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  1.  

    Addì 28 ottobre 2018

    In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare.
    Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
    Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
    Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!».
    Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
    Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!».
    E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.

    Marco 10,46-52

  2.  

    Va, la tua fede ti ha salvato (brano del 28 maggio 2015)

    Un grande sorriso

    Mentre andavo verso casa in bicicletta ho visto un ragazzo su una sedia a rotelle, bava alla bocca e movimenti inconsulti, ma aveva un sorriso meraviglioso sul viso. Accanto a lui una bella ragazza che con gioia lo accudiva e dialogava con lui scherzando. Sovente vedo dei ragazzi, anch'essi sulla sedia a rotelle, anch'essi con grossi problemi, accompagnati da altri ragazzi giovani che interagiscono con loro attraverso delle lavagnette o dei tablet e c'è grande gioia. Mi fermo a guardarli, da lontano per non metterli in imbarazzo, e li ammiro come si può vedere la bellezza di un tramonto sul mare. Una meraviglia vedere la loro felicità, il sorriso, lo scambio pieno di affetto con i loro accompagnatori. Non so se abbiano fede in Dio, ma certamente devono avere fede in qualcuno o in qualcosa, quella grande fede che ti permette di sorridere e di sperare anche quando sei su una sedia a rotelle, non sei padrone dei tuoi movimenti, necessiti del prossimo per vivere, non puoi parlare ed esprimere chiaramente quello che vorresti. Ci vuole una grande fede per avere un così grande sorriso
    ------------------
    Donateci un sorriso

  3.  

    Addì 29 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato.
    C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo.
    Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua infermità», e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
    Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato».
    Il Signore replicò: «Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi?
    E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?».
    Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute.

    Luca 13,10-17

  4.  

    Subito quella si raddrizzò

    Una schiena curva da raddrizzare

    Marco aveva tredici anni quando arrivò da noi.
    Fino a cinque anni ha vissuto nella casa dei genitori: madre prostituta, padre drogato e spacciatore.
    I nonni paterni, per salvarlo da una vita di violenza, lo hanno preso di nascosto e portato ai servizi denunciando il proprio figlio.
    Dai cinque ai tredici anni Marco ha vissuto tante altre brutte esperienze: ragazzino violento e problematico, e come poteva non esserlo, veniva messo alla porta da una comunità dopo l'altra, tanto da girarne nove in cinque anni. Ha avuto anche due esperienze di adozione, ma anche in questo caso le due famiglie adottive lo hanno riportato indietro al mittente non riuscendo a gestirlo.
    Poi è arrivato da noi.
    E' rimasto in casa nostra ben oltre la soglia della maggiore età, quasi otto anni.
    E' stata dura? No, di più!
    Ancora mi domando come ci siamo riusciti perché più volte siamo stati sul punto di mollare, di rimandarlo ai servizi affinché gli trovassero una nuova collocazione.
    Ma ogni giorno abbiamo detto "Aspettiamo domani", e così facendo sono passati i giorni, i mesi, gli anni.
    Non siamo più bravi di altri, ma le motivazioni sono diverse. Le comunità hanno da gestire un'impresa e fanno il calcolo di costi e benefici, e laddove un ragazzo metta a dura prova gli educatori, si preferisce mandare via lui piuttosto che rischiare di perdere una persona e dover trovare un sostituto.
    Per noi sono figli, siano essi belli o brutti, simpatici o antipatici, matti o assennati. Sono figli che il Buon Dio ci ha donato, ed un dono non lo si mette fuori della porta insieme ai sacchetti della spazzatura, seppur differenziata.
    Tutto il resto è sopportazione, ma quando si sopporta per amore il carico è più leggero e più facile da trasportare

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    Ogni tanto ci vuole un grido forte chi è piegato dal peso della propria disperazione

  5.  

    Addì 30 ottobre 2018

    In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò?
    E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami».
    E ancora: «A che cosa rassomiglierò il regno di Dio?
    E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata».

    Luca 13,18-21

  6.  

    A che cosa è simile il regno di Dio

    Cabina di regia

    Un genitore pensa ai propri figli costantemente. Ogni cosa che fa è in funzione loro ed organizza, specie quando sono piccoli, la loro vita in ogni situazione: li iscrive a scuola, li inserisce in uno sport, insegna loro ciò che sa.

    Dal suo punto di vista un Bambino cosa vede?
    La scuola: passa da un giorno all'altro dal giocare libero e sereno, al dover studiare e fare fatica.
    Lo sport: un gioco che diventa una fatica fisica e di forza di volontà.
    Le attività con i genitori: alcune belle e piacevoli, altre meno apprezzate.
    Praticamente è parte di una regia che capisce esserci, ma non ne comprende le dinamiche, e talvolta nemmeno si accorge che una bella cosa è capitata non per caso, ma per una serie di passi concertati dai genitori.

    Tutto ciò non vi ricorda qualcosa?
    Anche da adulti la storia si ripete.
    Siamo chiamati alle nostre responsabilità, a fare qualcosa che non ci piace e ci stanca, come la scuola per un Bambino.
    Ci divertiamo e stiamo bene in alcuni contesti, come con il coniuge e gli amici, ma questo rapporto richiede fatica, allenamento, forza di volontà, come lo sport per i Bambini.
    Le attività che il prossimo ci chiama a fare, come l'accudire un proprio parente anziano, accogliere un Bambino in affidamento, distribuire viveri alle famiglie povere, come le tante attività che un Bambino è tenuto a fare con i propri genitori.
    Ed allora non vi viene a mente che dietro a tutto questo, dietro la nostra vita, ci sia una regia che ci dona gioie e dolori, gravandoci di pesi e responsabilità per fortificarci, per darci la possibilità di divenire qualcosa di più?
    Alla pari di un Bambino, che grazie all'azione dei genitori diventa uomo o donna, anche noi siamo chiamati a divenire qualcosa di più grazie all'azione di Dio.

    Non tutti i Bambini accettano e capiscono l'azione dei genitori.
    Non tutti gli uomini e le donne accettano e capiscono l'azione di Dio.

    Il Bambino che non asseconda la guida dei genitori e si ribella al loro volere in maniera costante, si ritroverà ad essere un adulto problematico, e spesso farà una brutta fine.
    L'adulto che non asseconda la guida di Dio e si ribella al suo volere in maniera costante, si ritroverà a fare i conti con questa sua ribellione allorquando il regista della nostra vita chiederà conto delle nostre azioni.

  7.  

    Addì 31 ottobre 2018

    In quel tempo, Gesù passava per città e villaggi, insegnando, mentre era in cammino verso Gerusalemme.
    Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno.
    Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete.
    Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze.
    Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità!
    Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori.
    Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.
    Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi».

    Luca 13,22-30

  8.  

    Ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi

    Può un ultimo cronico essere sempre primo?

