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  1.  

    Addì 26 gennaio 2018

    In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
    Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
    Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
    In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
    Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
    Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
    Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,
    curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».

    Luca 10,1-9

  2.  

    La messe è molta, ma gli operai sono pochi

    Porte aperte

    C'è veramente tanto da fare.
    Mi piange il cuore vedere tante persone che non sanno come impiegare il tempo: pensionati, disoccupati, ragazzi. Tutti che muovono un dito solo se pagati, e spesso non più di un dito.
    Eppure donare agli altri il proprio tempo è la cosa più bella che possa esserci. Non mancano le difficoltà e le delusioni perché questa è la vita, ma è impagabile la sensazione che si avverte nell'andare a letto certi di aver fatto qualcosa per migliorare l'esistenza di qualcuno e che il domani ci riserverà tante soddisfazioni.
    Non mi stancherò mai di chiamare a raccolta famiglie per accogliere un bambino o per gestire un nostro progetto di casa Famiglia.
    Non mi stancherò mai di chiamare ragazzi giovani per fare servizio ai nostri bambini facendoli giocare e studiare o aiutandoci a tenere in ordine le nostre case.
    Non mi stancherò mai di chiedere volontariato alle persone per le mansioni più disparate.
    Non mi stancherò mai perché so con assoluta certezza che il loro impegno porterà frutto positivo per tanti bambini e darà ai volontari la possibilità di una vita migliore.
    Se un ciocco brucia nel camino da calore pari a dieci.
    Se due ciocchi saranno distanti tra loro daranno calore pari a venti.
    Se però avviciniamo due ciocchi ed essi bruceranno insieme, daranno fuoco pari a cinquanta.
    Siete tutti brave persone, tutti fate del vostro meglio per aiutare il prossimo, ma unendoci potremmo fare molto, ma molto di più per il nostro prossimo e per noi stessi.
    Venite a parlare con noi, capiamo insieme come possiamo fare per migliore la vita di tanti Bambini.
    Vi aspettiamo
    ----------------------------
    Venite e non ve ne pentirete
    Non vi prometto tutto rose e fiori, ma vi prometto tante lacrime di vera gioia

  3.  

    Addì 27 gennaio 2018

    In quel medesimo giorno, verso sera, disse Gesù ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva».
    E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui.
    Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena.
    Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?».
    Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia.
    Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».
    E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

    Marco 4,35-41

  4.  

    C'erano anche altre barche con lui

    Andar per mare

    Adoro pescare e quando ero ragazzo andare per mare era la cosa più importante per me.
    A sedici anni mi svegliavo alle quattro, ed ancora con il buio andavo con la mia barchetta a remi di tre metri e mezzo, praticamente poco più grande di un guscio di noce, in mare quando era ancora buio. Non guardavo in faccia a niente e a nessuno.
    Mi sono ritrovato talvolta in situazioni veramente pericolose, come quella volta che una nave mi passò a pochi millimetri, per non avermi visto in quanto era ancora buio, non avevo luci e non ero radarabile, mentre io con il fiato in gola e l'ancora in mare, che strusciava sulla sabbia, remavo all'impazzata per evitare la collisione.
    Oppure quando mi immersi in un catino della Meloria, entrai in una buca fino alle cosce e, nel fare marcia indietro mi ritrovai incastrato. Dovetti rientrare nella buca ed uscire in altro modo. A dirla così sembra facile, ma quando sei sott'acqua, alla fine del fiato, in una situazione di pericolo, da solo, non è un bel momento.
    Oppure quando ero sott'acqua con le bombole vicino al porto a fare tartufi, ovviamente senza pallone perché era una pesca proibita in luogo proibito, e mi accorsi di essere entrato nel canale di passaggio delle navi solo quando sentii un rumore fortissimo, e visi l'enorme elica di un mercantile passarmi sopra la testa.
    Andavo spesso solo, mi piaceva, ma con il tempo e con la maturità ho capito che andare per mare da soli, come nella vita, può essere forse più agevole perché puoi fare quello che ti pare, ma andare con altri, condividere gioie e paure ti fa camminare forse più lentamente, ma certamente in sicurezza.
    Ho avuto, per mia grande fortuna, molte persone che hanno guidato il mio cammino, ed ancora oggi che non posso più definirmi, mio malgrado, un "ragazzo" ho riscoperto quanto sia bello camminare guidato e accompagnato da altri. Per imparare, per sicurezza, per fare più cose, per farle meglio. E a mia volta voglio essere, per quanto possa, aiuto e guida ai miei ragazzi e a coloro che possano aver bisogno della mia esperienza per camminare in sentieri particolari della vita che io negli anni ho già più volte percorso.
    ----------------------------
    Venite i mare con noi, remiamo insieme, anche contro corrente se necessario, per salvare un Bambino

  5.  

    Addì 28 gennaio 2018

    Andarono a Cafarnao ed entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare.
    Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.
    Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare:
    «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio».
    E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell'uomo».
    E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
    Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!».
    La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.

    Marco 1,21-28

  6.  

    Insegnava loro come uno che ha autorità

    Cuore e passione

    Tutti noi abbiamo domande che emergono dal nostro cuore.
    Dove trovare le risposte?
    I ragazzi certamente le cercano negli adulti di riferimento: genitori, insegnanti, allenatori.
    Per donare loro queste risposte non dobbiamo essere "educatori professionali", bensì dobbiamo mettere cuore e passione in ogni nostro dialogo, pensiero ed azione.
    Dobbiamo essere "autorevoli" donando parole che vengano dalla profonditò, parole che nascano dal proprio vissuto, parole dette con convinzione e passione da uno che crede a quello che dice e lo vive.
    È soprattutto la coerenza vissuta tra pensare, dire e vivere a conferirci questa autorevolezza che si impone ed è formativa.
    Attenzione però, non dobbiamo sedurre con la parola elegante, erudita, ricercata, ricca di citazioni culturali: non dobbiamo appartenere alla schiera dei "predicatori" che seducono tutti senza mai convertire nessuno. Bisogna saper andare al cuore di ciascuno dei nostri ascoltatori, i quali siano spinti a pensare che il nostro è “un insegnamento nuovo”, sapienziale e profetico insieme, che scuote, “ferisce”, convince.
    Al pari di Gesù che "insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi"
    ----------------------------
    I vostri pensieri, la vostra esperienza sono importanti per noi per formare i nostri ragazzi

  7.  

