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  1.  

    Addì 8 settembre 2019

    In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
    Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
    Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
    Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
    Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?
    Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
    Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

    Luca 14,25-33

  2.  

    Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo

    Bambini con la croce sulle spalle

    Ho visto bimbi con cicche di sigarette spente addosso, graffi alla schiena, denutriti.
    Ho guardato negli occhi la sofferenza di chi è stato accolto e poi abbandonato perché non ritenuto all'altezza di quella famiglia.
    Vedo il dolore dei ragazzi che scoprono la vera natura dei propri genitori, l'egoismo, l'opportunismo.
    Tocco con mano la loro incertezza per i futuro, la paura di incontrare un giudice o un assistente sociale.
    Sono bambini che portano sulle proprie spalle una grossa croce.
    Sono bambini forti capaci di affrontare la vita se qualcuno li incita ad avere coraggio.
    Sono bambini coraggiosi che non scappano davanti alla realtà
    Sono bambini che hanno fiducia in coloro che li accolgono e li amano
    L'affido non è certo una passeggiata, a volte è complesso, a volte si soffre perché questi bimbi tornano in seno alla propria famiglia che nel frattempo ha fatto un percorso migliorando.
    Ma vi assicuro che ciò che questi ragazzi potranno donarvi con il loro esempio e con il loro amore merita tutte le fatiche di questo mondo
    ---------------------------
    Un Bambino in affido è una perla preziosa da custodire con amore per il tempo che ci venga richiesto da Dio

  3.  

    Addì 9 settembre 2019

    Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita.
    Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui.
    Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato.
    Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?».
    E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì.
    Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

    Luca 6,6-11

  4.  

    Stendi la mano

    Quante mani abbiamo

    Di tutte le parti del corpo che Dio ci ha donato sono le mani quelle più utili. Con una mano possiamo salutare, chiedere, prendere, accarezzare, ma purtroppo possiamo anche colpire, uccidere, offendere, rubare. Spetta a noi decidere il suo utilizzo, spetta a noi decidere se farle compiere una buona o una cattiva azione. La mano non ha vita propria. Vedo tanti bambini, alcuni ben educati, altri un po’ meno, altri ancora già pieni di rabbia verso tutti. Da chi dipende il loro modo di operare? Dagli adulti di riferimento, dai loro genitori. Sono essi quelli sui quali ricadono le colpe dei ragazzi, almeno fin tanto che non acquisiscano una propria identità e consapevolezza delle loro azioni. Eppure in molti sarebbero pronti a tagliare una mano alla nostra società perché ruba o fa altre cose negative. Si deve insegnare ad un bambino a comportarsi bene, si deve dire alle mani che incontriamo nella nostra vita quali azioni fare, si deve aver cura dei bambini, accoglierli, amarli, educarli affinché un domani siano mani che accarezzano e non mani che picchiano, rubano, uccidano.
    ---------------------------
    Ci sono tanti Bambini da amare
    Donate l'amore che avete ricevuto, donatelo a piene mani

  5.  

    Addì 10 settembre 2019

    In quei giorni, Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione.
    Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
    Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti.
    Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

    Luca 6,12-19

  6.  

    Da lui usciva una forza che sanava tutti

    La forza di un sorriso

    Prendete per mano la persona che amate, vostro figlio, vostro marito, vostra moglie, il papà o la mamma. Chiudete gli occhi e fate riposare la mente lasciando al cuore la possibilità di esprimersi e guidare le emozioni. Quella stretta di mano vi porterà un sussulto, sentirete calore e forza provenire dall'altra persona. E' questo ciò che si prova quando si ama e si è amati oltre ogni limite. Quando incontro qualcuno che ha bisogno, quando mi viene donato un sorriso di riconoscenza, quando un papà che ha avuto un po' di problemi ripone fiducia in me nell'educare sua figlia, quando .... quando incontro Dio tutti i miei problemi svaniscono per miracolo e da lui arriva una gran forza che sana ogni mia debolezza dandomi il coraggio di lottare, la gioia di donare, la bramosia di un altro sorriso
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    Portateci il vostro sorriso, ne abbiamo bisogno come i fiori ne hanno dell'acqua in piena estate

  7.  

    Addì 11 settembre 2019

    In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio.
    Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete.
    Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo.
    Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
    Ma guai a voi, ricchi, perché avete gia la vostra consolazione.
    Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete.
    Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.»

    Luca 6,20-26

  8.  

    Beati voi

    Beati voi

    Vi e' mai capitato di essere insultati o allontanati da un gruppo per delle vostre idee legate a dei principi per voi assolutamente non negoziabili? Non e' solo il caso di chi porti avanti con fede una dottrina religiosa, ma anche chi ha a cuore il bene degli altri. Quanti insulti ricevono, ad esempio, le persone che aiutano gli immigrati, quante volte ho sentito dire che le onlus che danno ristoro ad un extracomunitario sono la rovina dell'Italia. Anche noi che accogliamo bambini facenti parte di famiglie disagiate siamo spesso sotto attacco: lasciali stare, occupati di altro, sono figli di e non concluderanno mai nulla nella vita, saranno solo dispiaceri e problemi. In quante città se non hai la tesserina di un partito o se non sei legato all'ideologia dominante non lavori e vieni messo in disparte. Quante liti con i servizi sociali o con gli enti pubblici per veder riconosciuto un proprio diritto o quello di altri. Potrei continuare, ma ognuno di voi ha la sua esperienza e sono certo che, purtroppo, vi sarà accaduto spesso di trovarvi in queste o in simili situazioni. Si resta male li' per li', ma se ci fermiamo un attimo a riflettere dovremmo invece gioire se abbiamo litigato con un assistente sociale per voler salvare un bambino, dovremmo gioire se un sacerdote ci dice "lascia perdere questi ragazzi, tanto ormai sono persi", dovremmo gioire se veniamo messi in un angolo perché diciamo di aver fede in Dio. Gioire? Si, perché queste persone che ci attaccano fortificano le nostre convinzioni. Non smetterò certo di aiutare un bambino perché l'assistente sociale o il sacerdote mi dice di non farlo, così come coloro che accolgono un extracomunitario non lo metteranno sulla strada per aver ricevuto minacce o accuse da razzisti e xenofobi. Sono coloro che sono intolleranti al bene che altri fanno ad essere dalla parte del torto, sono loro che con questa malvagità ci fanno stare bene perché legittimano le nostre scelte.
    Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete.
    ----------------------------
    Qui la lotta è sempre dura, e non c'è giorno in cui non le prendiamo di santa ragione, ma noi insistiamo per il bene dei nostri bimbi. Supportateci con il vostro aiuto, presenza, preghiera

  9.  