    Mario, una vita difficile sin dalla nascita: padre alcolizzato, madre drogata e prostituta, lui abbandonato a sé stesso tanto da doversi procurare il cibo catturando i piccioni in piazza Grande. Nessuno che lo abbia aiutato. E' entrato nella droga e poi nell'alcool, ha vissuto ai margini della società per tutta la vita. Più volte ha provato a disintossicarsi attraverso le comunità, ma tante volte ne usciva, e tante volte vi rientrava.
    Possiamo colpevolizzarlo? Quando si entra in una spirale simile è veramente arduo uscirne definitivamente.
    Michela, una bella famiglia con sani principi. Papà e mamma amorevoli sempre pronti ad accudirla e sostenerla. Un giorno decide di sballare e prende una pasticca. Le piace e ne fa un uso sempre più frequente. Comincia anche a bere ed entra, anche lei, nel giro della droga pesante. I suoi fanno di tutto per aiutarla, la inviano nelle migliori comunità, ma lei non vuole saperne, sta bene con il suo sballo.
    Possiamo colpevolizzarla? Non spetta a noi, ma se voi foste un giudice non sareste più clementi con Mario piuttosto che con Michela?

    Mark Twain diceva "Smettere di fumare è facile! Io ci sono riuscito tante volte"

    Alcune frasi del Vangelo sono divenute nel tempo modi di dire di uso comune, ma nel nostro immaginario spesso sono stati adattati alle nostre esigenze per rendere "più comodi" per noi alcuni moniti.
    "Beati gli ultimi perché saranno primi" e con questo in molti si adagiano al lassismo, al dolce far nulla pensando che se anche saranno ultimi, poi passeranno ad essere primi.
    Ma nel Vangelo di Luca si specifica "Ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi".
    Alcuni, non tutti.
    Chi fra questi allora diverrà primo? Colui che, pur avendo fatto di tutto per seguire valori e principi, non riesce. La sua forza di volontà nel rialzarsi dopo ogni caduta verrà sicuramente premiata.
    Se siete ultimi potete essere primi nel provare a non sbagliare, nel provare ad accudire, nel provare ad essere buoni genitori, ed anche se avrete una vita pessima, sarete sempre primi, un passo avanti a tutti per la vostra forza
    ---------------
    Essere ultimi a volte è bellissimo perché sai che peggio non potrai andare, e qualunque sforzo farai hai la certezza che, magari di poco, migliorerai sicuramente

  9.  

    Addì 1 novembre 2018

    In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli.
    Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
    Beati i miti, perché erediteranno la terra.
    Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
    Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
    Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
    Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
    Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
    Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
    Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

    Matteo 5,1-12a

  10.  

    Beati

    Provi invidia?

    Vedi uno che ha un'occupazione da tremila euro al mese e lavora tre giorni alla settimana per cinque ore, mentre tu fatichi otto ore al giorno per pochi spiccioli.
    Provi invidia?
    Vedi uno che ha una mega barca con piscina e tante cabine da sembrare un albergo, mentre tu hai una barchetta di pochi metri con un motore che spesso fa i capricci.
    Provi invidia?
    Vedi una ragazza di famiglia ricca che non fa niente, ma indossa sempre abiti firmati e passa più tempo in paesi esotici che in città, mentre tu compri i vestiti ai mercatini dell'usato, ed in vacanza al massimo vai dalla zia in un paesino dell'entroterra.
    Provi invidia?

    In molti provano invidia e gelosia per costoro, e questo loro sentimento li porta a sforzarsi per cercare di divenire come loro, avere ciò che hanno loro, fare quello che loro fanno, finanche ad imbrogliare, truffare, rubare. Qualcuno arriva persino ad uccidere per conquistare un gradino in più nella scala sociale dei ricchi.

    Quante forze buttate al vento.

    Io provo invidia per i poveri in spirito.
    Provo invidia per gli afflitti
    Provo invidia per i miti
    Provo invidia per quelli che hanno fame e sete della giustizia.
    Provo invidia per i misericordiosi.
    Provo invidia per i puri di cuore.
    Provo invidia per gli operatori di pace
    Provo invidia per i perseguitati per causa della giustizia.
    Provo invidia per chi viene insultato e perseguitato a causa dei propri valori.

    Si, provo invidia per costoro perché il mondo li adorerà e, ne sono certo, riceveranno un premio alla fine della loro vita terrena, divendo esempio per molti su questa terra.

    Chi si ricorderà di Berlusconi una volta che sarà morto? Saranno in molti a gioire quando se ne andrà.
    Invece ci si ricorda molto bene di Madre Teresa e le voci contro di lei sono veramente poche.

    Volete assomigliare a uno dei tanti ricchi che sono passati su questa terra, o volete essere simili a tante sante persone che umilmente hanno lasciato la loro impronta nel cuore dell'umanità?
    -------------------
    Beato te se sparai capire cosa possa alimentare la tua anima prima delle tue viscere

  11.  

    Addì 2 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.
    E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
    Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
    Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
    Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?
    Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
    E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
    Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
    Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
    Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
    Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
    Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.
    E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».

    Matteo 25,31-46

  12.  

    Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare

    Piccoli grandi gesti d'amore spontaneo (Brano del 6 marzo 2017)

    A volte pensiamo di dover salvare il mondo, crediamo che la fame sulla terra la possano debellare soltanto i governanti delle nazioni più ricche.
    Ed allora cosa facciamo? Non facciamo niente, restiamo sulla poltrona a scuotere la testa.
    Forse è vero che un nostro gesto non potrà dare ristoro ai milioni di persone che muoiono in Africa, ma un panino imbottito, un euro, un sacchetto con un po' di spesa possono fare la differenza per il povero che incontriamo ogni giorno mentre andiamo a scuola o in ufficio.
    Non occorrono gesti eclatanti per cambiare il mondo, bastano piccole attenzioni.
    Questo impiegato del supermercato ha visto un anziano che sotto la pioggia camminava lentamente aiutato dal suo deambulatore, ed ha fatto un piccolissimo gesto: è uscito così com'era con un ombrello per riparare l'anziano signore dalla pioggia.
    Non gli sarà costato che cinque minuti del suo tempo, eppure è stato un grande gesto che ognuno di noi potrebbe fare nella quotidianità, così come molti altri piccoli-grandi gesti.
    Non avrà risolto il problema della solitudine delle persone anziane, ma quel giorno, quel signore si è sentito amato e considerato e sarà rientrato a casa meno solo di quando non ne sia uscito.
    Prestiamo attenzione al nostro prossimo e facciamoci carico, per quanto nelle nostre possibilità, dei suoi bisogni ed il mondo, grazie a questi esempi, sarà un posto migliore dove poter vivere
    ----------------------------
    Un piccolo gesto d'amore per aiutare i tanti bambini a crescere con serenità

  13.  

