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  1.  

    Addì 3 ottobre 2019

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».
    Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino.
    Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città ».

    Luca 10,1-12

  2.  

    La messe è molta, ma gli operai sono pochi (3 ottobre 2019)

    Lavoro nei campi con i Bambini

    Venti, venticinque, a volte anche di più tra Bambini e Ragazzi da accudire ogni giorno

    Li andiamo a prendere nelle loro case o all'uscita da scuola
    Li facciamo studiare con amore e pazienza
    Li portiamo a fare attività sportive
    Li riaccompagniamo a casa

    Abbiamo bisogno del vostro aiuto
    Abbiamo bisogno di braccia per guidare macchina e pulmino
    Abbiamo bisogno di pazienza per insegnar loro tabelline e ragionamenti di storia
    Abbiamo bisogno di cuori per amare coloro che poco o nulla hanno avuto dalla vita

    La messe è molta, ma gli operai sono pochi
    , aiutateci nel lavorare questo campo: insieme possiamo fare molto, molto di più

    Vi aspettiamo, contattateci

    E se siete di un'altra città dateci una mano a farci consocere, iscrivetevi alla nostra newsletter, diramate le notizie che vi arrivano sulle nostre iniziative, contribuite alla nostra raccolta fondi e alla promozione dell'affido, pregate per noi
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    La messe è molta, ma gli operai sono pochi

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  3.  

    Addì 4 ottobre 2019

    In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli.
    Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te.
    Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
    Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò.
    Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime.
    Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

    Matteo 11,25-30

  4.  

    Imparate da me, che sono mite e umile di cuore (4 ottobre 2019)

    Ogni situazione va affrontata con la forza dell'umiltà

    Quando si è ragazzi non si ascoltano i consigli dei genitori o di altri adulti di riferimento perché ci sentiamo forti e capaci di cambiare il mondo.
    Crescendo ci si rende conto che il mondo non cambia se facciamo una rivoluzione da soli.
    Crescendo però ci ostiniamo a non ascoltare i consigli di coloro di cui ci fidiamo con un'arroganza che è propria del genere umano.

    Personalmente mi fido di Dio, delle sue parole scritte nel Vangelo, ma sono un perfetto imbecille perché pur riconoscendone la saggezza, spesso mi ritrovo a fare il contrario di quello che mi viene suggerito.
    E se ne paga il prezzo.

    In un passo del Vangelo Gesù dice:
    "Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime"

    Ed io cosa ho sempre fatto?
    Sono andato lancia in resta contro il sistema, mi sono scagliato con veemenza contro tutti coloro che ci ostacolavano, ho duramente apostrofato chi ci faceva un torto, ho denunciato i comportamenti scorretti di politici ed assistenti sociali senza mezzi termini.

    E tutti a dirmi "stai calmo, sii prudente, dì le cose con calma e diplomazia"
    Ma io no, duro come il granito, ho sempre attaccato a testa bassa prendendo a cornate ogni picador con la spada alzata pronto a ferire noi o uno dei nostri ragazzi.
    Ho ottenuto dei risultati importanti, ma quanti di più avrei potuto ottenerne seguendo il suggerimento del Vangelo, suggellato da molti amici, di essere mite ed umile di cuore?
    Alla fine è sempre il toro ad avere la peggio, anche se ha messo a buon segno un certo numero di cornate.

    Beh, ormai è fatta, danni e benefici verranno conteggiati a parte alla fine dei tempi da Dio e dai posteri, ma da oggi si cambia.
    Non sarò un leccasederi, questo mai e poi mai, ma affronterò ogni situazione tentando la mediazione con umiltà. A fare la guerra, una volta esperiti tutti i tentativi diplomatici, saremo sempre a tempo.

    Scusatemi per i miei errori, e forza tutta verso nuovi lidi e nuove avventure.
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    Forza e coraggio si dimostrano spesso con l'umiltà

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  5.  

    Addì 5 ottobre 2019

    In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
    Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.
    Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.
    Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
    In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto.
    Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
    E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.
    Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono».

    Luca 10,17-24

  6.  

    Vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti (5 ottobre 2019)

    Un cuore peloso

    Mitridate VI, re del Ponto, è passato alla storia per essere divenuto immune a qualsiasi veleno, avendone assunta ogni giono una piccola dose, tanto da abituare il suo organismo ai mortali effetti.
    Per dirla in termini scherzosi con una frase di un mio amico "Hai il cuore peloso", per significare l'abitudine, desiderata o meno, ad ogni sorta di angheria, un po' come le ciglia che filtrano i corpi estranei proteggendo l'occhio.

    A nessuno di noi piace essere un parafulmine o avere un "cuore peloso", ma sovente ci capita di doverlo essere.
    Solitamente accade con la maturità, dopo tante esperienze e battaglie, quando i capelli cominciano a diventare grigi, ed è per questo motivo che si può capire la nostra tristezza nel vedere un cuore assai folto di peluria in tanti Bambini.

    Alena era una ragazza polacca dedita alla bella vita: alcool e sesso a volontà, vita più che disordinata.
    Maja, sua figlia di sei anni, aveva bisogno di noi, di una casa, di andare a scuola, di qualcuno che le facesse da genitore.
    Trovammo un lavoretto ad Alena, ma dopo due giorni decise che era troppo faticoso per lei, così si trovò l'ennesimo fidanzato che la venisse a prendere e la riportasse sbronza a casa giusto in tempo per vedere sua figlia uscire vestita e profumata per andare a scuola.
    Maja era un tesoro di Bimba, ma pur avendo sei anni aveva un comportamento da ragazza grande, pronta ad accudire la sua mamma dopo ogni risveglio, che avveniva puntualmente nel tardo pomeriggio.
    Sopportavamo il comportamento di Alena per amore di Maja, pur provando a spingere la ragazza verso altri comportamenti più consoni ad una mamma.
    Il suo fare era garbato e gentile, ed ogni volta speravamo che le sue lacrime fossero sincere, ma era tutta una presa di giro.
    Una sera fredda e piovosa d'inverno, dopo l'ennesimo ultimatum, in preda ai vapori dell'alcool, si ribellò alle nostre regole, preparò stizzita la valigia con le sue cose, ed urlando la sua rabbia attraversò il salotto per raggiungere la porta di casa. In quel momento si ricordò di avere una figlia, si volse verso Maja che al tavolino stava disegnando e le disse "Tu che fai? Vieni o resti qui?".
    Non potrò mai dimenticare l'espressione di quella Bimba, guardò sua madre, guardò noi, alzò in parte le braccia con il capo leggermente reclinato alla sua destra azzardando un piccolo sorriso di amore verso di noi, come a dire "Devo andare, la mia mamma ha bisogno di me".

    Essere adulti a sei anni non è una cosa che dovrebbe accadere a nessun Bambino, ma accade. Accade nel silenzio di una casa sfondata, accade nei vicoli di strada, accade nei bar e nelle osterie, accade nei campi rom, accade a tanti, tanti Bambini in questa nostra nazione così civilizzata.
    Sta a noi far tornare Bambini quegli uomini e quelle donne di sei anni, sta a noi ridare loro gioia e serenità di cui un Bambino ha bisogno e diritto.
    ----------------------------
    Rubare l'infanzia ad un Bambino è come spegnere la luce di una stanza quando tutto il mondo è in festa

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  7.  

    Addì 6 ottobre 2019

    In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe».
    Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?
    Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?
    Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
    Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

    Luca 17,5-10

  8.  

    Aumenta la nostra fede! (6 ottobre 2019)

    Fede da filo d'erba

    Una mia amica qualche giorno fa mi diceva che le cose le stanno andando molto male: senza lavoro, un divorzio in atto, i figli grandi lontani da casa, problemi di salute vari. Era molto demoralizzata e non aveva voglia di reagire, solo il desiderio di lasciarsi andare a farla finita con questa vita.
    In contrapposizione vedo molti Bambini e Ragazzi che nonostante abbiano visto e subito le peggiori angherie da chi avrebbe dovuto amarli e proteggerli sono comunque
    pieni di vita, con il desiderio di emergere, di forare la dura roccia sotto la quale sono nati per assaporare i raggi del sole, al pari di un filo d'erba nato nelle fessure di un marciapiede.

