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  1.  

    Addì 14 agosto 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni.
    Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano.
    In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo.
    In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà.
    Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro».

    Matteo 18,15-20

  2.  

    Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo

    Correzioni (brano del 16 agosto 2017)

    A volte, quando vediamo qualcosa che non ci va bene, magari un atteggiamento sbagliato di un nostro amico, preferiamo non dire nulla per non risultare antipatici o per non trovarsi a discussione.
    E' vero che non possiamo ammonire tutti coloro che secondo noi sbagliano, e chi siamo noi per farlo? Chi siamo noi per decidere cosa sia giusto e cosa sbagliato? Ma è pur vero che non possiamo tacere sempre. Con un po' di maturità, data dall'esperienza, dovremmo capire quando sia giusto prendere da parte il nostro amico, ma anche un figlio o un genitore, e dirgli che, a nostro parere sta sbagliando. Ed è nostro dovere farlo, perché solo così potremo sperare che quella persona possa riflettere sui propri errori e magari provare a cambiare.
    Questo comporta anche la possibilità di una discussione e, in taluni casi, purtroppo, anche di ritorsioni, ma non dobbiamo averne timore.
    Ho visto spesso atteggiamenti di menefreghismo da parte di assistenti sociali nei confronti dei bambini che avrebbero dovuto accudire. Ho provato a far capire loro che stavano sbagliando, ma purtroppo spesso c'è voluto l'intervento di un tribunale. Questo ha comportato alcune battaglie, notti insonni, momenti di tensione, ma il pensiero di aver potuto aiutare un bambino ad avere quell'accudimento di cui aveva diritto, mi faceva passare ogni sorta di malumore o tristezza.
    Altre volte si perde, ma anche perdere può essere un guadagno se visto sulla lunga distanza, quindi vale sempre la pena, dinanzi ad importanti e palesi violazioni di un codice etico o morale, prendere una posizione e, con le dovute maniere, dire all'altro cosa pensiamo.
    Avevo diciassette anni quando, su richiesta dell'intera classe, insieme ad un altro ragazzo, andai a parlare con una professoressa che si stava comportando male nei nostri confronti. Non ci diede ascolto e fummo costretti a parlare della spinosa situazione in consiglio di classe. La professoressa, in privato, poi mi disse "ve la farò pagare cara". E fu così che io ed il mio amico venimmo bocciati immeritatamente. Volli dimostrare a questa signora che si era sbagliata, e l'anno seguente mi iscrissi alla quarta superiore, e preparai l'esame da privatista per la maturità con tutte le materie. Riuscii nel mio intento e recuperai l'anno che quella professoressa aveva intenzione di farmi perdere per vendetta. Non le portai rancore, anzi le andai a stringere la mano quando la vidi in chiesa, lasciandola sbigottita - a dire il vero quando mi vide arrivare ebbe anche un po' di paura. Avevo imparato tanto. Avevo imparato a non arrendermi, perché se è giusto dire ciò che si pensa, ci sarà sempre una giustizia, per me divina, che metterà le cose al suo esatto posto.
    ---------------------------
    Il nostro ruolo è quello di ammonire i bambini e ragazzi affinché facciano sempre meglio. Aiutateci in questa nostra missione

  3.  

    Addì 15 agosto 2019

    In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
    Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
    Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
    A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
    Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
    E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
    Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
    D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
    Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
    Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
    Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
    Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

    Luca 1,39-56

  4.  

    Il bambino le sussultò nel grembo (...) d'ora in poi tutti mi chiameranno beata

    Mamme (brano del 31 maggio 2018)

    Le donne hanno una marcia in più, ma le mamme ne hanno due in più.
    Le mamme, quelle vere, sono quelle che non abortiscono, quelle che accolgono i figli non voluti da altre donne, quelle che vivono ogni istante della gravidanza con trepidazione, quelle che antepongono tutto e tutti ai propri figli, quelle che ragionano con loro fino allo sfinimento, quelle che fanno le ore piccole per stirare, quelle che studiano di notte per non perdersi neanche un attimo del proprio bambino, quelle che vanno a lavorare per dare ai figli un avvenire migliore, quelle che non si separano per il bene dei propri figli.
    Dice Maria alla cugina Elisabetta "D'ora in poi tutti mi chiameranno beata": sono certo che si possa dire questo per ogni mamma che non abbandoni il proprio figlio.
    Non giudico chi lo faccia, avrà i suoi motivi e ne risponderà a Dio, ma apprezzo quelle vere mamme capaci di non abbandonare i figli, di esser loro vicine anche quando smattano, vanno in prigione, rispondono male, si drogano.
    Oggi un grazie speciale a tutte le mamme perché la festa della mamma non è solo la seconda domenica di maggio, è ogni giorno perché ogni giorno loro ci sono
    --------------------------
    Bambini abbandonati cercano Mamme vere
    Mamme vere non abbandonate i figli dell'abbandono

  5.  

    Addì 16 agosto 2019

    In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «E' lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?».
    Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola?
    Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi».
    Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?».
    Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così.
    Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio».
    Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi».
    Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso.
    Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

    Matteo 19,3-12

  6.  

    Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi

    Calamite d'amore (brano del 12 agosto 2016)

    Siamo calamite che percorrono le strade del mondo. Attiriamo a noi persone e da altri siamo attirati. A volte l'unione è forte e dura una vita, altre lo sprazzo di un secondo. Mi piace pensare che sia Dio a unirci, a farci incontrare le persone che saranno i compagni di un pezzo della nostra esistenza. Unioni che spesso qualcuno tenta di distruggere, di separare, ma se il connubio è fondato sull'amore nessuno potrà riuscire a distruggere quel rapporto.
    Spesso molti sodalizi, anche forti, si spezzano perché le malelingue insinuano nelle nostre menti fatti o avvenimenti inesistenti o, quantomeno, mal interpretati. Insegno sempre ai miei ragazzi ad ascoltare sempre tutti, a fare le opportune valutazioni, ma prima di ogni altro si deve ascoltare il nostro cuore e dare modo all'altra persona di spiegarci un certo comportamento, un atteggiamento, un modo di fare.
    In un rapporto con le altre persone è innegabile che ci siano scontri e contrasti, a volte lievi, altre volte cruenti, ma se c'è l'amore tra due persone qualunque scontro si supera facendo leva sul bagaglio delle gioie costruite insieme. E' vero che si può cambiare, ma fin tanto che l'amore c'è tra un padre ed un figlio, tra marito e moglie, tra amici non deve esserci nulla che possa dividere o annullare un rapporto.
    A volte le calamite, con il passare degli anni, perdono di potenza, di quella passionalità che è propria della giovane età, ma spesso basta una lucidatina, uno "scusa, ho sbagliato", una corsa in un prato o una giornata insieme per ridare vigore a quella forza magnetica che il nostro cuore è in grado di emanare.
    Lucidate i vostri rapporti, fate una telefonata a chi amate e non sentite da tempo e iniziate dicendo "ti volevo chiedere scusa". Il riconoscere i propri torti è una chiave che apre tante porte.
    ---------------------------------
    Amiamoci fra noi, non facciamo guerre, anche nelle nostre case

  7.  