    Addì 3 novembre 2018

    Avvenne un sabato che Gesù era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo.
    Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto.
    Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali.
    Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».

    Luca 14,1.7-11

  14.  

    Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato

    Chi viene a pescare con me? (Brano del 29 ottobre 2016)

    "Chi vuol venire in barca a pescare?"
    E uno stuolo di mani si alzano e tanti piccoli scricciolini saltellano, si mettono in punta di piedi, alzano il capo quasi a staccarlo dal collo per essere visti, per essere scelti. Andare in barca, quale gioia, come si può rifiutare?
    "No, no, non ci siamo, chi vuole sopraffare gli altri per essere scelto resta a casa"
    "Riproviamo. Chi vuole venire in barca?"
    E quasi tutte le manine cominciano ad agitarsi, quasi tutti gonfiano il petto, sbattono le ciglia, congiungono le mani in segno di "ti prego". Mi si stringe il cuore a non avere una barca da dodici metri da poterli portare tutti, ma "Pietrino" al massimo trasporta quattro persone, quindi più di tre su ventidue non posso scegliere. Ed allora ecco che anche una gita in barca si rivela una lezione di vita.
    Tra questi pulcini pigolanti e saltellanti tre di loro sono con le manine abbassate, la testa reclinata.
    Mi rivolgo a ciascuno di essi "vuoi venire in barca?"
    Silenzio di tomba. Fiato sospeso. Se lui dice di si ci saranno solo altri due posti liberi.
    I suoi occhi si illuminano, la testa si alza, poi un sospiro "fai venire qualcun altro, io vengo un altro giorno"
    "Ma ti farebbe piacere venire, o non ne hai voglia?"
    "Si, mi farebbe piacere, ma lascio il mo posto ad un altro"
    Bravo, oggi vieni tu, domani vediamo. E così per tutti e tre.
    I più piccoli non capiscono, non capiscono il gesto di umiltà e generosità dei loro compagni, ma alla sera la spiegazione arriva "beati gli ultimi perché saranno primi; chi si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umiliato"
    E' bello come nella nostra vita, nella nostra quotidianità ogni momento possa rappresentare un insegnamento, tanto più importante di mille parole perché vissuto sulla propria pelle.
    In un mondo dove l'arrivismo, la bramosia di apparire, di essere primi prendono spesso il sopravvento nelle persone, è un nostro dovere insegnare l'umiltà, il farsi da parte a favore di altri. Madre Teresa si è sempre fatta piccola piccola, San Francesco prendeva pedatoni da tutti quando chiedeva l'elemosina, Padre Pio ha subito mille angherie anche dai membri della chiesa, eppure guardate che grandi uomini sono diventati agli occhi di Dio.
    Quando giocate siate lieti se perdete perché grazie alla vostra sconfitta ci sarà un bambino che gioirà
    ---------------------------
    Ogni giorno con i ragazzi è amore puro che doniamo e riceviamo
    Sostieni il nostro cammino, unisciti a noi

  15.  

    Addì 4 novembre 2018

    In quel tempo, si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
    Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.
    E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi».
    Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v'è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
    Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

    Marco 12,28b-34

  16.  

    Amerai il prossimo tuo come te stesso

    Ti ami?

    Ti augureresti di fare un incidente?
    Vorresti ricevere una rispostaccia alle tue domande?
    Ti negeheresti la felicità?
    Vorresti che qualcuno avesse del rancore verso di te o meditasse vendetta per qualcosa che hai fatto?

    Non credo proprio, ed il perché é chiaro: ci vogliamo troppo bene per essere autolesionisti

    Eppure
    Auguriamo ad un sacco di gente il peggio male
    Rispondiamo con cattiveria e maleducazione anche a semplici domande
    Impediamo ad altri di essere felici per gelosia o desiderio di possesso
    Portiamo rancore e meditiamo vendetta per i torti subiti

    Riflettiamo
    Non vogliamo subire, ma non ci importa se gli altri, anche per causa nostra, subiscono

    Forse qualcosa non quadra, ma ognuno di noi faccia le sue riflessioni
    ------------
    Ama il prossimo tuo come te stesso, ed il mondo sarà migliore, la tua vita sarà migliore

  17.  

    Addì 5 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio.
    Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

    Luca 14,12-14

  18.  

    Non invitare i tuoi amici perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio

    Do ut des

    Era bello il baratto, laddove in una comunità ognuno faceva quello che sapeva fare meglio seguendo le proprie inclinazioni: il contadino lavorava il campo per raccogliere il grano, il mugnaio provvedeva a farlo diventare farina, il panificatore faceva diventare pane quella polvere bianca, il pescatore tirava a terra le reti con tanto pesce, l'allevatore produceva latte, formaggi, carne e lana, il falegname preparava le ossature per le case, ed il costruttore edificava le abitazioni. Ognuno aveva un ruolo e nessuno di questi era più o meno importante di altri, ma ognuno faceva ciò che era giusto per la comunità senza pensare se, avendo distribuito cinque pesci ad ogni persona, avesse ricevuto solo una fetta di carne o un bicchiere di latte perché magari c'era stata un'infezione nelle mandrie, oppure se avesse ricevuto un solo pane per colpa della carestia.
    Tutto era messo in comune ed ognuno attingeva a quello che necessitava per sé e per la propria famiglia.

    Oggi tutto è misurato al grammo e guai se do un pizzicotto di più. Guai!

    Nella nostra Associazione, e possiamo generalizzare la cosa a tutti coloro che dedicano la propria vita al prossimo, non si guarda a quanto si da, a quanto tempo utilizziamo per stirare, preparare da mangiare, giocare, far studiare, accudire in ogni modo i Bambini che il Signore ci manda.
    Quanto ne ricaviamo? La moneta che un Bambino usa sono i sorrisi, le frasi buffe, le manine che premono sulle guance per creare una bocca bislunga, lo studio ed il comportamento.
    Mai ci mettiamo ad un tavolino a calcolare le ore impiegate per capire quanto debba essere il ritorno, ma pensiamo solo a ciò che sia giusto fare e diamo a piene mani il nostro tempo, la nostra vita.

    In oltre trent'anni di amore incondizionato verso i Bimbi di famiglie fragili abbiamo ottenuto più rispostacce che carezze, più egoismo che sorrisi, ma se tornassimo indietro daremmo nuovamente tutto quello che abbiamo, tutta la nostra vita, per amare questi Bimbi perché a noi spetta dare senza calcoli, a noi spetta amare senza ricevere, a noi spetta accudire anche se dovessimo essere abbandonati.
    ----------------------------
    Dare senza ricevere è la paga più bella alla quale si possa anelare

  19.  

    Addì 6 novembre 2018

    In quel tempo, uno dei commensali disse a Gesù: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!».
    Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti.
    All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto.
    Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato.
    Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato.
    Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire.
    Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi.
    Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto.
    Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia.
    Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».

