare mille euro a persona, riempie una sala enorme.
    Se ci invitano a prendere parte ad una mensa per condividere con i poveri, gli emarginati, le famiglie problematiche un momento di amore, si è fortunati se vengono in quattro o cinque.

    Riflettiamo sui valori, cerchiamo di capire cosa ci fa crescere: un momento con i nostri idoli terreni, o un momento con Dio?

    Riflettiamo anche che la cena con la Juventus, o il Milan o l'Inter dura tre ore, quella con Dio è una condizione che, se vogliamo, ci può accompagnare per tutta la vita, ed anche oltre.

    Alla cena con la Juventus non ci lasceranno nemmeno avvicinare ai giocatori per intessere un rapporto di amicizia, alla cena con Dio possiamo trovare tanti amici che ci accompagneranno nei momenti di gioia e di dolore nella nostra esistenza.
    ----------------------------
    Cibo materiale o spirituale? Entrambi, ma oggi conta solo quello materiale

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  19.  

    Addì 6 novembre 2019

    In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse:
    «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
    Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
    Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
    Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo:
    Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
    Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?
    Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
    Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

    Luca 14,25-33

  20.  

    Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo (6 novembre 2019)

    Sentieri pieni di lupi

    Senti, guarda un po', vedi quel sentiero?
    Quale?
    Quello in fondo che entra a destra nel bosco più fitto.
    Si lo vedo.
    Ecco devi entrare lì e ci troverai ad attenderti briganti, lupi feroci, cinghiali assetati di sangue.
    Come?!
    Si, ma non aver paura, ti attaccheranno, ti faranno del male, faranno di tutto per farti scappare o divenire loro schiavo.
    Ohhh, ma scherziamo?
    No dai, vai avanti.

    Chi si addentrerebbe in quel bosco sapendo tutte queste cose?
    Chi piuttosto non farebbe chilometri in più per aggirare quel bosco?

    Eppure ... pensate a quanto siamo stupidi noi cattolici: sappiamo che potrà capitarci tutto questo, eppure entriamo lo stesso in quel bosco pronti ad affrontare briganti e belve feroci, subire ferite, schiavitù e persino la morte.

    Eppure è grazie a coloro che su questo sentiero si incamminano, cattolici o altri con spirito di carità, che il mondo è un posto migliore da vivere.
    E' vero, ci sono boschi pieni di insidie: guerre, razzismo, corruzione, mafia, ma ci pensate a quanto male ci sarebbe nel mondo se tante persone non aiutassero il prossimo? Ognuno con le proprie risorse, capacità, disponibilità, ma tutti insieme per bonificare un bosco alla volta, un sentiero alla volta rispondendo al richiamo ancestrale: prendi la tua croce e seguimi.
    ----------------------------
    Bonifichiamo il mondo un sentiero alla volta

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  21.  

    Addì 7 novembre 2019

    In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
    I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
    Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?
    Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
    Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
    O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?
    E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
    Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

    Luca 15,1-10

  22.  

    Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta (7 novembre 2019)

    Il messaggio di un Angelo

    Michela frequenta una pista di pattinaggio.
    Non è molto brava perché alle prime armi.
    I suoi genitori lavorano tutto il giorno e lei passa gran parte del suo tempo in questo giardino, anche per l'amicizia con altri suoi coetanei.
    C'è un chiosco che vende di tutto, ed il proprietario, Jason, è un uomo buono, amante dei Bambini e, nel suo piccolo li aiuta, li sostiene, regala loro qualcosa da bere e mangiare quando non possono pagarla, ascolta i loro guai, li aiuta a rialzarsi quando cadono.
    Un Amico, apprezzato dai genitori dei Bimbi che riversano in lui totale fiducia.

    Un giorno questa persona muore, lasciando nel cuore di ogni ragazzo dolore ed amarezza.
    Per Michela è un duro colpo, per lei era come un secondo papà.

    Per quattro anni Michela ha continuato a scrivere messaggi al numero di Jason. Semplici aggiornamenti, o "buongiorno" ogni tanto. Poi, nel quarto anniversario dalla sua scomparsa, Michela manda un lungo messaggio a quel numero.

    "Ciao papà, sono io. Domani sarà un giorno difficile, di nuovo. Sono passati quattro anni da quando ti ho perso e non c'è giorno in cui mi manchi". Un lungo messaggio in cui racconta di aver sconfitto il cancro, di essersi laureata, di essersi innamorata ed aver avuto delusioni d'amore, di aver perso tutti i suoi amici ma di aver trovato l'amore. Gli racconta che si sta per sposare e di aver paura di affrontare l'entrata in chiesa "Perché non ci sarai tu a dirmi che andrà tutto bene". Ma soprattutto che "Saresti fiero della donna che sono diventata". Un messaggio di chiusura, ha spiegato Michela, perché "Avevo trovato me stessa ed ero pronto a lasciarlo andare".

    Dal numero di Jason arriva una risposta. Bip bip. "Ciao dolcezza, non sono tuo padre ma per tutti questi quattro anni ho ricevuto i tuoi messaggi del mattino e gli aggiornamenti della notte". Poi si presenta: "Sono Brad, e nel 2014 ho perso mia figlia in un incidente d'auto. I tuoi messaggi mi hanno aiutato a sentirmi vivo. Quando mi scrivi, so che è un messaggio che ricevo da Dio". Il caso ha voluto che a Brad venisse assegnato il numero di telefono che fu di Jason.

