Vanilla 1.1.2 is a product of Lussumo. More Information: Documentation, Community Support.
Addì 17 marzo 2018
In quel tempo, all'udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Questi è davvero il profeta!».
Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea?
Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?».
E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso.
Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto?».
Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!».
Ma i farisei replicarono loro: «Forse vi siete lasciati ingannare anche voi?
Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei?
Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?».
Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea».
E tornarono ciascuno a casa sua.
Giovanni 7,40-53
Altri invece dicevano
Il palcoscenico della vita
C'era una volta un vecchio, un bambino ed un asino. Stavano andando al mercato e sia il bambino che il vecchio portavano l'asino per la corda, camminandogli accanto.
La gente, nel vederli, criticava mormorando "Guarda come sono stupidi, hanno un asino e non ci salgono sopra"
Uditi questi discorsi, il bambino ed il vecchio montarono sull'asino.
La gente, nel vederli, criticava mormorando "Guarda che persone senza cuore, sono in due su quel povero asino".
Uditi questi discorsi, il bambino scese dall'asino, mettendosi a camminare accanto alla bestia.
La gente, nel vederli, criticava mormorando "Guarda che vecchio senza cuore, manda un povero bambino a piedi".
Uditi questi discorsi, il vecchio scese dall'asino, mettendosi a camminare accanto alla bestia e fece salire il bambino.
La gente, nel vederli, criticava mormorando "Guarda che bambino senza cuore, manda un povero vecchio a piedi".
La morale ... qualunque cosa tu faccia, troverai sempre qualcuno pronto a criticarti per quello che stai facendo e non combinerai mai nulla se continuerai a dar retta ai discorsi della gente.
Noi siamo spesso criticati, ma per ogni critica c'è sempre qualcuno che per il medesimo fatto e' pronto a farci i complimenti. Quindi io vado per la mia strada, ascoltando i consigli della gente, ma ragionandoci sopra ... se mi sembrano buone cose ne faccio tesoro, altrimenti ripeto a me stesso: "Non ti curar di loro ma guarda e passa"
----------------------------
Chi ha timore sbaglia poco, ma non fa nulla
Chi ha coraggio sbaglia di più, ma cambia il mondo
Addì 18 marzo 2018
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni Greci.
Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
Gesù rispose: «E' giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo.
In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà"
Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!
Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e di nuovo lo glorificherò!».
La folla che era presente e aveva udito diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».
Rispose Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi.
Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me».
Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.
Giovanni 12,20-33
Se il chicco di grano muore, produce molto frutto
Morire per amore
Dai racconti dei nostri nonni o dai libri di storia apprendiamo che molti eroi hanno dato la vita per la salvezza di molti. In tanti sono andati addosso al nemico affinché intere popolazioni potessero avere libertà e democrazia.
Ma i libri di storia non raccontano di quelle mamme, di quei papà, di quei figli che sono morti, ingenerando in coloro che soffrivano per la loro scomparsa il desiderio di aiutare il prossimo.
I libri di storia non raccontano di tutte quelle persone che hanno rinunciato alla propria vita per spendere il proprio tempo a favore di chi avesse bisogno di loro.
I libri di storia non raccontano di questo morire silenzioso, di queste scelte di vita che non richiedono atti di eroismo, ma solo provare amore e lasciare che esso sgorghi dal cuore per irrigare pianure e valli riarse dalla sofferenza dando una speranza a popolazioni e generazioni.
Se volete conoscere l'uomo guardate il suo essere chicco di grano e la sua capacità di produrre frutto.
Se volete conoscere l'animo umano guardate alla sua capacità di essere messo in croce per dare speranza.
----------------------------
E' bello morire per amore, non abbiatene paura
Addì 19 marzo 2018
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.
Matteo 1,16.18-21.24a.
Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore
Papà si nasce?
Giuseppe non è nato papà.
Lo è diventato con il tempo, e se è diventato un buon padre lo si deve a chi, attorno a lui, ha saputo educarlo ed amarlo.
Oggi si sprecano gli auguri per i papà, ma pensiamo a quanti "Papà in erba" ci sono oggi. Quanti bambini diventeranno genitori, e come saranno dipende da noi.
Dipende dai propri genitori, dagli zii, dai nonni, dai professori, educatori, allenatori che incontreranno.
Se saranno papà e mamme bravi dipenderà da cosa hanno imparato nella scuola della vita, alla pari di un ingegnere che realizzerà un buon ponte se gli sarà stato ben insegnato a progettarlo.
E' ovvio che poi ognuno ci mette del suo, e se non hai la testa per costruire ponti è meglio tu vada a fare altro, altrimenti fai danni, e così se non sei capace di fare il genitore non mettere al mondo i figli, ma si sa come vanno queste cose, e spesso genitori si diventa anche senza averne le capacità o l'indole.
Ma è ovvio che tutto parte da una buona educazione in famiglia.
E laddove i genitori non siano in grado di dare il buon esempio?
Ecco che in questo caso dobbiamo intervenire noi.
Noi chi? Gli amici della Zizzi? Gli assistenti sociali? Lo stato?
No! NOI, tutti noi, ciascuno di noi.
Ogni persona può dare qualcosa ai bambini, ogni persona può dare amore, esempio, insegnamenti.
Ed ogni persona ha il dovere di educarli.
E' facile criticare quei genitori che picchiano o maltrattano i propri figli, atti esecrabili senza dubbio, ma dobbiamo capire che a quei genitori è stato insegnato a comportarsi esattamente nello stesso modo perché da bambini hanno subito violenze e maltrattamenti, e questo è l'unico modo che loro conoscono per educare un figlio.
Auguri, oggi, ai futuri papà, affinché siano risorsa per i propri figli e non carnefici.
Ma, ricordiamocelo bene, tutto dipende da noi.
----------------------------
Sei il mio Babbino adorato.
E' bello sentirselo dire, ma quando a proferire queste parole è un pargolo al quale hai ricostruito una famiglia, un piccolo cucciolo d'uomo la cui strada era segnata. ti senti parte di un miracolo
Addì 20 marzo 2018
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire».
Dicevano allora i Giudei: «Forse si ucciderà, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che io sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che vi dico.
Avrei molte cose da dire e da giudicare sul vostro conto; ma colui che mi ha mandato è veritiero, ed io dico al mondo le cose che ho udito da lui».
Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo.
Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite».
A queste sue parole, molti credettero in lui.
Giovanni 8,21-30
Dove vado io, voi non potete venire
Pensieri e parole
Ognuno di noi ha inevitabilmente un suo mondo.
Ci sono persone chiuse in sé stesse ed altre aperte al prossimo e, come al solito, infinite colorazioni di grigio.
In oltre trent'anni di Associazione Amici della Zizzi abbiamo visto centinaia di bambini e ragazzi.
Non ce n'è stato uno uguale ad un altro. E quando abbiamo pensato che due situazioni pressoché identiche potessero ingenerare reazioni uguali, o perlomeno simili, era la volta che ci sbagliavamo.
Le relazioni con gli altri, diciamocelo, sono la cosa più difficile del mondo.
Entrare dentro mente e cuore di colui che incontriamo, se non è lui a darti la chiavi è cosa impossibile.