    Luca 14,15-24

  20.  

    Tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi

    Nocche spellate

    Ieri sera guardavo le mie mani e notavo che il dorso di esse è tutto spellato a forza di bussare alle varie porte.
    Da oltre trent'anni non ci siamo mai stancati di bussare a tutte le porte che abbiamo incontrato.
    Abbiamo iniziato con le parrocchie della nostra città, i servizi sociali, i politici locali.
    Abbiamo proseguito con negozianti e piccoli imprenditori.
    Crescendo siamo andati a bussare a porte più grandi di politici regionali e nazionali, ricchi imprenditori e multinazionali.
    Non ci siamo mai stancati di bussare, e mai ci stancheremo, ma sapete quanti si abbiamo ricevuto? Quante porte aperte?
    Tante, veramente tante.
    In molti ci hanno aperto la porta, in molti ci hanno donato quello di cui necessitavamo: cibo per i nostri Bambini, materiale da utilizzare nelle case, denaro per pagare le bollette, pulmini per trasportare i nostri Ragazzi, accesso alle attività sportive, vacanze in posti da sogno, oggetti per i nostri mercatini, preghiere, ma sopratutto abbiamo ricevuto tanto amore.
    E' vero, in molti hanno detto "No grazie, non mi interessa". Si vede che avevano di meglio da fare, oppure aiutavano altre Associazioni, ma resta il fatto che è stato l'amore, la dedizione, la fiducia di un esercito di persone che ha creduto in noi a darci la possibilità di aiutare così tanti Bambini, e non ci fermeremo.
    Non per mania di grandezza, certamente perché i Figli da accogliere sono tantissimi, ma sopratutto perché ogni porta che si apre ti fa entrare in un mondo, ti mette in relazione con l'umanità delle persone e questo è gratificante e meraviglioso.
    Grazie a tutti voi che, sacrificando parte della vostra vita e delle vostre risorse, avete voluto dare un'opportunità di un'esistenza migliore a molti Bimbi nati con qualche lampadina accesa in meno nelle proprie case.
    Grazie di cuore, che il Signore apra a voi le porte dei cieli quando sarete voi a bussare alla sua porta.
    ----------------------------
    Aprite le porte ai nostri Bambini, accoglieteli nei vostri cuori come fareste con i vostri figli

  21.  

    Addì 7 novembre 2018

    In quel tempo, siccome molta gente andava con lui, Gesù si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
    Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.
    Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento?
    Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro.
    Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?
    Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace.
    Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

    Luca 14,25-33

  22.  

    Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa

    1 + 1 = 10

    La matematica spesso è solo un'opinione
    Ci siamo messi attorno ad un tavolino, abbiamo aperto il nostro progetto di Casa Zizzi, il nostro sogno nel cassetto da diciotto anni, lo abbiamo rispolverato e ci siamo messi a parlare.
    Tu cosa ne pensi? E' fattibile? Si può fare solo una parte, quella del diurno per accogliere intanto i molti Bambini della città?
    Si, ha detto l'architetto, si può costruire una sola parte al piano terra, purché si costruiscano i pilastri ed il tetto per la parte sovrastante.
    Ok, benissimo, quanto denaro occorre?
    A braccia, senza fare troppi conti, più o meno mezzo milione
    Mezzo milione?
    Si, mezzo milione. Più o meno.
    Ok adesso ci facciamo due calcoli

    Ci siamo seduti ad un altro tavolino ed abbiamo preso una calcolatrice
    Dunque, cinquanta li abbiamo, centocinquanta ce li presta la banca, ne mancano trecento
    Allora è fatta, possiamo procedere
    Ma come, ne mancano più della metà e vuoi andare avanti?
    Come ne mancano più della metà? Abbiamo tutta la cifra
    Ma cosa dici? Sei pazzo? Cinquanta più centocinquanta fa duecento, arrivare a cinquecento ne mancano trecento
    Ah, ok, non hai fatto bene i calcoli. Riconta bene.
    Non capisco
    Vedi: Cinquanta nostri più centocinquanta dalla banca fanno duecento, più le aziende che vorranno darci materiale e sono altri cinquanta risparmiati, poi ci metti la Provvidenza, la signora che ci da cinquanta euro al mese, la raccolta nei negozi che frutta mille euro, il cinque per mille che porta trentamila ed ecco che arriviamo alla cifra necessaria
    Ah ecco, non avevo capito. Ora è tutto chiaro

    La matematica non ci ha mai fermato, l'abbiamo sempre piegata alle leggi dell'amore, e con la solidarietà di tutti costruiremo Casa Zizzi, un bellissimo nido per accogliere tanti ragazzi.

    Avanti tutta con il vento in poppa
    ----------------------------
    Contribuisci anche tu, destina anche una piccola cifra mensile al nostro progetto

  23.  

    Addì 8 novembre 2018

    In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
    I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
    Allora egli disse loro questa parabola: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?
    Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
    Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
    O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?
    E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
    Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

    Luca 15,1-10

  24.  

    C'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte

    Mio figlio sta morendo

    Quante volte ci siamo sentiti dire "Lasciali perdere questi Bimbi, sono tutti figli di ..., non li porterai mai sulla retta strada, occupati di altro"
    Devo dirvi la verità, sono da sempre un amante delle "cause perse" e più mi si dice "Lascia perdere", più mi rinvigorisco e vado avanti su quella che ritengo essere la giusta strada.
    Come più volte ho detto "La matematica è solo un'opinione", infatti spesso ci vengono fatti i conti in tasca: quanti bimbi avete aiutato? Ottocento? Quanti milioni di Bambini in trent'anni erano da salvare? Quanti di questi ottocento hanno trovato una loro strada? Dieci? Cinque? O forse uno soltanto?
    Beh, vi faccio una domanda. Se vostro figlio fosse gravemente malato, se i medici vi avessero detto che non c'è speranza di sopravvivenza per lui, se le statistiche parlassero di una possibilità su un milione di vederlo tornare a sorridere e correre ... voi cosa fareste? Non andreste contro questi pareri, numeri e statistiche? Non spendereste tutta la vostra vita, il vostro denaro, le vostre energie per tentare di salvarlo?
    Certo che si.
    Ed allora cosa c'è di strano se a farlo siamo noi?
    I Bambini che aiutiamo sono tutti "Nostri Figli"
    Il triste è che sono anche figli di tutta l'umanità, e vedere tante persone che li ignorano dicendo "Tanto non lo si può salvare, le statistiche parlano chiaro" è come vedere un genitore che fa la sua vita allegro e spensierato mentre il figlio giace morente in un letto di ospedale.
    ----------------------------
    Andate negli ospedali e vedrete tanta sofferenza negli occhi dei Bambini, ma è la stessa sofferenza che si vede nei quartieri-ghetto delle nostre città

  25.  