    Un messaggio pieno di orgoglio per una ragazza mai conosciuta ma che per anni lo ha accompagnato: "Ti ho sentito in questi anni e ti ho visto crescere e sopportare cose che molti altri non avrebbero retto. Avrei voluto sempre risponderti, ma non l'ho fatto per non spezzarti il cuore".

    E ancora: "Sei una donna straordinaria e spero che mia figlia sarebbe diventata la donna che sei tu. Sei il mio piccolo angelo e sapevo che questo giorno in cui mi avresti salutato sarebbe arrivato. Tutto andrà bene, sono orgoglioso di te".

    Ci sono tanti modi per ritrovare sé stessi e ciò che abbiamo perduto
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    Non arrendersi mai significa sapere che tutto può accadere

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  23.  

    Addì 8 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.
    Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore.
    L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno.
    So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.
    Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta.
    Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta.
    Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

    Luca 16,1-8

  24.  

    Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza (8 novembre 2019)

    Diplomazia

    Se continuamente urli la tua rabbia e pretendi con forza ogni cosa, oppure se viceversa stai sempre in silenzio reprimendo ogni tua richiesta non potrai mai sperare di andare avanti con serenità perché sarà sempre una guerra oppure un subire da tutti.

    In medio stat virtus: fare le proprie battaglie con moderazione, ed imparare a chiedere nel modo e nel momento giusto.

    Così sembra logico e facile, ma quanta fatica impararlo, ma sopratutto applicarlo domando il proprio carattere o sforzarsi di tirarlo fuori.

    E' vero che non è mai troppo tardi per imparare, ma è anche vero che se la società ti bolla come "Iracondo" sarai sempre quello spigoloso con il brutto carattere, qualunque sforzo tu faccia per essere diplomatico.

    Piero era un amico di famiglia, gli ero affezionato come ad un padre e lo chiamavo zio.
    Un giorno, avevo poco più di dieci anni, sparì dalla mia vita.
    Non so per quale motivo, nessuno ha mai voluto dirmelo, forse una lite con mio padre, ma non so.
    Quello che so è che ci rimasi malissimo.
    Lo andavo a cercare, gli scrivevo lettere, da grande non ho smesso di cercarlo: un muro invalicabile.
    Con l'inizio dell'Associazione la Caritas ci chiese aiuto per alcuni mobili da destinare ad una famiglia povera, mandarono un furgoncino a prelevarli ed alla guida c'era lui, Piero. Ebbi un sobbalzo di felicità, andai per abbracciarlo, ma si girò e appena mi salutò.
    Sparito di nuovo nella nebbia.
    Una domenica, dopo svariati anni, lo rividi in chiesa, attraversai tutta la navata per dargli il segno di pace nel momento opportuno, ma si rifiutò di darmi la mano.
    Passarono altri anni ed un giorno ricevetti una telefonata: era Piero ormai ultra ottuagenario.
    "Ciao Riccardo carissimo, come stai? Che piacere sentirti, come va la tua Associazione?"
    E senza aspettare una risposta, senza alcun ritegno, mi chiese se potevo assumere sua nipote.

    Cosa avreste fatto voi?

    Come si può pensare di sputare addosso ad una persona per una vita e poi sperare di ricevere un favore?

    Ovviamente, forse perché non porto mai rancore a nessuno e non voglio mai giudicare una persona, feci un colloquio alla ragazza, che si presentò con la madre la quale parlava per lei, non tanto per decantare le lodi della figlia, quanto per avanzare la pretesa di un'assunzione in quanto nipote di Piero, evidenziando il grande affetto che egli provava per noi e per me.
    Non l'assunsi, anche perché era appena maggiorenne e incapace di fare le cose per le quali l'avrei dovuta assumere.

    La stessa cosa è con Dio: si può pensare di chiedere nel momento del bisogno dopo una vita di bestemmie?
    Possiamo comunque farlo e Dio, se veramente pentiti, ci perdonerà, ma avremo dimostrato poco lume, oltre che poca fede.
    Impariamo allora a ringraziare per quello che abbiamo, ed un giorno quando chiederemo aiuto, magari anche in conseguenza di un nostro errore, non troveremo le porte chiuse.
    Impariamolo con gli uomini, sarà una buona palestra per il nostro incontro con Dio che, statene certi avverrà, prima o poi.

    Come dite? Non incontreremo mai Dio? Non avremo mai bisogno di lui?
    Lo diceva anche Piero quando rifiutava un qualsiasi rapporto con me.
    ----------------------------
    Essere furbi, purché onesti apre molte strade

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  25.  

    Addì 9 novembre 2019

    Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
    Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco.
    Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato».
    I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora.
    Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».
    Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
    Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
    Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
    Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

    Giovanni 2,13-22

  26.  

    Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio (9 novembre 2019)

    Eh so fumino

    Noi toscani siamo un po' "fumini" per il fatto che facciamo presto ad inalberarci.
    Io sono fra questi.
    La frase della Bibbia "Lento all'ira e ricco di misericordia" è il mio traguardo ideale da raggiungere.
    Ho fatto passi da gigante in questi cinquanta e passa anni di vita, ma il carattere è carattere, nel bene come nel male.
    Non avere un carattere forte significa andare sempre a traino, non costruendo niente se non piccoli pezzi di qualcosa di più grande edificato da altri.
    Averlo però significa anche rischiare di essere spigolosi e ferire qualcuno.
    Gli eccessi non vanno mai bene, è importante mantenere la calma il più possibile, senza però aver paura di arrabbiarsi, della serie "Quando ce vò, ce vò"

    Vi racconto questa
    Nel passato c'è stato un momento difficile.
    Qualcuno parlava male di noi.
    Negli ambienti della politica è tutto un rintanarsi per non dover prendere una posizione.
    Molti gli "Amici" che entrano in politica, a questi mi rivolgo: chi ti dice "Ti farò sapere" e poi non richiama, altri non rispondono alle telefonate o ai messaggi, altri ancora fissano appuntamenti a due mesi, infine alcuni fanno promesse che puntalmente vengono disattese.
    Tutti a suggerirmi "Tieni un basso profilo".
    E perché? Ho qualcosa da nascondere? Ho fatto qualcosa di male? No, ho la coscienza pulita, e così insisto ed insisto nel chiedere incontri e colloqui.

    Passa del tempo e la matassa pian piano si dipana, le accuse diventano chiacchiere di corridoio, e nemmeno i dirigenti più infervorati riescono a tenermi testa evitando di prendere decisioni delle quali saranno poi chiamati a rispondere.

    Il cielo si schiarisce e ci sono le prime aperture, poi altre, ed altre ancora.

    Ed ecco il "fumino" che è in me che scrive un messaggio a "Tizia".
    Tizia era una cara amica, stessa parrocchia, figli a scuola insieme, apprezzamenti a iosa in campagna elettorale.
    Le ho chiesto non so quante volte un incontro, mai negato.
    Poi ha smesso di rispondere, sia alle telefonate che ai messaggi.
    Ma ecco che in questo clima di distensione provo a chiamarla, continua a non rispondere: forse non l'hanno ancora avvertita che le cose stanno cambiando.
    Più volte la chiamo, più volte non risponde e non richiama.
    Al che le mando un messaggio "forte" alla Riccardo e ... miracolo ... a questo risponde subito facendo la gnorri, cadendo dal pero: "Non ti ho richiamato perché ho finito tardi ed ero stanca, non so di cosa tu stia parlando".
    "Si, davvero?" sarebbe da risponderle. "E le altre mille volte che ti ho mandato messaggi o telefonato perché non hai risposto?"

    Ahhh questi politici!! Sono persone estremamente affabili e disponibili prima delle elezioni, sono politici dal giorno dopo, pronti a chiuderti la porta in faccia se sentono un po' di puzza nell'aria.

    Eh si, so fuminoooo, contento di esserlo.
    ----------------------------
    La diplomazia è una virtù, ma troppo zucchero rende immangiabile ogni cosa

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  27.  

    Addì 10 novembre 2019

    In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello.
    C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli.
    Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli.
    Da ultimo anche la donna morì.
    Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».
    Gesù rispose: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.
    Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe.
    Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui».

    Luca 20,27-38

  28.  

    Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi (10 novembre 2019)

    Subito

    In questa importante ricorrenza del trentennale della caduta del muro di Berlino, fra i vari servizi proposti in tv, uno in particolare mi ha colpito.
    Si diceva che il ministro degli esteri della Germania Est, in una conferenza stampa diceva che le maglie dell'invalicabile dogana si sarebbero aperte.
    Un giornalista italiano ebbe la prontezza di chiedere "Quando?".
    Ed il ministro rispose "Subito!"

    Quando una cosa è giusta deve essere fatta subito, senza indugi.

    Così come "Subito" inizia la vita eterna dopo la morte terrena.
    Ce lo dice Gesù nel Vangelo quando si rivolge ad uno dei due ladroni crocifisso con lui "Oggi stesso tu sarai con me in Paradiso".
    Ma lo dice anche quando ribadisce che Dio non è un Dio dei morti, ma dei vivi

    Pensiamo ai nostri cari come vivi e gioiamo per loro che hanno finito le loro tribolazioni.
    A tal proposito un episodio mi colpì moltissimo qualche giorno dopo la morte della mia mamma.
    Denia, una carissima amica di mia madre, era in chiesa nelle prime panche a pregare pensando alla Zizzi.
    Sentì un rumore dietro di lei, si voltò e nelle panche in fondo c'era una signora bionda in ginocchio, anche lei intenta a pregare.
    Denia si voltò nuovamente verso l'altare, ma subito le venne un sussulto perché quella signora assomigliava in tutto e per tutto alla sua cara amica appena deceduta.
    Si voltò di scatto, ma la signora non c'era più.
    Denia si avvicinò allora a quella panca e al posto della donna c'era una lettera.
    Era uno scritto bellissimo, che Denia mi ha dato, che pareva un saluto destinato proprio a me.