    Addì 12 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano.
    A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica.
    Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo.
    Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro.
    Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
    E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso.
    E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto.
    Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi.
    Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio ».

    Luca 6,27-38

  10.  

    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati

    Tanto odio

    Quanti rancori portiamo nel cuore. Quello mi sta antipatico perché mi ha guardato storto, l'altra non la considero perché una volta ha parlato male di me, ah lui per carità non me lo nominare che un giorno ha osato dirmi certe cose. Se poi i torti sono piu' grossi allora apriti cielo: mi deve dei soldi quindi e' un delinquente, mi ha tagliato la strada che possa schiantarsi contro un albero, lo vorrei uccidere perché mi ha tradito, ha fatto un errore troppo grosso e merita la prigione a vita o, meglio, la pena di morte. Quanto odio immettiamo ogni giorno nel cuore, quanti rovi coltiviamo e affacciamo crescere con cura nel nostro orto. E poi ci lamentiamo se c'è sempre più cattiveria in giro? Siamo noi ad alimentarla. Se odiate chi vi odia alimentate la guerra fra voi, Immaginatevi se amaste coloro che vi odiano, prima o poi il vostro esempio sarebbe contagioso, forse non con quella persona, ma certamente sarebbe un esempio per i vostri figli ed amici. Seminare il seme dell'amore, quello del perdono, della non violenza, del porgere l'altra guancia farà crescere un bosco di bontà, ma se piantiamo i semi della discordia, della vendetta, dell'odio razziale, del giustizialismo ci circonderemo di rovi inestricabili che ci impediranno di respirare, vedere il sole e ci bucheremo perché l'odio genera solo altro odio, la violenza genera solo violenza, la maldicenza genera solamente astio e rancore.
    Quando pensate male di qualcuno, quando lo giudicate per una parola o per un errore, grande o piccolo che sia, pensate per un istante ad essere voi al suo posto e qualcuno vi considerasse un maledetto solo per un errore, pensate se aveste avuto voi la sua vita e le sue esperienze se riuscireste ad essere una persona migliore di lui. Quando sentiamo che una mamma ha picchiato il proprio figlio, un padre ubriaco ha violentato la figlia, un nonno ha assonnato i propri nipoti rabbrividiamo, ma dovremmo condannare l'atto e non la persona che lo ha commesso perché non spetta a noi farlo, perché magari quelle persone hanno subito le stesse cose da piccoli e pensano possano essere giuste, perché il loro cervello e' andato in frantumi per aver vissuto una vita di stenti e di violenze. Spesso sono i ragazzi di queste famiglie a diventare assassini e stupratori, genitori cattivi e abusanti, rapinatori e drogati, ma il nostro amore farà la differenza, accoglierli darà loro una speranza, educarli insegnerà loro che esiste un altro modo di vivere. Amate se volete che glia altri vi amino, odiate se volete che la violenza aumenti
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    Dateci forza per insegnare a tanti bambini ad essere bravi adulti

  11.  

    Addì 13 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca?
    Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.
    Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?
    Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello».

    Luca 6,39-42

  12.  

    Può forse un cieco guidare un altro cieco?

    Può forse un cieco guidare un altro cieco?

    Mi capita spesso di vedere i ragazzi adolescenti interagire tra loro. Giocano, si divertono, ascoltano la musica, fanno prove di forza, si scambiano opinioni su tematiche di ogni genere, si danno consigli l’uno all’altro su come affrontare la vita, sulla scuola, sul lavoro da intraprendere. La loro giovane età li porta spesso a idealizzare certe situazioni e a crederci fermamente, complice lo stesso pensiero grazie al quale uno da ragione all’altro. Se un adolescente chiede un consiglio ad un altro che gli dice “bianco”, se anche più adulti, genitori, insegnanti, amici di famiglia provano a dire “nero”, il ragazzo quasi certamente prenderà per buono il bianco, magari pensando che gli adulti non possono capire le problematiche dei giovani.
    Uno dei nostri ragazzi di qualche anno fa si diplomò al liceo scientifico con indirizzo artistico. In tutti gli anni di scuola la sua carenza maggiore era stata la matematica, tanto che non avrebbe passato l’esame di maturità se non avesse ricevuto un grande aiuto dal suo professore che gli voleva bene e lo voleva vedere diplomato. Pensò così di andare all’università e desiderava fare architettura. Noi, i professori, alcuni volontari che ben conoscevano le sue lacune cercarono di dissuaderlo perché la matematica era una materia basilare in quel corso di laurea. Si consigliò con i suoi amici che l’hanno consigliato di prendere la strada che più gli piaceva. Sono fermamente convinto che si debba fare la cosa che più ci piace, ma conoscendo bene il ragazzo sapevo che non aveva la forza di volontà necessaria per superare un simile ostacolo. Quando decise di andare comunque ad architettura sperai che avrebbe tirato fuori la grinta e che avrebbe dimostrato a tutti che con l’impegno e la costanza, unite alla voglia di farcela, avrebbe anche potuto superare le problematiche connesse alla materia. Ma non è andata così. In due anni ha dato solo un esame e si perso inebriandosi della tanta libertà che aveva ottenuto, anche di non studiare, iscrivendosi all’università.
    Come può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?
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    Aiutateci a dare consigli ai nostri bimbi

  13.  

    Addì 14 settembre 2019

    In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.
    E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
    Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
    Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

    Giovanni 3,13-17

  14.  

    Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito

    Mamma. Grazie.