    Addì 29 gennaio 2018

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all'altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni.
    Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo.
    Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo.
    Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre.
    Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, e urlando a gran voce disse: «Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!».
    Gli diceva infatti: «Esci, spirito immondo, da quest'uomo!».
    E gli domandò: «Come ti chiami?». «Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti».
    E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.
    Ora c'era là, sul monte, un numeroso branco di porci al pascolo.
    E gli spiriti lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».
    Glielo permise. E gli spiriti immondi uscirono ed entrarono nei porci e il branco si precipitò dal burrone nel mare; erano circa duemila e affogarono uno dopo l'altro nel mare.
    I mandriani allora fuggirono, portarono la notizia in città e nella campagna e la gente si mosse a vedere che cosa fosse accaduto.
    Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.
    Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci.
    Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.
    Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo pregava di permettergli di stare con lui.
    Non glielo permise, ma gli disse: «Và nella tua casa, dai tuoi, annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato».
    Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli ciò che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano meravigliati.

    Marco 5,1-20

  8.  

    Annunzia ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ti ha usato

    Cappuccetto Rosso

    C'era un volta un Bambino, lo chiamavano Saltapicchio perché era sempre euforico, pieno di vitalità.
    Abitava in un quartiere povero, dove ci sono tante brave persone, ma anche diversi delinquenti che spacciano e rubano.
    La mamma di Saltapicchio si raccomandava sempre che attraversasse il bosco, il suo quartiere, per andare a scuola e non si fermasse con nessuno e camminasse veloce perché poteva fare brutti incontri con bestie feroci.
    Un giorno la mamma chiese a Saltapicchio di portare al nonno un po' di minestra che aveva preparato per lui. Saltapicchio andò e lo trovò nel suo letto.
    "Nonno, come stai?"
    "Non bene Saltapicchio, ho tanto freddo, vieni qui nel letto con me a scaldarmi"
    A fine giornata tornò a casa e si chiuse nella sua stanzina. Da quel giorno non era più lo stesso bambino. Sempre triste o arrabbiato, e quando la mamma gli chiedeva di fare una commissione andava sempre malvolentieri, specie quando doveva andare dal nonno, ma obbediva.
    La madre non capiva, non sapeva, non aveva le risorse per capire.
    Il suo cambiamento di umore insospettì un professore che provò a parlare con lui, ma la bocca restò cucita, mentre gli occhi si gonfiarono di pianto e le lacrime scendevano copiose.
    Venne chiamato Affidino, un ragazzino in affidamento ad una famiglia del posto.
    Affidino entrò in sintonia con Saltapicchio e parlarono. Parlarono tanto, piansero insieme, si abbracciarono.
    Si, avete capito. Il nonno. Proprio lui, insospettabile.
    Saltapicchio non volle parlarne con la polizia e non si poté procedere all'arresto del nonno. Scattò così l'affidamento per mettere in sicurezza il bambino e dargli la possibilità di tranquillizzarsi per trovare il coraggio di denunciare.
    Ci sono tanti Saltapicchio nelle nostre città. Bambini che subiscono silenziosamente ogni giorno.
    Noi vogliamo crescere, sviluppare progetti per accoglierli, ascoltarli, accudirne sempre più per donare loro la forza di combattere, la voglia di vivere
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    Possiamo salvare Cappuccetto Rosso, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto

  9.  

    Addì 30 gennaio 2018

    In quel tempo, essendo passato di nuovo Gesù all'altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare.
    Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva».
    Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
    Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita».
    E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male.
    Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?».
    I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?».
    Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo.
    E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità.
    Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male».
    Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?».
    Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!».
    E non permise a nessuno di seguirlo fuorchè a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
    Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava.
    Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme».
    Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.
    Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!».
    Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore.
    Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.

    Marco 5,21-43

  10.  

    Non temere, continua solo ad aver fede!

    Paura di una tempesta?

    Provate ad immaginarvi quanta paura avrei potuto avere quando a ventunanni è morta mia madre, unico faro di luce nel buio dell'adolescenza. Dolore, rabbia contro amici e parenti che mi avevano lasciato solo. Ma chi nasce soldato ed è stato addestrato a combattere non può deporre le armi quando inizia la guerra e nascondersi dietro una roccia. La vita ci chiama, dobbiamo affrontarla anche quando le tempeste ti si infrangono addosso e ti senti portare via. Devi resistere perché vuoi disperatamente vivere. Ma non è facile, è umanamente impossibile contrastare il male, la violenza, l'odio di chi avrebbe piacere a spazzarci via.
    Io avevo un alleato, già lo conoscevo, ma non così intimamente.
    Era però in quel momento l'unico mio punto di riferimento, l'unico baluardo che si frapponeva tra la vita e la disperazione. E ci parlavo. Raccontavo le mie pene all'unico amico che volesse ascoltarmi. L'unica cosa che mi sentivo ripetere ogni giorno da lui leggendo il Vangelo era "Tieni duro, non temere, continua ad aver fede".
    E così è stato. Pian piano mi sono rialzato, ho ricominciato a camminare con un obbiettivo, ho ritrovato serenità e con essa ho fatto nuovi amici, abbiamo dato forza e speranza a quanti si trovassero nella disperazione, abbiamo costruito qualcosa, ed abbiamo detto a tanti Bambini "Coraggio, non temete, continuate solo ad aver fede"
    ----------------------------
    Non abbiamo paura ella tempesta, ma unitevi a noi così avremo più forza per contrastarla

  11.  

    Addì 31 gennaio 2018

    In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
    Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani?
    Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui.
    Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua».
    E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì.
    E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

    Marco 6,1-6

  12.  

