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  1.  

    Addì 20 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
    Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
    Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
    Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe»

    Matteo 6,7-15

  2.  

    Venire ascoltati a forza di parole

    Chiacchiere

    Una vecchia canzone di Mina diceva "Parole, parole, parole, parole parole soltanto parole, parole tra noi".
    Ecco, ci sono quelli che parlano tanto, come molti politici, e quelli che invece si rimboccano le maniche e fanno. Parlare è bello ed importante, ma a volte troppe parole non servono a nulla se non ci sono i fatti.
    E' meraviglioso quando un ragazzo sbaglia e parla del suo errore, si pente di quello che ha fatto, chiede scusa, ma se poi non ci sono i fatti a testimoniare quel pentimento, a cosa valgono tutte quelle parole? Peggio ancora è quando un bimbo si arrampica sugli specchi per cercare di portare la ragione dalla sua parte sprecando fiumi di parole e di energia per smarcarsi da una brutta situazione in cui si è infilato, senza la benché minima azione che mostri un suo pentimento.
    A volte i fatti dovrebbero parlare prima delle parole
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    Scusa ho sbagliato. E' molto più produttivo che ore di scuse

  3.  

    Addì 21 febbraio 2018

    In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona.
    Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.
    La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui.
    Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui».

    Luca 11,29-32

  4.  

    Questa generazione è una generazione malvagia

    Il dono della parola

    Carlino: il mio papà mi ha regalato un paio di scarpe Nike Air Jordan 1 da 600 euro
    Maria: il mio papà mi ha regalato un vestitino di Vogue da 2.628 euro
    Giuseppe: il mio papà mi ha messo a disposizione il suo yacht dove posso spassarmela con i miei amici
    Linda: il mio papà mi paga ogni anno tre mesi di viaggi bellissimi in tutto il mondo in alberghi di lusso
    E tu Riccardo? A te cosa ha regalato il tuo papà?
    Riccardo: a me a ha regalato la parola. Ogni sera parliamo
    Gruppo: ohhh, davvero? Beato te!!!

    Eleni aveva sedici anni ed invitò una sua amica a pranzo.
    Una bimba che aveva praticamente tutto, fissata fino al midollo con il cellulare al quale non rinunciava nemmeno di notte.
    Ci mettemmo a tavola e lei rimase ammutolita a bocca aperta.
    Eleni le chiese cosa avesse, e Giada le rispose "Il tuo babbo mangia con noi?"
    Si, rispose Eleni
    Giada: Anche io voglio venire in affido qui
    Eleni: Ma dovresti rinunciare al cellulare
    Giada: pur di avere un babbo che parla con me rinuncerei a tutto
    ----------------------------
    Il più bel dono che possiamo fare ai nostri figli è il dono di noi stessi

  5.  

    Addì 22 febbraio 2018

    In quel tempo, essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».
    Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
    Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».
    Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
    E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.
    E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.
    A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

    Matteo 16,13-19

  6.  

    Su questa pietra edificherò la mia chiesa

    Un incendio d'amore

    Quando siete al computer e non vi si apre un file, o sparisce una cartella, cominciate ad inveire contro il pc, ma poi vi accorgete che l'errore era vostro e non dell'apparecchio.
    Quando fate un esercizio di matematica e non vi torna il risultato subito gridate allo scandalo "c'è un errore di stampa", ma poi rifacendo i calcoli vi avvedete che il libro non sbagliava.
    Chi si interroga sulle parole del Vangelo ha spesso questa sensazione.
    Sentite questa.
    Pietro si addormenta quando Gesù soffre, lo rinnega tre volte e resta nascosto in casa per paura nel momento della morte del suo Maestro. Eppure Gesù lo sceglie come suo successore. Di più, dichiara essere lui l'uomo forte sul quale edificare la Chiesa.
    Ora qualcuno potrebbe dire "Quando Gesù lo ha nominato suo successore Pietro ancora non aveva fatto nulla di quanto è stato riportato poche righe sopra".
    Per chi crede questo non è un dubbio perché Gesù già sapeva come si sarebbe comportato Pietro.
    Ma volendo per un momento fare un ragionamento più umano, mi viene da pensare che Gesù, con grande cultura, dopo anni di vicinanza ad un uomo semplice come Pietro, un pescatore, avesse ben chiaro chi fosse l' "uomo Pietro". Ed allora, non vi viene il dubbio che Gesù abbia sbagliato a dare un così grande ed importante incarico a Pietro?
    E' ovvio che i fatti storici ci smentiscono: basta pensare a quanto grande e radicata sia la Chiesa per capire che la scelta di Gesù sia stata giusta, senz'altro divina.
    Ed allora come sono andate le cose?
    Cosa ha visto Gesù in Pietro?
    Non lo so, non ci è dato di saperlo.
    O forse si?
    Penso che Gesù abbia visto negli occhi di Pietro quella luce, magari tenue ed assopita, pronta a creare un incendio per amore.
    Quella stessa luce che ogni giorno vedo nei miei ragazzi, spesso velata dalle lacrime, dalla tristezza, dalle incomprensioni, dal dolore di avere una famiglia lontana, o aver perso un genitore o entrambi. Ma quella luce io la vedo, e sono certo che se vorranno i miei ragazzi, tutti i miei ragazzi, sapranno usarla per incendiare d'amore il mondo intero
    ----------------------------
    Aiutateci a valorizzare la luce negli occhi dei Bambini

  7.  

    Addì 23 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
    Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio.
    Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
    Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
    Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione.

    Matteo 5,20-26

  8.  

    Va prima a riconciliarti con il tuo fratello

    Un maglione sporco

    Una delle prime cose che cerchiamo di insegnare ai nostri figli è quella di uscire di casa puliti. Le mamme controllano ogni angolino dei vestiti che faranno indossare ai propri cuccioli, e se anche ci fosse una piccola, impercettibile macchia dietro il più recondito dei risvolti, il capo finirebbe nella cesta dei panni sporchi in attesa di passare da lavatrice, asciugatrice, stiratura ed essere nuovamente pronto per essere indossato.
    Ci saranno vestiti che avranno bisogno di lavaggi più intensi, altri che dovranno passare dalla lavatrice più di una volta perché non sono venuti bene, ma alla fine saranno tutti candidi.
    Vi sono però macchie che non verranno via tanto facilmente e lasceranno sulla stoffa un alone indelebile, ma non per questo il vestito andrà gettato via.
    Noi siamo quei vestiti.
    Prima di uscire di casa, prima di proseguire il nostro cammino di crescita, dobbiamo pulire l'anima dalle nostre colpe. Entrare in lavatrice, essere centrifugati, ascoltare i rimproveri degli adulti, dell'amico, dei compagni di vita non è certo piacevole, ma sicuramente necessario per poter stare bene con noi stessi.
    E' anche vero che ci sono colpe talmente grandi che nemmeno noi riusciamo a perdonarci, colpe che lasceranno aloni nei nostri cuori. Alcuni buttano via quei capi puntando il dito contro chi si sia macchiato di errori o crimini troppo grandi perché l'uomo possa passarci sopra, ma ogni vestito ha la sua dignità e dobbiamo rispettare chiunque, qualunque sia il torto commesso, abbia il coraggio di chiedere scusa.
    ----------------------------
    I nostri ragazzi hanno nel cuore errori più grandi di quelli che possano sopportare. Noi abbiamo il compito di amarli e perdonarli all'infinito

  9.  