    Mamma. Pronunciate questa parola a voce alta. Mamma. La più bella parola del mondo. E’ bella anche per coloro che hanno avuto mamme poco presenti, violente, drogate perché “mamma” non è una parola, è un ideale dentro ciascuno di noi. Ho visto bambini amare le proprie mamme anche quando sono stati venduti, abusati, feriti da loro, sempre pronti a perdonarle, a scusarle, cosa che raramente fanno con i padri. Mamma non è solo colei che ti da la vita, azione che, per il solo fatto di essere al mondo, è data per scontata e dovuta, ma è colei che fa da trade union tra il cielo e la terra, colei che ti accoglie in questa vita e ti dona agli altri per il tuo bene. Mamma è colei che rinuncia al proprio figlio per amore, colei che tutto sopporta, colei che ama il figlio più di sé stessa. Quante volte vediamo la nostra mamma come Dio; non è idealizzarla perché Mamma è la rappresentante di Dio sulla terra. Come Dio ci ama, come Dio ci protegge, come Dio rinuncia al suo figlio per amore.
    Grazie Mamma, diciamolo a voce alta, diciamolo alla nostra mamma prima che sia troppo tardi. Ma anche se non avete la forza di dirle “Grazie Mamma”, lei capirà, lei saprà quale sia l’amore che provate per lei.
    Negli ultimi anni di vita della mia mamma, da perfetto adolescente, non le sono stato molto vicino, raramente esternavo il mio amore per lei. Eppure. Eppure lei sapeva, lei scusava, lei perdonava, lei accettava qualunque cosa di me. Questo è amore, ed è amore divino.
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    Ci sono tanti Bambini da amare
    Donate l'amore che avete ricevuto

  15.  

    Addì 15 settembre 2019

    In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
    I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
    Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?
    Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
    Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
    O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?
    E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
    Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
    Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.
    Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
    Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.
    Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
    Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.
    Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
    Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
    Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.
    Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
    Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
    Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.
    Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
    Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;
    chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
    Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
    Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.
    Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.
    Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
    Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

    Luca 15,1-32.

  16.  

    Costui riceve i peccatori e mangia con loro

    Accoglienza verso chi sbaglia

    Troppo spesso puntiamo il dito sul nostro prossimo accusandolo di essere un peccatore, di aver sbagliato tutto, di essersi comportato male. E magari è anche così, ma tra il giudicarlo un peccatore ed uno che ha sbagliato la differenza è infinita. Se una persona fa un errore non è detto che lo faccia con cattiveria, ma magari per necessità, o perché non ha alternative, oppure perché così gli è stato insegnato. Quanti genitori dei nostri bambini abbiamo conosciuto che hanno fatto cose non buone, ma chi siamo noi per giudicarli? Chi siamo noi per sapere come sono stati trattati loro stessi da bambini? Se non possiamo salvare tutte le persone del mondo, possiamo però accogliere chi incontriamo, anche se è uno che sbaglia. Accogliere non significa accondiscendere, ma piuttosto dialogare per far capire l’errore. E non interrompere mai il dialogo.
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    Insegniamo ai nostri ragazzi a dialogare e perdonare ed il mondo sarà migliore

  17.  

    Addì 16 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao.
    Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro.
    Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo.
    Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
    Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito.
    Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa».
    All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!».
    E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

    Luca 7,1-10

  18.  

    Non sono degno che tu entri sotto il mio tetto

    Una montagna che crolla

    Si incontrano nella vita tante persone, alcune ci fanno del male, altre ci amano. Spesso diciamo “non merito che tu mi faccia del male”, ma difficilmente diciamo “non merito il tuo amore” perché ci reputiamo bravi e buoni, senza macchia e senza difetto. Io penso di non meritare l’amore di nessuno. I miei ragazzi mi vogliono un mondo di bene, anche quando sono scontroso, nervoso, arrabbiato. E’ questo il vero senso dell’amore, è così che accade quando ci si ama davvero, non si guarda a ciò che ci ferisce, ma si guarda a ciò che ci viene donato. Mille schiaffi si possono sopportare se si ama e se ci arriva almeno una carezza. Spesso dico di non meritarmi l’amore di Dio, eppure è sempre pronto a donarmi cose meravigliose, a farmi riscoprire ogni giorno la bellezza della vita. E’ difficile sorridere quando qualcuno ti da uno schiaffo, quando qualcuno rifiuta il dialogo, quando qualcuno non riesce a capirti o non si fa comprendere, ma quando c’è amore tutto si sopporta, tutto si accetta. Perdere una persona alla quale vogliamo bene è una ferita che trafigge il cuore e lascia un segno che non è possibile cancellare. Quanti ragazzi sono andati via, allontanatisi per sempre, eppure amati, protetti, fatti crescere e maturare, ma tornassi indietro rifarei la stessa strada. Quanto dolore alla morte della mia mamma, ed oggi accetterei qualunque cosa di lei pur di averla vicina una sola ora. Quando si ama e si interrompe un rapporto per incomprensioni, per ferite ricevute o causate è come distruggere una montagna fatta di amore con la dinamite, è squarciare il velo soave di gioia che avvolge la tua vita. Ogni abbandono per me è una coltellata, ne ho ricevute molte, si vede che me le merito. Pregate per me perché possa essere una persona migliore.
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    Insegniamo ai nostri bambini la forza dell'amore

  19.  

    Addì 17 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla.
    Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei.
    Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».
    E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!».
    Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre.
    Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo».
    La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.

    Luca 7,11-17

  20.  