Che tristezza quando vediamo un bambino che ha un bisogno disperato di aiuto e mette un muro, ti lascia fuori, si fa impenetrabile.
Ed intanto cresce.
Cresce nelle sue convinzioni, cresce con le sue paure, cresce con i suoi sogni impossibili, cresce con le sue frustrazioni con le quali deve fare i conti ogni giorni.
Noi non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo scardinare quella porta, ma abbiamo il dovere, un compito datoci da Dio al pari di ogni mamma, babbo ed educatori in generale, di convincerlo ad aprire quella porta, di farci entrare nel suo mondo, di prenderci per mano per farci vedere i disegni realizzati con la sua mente.
Quanti bambini turbati, quante vite alla deriva.
Non possiamo salvarli tutti, ma quelli che approdano sfiniti sulle nostre spiagge, attaccati all'ultimo pezzo di legno di un relitto ormai colato a picco, abbiamo il dovere di aiutarli. E se un bambino piccolo lo accoglierebbero tutti, e se per un preadolescente qualche famiglia disponibile la si può trovare, ecco che un ragazzo adolescente, un picchiatore arrabbiato con il mondo, pronto a spaccare ogni cosa, viene abbandonato a sé stesso. Per uno che trova riparo, ve ne sono centinaia che sono lasciati in balia delle onde, anzi spesso respinti dalle spiagge della nostra "civiltà".
Noi Amici della Zizzi, dopo trent'anni di esperienza, abbiamo deciso di aiutare questi ragazzi, quelli che nessuno vuole, quelli che fanno danni, quelli che forse non potranno mai essere recuperati alla "normalità" ma che hanno diritto di vivere e vivere bene.
Vogliamo creare una Comunità Terapeutica, un luogo sicuro ove imparare a camminare, almeno in parte, con le proprie gambe dando loro un futuro lavorativo in una cooperativa che creeremo ad hoc. Il terreno lo abbiamo, il progettista è un amico, il comune è a favore. Ci manca il denaro, il vile denaro.
Aiutateci con preghiere, donazioni, lasciti, testamenti, assicurazioni, affidamenti a distanza, cinque per mille, date una speranza di futuro a questi ragazzi che oggi non vedono la luce nel buio tunnel dove la nostra società li ha relegati.
Non lasciateli soli.
Non lasciateci soli a combattere la loro battaglia
----------------------------
Dove vado io, voi non potete venire (renderlo più buono
Addì 21 marzo 2018
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi tu dire: Diventerete liberi?».
Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.
Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!».
Gli risposero: «Il nostro padre è Abramo». Rispose Gesù: «Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo!
Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.
Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!».
Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.
Giovanni 8,31-42
Diventerete liberi
Schiavi o liberi?
Ai tempi degli schiavi, quale di questi poteva divenire veramente libero?
Solo quando il padrone lo avesse reso libero.
Se fosse scappato sarebbe stato braccato, e sarebbe restato comunque uno schiavo che non poteva mostrarsi in pubblico per paura di essere ucciso.
La vera libertà la si otteneva solo grazie al padrone.
E quando compiva questo atto di generosità? Quando lo schiavo si fosse comportato talmente bene da ingenerare nel cuore del padrone un sentimento di gratitudine e di gioia tale da donargli la libertà.
Noi oggi siamo schiavi del peccato, siamo schiavi del nostro egoismo, del vestire alla moda, del sesso, del potere, dei soldi, dei telefonini.
Come possiamo salvarci? Solamente servendo bene il nostro prossimo, donando agli altri il nostro tempo, il denaro, l'attenzione, e la loro gioia sarà la nostra salvezza, l'affrancamento dalla nostra situazione di schiavitù.
----------------------------
Bambini schiavi
Aiutateci a spezzare le loro catene
Addì 22 marzo 2018
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».
Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte".
Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "E' nostro Dio!", e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola.
Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?».
Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Giovanni 8,51-59
Non vedrà mai la morte
Immortalità
Qualcuno crede nella reincarnazione ed è convinto di rinascere sotto altra forma.
Molti credono nella resurrezione e nella vita eterna in Paradiso.
Altri pensano ad una vita infinita con tante vergini a disposizione.
Ma chi non crede esista Dio o un al di là, come vede la propria vita? Fine a sé stessa?
Sarebbe una tristezza infinita, specie con l'avvicinarsi della pensione: l'attesa di un momento ineluttabile dopo il quale non c'è nulla.
Ma non è così, anche gli atei credono nell'immortalità.
Credono che l'impronta lasciata nella cultura, nella musica, nella solidarietà rimarrà per sempre a perenne memoria per l'eternità.
Ma si sbagliano.
Tutto passa. Anche le montagne si trasformano, i ghiacciai un giorno dominatori incontrastati della crosta terrestre finiscono per liquefarsi. Persino la Cappella Sistina, il Colosseo, la valle dei templi subiranno l'erosione, i disastri ecologici, i terremoti e prima o poi scompariranno, e nessuno saprà più chi fosse Michelangelo, Mozart, Einstein.
Con la tecnologia abbiamo imparato a far vivere per tempi lunghissimi la memoria delle opere migliori, ma l'eternità è altra cosa. Si sono estinti i dinosauri, si estinguerà anche l'uomo un giorno in seguito all'impatto con una cometa, allo spegnimento del sole, ad un cataclisma di proporzioni bibliche e della nostra tecnologia non resterà nemmeno la polvere.
Ed allora, come dare immortalità alla nostra esistenza?
Non possiamo. Crediamo sempre di poter fare tutto, crediamo un giorno di poter arrivare a vivere su Marte o scoprire nuovi mondi lontani anni luce da noi, ma non potremo mai forgiare su di noi l'immortalità cui tutti, più o meno, aneliamo.
Se voglio entrare in una bellissima villa non sfondo la porta, non mi arrabbio perché trovo chiuso, non entro dalla finestra, bensì suono il campanello e chiedo al padrone della villa se cortesemente può farmi entrare, e sarà lui a dirmi quali siano le regole per avere accesso: come dobbiamo essere vestiti, quali documenti portare, quale taglio di capelli. Nessuno mi obbliga ad entrare in quella villa, ma se vogliamo accedervi dobbiamo comportarci in un certo modo, così che il padrone veda chi siamo e decida di ospitarci in casa sua.
Se vogliamo vivere in eterno l'unica soluzione è guardare a chi abbia creato l'eternità
Per voi chi è?
Per me si chiama Dio, è a lui che mi rivolgo per chiedere di entrare, è lui che mi dice come devo comportarmi in questa vita per entrare nella sua casa.
Liberi di non rispettare le regole di amore, solidarietà, altruismo, nessuno vi obbliga, ma non facendolo potreste sentirvi rispondere un giorno "Amico mio non puoi entrare, non hai le carte in regola"
----------------------------
In questo nostro mondo molti bambini non aspirano all'immortalità, ma ad una vita decorosa con affetto ed accudimento. Apriamo loro le porte del nostro cuore
Addì 23 marzo 2018
In quel tempo, i Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo.
Gesù rispose loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?».
Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio».
Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei?
Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?
Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre».
Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.
Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò.
Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero».
E in quel luogo molti credettero in lui.
Giovanni 10,31-42
Credete almeno alle opere
Grazie per aver creduto in noi
Come siamo buffi.