    Se Mi Ami, non piangere!
    Se tu potessi vedere e sentire le cose che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti, se mi ami.
    Sono ormai assorbita dall'incanto di Dio, dalle Sue espressioni di sconfinata e struggente bellezza, le cose di un tempo sono cosi' piccole e lontane ... mi è rimasto l'amore per te, figlio!
    Una tenerezza che non hai mai conosciuto.
    Ci siamo amati molto tu ed io e non ho mai cessato di ringraziare Dio di averti affidato alle mie cure, ma l'appartenenza al tempo rendeva tutto così fugace e limitato
    Ora io vivo nella serena e gioisa attesa del tuo arrivo fra noi, tu pensami così.
    Nelle tue battaglie, pensa a queste meravigliose case dove non esiste la morte e dove non c'è dolore, dove tutto è gioia, bellezza ed amore e dove un giorno torneremo a stringerci la mano, dove ci disseteremo insieme nel trasporto più puro e più intenso alla fonte inestinguibile dell'Amore generatore di Vita.
    Non piangere più se veramente mi ami.

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    Se mi ami, non piangere

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  29.  

    Addì 11 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono.
    E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli.
    State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli.
    E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai».
    Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe».

    Luca 17,1-6

  30.  

    Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli (11 novembre 2019)

    Una carezza dopo uno schiaffo

    Mi resta facile perdonare le persone quando sbagliano nei miei confronti, mi basta pensare a quante volte io sbaglio nei confronti del prossimo.
    A volte consapevolmente, a volte senza saperlo, ma ritengo che se voglio essere scusato, devo perdonare chi si accorge del proprio errore.

    Sbagliare è facile, ma si deve imparare a chiedere scusa, non solo con le parole ma sopratutto con i fatti.
    Se un giorno abbiamo fatto qualcosa che l'altro ha recepito come un'offesa, dovremmo, prima ancora di chiedere scusa, fare qualcosa che venga preso come un segno di affetto. Se abbiamo dato un ceffone, alziamo nuovamente la mano verso quella persona per darle una carezza.

    San Giacomo diceva: la fede senza le opere è vuota.
    Parafrasandolo dico "Chiedere perdono senza i fatti è inutile
    ----------------------------
    Fatti, non parole, in tutto quello che facciamo

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  31.  

    Addì 12 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?
    Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?
    Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
    Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

    Luca 17,7-10

  32.  

    Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare (12 novembre 2019)

    Mamme di casa

    La mia mamma lavorava come insegnante di stenografia, era moglie e madre. Aveva una vita piena, sempre impegnata, sempre di rincorsa. Eppure non c'era giorno che a pranzo e cena non fosse tutto pronto, pulito, ordinato, pasto caldo e buono. Ad onor del vero aveva un piccolo aiuto esterno, ma il grosso del lavoro nel mandare avanti la casa e la famiglia era suo, anche perché suo era il grande amore che su di noi riversava. E quante mamme fanno così, senza fiatare, senza lamentarsi, felici di esserci. Non pretendono nulla in cambio, solo un grazie ogni tanto per tutte le fatiche che fanno quotidianamente, un sorriso, un apprezzamento. Dobbiamo prendere esempio dalle mamme perché così dovremmo fare noi verso il prossimo: servirlo con grande amore, felici di poter donare, senza pretendere nulla in cambio.
    ----------------------------
    Ti aspettiamo, non tardare, i bambini hanno bisogno anche di te

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  33.  

    Addì 13 novembre 2019

    Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea.
    Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!».
    Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati.
    Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano.
    Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?
    Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!».

    Luca 17,11-19

  34.  

    Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? (13 novembre 2019)

    Grazie. Grazie. Grazie

    Ieri abbiamo celebrato la nostra Associazione "Amici della Zizzi" con un bellissimo evento organizzato all'interno dell'Accademia Navale di Livorno.
    Presenti più di 150 persone.
    Abbiamo illustrato le nostre iniziative passate, in corso e future, ringraziando tutti coloro che ne hanno resa possibile la fattibilità.
    Ecco, questo dobbiamo sempre metterci in testa: nulla è possibile senza l'aiuto di altri.
    Ogni apporto, anche il più piccolo, è un tassello di un grande puzzle e senza quel pezzetto mancherebbe qualcosa.
    Il puzzle della vita poi ha una particolarità: è espandibile. Non è mai finito, si può sempre migliorare ed ingrandire.

    Ma, così come in natura tutto si riconduce al Big Bang, ogni aiuto che possiamo ricevere proviene direttamente o indirettamente da Dio.

    E' a lui che dobbiamo il nostro primo grazie.
    Grazie per averci donato la vita
    Grazie per la famiglia che abbiamo
    Grazie per il lavoro
    Grazie per la salute
    Grazie anche per una malattia perché tramite essa trovo l'amore del prossimo
    Grazie anche per le tribolazioni perché mi danno forza

    Impariamo a ringraziare per ciò che abbiamo perché nulla nella vita è scontato
    ----------------------------
    Grazie Dio

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  35.  

    Addì 14 novembre 2019

    In quel tempo, interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», Gesù rispose: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!».
    Disse ancora ai discepoli: «Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete.
    Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli.
    Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.
    Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione».

    Luca 17,20-25

  36.  