    E si meravigliava della loro incredulità

    Dateci forza

    Molti ragazzi si comportano male perché non hanno ricevuto buoni esempi in famiglia, oppure perché sono stati lasciati liberi di fare ciò che volevano.
    In pochi credono in loro, in pochi scommetterebbero sul loro futuro.
    Noi, insieme a chi ha fiducia nel nostro operato e ci stima, crediamo in loro.
    Non ci arrendiamo mai pensando che possano avere l'opportunità di migliorare la loro esistenza e riuscire a vivere una vita serena, migliore di quella dei loro genitori.
    Noi crediamo in loro perché chi tanto ha subito ha solo bisogno di qualcuno che creda in lui, che lo sostenga, che gli voglia bene e gli dica "coraggio, puoi farcela, noi siamo vicini a te"
    Noi abbiamo l'opportunità e la gioia di poterlo dire ogni giorno ai nostri ragazzi.
    Non siate increduli perché tutti noi abbiamo bisogno del vostro sostegno, della vostra stima, della vostra amicizia
    ----------------------------
    Le nostre porte sono sempre aperte
    Vi aspettiamo

  13.  

    Addì 1 febbraio 2018

    In quel tempo Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi.
    E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.
    E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo.
    Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro».
    E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

    Marco 6,7-13

  14.  

    Oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio

    Viaggiare leggeri

    Quando fate una passeggiata in montagna cosa vi portate dietro?
    Lo zaino pesante con due bottiglie di acqua? Scarpe di riserva? Il televisore portatile ed ogni altra comodità che ritenete possa allietare il vostro cammino?
    Certamente no perché la fatica sarebbe eccessiva.
    Già camminare verso la vetta richiede sforzi e sacrifici che non c'è bisogno di sovraccaricarci con mille cose inutili.
    Così è la vita. Non dobbiamo appesantirci il cuore con pensieri cattivi, odio, rancore, desiderio bramoso per il denaro, sete di potere.
    Viaggiare per le strade del mondo portando con sé la gioia di amare è più che sufficiente per fare un bel cammino. Tutto il resto è superfluo e ci impedisce di superare gli ostacoli che ogni giorno dobbiamo affrontare.
    ----------------------------
    I bambini che arrivano da noi hanno grossi pesi sulle spalle, aiutateci ad alleggerire il loro cammino

  15.  

    Addì 2 febbraio 2018

    Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
    Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
    Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
    «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
    Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
    Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima».
    C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
    Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
    Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
    Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

    Luca 2,22-40

  16.  

    E anche a te una spada trafiggerà l'anima

    I miei occhi han visto la tua salvezza

    Ogni volta che un bambino chiede aiuto
    Ogni volta che un ragazzo ha bisogno di protezione
    Ogni volta che un bimbo viene abusato
    Ogni volta che un ragazzo prende una brutta strada
    Noi vogliamo esserci
    No, ho sbagliato
    Noi DOBBIAMO esserci
    Ecco, si "dobbiamo". E' nostro dovere occuparci dei figli, e non esiste "figli miei" o "figli tuoi"
    Un bambino, un ragazzo che ha bisogno di aiuto DEVE essere aiutato
    Da chi? Da chi lo incontra, da chi è chiamato, da chi ha un ruolo
    Anche tu che passi di strada
    Anche tu che sei in pensione
    Anche tu che sei ricco
    Anche tu che sei povero
    Anche tu che sei vedovo
    Anche tu che lavori
    La protezione di un Bambino deve essere al primo posto nella nostra vita, la nostra priorità, e non puoi tirarti indietro.
    Come fai ad aiutare?
    Ci sono mille modi, tu scrivici, telefonaci, vieni a trovarci e troveremo il modo per aiutare INSIEME tanti Bambini che hanno bisogno di te e di me, che hanno bisogno di NOI
    ----------------------------
    Affido a Distanza: prendetevi cura dei nostri e vostri ragazzi

  17.  

    Addì 3 febbraio 2018

    In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato.
    Ed egli disse loro: «Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò». Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare.
    Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.
    Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero.
    Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

    Marco 6,30-34

  18.  

    Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato

    Focolare

    Le cose che perdiamo sta a noi ritrovarle.
    E' opinione comune che i cellulari, i computer, le playstation abbiano allontanato le persone portandole sempre più in un mondo immaginario, individualista ed egocentrico.
    Non è certo un bene
    L'incontro tra persone ci aiuta a capire il mondo guardandolo da più punti di vista
    Ben vengano gli scout, i gruppi parrocchiali, i ritrovi sportivi, ma dobbiamo imparare tutti, adulti e ragazzi, a fare a meno del cellulare quando stiamo insieme.
    Il cellulare porta a distrarsi, porta a non ascoltare, a relegare la persona che abbiamo accanto ad un ruolo di comprimario al quale dire "guarda questa foto, vedi questo filmato, senti cosa mi dice tizio". Ci sarà sempre qualcosa o qualcuno a frapporsi tra due persone, ad essere di ostacolo ad una buona comunicazione.
    No! Così non funziona.
    I rapporti si deteriorano perché non impariamo a conoscere e confrontarci con l'altro, smettiamo di condividere la realtà osservata da entrambi in quel preciso momento a favore di una realtà fittizia o comunque lontana da noi e pertanto, in quel contesto, irreale.
    Nelle storie più belle c'è sempre una nonna, un papà, una sorella maggiore che si mette fra i bambini e racconta storie, legge favole, parla delle sue esperienze.
    "Parlare e Dialogare", non "digitare e guardare un video"
    Prendendo esempio dal Vangelo quando dice "Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato" noi della Zizzi ci riuniamo ogni sera, e parliamo.
    Di cosa? Di tutto. Di fatti avvenuti che ci hanno colpito, dello svolgimento della giornata appena trascorsa, di un problema sorto tra alcuni di noi, di una bella notizia da comunicare. E tra le parole di quotidianità inseriamo valori e principi da donare ai ragazzi e da apprendere da loro.
    Quanto ho imparato dalle loro parole, dagli sguardi, dal racconto delle loro esperienze.
    In famiglia prendetevi dieci minuti per parlare spegnendo i cellulari e la televisione. All'inizio sarà difficile perché siamo arrugginiti, ma poi con un po' di olio di buona volontà sarà bello ritagliarsi quello spazio ogni sera e, ve lo assicuro, dieci minuti, mezz'ora, un'ora non vi basteranno tanto sarà bello poter dialogare e confrontarsi.