    Ecco che veniva portato al sepolcro un morto

    Quando camminiamo per la strada, quando siamo intenti a fare le nostre case ci può capitare di imbatterci in una situazione diversa da quella che ci aspettavamo, una circostanza che ci proietta in un altro mondo, vuoi che sia la sofferenza di una persona ammalata, la povertà di una famiglia, l'abbandono o il maltrattamento di un bambino. Siamo ignari o quantomeno non pensiamo ai problemi degli altri, siamo presi dalla nostra quotidianità e quasi a testa bassa percorriamo i sentieri della nostra vita, ma quando veniamo coinvolti nostro malgrado nella sofferenza altrui come possiamo restarne al di fuori? Come è possibile andare avanti e non riflettere, non lasciarsi coinvolgere, non provare una fitta al cuore per quella persona, empatia con la sua sofferenza? Ci sono tantissimi bambini maltrattati anche nelle nostre belle città, spesso emarginati vivono la loro sofferenza nel silenzio, nel nascondimento dove il nostro ben pensare spesso li relega, ma ognuno di noi, prima o poi si trova a doverci fare i conti, prima o poi viene a conoscenza di storie di abbandono, malnutrizione, violenza su un bambino. Prima o poi deve farci i conti, prima o poi deve mettere a nudo la propria coscienza e prendere una decisione: passare oltre e far finta che siano solo ombre che così come sono apparse nel giro di un istante svaniranno, oppure fermarsi a riflettere, accudire, accogliere. L'affidamento nasce in risposta a questo desiderio di non andare oltre dinanzi al problema di tanti bambini vittime delle loro famiglie e della nostra società.
    Si può essere presi da mille impegni, non accorgersi della realtà che ci circonda, ma non si può e non si deve essere sordi quando sbattiamo il viso contro certi muri.
    Possiamo essere divisi in mille sfumature, ma dobbiamo essere uniti nel mostrare al nostro prossimo cosa significhi affido, cosa voglia dire per un bambino vivere in una situazione di estremo disagio. Non obbligare gli altri verso l'accoglienza, certamente no, ma sottolinearne l'importanza, al di là dei pensieri, delle gioie e dei dolori che ogni scelta cela.
    Il Signore se ne andava per i fatti suoi quando si imbatté nella disperazione di una madre che aveva perso il suo unico figlio. Non proseguì il suo cammino, si fermò a consolare quella mamma, ad asciugare le sue lacrime, a cambiare una situazione affinché il dolore si trasformasse in gioia con la resurrezione.
    Chi pratica l'affido in un certo senso è chiamato anche a questo, ad asciugare le lacrime che escono dal cuore di tanti bambini, ad accoglierli e dar loro una nuova vita, fargli fare un percorso di resurrezione da una situazione negativa ad una positiva.
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    Tanti bimbi aspettano il vostro aiuto, non fateli aspettare troppo

  21.  

    Addì 18 settembre 2019

    In quel tempo, il Signore disse: «A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili?
    Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!
    E' venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio.
    E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.
    Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli».

    Luca 7,31-35

  22.  

    Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli

    Non frequentare quella persona, sei pazzo?

    Avete mai fatto caso che quando uno fa una cosa trova mille persone pronte a criticarlo, ma se fa l'esatto contrario trova altre mille persone contrarie al suo modo di fare?
    Cosa vi suggerisce questo? A me di andare per la mia strada, ascoltare i consigli e le critiche di tutti, ma poi prendere una decisione per proprio conto.
    Quante coppie non prendono un bambino in affido perché l'amico dice loro "sei pazzo, cosa fai, perdi la tua libertà", i genitori "ah se prendi un bimbo difficile ti scordi che ti aiutiamo", i vicini "mamma mia, siete matti, poi vengono i suoi genitori a fare casino sotto casa". E così, ascoltando questo e quello, l'entusiasmo iniziale di molti viene meno ed il bambino non viene accolto.
    Non solo con l'affido, ma in mille situazioni: non sposare quello, è un poco di buono; non prendere quel lavoro, ti sfruttano; non essere amica di quella, ti porta su una brutta strada.
    Quante occasioni si perdono nella vita per dare retta alla gente.
    Andate per la vostra strada e dimostrate a tutti che il vostro pensiero era giusto, fatto su misura per voi. I fatti e le persone che incontrerete vi renderanno giustizia
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    Affidamento significa amore e pazienza, ma non si deve essere eroi, anche il più santo dei santi può arrabbiarsi. Non abbiate paura di intraprendere questa strada, tanti bambini caduti a terra aspettano che li aiutate a rialzarsi

  23.  

    Addì 19 settembre 2019

    In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
    Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
    A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice».
    Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure».
    «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta.
    Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?».
    Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
    E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli.
    Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi.
    Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.
    Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco».
    Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati».
    Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?».
    Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».

    Luca 7,36-50

  24.  

    Ti sono perdonati i tuoi peccati

    Luce o buio?

    Cos'è più forte, la luce o il buio? È ovvio che sia la luce. Pensate di essere in una stanza buia e di accendere un cerino una piccola candela, vedete che tutta la stanza si illuminerà parzialmente e voi potrete vedere ogni cosa. Immaginate di accendere un faro enorme anziché una candela, l'oscurità sarà completamente debellata.
    L'oscurità sono i nostri errori, la luce è l'amore che perdona e dissolve il buio.
    Tanto maggiore sarà l'amore, tanto più grande la luce che perdonerà i nostri peccati. Infatti basta un po' di affetto per perdonare un piccolo screzio; ci vuole l'amore di un amico per perdonare un tradimento; necessita un grande amore, come quello dei genitori per un figlio, per perdonare ripetute malefatte. Ma occorre tutto il calore del sole per asciugare una foresta dopo un grande acquazzone.
    Ci sono infatti dei peccati che noi vediamo così grandi da pensare che nessuno mai potrà perdonarci, e spesso purtroppo è proprio così, non troviamo nessuno disposto ad accogliere le nostre scuse. L'unico che veramente e così pieno d'amore da perdonare ogni nostra colpa, anche la più grave, sempre che dimostriamo il nostro sincero pentimento, è Dio
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    Perdonare ed Amare devono essere le nostre parole d'ordine

  25.  

    Addì 20 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio.
    C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni.

    Luca 8,1-3

  26.  

    Predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio

    Cuochi e chef

    Lo chef deve assumere un cuoco. Fa una selezione e dai colloqui ne sceglie due. Li mette alla prova andandosene e lascia detto loro di voler rimanere stupito al suo rientro. Uno di essi trova ricette particolari, pensa agli abbinamenti, prepara gli ingredienti necessari, si ingegna per capire come muoversi e, al ritorno del "capo", prospetta una serie di menù indicando il modo per realizzarli. Insomma, ha i motori caldi, la vettura lucidata al massimo, il pieno di benzina ed attende solo uno "start and go" per partire ed iniziare la gara al meglio delle sue possibilità.
    L'altro cuoco invece pensa a cosa sia possibile fare, ma lì si ferma, titubante, impaurito dalle proprie idee, timoroso di cosa possa pensare lo chef e, cosa ancor più grave, non prepara gli ingredienti necessari per partire. Così al ritorno del "capo" tutto è ancora fermo e la vettura ha bisogno di essere revisionata, riempita di carburante, messa in posizione.
    E' ovvio a tutti quale sarà il cuoco che lo chef sceglierà per la sua cucina.
    Così è nella vita. Noi possiamo dare mille insegnamenti ai nostri figli, ma saranno loro a doverli utilizzare per partire e fare una buona gara.
    Così è anche per noi. Dio (o la vita se preferite) ci da fiducia, vuole che noi ci adoperiamo per far conoscere al mondo ciò che sappiamo fare, vuole che educhiamo gli altri all'accoglienza, all'altruismo, all'amore verso il prossimo, al perdono. Ma vuole anche vederci operativi. Troppo facile parlare di accoglienza e non aprire le porte di casa, parlare di generosità e spendere tutto ciò che abbiamo per i propri capricci, parlare di perdono e poi tenere rancore con il vicino di casa.
    Per diventare cuochi occorre rischiare, pur stando nelle regole, e solo così riusciremo ad avere una vita in grado di darci soddisfazioni
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    Preparate i vostri ingredienti e utilizzateli per allestire un buon pranzo mettendo a tavola chi è affamato di amore

  27.  