    Addì 17 agosto 2019

    In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano.
    Gesù però disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli».
    E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.

    Matteo 19,13-15

  8.  

    Lasciate che i bambini vengano a me

    Lasciate che i bambini vengano a me (brano del 18 agosto 2018)

    Una frase del Vangelo dice "Lasciate che i bambini vengano a me".
    In essa c'è raccolta tutta la filosofia ed i principi di Gesù, valori da tenere sempre ben presenti, anche da parte di chi si professi ateo o di altra religione.
    C'è la semplicità di chi si avvicina senza timore a chi è venerato.
    C'è la richiesta di complicità nel gioco della vita.
    C'è la tenerezza di un gesto, di una carezza.
    C'è la difesa verso il debole.
    C'è la famiglia nella quale la presenza dei Bambini indica continuità, vita e speranza.
    C'è l'amore nel suo stato più puro, quello dove si da tutti noi stessi senza chiedere nulla in contraccambio.
    La partenza annuale per Lipari da parte della nostra Associazione è ormai prossima, un'isola nella quale ci sono moltissime persone che lanciano un grido d'amore verso di noi "Lasciate che i bambini vengano a me". Grazie Lipari, arriviamo!
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    Una vacanza da sogno è possibile solo se c'è chi sogna con noi

  9.  

    Addì 18 agosto 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso!
    C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
    Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.
    D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

    Luca 12,49-53

  10.  

    C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!

    Vieni a fare surf con me? (brano del 25 ottobre 2018)

    La mia mamma un giorno mi disse "Se devi stare così male quando organizzi una festa in casa, non faccio più venire i tuoi amici"
    Non era una minaccia o una punizione, ma preoccupazione nel vedere la mia angoscia nel voler organizzare tutto alla perfezione.
    Si, angoscia, perché quando devo fare qualcosa di importante non ci dormo la notte, penso e ripenso ai possibili risvolti, mi immagino mille scenari, mi metto nei panni di chi devo incontrare, studio la sua figura e cerco il modo migliore per interfacciarmi con lui.
    Per me la vita è un'angoscia continua.
    Ed allora molti mi diranno "Così vivi male"
    Ma no, non è vero,, angoscia non è sempre in termini negativi, ma anche apprensione affinché le cose vadano bene, angoscia è adrenalina ai massimi livelli, angoscia è un modo di vivere che ti fa sentire sempre sulla cresta dell'onda con il surf che ti è stato donato il giorno della tua nascita: uno strumento che viene affinato ogni giorno, che cresce con te, che ha bisogno di riparazioni e manutenzione continua perché è quello che ti porterà in mare a cavalcare le onde.
    E' paradossale, ma quando organizzo un evento sto male finché non sia tutto finito perché possa allentare la tensione e dire "E' andata bene"
    Un po' come chi prepara un pranzo sontuoso e vuole che i suoi commensali stiano bene: va a fare la spesa, cucina giorni prima ciò che può mettere in frigo, prepara la tavola, sceglie i vini abbinati con i cibi, dispone i posti a seconda degli invitati, pulisce la sala e fa in modo che tutto sia al suo posto.
    Ma secondo voi si gode la cena? No, perché resta con il fiato sospeso ad ogni boccone che i suoi ospiti ingeriscono, ne studia le espressioni, misura le parole di gradimento scegliendo quali siano quelle dovute per educazione e quelle veramente sincere.
    Solo alla fine della cena, quando tutti gli invitati se ne saranno andati, pur con una montagna di piatti da rigovernare, la cucina in disordine, la tavola da sparecchiare, riuscirà a rilassarsi e solo allora sulla sua faccia apparirà un sorriso di compiacimento, non tanto per un lavoro fatto bene, quanto per avercela messa tutta.
    Una serata di angoscia, ma un'angoscia carica di adrenalina che ti fa sentire vivo.
    E' così che dovremmo vivere la nostra vita su questa terra: sempre pronti, sempre vigili, mettendocela tutta per fare la cosa migliore e, quando si sbaglia, pronti a migliorare imparando da critiche ed errori
    ------------------
    Misuriamo l'oggi in previsione del domani, sopratutto del nostro prossimo

  11.  

    Addì 19 agosto 2019

    Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?».
    Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti».
    Ed egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso».
    Il giovane gli disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?».
    Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi».
    Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.

    Matteo 19,16-22

  12.  

    Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora? (19 agosto 2019)

    Cosa mi manca ancora?

    Chi di noi ruba? Pochi.
    Chi di noi uccide? Ancora meno.
    Chi stupra? Quasi nessuno in confronto ai milioni di persone che non lo fanno.

    Spia rossa accesa: siccome non rubiamo, non uccidiamo, non stupriamo, ci riteniamo brave persone.

    Magari è così, ma non possiamo saperlo.
    Non possiamo sapere se una nostra parola cattiva, un nostro comportamento fuori dalle righe non ha portato qualcuno che abbiamo incontrato nel cammino della vita a rubare, uccidere, stuprare.
    Non possiamo sapere se il nostro "non fare, non aiutare, non dare l'elemosina, non visitare un ammalato, non abbiano portato qualcuno a compiere brutte azioni.

    La domanda che dovremmo porci ogni giorno è: cosa mi manca ancora per essere un'ottima persona?
    Mai arriveremo alla perfezione, e proprio questo ci fa capire che, non essendo perfetti, possiamo ambire ad essere ogni giorno migliori.

    Migliori nel rivolgerci ai nostri figli
    Migliori nel rapporto con gli altri
    Migliori nell'aiuto al prossimo
    Migliori nello star vicino ai genitori

    Cosa mi manca? Domandiamocelo e proviamo a cambiare, non facendo chissà cosa, ma anche solo un piccolo, piccolissimo gesto ogni giorno sarà un grande passo verso un cambiamento importante.
    ------------------------
    Quando ci sembra di essere arrivati, è allora che inizia la salita

  13.  

    Addì 20 agosto 2019

    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli.
    Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli».
    A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?».
    E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».
    Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?».
    E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele.
    Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».
    Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».

    Matteo 19,23-30

  14.  