  19.  

    Addì 4 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni.
    La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei.
    Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli.
    Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati.
    Tutta la città era riunita davanti alla porta.
    Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
    Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.
    Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!».
    Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
    E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

    Marco 1,29-39.

  20.  

    Tutti ti cercano

    Perché mi cercate?

    "Innamorato Pazzo", il film con Adriano Celentano, narra le avventure di una giovane e bella principessa che fa innamorare un tramviere senza dirgli di essere la figlia di un re, ed alla fine i due convoleranno a nozze.
    Il tramviere si è innamorato della donna, non della principessa, ed ogni donna sogna che il proprio uomo si innamori di lei per le sue doti e qualità, e non per l'aspetto fisico o il conto in banca.
    Purtroppo invece si osanna qualcuno non per ciò che è o che fa di buono, ma per ciò che appare o per quello che possa darci e quindi per un proprio tornaconto.
    Gesù spesso fugge la folla che vuole farlo re perchè lo ha visto capace di guarire e sfamare il popolo.
    Anche noi dovremmo fuggire quando vedono in noi gli aspetti esteriori, ma la superbia ci porta a credere che tutte quelle persone ci stimino per quello che valiamo, e non per quello che possiamo dare loro. Pensiamo che saranno tutte lì ad accoglierci ed aiutarci nel momento del bisogno.
    Ma non è così.
    Fino ai ventuno anni la mia casa era sempre aperta: un porto di mare dove tantissimi "amici" venivano a far festa. Gratis mangiavano, gratis bevevano, gratis ballavano, gratis registravano la musica sempre all'avanguardia.
    A ventuno anni il dolore entrò fra quelle mura e la casa chiuse per lutto.
    "Amici" li chiamavo, ma l'amico si vede nel momento del bisogno, ed in quel momento in pochi rispondevano "Eccomi".
    Fu allora che capii il vaore dell'amicizia e la superficialità del mondo
    Quante belle ragazze sono idolatrate, quante volte viene detto loro "ti amo", ma è per le loro qualità o per la loro avvenenza?
    Cerchiamo di migliorare noi stessi facendoci apprezzare per come siamo e non per come appariamo, fuggiamo da chi ci osanna per aver ricevuto qualcosa e stringiamo amicizia con chi capisce come siamo fatti dentro e ci apprezza nonostante i difetti. Chi è adulto ha avuto le sue batoste, ma quanti giovani si perdono dietro ai falsi amici.
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    Affido a Distanza: prendetevi cura dei nostri e vostri ragazzi

  21.  

    Addì 5 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata, approdarono e presero terra a Genèsaret.
    Appena scesi dalla barca, la gente lo riconobbe, e accorrendo da tutta quella regione cominciarono a portargli sui lettucci quelli che stavano male, dovunque udivano che si trovasse.
    E dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare almeno la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano

    Marco 6,53-56

  22.  

    Quanti lo toccavano guarivano

    Creare Progetti

    Cosa fai nella vita?
    Il muratore? Il falegname? Lo spedizioniere? Il commercialista? Il negoziante?
    Sei sposato? Hai figli?
    Sei uno studente? Uno sportivo? Un ambulante?
    Non importa chi sei, non importa cosa tu faccia nella vita, quello che importa è che il tuo progetto sia tale che coloro che vengono in contatto con te siano "guariti" con amore e possano andarsene per il mondo felici di averti incontrato sul loro cammino.
    La vita è una staffetta, ci tocchiamo la mano l'un l'altro quando ci incontriamo, passando al nostro prossimo ciò che abbiamo dentro: se ricevete amore sarete più propensi a darne anche voi, se ricevete nervosismo vi sarà più facile cadere nella tentazione di comportarvi nello stesso modo con quanti incontrerete.
    Così fa Dio con tutti noi: ci passa il testimone d'amore per guarirci e spetta a noi non lasciarlo cadere e non tenerlo per noi.
    Pensate a quanti ricchi ci sono, hanno ricevuto più di altri e sono chiamati a condividere quanto hanno con i più sfortunati
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    Affido a Distanza: prendetevi cura dei nostri e vostri ragazzi

  23.  

    Addì 6 febbraio 2018

    In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme.
    Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?».
    Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
    Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini.
    Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».
    E aggiungeva: «Siete veramente abili nell'eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione.
    Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte.
    Voi invece andate dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korbàn, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte».

    Marco 7,1-13

  24.  

    Mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me

    Parole e Cuore

    Le cose umane si capiscono studiando
    le cose di Dio si capiscono amando
    (B. Pascal)

    San Francesco di Sales scriveva: «Nella predicazione l’artificio più alto è quello di non usare artifici. Le parole devono essere infiammate, non per le grida o i gesti smisurati, ma per l’affetto interiore; devono uscire dal cuore più che dalla bocca. Si ha un bel dire, ma il cuore parla al cuore, mentre la bocca non parla che alle orecchie"

    Quanti rufiani attorno a noi. Quante persone pronte a dirci "ti voglio bene" a parole, ma nei fatti pronte a tradirci o a parlar male di noi. A Livorno le chiamiamo "banderuole", persone che cambiano parere e modo di essere a seconda di come gira il vento.

    Impariamo ad usare il cuore e non le labbra
    Che bello stare con i bambini. Se ti dicono "ti voglio bene" lo pensano veramente, se ti abbracciano o ti baciano non è perché vogliono qualcosa, se sorridono è perché sono felici della tua presenza.
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    Condividi con i nostri Bimbi la fortuna che hai avuto di nascere in una buona famiglia

  25.  

    Addì 7 febbraio 2018

    Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e intendete bene:
    non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo».
    Quando entrò in una casa lontano dalla folla, i discepoli lo interrogarono sul significato di quella parabola.
    E disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti.
    Quindi soggiunse: «Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo.
    Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive: fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
    Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l'uomo».