    Addì 21 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
    Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
    Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
    Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
    Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

    Matteo 9,9-13

  28.  

    Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati

    Laurea in Uomo o Donna

    Per chi avesse preso una laurea in medicina, sarebbe un delitto non curare una persona malata. Così chi è avvocato non può rifiutarsi di difendere una persona colpevole cercando di trovare con il giudice una pena che possa aiutarlo a redimersi, il commercialista non può rifiutarsi di dialogare con l'ufficio delle imposte per perorare la situazione di un suo cliente. Allo stesso modo ognuno di noi che ha una laurea in essere uomo o donna, non può, non deve rifiutarsi di aiutare chi ha bisogno, chi versa in situazioni peggiori delle proprie. Il mondo è pieno di persone malate, non tanto nel fisico, quanto nello spirito e tutti hanno bisogno di una buona parola, di un consiglio, di accoglienza e ciascuno di noi è chiamato a questi servizi, sarebbe un delitto esimerci
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    Affido a Distanza. Aiutateci ad accogliere tanti Bambini per far loro capire quanto valgono

  29.  

    Addì 22 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.
    Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore.
    L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno.
    So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.
    Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta.
    Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta.
    Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
    Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
    Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
    Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?
    E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
    Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona».

    Luca 16,1-13

  30.  

    I figli di questo mondo sono più scaltri dei figli della luce

    Disonesti, unitevi per solidarietà

    Chi non ha valori morali, chi pensa sia legittimo riuscire a dare fregature per un proprio tornaconto è assai scaltro nel trovare nuovi espedienti per fare soldi. Quando in televisione svelano truffe milionarie e ne spiegano il meccanismo ci accorgiamo che sono stati escogitati sistemi sempre più innovativi e complessi per eludere le maglie della giustizia. Pur non lodando la disonestà, lodo queste persone, ne ammiro l’ingegno e l’intelligenza e sospiro pensando quanto sarebbe bello se si mettessero al servizio dell’altro elaborando sistemi, ovviamente legali, sempre migliori per dare una mano a chi ne ha bisogno.
    E noi? Noi che abbiamo valori e principi, cosa facciamo? Spesso ci limitiamo ad avere quel che ci basta per vivere, talvolta vegetiamo nell’attesa che dall’alto ci arrivi la manna. Ed invece dovremmo essere più bravi nel procurarci le ricchezze. Non parlo di tesori o di fiumi di denaro, ma di ricchezze che fanno grande un uomo: onestà, generosità, accoglienza. Potrei avere tanti milioni da non sapere come spenderli, ma riterrei di essere povero se non avessi buoni valori.
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    Venite ad insegnare i vostri valori ai nostri ragazzi, in modo che abbiano nel cuore un tesoro da custodire

  31.  

    Addì 23 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse alla folla: « Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce.
    Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce.
    Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere ».

    Luca 8,16-18

  32.  

    Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso

    Lipari grazie

    Eccoci di ritorno da una vacanza magnifica a Lipari: accolti, coccolati, amati dall'intera popolazione.
    Una ragazza del posto ieri ci ha fatto un bellissimo complimento "Siete "parte di noi".... Cannetari DOC ormai" (Canneto è la frazione che ci ospita).
    Ed in chiesa il Vescovo, nell'introduzione alla messa, ha voluto ringraziarci della nostra presenza perché, ha detto, "Siete un esempio di accoglienza e, mi dicono, ormai radicati nel territorio di Lipari, parte di noi".

    Si pecca di arroganza o superbia nel raccontare certe cose?
    Non credo perché "Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce".

    Siamo pieni di difetti e di errori, ma le testimonianze delle persone fanno risplendere la nostra luce, che poi è la luce dei volti sorridenti dei Bambini, la luce di Dio.

    Attenzione però a come si ascolta perché l'invidioso è sempre in agguato e può voler intendere il contrario di tutto denigrando e mettendo zizzania.
    Andiamo avanti, incuranti della cattiveria umana. Le sferzate produrranno ferite che saranno medaglie sul nostro corpo.

    Grazie Liparoti. Grazie di cuore
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    Quando si è amati un pezzetto del nostro cuore resta tra le persone che ci accolgono

  33.  

    Addì 24 settembre 2019

    In quel tempo, andarono a trovare Gesù la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
    Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti».
    Ma egli rispose: « Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica ».

    Luca 8,19-21

  34.  

    Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica

    Famiglie allargate

    Un albero viene tagliato, oppure un fulmine lo colpisce ed una parte di esso cade, o ancora se ne secca una porzione e si sbriciola cadendo a terra.
    Andando qualche volta nei boschi avrete notato, ma accade anche nei viali delle nostre città, che da un tronco mozzato fuoriescano decine di butti, piccole piantine tutte pronte a ricostruire insieme il grande albero.

    Questo accade nella vita, le famiglie dalle quali abbiamo avuto origine pian piano si sgretolano: padri che se ne vanno, mamme che muoiono, fratelli e sorelle che vanno a vivere a centinaia o migliaia di chilometri di distanza. Nei nostri cuori nessuno potrà prendere il loro posto, ed è giusto perché hanno avuto e continueranno ad avere un ruolo nella nostra crescita, fosse anche come esempio negativo da non seguire, ma altri ci affiancheranno ed insieme a loro cominceremo a far rinascere il nostro albero, cominceremo a ricostituire la nostra famiglia.

    Accade nell'affido laddove il Bambino trova affetti, consigli, amore, fiducia.
    Accade nell'adozione quando un Bimbo entra in una nuova famiglia condividendo anche lo stesso cognome.
    Accade in coloro che seguono la strada del dono per gli altri perché in loro trova figli da amare e fratelli con i quali crescere.
    Accade a tutti noi che ogni giorno incontriamo persone nuove, alcune delle quali passano come il vento, altre con cui invece intessiamo rapporti di fratellanza.