    Addì 24 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti.
    Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?
    E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
    Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. »

    Matteo 5,43-48

  10.  

    Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori

    Voglio essere malato

    Qualcuno dice che l'amore sia una malattia.
    In parte è vero perché molti sono i sintomi in comune tra lo star male ed il voler bene.
    Quando si è innamorati, vuoi del partner, o del figlio, o di Dio o di altri si vive bene, quasi fossimo fuori dal mondo, fluttuanti su una nuvoletta. Siamo portati a sorridere sempre ed affrontare le brutte situazioni con più ottimismo.
    Quando invece si odia, si porta rancore, si cerca vendetta è come avere un tarlo dentro che ci divora, siamo sempre imbronciati e tutto è nero ai nostri occhi.
    Ed allora vi chiedo, non sarebbe meglio amare piuttosto che odiare?
    Se tuo fratello ti ha fatto un torto, non sarebbe meglio per tutti amarlo?
    L'amore è un buon sentimento che porta allegria, condivisione, solidarietà.
    Il rancore e l'odio portano divisioni, malumori, egoismo.
    A volte siamo proprio stupidi, preferiamo coltivare la gramigna piuttosto che del buon grano

  11.  

    Addì 25 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra avrebbe potuto renderle così bianche.
    E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù.
    Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!».
    Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento.
    Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!».
    E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.
    Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti.
    Ed essi tennero per sé la cosa, domandandosi però che cosa volesse dire risuscitare dai morti.

    Marco 9,2-10

  12.  

    Erano stati presi dallo spavento

    Cambiare vita

    Siamo talmente abituati alla nostra vita che spesso un qualsiasi cambiamento ci spaventa, e sovente per paura non compiamo un passo importante, specie quando questo significa lasciare agiatezze e tranquillità per abbracciare problemi e preoccupazioni. E se qualcuno è disposto a rischiare quando ha in testa un progetto, specie se lavorativo, quanti sarebbero disponibili a barattare la propria serenità affinché altri possano star bene? Chi è disposto a dire "Rinuncio a mangiare al ristorante per risparmiare denaro da donare ai poveri"? oppure "Accolgo in casa un bambino maltrattato, problematico e mi metto in gioco con i servizi sociali, il tribunale ed i genitori naturali"?.
    Per l'adozione tutti sono disponibili purché si tratti di un bambino piccolo, carino, senza problemi fisici, magari di buona etnia italiana.
    Per l'affidamento invece quante famiglie sono disposte ad aprire le porte di casa?
    Ventisei milioni sono le famiglie italiane, ma in affidamento familiare ci sono soltanto tredicimila bimbi, vale a dire lo 0,05 per cento: una famiglia ogni duemila!
    Non vuole essere il mio un giudizio oppure una condanna, ma una constatazione per capire il motivo di tanta diffidenza, alla cui base c'è sicuramente una serie di paure.
    Ma per quanti timori possiamo avere dovremmo riflettere sul fatto che mentre noi proviamo l'angoscia di affrontare un percorso ed un cambiamento, migliaia di bambini soffrono nelle proprie case perché maltrattati, abusati, uccisi nella loro fanciullezza, costretti a divenire adulti alla svelta.
    Dovremmo però riflettere anche sugli aspetti positivi di certi cambiamenti, anche su di noi e sulla nostra famiglia perché un bambino porta gioia, educare un bambino ci fa sentire importanti per qualcuno, dare la possibilità ad un bambino di vivere la propria infanzia serenamente comporta migliorare il mondo di domani rendendolo un adulto responsabile in grado di tutelare, amare e difendere i propri figli.
    Non abbiate paura di un cambiamento.
    E se non ve la sentite di accogliere fisicamente un cucciolo d'uomo ferito e spaventato nella vostra casa, almeno accoglietelo nei vostri cuori stando vicino ai nostri bambini, venendoli a trovare, o magari preoccupandovi dei loro bisogni con un affidamento a distanza. Almeno è un inizio per comprendere meglio questo magico mondo dell'affido.
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    La paura dei cambiamenti è normale, ma per crescere e migliorare come persone dobbiamo affrontare e superare le nostre paure

  13.  

    Addì 26 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro.
    Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

    Luca 6,36-38

  14.  

    Non giudicate e non sarete giudicati

    Boomerang

    Il mio nonno, quando qualcuno mi dava noia a scuola mi diceva sempre che prima o poi arriverà uno più grosso di lui. A me spettava di lasciarlo perdere, di ignorare il suo bullismo.
    Vendetta chiama vendetta, odio chiama odio, ma amore chiama amore, perdono chiama perdono.
    Qualunque cosa facciamo nella vita ci tornerà indietro, nel bene come nel male.
    Parimenti se giudichiamo una persona nella sua interezza da un atto sbagliato che ha fatto, dobbiamo essere pronti ad essere noi stessi giudicati in base ad un atteggiamento, un modo di vestire, una frase in un momento di rabbia.
    E se ciò accade, lasciamoli perdere ed eviteremo di innescare guerre e faide senza fine.
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    Amate e sarete amati
    Donate e riceverete gioie
    Accogliete e sarete accolti

  15.  

    Addì 27 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
    «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei.
    Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
    Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito.
    Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì''dalla gente.
    Ma voi non fatevi chiamare "rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
    E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
    E non fatevi chiamare "maestri", perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
    Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato»

    Matteo 23,1-12

  16.  