    Marco 7,14-23

  26.  

    Dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive

    Sporchi ma felici

    Con i miei ragazzi spesso capita di fare girate nei boschi.
    Una pozzanghera diventa un lago da guadare, una lotta da intraprendere; un albero semi abbattuto è una montagna da scalare.
    Nel ritorno a casa i vestiti sono zuppi di acqua e fango, ma i visi emanano luce e felicità.
    Ci preoccupiamo troppo della sporcizia che ci arriva dall'esterno, ma ciò che veramente ci sporca sono le nostre azioni, i pensieri, il rancore, la vendetta, la collera. Quello che dobbiamo temere è ciò che di cattivo esce dal nostro cuore, è questo che veramente ci sporca.
    Mi piace pensare ai miei ragazzi come a delle lavapiatti.
    Dentro di loro ogni sorta di sporcizia immessa da adulti incapaci o senza scrupoli.
    Noi non possiamo togliere quei piatti unti dal loro cuore, ma possiamo immettervi una pasticca di sapone.
    Ecco, i valori che diamo loro sono quella pasticca. Una volta chiuso lo sportello sta a loro elaborare e riflettere cercando di pulire ciò che di sudicio hanno dentro.
    Ai nostri ragazzi diamo il sapone, diamo valori e principi. Se usarli per lavare ciò che hanno imparato di male spetta a loro e soltanto a loro.
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    Affido a Distanza. Anche tu puoi contribuire a donare un sorriso in mezzo al fango

  27.  

    Addì 8 febbraio 2018

    Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sidone. Ed entrato in una casa, voleva che nessuno lo sapesse, ma non potè restare nascosto.
    Subito una donna che aveva la sua figlioletta posseduta da uno spirito immondo, appena lo seppe, andò e si gettò ai suoi piedi.
    Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia.
    Ed egli le disse: «Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».
    Ma essa replicò: «Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli».
    Allora le disse: «Per questa tua parola và, il demonio è uscito da tua figlia».
    Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato.

    Marco 7,24-30

  28.  

    Anche i cagnolini sotto la tavola mangiano delle briciole dei figli

    Sud chiama Nord

    E' palese a tutti che ci siano divari tra varie situazioni.
    Chi è povero in Sicilia vive un disagio maggiore che non il povero in Lombardia.
    Chi vive in Africa ha meno possibilità di sopravvivenza che non in Europa.
    Un bambino maltrattato è più facile che venga protetto ed aiutato nel suo percorso di crescita nel nord Italia piuttosto che nel sud.
    Le differenze ci sono ed è inutile negarlo, sono palesi ed hanno le loro radici nella storia del mondo, ma questo "gap", questa distanza la si può pian piano colmare, ed è necessario avvicinare i due mondi affinché "anche i cagnolini sotto la tavola mangino delle briciole dei figli".
    Nord, sentiti chiamato ad aiutare anche i bambini del centro e del sud.
    Ricco, sentiti chiamato a donare non solo a chi riveste la propria associazione di oro, ma anche a coloro che non hanno le capacità, proprie di associazioni più blasonate, di organizzarsi e strutturarsi come fossero mega imprese.
    Sacerdote, non bussare solo alle case di coloro che aprendoti ti donano sorrisi e offerte, ma entra anche nei quartieri dove regna la violenza e la malavita.
    Famiglia, non accogliere in casa tua in affidamento o adozione soltanto i neonati, ma anche i ragazzi fragili o difficili pieni di problemi.
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    Affido a Distanza. Accogliete uno dei nostri Bambini anche se siete lontani

  29.  

    Addì 9 febbraio 2018

    Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
    E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano.
    E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!».
    E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
    E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

    Marco 7,31-37

  30.  

    Ha fatto bene ogni cosa

    Fare e fare bene

    Regole, obblighi, condivisioni, conciliazioni.
    Continuamente dobbiamo abbassare il capo e fare diversamente da come vorremmo perché l'unico modo per vivere in mezzo agli altri è stare alle regole, altrimenti ci sarebbe anarchia e non funzionerebbe nulla.
    Immaginatevi come sarebbe il mondo senza pagare le tasse: solo scuole private, cure mediche a pagamento, strade in dissesto, nessuna cura o pulizia delle città.
    Se invece si potesse rubare, oppure uccidere a seconda delle nostre ambizioni, quanta sofferenza.
    Stare alle regole è indispensabile, ma non basta: le cose vanno fatte nel modo migliore.
    Nella vita ogni volta che facciamo una cosa fatta bene prendiamo un punto, ma quando facciamo qualcosa nel modo sbagliato perdiamo dieci punti.
    Pensate ad un figlio che chiede di uscire alla sera. Con il cuore in gola gli date il permesso imponendogli di tornare alle undici. Se il ragazzo torna puntuale otterrà nuovamente il permesso di uscire, ma se tornerà con una o più ore di ritardo avrà tradito la vostra fiducia e la volta dopo probabilmente riceverà un no alle sue richieste.
    Fare e fare bene, quanto sarebbe migliore il mondo
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    Affido a Distanza. Accogliete uno dei nostri Bambini ed insegneremo loro il valore delle regole

  31.  

    Addì 10 febbraio 2018

    In quei giorni, essendoci di nuovo molta folla che non aveva da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro:
    «Sento compassione di questa folla, perché gia da tre giorni mi stanno dietro e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle proprie case, verranno meno per via; e alcuni di loro vengono di lontano».
    Gli risposero i discepoli: «E come si potrebbe sfamarli di pane qui, in un deserto?».
    E domandò loro: «Quanti pani avete?». Gli dissero: «Sette».
    Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra. Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla.
    Avevano anche pochi pesciolini; dopo aver pronunziata la benedizione su di essi, disse di distribuire anche quelli.
    Così essi mangiarono e si saziarono; e portarono via sette sporte di pezzi avanzati.
    Erano circa quattromila. E li congedò.
    Salì poi sulla barca con i suoi discepoli e andò dalle parti di Dalmanùta.

    Marco 8,1-10

  32.  