    Il regno di Dio è in mezzo a voi (14 novembre 2019)

    Il bene tra noi

    Ci mostrano continuamente il male del mondo: omicidi, stupri, vendita di esseri umani, violenze, al punto che ci siamo talmente abituati da essere indotti a pensare che questo sia il mondo che ci circonda. Pertanto diventiamo cinici, smettiamo di far valere i nostri principi, mettiamo un muro al prossimo.
    Ma ditemi, quanti terroristi conoscete? Ed invece quanti musulmani onesti e lavoratori?
    Quanti mariti che picchiano le mogli sono fra i vostri contatti? Ma quanti sono i mariti innamorati delle proprie mogli alle quali non torcerebbero neppure un capello? E quanti stupratori, violenti con i propri figli o ladri e assassini? Forse non ne conoscete nessuno, ma certamente siete in amicizia con decine e decine di persone oneste, genitori affettuosi.
    La pace, l'amore sono in mezzo a noi, ma abbiamo gli occhi foderati di prosciutto perché non vediamo il bene che occupa il novanta per cento del nostro spazio vitale, mentre ci lasciamo avvincere dal male che è in bassissima percentuale rispetto al bene.
    Cominciamo a conoscere le persone trovando in loro il bene e l'amore che Dio ci ha donato, ed il mondo ci apparirà per quello che è: rosa e meraviglioso
    ----------------------------
    Il mondo è rosa, il problema è che troppo spesso siamo noi a indossare occhiali scuri

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  37.  

    Addì 15 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti.
    Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti.
    Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà.
    In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro.
    Ricordatevi della moglie di Lot.
    Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà.
    Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata».
    Allora i discepoli gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi».

    Luca 17,26-37

  38.  

    Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà (15 novembre 2019)

    Diluvio, libeccio e tromba d'aria

    Ore tre del mattino.
    Bufera di acqua.
    Niente di nuovo: rispecchia il periodo difficile che stiamo vivendo con mille attacchi tutti tesi alla nostra distruzione.
    Non mi fa paura la bufera, così come non mi fanno paura i cialtroni e la gentaglia: impermeabile, soprapantaloni, cappellino e cappuccio e via a pedalare verso la pugna.
    Stamani però ho visto Dio.
    Davanti c'erano folate di vento incredibili, un libeccio da urlo, e le vedevo spazzare la strada.
    Questo vento non mi faceva cadere, mi spingeva, mi sosteneva in sella alla mia bici, e sopratutto mi spianava la strada.
    Ecco, oggi come ieri, mi sento sostenuto da Dio nella mia, nella nostra guerra, perché di guerra si tratta, contro un sistema cattivo teso ad eliminare chi non si allinea ai diktat dall'alto.
    "Avvocato, dica al suo cliente, che se prosegue la causa per avere i soldi delle rette che gli spettano, faremo di tutto per togliergli Mattia"
    E così stan facendo: di tutto.
    Ma la pioggia può cadere a scrosci, resterò saldo al timone della barca, anche a costo di affondare con essa, ed i sorci che da essa scapperanno ci faranno capire chi sia amico e chi non lo sia.
    ----------------------------
    La bufera non ci deve far paura, ci renderà più forti

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  39.  

    Addì 16 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno.
    In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.
    Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi».
    E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto.
    E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?
    Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

    Luca 18,1-8

  40.  

    Pregare sempre, senza stancarsi (16 novembre 2019)

    Allenare i ragazzi alla vita

    Ieri l'allenatore del Livorno Calcio è venuto a trovarci.
    La gioia dei ragazzi era incontenibile.
    Il Mister si è prestato volentieri a foto, autografi (anche sui nostri calendari) ed è rimasto alla nostra riunione serale.

    Roberto ci ha aiutato tantissimo nel donare valori e principi ai nostri ragazzi.
    Commentavamo insieme, dopo la riunione, come sia importante che i Bambini, e sopratutto gli adolescenti, sentano ripetersi le stesse cosa da più punti di vista e con esempi apparentemente diversi, tutti però riconducibili ad uno stesso valore.

    Da sempre prego Dio affinché ci mandi aiuti per la nostra messe.
    Mai stancarsi di pregare e di chiedere: se abbiamo costanza e fede l'aiuto richiesto arriva puntualmente.
    Quella stessa costanza che ogni allenatore richiede ai propri giocatori, condizione necessaria per arrivare ad ottenere risultati importanti.

    Così come in questi giorni avevo bisogno di trovare una persona con una certa professionalità specifica. Ho chiesto, ho cercato, ma ecco che una signora mi chiede l'amicizia su facebook dicendomi che vorrebbe aiutarci. Non chiedo mai quale lavoro facciano, ma non so perché questa volta l'ho chiesto ed ecco che in risposta alle mie preghiere mi dice "faccio questo". Mi si è aperto il cuore: era ciò che cercavo.
    Ora certamente valuterà se può aiutarci in tal senso, Dio ci lascia la libertà di decidere delle nostre vite, ma già il fatto di averci messo in comunicazione è senz'altro una risposta alle nostre preghiere.
    ----------------------------
    Allenarsi con costanza significa raggiungere il risultato prefissato

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  41.  