    Dobbiamo avere fede, è quella che smuove le montagne, che sradica un albero, che abbatte ostacoli e barriere.
    Avere fede è facile quando nasci in una bella casa, in un paese democratico, in una famiglia che ti ama e ti riempie di stimoli ed attenzioni.
    E' facile avere fede quando sei intelligente e sei fra i primi della classe.
    E' facile avere fede quando diventi bravo nel tuo lavoro e tutti ti cercano.
    Ma la fede si vede nel momento di difficoltà: quando perdi il lavoro, quando la moglie o il marito ti lasciano, quando ti muore un figlio o un fratello, quando fai del bene e devi subire le angherie di chi voglia sovrastarti ed eliminarti.

    A voi la scelta.
    Potete andare nel mondo ad affrontare il gelo polare vestiti solo con una maglietta a mezze maniche, oppure potete andarci ben equipaggiati.
    Non pensiate che, per quanto le cose possano andarvi bene, non troviate prima o poi un grosso ostacolo. Ed allora sarebbe meglio avere tute termiche che vi proteggano dal grande freddo.
    E se dopo un anno di lotta non avrete avuto ragione del vostro oppositore, se dopo dieci anni continueranno a volervi far del male, se a distanza di venti anni qualcuno ancora parla male di voi per il solo gusto di vedervi cadere nella polvere, se dopo trent'anni vi metteranno muri per non arrivare a godere della luce del sole, se dopo trentatré anni vi attaccheranno usando scuse banali pur di darvi il colpo di grazia, non temete, continuate ad avere fede ed il Signore vi farà trovare la strada giusta per passare oltre il filo spinato posto dal vostro nemico.
    E quel giorno ci passerete a testa alta, presi per mano dal vostro più grande alleato, da colui che lascia libero l'uomo di fare del male, ma che protegge l'indifeso.
    In cambio vuole solo che proseguiamo a lottare, che non ci arrendiamo mai, che continuiamo ad avere fede in lui.

    Se non mi credete vi racconterò la nostra storia, di quante volte il buon Dio ci ha tratto fuori dal mare di cattiveria nel quale qualcuno voleva affogarci
    ----------------------------
    Un filo d'erba ha più fede di tutti noi messi insieme

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  9.  

    Addì 7 ottobre 2019

    In quel tempo, un dottore della legge si alzò per metter alla prova Gesù: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?».
    Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?».
    Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso».
    E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai».
    Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?».
    Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto.
    Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.
    Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
    Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione.
    Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
    Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
    Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?».
    Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».

    Luca 10,25-37

  10.  

    Amerai il prossimo tuo come te stesso (7 ottobre 2019)

    Chi è il mio prossimo?

    Il mio prossimo è l'amico che mi chiama di notte per raccontarmi le sue pene
    Il mio prossimo è il nonno anziano che si lamenta delle sue malattie
    Il mio prossimo è il ragazzo di colore che mi ferma in strada per vendermi accendini e fazzolettini
    Il mio prossimo è il Bambino picchiato, maltrattato, abusato che mi implora di accoglierlo nella mia casa e nel mio cuore
    Il mio prossimo è la poliziotta che ha ucciso un ragazzo di colore, abbracciata e perdonata dal fratello del ragazzo ucciso
    Il mio prossimo è la mamma del killer dei due poliziotti di Trieste che con le sue lacrime piene di sofferenza chiede perdono al mondo nel nome del figlio
    Il mio prossimo è ogni persona che incontro sulla mia strada, anche l'assassino, anche il pedofilo, anche il truffatore

    Il mio prossimo sei tu, ed io sono il tuo prossimo

    Amami come vorresti essere amato
    Accoglimi come vorresti essere accolto
    Ascoltami come vorresti essere ascoltato
    Non giudicarmi così come non vorresti essere giudicato
    Perdonami come vorresti essere perdonato
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    Amare il prossimo è la base per essere amati

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  11.  

    Addì 8 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
    Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
    Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

    Luca 10,38-42

  12.  

    Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta (8 ottobre 2019)

    Scegliete la parte migliore

    Per la nostra natura umana è inevitabile arrivare ad un momento in cui fare un consuntivo.
    Guardare al passato e pensare alle scelte importanti fatte.
    Ad ogni bivio abbiamo impresso una direzione alla nostra vita, piuttosto che un'altra.
    Pensate alla donna o all'uomo della vostra vita; se aveste scelto quello prima o quello dopo tutto sarebbe stato oggi diverso: il luogo ove abitate, le amicizie e persino i figli.
    Oppure nel lavoro; aver accettato una proposta piuttosto che un'altra vi avrebbe posto in uno scenario totalmente diverso.

    Mi spiace sempre parlare di me, ma è l'esempio che conosco meglio, e vorrei che la mia esperienza possa dar modo ad altri, specie ai miei ragazzi, di riflettere.
    Ho scelto di dedicare la mia vita ai Bimbi, lasciando il lavoro di commercialista nello studio ben avviato di mio padre.
    Oggi forse sarei l'ultimo dei contabili, oppure un blasonato commercialista con villa ai Caraibi. Poco importa cosa sarei oggi. Quello che a me interessa è cosa sono oggi, quello che a me importa è rivedere le scelte importanti della mia vita e sapere che avrei intrapreso sempre la stessa strada: avrei scelto mille e mille altre volte di donare il mio cuore ai Bambini.

    "Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta"

    Non mi interessa riempirmi la pancia fino a scoppiare, sono molto più contento di poter assaporare una prelibatezza e conservare per sempre il suo aroma nella mia anima.
    Ogni Bimbo che è passato dalle nostre braccia lo ricordo con amore, anche i più tremendi, perché siamo stati per loro la possibilità di vedere il mondo con occhiali diversi, un mondo che vale la pena rispettare, vivere, conquistare con amore.

    Scegliete la parte migliore e guardate sempre avanti, con forza e coraggio perché le tempeste ci saranno sempre, e tanto maggiore sarà l'amore che metterete nel farle, tane più persone troverete ad ostacolarvi perché invidia, gelosia, incredulità fanno parte dell'uomo che non riesce a capire come si possa scegliere una strada per amore senza averne un tornaconto.
    ----------------------------
    Una bella fetta di cocomero, o come un unico boccone il suo cuore?

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  13.  

    Addì 9 ottobre 2019

    Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
    Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».

    Luca 11,1-4

  14.  

    Padre, sia santificato il tuo nome (9 ottobre 2019)

    Ricominciare da zero

    Una bella canzone di Bennato dice

    Un giorno credi di essere giusto
    E di essere un grande uomo
    In un altro ti svegli e devi
    Cominciare da zero

    Chi non ha provato questa sensazione?
    Chi si sposa non pensa mai che finirà la sua storia d'amore, eppure i divorzi sono in percentuale altissima.
    Chi ha un figlio non pensa alla sua morte, eppure quanti genitori devono piangere sulla tomba dei propri ragazzi.
    Chi ha un lavoro, una carriera ben avviata, inserito in una solida azienda pensa ad un futuro roseo, eppure anche le più grandi compagnie falliscono.
    ... e si deve ricominciare da zero, dall'oggi al domani, reinventandosi il proprio futuro, assemblando i cocci di una vita ormai passata

    Situazioni che stancamente
    Si ripetono senza tempo

    Ed una volta rialzata la testa è quasi certo che una nuova batosta è dietro l'angolo, pronta a farti precipitare nuovamente a terra.
    Non è pessimismo, è la vita.
    Persone che non abbiano avuto lutti in famiglia, delusioni amorose, perdita di lavoro, attacchi ingiustificati credo non ne esistano.

    Ed ecco che allora

    A questo punto non devi lasciare
    Qui la lotta è piu' dura ma tu se le prendi di santa ragione insisti di più.
    Sei testardo, questo è sicuro,
    Quindi ti puoi salvare ancora, metti tutta la forza che hai nei tuoi fragili nervi

    E' questo il momento di farsi coraggio, di raccogliere ogni atomo di forza residua in noi e rialzare la testa dalla sabbia.
    Chi è testardo, chi ha forza di volontà, chi crede nelle proprie forze può farcela, ma non basta.