Se vediamo che una persona sbaglia la mettiamo al muro e la lapidiamo.
Se qualcuno fa una cosa buona passa inosservato alla nostra vista.
Quanta ipocrisia.
Un singolo atto, buono o cattivo che sia, non può bastare a giudicare una persona.
Se vedete un uomo donare una rosa alla propria donna non vi fa dire "Che brava persona", ed è giusto perché in pubblico potrebbe essere romantico, ma non sapete come si comporta tra le mura domestiche.
Se però vedete un uomo urlare parole grosse alla compagna, allora quello è già etichettato come un violento ed un futuro assassino.
Ogni atto, giusto o sbagliato che sia, deve essere preso con le molle. Non si può giudicare una persona, non abbiamo tutti gli elementi per farlo, ma possiamo giudicare il singolo atto: è cosa meravigliosa donare una rosa, è cosa riprovevole offendere.
Ci vogliono più gesti, più azioni per capire se siamo dinanzi a qualcosa di buono o di cattivo, e questo non per giudicare, ma per valutare se vogliamo avere a che fare con costui.
Sono ormai più di trent'anni che la nostra Associazione accoglie bambini e ragazzi, ed in molti credono in ciò che facciamo perché in più occasioni hanno potuto toccare con mano la nostra realtà, anche perché diamo la possibilità di farlo a chiunque lo desideri.
Grazie a tutti coloro che credono in noi permettendoci di crescere ed aiutare sempre più bambini nel migliore dei modi.
----------------------------
L'onestà premia sempre, ma la salita è dura e faticosa perché in molti partono già dall'idea che tu sia un disonesto
Addì 24 marzo 2018
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quel che Gesù aveva fatto.
Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest'uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione».
Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera».
Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.
Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi.
Essi cercavano Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?».
Giovanni 11,45-56
Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui
Invidie e gelosie
Chi detiene il potere è molto attento a conservarlo. Da un lato compie opere che possano portargli gradimento, dall'altro tiene sotto controllo il territorio impedendo ad altri di raccogliere consensi. Duemila anni fa era così, quando al tempo di Gesù i sommi sacerdoti videro in lui un pericolo, una persona che piaceva al popolo e poteva toglier loro i benefici conquistati.
E' così oggi.
Nel mio piccolo potrei raccontarvi di angherie subite, muri e barriere innalzate, bastoni fra le ruote, ma guardiamo avanti, forti di essere cresciuti in trent'anni: la miglior dimostrazione ai signori del potere che l'amore e la passione vincono su tutto.
Un politico amico, uno dei pochissimi che non ci ha osteggiato e, quando ha potuto, ci ha aiutato mi disse "Mi sono domandato molte volte dove prendessi tanta forza per andare avanti nonostante la cattiveria contro di te".
Fede, passione, determinazione, caparbietà, forza di volontà, senso del giusto.
Senza tante guerre, senza grandi alleati, senza il favore dei politici si può andare avanti, ed il consenso arriverà perché le persone capiranno pian piano chi agisce per amore e chi invece per interesse.
----------------------------
Non lasciatevi intimorire. La loro cattiveria è data dalla paura che hanno di voi
Addì 25 marzo 2018
Mancavano intanto due giorni alla Pasqua e agli Azzimi e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di impadronirsi di lui con inganno, per ucciderlo.
Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non succeda un tumulto di popolo».
Gesù si trovava a Betània nella casa di Simone il lebbroso. Mentre stava a mensa, giunse una donna con un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore; ruppe il vasetto di alabastro e versò l'unguento sul suo capo.
Ci furono alcuni che si sdegnarono fra di loro: «Perché tutto questo spreco di olio profumato?
Si poteva benissimo vendere quest'olio a più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché le date fastidio? Ella ha compiuto verso di me un'opera buona;
i poveri infatti li avete sempre con voi e potete beneficarli quando volete, me invece non mi avete sempre.
Essa ha fatto ciò ch'era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura.
In verità vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto».
Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai sommi sacerdoti, per consegnare loro Gesù.
Quelli all'udirlo si rallegrarono e promisero di dargli denaro. Ed egli cercava l'occasione opportuna per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo
e là dove entrerà dite al padrone di casa: Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, perché io vi possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?
Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala con i tappeti, gia pronta; là preparate per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono per la Pasqua.
Venuta la sera, egli giunse con i Dodici.
Ora, mentre erano a mensa e mangiavano, Gesù disse: «In verità vi dico, uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà».
Allora cominciarono a rattristarsi e a dirgli uno dopo l'altro: «Sono forse io?».
Ed egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che intinge con me nel piatto.
Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui, ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo è tradito! Bene per quell'uomo se non fosse mai nato!».
Mentre mangiavano prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo».
Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
E disse: «Questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza versato per molti.
In verità vi dico che io non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio».
E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, poiché sta scritto: Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.
Ma, dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea».
Allora Pietro gli disse: «Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò».
Gesù gli disse: «In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte».
Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano anche tutti gli altri.
Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego».
Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia.
Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate».
Poi, andato un pò innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora.
E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu».
Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola?
Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole».
Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole.
Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.
Venne la terza volta e disse loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.
Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».
E subito, mentre ancora parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni mandata dai sommi sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani.
Chi lo tradiva aveva dato loro questo segno: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta».
Allora gli si accostò dicendo: «Rabbì» e lo baciò.
Essi gli misero addosso le mani e lo arrestarono.
Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio.
Allora Gesù disse loro: «Come contro un brigante, con spade e bastoni siete venuti a prendermi.
Ogni giorno ero in mezzo a voi a insegnare nel tempio, e non mi avete arrestato. Si adempiano dunque le Scritture!».
Tutti allora, abbandonandolo, fuggirono.
Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un lenzuolo, e lo fermarono.
Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo.
Allora condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi.
Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del sommo sacerdote; e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco.
Intanto i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano.
Molti infatti attestavano il falso contro di lui e così le loro testimonianze non erano concordi.
Ma alcuni si alzarono per testimoniare il falso contro di lui, dicendo:
«Noi lo abbiamo udito mentre diceva: Io distruggerò questo tempio fatto da mani d'uomo e in tre giorni ne edificherò un altro non fatto da mani d'uomo».
Ma nemmeno su questo punto la loro testimonianza era concorde.
Allora il sommo sacerdote, levatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?».
Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?».
Gesù rispose: «Io lo sono! E vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire con le nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni?
Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.
Allora alcuni cominciarono a sputargli addosso, a coprirgli il volto, a schiaffeggiarlo e a dirgli: «Indovina». I servi intanto lo percuotevano.
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una serva del sommo sacerdote
e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo fissò e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù».
Ma egli negò: «Non so e non capisco quello che vuoi dire». Uscì quindi fuori del cortile e il gallo cantò.
E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è di quelli».
Ma egli negò di nuovo. Dopo un poco i presenti dissero di nuovo a Pietro: «Tu sei certo di quelli, perché sei Galileo».
Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo che voi dite».
Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte». E scoppiò in pianto.
Al mattino i sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo condussero e lo consegnarono a Pilato.
Allora Pilato prese a interrogarlo: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici».
I sommi sacerdoti frattanto gli muovevano molte accuse.
Pilato lo interrogò di nuovo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!».