    A Dio tutto è possibile (brano del 16 agosto 2016)

    La differenza tra il possibile e l’impossibile è il provarci

    Appena cento anni fa l’uomo guardava la luna e sospirava non potendo immaginare che un giorno qualcuno vi potesse fare una passeggiata lasciando la propria impronta. Eppure è successo. Ciò che sembrava irraggiungibile, ciò che ti faceva additare come un visionario è divenuto realtà, grazie a coloro che hanno creduto che “l’impossibile” potesse divenire “possibile”. Il mondo è pieno di conquiste e grandi imprese dovute ad uomini considerati “visionari” nel loro tempo, uomini che hanno saputo guardare lontano, oltre la barriera eretta da chi viveva con il paraocchi. Quindi è facile pensare oggi che qualsiasi cosa possa un domani essere possibile. L’uomo potrà volare autonomamente, le malattie potranno essere tutte debellate, potremo andare oltre i confini della nostra galassia. Non c’è limite all’immaginazione e non c’è limite a ciò che possa divenire “possibile”.
    E allora non saremmo stolti se continuassimo a pensare come impossibili altre cose come la pace nel mondo, cibo e acqua per tutti, rispetto per la natura e per l’ambiente, nessuna violenza, nessun bambino costretto a vivere senza amore? Eppure ancora qualcuno pensa che siano solo utopie, così come definivano pazzi coloro che dicevano “un giorno l’uomo andrà sulla luna”.
    Nulla è impossibile a Dio, fidiamoci delle continue trasformazioni che da secoli osserviamo e tocchiamo con mano. Non siamo stufi di sentirci ripetere “vedi, te lo avevo detto che ci saremmo riusciti”?
    ----------------------------
    La differenza tra il possibile e l'impossibile è il provarci, ma niente può riuscire senza l'aiuto di Dio

  15.  

    Addì 21 agosto 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
    Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.
    Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.
    Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto.
    Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?
    Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
    Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.
    Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
    Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno.
    Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.
    Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro?
    Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te.
    Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?
    Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».

    Matteo 20,1-16a

  16.  

    Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi

    Mussolini, Hitler e tanti altri

    Mussolini era uno che gridava dal balcone di piazza Venezia, e a molti sembrava potesse cambiare il mondo.
    Ma è caduto.
    Hitler governava la Germania con pugno di ferro conquistando mezza Europa, ed un intero popolo lo ha osannato.
    Ma è caduto.
    E quanti altri potremmo citare nella nostra breve esistenza.

    Non ho mai apprezzato Conte: troppo debole, ma ieri ha dimostrato quanto la mitezza e la pacatezza, unite al tentativo di mediazione e alla correttezza siano vincenti.
    Ieri chi urlava nelle piazze ha dovuto far marcia indietro in modo infantile dinanzi ad un piccolo ed onesto Davide. E' stato bello.

    E' stato bello perché ha dato speranza a tutti i "piccoli" messi sotto i piedi dai "grandi urlatori", dimostrando come, perseverando nel proprio cammino, gli ultimi siano primi, e i primi ultimi.
    ----------------------------
    Quando c'è tanto fumo forse si vuol nascondere un arrosto che non c'è

  17.  

    Addì 22 agosto 2019

    In quel tempo, rispondendo Gesù riprese a parlare in parabole ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio.
    Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire.
    Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono gia macellati e tutto è pronto; venite alle nozze.
    Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.
    Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
    Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze.
    Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
    Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì.
    Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.
    Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

    Matteo 22,1-14

  18.  

    Molti sono chiamati, ma pochi eletti (22 agosto 2019)

    Eletti e non eletti

    Quando si va a votare mi ha sempre fatto impressione entrare nel seggio e leggere una sequela infinita di nomi.
    Quanti di questi sono eletti?
    Quando viene indetto un bando desta meraviglia vedere quanti siano chiamati a parteciparvi: migliaia e migliaia di persone.
    Quanti di questi ottengono il posto?
    Quando leggiamo il Vangelo vediamo che tutti siamo chiamati.
    Quanti di noi possono dirsi di buoni principi?

    Chi sventola un rosario nei comizi elettorali, asserendo di credere in Dio e nella Madonna, come può non accogliere il povero, il perseguitato?
    Come può realmente credere di essere eletto (da Dio)?
    ----------------------------
    Essere eletti non significa avere le porte del Paradiso aperte

  19.  

    Addì 23 agosto 2019

    In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».
    Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.
    Questo è il più grande e il primo dei comandamenti.
    E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.
    Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

    Matteo 22,34-40

  20.  

    Amerai il prossimo tuo come te stesso (23 agosto 2019)

    Facciamo un dolce

    Buonisti? Si
    Idealisti? Si
    Utopisti? Assolutamente no

    Non c'è sogno che non possa realizzarsi a meno che non sia contro natura come cavalcare un drago.

    Molti di voi sono bravissimi in cucina, c'è un po' la moda dei programmi tv per migliorarsi nell'arte culinaria.
    Come si procede?
    1) Pensare cosa cucinare: il sogno.
    2) Immaginare la nostra pietanza in tavola e vedere quanto sia apprezzata la presentazione: la meta finale.
    3) Procurarsi gli ingredienti: la pianificazione.
    4) Leggere la ricetta: valutare le varie opzioni.
    5) Cucinare: cimentarsi nell'impresa che abbiamo sognato.
    6) Non scoraggiarsi se la pietanza non viene subito buona come l'avevamo immaginata: gioire anche delle sconfitte per imparare a fare meglio
    7) Presentare in tavola il manicaretto: convinzione in ciò che abbiamo realizzato, cosa che comporterà plausi, gradimenti, critiche e invidie.

    In ogni dolce ci vuole lo zucchero, così in ogni nostro sogno ci vuole la dolcezza dell'amore.
    ----------------------------
    Sognare per vivere e vivere sognando è la miglior ricetta

  21.  

    Addì 24 agosto 2019

    In quel tempo Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret».
    Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».
    Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità».
    Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico».
    Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!».
    Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!».
    Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».

    Giovanni 1,45-51

  22.  

    Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono? (24 agosto 2019)

    Meglio i cani dei Bimbi

    "Lascia perdere questi bimbetti, tutti figli di ...
    Occupati dei cani, loro si che meritano cure, attenzioni, affetto"

    Quante volte ho sentito questa frase.

    Sembra di sentire una frase del Vangelo, pronunciata da Natanaele rivolgendosi a Gesù
    "Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono? "

    Quanti Bimbi si perdono, anche di buone famiglie.
    Ovviamente se uno nasce in una brutta situazioni avrà un numero elevatissimo di probabilità di entrare nella "carriera" delinquenziale.
    Senza ombra di dubbio se nessuno li aiuta ad uscire da quella strada ormai segnata per diritto di nascita entreranno nel baratro nove su dieci.