    Il più grande tra voi sia vostro servo

    Facciamo una gara

    Tra le persone spesso c'è uno spirito di competizione che molte volte è sano perché porta a migliorarci, almeno fin quando non diventa guerra e voglia di primeggiare a qualsiasi costo, anche facendo del male al prossimo.
    Nei ragazzi la competizione è all'ordine del giorno. Sono cuccioli di leone che tendono a fortificarsi per entrare nella vita con i i muscoli ben formati.
    La competizione si manifesta sovente nello sport, nel modo di vestire, nella bellezza ostentata, nella scuola. Nei nostri ragazzi addirittura gareggiano circa il tempo di permanenza con noi, fino ad arrivare all'assurdo del "vuole più bene e me".
    Si tende a voler essere più grandi, più bravi, più belli.
    Eppure ai miei occhi il più grande è colui che è più servizievole nei confronti dell'altro, il più umile, il più mite, il perdente nei giochi e nello sport ma che mantiene lo spirito di divertirsi, è colui che sa chiedere scusa quando sbaglia e non si mette a raccontare mille bugie per fare vedere di essere il super uomo o la super donna che non sbaglia mai.
    Ai miei occhi più uno di loro è servo degli altri, più è grande
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    Mettetevi in competizione con gli altri per vedere chi si priva di qualcosa di importante per donarlo agli altri. Questo è vincere

  17.  

    Addì 28 febbraio 2018

    In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i Dodici e lungo la via disse loro: «Ecco, noi stiamo salendo a Gerusalemme e il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso; ma il terzo giorno risusciterà».
    Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa.
    Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Dì che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
    Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo».
    Ed egli soggiunse: «Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio».
    Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: «I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere.
    Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti».

    Matteo 20,17-28

  18.  

    Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere

    Scelte di vita

    L'errore che fanno molti genitori è quello di pretendere una certa strada per il figlio.
    E' un desiderio d'amore legato al pensiero che da adulti si sappia quale sia il bene per nostro figlio, ma ogni ragazzo ha le sue passioni, desideri, progetti.
    A noi genitori spetta il compito di far vedere loro varie alternative e stimolarli a valutare attentamente ogni possibile soluzione per il loro avvenire.
    Possiamo procurare loro il cibo, possiamo cucinarlo e presentarlo nel modo migliore possibile, possiamo anche imboccarli, ma non possiamo obbligarli a deglutirlo.
    Una scelta, per quanto si possa essere convinti che sia il bene per il ragazzo, deve essere una sua scelta. Noi possiamo consigliarlo, ma non obbligarlo e stargli vicino affinché, ne caso fosse una strada sbagliata, non si faccia troppo male e lo si possa aiutare a rialzarsi.
    ----------------------------
    La nostra scelta è stata quella di dedicare la vita ai Bambini
    Supportateci nella nostra missione

  19.  

    Addì 1 marzo 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai farisei: « C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.
    Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
    Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
    Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
    Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
    Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.
    Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.
    E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento.
    Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.
    E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.
    Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi ».

    Luca 16,19-31

  20.  

    Neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi

    Muri di gomma

    Ci sono persone che credono a qualunque cosa venga loro detta, altre che non le convinceresti nemmeno con le cannonate, dei veri e propri muri di gomma contro i quali ogni teoria o ragionamento rimbalza e non penetra.
    Agostino d'Ippona diceva che "La mente aiuta la fede, e la fede aiuta la mente". Essere creduloni non è cosa buona perché facili prede di chiunque voglia approfittarsene, ma anche respingere ogni ragionamento è parimenti sbagliato perché significa non crescere, restare nella propria caverna, ed è purtroppo una cosa che accade spesso. Le motivazioni sono tante: la paura di cambiare, l'insicurezza che porta a radicarsi sulle proprie posizioni, l'arroganza di pensare di essere sempre nella ragione, la paura di venire sottomessi se assecondiamo le ragioni dell'altro.
    Tanti ragazzi sono passati da casa nostra e la differenza tra chi si lascia guidare e chi invece rifiuta ogni insegnamento è palese. I primi crescono, maturano, imboccano strade più o meno sicure e tranquille, progettano serenamente il loro futuro. I secondi si arrampicano sugli specchi, inventano bugie sempre più grosse per giustificare le proprie ragioni, procedono a tentoni e non hanno idea di cosa faranno nella vita o, peggio, si fanno castelli in aria che non hanno gambe per camminare. Sognare è meraviglioso, ma vivere continuamente in un sogno, al di fuori della realtà, senza accettare che ogni tanto qualcuno ti svegli per mangiare è ridicolo e pericoloso.
    Chi ragiona cresce, è apprezzato, stimato, ascoltato, e quando sbaglia sappiamo che si può ragionare per fargli capire il proprio errore con la consapevolezza che proverà a capire, e se non rimedierà subito c'è la certezza che rifletterà su quanto accaduto.
    Chi non ragiona si trova isolato, accettato solo da chi gli vuole bene, osannato per quello che fa vedere in apparenza, ma allontanato da chi abbia creduto alle sue bugie, al suo falso sorriso, ai suoi castelli in aria senza fondamenta.
    ----------------------------
    Non chiudetevi a riccio sulle vostre posizioni e non abbiate paura, ascoltate quanto abbiamo da dirvi sui tanti Bambini che hanno bisogno d'amore

  21.  

    Addì 2 marzo 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò.
    Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto.
    Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo uccisero, l'altro lo lapidarono.
    Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo.
    Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio!
    Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità.
    E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
    Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli? ».
    Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo».
    E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d'angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
    Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.»
    Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo.
    Ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

    Matteo 21,33-43.45-46.

  22.  

    Costui è l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità

    Padroni in casa tua

    La signora Luisa mi chiamò un giorno per chiedermi di poter venire a fare volontariato presso di noi.
    Le nostre porte sono sempre aperte e risposi immediatamente di si.
    Qualche giorno dopo si presentò questa donnona piena di buona volontà che disse "Tutti fuori dalla cucina, a sfamarvi ci penso io" e vista la stazza capimmo che nei giorni successivi avremmo mangiato tanto e probabilmente benissimo.
    Era arrivata all'ora di pranzo e si mise subito all'opera.
    Verso metà pomeriggio chiamava i bambini e dava loro alcune cose da mangiare.
    Le facemmo rispettosamente presente che i nostri bimbi, in estate, fanno un'abbondante colazione al mattino, e dire abbondante è veramente limitativo, il bagno in piscina dopo le tre ore di digestione, poi un buon pranzo. Nel pomeriggio non diamo loro la merenda per darli la possibilità di stare in acqua il più possibile. Quindi le chiedemmo di non dare ai bimbi nulla da mangiare fuori dai pasti prestabiliti. Rispose "Si va bene". Dopo un po' la cosa si ripeté: chiamava i bimbi in cucina con una scusa, chiudeva la porta e dava loro del cibo. La cosa non ci piacque, ma con molta gentilezza le chiarimmo nuovamente la nostra posizione dicendole che ci sono delle regole e queste devono essere rispettate da grandi e piccoli, ognuno per le sue competenze. Proferì un altro "Si va bene", ma non demorse e faceva venire i bambini alla finestra della cucina per passar loro ogni sorta di leccornia. Al che ci siamo arrabbiati e le abbiamo detto che così non andava bene. Luisa si è imbestialita urlando che affamavamo i bambini impedendo loro di mangiare, fece le valigie e se ne andò così come era venuta.
    Oggi viene quasi da sorridere a ripensare a quell'episodio, ma immedesimatevi voi nella situazione che in casa vostra arrivi un ospite, fosse anche un parente, e metta bocca sul modo di educare vostro figlio, uno che faccia da padrone nella vostra casa. Cosa fareste? Penso che agireste come noi: la prima volta con assoluta calma, la seconda con decisione, la terza senza freni o quasi pur di fermare un certo comportamento lesivo delle vostre abitudini che non porti rispetto a nessuno di voi.
    Critichiamo chi si comporta così in casa nostra, ma tutti noi ci comportiamo nello stesso identico modo ogni giorno.
    Mi sembra di sentirvi. Chi? Io? Ma questo è matto. Parla per te.
    Eppure in questo mondo noi siamo ospiti, siamo di passaggio, non ci appartiene, ci viene dato in comodato d'uso, ma non è di nostra proprietà tanto da uccidere, inquinare, truffare gli altri ospiti.
    Ed allora il padrone del mondo o quanti vi abitano con voi, cosa dovrebbero dirvi?
    Impariamo a rispettare il mondo ed i suoi abitanti, ed il padrone del mondo farà sarà contento di noi.
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    Venite a trovarci, vi aspettiamo, ma vi chiediamo rispetto per le nostre regole, e ciò che non vi sarà chiaro ve lo spiegheremo