    Addì 9 novembre 2018

    Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
    Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco.
    Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato».
    I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora.
    Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».
    Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
    Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
    Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
    Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

    Giovanni 2,13-22

  26.  

    Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere

    Mattone dopo mattone

    Un Bambino che nasce e cresce in una famiglia problematica assimila pian piano tutta la negatività di quella famiglia.
    E' un po' come gli operai che lavoravano nella cava di pomice a Lipari che ogni giorno respiravano le polveri sottili della pomice, e pian piano si sono tutti ammalati e sono morti.
    Non è facile aiutare un Bimbo in queste situazioni perché ha ricevuto esempi e condizionamenti tali da non sentire ragioni e, per quanti discorsi possiamo fare, non si alzerà una mattina e dirà "Tutto giusto, adesso cambio".
    Il cammino verso una vita migliore è necessariamente lento e graduale: da una parte si tolgono le polveri sottili dai polmoni, dall'altro si inserisce l'ossigeno necessario a vivere. La cosa, oserei dire "buffa" se non fosse tragica, è che il malato che convive da anni con il suo malessere sente disagio a "ripulirsi" e ricerca il veleno come una droga, un esempio è costituito dai fumatori.
    Così è per noi. Ogni giorno togliamo un mattone vecchio per sostituirlo con uno nuovo nel cuore dei nostri Bimbi, ma spesso basta poco, anche un sol giorno di rientro o incontro con la famiglia di origine, affinché tutto il lavoro fatto venga sostituito da altri mattoni vecchi, sporchi, deteriorati.
    E' proprio per questo che è così bello lavorare con i ragazzi, perché non ci sono protocolli, ma ogni giorno dobbiamo capire, studiare, provare un approccio diverso. Faticoso certamente, ma cosa c'è nella vita che non sia faticoso da raggiungere, ma quanta soddisfazione quando uno dei mattoni da noi posizionati resta al suo posto saldamente, un mattone sul quale potranno finalmente cominciare a poggiare il loro futuro
    ----------------------------
    Se uniamo le forze potremo essere migliori costruttori di case per il futuro di tanti Bimbi

  27.  

    Addì 10 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
    Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
    Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?
    E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
    Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona».
    I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui.
    Egli disse: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio».

    Luca 16,9-15

  28.  

    Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto, e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto

    Un bicchier d'acqua con sabbia

    Prendete un bicchier d'acqua.
    Metteteci dentro della sabbia ed agitate bene con un cucchiaino
    Cosa ottenete?
    Un bicchier d'acqua con tanti corpuscoli in sospensione che ruotano turbinosamente
    Questo è ciò che accade a noi quando interagiamo con una persona: insegnamenti, rimproveri, critiche, carezze, lodi, giornate in allegria e giornate tristi
    Poi quel momento passa, la persona fa la sua strada, oppure ci lascia per tornare da Dio

    Ed ecco che nessuno gira più il cucchiaino nel bicchiere.

    Cosa accade?
    I ricordi, le parole si mischiano, ma pian piano si sedimentano, si depositano sul fondo e l'acqua, pian piano torna ad essere chiara, torna a farci intravedere la nostra vita
    Sul fondo tutto quello che è stato il nostro passato con quella persona: cose belle e cose brutte
    Ma balzano agli occhi, restano nei nostri cuori, soltanto quelle particelle di sabbia più grandi: sassini più grandi
    Ed è allora che li notiamo, è allora che osserviamo bene ed apprezziamo quelle perle di saggezza

    Chissà quante volte la mia mamma mi ha detto "non rubare", non perché lo facessi, ma perché le mamme, si sa, ripetono le cose all'infinito, specie quelle cui tengono maggiormente perché rappresentanti valori e principi da donare ai figli
    Eppure non me ne ricordo
    Ma un pomeriggio di primavera eravamo appena usciti dal falegname, montati in macchina mia madre si avvide che stavo giocando con un pezzetto di legno e mi chiese "Dove lo hai preso?"
    "Nella falegnameria, era per terra"
    "Ed hai chiesto al Sig. Staccioli se potevi prenderlo?"
    "No mamma, era per terra, lo buttava via"
    " Ma era suo"
    "Si, ma lo buttava"
    "Ok, allora lo hai rubato"
    "No mamma, lo aveva gettato per terra"
    "Ok, lo hai preso senza permesso, seppur da terra, ma nel negozio del Sig. Staccioli, quindi lo hai rubato"
    "Ma cosa dici mamma? Era un pezzetto di legno, scarto di una lavorazione, spazzatura"
    "Anche fosse spazzatura, è spazzatura del falegname, non tua, pertanto prima di prenderlo avresti dovuto chiedere il permesso. Vai a chiedere scusa e chiedi se puoi prenderlo"
    Mia mamma impiegò un'ora per convincermi a scendere dalla macchina e rientrare nella bottega, ma fu una di quelle lezioni che non ho più scordato, un dialogo che ho ben chiaro nella mente, nel cuore e nei ricordi, una pietra miliare nel mio percorso di crescita
    Rubare una gomma, un pezzo di legno oppure un milione di euro è sempre rubare. Non fa differenza se il valore è alto o basso, si tratta sempre di prendere di nascosto qualcosa che non ci appartiene

    Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto, e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto
    ----------------------------
    Una carezza ad un Bambino, oppure una vita dedicata all'infanza non sono differenti: sono entrambi un atto di amore infinito

  29.  

    Addì 11 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù diceva alla folla mentre insegnava: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
    Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».
    E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte.
    Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.
    Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: «In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri.
    Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

    Marco 12,38-44

  30.  

    Questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri

    Un sorriso

    Nel corso di 32 anni di vita della nostra Associazione "Amici della Zizzi" abbiamo ricevuto regali importanti, donazioni cospicue, eredità.
    Tutte cose che ci hanno permesso di crescere ed aiutare tanti Bambini, ma le offerte più importanti che riceviamo ogni giorno sono i sorrisi.
    I sorrisi dei nostri Bimbi, che non hanno altre monete se non l'affetto e l'amore per noi
    I sorrisi dei loro genitori, grati per aver accolto i loro figli
    I sorrisi della gente quando si sente parte di un ingranaggio importante per la vita di tanti piccoli
    Nessuno è mai troppo povero per donare un sorriso, ed un sorriso ci rende ricchi dandoci la forza di sorridere anche quando si incontrano delle avversità

    Grazie a tutti
    ------------
    Donaci un sorriso, sarà la miglior offerta che possiamo mai ricevere

  31.  

    Addì 12 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono.
    E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli.
    State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli.
    E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai».
    Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe».

    Luca 17,1-6

  32.  

    E' meglio per lui che venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli

    Newsletter? NO!