    Addì 17 novembre 2019

    In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: «Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta».
    Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?».
    Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli.
    Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine».
    Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo».
    Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome.
    Questo vi darà occasione di render testimonianza.
    Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere.
    Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome.
    Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà.
    Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime».

    Luca 21,5-19

  42.  

    Vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere (17 novembre 2019)

    Partita a scacchi

    Chi gioca a scacchi quando fa una mossa deve pensare almeno sette mosse avanti, ovvero dedurre quali saranno le prossime mosse dell'avversario, ovviamente ipotizzando già le proprie.
    Difficile? Quasi impossibile per i comuni mortali, roba da campioni.

    Ed allora come possiamo pretendere di sapere come muoverci nella vita?
    Pensate ad un processo: voi dite una serie di cose, e sulla base di quelle pensate a quale possa essere l'esito del dibattimento, ma nelle controdeduzioni la controparte tira fuori un elemento che non avete considerato, ed ecco che ogni possibile scenario cambia completamente. Leggendo poi le carte trovate fra le righe un codicillo cui appellarvi e dite "Ecco, è fatta, ho vinto", ma davanti al giudice spunta un testimone che fa cadere il vostro castelletto difensivo, ed ecco, si ricomincia.
    Potremmo andare avanti all'infinito, o quasi, ma certamente non potremmo mai dedurre quale potrà essere la sentenza finale.

    Riuscire a capire almeno sette mosse in avanti nella nostra vita è praticamente impossibile per noi comuni mortali, nemmeno un supergenio ci riuscirebbe essendo migliaia di migliaia le possibili variabili.
    Ed ecco che l'uomo non arrogante alza le braccia e pensa "Qualunque cosa possa fare, dire o pensare può essere contraddetta in qualsiasi istante, e la mia vita prendere una piega diversa da quella ipotizzata". Lo sanno molto bene quelle persone che si sposano convinte di arrivare insieme fino alla vecchiaia, e nel giro di poco tempo si lasciano, magari odiandosi profondamente.

    Ed allora, davanti a tanta impotenza, non vi viene a mente di affidarvi a qualcuno che possa parlare per voi? Che possa difendervi? Che possa proteggervi anche da voi stessi impedendovi di dire o fare qualche stupidaggine?

    Se due più due fa quattro, se pensare alle sette mosse successive nella vita non è cosa da comuni mortali, allora l'unico che può difenderci è chi "comune mortale" non lo sia per definizione: Dio.

    Come dite? Dio non esiste?
    Beh, io non posso dimostrarvi scientificamente la sua esistenza perché la nostra mente è limitata e certe cose non possiamo capirle, ma nemmeno voi potete dimostrarmi scientificamente che Dio non esista.
    Ed allora mi domando, amici atei, davanti a tanta impotenza nella vita che ci vede spesso soccombere quando abbiamo ragione da vendere, non varrebbe forse la pena tentare di affidarsi a Dio? Non varrebbe la pena prendere in considerazioni le parole che un "tal Gesù di Nazareth" ha proferito in tempi remoti riportate da quel librettino chiamato Vangelo, allorquando dice "Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Questo vi darà occasione di render testimonianza. Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime".

    Pensate sempre al vostro processo. Pensate se ci fosse un avvocato che non ha mai perso una causa, un principe del foro, non vi piacerebbe che fosse lui a difendervi?
    Ovviamente si, ma pensereste "Chissà quanto mi costa"; ma se lui vi si avvicinasse e vi sussurrasse in un orecchio "L'unica cosa che ti chiedo per poterti difendere è credere in me, poi non voglio altro e ti difenderò a spada tratta contro tutto e contro tutti".

    Ecco Dio è molto più di un umano principe del foro, vuole solo che crediamo in lui rendendo testimonianza di questa nostra fede, e lui ci difenderà contro ogni persona che cercherà di farci del male.
    ----------------------------
    Ogni mossa della vita va pensata, ma alla fine dobbiamo fidarci di Dio per vincere la nostra partita a scacchi

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  43.  

    Addì 18 novembre 2019

    Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada.
    Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.
    Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!».
    Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
    Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
    Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista».
    E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
    Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

    Luca 18,35-43

  44.  

    La tua fede ti ha salvato (18 novembre 2019)

    Salvagente

    "Un uomo sta affogando" gridano concitati dalla nave.
    Gli lanciano un salvagente, ma lui non lo vede.
    Ne lanciano un altro, ma il mare è agitato e non sa come raggiungerlo.
    Un altro ancora, ma è di colore rosso e lui è superstizioso.
    Ancora uno, ed un altro, ed un altro ancora, ma per un motivo o un altro non li prende.

    Che fine farà?
    Cosa pensate di costui?
    Cosa fareste voi al posto suo?

    Ovvio: annegherà, questo è sicuro, perché in mezzo al mare in tempesta, distanti dalla costa senza un salvagente si va poco lontani.
    A me pare che uno così sia solo stupido: avere un salvagente a portata di mano e rifiutarlo a priori non è cosa molto intelligente.
    Penso però che in pochi si comporterebbero così.
    Nel momento del pericolo certamente ognuno di noi non farebbe troppo lo schizzinoso, e prenderebbe qualsiasi salvagente gli venisse lanciato.