  23.  

    Addì 3 marzo 2018

    In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
    I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
    Allora egli disse loro questa parabola: Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.
    Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
    Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.
    Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
    Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.
    Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
    Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
    Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.
    Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
    Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
    Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi.
    Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
    Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
    Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
    Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.
    Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.
    Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
    Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

    Luca 15,1-3.11-32

  24.  

    Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita

    Resurrezione

    Saverio, arrivato in affido a due anni e mezzo.
    Per decisione, assolutamente sbagliata, da parte dei servizi sociali, a quattordici anni è stato inserito in una comunità dove non aveva regole e faceva quello che voleva. Praticamente allo sbando ha smesso di studiare, era uno dei ragazzi più intelligenti e capaci che abbiamo mai avuto, ha cominciato a rubare, frequentava la madre, prostituta, ed i fratelli, drogati e spacciatori, senza alcun limite e stava fuori casa tutto il tempo che voleva.
    A diciotto anni ha visto bene di cominciare a drogarsi.
    Lo sapevo e ne soffrivo, ma non potevo far altro che pregare.
    Ed un giorno lo incontrai per strada.
    Altre volte era accaduto, ma Saverio girava la testa dall'altra parte e tirava a diritto, forse per la vergogna.
    Quella mattina fu diverso.
    Cercò il mio sguardo e quando vide un mio sorriso mi corse incontro.
    Tutto d'un fiato, quasi a volersi liberare di un peso che aveva da anni nel cuore, mi disse "Sono finito su una brutta strada, mi drogavo, ma ne sono uscito grazie ai valori ed ai principi che mi avete insegnato".
    E' stata grande festa perché perché questo nostro figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.
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    Aiutateci a far risorgere tanti Bambini uccisi dall'indifferenza

  25.  

    Addì 4 marzo 2018

    Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
    Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco.
    Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato».
    I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora.
    Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».
    Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
    Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
    Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
    Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
    Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome.
    Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro, egli infatti sapeva quello che c'è in ogni uomo.

    Giovanni 2,13-25

  26.  

    Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato

    Quanto costa l'anima se la vendo?

    In tanti si allontanano dalla chiesa perché troppo ricca, troppo attaccata ai beni materiali. Ed è comprensibile, specie quando si vedono i sacerdoti che si occupano più delle offerte che di dire una parola gentile ad una persona che soffre, o dare una carezza ad un bambino. Ma è anche vero che il dio denaro è venerato non solo all'interno della chiesa ma anche da tantissime persone. Eppure è un dio falso ed ingannevole perché l'infelicità regna sia tra i ricchi che tra i poveri.

    John K. Galbraith, teorico del capitalismo moderno, descrive così il potere del denaro: esso «porta con sé tre vantaggi fondamentali: primo, il piacere del potere che offre all’uomo; secondo, il possesso reale di tutte le cose che si possono comprare con il denaro; terzo, il prestigio o rispetto di cui gode il ricco grazie alla sua ricchezza».

    Per molti la cosa decisiva, importante e definitiva è guadagnare denaro, acquistare un benessere materiale, ottenere un prestigio economico. E per questo gli dedicano la propria vita e si sacrificano per esso.
    Oggi l'uomo è in buona parte materialista e, nonostante i suoi grandi proclami sulla libertà, la giustizia o la solidarietà, quasi non crede in altro che non sia il denaro.

    E tuttavia, c’è poca gente felice. Con il denaro si può allestire un appartamento gradevole, ma non creare un focolare caldo. Col denaro si può comprare un letto comodo, ma non un sonno tranquillo. Col denaro si possono acquistare nuove relazioni, ma non suscitare una vera amicizia. Col denaro si può acquistare piacere, ma non felicità. Ma noi credenti dobbiamo ricordare qualcosa ancora. Il denaro apre tutte le porte, ma non apre mai la porta del nostro cuore a Dio. Eppure la chiesa oggigiorno, almeno in Occidente, sembra servire di più il dio denaro che non seguire le indicazioni del Vangelo amando Dio attraverso il prossimo.

    Il tempio cessa di essere luogo di incontro con il Padre quando la nostra vita è un mercato dove solo si rende culto al denaro. E non può avere una relazione filiale con Dio Padre quando le nostre relazioni con gli altri avvengono solo attraverso interessi di denaro. È impossibile comprendere qualcosa dell’amore, della tenerezza e dell’accoglienza di Dio quando si vive solo cercando il benessere. Ed oggi la chiesa, molti sacerdoti e vescovi e molti cristiani questo dovrebbero capirlo molto bene perché è uno dei motivi per cui in molti si allontanano da Dio
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    Date una carezza ai nostri Bambini, venite a trovarci prima ancora di aiutarci a sostenerli

  27.  

    Addì 5 marzo 2018

    In quel tempo, giunto Gesù a Nazaret, disse al popolo radunato nella sinagoga: «In verità vi dico: nessun profeta è bene accetto in patria.
    Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone.
    C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro».
    All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio.
    Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

    Luca 4,24-30

  28.  

    Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò

    Chi vince alla fine?