    Tempo fa distribuivamo in una chiesa le nostre newsletter cartacee, quattro fogli con le nostre attività, i ringraziamenti a quanti ci avessero aiutato, le richieste.
    I Bambini si divertivano a distribuirle fuori dalla porta a tutti coloro che uscivano una volta finita la messa, anche perché c'erano alcune signore che tenevano sempre in tasca qualche caramellina da dare loro in tale circostanza.
    Qualcuno non era interessato alla nostra Associazione, prendeva il foglio e poi, girato l'angolo, la gettava in un cestino, e questo ci può stare, mica possiamo piacere a tutti.
    Ma era veramente brutto vedere alcune persone che rispondevano in malo modo al Bambino che porgeva la newsletter. La loro faccia rattristata, il loro dispiacere si tagliava con il coltello, era un pugno nello stomaco per noi adulti che in disparte osservavamo, ed ho più volte dovuto far leva sul mio buon senso per non andare a trattar male quelle persone che avevano scandalizzato uno dei miei Bimbi.

    Fra adulti ci si può anche prendere a cazzotti, ed ognuno se ne fa le sue ragioni, ma basta molto meno per scandalizzare un Bambino.
    Il Vangelo dice "E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli"
    ----------------------------
    Tante volte scandalizziamo un Bambino senza nemmeno rendercene conto, ma prestiamo attenzione a quello che facciamo per non avere un peso che appesantisca la nostra anima

  33.  

    Addì 13 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?
    Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?
    Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
    Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

    Luca 17,7-10

  34.  

    Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi

    Gioco di squadra

    Una partita a pallone, a baseball o a rugby non si vince da soli. Anche il più bravo giocatore del mondo non può vincere da solo se non è aiutato dalla squadra, se non ha un buon allenatore, se non ha in sé lo spirito di fare gruppo.
    Così è nella vita, così è nella nostra Associazione.
    Non so se siamo bravi o meno ad aiutare i Bambini che arrivano tra le nostre braccia, so solo che qualunque passo lo si può fare solo se giochiamo in una squadra.
    Nella vita ci sono squadre che vincono e squadre che perdono, ma nell'ottica della sportività ogni squadra vince per il solo fatto di essere scesa in campo a giocare.
    E' una partita del cuore dove ogni gol segnato è un bambino aiutato, un malato salvato, un immigrato accolto, ma anche una bella giocata senza gol hai suoi benefici perché ad un Bambino comunque regali dei principi, ad un malato terminale doni un sorriso in punto di morte, ad un immigrato che attraversa l'Italia offri un bicchier d'acqua.
    Mi piace pensare che in questa squadra ci siano vari ruoli, come in ogni squadra, dove ognuno mette in campo le proprie capacità, esperienze, sensibilità, ma senza allenatore nessuna squadra potrebbe coordinarsi, e bisogna attenersi ad uno schema che l'allenatore, che per me è Dio, ci indica.
    Grazie a tutti coloro che di questa squadra fanno o hanno fatto parte, perché è grazie a voi se qualche gol lo abbiamo segnato portando molti Bimbi a sorridere.
    ----------------------------
    Venite a giocare nella nostra squadra: sarà faticoso, sarà talvolta doloroso, ma i gol segnati ci daranno una gioia immensa

  35.  

    Addì 14 novembre 2018

    Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea.
    Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!».
    Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati.
    Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano.
    Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?
    Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!»

    Luca 17,11-19

  36.  

    Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono?

    Grazie

    Da bambino ero incredibilmente timido, al punto da vergognarmi a parlare con le persone adulte. Se mi facevano un complimento o mi davano un dono, fosse anche una caramella, diventavo tutto rosso e mi nascondevo dietro le gambe della mia mamma, ma lei, con la dolcezza che la contraddistingueva, mi faceva uscire dal mio nascondiglio e mi diceva "Come si dice? Come ti ha insegnato mamma?", ed io divenivo sempre più rosso mantenendo la bocca cucita. L'adulto che avevo dinanzi diceva "Zizzi, lascia perdere, non importa", ma mia madre replicava "E' giusto che impari" ed insisteva con me, al punto che, per non morire di vergogna, tiravo fuori un tremolante "Graccie".
    Crescendo ho capito l'importanza ed il valore di un grazie, anche perché se fa piacere riceverlo quando facciamo una cortesia a qualcuno, fa piacere anche all'altro che noi lo si ringrazi.

    Ed il mio grazie è

    Grazie al Signore di tutto ciò che ogni giorno, in ogni momento mi dona
    Grazie a coloro che mi vogliono bene ed ogni giorno me lo dimostrano
    Grazie a chi mi critica perché mi fa crescere
    Grazie a Dio quando mi impone una sconfitta perché mi insegna ad essere umile e ad imparare dai miei errrori
    Grazie all'Amico che mi chiama e mi dice "Andiamo a funghi?"
    Grazie tutti coloro che credono in me e mi sostengono con la loro preghiera, la stima, la riconoscenza, l'affetto
    ----------------------------
    Una carezza ad un Bambino, oppure una vita dedicata all'infanza non sono differenti: sono entrambi un atto di amore infinito

  37.  

    Addì 15 novembre 2018

    In quel tempo, interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», Gesù rispose: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!».
    Disse ancora ai discepoli: «Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete.
    Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli.
    Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.
    Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione».

    Luca 17,20-25

  38.  

    Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione

    Nastrino rosa

    Giovanna è una ragazzina dolcissima e molto, molto sensibile.
    E' molto brava nella danza, sportiva e accudente come una mammina nei confronti dei più piccoli, ma ogni tanto ha dei momenti in cui si trasforma. Non è sempre colpa sua perché ogni tanto l'interruttore del cervello fa clic e si spegne, ed in quel momento può succedere di tutto.
    Come non volerle bene nella sua dolce, seppur aggressiva fragilità?
    Le conseguenze sono terribili perché innescano una serie di meccanismi dai quali è poi difficile e faticoso uscirne, con conseguenze importanti.

    Ma è nostra figlia, e saremo sempre presenti per lei.

    Ed ecco che è scattato l'escamotage del "fiocchino rosa": un fiocchino annodato ad un polso, con un nodo impossibile da sciogliere, per ricordarsi di quanto appena successo, un monito costante per cercare di controllarsi ed evitare le conseguenze che tanto dolore portano a tutti. Un fiocchino che resterà legato al polso per quindici giorni: quindici giorni di sobrietà. Se al termine di questo periodo non ci saranno state "smattate" verrà tagliato con un grande applauso, se in caso contrario ci fossero state il fiocchino dovrà restare per altri quindici giorni.

    Ad ogni prova c'è la certezza della speranza, il resto è nelle amorevoli mani di Dio.
    ----------------------------
    Dovremmo mettere tutti un nastrino rosa al polso per ricordarci sempre delle conseguenze della nostra impulsività

  39.  