    Nessuno di noi ha la tracotanza di dire "Li accolgo, li accudisco, li amo e poi li rimetto nel mondo come nuovi e righeranno diritto"
    Piuttosto dobbiamo dar loro semi da usare in caso di bisogno, principi da innestare nel loro dna, esempi per capire che la via facile e contro legge non deve essere presa facendo ricadere le proprie scelte di vita su "un passo alla volta, in salita, con grande fatica investendo uno per ottenere 0,1"

    Alla risposta che in tanti mi fanno "Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono? - Da questi Bimbi può mai venire qualcosa di buono? rispondo:

    Annalisa ieri: Bambina prostituta, sedicenne per cui vendersi era la norma, sempre piena di denaro, bastava solo darsi
    Annalisa oggi: Mamma con un lavoro

    Marco ieri: Picchiato, bruciato con le sigarette, esempi di madre prostituta e fratelli drogati, spacciatori e ladri
    Marco oggi: dopo una strada intrapresa a diciotto anni nella droga, dopo tre ne uscito a testa alta grazie, dice lui "Ai principi che voi mi avete insegnato"

    Giorgia ieri: avviata alla prostituzione nel suo paese, una mamma prostituta, border line con frequenti e lunghi ricoveri in psichiatria in età adolescenziale
    Giorgia oggi: mamma con un bellissimo Bambino, seguita dal centro donne che, a loro dire, la considerano come la miglior mamma che abbiano mai visto

    Quindi alla domanda della gente "Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?" rispondo
    CERTO CHE SI, ma dipende da noi, dal nostro investimento fatto con amore su questi cuccioli d'uomo
    ----------------------------
    Una candela ridotta al lumicino può dare luce a mille stanze se la sua fiamma flebile è protetta dalla nostra mano

  23.  

    Addì 25 agosto 2019

    In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
    Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.
    Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.
    Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze.
    Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!
    Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.
    Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.
    Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi».

    Luca 13,22-30

  24.  

    Sforzatevi di entrare per la porta stretta (25 agosto 2019)

    Sacrifici e benefici effetti

    Nella discoteca "Lanterna Azzurra" di Corinaldo l'unica via di salvezza era un porta stretta.
    Nella nostra vita l'unica via di salvezza è una porta stretta.

    Vuoi un buon lavoro e costruirti un futuro? Studia con tutte le tue forze, fatica, impegnati, conquista con le unghie e con i denti un buon voto. Un passo alla volta, ogni giorno, per mesi, anni.
    Vuoi un buon rapporto con le persone? Ogni giorno della tua vita devi trattenere l'impulso, sorridere, stare vicino, risolvere i problemi degli altri, ascoltare senza pretendere mai nulla.
    Vuoi avere una speranza di vita eterna? Ogni istante della tua vita devi dare amore, sacrificarti per il prossimo, vivere ogni giorno come fosse l'ultimo e programmare qualcosa di importante senza cercarne il merito affinché altri colgano i frutti del tuo lavoro.

    Questa è la porta stretta nella vita.

    Cerchi un guadagno facile?
    Cerchi una rapporto dove prendere per sé il più possibile?
    Cerchi la glorificazione personale?

    Accomodati e passa dalla porta larga e comoda, chissà cosa troverai oltre quel portone.

    I politici guardano al proprio orticello, al potere che riceveranno da certe manovre, ai favori che altri gli dovranno.
    Non guardano al bene del popolo, ai suoi bisogni perché se così fosse dovrebbero compiere azioni impopolari guardando al futuro.
    Lo vedo nell'affido: aiutare un Bambino oggi significa attirarsi le ire di molti, ma vorrebbe anche dire regalare la possibilità di un futuro migliore a quel bambino una volta divenuto uomo. Moltiplicate questo per cinque milioni. Cinque milioni di Bambini in situazioni di grave disagio sui quali si potrebbe oggi intervenire con misure di sostegno, forse impopolari, che non porterebbero frutto nell'immediato, che vedrebbero aumentare la spesa pubblica che in qualche modo deve essere sostenuta con maggiori tasse o con la privazioni di alcuni benefici, ma che fra dieci/quindici anni vedrebbero una società migliore, con meno delinquenti, con genitori più affidabili, con scuole migliori.
    Certo è difficile che un politico autore di una tale riforma possa essere ricordato fra quindici anni traendone qualche beneficio, anche perché potrebbe non essere più nemmeno un politico, ma sarebbe stato lui l'artefice di un cambiamento epocale, certamente impopolare, per il quale spendere la propria vita e vivrebbe per sempre nel cuore di milioni di ex Bambini.

    Nel nostro piccolo è quello che cerchiamo di fare noi: dedicare la nostra vita per un cambiamento strutturato e definitivo almeno per qualche ragazzo.
    Se a livello nazionale un politico facesse la stessa cosa migliorerebbe la nostra società.
    ----------------------------
    I grandi cambiamenti passano per la porta stretta del sacrificio

  25.  

    Addì 26 agosto 2019

    In quel tempo, Gesù parlo dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci .
    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi.
    Guai a voi, guide cieche, che dite: Se si giura per il tempio non vale, ma se si giura per l'oro del tempio si è obbligati.
    Stolti e ciechi: che cosa è più grande, l'oro o il tempio che rende sacro l'oro?
    E dite ancora: Se si giura per l'altare non vale, ma se si giura per l'offerta che vi sta sopra, si resta obbligati.
    Ciechi! Che cosa è più grande, l'offerta o l'altare che rende sacra l'offerta?
    Ebbene, chi giura per l'altare, giura per l'altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che l'abita.
    E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso."

    Matteo 23,13-22

  26.  

    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti (26 agosto 2019)

    Ipocrisia

    Quante volte vi hanno detto: "lavora di più, sei un lavativo", e poi erano i primi a non fare nulla, oppure "devi sacrificarti per gli altri", e poi sono i primi a buttare via montagne di denaro per cose stupide e personali, o ancora "non devi fare questo peccato" e poi sono i primi a fare molto peggio.

    L'ipocrisia è una brutta bestia: è quella che ti fa pontificare, dare consigli morali per far vedere di essere bravi, ma poi c'è una bramosia personale che spinge il consigliere a divenire carnefice.

    L'ipocrisia c'è sempre stata e sempre ci sarà, ma bisogna stare attenti a non fare di tutta un'erba un fascio perché non tutti coloro che parlano di amore sono ipocriti.

    C'era un sacerdote che era fra le persone più ipocrite che mai abbia conosciuto: andava solo dove c'erano soldi, faceva vacanze da sogno, comprava macchine con i soldi della chiesa.
    C'è da dire però che le sue prediche erano bellissime e rimanevo colpito nell'ascoltarle.
    Lui era ipocrita, è vero, ma ciò che diceva restava comunque bello ed era un grande insegnamento.

    Ho imparato a giudicare il peccato e non il peccatore.
    Parimenti ho imparato ad apprezzare il predicato, pur non apprezzando il predicatore.

    Io mi permetto di dire le cose che secondo me bisognerebbe fare, quelle che ritengo giuste, non per dare un insegnamento ma per condividere un pensiero, un principio, un'idea, pur nella consapevolezza di sbagliare la maggior parte di esse.
    Quando scrivo infatti immagino sempre di dirlo a me stesso, come un monito a fare bene.
    La mia non è ipocrisia, almeno spero, ma la mia natura di uomo peccatore capace di sbagliare settanta volte sette ogni giorno, ma con il desiderio di guardarmi ogni sera allo specchio sperando di vedere una persona un pelino migliore rispetto alla sera prima.