    Madre Teresa diceva di essere solo una goccia nell'oceano, ma senza quella goccia l'oceano sarebbe stato più povero.
    Umilmente aggiungo che anche io, come Associazione, mi sento una goccia a tutti gli effetti, e l'azione della goccia è quella di martellare continuamente, di cadere sempre nello stesso punto, senza fermarsi mai perché il nostro compito è quello di aiutare i Bambini, e prima o poi scaveremo un tunnel nei cuori più duri, prima o poi porteremo avanti i nostri progetti, prima o poi troveremo i soldi per trasformare in realtà i nostri sogni. Prima o poi. Quando Dio vorrà.
    Il nostro compito è facile: essere goccia
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    Saremo tanto più forti, quanta più forza sarete voi a darci

  29.  

    Addì 6 marzo 2018

    In quel tempo Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?».
    E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
    A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi.
    Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti.
    Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito.
    Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa.
    Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito.
    Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi!
    Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito.
    Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
    Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto.
    Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?
    E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.
    Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello»

    Matteo 18,21-35

  30.  

    Se non perdonerete di cuore al vostro fratello

    Una bella doccia

    Quando siamo sporchi e sudati, dopo aver giocato, corso o essersi sdraiati sulla sabbia a prendere il sole, la prima cosa di cui sentiamo la necessità è una bella doccia o un bel bagno nella vasca. Non arriviamo davanti al lavandino per inumidire le dita e passarsele sugli occhi, né tanto meno ci mettiamo a cena o a dormire nel letto pulito in quelle condizioni. L'esigenza è quella di pulirsi e lo vogliamo fare bene, in profondità. Questo ci suggerisce il buon senso perché una persona sporca e puzzolente è allontanata da tutti, e se prova ad avvicinarsi a qualcuno trova un muro.
    Lo stesso è quando dentro coviamo la rabbia. E' normale, e talvolta sano, arrabbiarsi e litigare, fa parte della vita, ma ci dovrebbe venire spontaneo riappacificarsi, pulirsi per bene l'anima, perdonare non con un sorriso di sopportazione, ma nel profondo del nostro cuore, come a farsi una doccia pulendo ogni angolino del nostro corpo.
    Chi è arrabbiato, vendicativo, rancoroso, per quanto possa aver ragione, è scansato dagli altri, al limite sopportato turandosi il naso per il tempo strettamente indispensabile, al pari di una persona che puzza per non essersi lavata.
    Perdoniamo in profondità e saremo perdonati ed accettati dal prossimo.
    I nostri Bambini perdonano i loro aguzzini, prendiamo esempio da loro
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    I nostri Bambini perdonano i loro aguzzini, prendiamo esempio da loro

  31.  

    Addì 7 marzo 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.
    In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto.
    Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli»

    Matteo 5,17-19

  32.  

    Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento

    Una ruota che gira

    La meritocrazia nel nostro paese non esiste, ormai è un dato di fatto.
    Sono pochi quelli che vanno avanti per i propri meriti, e sempre di più i furbetti che raggiungono ottimi traguardi senza fatica e senza merito per aver accettato di andare fuori dalle righe.
    A me è stato insegnato dalla mia mamma ad andare a letto la sera e vedere una persona onesta.
    Ecco, questo faccio. Tutto il resto è compromesso che non voglio accettare.
    Possiamo essere critici con regole e leggi, ma quelle che ci sono devono essere rispettate e prima o poi Dio, altri diranno "la vita", metterà le cose a posto.

    Qualche giorno fa una persona è venuta a farmi una proposta. Aveva le più buone intenzioni ed il vantaggio per l'Associazione sarebbe stato di quelli importanti. Opposi il mio secco rifiuto e mi disse "Così fanno tutti, non c'è Associazione che non accetti questo compromesso".
    "Bene" replicai "Fossi anche l'unica Associazione e non chinare il capo, non accetterò quanto da te propostomi".
    Voi non ci crederete, ma lo stesso giorno è arrivata la carezza di Dio.
    Mi chiama una persona che non sentivo da tantissimi anni e mi dice che deve parlarmi.
    Sono sempre disponibile a parlare con tutti, e dopo qualche giorno viene a trovarmi in ufficio.
    Ciò che mi ha offerto è un dono grandissimo, un dono per il quale non ci sono compromessi da accettare, ma solo un grazie a Dio per aver volto lo sguardo verso di noi

    Non sono un santo e di compromessi "morali" ne ho accettati diversi perché in qualche modo si deve vivere ed entrambe le soluzioni spesso si rivelano dolorose e difficili da realizzare, pertanto la strada più facile a volte l'ho presa anche io. ma quando si tratta di onestà non guardo in faccia nessuno e la prova è data dal fatto che in trent'anni non abbiamo fatto soldi a palate, come molte altre grandi organizzazioni hanno realizzato.

  33.  

    Addì 8 marzo 2018

    In quel tempo, Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate.
    Ma alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni».
    Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
    Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra.
    Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl.
    Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici.
    Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
    Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro.
    Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
    Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

    Luca 11,14-23

  34.  

    E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni

    Acqua secca

    A volte si cerca di fare del nostro meglio, di trovare la quadra ad un cerchio ed escogitare mille modi per far funzionare le cose, ma spesso le nostre motivazioni vengono fraintese e viene data un'interpretazione distorta alle nostre buone intenzioni.
    Le persone vogliono vedere negli altri sempre un doppio fine, uno scopo cattivo o contrario al loro modo di pensare.
    Questo accade perché non c'è il desiderio di capire, di confrontarsi, bensì di arroccarsi sulle proprie posizioni e credere in ciò che più fa comodo.
    Quando Gesù scacciava i demoni, pur davanti all'evidenza di un muto che riprendeva a parlare, la gente diceva che agiva in nome del diavolo, pur di attaccarlo e di negare quanto di buono stesse facendo.
    In trent'anni di Associazione ce ne siamo sentite dire di tutti i colori: una volta fatti i soldi ve ne scapperete alle Maldive, ma dopo trent'anni siamo ancora qui; se viene la Finanza vedrete come vi fanno chiudere, la Finanza ci fece un mega controllo durato un anno e mezzo ma non abbiamo chiuso; i bambini sono costretti a stare con voi, eppure il nostro diurno è pieno; voi non siete famiglia, eppure chiunque viene da noi ci riconosce uno spirito di famiglia difficile da trovare altrove. E tanto altro ancora.
    A noi non importa di essere giudicati oppure offesi, a noi importa andare avanti a testa alta ed aiutare tanti Bambini, e questa sarà la miglior dimostrazione, quella con i fatti, che ciò che facciamo è cosa buona e giusta.
    E dopo trent'anni, se qualcuno vuole dubitare ancora di noi, lo faccia pure, ma sarà come dire che l'acqua è secca ed il sole è oscurità
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    Dateci fiducia, il nostro operato è visibile a chi abbia voglia di guardare

  35.  