    Quando ti alzi e ti senti distrutto
    Fatti forza e va incontro al tuo giorno
    Non tornare sui tuoi soliti passi
    Basterebbe un istante

    Non dobbiamo guardare indietro, a come eravamo felici prima perché quel giorno non torna.
    Non dobbiamo cadere nel tranello della depressione e lasciarsi andare.
    Bisogna avere la forza di svegliarsi al mattino e dire "questo è un nuovo giorno, oggi le cose cominceranno ad andare bene"

    Chi non ha fede deve trovare la forza in sé stesso, perché in molti casi quando cadi sono tanti i falsi amici che ti voltano le spalle.
    Chi ha fede avrà la consapevolezza di avere sempre Dio al suo fianco.
    Chi non ha fede ed è nel giusto, avrà comunque Dio sempre vicino pronto ad aiutarlo e sostenerlo, unica differenza è che non lo sa, e quando nei loro cuori si farà spazio la delusione per le battaglie perse rischieranno di perdere la speranza nel futuro.

    Accettiamo la volontà di Dio e riponiamo in lui la speranza di un miglioramento della nostra vita, accettiamo la sua alleanza, quell'alleanza che fa la differenza tra il vincere ed il perdere, tra il vivere ed il morire.
    ----------------------------
    Un alleato è sempre prezioso nelle nostre battaglie quotidiane, sta a noi scegliere con chi vogliamo allearci

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  15.  

    Addì 10 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.
    Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
    Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
    Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe?
    O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
    Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!».

    Luca 11,5-13

  16.  

    Chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto (10 ottobre 2019)

    E dopo?

    Uno dei più belli insegnamenti del Vangelo, è sopratutto una lezione pratica che tutti noi possiamo sperimentare nella vita: chiedi e ti sarà dato.

    Tutti noi con un po' di esperienza sappiamo che se ci impegniamo nella vita troveremo ciò che cerchiamo: l'amore, il lavoro, l'amicizia.
    Bisogna impegnarsi, non arrendersi mai, avere fede, ma prima o poi le porte si apriranno ai nostri più legittimi desideri.

    Un Bambino abbandonato, una Bambina abusata, un Ragazzino rimasto orfano sperano nel profondo del loro cuore di trovare una famiglia che li ami e li accolga.
    Il figlio di una famiglia senza problemi spererà nella guarigione della sua mamma, nella considerazione del suo babbo, nella continuazione "senza fine" dell'affetto di cui è stato ricolmato sin dalla nascita.
    E Dio ascolta tutti. E tutti trovano ciò che cercano se non si arrendono.

    Quanti Bambini e Ragazzi abbiamo aiutato. Quanti sono usciti dai loro problemi. Quanti hanno intrapreso la loro buona strada.
    Ma solo pochi di essi si girano indietro per donarti il loro affetto: hanno ottenuto quello di cui avevano bisogno e tu diventi solo una scarpa vecchia da lasciare in disparte.
    "Sono ragazzi" si dice. E' vero, ma quei ragazzi hanno già un piede nel loro futuro, cosa insegneranno ai loro figli? A vivere alla giornata? A prendere tutto quanto possibile senza nemmeno donare un sorriso?

    Una sera tornavo a casa a piedi con i sei ragazzi ospiti della Casa Famiglia. Quattro di loro erano già ben integrati per essere con noi da diverso tempo. Due erano afghani, non parlavano una lira di italiano, ed erano con noi da una decina di giorni.
    Avevo la bicicletta a mano, lo zaino e due borse.
    Abbiamo fatto qualche centinaio di metri ridendo e scherzando, mentre i due ragazzi stranieri erano poco più avanti.
    Ad un certo punto uno si ferma, torna indietro in tutta fretta e mi fa cenno di dargli le borse che tenevo appese ai due lati del manubrio. Lo ringrazio e faccio un segno di rifiuto, ma lui insiste a gesti e quasi letteralmente mi strappa le borse di mano sfoderando il suo miglior sorriso.

    Non si dovrebbero fare paragoni, ma perdonatemi se mi è venuto spontaneo pensare: questi nemmeno mi conoscono, nemmeno sanno di cosa parlo, sapevano persino di essere di passaggio, eppure mi hanno dimostrato cortesia e affetto più di altri che da anni sono con noi.
    E quando vedo uno di loro che si accorge della mia presenza, che potrebbe togliermi un peso, ma ostenta indifferenza e se ne va dritto per la sua strada ... beh, penso che qualcosa non vada. E rimango molto ferito perché colui che non dimostra, non voglio dire "affetto", ma almeno un po' di solidarietà verso chi da anni lo ha accolto in casa, lo ha amato e gli ha donato una famiglia è una persona arida, egoista ed opportunista. Il mio cuore viene, ancora, ferito, ma il dolore più grande è vedere che si sta formando con dei valori opposti a quelli che ogni giorno sperimenta.
    Auguro a questo ragazzo/a tutta la fortuna del mondo, ne avrà bisogno.
    Oggi il mondo è degli opportunisti, ma ho sempre la speranza di veder crescere un fiore in mezzo ad una distesa di rovi.
    Purtroppo ne rimango deluso ogni volta.
    ----------------------------
    Se non possiamo radere al suolo i rovi, piantiamo semi per far nascere i fiori

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  17.  

    Addì 11 ottobre 2019

    In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demomio, alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni».
    Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
    Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra.
    Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.
    Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici.
    Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
    Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro.
    Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
    Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.
    Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito.
    Venuto, la trova spazzata e adorna.
    Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima ».

    Luca 11,15-26

  18.  

    Chi non raccoglie con me, disperde (11 ottobre 2019)

    Bacchette magiche

    Nel mondo delle fiabe c'erano tre sorelline: Anitina, Barbarella e Jaqueline.
    Un pomeriggio d'estate camminavano in un bellissimo prato raccogliendo fiori da portare alla mamma.
    Avevano caldo, il sole batteva forte, quando in lontananza videro una grande quercia, così decisero di andare a riposarsi alla sua ombra.
    Si assopirono ai suoi piedi, e la quercia protrasse i suoi rami su di loro per proteggerle meglio dal caldo.
    Quando si svegliarono, ognuna di loro aveva in grembo un rametto privato della corteccia e ben levigato.
    Venne loro d'istinto prenderlo in mano, e cominciarono a correre felici nel prato rigoglioso.

    Anitina, agitando la sua bacchetta disse "Come vorrei che questo campo fosse pieno di fiori meravigliosi da portare a casa"
    E così avvenne. Ogni filo d'erba si trasformò in un fiore bellissimo.
    Le tre Bambine rimasero a bocca aperta, e piene di gioia si misero a raccogliere fiori.
    Barbara disse "Come vorrei che tutti gli animaletti del bosco venissero a farsi accarezzare da noi per dare loro tante coccole"
    Ed in men che non si dica le Bimbe furono attorniate da decine di leprotti, cerbiatti, ricci ed altri animaletti che si facevano avvicinare ed abbracciare.
    Fu gioia grande per le tre sorelline.
    Dopo tanto giocare furono prese da una grande sete, e Jaquie disse "Come vorrei un po' di acqua da dare alle mie sorelline"
    Ed immediatamente davanti a lei ecco uno zampillo farsi largo tra i fiori, un'acqua limpida e squisita.

    Anitina, Barbarella e Jaquie pensarono che questi magnifici doni potevano essere stati frutto dei loro desideri, esauditi da quella bacchetta, forse magica, che la quercia aveva loro donato.
    Fu così che venne loro l'idea di fare una prova: desiderarono, agitando il rametto, di vedere un bellissimo arcobaleno che potesse essere gioia per tutti i Bambini del loro paese. Ed ecco che immediatamente il cielo sorrise loro inondandole di colori.
    Immaginatevi il loro stupore e la grande gioia.
    Corsero a casa e raccontarono la cosa al papà e alla mamma, ma essi, pur assecondandole, sorrisero pensando a quanta fantasia avessero.