    Non giudicate me, giudicate quanto scrivo e prgate per me affinché possa essere una persona migliore
    ----------------------------
    Apprezziamo quanto di buono ci viene detto, anche se dovesse arrivare da una persona cattiva e falsa

  27.  

    Addì 27 agosto 2019

    In quel tempo, Gesù parlo dicendo: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'anèto e del cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.
    Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!
    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza.
    Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto!
    "

    Matteo 23,23-26

  28.  

    Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto (27 agosto 2019)

    Essere liberi di essere schiavi

    C'era un ragazzo che ambiva ad essere cavaliere, ma aveva un problema: non riusciva a montare in sella.
    Ogni volta che ci provava il cavallo si muoveva, oppure sgroppava un pochino, e comunque il ragazzo non aveva la forza per darsi lo slancio indossando l'armatura.
    Un giorno, prima di fare l'ennesimo tentativo, si mise in ginocchio e pregò Sant'Antonio affinché gli desse la spinta necessaria per salire in groppa al suo destriero.
    Fu così che si cimentò di nuovo nella titanica impresa, ma si dette talmente tanto slancio da superare la sella e rovinare indecorosamente dalla parte opposta finendo a terra.
    Alzando gli occhi al cielo disse "Troppa grazia Sant'Antò"

    Questo è stato il cammino dell'umanità: ambire alla democrazia e alla libertà tanto da averne così tanta da essere troppa.

    Oggi c'è libertà su tutto: libertà sessuale, figli lasciati liberi di fare ciò che vogliono, libertà di offendere, libertà di inquinare.
    Tralasciando il fatto, non poco importante, che la mia libertà finisce dove inizia la tua, ci siamo dimenticati che la vera libertà è quella di scegliere di essere schiavi, schiavi per amore.

    Un genitore, per essere veramente un buon genitore, deve essere schiavo del proprio figlio, dedicandogli tutto il tempo possibile, senza però soffocarlo, anche dicendogli dei no purché impieghi il suo tempo anche per spiegargli le motivazioni del rifiuto, e nel dargli alternative. Mi viene in mente un auspicabile no ai telefonini, ed un no a videogiochi e tv barattandoli con del tempo trascorso a fare funghi, un gioco da tavola, passeggiate al mare o in montagna, gite e vacanze insieme, dove per "insieme" non si intende si viaggia con lo stesso aereo, si alloggia nello stesso albergo, poi che sia vacanza l'uno dall'altro.

    Quante conquiste abbiamo fatto. Troppe!
    Forse sarebbe l'ora di fare un passo indietro e compiere qualche rinuncia per il bene del prossimo.
    ----------------------------
    Essere liberi di essere schiavi è la più grande fra tutte le libertà conquistate dall'uomo

  29.  

    Addì 28 agosto 2019

    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume.
    Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità.
    Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti,
    e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti;
    e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti.
    Ebbene, colmate la misura dei vostri padri!

    Matteo 23,27-32

  30.  

    Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! (28 agosto 2019)

    10 - 2 = 8 + 2

    Con l'esempio diamo ai figli pregi e difetti.
    Siamo chiamati a colmare la misura dei nostri genitori seguendo gli esempi buoni e scartando i loro difetti, così da trasmettere ai nostri figli più cose buone possibili.

    E' matematica: i genitori ci danno 10, da questo dobbiamo togliere 2 che sono i difetti, incassare 8 e aggiungere 2 del nostro per colmare la misura.
    E così via, di genitore in figlio migliorando il mondo.

    Nelle nostre riunioni serali insegno sempre ai miei ragazzi a ringraziare i genitori per tutto quello che gli hanno dato, comprese le cose brutte che, spesso per ignoranza, hanno dovuto vedere e subire. Grazie perché si imparano cose negative che ci hanno fatto male e, per non fare male ai nostri figli, dobbiamo imparare a non farle.

    Ci sono tanti figli che purtroppo non hanno avuto l'affetto dei propri genitori, ed è una sofferenza, ma non si deve cadere nell'errore di perpetrare la cosa, anzi deve essere la forza per donare ai figli quello che avremmo voluto ricevere noi e ci è mancato.
    ----------------------------
    Doniamo ai nostri figli quello che non è stato donato a noi

  31.  

    Addì 29 agosto 2019

    Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva sposata.
    Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello».
    Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
    Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea.
    Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla ragazza: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò».
    E le fece questo giuramento: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno».
    La ragazza uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista».
    Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo: «Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista».
    Il re divenne triste; tuttavia, a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
    Subito il re mandò una guardia con l'ordine che gli fosse portata la testa.
    La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
    I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

    Marco 6,17-29

  32.  

    Nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri

    Un cuore con la tastiera (brano del 29 agosto 2016)

    In ogni vicenda negativa si deve trovare sempre l'aspetto positivo ed il giusto insegnamento. Guardate quanta solidarietà si è scatenata dopo il terremoto.
    Nel brano del Vangelo in cui Erode fece uccidere Giovanni il Battista si legge questa frase "Nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri". Erode ascoltava Giovanni anche se gli diceva cose a lui sgradite e ci rifletteva sopra.
    Quando qualcuno ci rimprovera o ci dice qualcosa che non rientra nel nostro modo di pensare tendiamo a chiudere il cuore e la mente, a dare spiegazioni fantasiose al comportamento altrui, ma così non va bene, così chiudiamo la porta al dialogo e non ci apriamo a possibili spiegazioni che non riusciamo a vedere, ma che potrebbero farci comunque riflettere. Quante volte vi sarà capitato di impermalosirvi perché una persona della vostra famiglia è entrata in casa e non vi ha salutato. Serbate il dispiacere nel vostro animo, ma forse se chiedeste spiegazioni e ascoltaste vostro figlio, vostro marito, vostra moglie senza accusarlo di non avervi salutato, magari scoprireste che lo ha fatto mentre voi eravate distratti da altra faccenda e non lo avete sentito. Basta poco a volte per chiarirsi, ma troppo spesso chiudiamo le porte agli altri. Ora ci sono gli sms, i messaggi su whats app e con essi si lanciano pietre, si emettono giudizi e condanne senza appello. Conosco persone che attraverso i messaggini hanno chiuso storie durate più di dieci anni.
    Se nostro Signore avesse voluto che comunicassimo con i messaggi avrebbe creato una mano a forma di telefono, invece ci ha dato cuore, bocca e orecchie, e questo è l'unico modo per comunicare veramente con le persone alle quali vogliamo bene.
    A volte non c'è il tempo, a volte non c'è l'occasione è vero, ma come facevamo prima dell'avvento dei cellulari? Si aspetta, magari si usa quel tempo per riflettere e poi si parla. Si parla per dialogare, non si messaggia. Non voglio fare il retrogrado che dice "ai miei tempi era diverso", come mi urtava il sistema nervoso quando me lo diceva mio padre, ma è pur vero che i ragazzi, ed anche molti quarantenni ormai, sono incapaci di parlare e delegano ai telefoni e ai messaggi di farsi interpreti dei loro sentimenti. Ma come si fa a dare un'intonazione con un sms, un sorriso, un abbraccio quando le parole diventano troppo pesanti? Come si fa a vedere il pentimento sulla faccia dell'altro, come si fa ad asciugare le sue lacrime? Ragazzi utilizzate il cellulare per divertirvi, per dire "mamma sto arrivando, butta la pasta", ma usate la bocca per dialogare, per esprimervi, non lasciate che la tecnologia impianti dentro di voi un cuore falso fatto di microchips.
    ----------------------------
    Parlate, non stancatavi mai di farlo

  33.  