    Addì 9 marzo 2018

    In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
    Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
    E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi».
    Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
    Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

    Marco 12,28b-34

  36.  

    Amare il prossimo come sé stesso

    Perché amare?

    Ci sono tanti tipi di amore
    1) Amore verso Dio
    2) Amore verso i figli
    3) Amore verso il coniuge o compagno
    4) Amore verso i genitori
    5) Amore verso gli amici
    Amore verso i diseredati, il mondo, la natura, l'umanità, la cultura, gli animali

    Niente di ciò che facciamo o proviamo è perfetto nella nostra vita, ma se l'amore lo fosse quali sarebbero i tratti distintivi tra i vari tipi di amore?

    L'amore, quello vero, quello puro, ci porta a volere il benessere dell'altro, ed allora il primo punto è quello di conoscere l'altro: conoscere Dio, i figli, il coniuge o il compagno, le persone in generale.
    Spesso pensiamo di conoscerlo e gli diamo quello che crediamo possa fargli piacere, oppure ciò che farebbe piacere a noi ricevere. Ma per ogni persona che amiamo domandiamoci se veramente lo conosciamo, e pensiamo se ciò che gli stiamo dando è quello che lui o lei vuole veramente o ciò di cui ha bisogno.
    Talvolta siamo così innamorati da essere accecati dal nostro stesso amore e vediamo solo la grande luce che esce dal nostro cuore, ma dovremmo capire meglio quello di cui l'altro ha bisogno.

    Pensiamo ai figli. Vogliamo loro talmente tanto bene da inondarli di doni, ma talvolta avrebbero bisogno di una carezza o della nostra semplice presenza.
    Pensiamo ai genitori. Diamo per scontato che siano adulti e non abbiano bisogno di noi, ed invece se capissimo le loro pene potremmo comunque aiutarli facendo loro sentire la nostra vicinanza.
    Pensiamo al coniuge o al compagno. Ci prodighiamo in mille messaggi, ma quello che l'altro avrebbe bisogno è forse un po' di considerazione quando ci vediamo.
    Pensiamo a Dio. Lui è perfetto, cosa potremmo fare per lui? Anzi, che sia lui a fare qualcosa per noi. Dio ci aiuta e ci è vicino, e questo è il suo amore per noi. Ma noi? Noi che possiamo fare per Dio? Basta leggere il Vangelo. E' in questo libro che lui ci dice cosa possiamo fare.

    Ed allora capiamo che tutto gira intorno alla conoscenza, vera e profonda, dell'altro.
    Interroghiamoci e dialoghiamo, ed allora si che sarà amore vero.
    Non perfetto, ma certamente Amore Vero
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    Amiamo. Amiamo. Amiamo. Non è zucchero allo stato puro, non è buonismo, ma è il lievito perché le cose vadano bene e si possa essere felici ed in pace

  37.  

    Addì 10 marzo 2018

    In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.
    Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.
    Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
    Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
    Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

    Luca 18,9-14

  38.  

    O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini

    Chi si loda s'imbroda

    Claudio era simpaticissimo, era facile volergli bene perché ti faceva morire dal ridere in ogni circostanza. Affettuoso e con tanta voglia di fare mille cose, sempre entusiasta.
    Questo suo modo di essere gli portava i complimenti dagli adulti, al punto che cominciò a pensare di essere migliore degli altri un po' in tutto. Si esaltava e, seppur con il suo fare buffonesco, cominciò a sentirsi superiore e ad auto lodarsi.
    Aveva le sue criticità e debolezze, come tutti, e quindi capitava spesso che sbagliasse a fare qualcosa.
    Un giorno disse "Vado io in garage a prendere il vino per gli ospiti perché se lo lascio fare a Luigi oppure ad Antonio fanno solo danni". Ed ecco che a Claudio gli casca un cartone di vino fracassando cinque bottiglie su sei.
    Un altro giorno "Guardate come vado bene a cavallo, sono il più bravo" e fu la volta che cadde di sella.
    Ed ancora "Vi preparo un sugo da leccarvi i baffi, nessuno ve lo ha mai preparato così, sono il più bravo nel mio corso di cucina all'alberghiero", ed il sugo si bruciò.
    Ed ogni volta, usando lo stesso suo fare buffonesco, ma si sa che Arlecchino ridendo e scherzando diceva cose vere, gli dicevamo "Chi si loda s'imbroda".
    Pian piano la sua simpatica superbia si trasformò in dolce umiltà perché ogni volta che sbagliava qualcosa diceva a voce alta, attirando ancor più simpatia, "Chi si loda s'imbroda" e giù un sacco di risate per averne combinata un'altra delle sue.

    Questa sua umiltà lo ha portato nel tempo ad analizzare, in una bella lettera che potete trovare nel libro La Montagna dell'Affido, parte della sua vita e a fargli dire "Se a diciotto anni non me ne fossi andato, oggi avrei una vita". Ma questa è un'altra storia.

    Dobbiamo imparare che nel mondo "Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato", ed i recenti fatti di cronaca politica sono lì a dimostrarlo
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    Noi non siamo bravi, ma vi assicuro che ogni giorno ci sforziamo di essere migliori. Aiutateci

  39.  

    Addì 11 marzo 2018

    In quel tempo Gesù disse a Nicodemo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
    Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
    Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.
    Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è gia stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio».
    E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.
    Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.

    Giovanni 3,14-21

  40.  

    La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce

    Luce per crescere

    Quando un Bimbo piange per una bizza, oppure ha combinato qualcosa ed è stato scoperto e gli si chiedono spiegazioni, abbassa lo sguardo ed evita il contatto visivo. La luce della verità che esce dagli occhi dell'adulto è troppo forte per poter essere sostenuta.
    Più volte gli diciamo "Guardami", e solo quando avrà forza e coraggio per alzare la testa si aprirà la strada della verità, della giustizia, del perdono.
    Quante volte abbassiamo la testa quando incontriamo un povero, quante volte facciamo finta di essere al telefono per evitare una persona che ci chiede qualcosa, quante volte ci inventiamo impegni per non andare a trovare chi sofferente richiede la nostra presenza.
    Il mendicante, l'importuno, il venditore di fazzoletti, il malato, il parente noioso rappresentano quella luce di verità che vogliamo evitare rinchiudendoci in noi stessi perché è più facile andare oltre che fermarsi, capire, aiutare.
    Fin tanto che non avremo la forza ed il coraggio di guardare la luce resteremo nelle tenebre, nei nostri peccati, nelle nostre mancanze.
    La luce rappresenta il sacrificio di vivere una vera vita, ma anche la gioia e la potenza per crescere e maturare.
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    I nostri Bambini sono la luce del mondo.
    Venite. Guardateli

  41.  