    Il giorno dopo Anitina non aveva voglia di studiare, prese la sua bacchetta magica e chiese che i compiti fossero già fatti, ma non accadde.
    Barbarella chiese dolci a non finire, ma non arrivarono.
    Jaquie chiese di avere un gioco che le piaceva e che apparteneva ad un altro Bambino, ma non lo ottenne.
    Fecero altre richieste, ma non ottennero nulla.

    Decisero così di tornare dalla grande quercia per trovare altri rametti, pensando che quelli si fossero rotti, ma non c'era nemmeno un ramoscello per terra.
    Si misero a piangere, e fu allora che la grande quercia parlò loro: "Perché piangete?"
    "Perché le bacchette che ci hai regalato non funzionano più" rispose Anitina tra le lacrime
    "Non è vero" rispose la quercia "Funzionano, ma forse non come vorreste"
    Singhiozzando Barbarella replicò "Abbiamo chiesto tante cose, ma i nostri desideri non si avverano più"
    "Forse non chiedete la cosa giusta"

    Le sorelline non capirono, ma la quercia non rispose più alle loro domande.
    Tornarono a casa sconsolate, mettendo continuamente alla prova i rametti, ma nulla di quanto chiedevano si verificava.

    Passò del tempo e le bacchette erano state abbandonate sopra un ripiano della loro cameretta.

    Un giorno, mentre erano affacciate alla finestra, videro un loro amico, Mirkino, passare spinto su una sedia a rotelle.
    Chiesero alla mamma cosa gli fosse accaduto, ed ella rispose che aveva preso una brutta malattia che lo aveva paralizzato.
    "Ma non può guarire?"
    "No", rispose la mamma "Lo hanno visto tanti dottori, ma tutti hanno detto che è impossibile"

    Mirkino, il compagno di tante avventure, non poteva più correre, camminare, giocare con loro nei prati.
    Scoppiarono in pianto e desiderarono con tutto il cuore che Mirkino guarisse.
    Il giorno dopo, di mattino presto, in tutto il paese si rincorrevano le voci di un miracolo: il piccolo Mirkino aveva ripreso a camminare. Si era svegliato durante la notte e d'istinto era sceso dal letto con le proprie gambe.

    La bella notizia fu data alle tre Bambine dalla loro mamma mentre erano ancora intente a stropicciarsi gli occhi, e subito notarono che le tre bacchette di quercia, dimenticate su quel ripieno, brillavano di luce propria.
    Fu così che capirono cosa avesse voluto dire la quercia "Le bacchette non funzionano perché non chiedete la cosa giusta"

    Dio esaudisce i nostri desideri, ma ci invita a sognare il bene del nostro prossimo prima ancora di pensare a ciò che fa piacere a noi
    ----------------------------
    La nostra bacchetta magica si chiama amore per il prossimo, usiamola

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  19.  

    Addì 12 ottobre 2019

    In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!».
    Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

    Luca 11,27-28

  20.  

    Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano (12 ottobre 2019)

    Accettare o subire?

    Quando nella nostra vita piove e tutto sembra andare storto.
    Quando combatti contro le avversità e ti senti come una punta di spillo dinanzi ad una montagna.
    Quando la notte non dormi e lo stomaco fa i capricci per i tanti pensieri.
    Quando all'orizzonte intravedi dei nuvoloni neri nel tuo futuro.

    Hai due opzioni: accettare o subire.

    Giusto combattere, tirare fuori gli artigli, sguainare la spada e colpire chi ti attacca, ma quella battaglia non voluta, il dolore che provi in quel momento lo puoi subire o lo puoi accettare.

    Se subisci sei già sconfitto anche se vinci
    Se invece accetti vinci anche se vieni sconfitto

    Subire è piangersi addosso, lamentarsi di continuo con tutti, maledire tutti, non fidarsi di nessuno.
    Accettare significa accogliere ogni dolore, ogni sconfitta a testa alta consapevoli di aver fatto il proprio dovere, di essere una persona onesta e che la verità prima o poi verrà fuori.

    Abbiate fede in Dio nelle vostre battaglie, confidate in lui, accettate ogni cosa che vi arriva come un dono e come occasione per divenire uomini e donne migliori.
    Avrete vinto comunque ed il vostro nemico non avrà la soddisfazione di avervi fatto piegare la testa.
    ----------------------------
    Subire è una sconfitta anche se vinci
    Accettare è una vittoria anche se perdi

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  21.  

    Addì 13 ottobre 2019

    Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea.
    Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!».
    Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati.
    Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano.
    Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?
    Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!».

    Luca 17,11-19

  22.  

    Si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo (13 ottobre 2019)

    Uno su mille

    A gran voce chiediamo a Dio di esaudire ogni nostro desiderio.
    In tanti imploriamo Dio per le nostre necessità, specie nel momento in cui perdiamo ogni speranza nell'uomo.

    Quanti di noi ringraziano per i doni ricevuti?
    Anzi, gridiamo verso Dio, ci permettiamo di bestemmiarlo perché non ci ascolta, ma quando lo fa pensiamo che fosse cosa normale e giusta che Dio esaudisse le nostre preghiere e ci scordiamo di lui.

    Accade anche tra gli uomini.
    Avete mai sperimentato di essere nei panni di colui che può fare un favore, dare un'attenzione, accogliere, sfamare?
    Succede che in tanti vengono a suonare alla tua porta, ma per tutti è normale che tu gli apra, tu li accolga, tu li nutra o stai loro vicino nel momento della difficoltà difendendoli dal mondo esterno, ma quanti di loro si voltano indietro?
    Quanti ti ringraziano per l'amore che hai dato loro?
    Quanti divenuti uomini e donne si rimboccano le maniche per fare altrettanto ed aiutarti a curare quel campo?

    Pochi, troppo pochi, ma non dobbiamo scoraggiarci, continuiamo ad amare e ad accogliere perché questa è la cosa che riteniamo giusta
    ----------------------------
    Grazie

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  23.  

    Addì 14 ottobre 2019

    In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona.
    Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
    La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
    Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui».

    Luca 11,29-32

  24.  

    Giona fu un segno per quelli di Nìnive (14 ottobre 2019)

    Mai arrendersi

    Giona era un ribelle e si oppose a Dio.
    "Vai a Ninive a predicare", disse Dio a Giona, ma egli fuggì.
    Si pentì della sua azione e chiese ai compagni della nave di essere gettato in mare.
    Dio lo salvò.
    "Va a Ninive a predicare", gli disse Dio. Giona andò e la popolazione lo ascoltò pentendosi dei suoi peccati ottenendo il perdono di Dio.
    Ma Giona si arrabbiò con Dio perché voleva per loro la distruzione per tutte le loro colpe.
    Giona poi si pentì di essersi messo contro Dio e si lasciò morire al sole, ma Dio lo salvò facendo nascere una pianta sopra il suo capo a fargli ombra, ma questa il giorno dopo si seccò.
    Giona si arrabbiò nuovamente con Dio per aver fatto seccare la pianta.
    Eppure Dio ebbe pazienza, lo ascoltò, lo perdonò, lo protesse, lo educò.

    Favola, leggenda, mito, realtà, ognuno ha il suo pensiero, ma è certo che ognuno di noi è un po' Giona: ribelle quando le cose non vanno come vorremmo.
    C'è chi si ribella per tutta la vita, chi invece china il capo dinanzi alla prima tirata di orecchie, questione di carattere e temperamento, ma una cosa è certa: Dio vince sempre. La vita sempre fa emergere la verità.

    Pensate al nazismo, alle sofferenze che hitler ha inflitto a milioni di persone. Durante la guerra qualcuno avrà anche pensato che di lì a poco tutti sarebbero stati soggiogati dalla potenza inarrestabile di questo pazzo omuncolo da quattro soldi, ma la storia ci insegna che la verità, l'amore, la bontà, la giustizia prima o poi saranno palesi e inconfutabili.
    Prendete il caso Tortora: accusato per anni, arrestato, messo alla berlina, sbeffeggiato, deriso, fatto precipitare nella polvere dalla cattiveria umana, poi riabilitato.
    E che dire del caso Cucchi? I suoi aguzzini sembravano intoccabili e protetti, oggi la verità è emersa con tutta la sua forza.
    E Bibbiano?