    Addì 30 agosto 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo.
    Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell'olio in piccoli vasi.
    Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono.
    A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!
    Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade.
    E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono.
    Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene.
    Ora, mentre quelle andavano per comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa.
    Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici!
    Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.
    Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora."

    Matteo 25,1-13

  34.  

    Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora

    Un treno che passa, un'occasione persa

    Molti ragazzi hanno visto i loro genitori venire a tavola in canottiera, fare versi poco carini durante il pasto, grattarsi le parti intime senza ritegno o mettersi le dita nel naso davanti a tutti. E molto altro ancora.
    In questi casi non è facile insegnare ai ragazzi le buone maniere perché non capiscono per quale motivo il nostro modo di comportarsi debba essere migliore di quello dei propri genitori.
    Un grande aiuto ce lo danno le persone che vengono a trovarci perché notano la loro educazione e si sperticano in complimenti, facendoli felici e facendo loro capire che è cosa buona.
    Il problema sta però nel fatto che spesso tengono un comportamento con noi diverso da quello che poi hanno con gli amici o con la propria famiglia.
    Magari in quei momenti di maleducazione vengono osservati da altri che poi li scansano, facendo loro perdere delle belle occasioni di amicizia e la possibilità di uscire dal ghetto culturale in cui sono nati. Parimenti un loro modo di fare può allontanarli da buone prospettive d lavoro o di coppia.
    Nella vita dobbiamo sempre essere pronti a qualunque evenienza perché non si sa mai chi o cosa incontreremo dietro l'angolo. E' per questo, come dico sempre ai miei ragazzi, che alla sera, prima di andare a letto, ci dobbiamo pulire non solo i denti, ma anche l'anima, la nostra coscienza perché quella notte potrebbe essere il momento dell'incontro con Dio.
    ----------------------------
    Oggi avete l'occasione di fare qualcosa per i Bambini
    Non aspettate domani, potrebbe essere troppo tardi per voi e per loro

  35.  

    Addì 31 agosto 2019

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Un uomo, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
    A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì.
    Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque.
    Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due.
    Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
    Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro.
    Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque.
    Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
    Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due.
    Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
    Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.
    Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso;
    avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse.
    Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti.
    Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
    E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».

    Matteo 25,14-30

  36.  

    Sei stato fedele nel poco

    Pochi talenti

    In pochi hanno un'intelligenza tale da fare grandi scoperte scientifiche e meritare un nobel.
    In pochi sono così bravi da saper costruire una casa o una barca per proprio conto.
    In pochi riescono ad esprimere la propria arte a livelli internazionali.
    Eppure ci sono migliaia di ricercatori, migliaia di artigiani, migliaia di artisti.
    Il mondo non si regge sull'intelligenza o sulla bravura di pochi privilegiati, ma sul lavoro quotidiano e costante di milioni di persone che sono mediocri in ciò che fanno, ma mettono cuore e passione in ogni loro azione.
    Se abbiamo un quoziente intellettivo pari a cento oppure a dieci possiamo aiutare il prossimo comunque, faremo ciò che possiamo e che sappiamo, ma avremo certamente contribuito al benessere generale. Colui che invece nasconde sotto terra i propri talenti per la paura di non saperli usare, o pensando non siano abbastanza apprezzati, sbaglia perché anche le briciole sono parte della pagnotta, e non c'è nota troppo piccola che non contribuisca, se inserita in uno spartito, a regalare al mondo una musica meravigliosa.
    Se un bambino ha bisogno di aiuto e protezione perché vittima di abusi e maltrattamenti in famiglia ci sarà chi lo aiuterà accogliendolo nella propria casa in affido, altri compreranno per lui vestitini ed occhiali, altri ancora lo cureranno gratuitamente, qualcuno lo stimolerà a studiare, altri gli daranno una carezza una sera a cena o faranno una preghiera per lui, taluni pagheranno i suoi studi ed altri ancora lasceranno i loro beni in eredità per dare la possibilità di accogliere tanti più bambini. Ognuno a modo suo ha messo a disposizione i suoi talenti, e ciascuno ha contribuito a proteggere un bambino dagli abusi subiti dai suoi familiari. Ma coloro che pur avendone le possibilità, economiche o fisiche, non mettano a disposizione del prossimo le proprie risorse ed il proprio tempo sono destinati ad essere rimproverati da Dio (o dalla vita se preferite) per aver ricevuto dei doni, pochi o tanti che siano, ed averli sotterrati per paura di usarli.
    ----------------------------
    Nessuno è così povero da non poter donare un sorriso

  37.  

    Addì 1 settembre 2019

    Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.
    Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto.
    Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.
    Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
    Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
    Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

    Luca 14,1.7-14

  38.  

    Quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi

    Sciame sismico (28 agosto 2016)