Ma Gesù non rispose più nulla, sicché Pilato ne restò meravigliato.
Per la festa egli era solito rilasciare un carcerato a loro richiesta.
Un tale chiamato Barabba si trovava in carcere insieme ai ribelli che nel tumulto avevano commesso un omicidio.
La folla, accorsa, cominciò a chiedere ciò che sempre egli le concedeva.
Allora Pilato rispose loro: «Volete che vi rilasci il re dei Giudei?».
Sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia.
Ma i sommi sacerdoti sobillarono la folla perché egli rilasciasse loro piuttosto Barabba.
Pilato replicò: «Che farò dunque di quello che voi chiamate il re dei Giudei?».
Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!».
Ma Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Allora essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!».
E Pilato, volendo dar soddisfazione alla moltitudine, rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la coorte.
Lo rivestirono di porpora e, dopo aver intrecciato una corona di spine, gliela misero sul capo.
Cominciarono poi a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!».
E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui.
Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.
Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio,
e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere.
Erano le nove del mattino quando lo crocifissero.
E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei.
Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.
I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni,
salva te stesso scendendo dalla croce!».
Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso!
Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio.
Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!».
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce».
Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso.
Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!».
C'erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di ioses, e Salome,
che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.
Sopraggiunta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato,
Giuseppe d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anche lui il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù.
Pilato si meravigliò che fosse gia morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse morto da tempo.
Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe.
Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro.
Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto
Marco 14,1-72.15,1-47
Passione, morte, resurrezione
Giovanni è morto
Giovanni aveva sette anni quando arrivò da noi. I riccioli gli coprivano il volto, l'orecchino ed una campanella al naso facevano da contorno. Facemmo fatica a vederlo come un bambino di sette anni tali erano i suoi atteggiamenti da "guappo". Strafottente, con quell'aria da scugnizzo che diceva tutto della sua vita passata.
Un padre delinquente con al suo attivo diverse rapine, condannato agli arresti domiciliari per problemi di salute legati all'abuso di alcool. Un picchiatore, e a farne le spese la giovane moglie, incapace di ribellarsi, ed i figli di sette e dodici anni.
Ecco cosa aveva visto Giovanni in quei lunghissimi, interminabili sette anni di vita. Aveva subito, ma ben presto aveva dovuto adeguarsi per non morire. Adeguarsi ai modi di fare del padre: aggressivo con le donne, forte con i più deboli, strafottente e minaccioso da tenere a bada i serpenti più velenosi, alleato del più forte.
Una passione dolorosa, infinita, quotidiana.
Una passione che porta con sé il sapore della morte sempre imminente, quasi anelata e desiderata, vista come liberazione da tutti i mali: l'inferno non potrà essere certo peggiore.
I servizi sociali, accompagnati dai carabinieri, bussano alla porta al mattino presto, quando ancora tutto il quartiere dorme. Nessuno apre. Fanno irruzione forti del mandato del tribunale. Entrano in tutte le stanze, immobilizzano il padre-padrone, avvolgono in una coperta il piccolo Giovanni terrorizzato per quel brusco risveglio e lo portano via. Dalle spalle del carabiniere vede per l'ultima volta sua madre urlare e piangere, il padre con un braccio dietro la schiena ed il volto spiaccicato sul muro della sala con due uomini in divisa a tenerlo fermo.
Dopo la passione, la morte.
Non sa cosa lo attenda.
Parole incomprensibili di militari e donne ben vestite, odori di lavanda e dopobarba, qualcuno gli offre una barretta di cioccolato, ma in quella stanza fredda, nel primo mattino c'è paura e disperazione.
Giovanni è ormai un uomo fatto e dai suoi occhi non trapela nulla, non un sorriso, non una parola.
"Non dire mai nulla, tieni lo sguardo fisso, non buttare giù la testa. Mai. Aria da più forte, e se hai paura non darlo a vedere o i lupi ti assaliranno" Questo gli diceva il padre ogni giorno mentre lo forgiava a colpi di frusta e ceffoni.
Pensava di essere morto, pensava a sofferenze ben più grandi, ma ha trovato una casa, accudimento, vestiti puliti, cibo succulento ed abbondante. Ha trovato la Resurrezione.
Fra poco è Pasqua. Interrogatevi anche voi se è giusto lasciare un bambino in queste condizioni.
Tantissimi sono i Giovanni che ogni giorno sperimentano la Passione della Croce, ma potranno risorgere solo grazie a voi, alle vostre preghiere, ai vostri aiuti in termini economici e di volontariato e, sopratutto, se ne avete le possibilità, aprendo le porte della vostra casa e del vostro cuore ai tanti guappi che vivono per la strada dal giorno in cui sono nati, e che aspettano solo di poter finalmente morire per poter Risorgere a nuova vita
----------------------------
Festeggiate la Pasqua prendendo un Bambino in Affido, almeno a distanza se non potete accoglierlo
Addì 26 marzo 2018
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.
E qui gli fecero una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.
Maria allora, presa una libbra di olio profumato di vero nardo, assai prezioso, cosparse i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento.
Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che doveva poi tradirlo, disse: «Perché quest'olio profumato non si è venduto per trecento denari per poi darli ai poveri?».
Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.
Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.
I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».
Intanto la gran folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.
I sommi sacerdoti allora deliberarono di uccidere anche Lazzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.
Giovanni 12,1-11
Tutta la casa si riempì del profumo dell'unguento
Profumiamo il mondo
Quando qualcuno si mette addosso del profumo ed entra in una stanza quel buon odore attira la nostra attenzione e proviamo un senso di gioia. Così quando in casa viene preparato un buon pranzetto, ed il suo aroma si diffonde nelle scale del condominio o inonda la strada uscendo dalle finestre, i nostri sensi sono colpiti ed una serie di pensieri positivi ci pervade testa, anima e cuore.
Nelle nostre case le mamme fanno indossare ai propri figli vestiti puliti e profumati, ed i bambini lavati da capo a piedi, entrano nel mondo facendosi apprezzare ogni giorno e ricevendo i complimenti che gli vengono rivolti per come sono puliti e ordinati.
In casa nostra cerchiamo di insegnare la buona educazione ai nostri bambini. All'inizio si comportano bene perché siamo noi a chiederlo, poi in più occasioni, chi viene in contatto con noi per iniziative o cene, fa loro mille complimenti per il comportamento, ed ecco che hanno un motivo in più per essere educati. Poi la cosa gli entra nel sangue, come il lavarsi ed il vestirsi bene, e non c'è più bisogno di dirglielo, anzi sono loro ad insegnare ai più piccoli.
Ecco, profumiamo il mondo, inondiamolo con segni positivi, diamo ai nostri ragazzi valori e principi che possano essere apprezzati ed imitati da altri.
Non possiamo cambiare il mondo, ma i semi che mettiamo possono cambiare cuore e testa di tanti.
----------------------------
Potete aiutarci in mille modi
Accogliendo un bambino e profumandolo direttamente
Accogliendolo insieme a noi gestendo una nostra casa
Accogliendolo a distanza
Aiutandoci a comprare il profumo
Addì 27 marzo 2018
In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse.
Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.
Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?».
Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».
Rispose allora Gesù: «E' colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto».
Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.
Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
Quando Giuda fu uscito, Gesù disse : «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui.
Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho gia detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire.
Simon Pietro gli dice: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».
Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!».
Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».
Giovanni 13,21-33.36-38
Gesù era a mensa con i suoi discepoli
Le cene del martedì
Sin dall'inizio la nostra Associazione Amici della Zizzi organizza una cena ogni martedì con tutti i Bambini.
A cena si parla
A cena ci si confronta
A cena si conoscono ospiti
A cena ci facciamo conoscere
A cena è come un compito in classe sulle regole di buona educazione e convivenza
A cena è divertente
Niente è facile, e mettere a tavola 20/25 bimbi più ospiti vari, cercare di far si che non ci sia troppa confusione, parlare con tutti per non far sentire nessuno escluso è un compito arduo, a volte molto stancante, ma lo stare a cena insieme è sopratutto un momento in cui possiamo toccare con mano quello che abbiamo realizzato: vedere tanti pulcini pigolanti interagire felici tra loro è emozionante.
Vi aspettiamo ad una delle nostre cene del martedì, porterete il vostro sorriso e andrete via con il nostro
----------------------------
Amare è anche condividere
Addì 28 marzo 2018
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?».
Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli».
I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici.
Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà».
Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?».
Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà.
Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».
Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
Matteo 26,14-25
Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?
Peeeeeesceeeeee frescooooo, chi lo vuoleeeee?
Quando ero bambino, già a nove anni facevo la bancarella sugli stabilimenti balneari "Pancaldi" della mia città, Livorno. Vendevo di tutto: collanine fatte con i corallini, cinesine (bilie colorate), conchiglie raccolte alle secche della Meloria con il mio nonno, e persino la carta carbone usata che il mio babbo usava e gettava. Ricordo ancora che vendevo un rotolo di un centinaio di fogli, arrotolati e tenuti insieme da un elastico, a cinquecento lire. Tutto è in vendita, e per ogni cosa, al giusto prezzo, si trova sempre un compratore.
Anche gli uomini sono in vendita, quanta prostituzione c'è nel mondo, e non solo sessuale. Gente che per avere una poltrona e un po' di potere venderebbe l'anima al diavolo.
Il fondo però lo si tocca quando si vende una persona, quando tradiamo il nostro prossimo.
Quanti bambini venduti per pedofilia, quante donne vendute per farle prostituire, quanti uomini venduti ed uccisi per ingraziarsi qualche potente.
Possiamo vendere di tutto, ma non vendiamo la nostra anima cadendo nel tranello del facile guadagno, perché ciò che è materiale è solo un bene effimero, passeggero.
Giuda tradì Gesù per trenta denari, ma poi si tolse la vita per il male che aveva fatto.
----------------------------
I nostri bimbi sono stati spesso venduti, una di loro, non più con noi, dodicenne per 10.000 euro ad uno che l'ha sfruttata sessualmente, ma sono salvi, sono con noi. ma quanti altri ce ne sono che vengono venduti e usati ogni giorno? Tantissimi. Aiutateci a renderli liberi e felici, abbiamo tanti progetti, ma abbiamo bisogno di voi
Addì 29 marzo 2018
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita.
Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».
Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo».
Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me».
Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!».
Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti».
Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto?
Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono.
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi».
Giovanni 13,1-15
Se non ti laverò, non avrai parte con me
Fatevi lavare
Mamma e papà lavano i propri figli sin da quando sono piccoli.
Poi la ribellione all'acqua, al lavarsi e la frase che rieccheggia "Se non ti fai lavare con me non esci".
Fatevi lavare
Fatevi lavare le colpe dalla vostra anima: chiedete perdono a chi avete offeso
Fatevi lavare la vostra ingratitudine: avete avuto tanto dalla vita, condividetelo con il vostro prossimo
Fatevi lavare il vostro rancore: rivolgete una parola gentile a chi vi ha ferito
Se non vi lascerete lavare non potrete uscire di casa per vedere posti fantastici e prendere parte alla gioia eterna
----------------------------
Forse siete ben lavati, ma almeno una parte di voi ancora da lavare c'è
Addì 30 marzo 2018
In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente Cèdron, dove c'era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.
Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si ritirava spesso con i suoi discepoli.
Giuda dunque, preso un distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi.
Gesù allora, conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse loro: «Chi cercate?».
Gli risposero: «Gesù, il Nazareno». Disse loro Gesù: «Sono io!». Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.
Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra.
Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?». Risposero: «Gesù, il Nazareno».
Gesù replicò: «Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate me, lasciate che questi se ne vadano».
Perché s'adempisse la parola che egli aveva detto: «Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato».
Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?».
Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell'anno.
Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: «E' meglio che un uomo solo muoia per il popolo».
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell'altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro.
E la giovane portinaia disse a Pietro: «Forse anche tu sei dei discepoli di quest'uomo?». Egli rispose: «Non lo sono».
Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.
Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina.
Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto.
Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto».
Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?».
Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».
Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: «Non sei anche tu dei suoi discepoli?». Egli lo negò e disse: «Non lo sono».
Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l'orecchio, disse: «Non ti ho forse visto con lui nel giardino?».
Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba ed essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua.
Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: «Che accusa portate contro quest'uomo?».
Gli risposero: «Se non fosse un malfattore, non te l'avremmo consegnato».
Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno».
Così si adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva morire.
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Tu sei il re dei Giudei?».
Gesù rispose: «Dici questo da te oppure altri te l'hanno detto sul mio conto?».
Pilato rispose: «Sono io forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Gli dice Pilato: «Che cos'è la verità?». E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: «Io non trovo in lui nessuna colpa.
Vi è tra voi l'usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?».
Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare.
E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano:
«Salve, re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
Pilato intanto uscì di nuovo e disse loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa».
Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l'uomo!».
Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa».
Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio».
All'udire queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel pretorio disse a Gesù: «Di dove sei?». Ma Gesù non gli diede risposta.
Gli disse allora Pilato: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?».
Rispose Gesù: «Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha una colpa più grande».
Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si mette contro Cesare».
Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.
Era la Preparazione della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!».
Ma quelli gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?». Risposero i sommi sacerdoti: «Non abbiamo altro re all'infuori di Cesare».
Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo.
Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù il Nazareno, il re dei Giudei».
Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.
I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei».
Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così.
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».
Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete».
Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.
Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.
Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui.
Venuti però da Gesù e vedendo che era gia morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.
Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso.
E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.
Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.
Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre.
Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei.
Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto.
Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.
Giovanni 18,1-40.19,1-42
E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo
Umiliati e dileggiatori
Chi di noi, specie in adolescenza, non ha preso in giro il compagno secchione, la ragazza cicciona, il tipo strano e bislacco? Io si, mi è capitato tante volte di canzonare o fare brutti scherzi a quello che vedevo "diverso". Oggi me ne vergogno, ma quando ero adolescente non capivo, mi veniva spontaneo, talvolta mi davo persino l'alibi che la canzonatura potesse farlo reagire, cambiare, fortificare. Ma non era così. Una presa di giro da parte di chi è più forte è un atto ignobile e vigliacco.
A parte le esagerazioni, nel tremendo periodo dell'adolescenza, è una cosa "normale" quando non scade nel bullismo, ma da adulti quanti sono quelli che proseguono in questo loro modo di essere superiori al prossimo, di guardare dall'alto in basso chi non ha tutte le carte in regole.