    Chiunque getta fango vince una, due, tre, mille battaglie, ma alla fine perde la guerra perché il bene trionfa sempre sul male, l'amore trionfa sull'odio, Dio trionfa sul maledetto diavolo.
    Mai arrendersi, sempre combattere per la giusta causa fino alla fine. Così han fatto i partigiani, così ha fato la sorella di Cucchi, così ha fatto Tortora, così dobbiamo fare noi: ribellarsi al male vincendo ogni disperazione per vincere e far trionfare i nostri buoni ideali
    ----------------------------
    Arrendersi? Mai! Non deve esistere questa parola nel nostro vocabolario

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  25.  

    Addì 15 ottobre 2019

    In quel tempo, dopo che Gesù ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola.
    Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
    Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
    Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno?
    Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà mondo».

    Luca 11,37-41

  26.  

    Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità (15 ottobre 2019)

    Grandi sorrisi

    Non c'è evento dove non si invitino le autorità locali o nazionali a seconda dell'iniziativa.
    Ad essi vengono riservati i primi posti, persino ai funerali.
    Una serie infnita di inchini, strette di mano, grandi sorrisi.
    Poi magari, da una parte e dall'altra, si pensa un gran male della persona che si ha davanti.

    Questo non accade solo con le autorità, ma a qualunque livello, anche nei salotti e nelle amicizie: grandi sorrisi esternamente e pensieri cattivi dentro di noi.

    La chiamano diplomazia, e non dico che non sia utile, purtroppo, per ottenere dei benefici, gesto encomiabile se lo si fa per il nostro prossimo, ma è difficile.
    Se andate a vedere, e Bibbiano lo testimonia, le associazioni che crescono sono quelle che meglio riescono a muoversi fra le pieghe degli uffici "arrufianandosi" al potere precostituito.
    Se il fine è buono, che dire, forse, in certi casi, è anche giusto chinare il capo, ma se uno agisce per un interesse personale è solo falsità da condannare.

    Quante persone parimenti vediamo "predicare bene e razzolare male", salire sugli scranni e testimoniare il loro amore ed interesse per il prossimo, per poi "uccidere" chi si muova verso anziani, bambini, derelitti al di fuori della loro bandiera.

    E' un mondo difficile che ti chiama ad essere lupo tra i lupi, a sbranare per non farti ammazzare, ma è una logica che rifiuto, e forse è per questo che come Associazione non siamo cresciuti; ma va bene così perché ho imparato da mia madre che prima di andare a letto devo guardare nello specchio una persona onesta, e questo accade tutte le sere. Ciò non vuol dire non aver sbagliuato, ma significa averlo fatto senza un intento personale ed in buona fede, magari talvolta con un pizzico di stupidità o leggerezza, ma la nostra onestà ed integrità morale non potrà mai essere messa in dubbio da nessuno.
    ----------------------------
    Chi si piega troppo, poi resta bloccato

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  27.  

    Addì 16 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre.
    Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.
    Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
    Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi».
    Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».

    Luca 11,42-46

  28.  

    Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito (16 ottobre 2019)

    Voce di uno che grida nel deserto

    Erdogan manda i suoi uomini a morire, ma lui resta in un bel palazzo in mezzo a mille comfort.
    I politici parlano di equità, ma hanno stipendi e benefit da favola.
    Vescovi che dall'altare predicano la solidarietà e la generosità, ma vivono in residenze lussuose.
    Assistenti sociali che, all'interno di apposite commissioni, impongono regole assurde per l'accoglienza dei minori gravando di pesi enormi chi voglia accogliere un Bambino, ma non hanno mai aperto le porte delle loro case all'accoglienza.
    Non sto generalizzando perché ci sono bravissimi politici, bravissimi assistenti sociali, bravissimi capi di stato, vescovi e sacerdoti, ma è vero, o non è vero, che in molti, quando hanno il potere, caricano gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi loro non li toccano nemmeno con un dito?

    Non fate l'abitudine a tutto questo, non ambite al potere per poi essere voi a dettare legge, piuttosto criticate chi si comporta in questo modo e mettetelo dinanzi alle proprie responsabilità.
    ----------------------------
    Non rinunciate ai vostri principi per il solo fatto che nessuno vi ascolta

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  29.  

    Addì 17 ottobre 2019

    In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi.
    Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri.
    Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario". Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
    Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito».
    Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

    Luca 11,47-54

  30.  

    Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno (17 ottobre 2019)

    Leoni killer

    Una iena stava per morire per un boccone che non la faceva respirare.
    Dopo vari tentativi, ormai vicina alla morte, riuscì a liberarsi del boccone.
    Iniziò così a mangiare erba per purgarsi, ma sopratutto perché quella brutta vicenda l'aveva portata a tenersi lontana dalla carne.
    Provò gusto nel cibarsi di erbe, e ne fece una scelta di vita cambiando radicalmente le sue abitudini.

    I predatori la prendevano in giro per questo suo comportamento, altri dicevano tra loro "Aspetta un po' e vedrai che ricomincia a mangiare la carne".
    Ma il tempo passava ed il suo nutrirsi di erbe divenne una filosofia di vita che trasmise ai suoi amici più stretti e a tutti coloro che entravano in contatto con lei.
    Era bello vedere iene, aquile, leprotti, daini, giaguari pascolare allegramente nei verdi pascoli.

    Ogni tanto qualche leone si avvicinava per predarli, ma i più forti tra loro, con la iena in testa a tutti, si ergevano a difesa e baluardo dei cuccioli e degli indifesi.
    I leoni però non erano contenti di quella situazione perché la loro egemonia sul territorio era stata messa in discussione, qualcuno mormorava, altri gli tiravano sassi.
    Fu così che i leoni si riunirono e decisero di eliminare la iena, causa di tutti i loro guai. Ma il più saggio tra loro disse "Se la uccidiamo attiriamo le ire di tutta la savana. Sarebbe meglio inficiarla e spargere cattive notizie su di lei".
    E così fecero.
    Iniziarono a dire che era amica dei cacciatori e vendeva gli innocenti all'uomo.
    Dissero che aveva il suo interesse personale perché faceva finta di mangiare erba, ma ogni tanto faceva fuori qualche preda.
    Dissero persino che maltrattava coloro che doveva proteggere.

    Ma le voci non fecero presa sugli animali della savana che vedevano con i loro occhi e toccavano con le loro zampe il lavoro che la iena stava facendo.

    Ed ogni volta che i leoni distruggevano quanto la iena ed i suoi amici costruivano, ecco sorgere un altro progetto. Non c'era verso di abbatterli perché avevano la forza delle loro convinzioni, credevano fermamente in ciò che facevano e gli altri animali erano con loro.

    "Basta!" dissero i leoni "Dobbiamo mettere un freno a questo dilagare di buonismo, specie ora che hanno imparato ad ergere palizzate tagliandoci fuori"
    Scelsero il più cattivo dei leoni, un vero e proprio killer spietato e sanguinario, il quale tese una trappola alla iena, si alleò con alcuni suoi seguaci che dopo aver provato l'esperienza di mangiare erba erano tornati alla caccia.
    Ed un giorno attaccò. Frontalmente. Attaccò per uccidere.
    Ma non si aspettava una così grande forza da parte della iena che, anziché indietreggiare e scappare dinanzi a tanta cattiveria ed aggressività, mostrò i denti ed attaccò il leone alla giugulare senza mollare la presa.
    Il leone killer era in difficoltà e chiamò a raccolta altri leoni che attaccarono la povera iena da più parti.
    La bestiola era stremata, stanca, addolorata per quel comportamento e pensava "Peccato, potremmo vivere tutti in pace, invece la sete di potere dei leoni li spinge ad uccidere chi la pensa diversamente da loro".
    Continuò a difendersi e a mordere tutti coloro che l'attaccavano. Cos'altro doveva fare?
    Non poteva certo permettere a quei leoni cattivi di chiudere il suo progetto, lasciando tanti animaletti che in lei avevano creduto nelle mani dei loro aguzzini.