    In una stanza c'erano due famiglie. La prima composta da papà, mamma, Michela di otto anni e Francesco di cinque, mentre nella seconda c'erano papà, mamma, nonna, Jussuf di otto anni, Aamaal di cinque, Abdul di tre e Hadiya di diciotto mesi. Entrambe le famiglie erano sedute a due tavoli distinti, tavola apparecchiata, ma non c'era nulla da mangiare. Con un buon tam tam erano state invitate le persone a venire in questo luogo per portare qualcosa da mangiare alle famiglie povere ospitate. Entra una signora con due buste della spesa piene di cibo, si guarda intorno e va diretta dalla prima famiglia alla quale lascia tutto ciò che ha portato. Subito dopo entrano due coppie di fidanzati portando una scatola di pomodori pelati, latte, zucchero e biscotti, si guardano intorno e vanno dalla prima famiglia intrattenendosi a parlare con loro per capire meglio la loro situazione e poterli aiutare ancora. Entrano altre decine di persone, ciascuno con il suo pacco alimentare, e tutte vanno da Michela, Francesco e dai loro genitori. Sono talmente carichi di roba da mangiare al punto che il direttore della stanza è costretto a dire a chi entra di non portar loro più nulla che andrebbe sprecato. Jussuf, Aamaal, Abdul e Hadiya rimangono senza nulla da mangiare.
    Vi sembra giusto? No certamente, eppure milioni di italiani in questi giorni hanno fatto proprio così, e la cosa si ripete in ogni occasione.
    Qualche giorno fa c'è stato un terremoto, lo sapevate? Certo che lo sapevate, che stupido, ne ha parlato così tanto la televisione che era impossibile non conoscere nei minimi dettagli quanti granelli di polvere fossero stati sollevati. Non ci sono altre notizie da giorni se non quelle relative al terremoto. Bellissima la solidarietà che si è innescata, come accade sempre per fortuna, con mille iniziative, alcune anche a carattere internazionale che avranno durata per un anno. Sono fiero di questo, fiero di tutte queste persone che hanno messo mano al portafoglio ed hanno inviato uno o due euro ciascuno raccogliendo così alcuni milioni in pochi giorni. E' così che si fa. Quando c'è un bisogno dobbiamo dare anche poco ma bisogna farlo tutti insieme, in modo da raggiungere il risultato.
    Ma una cosa non mi torna. Avevate il televisore spento quando il giorno prima, o quello prima ancora, o quello ancora prima la Russia, gli Stati Uniti, i francesi o chi per loro hanno bombardato le città della Siria facendo crollare case, palazzi, scuole, ospedali? Avevate il televisore spento quando raccontavano di bambini e intere famiglie sepolte sotto cumuli di macerie? Non avete visto le bare dei bambini? Forse eravate distratti, o forse ci siete abituati, o forse la televisione ne ha parlato troppo poco. Fatto sta che ci sono terremotati di serie A e terremotati di serie B, bambini sepolti vivi per i quali si piange e bambini per i quali non si versa una lacrima, per i quali un gesto di solidarietà è considerato superfluo perché sono lontani, perché sono diversi, perché sono arabi, perché sono musulmani, perché se la sono cercata. Perché? Perché un bambino deve essere diverso da un altro?
    Da un lato i governi occidentali fanno a gara per aiutare i terremotati, dall'altra provocano loro stessi i terremoti lanciando bombe su case e città.
    Io la chiamo ipocrisia, voi come la chiamate?
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    Rimboccatevi le maniche per aiutare i tanti bambini che hanno bisogno di voi, salverete così la vostra vita

  39.  

    Addì 2 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere.
    Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.
    Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui.
    Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi».
    Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?».
    Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!».
    Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria.
    Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
    C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
    All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
    Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

    Luca 4,16-30

  40.  

    Lo Spirito del Signore è sopra di me

    Speranza

    Ognuno di noi è chiamato a fare qualcosa di buono nella vita, chi a fare il genitore, l'insegnante, il predicatore, l'allenatore, l'educatore, il missionario e tutte le cose buone che ogni giorno tanti di noi fanno, ma tutti siamo stati designati a portare speranza nella vita di altri. Non passa giorno che qualcuno non ci racconti le sue pene, la malattia di un genitore, la sofferenza per la morte di qualcuno, l'immigrazione forzata per scappare da sofferenze, la famiglia lontana, la perdita del lavoro, il cattivo rapporto con il coniuge o con i figli, l'impenetrabilità della burocrazia, i conti in rosso e così via. Cosa possiamo fare noi? Come mai tanta gente si sfoga con i suoi problemi? Quasi mai è alla ricerca di una soluzione, ed allora perché ne parla? Tutti coloro che soffrono vogliono da noi una parola di speranza, un consiglio su come fare per andare avanti, superare la tragedia, convivere con il problema. Desiderano da noi non tanto una pacca sulla spalla o l'incoraggiamento, ma proprio la speranza, l'indicazione non tanto della strada da prendere, quanto la direzione verso la quale guardare per trovare la luce ed uscire dal tunnel nel quale sono precipitati. Non c'è soluzione alla morte di un figlio, di un marito, della moglie. Non c'è soluzione all'amputazione di un arto o ad una vita in sedia a rotelle. Non c'è soluzione alla perdita della vista o dell'udito, ma c'è la speranza di poter proseguire la nostra vita forti della brutta esperienza, grati a Dio per tutto quello che ancora abbiamo. Dalla morte di una persona cara possono nascere nuovi obiettivi che riempiono l'esistenza di sorrisi di bambini, anziani, immigrati che possiamo aiutare. Doniamo al nostro prossimo la speranza, a questo siamo chiamati.
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    Ogni sofferenza porta in sé il germe della gioia
    Basta credere ed avere fede ed ogni tristezza si trasformerà in gioia.

  41.  

    Addì 3 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù discese a Cafarnao, una città della Galilea, e il sabato ammaestrava la gente.
    Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità.
    Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: «Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di Dio!».
    Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». Eil demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male.
    Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?».
    E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione.

    Luca 4,31-37

  42.  

    Taci, esci da costui!

    Per poter parlare bisogna tacere

    Quando abbiamo mal di stomaco dobbiamo in qualche modo liberarci, così è lo stesso quando stiamo male dentro per qualcosa. Tenere i nostri pensieri nel cuore provoca un malessere sempre crescente, finanche a morire dentro e restare solo una scatola vuota. Ho visto in tanti miei ragazzi, ma anche in tanti amici, questa incapacità a parlare dei propri problemi, a dire ciò che provano e, quando lo fanno spesso accade con rabbia creando altri dolori. Per poter parlare occorre tacere. Belli i controsensi, sono come uno schiaffo che ci fa prestare attenzione. Se vogliamo tirare fuori la rabbia che abbiamo dobbiamo prima imparare a trovare dentro di noi un minimo di equilibrio per evitare di ferire chi ci ascolta, e per farlo dobbiamo stare in silenzio, dobbiamo riflettere, dobbiamo far luce sulle cause che ci fanno male cercando però di non dare un sola spiegazione, quella che la gelosia, l'invidia, l'egoismo in quel momento ci trasmettono, ma provando a trovare più strade da valutare. Una volta fatto questo sforzo bisogna parlare con gli altri cercando di non sputare sentenze, ma ascoltando altre possibili idee sul perché dei fatti che ci hanno così profondamente feriti. A volte la verità sta nel mezzo, altre volte siamo lontanissimi da essa, ma facendoci dei film rischiamo di farci ancora più male, un po' come l'indemoniato di cui parla il Vangelo che tanto strepitava facendo solo del male a sé e agli altri. E' bastato ridurlo al silenzio affinché il male uscisse da lui.
    E' difficile con i ragazzi quando sono feriti e spaventati, ma il modo migliore è abbracciarli, dar loro il nostro amore, accoglierli. All'inizio butteranno fuori rabbia e dolore, qualcuno alzerà le mani per colpirci, altri urleranno parole cattive per ferire, ma è il male che è dentro di loro a parlare, sono le persone cattive che li hanno violentati nell'anima ad esprimersi. Dobbiamo restare calmi semplicemente amandoli e, con pazienza, la cattiveria uscirà da loro. Ho visto ragazzi spaccare scrivanie, minacciare gli adulti, dare di matto contorcendosi per terra, ma tutto è stato vinto con l'amore e questi ragazzi sono tornati a vivere
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    Una carezza, un gesto, una donazione, una preghiera
    Decidete voi cosa fare, ma fate qualcosa per loro

  43.  