    Sento compassione di questa folla

    Pane e Amore

    In tanti anni di servizio ai bambini abbiamo visto tanta sofferenza nei cuccioli d'uomo: denutriti, sigarette spente sui loro corpicini, venduti dalle propre mamme ai pedofili, una vita sempre all'insegna della delinquenza e troppo spesso abbandonati a sé stessi.
    Due milioni i bambini sotto la soglia minima di povertà, molti di più quelli che vivono in situazioni familiari e sociali drammatiche.
    Bambini senza futuro, una folla per la quale non provare compassione significa non avere un cuore.
    Come è possibile sfamare tante persone?
    La fede ci ha insegnato che laddove manca qualcosa basta chiedere e questa arriva, il nostro cammino da uomini ci ha fatto vedere tante brave persone pronte a contribuire per aiutare i bambini.
    Un sacerdote mi disse qualche tempo fa "Non sei mica Dio che può aiutarli tutti"
    No, certamente non sono Dio, ma Dio può sfamare questa folla, e per compiere i suoi miracoli si è servito degli apostoli che ha chiamato attorno a sé e non lo hanno lasciato solo.
    Nella moltiplicazione dei pani e dei pesci Dio ha benedetto quel poco che c'era da mangiare, ma ha lasciato agli apostoli il compito di distribuire il cibo alla folla, compiendo il miracolo attraverso i suoi fedeli amici.
    Io, al pari di tutti, mi sento "chiamato" ad essere apostolo di Dio e so di non poter fare nulla da solo, ma sono certo che, insieme ad altri "chiamati" si possa compiere il miracolo di sfamare questa folla di Bambini dando loro pane e amore
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    Affido a Distanza. Sei tu che leggi chiamato da Dio, adesso, per sfamare tanti bambini

  33.  

    Addì 11 febbraio 2018

    In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!».
    Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!».
    Subito la lebbra scomparve ed egli guarì.
    E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: «Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro».
    Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

    Marco 1,40-45

  34.  

    Se vuoi, puoi guarirmi

    Credere in se stessi

    Quando qualcuno si accorge di aver bisogno di aiuto deve credere che questo possa arrivare, deve fidarsi di chi gli sta tendendo una mano, altrimenti qualunque azione possa essere fatta a suo favore non avrà alcun effetto.
    Vale anche per l'amico che sta di fronte a noi nello specchio: se non siamo i primi a credere di poter migliorare, guarire, riuscire non ci sarà impresa che possa andare bene.
    Maria è arrivata da noi a sette anni. Dolcissima, uno scricciolo. E' cresciuta con noi attorniata di amore che ricambiava a piene mani. Era ogni giorno più servizievole, sempre pronta ad aiutare a spazzare, apparecchiare, andare a far compere, accudire i più piccoli.
    Un tesoro, per di più bellissima, particolarmente dotata nello stare con i bambini ai quali dava amore e sicurezza. Chiunque ne restava abbagliato, ed era pensiero comune che Maria avrebbe rappresentato il futuro dell'Associazione.
    Ma qualcosa dentro lei non andava.
    I complimenti restavano inascoltati chiunque li facesse, mentre i rimproveri, oppure un brutto voto, divenivano ai suoi occhi sentenza di un giudizio severo e senza appello che riguardava l'intera sua persona: non credeva in sé stessa, nelle sue doti e capacità. Piano piano ha preso le distanze dal mondo ed un giorno, ormai più che maggiorenne, l'hanno portata via in ambulanza, ricoverata in psichiatria dove è rimasta per diversi mesi, e da lì è iniziato un calvario senza fine, ancor oggi in atto.
    Non credeva in sé stessa, né in ciò che le veniva detto: si vedeva incapace di poter fare ogni cosa che fosse buona ed ha buttato via la sua vita.
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    Affido a Distanza. Aiutatetci ad accogliere tanti Bambini per far loro capire quanto valgono

  35.  

    Addì 12 febbraio 2018

    In quel tempo, vennero i farisei e incominciarono a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
    Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione».
    E lasciatili, risalì sulla barca e si avviò all'altra sponda.

    Marco 8,11-13

  36.  

    Non sarà dato alcun segno a questa generazione

    Basta solo un Sorriso

    Molti crederebbero in Dio se lo vedessero scendere giù dal cielo, guarire i malati con la sua ombra, moltiplicare le risorse alimentari in modo da sfamare tutto il mondo.
    Lo ha già fatto ed in pochi gli hanno creduto

    Ma quale altro segno volete per credere?
    Non vi basta vedere la perfezione della natura?
    Non vi basta cogliere il respiro di un Bambino dentro al ventre di sua madre?
    Non vi basta che un piccolo semino possa divenire un albero gigantesco?

    Ad un Bimbo basta molto meno
    A lui serve solo un sorriso per capire che quello è il suo mondo, e credere in quelle persone che lo hanno generato.

    "Se tornerete ad essere come Bambini vedrete il regno dei cieli"
    E non è un caso che diventando anziani, avvicinandosi all'incontro con Dio, si torni ad essere un po' bimbi.
    Crescere e maturare è giusto e legittimo, ma cerchiamo di mantenere quella semplicità propria di un Bambino che non ha bisogno di dimostrazioni e segni, a lui basta solo un sorriso
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    Volete un segno per credere in noi?
    Vi basti guardare la serenità dei nostri Bambini

  37.  

    Addì 13 febbraio 2018

    In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un pane solo.
    Allora egli li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!».
    E quelli dicevano fra loro: «Non abbiamo pane».
    Ma Gesù, accortosi di questo, disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non intendete e non capite ancora? Avete il cuore indurito?
    Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici».
    «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette».
    E disse loro: «Non capite ancora?».

    Marco 8,14-21

  38.  

    Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei

    Erbacce e bugie

    Chi tra voi ha un prato, bello, seminato, tenuto perfettamente sa benissimo che il seme dell'erbaccia è trasportato dal vento e si insinua nel terreno. A primavera quel seme germoglia ed il prato si deturpa. Occorre pazienza e fatica per estirpare la pianta cattiva, rimettere un po' di terra nel buco che ha lasciato, seminare il seme buono ed innaffiare nell'attesa che l'erbetta nuova prenda il suo posto.
    Così è ciò che abbiamo dentro di negativo: il male cresce pian piano, quasi non si vede, ma poi prende il sopravvento e scaccia ciò che di bene abbiamo dentro, e bisogna fare una grande fatica per estirparlo. Lo vedo ogni giorno con i miei ragazzi, intenti a discolparsi, a dire bugie per allontanare da sé lo sguardo accusatorio, quando invece basterebbe riconoscere il proprio errore per estirparlo lasciando che il bene prenda il suo posto.
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    Aiutatetci a tenere pulito il cuore dei nostri ragazzi

  39.  

    Addì 14 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
    «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.
    Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
    Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
    Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
    E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno gia ricevuto la loro ricompensa.
    Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

    Matteo 6,1-6.16-18

  40.  

    Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra

    Adozione o Affido?

    Molto spesso facciamo opere di solidarietà perché inseriti in un gruppo o in un club e non si può sfigurare con gli altri membri o soci, diventa pertanto una gara a chi elargisce la somma maggiore. Ma una gara non è edificante, è competizione, ed il sofferente, l'abusato, il maltrattato diventano solo oggetti, mezzi per arrivare a farsi vedere grandi e belli. Pensate all'adozione. Quante coppie vorrebbero un bambino in adozione, ma se andiamo a ben vedere la stragrande maggioranza lo vuole molto piccolo, italiano, senza problemi fisici. Ed è amore questo? Se fosse amore si aprirebbero le porte ad un bambino. Punto. Un bambino piccolo o grande, un bambino italiano o straniero, un bambino con o senza malformazioni, un bambino di pelle bianca, nera o gialla, un bambino figlio di zingari, o di russi, o di boliviani. Se fosse vero amore non si penserebbe all'adozione, ma all'accoglienza: adozione o affido non farebbe differenza per chi con amore volesse aiutare un bambino. Ed invece mi sento sempre ripetere "Adozione e solo adozione, perché nell'affidamento poi starei male quando dovesse andare via, perché nell'affidamento devo dividermi il bimbo con i suoi genitori naturali, perché con l'affido non lo sentirei mio". E questo è amore? No, questo è egoismo! Ben venga l'adozione, ben venga l'affido, ma senza limiti e senza distinzioni. Allora questo si che sarebbe amore, amore vero
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    Amate i nostri ragazzi, hanno bisogno del vostro affetto

  41.  

    Addì 15 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
    Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
    Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.»
    Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?»

    Luca 9,22-25

  42.  

    Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà

    Anni per fare due metri

    Il mondo si può dividere in due: chi pensa a sé stesso, e chi opera a favore del prossimo. Tra questo "Bianco e Nero" c'è tutta una scala di grigi data dall'intensità e dal tempo impiegato per gli altri.
    Coloro che cercano solo il proprio bene guardano gli altri dall'alto in basso, quasi a chieder loro "Ma chi ve lo fa fare, cosa ci guadagnate?"
    Chi opera per il prossimo nemmeno risponde a simili domande perché troppo impegnato, con la schiena piegata, a pulire le tante piaghe dei fratelli più sfortunati.
    Il nostro cammino di uomini va dalla testa ai piedi, come dice Don Tonino Bello, un percorso lungo meno di due metri ma per molti un cammino che dura anni o addirittura l'intera vita.
    Con la testa, passando attraverso il cuore, si devono capire le esigenze degli altri, farle proprie e chinare il capo fino a toccare terra, fino a toccare i piedi degli altri per pulirli, ungerli, accarezzarli, curare piaghe e ferite.
    Chi guarda i volontari del bene con sufficienza, poveretto, non ha ancora cominciato il suo percorso di vita.
    Chinatevi con noi ad altezza bambino per vedere attraverso i loro occhi lo sguardo di Dio su di voi
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    Chinatevi con noi ad altezza bambino per vedere attraverso i loro occhi lo sguardo di Dio su di voi

  43.  

    Addì 16 febbraio 2018

    In quel tempo, si accostarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?».
    E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno.

    Matteo 9,14-15

  44.  

    Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?

    Spaparanzati al sole

    Come ci rimarreste se quando siete in vacanza, spaparanzati al sole, dopo un anno di lavoro, arrivasse uno e vi dicesse "Ma guarda questo qui che non fa nulla dalla mattina alla sera, vai a lavorare invece di stare al sole a non fare nulla"
    Malissimo, magari gli rispondereste anche male.
    Eppure in diverse occasioni della nostra vita siamo i primi ad avere un momento di grazia e di relax, e brontolare perché vogliamo avere problemi.
    Caso classico è l'adolescenza: quanti ragazzi, forse tutti, scalpitano per diventari uomini e donne? Bruciano le tappe, vogliono sempre prima librarsi in volo per proprio conto, convinti di saper già tutto del mondo. Una situazione, quella dell'adolescenza, paragonabile ad una vacanza che dura anni, dove i problemi sono risolti da altri, un momento dove i piacere della vita superano di gran lunga i problemi. Eppure, come accade anche nei lunghi periodi di vacanza, non vediamo l'ora di uscire da quegli anni.
    Ma anche in età adulta non siamo da meno: se abbiamo una moglie, un marito che ci vogliono bene, andiamo a cercare altre avventure, se abbiamo un lavoro che ci permette di vivere degnamente ne cerchiamo uno che ci dia più denaro, più vicinanza a casa, meno impegno e responsabilità.
    E' un po' come se ad una festa non mangiassimo per paura di ingrassare. Godiamoci la festa della vita fin tanto che abbiamo la gioia di avere un babbo ed una mamma che ci vogliono bene, adulti che si prendono cura di noi, insegnanti pagati dallo stato per darci cultura ed istruzione, e ringraziamo di ciò che abbiamo anziché essere sempre quelli che non si accontentano mai di ciò che hanno
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    I nostri Bambini hanno visto e subito cose bruttissime, adesso sono in periodo di "vacanza", ma fra qualche anno dovranno affrontare i nuovo la vita. Aiutatetci a rendere loro questo periodo il più bello possibile

  45.  