    La fine della storia non è ancora stata scritta perché la iena sta ancora lottando contro l'attacco frontale dei leoni.
    Una combatte per un principio, gli altri per mantenere il proprio dominio.

    E' la continua lotta tra il bene ed il male.
    Raramente il bene vince, ma ogni vittoria del male consolida la presenza del bene perché fa sorgere negli animi la voglia di lottare per un mondo migliore.
    Raramente succede, ma a volte capita che in qualche savana lontana si possano vedere daini e pantere, volpi e lepri, coccodrilli e papere pascolare insieme con i leoni che si limitano ad osservare da lontano.

    Raramente capita, ma capita.
    La nostra iena sta ancora lottando, ma è tutt'altro che vinta, è tutt'altro che doma, i leoni sono avvisati.
    ----------------------------
    Avvisate i leoni che è finita l'epoca del re della foresta

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  31.  

    Addì 18 ottobre 2019

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».

    Luca 10,1-9

  32.  

    Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe (18 ottobre 2019)

    Sopravvivenza

    Nella nostra vita ci siamo ricavati una nicchia ove stare al sicuro: casa, lavoro, cibo, telefonino, televisione.
    Abbiamo aggiunto, non senza qualche perplessità, amori e figli, ed abbiamo visto che era cosa cosa buona.
    Desideriamo solo una cosa adesso: una vita tranquilla, senza scossoni, senza problemi.
    Ovviamente la perfezione è pura utopia, ma in molti riescono a raggiungere la pace interiore e a crearsi un mondo con le proprie certezze.

    Fuori dal nostro mondo però ci sono:
    Bambini che non riescono a mangiare ogni giorno.
    Bambini abusati e maltrattati.
    Poveri, una legione di poveri, che cerca un po' di cibo nella spazzatura.
    Anziani soli abbandonati negli ospizi in attesa di morire, buoni solo per portare soldi e voti.
    Immigrati che rischiano la vita per arrivare sulle nostre coste e fuggire da violenze e torture.

    Non parlo di India, Brasile, Eritrea, parlo dell'Italia.
    A Milano, Bologna, Livorno, Rieti, Crotone ed in ogni altra città ci sono poveri, Bambini maltrattati, persone sole che vivono al limite della sopravvivenza.

    Non li vedete?
    Certo che no, ma non perché si nascondono, ma perché voi non mettete il naso fuori dalla vostra vita, dalle vostre comodità, dalla vostra routine.

    Uscite dall'agiatezza di cui vi siete ricoperti e venite a conoscere un mondo sommerso pieno di sofferenza dove potreste fare la differenza offrendo un piccolo lembo del vostro tempo. Basta poco, veramente poco, sapete, per dare ristoro a quanti annaspano per non morire: un gioco insieme, l'aiuto nei compiti, la preparazione del mangiare, la guida della macchina per portarli a scuola o a casa.
    Vi accorgerete che saranno loro a dare una mano a voi ad uscire dal vostro torpore, ed un giorno li ringrazierete, così come faranno loro dal primo giorno che sarete entrati nelle loro vite.

    Se avete a disposizione due sentieri, uno erboso e solido, l'altro pieno di buche e di sassi, quasi tutti sceglierete il primo, ma così facendo non avrete modo di trovare, fra i tanti sassi ed ostacoli della vita, delle pietre preziose che arricchiranno la vostra anima.

    La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Prego Dio ogni giorno affinché mandi volontari a darci una mano per far divenire tanti Bambini dei bravissimi genitori.
    ----------------------------
    Due i sentieri della vita, ma solo in uno troverete la vera gioia

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  33.  

    Addì 19 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesu disse ai suoi discepoli: "Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
    Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato.
    Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire".

    Luca 12,8-12

  34.  

    Non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire (19 ottobre 2019)

    Parole, fatti, azioni

    La nostra Associazione non ha la protezione di politici, vescovi o capitani di industria, e questo ci ha dato non pochi problemi nell'arco dei nostri trentatre anni di vita.
    Attacchi duri, senza esclusione di colpi con bugie, maldicenze e calunnie.
    Ci siamo sempre difesi, e se dopo tanti anni siamo ancora in piedi ed in piena attività vuol dire che non siamo cattivi soggetti.
    Siamo bravi oratori? No davvero, siamo umilmente uomini e donne semplici che hanno aperto il loro cuore ai Bambini, solo questo.
    Eppure ogni volta che ci troviamo dinanzi ad un giudice o un politico ad argomentare le nostre ragioni le parole fluiscono da sole.

    All'inizio, specie quando eravamo chiamati dinanzi ad un giudice a difendere un Bambino dagli attacchi dei servizi sociali deviati, entravamo con una certa titubanza ed apprensione perché dalle nostre parole dipendeva il suo futuro e talvolta anche il nostro.
    Ogni volta però era come agli esami dell'università: si stava male per ore prima di essere interrogati, ma appena il sedere si appoggiava sulla sedia era come se si fosse innescata una connessione, e le parole uscivano da sole.
    Adesso il timore iniziale ha lasciato il posto alla certezza della fede, specie quando nel Vangelo si legge
    "Non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire"

    Non siamo più preoccupati, semmai dispiaciuti e addolorati, quando ci vengono mosse accuse perché sappiamo che Dio puntualmente ci donerà le parole che dovremo proferire per far capire le nostre ragioni.
    ----------------------------
    Non pensate alla vostra difesa, lasciate aperto il cuore per tradurre in parole il vostro amore per il mondo

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  35.  

    Addì 20 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno.
    In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.
    Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi».
    E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto.
    E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?
    Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

    Luca 18,1-8

  36.  

    Fammi giustizia contro il mio avversario (20 ottobre 2019)

    Impermeabili si nasce o lo si diventa?

    Nella vita, triste verità, ci sono individui poveri, nullatenenti, sfortunati, abbandonati, e parimenti ve ne sono di ricchi e benestanti, con una bella casa, un buon lavoro e cibo in abbondanza sulle proprie tavole.
    Da che mondo è mondo i primi chiedono ai secondi un aiuto, un sostegno per andare avanti.
    E' noto che alcuni benestanti aiutano i poveri, ma è anche vero il contrario. Sono infatti molti coloro che potrebbero cambiare la vita della povera gente, ma restano sordi al loro grido di dolore e sofferenza.

    C'è secondo voi un enzima, una cellula, una app nel nostro cervello che apre o chiude il cuore davanti alle richieste di tanta gente?
    Perché qualcuno apre la porta del cuore, mentre altri sono come impermeabili sui quali ogni lacrima rimbalza?
    Impermeabili si nasce o lo si diventa?
    ----------------------------
    Impermeabili o non impermeabili alle grida di dolore?

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  37.  

    Addì 21 ottobre 2019

    In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità».
    Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
    E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».
    Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
    Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?
    E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
    Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
    Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?
    Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».

    Luca 12,13-21

  38.  

    Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia (21 ottobre 2019)

    Motivazioni

    Qualunque cosa facciamo è dettata da una motivazione più che dall'istinto.
    Si lavora per vivere.
    Ci si sposa per metter su famiglia.
    Si va al supermercato lontano da casa perché si risparmia.
    Ci si affilia ad un circolo per trovare nuovi amici o l'amore di coppia.

    Ognuno ha le sue motivazioni, ma se ci fate caso la maggior parte sono legate alla brama di avere, alla cupidigia, all'ottenimento di qualcosa di più.
    Si parla di "miglioramento", ma in tutta onestà chiedetevi se quello che cercate è un miglioramento della vostra anima, o piuttosto quello della brama di denaro, sesso o politica.
    Se ad esempio state lavorando per una bella, ma piccola realtà, con uno stipendio buono, un contratto a tempo indeterminato e quello che fate vi piace, e vi proponessero uno stipendio migliore, un ruolo più dirigenziale, ma in una realtà grande dove siete un numero. Se sapeste che andarvene dalla realtà in cui siete già inseriti porta loro danni, quanti di voi rinuncerebbero alla proposta dell'azienda o associazione più grande?

    Nessuno eh?

    Non è cupidigia?

    Non è forse cupidigia spostarsi dal fare volontariato da un'associazione ad un'altra in cerca di condizioni di miglior favore per sé stessi?