Eppure sembra strano, ma spesso capita un ribaltamento dei ruoli, ritroviamo il "nerd" occhialuto della Prima C seduto dietro una scrivania come direttore di filiale o amministratore di qualche grossa società.
Può succedere che l'aguzzino debba andare al suo cospetto, con il cappello in mano e la testa bassa a supplicare per un lavoro, anche il più umile.
Gesù è stato preso in giro, era oggetto di scherno da parte dei soldati, dei sacerdoti, del popolo che fino al giorno prima lo osannava. E' stato messo in croce, gli è stata posta una corona di spine sulla testa, gli è stato dato da bere l'aceto, eppure oggi è adorato e venerato da due miliardi e mezzo di persone, il 35 per cento degli abitanti del pianeta terra.
Impariamo dai nostri errori: guardiamo dentro alle persone che incontriamo e non fermiamoci a giudicare l'apparenza, ne avremo sicuramente un vantaggio tutti, e non incapperemo in umiliazioni future.
----------------------------
I nostri bimbi spesso presi in giro perché stavano dagli "Amici della Zizzi". Oggi per i nostri ragazzi è un vanto essere parte della "Zizzi" e molti li invidiano per le opportunità che hanno e essere parte di una famiglia che non tutti oggi possono dire di avere, anche se ricchi, anche se viziati
Addì 31 marzo 2018
Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole.
Esse dicevano tra loro: «Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?».
Ma, guardando, videro che il masso era gia stato rotolato via, benché fosse molto grande.
Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura.
Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E' risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto.
Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto».
Marco 16,1-7
Chi ci rotolerà via il masso dall'ingresso del sepolcro?
Massi enormi
"La differenza tra il possibile e l'impossibile è il provarci" è la frase che abbiamo scritto sulle nostre maglie, quella tatuata a fuoco nei nostri cuori.
Chi si arrende dinanzi ad un ostacolo è perduto e già sconfitto in partenza.
L'esperienza dovrebbe insegnare a ciascuno di noi che ogni ostacolo, che sul momento ci sembra invalicabile, è "cosa da niente" una volta che ce lo siamo lasciati alle spalle, tanto da farci dire "Tutto qui? Chissà cosa mi credevo".
Pensate agli esami di maturità, alla prima telefonata alla ragazza del nostro cuore, al colloquio di lavoro, all'operazione in ospedale.
Mi è sempre stato insegnato, prima dai miei genitori, poi dalla vita, che se non abbiamo la forza di spostare un sasso, ma ci proviamo comunque, qualcuno, che per me è Dio, lo sposta per noi.
Immaginatevi voi a ventun anni. Credere in qualcosa, in un progetto assolutamente non delineato, niente di organizzato o costruito. Tutti contro di voi. Ma capire con il cuore che quella è la strada indicata da Dio. Tutto combacia: la morte della mamma, la solitudine, l'incontro "fortuito". E da lì affidarsi a colui che il Signore ti ha messo dinanzi. E tutti a dire "Di cosa vivrai?" "Sei pazzo a lasciare un posto di commercialista e dirigente di azienda" "Stai tradendo tuo padre che ha lavorato tanto per lasciarti uno studio ben avviato".
Ho ascoltato tutti, ho meditato, e alla fine ho capito che mi stavo avventurando verso una missione impossibile, un sogno irrealizzabile, un'utopia. Ed allora che fare? Dar retta al cuore o alla mente?
Ho chiesto a Dio, ho aperto il Vangelo a caso, e lui mi ha parlato e mi ha detto "Non ti preoccupare, provvederò io a te: segui la strada che ti ho indicato".
Decisi di dar retta a Dio, ed oggi quel sogno è divenuto realtà. Anzi, nemmeno nei miei sogni più belli potevo immaginare un cammino così pieno di gioia ed emozioni, una vita intensa piena di soddisfazioni e tanti, ma proprio tanti, ostacoli. Ma ormai ho capito: un ostacolo, una preghiera ed arriva la soluzione.
----------------------------
Tutti noi siamo chiamati a spostare i massi che tanti bambini trovano sul loro cammino
Addì 1 aprile 2018
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!».
Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.
Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
Giovanni 20,1-9
Entrò nel sepolcro e vide le bende per terra
Pasqua, giorno di resurrezione per tutti
Tutti noi possiamo risorgere a nuova vita.
Lo sa bene la donna selvaggiamente picchiata da anni dal marito, allorquando trova un uomo che la ami e la rispetti
Lo sa bene l’omicida quando riceve il perdono dalla famiglia dell’ucciso
Lo sa bene il bambino che dopo anni di violenze, abusi ed incuria approda in una famiglia accogliente piena di amore per lui
Ognuno di noi può risorgere, ed il giorno di Pasqua ce lo ricorda ogni anno.
Ogni anno celebriamo la Pasqua nel ricordo della gloria dopo una serie di sofferenze subite
Buona Pasqua a tutti voi per una resurrezione personale e nella speranza che, grazie anche a voi, tanti bambini possano trovare amore, quell’amore capace di far risorgere a nuova vita chi oggi vive nella sofferenza
----------------------------
Pregate per i tanti Bambini ai quali oggi non verrà donato un uovo, ma una serie di abusi
Addì 2 aprile 2018
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro, con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l'annunzio ai suoi discepoli.
Ed ecco Gesù venne loro incontro dicendo: «Salute a voi». Ed esse, avvicinatesi, gli presero i piedi e lo adorarono.
Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno».
Mentre esse erano per via, alcuni della guardia giunsero in città e annunziarono ai sommi sacerdoti quanto era accaduto.
Questi si riunirono allora con gli anziani e deliberarono di dare una buona somma di denaro ai soldati dicendo: «Dichiarate: i suoi discepoli sono venuti di notte e l'hanno rubato, mentre noi dormivamo. E se mai la cosa verrà all'orecchio del governatore noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni noia».
Quelli, preso il denaro, fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questa diceria si è divulgata fra i Giudei fino ad oggi.
Matteo 28,8-15
Timore e gioia grande
Rose e spine
Non c'è nulla di gioioso nella vita che non nasconda un qualche dolore, un prezzo da pagare, una pena da sopportare.
La gioia della fine della scuola con l'esame di maturità, che non poche notti insonni fa passare a migliaia di studenti.
Il matrimonio è una grande gioia, ma tanti sono i piccoli problemi quotidiani da affrontare.
I figli, il nostro futuro, ma quante tribolazioni.
Chi vi proponga, su questa terra, una gioia senza dolori, una rosa senza spine è un falso ed un mentitore.
Purtroppo molti ragazzi si lasciano abbagliare dalle promesse di adulti interessati. La favola di Pinocchio si basa su questo. Ma quante volte abbiamo visto i nostri ragazzi in affidamento raggiungere la maggiore età e farsi traviare dalle promesse vacue dei genitori.
Antonio aveva il babbo contrabbandiere di armi e non doveva tornare a casa, ma il padre gli ha promesso macchine, soldi, donne, un posto da dirigente nei suoi alberghi. Tutto falso e dopo un mese che era tornato dal padre Antonio si è ritrovato a dormire per la strada.