    Addì 4 settembre 2019

    In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei.
    Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli.
    Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva.
    Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo.
    Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro.
    Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
    E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

    Luca 4,38-44

  44.  

    Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato

    Seminare tanti sorrisi di bambini

    Viaggiare con i bambini e i ragazzi è certamente una gioia ed una grande promozione verso l'Associazione, ma sopratutto verso l'affido, con la speranza che sempre più persone possano aiutarci a crescere, o possano accogliere un bambino nella propria famiglia.
    Già durante il viaggio di andata sono state tante le persone che ci hanno avvicinato per chiederci chi fossimo, restando colpiti dalla nostra storia, ma sopratutto dal sorriso e dall'affetto dei nostri bimbi.
    Dall'ufficiale della Siremar/TTTlines alla signora con il marito e persino un gruppo di ragazzi ungheresi che si recavano alla festa del fuoco di Stromboli, lasciandoci con la promessa di venire a trovarci in Toscana per insegnare ai bimbi tanti bellissinmi giochi.
    Anche al nostro arrivo abbiamo trovato una calorossisima accoglienza, sia da parte di chi aveva aperto le porte della propria struttura per ospitarci - Hotel Casajanca, Eolian Residence, Casa Vacanze Stella del Mattino, Mistral Residence, Agriturismo Zu Pino - sia dalle persone che da sempre ci conoscono e ci attendevano a braccia aperte, coinvolgendo anche una coppia di svizzeri che hanno persino lasciato un'offerta. Un seme che si sparge. Non tutti i semi vengono accolti dalla terra, ma a noi non deve interessare, dobbiamo seminare lasciando che i nostri bimbi parlino per noi con i loro sguardi pieni d'amore
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    Abbiamo bisogno del vostro aiuto per seminare

  45.  

    Addì 5 settembre 2019

    In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
    Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca.
    Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca».
    Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
    E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
    Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano.
    Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore».
    Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».
    Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

    Luca 5,1-11

  46.  

    Signore allontanati da me che sono un peccatore

    Un assassino esce di prigione per buona condotta

    Se un bambino fa qualcosa di sbagliato, i suoi genitori lo brontolano e la sgridata sarà maggiore se il figlio dovesse negare l'evidenza. Qualora invece il bimbo, una volta scoperto, ammettesse le sue colpe e chiedesse scusa, la punizione sarebbe per lui certamente meno forte. Ma quando il ragazzo, ancor prima di essere scoperto, avesse il coraggio di dichiarare le proprie responsabilità ai genitori, troverebbe in loro sicuramente una maggiore disponibilità al perdono e, con molte probabilità, a seconda della gravità dei casi, non ci sarebbe neanche una punizione che ha di norma lo scopo di far riflettere su ciò che è stato fatto di sbagliato.
    A volte ci stupiamo nel vedere che persone che hanno fatto grossi errori nella vita trovino grazia agli occhi di Dio.
    Ma se è vero, come è vero, che il Signore è un padre buono è perfetto avrà come unico desiderio la correzione e la salvezza di noi figli. Dio è un padre che continuamente ci sprona a comportarci bene, ma quando sbagliamo fa finta, molto spesso, di non vedere perché vuole che sia l'uomo a capire il proprio errore è a chiedere perdono.
    Pietro disse a Gesù di essere un peccatore ed il Signore gli riempì la barca di pesci.
    Impariamo anche noi l'umiltà, e quando si sbaglia si abbia il coraggio di ammetterlo chiedendo perdono. Ciò che ne ricaveremo sarà la carezza dolce e consolatrice di Dio e talvolta anche quella delle persone nei confronti delle quali abbiamo sbagliato
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    Abbiamo bisogno di voi, del vostro sostegno
    Tanti i bambini che seguiamo

  47.  

    Addì 6 settembre 2019

    In quel tempo, gli scribi e i farisei dissero a Gesù: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!».
    Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro?
    Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno».
    Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio.
    E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti.
    Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi.
    Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».

    Luca 5,33-39

  48.  

    I tuoi mangiano e bevono

    Gioia e allegria

    Una frase bellissima che mi è sempre piaciuta dice "misericordia io voglio non sacrificio". Ci sono troppe religioni che impongono grandi sacrifici a coloro che credono, ma per me è una cosa sbagliata perché se amare Dio significa amare il prossimo, come potremmo amarlo digiunando, come potremmo amarlo sacrificandoci e sacrificando costoro con mille vessazioni. Se amare Dio è amare il prossimo bisogna essere gioiosi e allegri. Pensate ad una persona anziana sul letto di morte, non vorrà certo vedere musi lunghi colmi di tristezza, ma avrà bisogno di vedere negli ultimi anni della sua vita gioia e allegria. Pensate ai bambini, come si può educarli dando loro una serie infinita di vessazioni? Come possono digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma se lo sposo è Dio, e se Dio è il nostro prossimo, come possiamo digiunare quando i bambini, gli anziani, i carcerati sono con noi? Dobbiamo vivere una vita di gioia e di allegria, questo non significa spensierata ma vuol dire certamente occuparsi dei problemi degli altri, ma cercando di avere sempre il sorriso sulle labbra perché una delle cose più importanti che possiamo donare al nostro prossimo è proprio la nostra allegria
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    Donateci un sorriso

  49.  

    Addì 7 settembre 2019

    Un giorno di sabato; Gesù passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
    Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?».
    Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni?
    Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
    E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato».

    Luca 6,1-5

  50.  

    Perché fate ciò che non è permesso di sabato?

    Regole lecite e non lecite

    In ogni contesto di gruppo, sia esso un comune, una nazione, una famiglia, un'associazione ci sono delle regole, delle cose lecite e delle cose non lecite. A volte però bisognerebbe domandarsi però ciò che è giusto e ciò che non lo è perché le regole devono essere a favore dell'uomo non contro di lui. Con i figli, ad esempio, nel permettere e nel proibire bisogna capire quali e quanti danni facciamo pensando, in buona fede sicuramente, a tutelarli. Lasciare loro la libertà che chiedono non sempre è a favore loro così come ristringerla impedendo loro di fare certe cose può essere un danno maggiore che non permetterglielo
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    Aiutateci a rendere i nostri bimbi liberi e felici, abbiamo tanti progetti, ma abbiamo bisogno di voi