    Bisognerebbe imparare a scegliere il luogo, volontariato o lavoro che sia, dove si possa essere maggiormente utili e fare la differenza perché dovremmo smetterla di pensare che la persona più importante al mondo sia "IO" e cominciare ad operare per il bene del prossimo, solo così il mondo sarà migliore, e lo sarà anche grazie a me.
    ----------------------------
    Volontariato (di qualità) cercasi

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  39.  

    Addì 22 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
    Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
    E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!».

    Luca 12,35-38

  40.  

    Aprirgli subito, appena arriva e bussa (22 ottobre 2019)

    Carta da lettere profumata

    Quando avevo diciassette anni mi innamorai perdutamente di Estela, una ragazza spagnola.
    Siamo stati insieme per tre anni. Non esisteva internet, non c'erano cellulari, e la comunicazione avveniva attraverso strani fogli profumati con disegnini prestampati che chiamavamo "Carta da lettere".

    Oggi dialoghiamo alla velocità della luce, abbreviando persino le parole in una sorta di stenografia moderna, e non abbiamo il tempo di assaporare ciò che ci viene scritto, non abbiamo il tempo di pensare e ripensare alla risposta con la penna appoggiata alla bocca, non abbiamo il tempo di rileggere mille volte ciò che ci viene scritto nell'attesa di altre parole d'amore.

    Era tanto bello quanto trepidante aspettare una lettera scritta a mano, annusare il profumo della persona amata impregnato sulla carta, portare la lettera al cuore pensando che quel foglio era stato toccato da lei.
    Un'attesa che durava almeno quindici giorni perché ce ne volevano almeno cinque prima che una missiva raggiungesse Vigo, qualche giorno per scrivere la risposta e poi di nuovo sulle ali del vento per altri cinque giorni.
    Passavo ore alla finestra ad aspettare il postino, ogni volta che uscivo di casa mi precipitavo alla cassetta della posta per vedere se era arrivata la bramata lettera.
    Quando finalmente arrivava non l'aprivo subito, ma l'annusavo per non infrangerne la fragranza e lasciare intatto il più possibile il sapore di Estela, poi prendevo un tagliacarte e al pari di un chirurgo tiravo fuori la carta profumata come fosse una reliquia.

    Quanti di voi hanno provato questa emozione?

    Se sapeste che Dio sta per venire a trovarvi a casa vostra, non stareste con l'occhio incollato allo spioncino della vostra porta per vedere quando arriva? Se non per fede, almeno per la curiosità di vedere chi sia Dio?

    Eppure ogni giorno Dio bussa alla nostra porta.
    Bussa quando al telegiornale parlano della miseria umana: Bambini denutriti, immigrati dispersi in mare, povera gente uccisa dalla cattiveria dei potenti.
    Bussa quando ci viene chiesto aiuto da Associazioni che accolgono persone fragili.
    Bussa quando qualcuno ci chiede perdono.
    Bussa ogni volta che uno sguardo si incrocia con i nostri occhi alla ricerca di un sorriso.

    Non siate il popolo dei telefonini, siate il popolo della carta da lettere.
    Non siate sordi al bussare di Dio alla porta del vostro cuore, aspettate con trepidazione e gioia di essere chiamati ad incontrarlo.
    ----------------------------
    Sto bussando alla tua porta. Firmato Dio

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  41.  

    Addì 23 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
    Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
    Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
    Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
    Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
    In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
    Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
    Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

    Luca 12,39-48

  42.  

    A chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più (23 ottobre 2019)

    Una mano inaridita

    Siete fermi al semaforo.
    Pensate ai fatti vostri quando notate sul lato opposto della strada, poco oltre il bivio, che una ragazza è pesantemente importunata da due uomini.
    Si divincola, chiede aiuto, urla.

    Opzione A): Il semaforo è rosso, ci sono le telecamere, non passate per non prendervi la multa e la decurtazione dei punti dalla patente, chiamate la polizia.
    Opzione B): Vi accertate che non passi nessuno all'incrocio attraversando con il rosso per salvare quella ragazza, nel frattempo chiamate la polizia.

    Nel primo caso non vi accade nulla.
    Nel secondo caso vi arriva la multa e vi tolgono i punti.

    Cosa fareste?

    Se pensate di rispondere "Opzione B" vi domando: perché allora se vedete o sapete di una famiglia che è in una brutta situazione non l'aiutate?
    Perché non accogliete i suoi figli in casa vostra in affido?
    Perché non procurate loro del cibo o vi offrite di accudire una persona malata?

    Se non sapete non è perché non vedete, ma perché non volete vedere.
    E' come se al semaforo vi giraste dalla parte opposta da cui provengono le urla disperate di quella ragazza.

    Aiutare il prossimo significa anche rischiare una denuncia per essere passati con il rosso, ma ci sono regole che siamo chiamati a trasgredire.

    Un passo del Vangelo è emblematico ed insegna che in ogni tempo la musica è sempre la stessa.
    Leggetelo anche se non credete che Gesù sia figlio di Dio ed avesse la possibilità di compiere i miracoli perché il principio è valido comunque.

    Un uomo con la mano inaridita è nel tempio.
    I farisei, uomini fedeli alle leggi, chiesero a Gesù "E' lecito guarire un uomo nel giorno del sabato? (per gli ebrei non si deve svolgere alcuna attività il sabato)"
    Gesù (ma poteva essere un medico, un guaritore di anime, un volontario di un'organizzazione umanitaria) risponde "Se voi aveste una pecora e vi cadesse in un burrone, non correreste a salvarla anche fosse sabato? Non vale un uomo più di una pecora? Se si tratta di fare del bene lo si può fare anche nel giorno di sabato"

    E' come dire "Ok, non si passa con il rosso, ma se si tratta di salvare qualcuno, allora è lecito anche passare con il rosso.
    Ci sono regole che servono a tutelare le persone, ma quando queste stesse regole impediscono di aiutare qualcuno deve valere la voce della nostra coscienza.

    Sapete come andò a finire? Che i farisei decisero di mettere a morte Gesù, cosa che poi fecero, perché, per aiutare il prossimo, non obbediva alle loro leggi.
    E' come dire: per aver aiutato quella ragazza mi è arrivata la multa, mi hanno tolto i punti e sono stato persino denunciato per aver picchiato quei due uomini.
    Ma la ragazza è salva, poco importa se mi condanneranno, tornassi indietro passerei altre mille volte con il rosso pur di salvarle la vita, o almeno provarci.
    ----------------------------
    La legge deve essere fatta per l'uomo e non viceversa

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  43.  

    Addì 24 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso!
    C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
    Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.
    D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

    Luca 12,49-53

  44.  

    Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione (24 ottobre 2019)

    Puzzle, lego & C.

    Cosa c'è di bello in un puzzle?
    Fai a pezzetti una foto in pochi secondi, e poi impieghi giorni e giorni per ricostruirla.

    E che dire delle costruzioni lego, del meccano o del modellismo?
    Ti vendono tanti pezzetti che tu, con grande pazienza, devi ricostruire.

    Ecco, questo è il motivo perché puzzle & C. si vendono come il pane: la pazienza di cercare il pezzo mancante, la caparbietà di provare un numero infinito di volte, la perizia sempre maggiore nell'uso della colla, la fantasia di cercare sempre nuove soluzioni.

    Ecco, questa è la vita: quando qualcuno la sbriciola e la riduce in mille pezzi troviamo in noi pazienza, caparbietà, perizia e fantasia per ricostruirla. Guai se così non fosse, vorrebbe dire che siamo già morti nonostante il nostro cuore continui a battere.
    ----------------------------
    Ricomponiamo il puzzle mettendo insieme i cocci della nostra vita

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  45.  

    Addì 25 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
    «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade.
    E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade.
    Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?
    E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto?
    Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione.
    Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».

    Luca 12,54-59

  46.  

    Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade (25 ottobre 2019)

    Buriana o non buriana?