    Siamo alberi: possiamo seccare, possiamo essere potati, possiamo crollare, ma la forza della natura ci darà sempre la possibilità di rialzarci, crescere, fortificarci, ricostruirsi una famiglia, allargandola, ampliandola ogni giorno
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    Non disperiamoci quando un membro della nostra famiglia ci lascia, una nuova linfa entra in noi anche grazie alla sua scomparsa

  35.  

    Addì 25 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie.
    E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
    Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno.
    In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino.
    Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi».
    Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

    Luca 9,1-6

  36.  

    Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi (25 settembre 2019)

    Voglio vivere

    Vi sono dei posti inospitali dove non c'è vita.
    Vi sono luoghi bellissimi con gente arida.
    Vi sono città e paesi con grande povertà e persone dal cuore grande.
    Vi sono persone pronte a donare sorrisi a chiunque, ma con le porte dell'anima chiuse al prossimo.
    Vi sono uomini e donne scuri in volto, ma pronti a farsi in quattro per coloro che sono in difficoltà.

    Io voglio abitare nel cuore di questi uomini e donne dediti al prossimo.
    Io voglio essere umile dimora per coloro che necessitano di aiuto.
    Io voglio vivere senza fuggire, affrontando a testa alta, da persona onesta, i miei detrattori e nemici

    https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&channel=crow&q=voglio+vivere+nomadi+testo

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    Io voglio vivere. Io voglio amare e farmi male, voglio morire di te (Nomadi)

  37.  

    Addì 26 settembre 2019

    In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutto ciò che accadeva e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», altri: «E' apparso Elia», e altri ancora: «E' risorto uno degli antichi profeti».
    Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo.

    Luca 9,7-9

  38.  

    E cercava di vederlo (26 settembre 2019)

    La schiavitù di oggi

    Abbiamo accolto diverse generazioni di Bambini, alcuni molto piccoli che hanno inziato a parlare con noi.
    Per tutti loro si sono avvicendati i vari periodi della crescita e fra questi il temutissimo "periodo del perché"

    Sembra quasi un gioco:

    Perché la barca galleggia?
    Perché è leggera.
    Perché è leggera?
    Perché è stata costruita con materiale speciale adatta a farla galleggiare.
    Perché è stata costruita con quel materiale?
    Perché i costruittori la volevano in vetroresina e non in legno.
    Perché la volevano in vetroresina?
    Perché il legno è bello ma ha bisogno di tanta manutenzione.
    ecc. ecc. ecc.
    Senza fine!
    Almeno fintanto che non la butti nello scherzo del tipo:
    La volevano in vetroresina perché così era talmente leggera da poter volare.
    Perché doveva volare?
    Perché i costruttori erano alieni e avevano bisogno di una navicella per andare sul loro pianeta dove ...
    ed inizi ad inventarti la storia più fantastica che si possa immaginare- E' così che i loro perché si trasformano in silenzio, ed i loro occhi ti supplicano di non fermarti.
    Le cose poi sono due: o ti addormenti tu mentre racconti, o si addormentano loro.

    E noi adulti?
    Siamo abbastanza curiosi?
    Io lo sono certamente, quando non conosco una cosa chiedo, mi informo, leggo da più fonti.
    Il male di oggi, ed è quello dove "qualcuno" voleva si arrivasse, è che non veniamo più stimolati dalla curiosità perché altri ci propinano le loro verità, e noi le prendiamo per vere perché "lo ha detto la tv, si ritrova su internet, nei blog tutti ne parlano".

    Curiosità ragazzi, curiosità! E' il modo migliore per crescere, maturare, capire e ragionare con la propria testa.
    La schiavitù è stata abolita per legge, ma oggi in molti sono schiavi della tecnologia e di coloro che la gestiscono portandoci a comprare certe cose, agire in un certo modo, vestirci in una certa maniera, comportarsi con gli altri secondo certi schemi.
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    Aboliamo la schiavitù, rompiamo le catene che ci legano e cresciamo con il desiderio pieno di passione di conoscere

  39.  

    Addì 27 settembre 2019

    Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?».
    Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto».
    Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio».
    Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
    «Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».

    Luca 9,18-22

  40.  

    Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno (27 settembre 2019)

    Il Terzo giorno

    Rivincite, rivalse, vendette sono cose stupide.
    Fanno male al cuore e spesso ci fanno compiere atti inconsulti provocando odio, scontri più cruenti.

    Quando ci bastonano, quando ci odiano, quando ci augurano la morte non serve a nulla covare rancore, cercare il capro espiatorio.
    La cosa giusta da fare è restare sereni per riflettere con calma sul da farsi.
    Chi ha la coscienza pulita non ha nulla da temere.

    D'altra parte Gesù, che crediate o meno sia il figlio di Dio, predicava il bene, era altruista, viveva di nulla, donava buoni valori, incentivava le persone ad essere migliori, dava loro una speranza.
    E cosa gli hanno fatto?
    E' stato respinto dagli anziani, da coloro che avrebbero dovuto almeno sostenerlo perché parlava di Dio.
    E per cosa?
    Per invidia, per gelosia.
    Lo hanno dichiarato nemico, hanno fatto di tutto per metterlo in croce.
    Ed alla fine ci sono riusciti.

    Crocifisso. Innalzato al pubblico ludibrio. Ucciso per le sue idee di pace e di amore.

    Perché? Non potevano credere in lui, non potevano ammettere di essere corrotti, non potevano ammettere di tenere sotto il loro giogo un'intera popolazione, non potevano pensare che un uomo facesse tanto del bene nel nome di Dio senza nulla chiedere in cambio.
    Gesù era fuori dagli schemi, era un pacifico rivoluzionario, era uno che diceva le cose come le pensava. Era uno scomodo.

    Toh, mi ci rivedo!

    In 33 anni di vita, toh, altra coincidenza, in tanti ci hanno amato, apprezzato, persino osannato.
    In tanti hanno visto i nostri Bimbi crescere, migliorare, divenire adulti, buoni genitori. Ma qualcuno al potere non apprezza l'essere fuori dagli schemi, il confutamento del pensiero politico dominante, il puntare il dito sui servizi sociali deviati, il rivolgersi al giudice per fare chiarezza.
    Ed ecco gli attacchi, ed ecco l'isolamento, ed ecco lo strisciante e subdolo cattivo chiacchiericcio.
    Ma non è bastato loro tutto questo per distruggerci.
    Siamo rimasti in piedi, abbiamo continuato la nostra opera di amore verso i ragazzi, abbiamo continuato ad accoglierli, abbiamo dato loro una famiglia.