    Addì 12 marzo 2018

    In quel tempo, Gesù partì dalla Samarìa per andare in Galilea.
    Ma egli stesso aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella sua patria.
    Quando però giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero con gioia, poiché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
    Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao.
    Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e lo pregò di scendere a guarire suo figlio poiché stava per morire.
    Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete».
    Ma il funzionario del re insistette: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia».
    Gesù gli risponde: «Và, tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che gli aveva detto Gesù e si mise in cammino.
    Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i servi a dirgli: «Tuo figlio vive!».
    S'informò poi a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno la febbre lo ha lasciato».
    Il padre riconobbe che proprio in quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive» e credette lui con tutta la sua famiglia.
    Questo fu il secondo miracolo che Gesù fece tornando dalla Giudea in Galilea.

    Giovanni 4,43-54

  42.  

    Se non vedete segni e prodigi, voi non credete

    Potevamo stupirvi con effetti speciali

    Una pubblicità di qualche anno fa diceva "Potevamo stupirvi con effetti speciali, ma non siamo fantascienza ma scienza"
    La nostra Associazione non ha mai fatto vedere il fumo, magari colorato e profumato, ma sempre ciò che di concreto abbiamo fatto per i Bambini. E siamo stati premiati da voi tutti.
    Non abbiamo milioni di euro di donazioni, ma ogni centesimo che voi ci date viene speso per i Bambini.
    Non abbiamo milioni di persone che ci conoscono, ma quanti di voi sanno chi siamo ci stimano ed apprezzano.
    Non abbiamo milioni di contribuenti che firmano per destinare il 5 per mille a noi, ma i quasi mille che lo fanno sanno di fare un gesto di amore che non servirà a pagare stipendi da favola, ma ad essere parte di bellissimi progetti a favore dei Bambini con problemi familiari.
    Grazie a tutti voi che da poco o da tanto tempo credete in noi e ci date forza
    Grazie a quanti non hanno bisogno di vedere effetti speciali per credere che qualcuno possa, non senza il vostro aiuto, donare la propria vita a tanti Bambini perché abbiano una vita migliore
    Grazie a quanti si rimboccano le maniche e ci aiutano nella nostra azione di promozione delle nostre attività.
    Grazie a quanti pregano per noi perché le vostre preghiere sono per noi un tesoro inespugnabile presso Dio.
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    Pregate per noi
    Parlate di noi
    Sosteneteci

  43.  

    Addì 13 marzo 2018

    Era un giorno di festa per i Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
    V'è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
    Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto.
    Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato.
    Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?».
    Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me».
    Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina».
    E sull'istante quell'uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato.
    Dissero dunque i Giudei all'uomo guarito: «E' sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio».
    Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina».
    Gli chiesero allora: «Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?».
    Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo.
    Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio».
    Quell'uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo.
    Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato

    Giovanni 5,1-16

  44.  

    Io non ho nessuno

    Io non ho nessuno

    Io non ho nessuno che mi aiuti nel fare la spesa
    Io non ho nessuno che mi venga a trovare quando sono malato
    Io non ho nessuno che mi ascolti quando sono triste e confuso
    Io non ho nessuno che mi faccia compagnia nella solitudine
    Io non ho nessuno che mi chieda come sia andata la giornata

    Quante volte abbiamo ripetuto una o più di queste frasi
    Quante volte abbiamo rinunciato a provare ad uscire da una situazione che non ci piaceva
    Quante volte ci siamo pianti addosso facendo del vittimismo il nostro scudo

    Se nella vita provassimo ad uscire da certe situazioni, scopriremmo in noi doti e capacità che mai avremmo pensato di avere.
    Ma se proviamo, se non ci arrendiamo, se nonostante i mille e più tentativi andati a vuoto non ci stanchiamo di tentare di uscire da certe situazioni, arriverà un giorno in cui qualcuno si avvicinerà a noi e ci domanderà "Vuoi guarire?".
    Per me quel "Qualcuno" si chiama Dio, il quale non ci abbandona, nemmeno quando siamo paralizzati dal dolore, ma vuole vedere una cosa: che non ci arrendiamo, che non ci piangiamo addosso, che lottiamo per migliorarci, che umilmente chiediamo a persone di cui ci fidiamo cosa stiamo sbagliando.
    Ed allora arriverà un giorno in cui ci prenderà per mano e ci farà guarire dandoci un ruolo nella vita.

    Ho pianto tanto quando è morta la mia mamma. Nemmeno una lacrima, ma il mio cuore sanguinava ogni giorno e non reagivo. Mi immergevo in mare per ore perché pescando non pensavo, ma non reagivo.
    Un giorno feci il primo passo, mi sforzai. E quel giorno Gesù mi dette la sua mano che non ho mai lasciato.
    Ci sono stati anni difficili in cui ho dovuto riflettere sui miei errori, cambiare direzione mille volte, chiedere scusa a centinaia di persone, ma non mi sono mai arreso consapevole di avere Dio a sostenermi. E non smetterò mai questo mio cammino perché devo sempre migliorare, capire, imparare, ma potrò farlo solo non piangendomi addosso, solo reagendo e costruendo. E se sbaglierò pazienza, farò un passo indietro e ricomincerò da capo.
    Dio è pronto ad aiutarci, ma vuole che smettiamo di essere vittime e di piangerci addosso.
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    Quanti Bambini ho visto piangere
    Noi, tutti noi, anche tu che leggi, abbiamo un dovere, quello di aiutarli a trovare gli strumenti per camminare nella vita

  45.  

    Addì 14 marzo 2018

    In quel tempo, Gesù rispose ai Giudei: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero».
    Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
    Gesù riprese a parlare e disse: «In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa.
    Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati.
    Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
    In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
    In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno.
    Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo.
    Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
    Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

    Giovanni 5,17-30

  46.  

    Il Padre mio opera sempre e anch'io opero

    Settimana Enigmistica

    Alla sera, prima di addormentarmi, mi diletto nel fare le parole crociate.
    Capita che per molte definizioni non trovi la soluzione, ma al mattino vengono a galla spontaneamente.
    Leggevo infatti che durante la notte il cervello lavora, sollecitato dagli input ricevuti nella giornata, elabora e tira fuori la soluzione.
    Molte idee vincenti della nostra Associazione mi sono arrivate nella notte, probabilmente perché molti interrogativi e ricerca di soluzioni avevano trovato la giusta combinazione.
    Così accade nella vita.
    Ci sono momenti bui, momenti in cui non sappiamo che pesci prendere e siamo portati alla disperazione perché non vediamo la soluzione al problema.
    Fermi tutti. Niente panico. Dormiamoci su, prendiamoci qualche giorno per far decantare la cosa, trastulliamoci con altro e lasciamo che il nostro cervello lavori in piena autonomia, fidiamoci di lui, ed una soluzione arriverà.
    Chi crede in Dio sa bene che è lui ad operare in noi, a suggerirci le soluzioni, ad indicarci la strada da prendere.
    Fidiamoci di Dio e tutto si risolverà
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    Abbiamo il dovere e la gioia di calmare i Bambini che arrivano da noi arrabbiati per ciò che hanno subito

  47.  