    Addì 16 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti.
    Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti.
    Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà.
    In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro.
    Ricordatevi della moglie di Lot.
    Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà.
    Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata».
    Allora i discepoli gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi».

    Luca 17,26-37

  40.  

    Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà

    Immortalità

    Ogni genitore riversa sui propri figli il desiderio di continuità. Attraverso il lavoro svolto dai figli, il carattere, le relazioni sociali in un determinato contesto pensano di essere ricordati ed apprezzati per sempre.
    Ma non sempre questo accade. Quante volte i figli ripudiano i genitori, quante volte litigano per motivi di soldi che spesso rappresentano l'unico legame.
    E quanti non hanno figli e vengono dimenticati dalla società l'attimo dopo essere stati chiusi in una bara.
    Non è tanto per avere il nome su una targa, quanto perché dopo aver lavorato una vita a costruire ed intrecciare una rete sociale, dispiace chiudere gli occhi e sapere che quel patrimonio verrà disperso, che tutto quello che abbiamo faticosamente conquistato non servirà a nessuno.
    E' un'esigenza umana.
    Ed allora cosa possiamo fare? Possiamo diversificare.
    Un figlio, due figli? No, cinque, sei, dieci, cento e magari mille.

    Utopia? No, non è utopia perché basta dedicarsi al prossimo, al più debole per spargere il nostro sapere, i valori, i principi, le nostre sostanze ed avere negli altri tanti figli eredi della nostra anima.
    Il Vangelo ci dice "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà". La motivazione non è certo quella egoistica di tramandare il nostro nome nei cuori degli altri. La motivazione è ben più alta e riguarda il premio promesso da Dio di avere la vita eterna vicino a lui, ma pensateci, anche se non credete: appagando il vostro egoismo di divenire immortali nel cuore di tante persone, riceverete un premio da Dio, anche se non credete in lui.
    Non vale la pena tentare?

    A tal proposito Don Luigi raccontava una storiella.
    Una donna piena di fede andava ogni mattina nei campi a raccogliere i più bei fiori da deporre ai piedi di Dio.
    Il marito, ateo convinto, l'accompagnava e l'aiutava a raccogliere i fiori.
    La donna muore, va in Paradiso, accolta nella gloria eterna, ma è triste.
    Il Signore le domanda "Donna, perché piangi?"
    "Perché mio marito non crede, e non lo accoglierai in Paradiso"
    "Donna, tuo marito ha raccolto ogni giorno i fiori per me, vuoi che non lo accolga nella mia casa?"

    Quando si è brave persone lo si è che si creda o non si creda, e le brave persone saranno sempre ricompensate
    ----------------------------
    Un Babmbino accolto è come un fiore raccolto in un campo di erbacce e posto al centro della tavola, ammirato da tutti

  41.  

    Addì 17 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno.
    In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.
    Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi».
    E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto.
    E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?
    Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

    Luca 18,1-8

  42.  

    Pregare sempre, senza stancarsi

    Bimbi piangete che mamma ve lo compra

    A Livorno, davanti agli stabilimenti balneari Pancaldi, dove andavo ogni giorno in estate con la mia mamma, c'era un venditore di caramelle e dolcetti vari, un "chiccaio", con il suo carrettino a pedali, il basco in testa, una canottiera bianca, le ciabatte ed i pantaloncini corti anni cinquanta.
    Come un cacciatore nella palude imita il verso dell'anatra per attirarla e catturarla, così questo omino senza età gridava a squarciagola "Bimbi piangete che mamma ve lo compra".
    Il chiccaio è stato per me un professore, un insegnante di vita con la sua perseveranza nello stare tutti i giorni, tutto il giorno a gridare la stessa frase, interrompendosi soltanto per vendere il chicco che le mamme compravano. Parimenti insegnava a noi giovani leve ad essere insistenti al fine di ottenere l'agognato chicco, a piangere affinché le mamme tirassero fuori dal borsellino almeno dieci lire per una mentina.
    Se vogliamo ottenere qualcosa dobbiamo insistere, non dobbiamo spaventarci davanti ai no, non dobbiamo fermarci dinanzi ad un ostacolo, non dobbiamo smettere di chiedere a Dio di aiutarci e sostenerci
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    Chiediamo a Dio il bene del prossimo, e Dio ci colmerà di tutti quei doni che non osiamo chiedere

  43.  

    Addì 18 novembre 2018

    In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà e la luna non darà più il suo splendore e gli astri si metteranno a cadere dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
    Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.
    Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
    Dal fico imparate questa parabola: quando gia il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte.
    In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute.
    Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
    Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre. Vegliare per non essere sorpresi

    Marco 13,24-32

  44.  

    Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno

    Avere tutto senza avere nulla

    Stazione di Prato.
    Sottopasso per accedere ai vari binari.
    Ore sei del mattino.
    Abbastanza freddino.
    Tanti pendolari e studenti che frettolosamente passano da una parte all'altra, salgono le scale per accedere ai treni, escono ed entrano nel bar.
    Cuffie nelle orecchie, baveri rialzati, braccia conserte.
    Viso cupo, serio, contratto.

    In mezzo alla folla noto un uomo avanza.
    Maglioncino leggero pieno di buchi e di patacche, pantaloni strappati che non venivano lavati chissà da quanto tempo.
    Mi passa accanto, lo seguo con lo sguardo e vedo le scarpe: rotte da dietro e senza calzini.
    Ho un brivido di freddo.

    Ma non era tutto questo a mostrare la differenza, bensì il suo sorriso.
    Si, sorride. Non chiede nulla, non tende la mano a nessuno per avere una moneta.
    Ma si, quell'uomo sorride.
    Quell'uomo che non aveva nulla stava sorridendo.
    E tutti gli altri, me compreso, inzuppati fino al midollo dei nostri beni materiali, con una casa accogliente, una famiglia alle spalle, una bella colazone nello stomaco, vestiti bene e profumati ... tutti noi con il muso lungo, pensando ai nostri problemi, senza scambiare uno sguardo con il prossimo.

    Quell'uomo che non aveva nulla aveva molto più di tutti noi.
    Domani non mi ricorderò di nessuno di tutti coloro che ho incrociato in quel sottopasso, ma nel mo cuore, nella mia mente ci sarò sempre un pensiero ed una preghiera per quell'uomo che non aveva nulla, ma che aveva tutto
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    Non avere nulla non significa non avere nulla

  45.  

    Addì 19 novembre 2018

    Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada.
    Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.
    Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!».
    Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
    Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
    Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista».
    E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
    Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

    Luca 18,35-43

  46.  

    Allora incominciò a gridare

    Ascoltare il silenzio

    Abituati ai rumori della città non sappiamo più ascoltare il silenzio.
    Provate ad entrare in un bosco, spegnate tutti i vostri cellulari, hipad e hipod, mettetevi a sedere, chiudete gli occhi ed evitate di fare qualsivoglia rumore, quasi trattenendo persino il fiato.
    Il vostro orecchio pian piano si abituerà a quei piccoli rumori silenziosi, e lentamente potrete ascoltare suoni provenienti da ogni dove, come a scoprire un mondo fino a quel momento sconosciuto e impercettibile.