Sandro voleva ricostruire la famiglia con i suoi genitori che vedeva cambiati, si è ritrovato a dormire in cantina e dover pagare l'affitto al babbo alcolizzato e alla mamma psichiatrica grave.
Francesco non vedeva l'ora di tornare a casa da sua madre, prostituta, e dai suoi fratelli, spacciatori, perché li voleva cambiare e voleva tutta la libertà che avevano loro. Risultato: ha iniziato a drogarsi.
Si crede spesso a ciò che ci piacerebbe che fosse, e ci lasciamo abbagliare dalle false promesse senza vedere la realtà.
Fidatevi di chi vi insegna le regole di vita, anche se dure e difficili da sopportare, perché chi vi dona a piene mani vi costringerà, magari suo malgrado, a farvi pagare un prezzo molto alto.
----------------------------
Ogni bambino cresce con grosse spine taglianti, ma il profumo delle loro anime pure inonda i nostri cuori
Addì 3 aprile 2018
In quel tempo, Maria stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù.
Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù.
Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo».
Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro!
Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro».
Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.
Giovanni 20,11-18
Donna, perché piangi?
Dimmi perché piangi?
Un bambino piange. È il suo modo per chiedere aiuto. Bizza, dentini in arrivo, fame, bisogno di coccole. Non sa parlare ma si esprime con il pianto. Noi adulti a volte capiamo, altre volte no, ma il bimbo ci indica se abbiamo fatto la scelta giusta: continuerà a versare lacrime fino a quando non gli avremo dato ciò che vuole.
L'adulto non piange, ma non sempre riesce ad esprimere con le parole il proprio dolore o i propri bisogni al prossimo, alle persone che gli vogliono bene, ma lo fa in mille altri modi: con il silenzio, il nervoso, l'iperattività, l'estrema spiritosaggine, l'isolamento.
Dovremmo imparare a leggere questi segnali nelle persone che amiamo con lo stesso impegno che mettiamo verso i bambini più piccoli, perché una cosa non detta e non capita resta lì, sospesa in un rapporto, ed aggiunge dolore, ed aggiunge divario. Non ci sono colpe perché uno dovrebbe parlare e l'altro dovrebbe capire, ma il divario di crea comunque e venirsi incontro è necessario per un buon cammino insieme
----------------------------
Trovare la chiave per entrare nel cuore di un bambino che abbia subito non è cosa facile, ma riuscirci significa salvargli la vita
Addì 4 aprile 2018
In quello stesso giorno, il primo della settimana, due discepoli di Gesù erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto.
Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.
Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso.
Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.
Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.
Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!
Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.
Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro.
Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro.
Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista.
Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».
Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Luca 24,13-35
Non ci ardeva forse il cuore nel petto?
Palpitazioni da innamoramento
Quante persone non credono in Dio perché dicono che non esiste, per il solo fatto di non vederlo.
Il vento non lo vediamo, ma osserviamo i suoi effetti, quindi esiste.
La corrente in mare non possiamo vederla, ma possiamo studiare cosa provoca, quindi esiste.
Il freddo lo avvertiamo, ma non lo possiamo toccare.
Ogni giorno incontriamo Dio.
Lo incontriamo nei bambini sofferenti, vittime di abusi.
Lo incontriamo nelle donne maltrattate e sfruttate.
Lo incontriamo nell'immigrato deriso e non voluto.
Lo incontriamo nel barbone costretto a dormire al freddo.
Lo incontriamo nel padre che ha perso il lavoro e non sa come mantenere la famiglia.
Siamo così tanto aridi da non sentire le palpitazioni quando lo incontriamo?
----------------------------
Ho la fortuna di poter essere vicino a Dio ogni giorno attraverso i miei bambini
Addì 5 aprile 2018
In quel tempo, di ritorno da Emmaus, i due discepoli riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma.
Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?
Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho».
Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi.
Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?».
Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi».
Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
Di questo voi siete testimoni.
Luca 24,35-48
Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi»
In mezzo a noi
Quando nel cuore abbiamo una sofferenza cerchiamo di impegnarci in mille situazioni per non soffrire, per evitare di pensare. Risolviamo la cosa? No, perchè quando ci calmiamo, quando siamo soli nella nostra camera, quando inevitabilmente arriva la stanchezza e siamo costretti a fermarci, il dolore rispunta inesorabile e tutto ciò che abbiamo fatto nella giornata non allevia la nostra disperazione.
Siamo noi che andiamo a cercare qualcosa, mentre invece dovremmo mettere una mano nella ferita aperta nel nostro cuore e far entrare la medicina che possa guarirci dall'interno.
Operazione che fa male. E' più facile lasciare che la ferita si ammanti di un cicatrizzatore per non sentire il dolore, ma è un effetto momentaneo, è come prendere un'aspirina per il mal di testa: finito l'effetto il dolore si ripresenterà di nuovo.
Per trovare la pace dobbiamo aprire il cuore al prossimo, all'amore degli altri, all'amore di Dio.
Se un marito viene lasciato dalla moglie non può sopire la disperazione con mille avventure, ma deve innamorarsi di nuovo. C'è paura, c'è dolore, ma è l'unica soluzione per una guarigione definitiva.
Quando morì la mia mamma mi buttai nella pesca subacquea con foga, facevo anche immersioni in situazioni di pericolo, incurante delle possibili conseguenze.
Mi calmavo per un po', incanalavo la mia rabbia, ma il dolore non passava, e a contatto con gli altri ero una bomba sempre pronto ad esplodere.
Quando Dio mi ha indicato la strada, ed ho lasciato che entrasse dentro di me, ho cominciato a guarire.
Dire che oggi non soffro più sarebbe una bugia, ma certamente ho dato una motivazione a quella morte, ed ho fatto rivivere la mia mamma nei racconti e negli insegnamenti che dono ai miei ragazzi, e la sofferenza è più sopportabile.
----------------------------
Voi e noi possiamo, dobbiamo, essere quella pace che entra nei cuori dei nostri Bambini
Addì 6 aprile 2018
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.
Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla.
Quando gia era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù.
Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No».
Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci.
Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «E' il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare.
Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane.
Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora».
Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce.
Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
Giovanni 21,1-14
Gettate la rete e troverete
Mai scoraggiarsi
La mia mamma mi ha sempre ripetuto la frase "Aiutati che Dio ti aiuta"
Mai arrendersi dinanzi alle difficoltà, mai darsi per vinti perché la riscossa è dietro l'angolo. E non vuol dir niente se cadiamo una, due, tre o cento volte, prima o poi ci rialzeremo e cammineremo a lungo a testa alta.
Quanti ostacoli abbiamo incontrato nella nostra vita da quando abbiamo fondato l'Associazione. Ostacoli di ogni tipo: permessi negati, assistenti sociali il cui interesse non era certo il bene del bimbo, mancanza di soldi, dipendenti truffatori, politici corrotti, voci cattive.
Abbiamo preso delle belle "mazzate", ma non ci siamo MAI arresi.
Abbiamo pianto, ci siamo abbracciati, abbiamo urlato e gridato, ma non ci siamo MAI arresi.
Ed oggi siamo ancora qui a raccontare la nostra storia, a camminare a testa alta, a crescere, a progettare.