    Ma che mi dite invece di quest'altra situazione?

    Siete sulla spiaggia in una bella giornata estiva.
    Il mare è una tavola, ed è bello fare il bagno vicino alla riva.
    La vostra voglia di crescita e di avventura fa nascere però in voi il desiderio di allontanarvi da riva, magari con il canottino.
    Chi vi vuole bene vi consiglia, ma non vi obbliga, di indossare il salvagente.

    Cosa fareste?
    Lo indossereste?
    Accettereste di avere meno libertà nei movimenti?
    Pensate di dover remare sul canotto o fare il bagno con questa ciambella in vita.

    Se il mare è in tempesta indossate velocemente il salvagente perché avete paura di affogare.
    Se il mare è calmo non lo indossate perché pensate di non averne bisogno.
    Non è così?

    Ecco, in molti fanno in questo modo: ti usano quando hanno bisogno di te, ti snobbano quando possono fare da soli e vogliono maggiore libertà.

    In molti fanno così anche con Dio: lo snobbano durante la vita quando le cose vanno bene, ma nei momenti difficili della propria esistenza, specie quando ci sta morendo una persona cara, o quando stiamo per entrare in sala operatoria, quel salvagente lo ricercano in molti.
    Ho conosciuto tanti atei, convinti di esserlo, che in certi momenti, mi hanno confessato, hanno pregato Dio affinché li aiutasse o chiesto a me di farlo per loro, talvolta solo per scaramanzia o per tentare ogni possibilità.
    Ma una cosa è certa, se parlate con qualcuno o di qualcuno, ne ammettete già l'esistenza, a meno che non siate completamente pazzi da parlare con qualcuno che non esiste.

    Il salvagente è la fede in Dio e non sarebbe male averlo sempre con noi, anche quando il mare è calmo, perché in ogni momento il vento può cambiare ed ogni vita serena e tranquilla può trasformarsi in un incubo mortale da un istante ad un altro, e Dio, se lo invocate, sarà accanto a voi per lenire le vostre ferite o per mettervi in sicurezza.
    ----------------------------
    Se parlo dello zio d'America significa che uno zio in America esiste

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  45.  

    Addì 19 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù entrato in Gerico, attraversava la città.
    Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
    Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.
    Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
    In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
    Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!».
    Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
    Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

    Luca 19,1-10

  46.  

    Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua (19 novembre 2019)

    Provare senza mai stancarsi

    Eravamo a Padova diversi anni fa. Avevamo un nostro stand alla fiera del volontariato.
    C'erano le grandi associazioni, gli enti pubblici con la Regione Veneto a fare da capofila, le associazioni locali.
    E poi c'eravamo noi: unica associazione di fuori regione, piccolini, appena nati.
    Eravamo stati relegati in un punto dove il passaggio della gente era ridotto al minimo, lontani dai palchi dei grandi eventi, e per attrarre le persone andavamo a giro con bustate di volantini da distribuire a tutti.
    Tre giornate nel fine settimana. La domenica nel primo pomeriggio era stata annunciata la visita agli stand del presidente della Camera, On. Luciano Violante.
    Sperammo di poterci far conoscere, di avere l'attenzione dello stato, ma il camminamento previsto era ben lontano da noi.
    Così ci posizionammo sul percorso gremito di gente. Violante passò con la sua scorta ed un alto numero di persone assiepate attorno a lui.
    Uno nostra volontaria cercò di farsi spazio tra i suoi gorilla, ma venne respinta in maniera decisa, e per questo alzò la voce "Anche noi abbiamo diritto di parlare con il Presidente". Violante sentì e fece cenno alle sue guardie di far passare la ragazza, la quale mi prese per un braccio e mi fece entrare in quel piccolo spazio vitale destinato all'onorevole. "Ditemi tutto, chi siete? Cosa fate" domandò Violante. Ed io non mi feci pregare, snocciolando il nostro operato in quell'improvvisato colloquio privato dandogli tutto il nostro materiale informativo.
    Il giorno dopo già gli scrissi ringraziandolo per l'attenzione, chiedendo scusa per il modo rocambolesco per arrivare a lui e chiedendo un incontro.
    Mi chiamarono il giorno stesso fissandoci un appuntamento a distanza di cinque giorni.
    Avevamo fatto colpo non solo per ciò che facevamo, ma anche per la pervicacia con la quale eravamo arrivati a lui.
    Durante il colloquio alla Camera volle farci capire che aveva preso informazioni su di noi e che apprezzava quanto stavamo facendo a favore dei Bambini.
    Alla fine, dopo circa un'ora di dialogo molto amicale ed informale, ci disse che gli avrebbe fatto piacere venire a casa nostra a conoscere i nostri Bimbi.
    Fu una grande gioia e l'inizio di una grande amicizia con una bella persona, fuori da ogni schema politico, pur anche con alcuni principi diversi.

    Bisogna farsi vedere, mostrarsi, essere tenaci nel perseguire il nostro obiettivo, ed allora la vita ci darà i risultati cercati.
    ----------------------------
    La differenza tra il possibile e l'impossibile è il provarci

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  47.  