    Adesso la messa in croce, il processo sommario, l'inutilità a parlare con chi non vuole ascoltare perché l'unica idea è quella di metterti in croce. di ucciderti, di eliminarti.

    Beh, noi ringraziamo.

    Gesù è stato messo in croce, ed il terzo giorno è resuscitato.
    Potete non crederci, ma una cosa dovete ammetterla tutti, credenti e atei: dopo la sua messa in croce il nome di Gesù è cresciuto, all'inizio con la difficoltà delle persecuzioni, ma l'amore sfonda ogni muro ed oggi, ed in duemila anni, i cattolici sono e sono stati tanti.

    Metteteci in croce.
    Fate pure, anzi, lo avete già fatto, e state certi che risorgeremo più forti di prima.
    Senza vendetta, senza rancore, pieni, ancor di più, di amore per i nostri ragazzi.

    Politici, assistenti sociali, la storia giudicherà tutti noi: voi per aver ostacolato l'amore, noi per aver amato senza se e senza ma dando la nostra vita per i Bambini.
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    E' un onore ed un vanto essere messi in croce da chi non conosce la parola amore

  41.  

    Addì 28 settembre 2019

    In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini».
    Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.

    Luca 9,43b-45

  42.  

    Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini (28 settembre 2019)

    Mucche in fila per essere uccise

    Quando ero piccolo, dieci anni circa, avevo un canino tutto riccioluto di nome Niky.
    Era buffissimo e ghiotto di uva, tanto da prendere al volo ogni chicco tirato in aria: era la gioia di tutti i miei amici.
    Un giorno Massimiliano gli tirò un acino, ma Niky non lo prese ed il chicco cadde a terra.
    D'istinto il mio amico si chinò per raccoglierlo per poterglielo tirare nuovamente, ma Niky, sempre d'istinto, si rigirò e lo morse ad uno zigomo in difesa della sua conquista.
    Non vi dico il sangue!!!

    Mia madre impallidì, corremmo al pronto soccorso e Massimiliano se la cavò, si fa per dire, con tre punti.
    Il nostro canino era vaccinato, tutto in regola, ma in questi casi veniva preso in consegna e messo in quarantena per valutare se fosse affetto da rabbia o altro.
    All'epoca a tal scopo c'erano delle gabbie nei pubblici macelli, ed una volta siamo andati a trovarlo.
    Lo coccolavano sia perché era simpatico, sia perché la mia mamma aveva allungato una lauta mancia al suo custode.

    Quando andai al macello c'era una fila di mucche indirizzate alla morte.
    Gli sparavano un chiodo in testa e queste si accasciavano.
    La scena era piuttosto raccapricciante, tanto che da quella prima ed unica volta non ho più voluto vedere Niky fino al giorno in cui ce lo hanno restituito, lasciando che ci andasse mia madre con regolarità, non solo e non tanto per la mucca che moriva, quanto per le altre che in fila attendevano la loro ora consapevoli di morire.

    Era una lenta agonia che oggi mi fa pensare alle persone malate, a quelle crocifisse dall'opinione pubblica, a coloro che sono prese di mira dal sistema.
    Possiamo difenderci, possiamo combattere, ma essere in fila in attesa di essere uccisi è la cosa più brutta che possa capitare.
    Qualcuno ne esce, magari anche a testa alta, ma a quale prezzo?

    Qualche giorno fa sentivo in televisione di un politico che anni fa è stato arrestato con il consenso del tribunale dei deputati.
    Viene processato, non so come sia andato il primo grado, ed in appello è stato assolto con formula piena per non aver commesso il fatto.
    Il commento dell'ex onorevole: sono stati dieci anni di calvario.

    Si può morire in un istante per un infarto, un incidente, un infortunio, ma morire a fuoco lento è come morire ogni giorno per anni ed anni consumandosi lentamente, e solo i più forti resistono. Il caso Tortora insegna.

    Se si ha la coscienza pulita dobbiamo ripeterci continuamente le parole di Gesù nel Vangelo: continua ad aver fede.
    E così facendo compiere un passo dopo l'altro per far capire al mondo le nostre ragioni avendo fede di riuscirci prima che altri riescano ad ucciderti.
    ----------------------------
    Mai scoraggiarsi se si ha la coscienza pulita

  43.  

    Addì 29 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai farisei: « C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.
    Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
    Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
    Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
    Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
    Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.
    Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.
    E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.
    Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.
    E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.
    Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi ».

    Luca 16,19-31

  44.  

    Neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi (29 settembre 2019)

    Qual'è il peggior sordo?

    Non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire.
    Abbiamo iniziato io e Roberta ad aiutare i Bambini, 21 anni io 17 lei.
    Hanno detto di noi: entusiasmo iniziale, fra poco smetteranno.

    Abbiamo continuato fondando l'Associazione.
    Hanno detto di noi: per qualche anno faranno soldi, poi spariranno con la cassa.

    E' venuta la Guardia di Finanza ed ha controllato ogni aspetto con indagini durate un anno e mezzo. Tutto regolare.
    Hanno detto di noi: hanno nascosto bene i soldi all'estero, vedrai che fra poco spariranno.

    Sono passati dieci anni, ne sono passati venti, ne sono passati trenta e siamo oggi al trentatreesimo anno di vita dedicata ai Bambini.
    E dicono di noi: lo fanno per denaro, nonostante abbiamo messo a disposizione denaro e case di nostra proprietà.

    A nessuno importa se i Bimbi sono felici o meno, se stanno bene, se una volta usciti mantengono il rapporto, se arrivati a diciotto anni decidono di restare.
    Tutto ruota attorno al denaro, è l'unica cosa che importa all'opinione pubblica e agli enti.

    Chi vuole conoscere la Verità su di noi guardi i nostri Bambini e Ragazzi, li interroghi, cerchi di capire come era la loro vita prima di conoscerci e come è adesso, parli con i loro genitori, chieda loro quanto li abbiamo aiutati.