    Addì 17 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!».
    Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
    Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e di altra gente seduta con loro a tavola.
    I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?».
    Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi».

    Luca 5,27-32

  46.  

    Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa.

    Passaggio di proprietà?

    Nella vita assistiamo a diverse contraddizioni, ma se le esaminiamo bene sono solo apparenti.
    Uno dei tanti esempi ce lo offre il Vangelo quando dice che il Signor Levi, esattore delle tasse e noto ladro, lascia tutto per seguire Gesù.
    E tanti di noi, attaccati al denaro e ai propri beni allontaniamo da noi il Vangelo perché poco intenzionati a regalare la nostra casa ai poveri, o dare tutti i nostri soldi a chi soffra.
    Ma ecco la contraddizione: Il Signor Levi abbandona tutto, ma subito lo ritroviamo ad organizzare un grande banchetto, e viene specificato "Nella sua casa".
    Ma non aveva abbandonato tutto? Non aveva dato via i suoi beni, casa compresa, per seguire Gesù?
    Ma no, non è una contraddizione.
    Ha abbandonato tutto: ha lasciato la sua vita di agiatezza, il suo lavoro, i suoi guadagni personali per mettere tutto sé stesso - organizzatore di banchetti - e la sua casa al servizio di chi?
    Chi sono le persone che invita al banchetto?
    Sono i peccatori, sono coloro che hanno bisogno di lui che dica loro "Sapete, anche io ero un peccatore, come voi, ma poi ho incontrato Gesù ed ho messo tutti i miei beni al suo servizio, al servizio del prossimo, utilizzando ciò che ho, capacità organizzative comprese, per aiutare gli altri ad uscire dalla condizione di vivere male la propria vita".
    E Gesù rincara la dose.
    Egli sa che in molti criticano se ti vedono andare a giro con il drogato, con la prostituta, con il ladro o il delinquente, ma chi ha bisogno del medico? Il malato o il sano? Ovviamente il malato, ed allora è il peccatore che ha bisogno del nostro aiuto, non già colui che cammina sulla retta via.
    Ed allora non sentiamoci in obbligo di andare dal notaio per fare il passaggio di proprietà della nostra casa a favore della chiesa o di qualche altra buona associazione, per quello c'è tempo e ci sono i testamenti, ma sentiamoci chiamati ad aprire le porte della nostra abitazione a quanti soffrono, sentiamoci chiamati a prodigarci per aiutare il prossimo, sentiamoci chiamati per vivere la nostra vita in funzione di chi soffre e di chi sbaglia.
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    Mettetevi a disposizione dei Bambini, regalate loro un futuro

  47.  

    Addì 18 febbraio 2018

    Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano.
    Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».

    Marco 1,12-15

  48.  

    Lo sospinse nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana

    Un deserto da attraversare

    A volte rimaniamo soli per scelta, a volte veniamo spinti nella solitudine da eventi o da persone che non ci capiscono. E ci sentiamo soli, abbandonati da tutto e da tutti. Ecco, questo è il momento in cui strane vocine prendono a farsi sentire dentro la nostra testa: suicidati, scappa, bevi, drogati, ruba, truffa, uccidi, vendicati, picchia ... e tante altre ancora.
    Chi non è mai passato attraverso un deserto? Chi non è mai stato tentato da queste sataniche voci che vogliono farci andare su una brutta strada?
    E' il momento della prova, è il momento in cui dobbiamo tirare fuori tutte le nostre risorse ed usarle come scudo contro le tentazioni. Ripararsi dietro di esse, come fossero una potente libecciata, per camminare lungo la strada giusta ed attraversare indenni quel deserto di solitudine.
    Non è bello trovarsi da soli a camminare in mezzo a sabbia ed intemperie, e non è facile riuscire a non accettare la strada più facile proposta dalla satanica vocina, ma una volta che siamo riusciti ad arrivare alla fine del deserto saremo più forti e più temprati, pronti ad affrontare nuove sfide, nuove battaglie.
    E poco importa se nel nostro lungo e faticoso tragitto siamo stati sconfitti, siamo caduti mille volte, abbiamo dato retta alle tentazioni. Ciò che importa è riuscire a venir fuori da quella landa desolata e se cadiamo cento volte dovremo rialzarci centouna, perchè l'ultima sarà quella decisiva per ricominciare.
    Parafrasando Mark Twain "Rialzarsi dopo aver sbagliato è la cosa più facile del mondo. Io l'ho fatto tante volte". Significa aver sbagliato nuovamente dopo essere uscito da un problema, ma significa anche di non essersi mai arresi e, nonostante le cadute, aver trovato la forza ed il coraggio di rialzarsi
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    I nostri Bambini stanno attraversando un deserto, tentati da mille voci. Aiutateci a dar loro gli strumenti per sopravvivere in questa landa desolata

  49.  

    Addì 19 febbraio 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
    E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
    Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
    Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
    Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
    Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
    E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
    Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
    Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
    Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
    Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
    Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
    E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

    Matteo 25,31-46

  50.  

    Signore, quando mai?

    Una parte che faccia male

    Tutti noi siamo giudicati per quello che facciamo, ed ogni apparenza che possiamo indossare, prima o poi, verrà meno, ma sopratutto saremo giudicati per come faremo una cosa.
    Lo studente non prende un buon voto per aver fatto o meno il compito, lo prende se il compito lo ha fatto bene. Un imprenditore non si aggiudica un appalto per il solo fatto di aver partecipato alla gara, ma se il suo progetto è migliore di altri.
    Ogni giorno siamo chiamati a fare e fare bene.
    Non è generoso ed altruista chi aiuta un bambino maltrattato, un povero, un anziano, ma lo è chi dona parte di sé stesso all'altro. E non una volta soltanto, ma ogni qualvolta ci si presenti l'occasione di poter tendere la mano, e la parte che dona deve essere una parte che "fa male" come diceva Madre Teresa, dove ognuno deve rinunciare a qualcosa per essere di supporto al prossimo.
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    La vita e la morte sono due scrigni serrati, ognuno dei quali contiene la chiave dell'altro