    Addì 20 novembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme e i discepoli credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro.
    Disse dunque: «Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare.
    Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno.
    Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi.
    Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato.
    Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine.
    Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città.
    Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine.
    Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città.
    Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.
    Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi.
    Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci
    Gli risposero: Signore, ha gia dieci mine!
    Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
    E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me».
    Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.

    Luca 19,11-28

  48.  

    Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine (20 novembre 2019)

    Pasqualino e l'infermiera

    Pasqualino era nato in una delle famiglie più disgraziate che abbia mai conosciuto.
    Fino a quattro anni ha subito di tutto, poi è arrivato da noi.
    Ha cominciato a crescere serenamente.
    Bambino di un'intelligenza unica, ma con zero voglia di studiare.
    In classe, sin dalle elementari, era continuamente distratto, ma aveva una grande capacità di capire le cose, anche solo ascoltando poche parole di un intero discorso, oppure leggendo una manciata di righe. Mai visto un Bambino così intelligente.
    Era però una guerra continua per farlo studiare, impegnare seriamente e con giudizio in qualsiasi cosa. L'esempio dei fratelli, molto più grandi di lui che ogni tanto vedeva, non ci era di aiuto.
    Nello stesso periodo c'era con noi Anna, Bambina non molto dotata da un punto di vista intellettivo. Non che fosse stupida, ma non sapeva mettere le cose insieme, così studiava tantissimo per arrivare a capire ben poco dei ragionamenti che stavano dietro ad ogni frase, e non aveva nemmeno una gran memoria a supporto di queste sue gravi lacune. Ma in compenso aveva una volontà di ferro e non si arrendeva mai, trascorrendo ore ed ore sui libri.
    Un giorno ci fece tenerezza: eravamo tutti attorno al grande tavolo in giardino intenti a preparare la lezione per scuola; Pasqualino come al solito nulla faceva ed era continuamente ripreso da noi affinché si impegnasse. Ad un certo punto Anna, con una profonda tristezza che commosse tutti, si rivolse a lui con queste parole: "Pasqualino, a te basta leggere una pagina per saperla, io per capire cosa ci sia scritto la devo leggere almeno quattro volte e non sempre la capisco, perché fai così?"

    Pasqualino a quattordici anni è stato messo, su sua richiesta (grande errore), in una comunità e da lì ha iniziato il suo percorso agli inferi: quattro anni di brutte esperienze, e quando è arrivata la libertà dei diciotto anni è tornato dalla sua famiglia entrando nella droga. Oggi ne è uscito, ma del Bimbo tanto intelligente di un tempo è rimasta solo l'ombra sbiadita di un giorno che fu.

    Anna si è prefissata un obiettivo: divenire infermiera ed aiutare il prossimo con il proprio lavoro. Anni di fatica, ma alla fine ha preso il suo bel diploma.
    Oggi ha un posto fisso in ospedale, è amata da tutti, piena di amici, sposata e con figli: il compimento che vorremmo per ogni favola.

    Pasqualino ha avuto venti talenti, gli sono stati donati più di dieci anni di insegnamenti per imparare ad usarli, ma ha buttato tutto alle ortiche.
    Anna di talenti ne ha ricevuti solo due, ma li ha investiti e fatti produrre fino a raddoppiarli.

    La vita ha tirato le orecchie a Pasqualino ed ha premiato la costanza e la pervicacia di Anna.

    Impariamo ad usare i talenti che ci sono stati dati, perché disprezzare ciò che Dio ci dona può portare a conseguenze dolorose.
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    Investi ciò che hai con il massimo giudizio e la vita ti sorriderà

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  49.  

    Addì 21 novembre 2019

    In quel tempo Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
    Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

    Luca 19,41-44

  50.  

    Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi (21 novembre 2019)

    Nero di seppia negli occhi dei ragazzi

    Ricordo quando ero ragazzo che mio padre scuoteva la testa allibito da come il mondo stesse andando sempre peggio.
    Quante volte noi figli abbiamo sentito la frase "Ai miei tempi le cose erano migliori".

    Oggi mi ritrovo anche io a scuotere la testa convinto che valori e principi appartengano sempre di più al passato, calpestati oggigiorno dal voler permettere tutto.
    Sono invecchiato io oppure è così anche per voi?

    D'altra parte se sempre meno persone hanno ideali positivi da seguire ci saranno sempre meno genitori ed educatori capaci di elargire ciò che non hanno appreso.

    Con i ragazzi proviamo ad insegnare quali siano i valori da perseguire, il comportamento corretto con le persone, il rispetto del prossimo, il dono di sé stessi per condividere quello che si ha per migliorare le condizioni di vita di altri. Cerchiamo di insegnarlo sia parole che con i fatti, purtroppo però gli esempi negativi sono assai di più, ed il mondo che osservano, assimilando tutto come spugne assetate di crescere, non è molto edificante, e sempre più spesso siamo una voce fuori del coro, retaggio di tempi andati che non gli appartengono.

    Lungi dal me il pessimismo. Ritengo che la goccia che continuamente batte sulla dura roccia alla fine scaverà un buco, ma quanta fatica!
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    Giorno dopo giorno puliamo gli occhi dei nostri ragazzi affinché vedano i valori della vita

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