    Quasi tutti oggigiorno guardiamo le previsioni.
    Leggiamo quanto gli esperti del settore hanno da dirci sulla giornata: sole, freddo, pioggia, vento, ed in base alle loro affermazioni, senza nemmeno aprire la finestra, ci vestiamo, organizziamo il nostro tempo libero, prendiamo macchina o bicicletta.
    Ma quante volte siete stati costretti a sudare perché avevate letto che avrebbe fatto freddo?
    Oppure quante volte avete portato l'ombrello in una giornata piena di sole?
    Ma, peggio ancora, se guardate le previsioni di uno o di un altro sito potete spesso vedere differenze abissali circa le previsioni.

    Qualche giorno fa organizzammo un'uscita in barca, previsioni di poco vento, mare calmo.
    Appuntamento ore 8:30. Vedo nuvole correre in cielo come Bambini quando giocano: veloci e tese.
    Mmmhh, mi insospettisco. Aspettiamo ad uscire per vedere come gira il vento. Un po' smette, poi riprende, tira raffiche. E' nervoso, e rende nervoso anche me.
    Previsioni buone e tutti a dire: poi si calma, andiamo, partiamo.
    Scalpitavano!
    Non ero tranquillo. Non pensavo alla "Buriana", parola che usava il mio nonno per indicare l'arrivo di vento e mare grosso, ma non trovavo veridicità nelle previsioni degli esperti. Non è che ne sappia più di loro, ma le previsioni spesso sono una media di varie zone, ed il microclima, in ciascuna zona, può discostarsi notevolmente dalle previsioni meteorologiche.
    Così era scritto: vento di Maestrale 4/5 nodi (9 km orari circa) fino alle 14:00, gira a Scirocco con 2/3 nodi, ore 17:00 aumenta fino a 10 nodi (18 km orari).
    Accadde l'esatto contrario: Maestrale forte da subito con rinforzi fino a 12/13 nodi fino alle 14:00, Scirocco forte subito dopo con attenuazione fino alla calma piatta dopo le 15:00.

    Leggiamo quanto viene scritto da chi ne sa più di noi, ma usiamo il cervello per capire le situazioni nel particolare.
    Ascoltiamo quanto ci viene detto nella gestione dei rapporti, facciamo pure le nostre previsioni, ma usiamo il cuore per capire i sentimenti altrui sui quali costruire un rapporto che sia duraturo e non schizofrenico, tale da essere messo in discussione ogni volta per una parola sbagliata, per uno sguardo di traverso, per un "sentito dire".
    Così avviene con Dio. Ci dicono che è buono, qualcuno dice che è cattivo, altri che non esiste, ed impostiamo la nostra vita sul "sentito dire".
    La mia mamma diceva "Chi fa con il cervello degli altri, il suo se lo può friggere".
    Impariamo ad osservare i segni, guardiamo a cosa ci accade, cerchiamo di capirne il motivo ed allora vedrete che la morte di una persona cara può essere parte di un piano d'amore, che una malattia che ci costringe al letto per anni può avvicinare molti all'amore vero, che un padre da accudire perché ha perso il senno forgia il nostro carattere rendendoci migliori.
    ----------------------------
    Non fidiamoci ciecamente degli altri perché sono in molti a portarci fuori dalla buona strada

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  47.  

    Addì 26 ottobre 2019

    In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici.
    Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?
    No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.
    O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?
    No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
    Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò.
    Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?
    Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».

    Luca 13,1-9

  48.  

    Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno (26 ottobre 2019)

    Delitto e castigo

    Nella nostra ancestrale idea di giustizia c'è la punizione a fronte di ogni errore.
    Se uno sbaglia deve pagare.
    Non è così nell'amore. Quanti errori fanno i nostri figli, eppure li perdoniamo sempre. Qualche punizione ogni tanto la comminiamo per il loro bene, affinché capiscano che non tutto è dovuto, ma alla fine passiamo oltre molte più volte di quelle che puniamo.

    Anche nella religione si pensa spesso che i mali che ci capitano siano legati ad una punizione divina, ma non è così, non può essere così.
    Pensateci: se Dio ci ha creati è perché siamo figli ed egli ci ama. Quale buon genitore che ama i propri figli lo punisce ogni volta che sbaglia?

    Un esempio che arriva direttamente dal Vangelo.

    Un uomo ha piantato con fatica un fico e con tanta fiducia ogni estate viene e cercare i suoi frutti ma non ne trova, perché quell’albero pare sterile. Spinto da quella delusione ripetutasi per ben tre anni, pensa dunque di tagliare il fico, per piantarne un altro. Chiama allora il contadino e gli esprime la sua frustrazione, intimandogli di tagliare l’albero: perché deve sfruttare inutilmente il terreno e rubare il nutrimento ad altre piante? Tutti noi comprendiamo questa decisione del padrone, ispirata dal nostro concetto di giustizia: non dai frutto, allora ti elimino.

    Ma il contadino, che lavora quella terra, ama ciò che ha piantato, sarchiato, innaffiato e concimato: “Signore, lascia il fico per un altro anno, perché io possa ancora sarchiarlo e concimarlo, con una cura più attenta e delicata. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, tu lo taglierai!”. Straordinario l’amore del contadino per il fico: ha pazienza, sa aspettare, gli dedica il suo tempo e il suo lavoro. Promette al padrone di prendersi particolare cura di quell’albero infelice; in ogni caso, lui non lo taglierà, ma lo lascerà tagliare al padrone, se vorrà… Questo “tu lo taglierai” è un’ulteriore intercessione, che equivale a dire: “Io sono pronto ad aspettare ancora e ancora che esso dia frutto”. Stanno l’una di fronte all’altra la giustizia umana retributiva e la giustizia di Dio che non solo contiene in sé la misericordia, ma è sempre misericordia, pazienza, attesa, sentire in grande.

    Tutti noi siamo contadini nella terra di Dio, tutti noi ci prendiamo cura di qualcuno e mai vorremmo vederlo stare male. Quante preghiere sono levate ogni giorno da tante mamme che vedono i propri figli drogarsi, rubare, persino uccidere affinché Dio sia clemente e misericordioso con loro.

    Se anche noi vorremmo non essere puniti quando facciamo degli errori, dobbiamo imparare a perdonare coloro che ci fanno del male
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    Nell'amore ad ogni azione negativa non deve corrispondere una controreazione, altrimenti non è più amore

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  49.  

    Addì 27 ottobre 2019

    In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
    Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.
    Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
    Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
    Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

    Luca 18,9-14

  50.  

    O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini (27 ottobre 2019)

    Chi si loda, si imbroda

    Ognuno di noi nella vita ha incontrato persone di tutti i tipi.
    Volendo generalizzare al massimo ci sono uomini e donne pieni di arroganza, il cui pensiero è quello di essere migliori di chiunque.
    Ve ne sono altri più umili che cercano sempre di migliorare perché ogni cosa che fanno non è priva di errore o di difetto.

    Voi a quale di queste due configurazioni appartenete?
    Non necessita una risposta pubblica, ma un esame di coscienza.

    Claudio, uno dei nostri ragazzi del passato, è arrivato da noi convinto di essere il padrone del mondo. Era simpaticissimo e strappava l'affetto di tutti. Credeva che questo bastasse ad essere il migliore.
    Ogni volta che decantava le sue lodi io cercavo di educarlo ammonendolo "Chi si loda, si imbroda".
    Un giorno si prese la briga di dire "Faccio io questa cosa che sono il migliore" scansando un Bimbo a cui avevo chiesto di prendere degli oggetti in garage, messi ad incastro tra una sella ed alcuni cavalletti. Tirare via la scatola che doveva prendere, e veder cadere sella e cavalletti fu tutt'uno. Nella sua simpatia venne da me e disse "Ora ho capito: chi si loda, si imbroda".
    E da quel giorno cominciò a cambiare, al punto che ogni volta che ne combinava una delle sue, dopo aver manifestato la sua superiorità, rideva e declamava mille volte "Chi si loda, si imbroda"

    L'umiltà ci fa crescere ed apprezzare agli occhi di Dio e degli uomini veri e puliti.
    L'arroganza ci porta su brutte strade in compagnia di individui invidiosi e con le mani sporche.
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    Abbiamo da imparare da tutti, riconosciamolo con umiltà

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