Ci saranno ancora tempi bui, momenti difficili e di sconforto, ma ogni volta ne usciamo più forti, consapevoli che se anche piove a dirotto, il sole è sempre dietro le nubi e queste, prima o poi, si diraderanno lasciando che il sole risplenda nelle nostre vite
----------------------------
Le cicatrici sono tante, ma sono un onore per aver superato un ostacolo, ed un monito per fare sempre meglio
Addì 7 aprile 2018
Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni.
Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto.
Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna.
Anch'essi ritornarono ad annunziarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.
Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.
Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura.»
Marco 16,9-15
Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura
Fiori di primavera
C'è un momento in cui il seme si schiude ed il virgulto inizia il suo cammino di conoscenza del mondo. Vede solo terra e crede che quello sia il suo mondo; fa capolino dal suo antro e scopre la luce, e man mano che cresce gioisce e si esalta di ciò che vede. Più cresce e più conosce.
C'è un momento in cui la pianta produce, ed i suoi frutti creano altre piante come lei: i suoi figli, radici delle sue radici. A loro insegna ad amare il mondo, ad avere sete di conosceza.
C'è un momento in cui la pianta declina, il legno si secca, in parte marcisce. E' stanca, non produce più semi da donare alla terra, ma la sua esperienza, la sua vita sono esempio per le nuove generazioni, figli dei figli dei figli dei figli ....
C'è un momento nella nostra vita in cui dobbiamo donare ciò che siamo affinché la foresta produca frutti ed ossigeno da tenere viva la nostra terra. Ed è oggi quel momento: viviamolo, amiamo, insegniamo, doniamo
----------------------------
Abbiamo tanti buoni frutti, condividiamoli con gli altri, sfamiamo il mondo con amore
Addì 8 aprile 2018
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi».
Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!».
Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro.
Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Giovanni 20,19-31
Beati quelli che pur non avendo visto crederanno
Adulti a sei anni
Due milioni i bambini sotto la soglia minima di povertà.
Cinque i milioni di bambini in situazioni familiari e sociali problematiche.
Abusi. Denutrizione. Sfruttamento.
Tutto avviene in silenzio. Tutto avviene senza che vengano avanzate denunce. Tutto avviene perché il politico è più interessato alla raccolta dei voti che non al benessere dei bambini.
E tutto questo avviene oggi nella nostra Italia.
Tempo presente. Oggi.
E qualcuno non ci crede. Qualcuno parla come San Tommaso "Non ci credo finché non vedo"
Bene, noi mostriamo i segni dei chiodi dei tanti bambini che abbiamo accudito parlando alla gente, invitando chiunque a venire a trovarci per conoscere la realtà dei fatti.
San Tommaso disse "Signor mio, Dio mio", ma in molti si tappano occhi ed orecchie per non vedere.
Paura di soffrire? Paura di sentirsi in colpa per non fare abbastanza?
Pensate a quanta paura ha un bambino ogni volta che suo padre pedofilo entra nella sua camera.
Pensate a quanta paura ha un bambino quando sente urlare i genitori ed affacciandosi li vede che si picchiano.
Pensate a quanta paura ha un bambino nel non veder ritornare a casa tutte le sere la madre o, peggio, vederla rientrare con uomini diversi ogni ora.
Pensate a quanta paura ha un bambino e poi pensate se non sarebbe giusto consolarlo, accudirlo, aiutarlo, dargli l'opportunità di essere bambino e non adulto a sei anni
----------------------------
Oggi siamo a Gonars (UD) per far conoscere la realtà di tanti Bambini
Addì 9 aprile 2018
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te».
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».
Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.
Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
E l'angelo partì da lei.
Luca 1,26-38
Nulla è impossibile a Dio
Ultimo minuto
Quante partite vengono vinte all'ultimo secondo, in ogni campo sportivo.
La tenacia, la forza di volontà, il credere di poter vincere ci danno la forza di resistere, di tenere duro fino all'ultimo istante.
E' stato così anche ieri.
Siamo venuti in Friuli per far conoscere l'Associazione e l'Affido. Attraverso il mercatino intendevamo avvicinare le persone e recuperare i costi della nostra faticosa trasferta.
Non c'è stato molto movimento alla festa delle rondini di Gonars, e poche le persone che si sono avvicinate a noi. Un po' di dispiacere durante la giornata nel constatare di aver fatto 430 km inutilmente, faticato tantissimo per incassare pochi euro e sopratutto aver parlato con pochissime persone. Ma abbiamo continuato a ridere e scherzare, ad accogliere quei pochi che si avvicinavano al nostro stand. Ed ecco che una signora adocchia due quadretti, contrattiamo, e alla fine ci lascia metà della cifra che rappresentava il costo da coprire. A fine serata, a conti fatti, abbiamo visto che grazie a tale generosa offerta, i costi del nostro viaggio erano stati coperti.
Alcuni semi sono stati immessi nel cuore delle persone, di poche, pochissime persone, ma sono certo che uno di questi semi frutterà perché nulla è impossibile a Dio e, ne sono certo, ancora una volta, ciò che può sembrare all'apparenza un fallimento risulterà essere ancora una volta un succcesso, un successo di Dio che usa la nostra fede e pazienza per rivelarsi.
----------------------------
Ogni distanza ha in sé una fatica, ma con l'amore tutto si supera: aiutate i nostri bambini
Addì 10 aprile 2018
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: «In verità ti dico: dovete rinascere dall'alto.
Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito».
Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?».
Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?
In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza.
Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?
Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.
E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Giovanni 3,7b-15
Dovete rinascere dall'alto
Droga, un baratro senza fondo?
Chi tocca terra non può andare più giù e tutto diventa crescita.
Giorgio è arrivato da noi già provato da mille situazioni familiari: la madre prostituta, il padre impossibile da individuare in quanto un cliente della signora, i fratelli drogati e spacciatori.
Giorgio, strappato dalle braccia della mamma che lo portava con sé a prostituirsi, anche nel letto con i suoi clienti, aveva idealizzato quella donna, ed il suo unico pensiero era quello di tornare da lei.
A diciotto anni così fece, ed anziché trovare l'amore di una famiglia, incappò in un baratro senza fondo che lo inghiottì: la droga si impossessò di lui e di tutte le sue migliori qualità.
Per fortuna il baratro un fondo lo aveva, ed un giorno, grazie ai principi ricevuti quando era con noi, Giorgio si rese conto della brutta strada che aveva intrapreso, capì di non avere un futuro e, con grande coraggio e fatica, in tre anni uscì dall'incubo della dipendenza.
A vederlo oggi non è certo il ragazzo che un padre darebbe alla propria figlia come marito, ma il suo cammino di rinascita è stato forte ed importante e, ne sono certo, lo porterà ad una vita serena.
Mai perdere le speranze e donare sempre semi di amore e di principi ai ragazzi, affinché un domani possano servirsene per uscire da quelle brutte strade nelle quali è facile scivolare se nati in famiglie o ambienti malsani.
Noi dobbiamo esserci per sostenerli nelle loro fragilità, con amore e dedizione, perché ogni ragazzo salvato sarà un delinquente in meno su questa nostra terra martoriata dal male provocato dall'uomo
----------------------------
Tanti Bambini saranno domani drogati e delinquenti. Impedirlo è compito di tutti, ed insieme è possibile