    Siamo sotto attacco, un attacco cattivo, violento da parte delle istituzioni, quelle stesse che dovrebbero proteggere i Bambini e che spesso, mi riferisco ai servizi sociali, hanno altri intenti.

    Che Dio ci protegga dalla cattiveria umana.
    Che Dio abbia pietà di loro nel giorno del giudizio perché noi abbiamo la coscienza pulita, loro no certamente
    ----------------------------
    Il forte diventerà debole ed il debole diventerà forte

  45.  

    Addì 30 settembre 2019

    In quel tempo, sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande.
    Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande».
    Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci».
    Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

    Luca 9,46-50

  46.  

    Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me (30 settembre 2019)

    Accogliere un Bambino

    In 33 anni questo abbiamo fatto: accogliere con amore tanti, tantissimi Bambini

    Senza un tornaconto personale
    Senza risparmiarci
    Dedicando ogni giorno al loro benessere

    Errori? Qualcuno lo abbiamo fatto, è inevitabile, mai per un secondo fine, e semmai sempre per dare priorità al bene del Bimbo piuttosto che alla burocrazia
    Abbiamo lottato contro chiunque, servizi sociali compresi, stesse facendo del male ai Bambini
    Non siamo mai entrati in politica per ricevere favori, come quai tutte le associazioni fanno, caritas compresa

    Ed eccoci qui, a mani nude, bastonati, oltraggiati, criticati, derisi.

    Non importa, è il prezzo da pagare per amare.
    Se tornassimo indietro rifaremmo tutto quello che abbiamo fatto, stando solo più accorti nei confronti di chi ci odia
    ----------------------------
    Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me

  47.  

    Addì 1 ottobre 2019

    Mentre stavano compiendosi i giorni in cui Gesù sarebbe stato tolto dal mondo, egli si diresse decisamente verso Gerusalemme
    e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui.
    Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme.
    Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
    Ma Gesù si voltò e li rimproverò.
    E si avviarono verso un altro villaggio.

    Luca 9,51-56

  48.  

    Egli si diresse decisamente verso Gerusalemme (1 ottobre 2019)

    Volli, sempre volli, fortissimamente volli

    In quarta superiore mi bocciarono. Ero convinto fosse un'ingiustizia.
    Visti i quadri scappai in collina con il motorino e parlando con me stesso decisi di fare due anni in uno, quarta e quinta superiore, per dimostrare, prima a me stesso che agli altri, quanto fosse ingiusta quella bocciatura.
    Ebbi tutti contro, compresi i miei genitori che, pur convinti che mi avessero usato cattiveria, non pensavano che avrei potuto affrontare la maturità studiando il programma di due anni.
    Ma ero deciso. Testa bassa, diciassette anni, mi feci rinchiudere in un collegio il più lontano possibile da Livorno.
    Studiai, studiai, studiai con la frase "Volli, sempre volli, fortissimamente volli" di Alfieri scritta su un cartoncino appiccicato al mio armadio.
    Mi dovetti cimentare con ragazzi razzisti e spacciatori, lontano da casa, dagli amici, dagli affetti, ma avevo solo un intento: riuscire, e riuscii.

    Quando fondai l'Associazione e dopo breve tempo decisi che accogliere, accudire, amare i Bambini sarebbe stata la mia scelta di vita trovai un muro di dissensi.
    Ma ero deciso. Testa bassa, ventun anni e poco più, lasciai tutto, finanche a dormire per un periodo in una baracca in mezzo ai topi. E dopo oltre un trentennio non ho smesso un sol giorno di accogliere, accudire, amare tanti Bambini.

    In trentatré anni di Associazione ho dovuto più volte piegare il capo per le bastonate ricevute, ma dopo le lacrime iniziali per il dolore e la cattiveria subita mi sono sempre rialzato più forte di prima. E sempre sarà così per amore dei Bambini e dei Ragazzi che hanno bisogno di essere accolti con amore.

    Non c'è croce che non si possa affrontare, ma la rinuncia sarebbe far male all'umanità.
    Pensate se Gesù si fosse accordato con i suoi persecutori, se avesse chinato il capo allineandosi alle loro idee. Per duemila anni non ci sarebbero state tantissime persone che, per amore di Dio, avrebbero donato sé stesse al prossimo migliorando le loro condizioni di vita, donando loro una speranza.
    Nonostante gli errori, grandi, gravi, enormi della chiesa nei secoli, l'amore è sempre emerso, ed in nome di quell'amore milioni, miliardi di persone hanno amato il prossimo salendo sulla croce, lieti di essere crocifissi per aver seguito gli insegnamenti di Dio.
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    Chi vuole osa. Chi osa vince

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  49.  

    Addì 2 ottobre 2019

    In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?».
    Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
    Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.
    E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.
    Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

    Matteo 18,1-5.10

  50.  

    Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli (2 ottobre 2019)

    C'è razzismo in Italia?

    Giudicate voi

    Bambini rom, nati in Italia, tolti piccolissimi alle loro famiglie: quasi nessuno li vuole in adozione perché "rom"
    Bambini nati e vissuti in un certo quartiere o in situazioni familiari difficili trovano muri nelle scuole, nello sport, nelle attività ludiche
    Bambini che vivono come sfollati in case abusive sfondate dai genitori vengono trattati al pari degli adulti: sloggiati dalle case senza trovar loro una sistemazione
    Bambini con quoziente intellettivo sotto la norma trovano strade sbarrate e nessuno che li aiuti o si fermi amorevolmente con loro per farli crescere

    E' vero, non c'è razzismo!

    E' buffo vedere che le persone che inneggiano all'affondamento dei barconi si inalberino se vengono chiamate "razziste".
    Questa è la parola per chi fa differenza tra etnie, tra popoli: razzismo!
    Se ci fosse un italiano, un europeo, un occidentale che con la sua barca a vela da centinaia di migliaia di euro stesse annegando, si leverebbero in volo elicotteri, salperebbero navi della marina, tutti ne parlerebbero, tutti sarebbero con il fiato sospeso fino alla sua salvezza.
    Mentre per ottanta africani che annegano nessuno si muove, anzi se qualcuno lo fa si inneggia al collaborazionismo con gli scafisti.

    Ma che mondo di mota!!!

    Razzisti? Certo! Siete razzisti, questa è la parola giust: razzisti!

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    Razzismo è anche disprezzare un Bambino

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