    Quando morì la mia mamma fu come fossi entrato in un bosco. Non avevo voglia di sentire nessuno, volevo solo silenzio attorno a me, e fu allora che giorno dopo giorno iniziai ad accorgermi che il mondo che avevo sempre abitato aveva voci sommesse, voci impossibili da sentire perché troppo presi dalla nostra quotidianità, dalle feste, dalle cene, dallo sport, dalla televisione. Voci flebili di tante persone, di tanti Bambini che con poco fiato in gola gridavano "Aiuto".
    Queste voci in lontananza divennero man mano ben distinte, fino a divenire un grido disperato come a dire "Tu che riesci a sentirci, almeno tu aiutaci".
    Ne rimasi stravolto, non credevo potesse esistere tanta sofferenza nel mio bel mondo e cominciai a dirlo a chiunque incontrassi. La maggior parte delle persone mi guardava come fossi un pazzo, ma qualcuno mi ha ascoltato, si è fermato ed ha cominciato insieme a me a sentire quel grido di aiuto.
    Impossibile rimanere indifferenti quando vedi un bambino di due anni pieno di lividi e bruciature di sigaretta, una bambina di dieci anni prostituita dai genitori, un bambino di cinque costretto a mangiare i piccioni di città cotti alla fiamma di un accendino nel sottoscala del suo palazzo. Impossibile rimanere indifferenti dinanzi a tanto dolore.
    Eppure c'è chi resta indifferente e, peggio ancora, chi si rifiuta di ascoltare la voce di un bosco che disperatamente grida "Aiuto"
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    Il silenzio è rumoroso, per questo spesso ci fa così tanta paura

  47.  

    Addì 20 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù entrato in Gerico, attraversava la città.
    Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
    Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là.
    Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
    In fretta scese e lo accolse pieno di gioia.
    Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!».
    Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
    Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

    Luca 19,1-10

  48.  

    Cercava di vedere Gesù, ma non gli riusciva poiché era piccolo di statura

    Piccoli uomini

    Ogni sera facciamo una riunione con i ragazzi. Vi partecipano, salvo eccezione, anche i Bambini più piccoli, quelli che apparentemente non hanno la capacità fisica di capire cosa stiamo dicendo, proprio perché sono più piccolini.
    Ma anche un piccolo uomo o una piccola donna possono montare sopra uno sgabello per arrivare a prendere i biscotti sul ripiano più alto della credenza.
    Ci vuole volontà, ascolto e l'umiltà di farsi aiutare.
    Chiunque di noi pensi di non poter fare qualcosa sbaglia di grosso.

    Qualche anno fa fummo ospitati da un albergatore dell'Isola d'Elba.
    Fu molto gentile e carino con noi, ci apprezzò molto e rimase nel tempo una bella amicizia.
    Un giorno mi telefona e mi dice che deve chiedermi un favore.
    Resto in ascolto.
    Prosegue con la voce tremante:
    "Sai Riccardo, io non sono credente, ma hanno scoperto un tumore a mia moglie e non so più a chi rivolgermi. Poi ho pensato a te che hai tanta fede, prega tu Dio per me, affinché la faccia guarire"
    Io ho pregato per lei, ma sono certo che il Signore abbia apprezzato l'umiltà di quest'uomo che si sentiva piccolo dinanzi a Dio, nella cui esistenza evidentemente credeva, ed ha chiesto aiuto per salire fino a lui.

    Non ho più sentito questo mio amico, non mi ha più chiamato e tutti i telefoni che avevo hanno cessato di esistere. L'albergo lo ha dato in gestione e non mi hanno voluto dare un suo recapito. Potevo andare oltre, ma ho pensato che se non voleva farsi trovare non dovevo essere io a obbligarlo a farlo. Non so pertanto cosa sia successo alla moglie, se sia guarita o meno, ma so per certo che quel giorno, con quella telefonata il mio amico ha toccato con mano la potenza di Dio.
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    Piccoli? Non si è mai troppo piccoli per amare

  49.  

    Addì 21 novembre 2018

    In quel tempo, Gesù disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme e i discepoli credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro.
    Disse dunque: «Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare.
    Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno.
    Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi.
    Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato.
    Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine.
    Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città.
    Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine.
    Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città.
    Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato.
    Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi.
    Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci
    Gli risposero: Signore, ha gia dieci mine!
    Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha.
    E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me».
    Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.

    Luca 19,11-28

  50.  

    Avevo paura di te che sei un uomo severo

    Ragazza perfetta

    Il mio nonno mi diceva sempre "Ricordati Riccardo che nessuno è superiore o inferiore a te: ciascuno ha due gambe, due braccia ed una testa come te"
    Ero molto timido da bambino ed avevo timore anche della mia stessa ombra, mi impaurivo se dovevo parlare con un adulto, con una ragazza, con un professore perché mi sentivo inferiore a loro.
    Pian piano ho capito che anche l'uomo più burbero e severo, alla fine è soltanto un uomo.
    Non va sminuito, ma nemmeno dobbiamo averne timore.

    La paura delle persone ci tiene lontani da esse, si rovinano i rapporti, si fa fatica anche a chiedere un piccolo favore o un permesso, ma più che altro sprechiamo uno dei più bei doni che il buon Dio ci abbia fatto: il dono della parola legata all'intelletto.
    Sprecare un dono così grande solo per paura è un vero peccato perché il dialogo crea ponti che ci permettono di spaziare e vedere nuove terre e nuovi tramonti.

    Conoscevo una ragazza che voleva essere perfetta agli occhi del mondo, e la paura di sciupare tale immagine la portava a non parlare mai, a non cercare il dialogo, a fuggire ogniqualvolta ci fosse un problema di cui discutere e, quando veniva affrontata, si chiudeva in sé stessa borbottando in maniera convulsa "si, si, hai ragione" come a chiudere gli occhi davanti ad un pericolo aspettando che passi, senza reagire, senza difendersi.
    Non so che fine abbia fatto quella ragazza, so solo che se non prenderà in mano la sua vita ed imparerà a dialogare con tutti avrà una vita non facile, e si troverà bene soltanto con coloro che la venereranno. Anche con questi, però, dovrà prima o poi discutere, affrontare situazoni spinose e risolvere problemi di relazione, ma se non avrà imparato a dialogare rovinerà questi rapporti instaurando nuove amicizie solo con coloro che si fermeranno all'apparenza di ragazza perfetta che non parla e non dialoga per non far vedere le sue debolezze.
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    Usando il coraggio si può anche sbagliare, ma si vive, si cresce, si migliora