    Addì 15 marzo 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: « Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace.
    Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità.
    Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi.
    Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce.
    Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
    E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato.
    Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza.
    Ma voi non volete venire a me per avere la vita.
    Io non ricevo gloria dagli uomini.
    Ma io vi conosco e so che non avete in voi l'amore di Dio.
    Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste.
    E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo?
    Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è gia chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza.
    Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto.
    Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole? ».

    Giovanni 5,31-47

  48.  

    Le opere testimoniano di me che il Padre mi ha mandato

    Capiamo tutto?

    Non possiamo capire tutto quello che ruota attorno a noi perché l'universo è infinito ed il nostro scibile umano ne conosce solamente una piccolissima percentuale. Abbiamo fatto tante scoperte, ma pensate quanta gente muore ancora di tumore, pensate che per raggiungere un pianeta vicino ci vogliono anni, ed alcuni che possiamo vedere sono lontani anni luce. Ed ognuno di noi sa una piccolissima parte di quanto sia stato scoperto. Un telefono lo sapete usare, ma sapete come funziona? Sapreste costruirlo?
    E quanto sa un bambino rispetto ad un adulto? Una minuscola parte.
    Ed allora possiamo sapere se Dio esiste o non esiste? Ovviamente non ci sono prove matematiche che ne accertino inconfutabilmente l'esistenza o la non esistenza.
    Avere Fede è proprio questo: amare Dio credendo in lui, osservando la natura, il mondo, la perfezione, l'amore, le "casualità", i miracoli inspiegabili.
    Come fanno i bambini? Utilizzano l'osservazione dei fatti per credere ed avere fiducia, e di conseguenza amare, i propri genitori.
    Così dovremmo fare noi. Dall'esperienza quotidiana dovremmo aver fiducia ed amare chi ci ha dato il respiro di vita. Liberamente, senza farsi troppe domande.
    Questo non significa non cercare di capire e non darsi spiegazioni, ma semplicemente dare per buono ciò che vediamo anche se non lo capiamo.
    Sant'Agostino diceva "L'intelletto aiuta la fede e la fede aiuta l'intelletto".
    L'amore di Dio farà il resto.
    Avete mai visto una bella ragazza corteggiata per anni da un brutto ragazzo innamorato pazzo di lei?
    La ragazza non lo ricambia, è già tanto se gli da la sua amicizia, si fidanza con l'uno e con l'altro, ma l'amore del brutto ragazzo è più forte. Egli ama senza essere ricambiato, ama perché innamorato, ama e non chiede nulla, ama e sopporta tutto. E cosa succede di sovente? La ragazza snob, la ragazza non interessata a lui, la ragazza che con le amiche lo derideva, la ragazza che faceva la faccia schifata ogni volta che dal brutto ragazzo riceveva rose e poesie ... quella stessa ragazza un giorno è diventata sua moglie. Innamorata persa di lui.
    Perché? Perché si può anche non amare, ma se si è amati è come il sole di primavera che ci scalda fin nei meandri più reconditi, ed un giorno quel calore da fuoco al nostro essere ed una mattina ci svegliamo innamorati persi.
    Quanti hanno rifiutato Dio, ma sono da lui amati.
    Quanti lo hanno bestemmiato ed offeso, quanti hanno combinato i peggio peccati pur di allontanarsi da lui. Ma l'amore di Dio vince sempre ed il giorno che ci abbandoneremo a lui sarà tutto più semplice e meraviglioso. Perché l'amore è questo: meraviglia
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    Siamo innamorati persi dei nostri ragazzi.
    Lasciatevi amare ed anche voi li amerete

  49.  

    Addì 16 marzo 2018

    In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
    Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui, non apertamente però: di nascosto.
    Intanto alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere?
    Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
    Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.
    Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
    Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

    Giovanni 7,1-2.10.25-30

  50.  

    I Giudei cercavano di ucciderlo

    Condannato a morte

    Carlton Gary, 67 anni, noto come "strangolatore con la calza", è stato giustiziato per lo stupro e l'uccisione di diverse anziane, tra il 1977 e il 1978, in Georgia, negli Stati Uniti. L'uomo è stato messo a morte per iniezione di barbiturici nella prigione di Stato di Jackson.

    Questa la notizia. Breve. Cruda.
    Ma dietro ci sono un mondo di interrogativi
    1) "Messo a morte". Chi ci da il diritto di uccidere? E' omicida chiunque metta a morte una persona. E' omicida ed in torto perché emette un giudizio senza appello che non spetta all'uomo.
    2) "Messo a morte". Da chi? Dallo Stato di Jackson nella democratica America, l'America delle opportunità. Ma guai a sbagliare, ti ammazzano. Guai a rubare, sei segnato a vita. Guai ad ammalarti, devi morire se non hai l'assicurazione.
    3) Carlton Gary. Uomo di colore
    4) Stato di Jackson. Mississipi. Profondo sud dove il razzismo non è mai stato estirpato.
    5) 67 anni. Aveva 19 anni quando compì gli omicidi. 39 anni passati in carcere (eccetto un anno in cui era evaso).
    6) Carlton Gary. Ha visto il padre una sola volta nella vita. Una madre poverissima che non ha saputo crescerlo. Vittima trasformatasi in carnefice perché lo stato non ha saputo, o non ha voluto, aiutarlo. Un grave incidente lo ha reso instabile.
    7) E' pericoloso? Certo. Va tolto dalla circolazione per evitare che uccida ancora? Certo. Ma ucciderlo è altra cosa, non è toglierlo di mezzo: è non voler vedere le nostre colpe e le nostre incapacità.

    Quanti Carlton Gray ci sono nel mondo? Quanti Stefano Rossi o Michele Bianchi ci sono in Italia? Quanti bambini oggi non hanno la fortuna di essere accolti, accuditi, amati? Se domani qualcuno ucciderà, la colpa è nostra perché OGGI nessuno, o in pochi, accolgono un bambino nella propria casa e nel proprio cuore.

    Anche Gesù era colpevole agli occhi dei giudei.
    Anche Gesù era passibile della pena di morte per le leggi degli uomini
    Anche Gesù è stato ucciso

    Non voltiamoci dall'altra parte, non rendiamoci complici di chi mette a morte ed uccide
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    Noi siamo giudici e boia quando non vogliamo aiutare un bambino che soffre